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G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1, 3-25 © PI-ME, Pavia 2002
www.gimle.fsm.it
P. Apostoli1, G. Bazzini2, E. Sala1, M. Imbriani3
La versione italiana “OREGE” (Outil de Repérage et d’Evaluation
des Gestes) dell’INRS (Institut national de recherche et de sécurité)
per la valutazione dei disturbi muscolo-scheletrici dell’arto superiore
1 Cattedra di Igiene Industriale, Università degli Studi di Brescia
2 Servizio di Ergonomia, Fondazione S. Maugeri, IRCCS, Istituto scientifico di Montescano
3 Dipartimento di Medicina Preventiva, Occupazionale e di Comunità, Università degli studi di Pavia - Servizio di Fisiopatologia Respiratoria,
Fisiologia del Lavoro ed Ergonomia, Fondazione S. Maugeri, IRCCS, Istituto scientifico di Pavia
1. Premessa
I disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore cor-
relati con il lavoro (UEWMSDs) sono stati definiti, in uno
dei testi più conosciuti che hanno trattato l’argomento
(11), “un eterogeneo gruppo di disordini molti dei quali
solo vagamente noti”. Sui criteri diagnostici come quelli
usati nella definizione dei casi nelle indagini epidemiolo-
giche, non vi è ancora un ampio consenso ed è necessaria
per ogni soggetto o gruppo esaminato una attenta identi-
ficazione di sintomi, segni ed evidenze dimostrate.
In un recente report dell’European Agency for Safety
and Health at Work (8), essi sono stati classificati come
“un vasto complesso di malattie e disordini infiammatori
RIASSUNTO. I disturbi muscoloscheletrici all’arto superiore
correlati con il lavoro (UEWMSDs) sono un eterogeneo gruppo
di disordini sui quali ancora si è alla ricerca di consensi univoci
per quanto riguarda i metodi di valutazione del rischio ed i
criteri diagnostici usati nella definizione dei casi ad esempio
nelle indagini epidemiologiche. Essi presentano un’origine
multifattoriale, dove i fattori sono più spesso lavorativi anche se
in taluni casi presentano caratteri individuali. La loro crescita
negli ultimi tempi deve essere valutata criticamente in quanto
l’andamento, fortemente impressionante, chiama in causa
anche un più diffuso ed agevole meccanismo di riconoscimento
come malattie da lavoro. Per una più accurata misura delle
variabili lavorative che contribuiscono a determinare i
UEWMSDs sono stati messi a punto e proposti alcuni metodi di
analisi ergonomica essenzialmente basati su studi biomeccanici,
epidemiologici e fisiologici. Le proposte mirano ad evidenziare,
secondo criteri qualitativi, la presenza di caratteristiche e
modalità di esecuzione di lavoro, possibili cause di disturbi e/o
di patologie quali la “check list” dell’OSHA, lo “Strain Index”,
l’OCRA dell’ACGIH. L’INRS (Institut national de recherche et
de sécurité) francese ha proposto un suo metodo per la
prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore,
definito come un progetto che si fonda sull’ergonomia applicata
alla medicina del lavoro. Il metodo comprende: (1) uno
strumento di valutazione preliminare (“depistage”), mediante
l’uso della check list dell’OSHA; (2) il questionario DMS, che
permette di registrare in modo standardizzato i sintomi ed i
giudizi dei lavoratori; (3) infine l’applicazione dell’OREGE
(Outil de reperage et d’évaluation des gestes), strumento di
approfondimento che permette di evidenziare gli aspetti su cui
intervenire con misure correttive e/o preventive. Quest’ultimo
comprende: la valutazione della forza con la scala di Latko (che
tiene conto del peso di oggetti ed utensili, del tipo di presa, della
pressione, delle vibrazioni, della temperatura, dei guanti),
l’analisi delle posizioni articolari, l’analisi della ripetitività, la
sintesi dei vari fattori biomeccanici ed il calcolo dell’indice di
rischio. Gli Autori hanno pertanto ritenuto di interesse mettere
a disposizione di medici del lavoro ed ergonomi una versione
italiana dell’OREGE anche per permetterne una sua revisione
critica, un confronto con gli altri metodi di valutazione più
conosciuti e per poter individuare di volta in volta quale degli
stessi sia più idoneo alla valutazione del rischio in specifiche
situazioni.
Parole chiave: arto superiore, disturbi muscolo-scheletrici, Orege,
INRS.
ABSTRACT. www.gimle.fsm.it - The upper extremity work-related
musculoskeletal disorders (UEWMSDs) are a heterogeneous
group of disorders not yet standardised mainly epidemiological
criteria for case definition. They are multifactorial, often they are
work related even if sometimes they show an individual origin. In
recent years they show a rapid increase but it’s worth noting that
this trend is also affected by a more widespread and easy
recognition as work related diseases. There are many ergonomic
analysis tools, currently available, that claim to accurately
measure variables associated with UEWMSDs. They are
essentially based on biomechanical, epidemiological and
physiological approaches and identify work activities at risk of
developing: OSHA’s checklist, Strain Index, OCRA Index, ACGIH
(Hand Activity Level). A method for the study of musculoskeletal
disorders of the upper limb has been proposed by French INRS
(National de Recherche et de Sécurité). It is defined as a project
based on ergonomics applied to occupational medicine and it
includes: (1) OSHA’s checklist as a screening tool; (2) MSDs
questionnaire for standardised record of symptoms and of
worker’s opinions (3) OREGE, (Outil de Repérage et d’Evaluation
des Gestes) a exhaustive evaluation tool to be used by ergonomics-
trained personnel, aimed to identify risk factors to be considered
for preventive and corrective actions. OREGE includes: force
evaluation through Latko’s scale (which take into account: weight
of objects and tools, kind of hold, pressure, vibration, temperature,
use of gloves), articular position analysis, repetition analysis,
synthesis of the different biomechanical risk factors, calculation of
an index of risk. The authors have considered of interest to
provide occupational physicians and ergonomic professionals with
an Italian version of OREGE. The expected results are: a critical
review of the method, a comparison with the other most known
evaluation methods and the selection of the best method for
specific work activity.
Key words: upper limb, musculoskeletal disorders, OREGE, INRS.
4 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
www.gimle.fsm.it
e degenerativi che esitano in dolore e limitazione funzio-
nale”. Questa definizione riprendeva le conclusioni sul-
l’argomento tratte nel 1996 dallo specifico Scientific Com-
mittee dell’ICOH (15).
Nel nostro Paese la definizione più recente data dal
gruppo di ricerca milanese che da tempo si occupa di que-
sta problematica (6) è quella per cui le patologie occupa-
zionali muscolo scheletriche degli arti superiori possono
essere definite come “alterazioni delle unità muscolo ten-
dinee, dei nervi periferici, del sistema vascolare”. Posso-
no essere precipitate o aggravate da movimenti e/o sforzi
ripetuti dell’arto superiore.
Gli UEWMSDs sono classificabili nel novero degli ef-
fetti per cui si riconosce un’origine multifattoriale, cioè più
di un fattore di rischio, generalmente non sufficiente e spe-
cifico, ne può essere la causa. I fattori possono essere la-
vorativi o avere carattere individuale anche se i primi sem-
brano avere un peso proporzionalmente maggiore.
La dimostrazione della loro indubbia crescita negli
ultimi tempi deve essere valutata criticamente. Le ultime
statistiche disponibili del Bureau of Labor Statistics de-
gli gli USA (23) dimostrano come le patologie (“ill-
ness”) da “disorders” associati a traumi ripetuti siano au-
mentate dal ‘72 al ‘94 di circa 14 volte, raggiungendo in
quell’anno i 400.000, casi pari al 60-65% del totale del-
le malattie indennizzate in quel paese. Negli anni suc-
cessivi si è registrata un’apparente stabilizzazione del
numero delle malattie riconosciute. Va ricordato che la
voce nosologica comprende anche le patologie da rumo-
re, anche se nel commento si legge che sarebbero preva-
lenti quelle muscoloscheletriche e che le lesioni del ra-
chide sono escluse in quanto classificate tra gli infortu-
ni. Anche con queste precisazioni l’andamento è forte-
mente impressionante e chiama in causa specie nella fa-
se di crescita della fine anni ‘80 anche un più diffuso ed
agevole meccanismo di riconoscimento come malattie
da lavoro degli UEWMSDs. Sembrano confermarlo le
statistiche americane del 2000 (24), che segnalano un
graduale e chiaro declino delle malattie da “disordini do-
vuti a traumi ripetuti” che nel 1998 scendono a 253.000
nuovi casi.
È facile prevedere che presto il fenomeno, nella sua fa-
se ascendente, si presenterà anche nel nostro paese, con-
fermando la diffusa convinzione che l’osservatorio assicu-
rativo sia condizionato non solo da “epidemie” di (nuove)
malattie, ma anche (se non soprattutto) da “epidemie” di
riconoscimenti di malattie (prima ignorate).
I principali fattori occupazionali, chiamati in causa so-
no: movimenti ripetitivi, alta frequenza e velocità, uso di
forza, posizioni incongrue, compressioni di strutture ana-
tomiche, recupero insufficiente, vibrazioni, strumenti di
lavoro non ergonomici, uso di guanti, esposizione a fred-
do, parcellizzazione del lavoro, inesperienza lavorativa.
I più noti fattori di rischio non occupazionali sono: ses-
so, età, traumi e fratture pregresse, patologie croniche
osteo-articolari e metaboliche, stato ormonale, attività
svolte nel tempo libero, struttura antropometrica, condi-
zione psicologica.
Il percorso conoscitivo sui fattori di rischio lavorativi
dovrebbe comprendere:
– individuazione dei compiti caratteristici di un lavoro e
fra essi di quelli che si compiono (per tempi significa-
tivi) a cicli uguali;
– individuazione, nei cicli rappresentativi, di ciascun
compito;
– individuazione delle azioni;
– descrizione e quantificazione per ciascun ciclo di fre-
quenza, forza, postura e fattori complementari;
– analisi di durata, sequenza e periodi di recupero dei di-
versi compiti;
– valutazione sintetica e integrata dei fattori per l’intero
lavoro.
Per una più accurata misura delle variabili di interesse
sono stati messi a punto alcuni metodi, la cui applicazione
è affidata ad operatori di formazione tecnica (esperti di
produzione ed organizzazione del lavoro) o dell’area me-
dico biologica (medici del lavoro, tecnici della prevenzio-
ne, fisiologi, fisiatri, neurologi, psicologi).
I modelli più interessanti e sui quali si orientano sem-
pre più coloro che si occupano di UEWMSDs, sono mo-
delli derivati da quelli tempi-metodi, cioè modelli che per-
mettono la determinazione del tempo necessario per svol-
gere una determinata operazione. Le operazioni vengono
scomposte nei movimenti elementari necessari per ese-
guirla e viene assegnato a ciascun movimento un tempo
standard, stabilito in base alla natura del movimento e alle
condizioni in cui esso è eseguito.
Per la individuazione e valutazione di attività a rischio
sono stati messi a punto in questi ultimi anni alcuni meto-
di di analisi ergonomica essenzialmente basati su risultati
di studi biomeccanici, epidemiologici e fisiologici.
Si tratta essenzialmente di “checklist” mirate ad evi-
denziare secondo criteri qualitativi la presenza di lavori
che per caratteristiche e modalità di esecuzione sono pos-
sibili cause di WMSDs.
Quella più conosciuta è forse quella proposta dal grup-
po di Hann Harbot (14).
L’OSHA (Occupational Safety and Health Administra-
tion) ha predisposto un modello per lo studio dei disordini
muscolo-scheletrici dell’arto superiore, inferiore e del ra-
chide correlati al lavoro (30).
Un altro metodo di analisi è quello basato sulla deter-
minazione dello “Strain Index”, secondo una logica di in-
terazione moltiplicativa tra variabili, simile a quella del
NIOSH per il calcolo dell’indice di rischio per il rachide
nel sollevamento di gravi (22).
Infine l’International Ergonomics Association, median-
te un suo gruppo di ricerca, ha messo a punto un metodo di
valutazione del rischio (OCRA Index) che ha già avuto nu-
merose applicazioni sul campo (26).
Recentemente l’American Conference of Governmen-
tal Industrial Hygienists (ACGIH) ha pubblicato limiti di
esposizione (Hand Activity Level) di forza e ripetitività
per i compiti manuali, destinati a diventare, data la diffu-
sione dei metodi dell’ACGIH, ineludibile riferimento per
stabilire il rischio (1).
Il TLV è focalizzato sul distretto mano, polso, avam-
braccio. È ricavato da studi epidemiologici, psicofisici e
biomeccanici ed è applicabile ad attività lavorative che
comportino l’esecuzione di un compito lavorativo costitui-
G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 5
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to da una serie di azioni o movimenti ripetitivi e simili
(mono task job) per almeno quattro ore al giorno.
Il limite è basato, come detto, su un indice di livello di
attività manuale (“Hand Activity Level”= HAL) e sul picco
di forza (“peak hand force”): il grafico ottenuto dalla com-
binazione di questi due fattori individua il livello (TLV) ol-
tre il quale vi è una evidente prevalenza di disturbi muscolo
scheletrici, e per il quale è indicata l’applicazione di prov-
vedimenti ergonomici correttivi. Poiché non è possibile de-
finire, dato il tipo di patologia, un limite che protegga tutti i
lavoratori è previsto un ulteriore intervallo (inferiore al
TLV) chiamato “limite d’azione” in corrispondenza del qua-
le è raccomandata l’adozione di strategie di prevenzione.
L’indice di attività manuale (HAL) è stimato in base alla
frequenza dell’esercizio manuale e dei tempi del ciclo lavo-
rativo, considerando sia la distribuzione del lavoro che i tem-
pi di recupero. Viene definito da un osservatore esperto che
utilizza una scala di riferimento attraverso la quale vengono
assegnati valori di ripetitività che variano da 0 a 10 in base a
frequenza, velocità dei movimenti e presenza o meno di pau-
se oppure in base alle informazioni sul ciclo lavorativo.
Il picco di forza è normalizzato con una scala di valori
da 0 a 10, e corrisponde ad una percentuale variabile dallo
0% al 100% della forza applicabile da una popolazione di
riferimento. Esso può essere determinato con una valuta-
zione fatta da un osservatore esperto, o indicato dal lavo-
ratore usando la Scala di Borg, o misurato con strumenti
quali il dinamometro, o metodi biomeccanici.
Da un punto di vista pratico viene scelto un intervallo
lavorativo rappresentativo dell’attività in studio, viene fil-
mato in modo da poter essere analizzato in seguito da più
operatori. Utilizzando la scala del livello di attività ma-
nuale e del picco di forza, 3 o più operatori eseguono una
valutazione indipendentemente l’uno dall’altro, e successi-
vamente le valutazioni vengono confrontate e discusse al
fine di assegnare un TLV unico.
L’INRS francese ha proposto un suo metodo per la pre-
venzione dei disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore
(13), definito come un progetto che si fonda sulla ergono-
mia applicata alla medicina del lavoro.
Il metodo comprende:
1. uno strumento di valutazione preliminare (“depistage”),
mediante l’uso della check list dell’OSHA, che permet-
te di passare in rivista i differenti punti critici, l’indivi-
duazione dei fattori di rischio, le modalità di lavoro ed
orienta sulla necessità o meno di approfondimenti;
2. il questionario DMS che permette di registrare in mo-
do standardizzato i sintomi ed i giudizi dei lavoratori;
3. infine l’applicazione dell’OREGE (Outil de repérage et
d’evaluation des gestes), strumento di approfondimen-
to da mettere in atto da parte di competenti in ergono-
mia, condotto con il supporto di video e materiale ap-
plicativo e che permette anche di evidenziare gli aspet-
ti su cui intervenire con misure correttive preventive.
Quest’ultimo comprende:
– la valutazione della forza con la scala di Latko (da 0 a
10) che tiene conto del peso di oggetti ed utensili, del
tipo di presa, della pressione, delle vibrazioni, della
temperatura, dei guanti; confrontata con una valutazio-
ne su scala 0-10 dell’operatore;
– l’analisi delle posizioni articolari;
– l’analisi della ripetitività, anch’essa confrontata con
una valutazione dell’operatore;
– la sintesi dei vari fattori biomeccanici ed il calcolo del-
l’indice di rischio.
Si è ritenuto pertanto di un certo interesse mettere a di-
sposizione di medici del lavoro ed ergonomi una versione
italiana dell’OREGE anche per permettere un confronto
con gli altri metodi di valutazione più conosciuti e per po-
ter individuare di volta in volta quale degli stessi sia più
idoneo nella valutazione del rischio.
2. Il metodo di valutazione dei disturbi muscolo scheletrici
dell’arto superiore proposto dall’INRS
2.1 Generalità
I disturbi muscolo scheletrici (DMS) comprendono di-
verse evidenze cliniche tra le quali il dolore è l’espressio-
ne più manifesta, spesso associato a difficoltà funzionali
che possono a volte essere invalidanti. I DMS coinvolgo-
no tutti i segmenti corporei che consentono all’uomo di
muoversi e di lavorare, ma è a livello della schiena e del-
l’arto superiore che sono più frequenti. Questo lavoro trat-
ta dei DMS dell’arto superiore, conseguenza soprattutto di
sforzi biomeccanici sostenuti e/o ripetitivi. Lo stress e i
fattori psicosociali aumentano questo rischio secondo mo-
dalità non ancora ben conosciute. I DMS sono pertanto il
risultato di uno squilibrio tra le sollecitazioni biomeccani-
che e le capacità funzionali dell’operatore che dipendono
dall’età, dal sesso, dalle condizioni psicologiche e fisiolo-
giche e dalla storia personale.
Quando queste sollecitazioni sono superiori alle capa-
cità funzionali, le probabilità di insorgenza di DMS sono
maggiori. Al contrario se queste sollecitazioni sono infe-
riori, allora il rischio di DMS è lieve.
La tabella I proposta dal NIOSH, presenta una sintesi
delle relazioni tra i fattori di rischio biomeccanici e i DMS
dell’arto superiore.
I principali fattori di rischio professionali sono di natu-
ra biomeccanica e psicosociale.
I fattori di rischio biomeccanici sono:
– i movimenti articolari estremi
– gli sforzi eccessivi
– la ripetitività dei gesti
– il lavoro in posizione scorretta
Inoltre i tempi di recupero insufficienti aumentano si-
gnificativamente l’effetto dei fattori biomeccanici.
I fattori di rischio psicosociali sono:
– organizzazione del lavoro
– controllo sul lavoro
– relazioni interpersonali nel lavoro
Anche questi giocano ugualmente un ruolo nell’insor-
genza dei DMS (25, 3, 12, 17, 2).
La figura 1 mostra un’ipotesi di relazione tra il rischio
di DMS e le due famiglie di fattori di rischio.
Si ritiene inoltre che anche lo stress sia una delle con-
seguenze dei fattori di rischio psicosociali.
6 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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Tabella I. Relazione tra i fattori di rischio biomeccanico
e DMS dell’arto superiore (25)
Regione anatomica
Relazione
Relazione Relazione
(fattore di rischio)
molto
evidente sospetta
evidente
CERVICALE E CERVICO-BRACHIALE
Ripetitività u
Forza u
Postura u
Vibrazione u
SPALLA
Ripetitività u
Forza u
Postura u
Vibrazione u
GOMITO
Ripetitività u
Forza u
Postura u
Combinazione* u
MANO/POLSO
• Sindrome del tunnel carpale
Ripetitività u
Forza u
Postura u
Vibrazione u
Combinazione* u
• Tendinite
Ripetitività u
Forza u
Postura u
Combinazione* u
* Combinazione = presenza di almeno 2 fattori di rischio
Fattori psicosociali Determinanti della situazione di lavoro
Stress
DMS
Fattori biomeccanici
Figura 1. Relazione tra i fattori di rischio psicosociali e
biomeccanici e rischio di DMS (ipotesi)
FASE DI SCREENING
Gli utilizzatori del
programma operano
senza competenze
particolari in ergonomia
Gli utilizzatori
sono competenti
in ergonomia
Positivo Negativo Vigilanza
SCREENING
Programma ergonomico
FASE DI INTERVENTO
Figura 2. Prevenzione dei DMS
2.2 Prevenzione dei DMS
La prevenzione dei DMS è complessa, ed il program-
ma per la loro prevenzione comporta 2 fasi: una fase di
screening seguita, se necessario, da una fase di interven-
to (programma ergonomico). L’utilizzatore sceglie gli
operatori che realizzano la fase di screening o di inter-
vento (figura 2).
Fase di screening
La prima fase (screening) prevede l’utilizzo di una
“check-list” e se questa fase non viene direttamente effet-
tuata da un medico stesso, prevede anche un colloquio con
il medico del lavoro. La check-list, descritta nel paragrafo
seguente, permette di determinare tramite un punteggio la
presenza di fattori di rischio per DMS sul posto di lavoro.
Il colloquio con il medico competente permette di va-
lutare i dati sanitari sui DMS (casi dichiarati, sintomi la-
mentati). È sulla base dei risultati di queste 2 azioni che un
lavoro potrà essere considerato a rischio di DMS.
Se lo screening è negativo, non si deve intraprendere
alcuna azione; al contrario se lo screening rivela l’esisten-
za di un rischio di DMS allora si deve avviare lo studio er-
gonomico.
Fase di intervento
La fase di intervento si fonda su un progetto ergonomi-
co volto a modificare il lavoro al fine di preservare la sa-
lute degli operatori.
Al progetto ergonomico devono partecipare diverse fi-
gure dell’Azienda, dal datore di lavoro agli operai, al me-
dico competente o infermiere, al responsabile della produ-
zione o qualità. Tale programma si applica ad un’impresa
di una certa dimensione.
La diagnosi ergonomica è considerata un elemento in-
dispensabile e la premessa a tutte le azioni di trasforma-
zione del lavoro (figura 3).
La messa in opera del programma ergonomico richiede
che:
– l’utilizzatore abbia competenze in ergonomia ed espe-
rienza nella prevenzione dei DMS;
– con lui collaborino diverse figure della Azienda;
– vengano utilizzati diversi strumenti specifici per cia-
scuna tappa del programma.
Di seguito verranno presentati 2 strumenti:
­ un questionario per lo studio delle caratteristiche di la-
voro, stress e fattori psicosociali (par. 2.4);
­ uno strumento di valutazione denominato OREGE
(Outil de Repérage et d’Evaluation des Gestes = stru-
mento di individuazione e di valutazione dei gesti)
(par. 2.5) sviluppato dall’INRS. Nella maggior parte
delle situazioni l’OREGE è sufficiente per analizzare i
gesti del lavoro e quindi per valutare i fattori di rischio.
Il programma ergonomico si fonda sulle conoscenze
scientifiche disponibili e sui seguenti principi di ergonomia:
– la partecipazione di tutte le figure della Azienda
– la multidisciplinarietà fondata sulla collaborazione del-
le diverse figure coinvolte
– l’analisi dei compiti lavorativi.
Trasformare
illavoro
Identificare
ifattoridi
rischio
Analizzare
lesituazioni
dilavoro
Conoscere
ilrischio
Accordarsi
peragire
insieme
G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 7
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L’utilizzatore del programma raccoglierà informazioni
sull’Azienda per comprenderne l’organizzazione del lavo-
ro. Formulerà ipotesi di lavoro da analizzare più dettaglia-
tamente. Successivamente, sulla base di tali osservazioni,
studierà il programma tecnico e le strategie di intervento
stabilendo possibili legami tra l’attività svolta dai lavora-
tori, le conseguenze sulla salute, la produzione, arrivando
così a prevedere le modalità di trasformazione del lavoro.
Il programma ergonomico è una costruzione che com-
prende un insieme di fasi prioritarie volte a strutturare l’in-
tervento (figura 3).
Nella Azienda dovrà essere creato
un gruppo addetto ad organizzare e pi-
lotare il progetto di prevenzione dei
DMS. Il gruppo di lavoro potrà essere
costituito da un rappresentante della di-
rezione, dai lavoratori, dal medico e in-
fermiere di fabbrica, dai responsabili
della sicurezza, dai rappresentanti di di-
verse funzioni (metodo, qualità) e da un
esperto in ergonomia (interno od ester-
no). La composizione del gruppo sarà
comunque variabile e adattata al contesto della Azienda.
Il gruppo di lavoro è il luogo di interazione tra tutte le
figure coinvolte ed incaricate di organizzare l’azione di
prevenzione. Ciò consente di garantire un’informazione
permanente e reciproca. L’esperto in ergonomia coordina
il gruppo e conduce il programma.
Il programma è organizzato in 3 tappe: sensibilizzare,
investigare, prevenire.
Per ciascuna di queste tappe, gli obiettivi, gli stru-
menti e i documenti da consultare sono presentati nella
tabella II.
Tabella II. Rappresentazione sintetica delle tappe del programma ergonomico
Sensibilizzare
Obiettivi Strumenti Documenti da consultare
Coinvolgimento di diverse figure Segnalazioni, modifiche Les troubles musculosquelettiques
dell’Azienda. du membre supérieur (4)
Informare le diverse figure Agir sur... (9)
Investigare
Obiettivi Strumenti Documenti da consultare
Ricerca dei dati: Indagine statistica Patologie professionelle d’hyper
• sulla salute dei lavoratori sollecitation (28)
• sulle malattie professionali
Ricerca dei dati: Rapporti annuali Comprendre le travail pour le trasformer (10)
• sul funzionamento dell’Azienda Bilanci
• sull’organizzazione del lavoro
Obiettivi
Persone
Strumenti Documenti da consultare
da consultare
Identificazione dei determinanti: vissuto Lavoratori, Osservazione Comprendre le travail pour le trasformer (10)
del lavoro, valutazione dello stress, gruppi di lavoro con o senza
organizzazione della produzione Consulenti tabelle o video
Questionari Questionaire d’èvaluation du vècu du
travail de salariés exposés à des risques
des troubles musculoscquelettiques (4)
Valutazione dei fattori di rischio Lavoratori OREGE Prèvention des TMS:
biomeccanici: Dèpistage, dèmarche ergonomique.
• Forza Outil de Repèrage ed d’Evaluation
• Ripetitività des Gestes (OREGE), Aptel et coll, 2000
• Postura
Prevenire
Obiettivi Metodi
Ridurre il rischio trasformandolo: La prevenzione passa per la messa in atto di gruppi di lavoro
• Progettazione degli strumenti e la messa in opera di interventi sulla base della diagnosi
• Progettazione dei prodotti ergonomica
• Organizzazione della produzione
• Organizzazione del lavoro
• Postazione e spazio di lavoro
Sensibilizzare– Investigare—
ANALIZZARE
le situazioni
lavorative
altri
strumenti
Questionario
Sollecitazioni
biomeccaniche
CONOSCERE
i rischi
IDENTIFICARE
i fattori
di rischio
OREGE
Accordarsi
per agire
insieme
Prevenire˜
Trasformare
le condizioni
di lavoro
Figura 3. Organizzazione del programma
ergonomico
8 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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Nonostante vengano presentati in modo indipendente,
tutte le azioni intraprese nel programma ergonomico inte-
ragiscono tra loro.
– Accordarsi per agire insieme
L’obiettivo di questa tappa è di mobilitare le figure del-
l’impresa al fine che si accordino per agire insieme grazie
all’informazione generale sui DMS basata sulle conoscen-
ze attuali. Questa fase di sensibilizzazione permette inoltre
di motivare le diverse figure, in particolare:
– il datore di lavoro
– i responsabili tecnici e gestionali.
È indispensabile che vengano fornite a tutti le stesse
informazioni sulle modalità di realizzazione del pro-
gramma.
— Investigare
È indispensabile conoscere il rischio, ricercare gli ef-
fetti sulla salute degli operatori e conoscere l’organizza-
zione sul lavoro.
Dati sulla salute degli operatori:
– salute (tipo di DMS, numero, gravità)
– infortuni
– assenteismo
– sintomi lamentati dagli operatori.
Dati sull’Azienda (non esaustivi):
– struttura e funzionamento del processo produttivo
– organizzazione del lavoro
– occupati, ripartizione per età, per sesso.
Questa tappa permetterà di elaborare le prime ipotesi
che orienteranno la scelta delle situazioni da analizzare.
Analizzare le situazioni di lavoro e identificare i fatto-
ri di rischio.
L’obiettivo è di individuare la struttura del lavoro, di
valutarne i determinanti, in particolare i fattori psicosocia-
li e lo stress, al fine di analizzare le situazioni di lavoro a
rischio di DMS.
Questa tappa permette di fare ipotesi sulle relazioni tra
i determinanti e i fattori di rischio di DMS. La tabella III
propone una lista di determinanti da controllare in una si-
tuazione di lavoro a rischio di DMS (9). La valutazione
dei fattori di rischio biomeccanici rappresenta l’ultima
tappa dello studio e non può essere condotta efficacemen-
te senza formulare prima ipotesi mediante l’analisi del-
l’attività.
Per valutare i determinanti sono disponibili differenti
strumenti come per esempio i questionari, le osservazioni,
la registrazione video, etc.
Per valutare i 3 fattori di rischio biomeccanici (forza,
ripetitività e postura) è stato sviluppato uno strumento
chiamato OREGE che permette di precisare il livello di ri-
schio legato ai movimenti.
˜ Modificare le situazioni di lavoro
Per eliminare i fattori di rischio dei DMS si devono
modificare le situazioni di lavoro.
I fattori di costrizione sul lavoro possono essere ridotti
agendo su:
– la progettazione degli strumenti
– la progettazione dei prodotti
– la postazione di lavoro
– l’organizzazione della produzione e l’organizzazione
del lavoro.
Questa lista non è esaustiva e solo i risultati del pro-
gramma ergonomico permettono di proporre progetti di
prevenzione adatti all’impresa, centrati sugli operatori fi-
nalizzati alla diagnosi precoce dei DMS.
Le scelte preventive devono essere studiate e messe in
pratica coinvolgendo sempre datore di lavoro e lavoratori.
Tabella III. Legame tra i fattori di rischio e i loro determinanti
Organizzazione
della produzione
Dipendenza
organizzativa
Progettazione
degli strumenti
Modo di
remunerazione
Macchinari
Ambiente di
lavoro
Gestione delle competenze,
evoluzione della carriera
Progettazione dei prodotti,
tipo di materiali
Gestualità
(consegne, procedure)
FATTORI DI
RISCHIO
BIOMECCANICI
• forza
• ripetitività
• postura
FATTORI DI RISCHIO
DETERMINANTI PROBABILI
FATTORI
PSICOSOCIALI
• stress
• insoddisfazione
personale
• percezione
negativa
Implementazione
Manutenzione
Organizzazione
del lavoro
SENSIBILITÀ
PERSONALE
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2.3 Strumento di screening: la check-list dell’OSHA
Lo “screening” permette di identificare rapidamente la
presenza o l’assenza di fattori di rischio di DMS. Costitui-
sce la prima tappa del programma di prevenzione e si svi-
luppa in 2 fasi.
Per utilizzare la “check list” non sono necessarie parti-
colari competenze in ergonomia essendo uno strumento di
facile utilizzo; tuttavia essa non permette di indicare inter-
venti-modifiche delle condizioni di lavoro. La valutazione
deve coinvolgere un numero tale di lavoratori da poter
giungere alla miglior valutazione possibile, numero che di
fatto dipenderà dal numero delle situazioni di lavoro tra lo-
ro comparabili.
La “check-list” OSHA tiene conto dei seguenti fattori
di rischio:
– la ripetitività
– la forza
– la postura
– le vibrazioni
– il microclima
– l’organizzazione del lavoro.
Questa check-list si applica a qualsiasi ambiente di la-
voro. Se il punteggio supera 5 la situazione di lavoro è
considerata a rischio. È necessario che i lavoratori siano
coinvolti nella valutazione per garantirne precisione e va-
lidità.
L’utilizzatore della check-list ricerca la presenza di fat-
tori di rischio e stima, per la durata di un ciclo di lavoro, il
tempo durante il quale ciascun lavoratore è esposto a cia-
scun fattore di rischio messo in evidenza.
La check-list OSHA indica un punteggio assegnato a
ciascun fattore di rischio in base alla durata dell’esposizio-
ne. In quasi tutti i casi è necessario che ci sia una combi-
nazione di almeno due fattori di rischio per superare il
punteggio di 5.
Dopo aver completato la check-list l’utilizzatore deve
sommare i singoli punteggi ottenuti. I lavoratori che occu-
pano più postazioni nella stessa giornata di lavoro sono nu-
merosi. In questo caso si deve valutare con informazioni
raccolte dai lavoratori la situazione più frequente.
Tabella IV. Dati generali
Data
Ora
Postazione
Operatore
Descrizione dei compiti realizzati
e delle postazioni occupate
Tabella V. “Check-list” OSHA
VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO PER L’ARTO SUPERIORE
A B C D E F
Fattori Criteri che caratterizzano i fattori Durata da 4 8 + ore note
di rischio di rischio da 2 a 8 ore aggiungere 0,5
a 4 ore per ogni h in +
Ripetitività 1. Movimenti identici o simili effettuati a intervalli di 1 3
(movimenti delle qualche secondo
dita, polso, Movimenti o gesti ripetuti ogni 15 secondi o meno
gomito, collo) (l’utilizzo di una tastiera ha una valutazione
particolare, vedi sotto)
2. Battitura intensa su una tastiera valutata separatamente 1 3
dagli altri compiti ripetitivi con una cadenza regolare
come per l’inserimento dei dati
3. Battitura intermittente sulla tastiera il lavoro alla tastiera 0 1
o altre attività sono alternati regolarmente ad altri lavori
che corrispondono al 50-75% del tempo di lavoro
Forza 1. Sollevare un carico di più di 5 Kg 1 3
Manuale Sollevare un oggetto pesante o chiuderlo forte con
(ripetuta o mantenuta) la mano con una prensione stretta
2. Presa digitale con forza di più di 1 Kg 2 3
Postura incongrua 1. Collo: rotazione, flessione, rotazione del collo da una 1 2
parte o dall’altra di più di 20°, flessione del collo in
avanti di più di 20° o estensione in dietro di più di 5°
2. Spalla: arto superiore senza appoggio o gomito più 2 3
alto della metà del torace l’arto superiore è senza
appoggio se non ha un supporto per i lavori di
precisione delle dita
3. Movimenti rapidi dell’avambraccioprono supinazione 1 2
dell’avambraccio o resistenza alla rotazione di uno
strumento es.: uso di un tornio manuale
4. Polso: flessione-estensione flessione del polso con un 2 3
angolo di più di 20° o estensione di più di 30° la
flessione/estensione può verificarsi in corso di
assemblaggio manuale o inserimento di dati
5. Dita presa digitale energica per schiacciare o tenere 0 1
un oggetto
(segue)
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2.4 Strumento di raccolta e di analisi dei fattori di
rischio
Nel 1995 è stato messo a punto da INRS un questiona-
rio destinato agli operatori esposti a rischio di DMS. Esso
permette di evidenziare i DMS e i sintomi di stress e di co-
noscere le caratteristiche di un lavoro.
La nuova versione del questionario INRS riprende al-
cune parti del questionario dell’Università del Wisconsin
per l’individuazione dei DMS, dello stress e dei fattori psi-
cosociali.
2.4.1 Contenuto
Il questionario, è utilizzabile in tutti i settori lavorativi
e comprende 127 domande suddivise in 5 capitoli:
– il primo indaga generalità e caratteristiche degli opera-
tori,
– il secondo i sintomi di DMS,
– il terzo i principali sintomi di stress,
– il quarto i fattori psicosociali,
– il quinto le caratteristiche del lavoro e differisce a se-
conda della natura del lavoro studiato, infatti oltre al-
l’applicazione generale ne esiste una specifica per il la-
voro informatizzato.
Capitolo 1: Generalità
Nel capitolo sulle caratteristiche degli operatori le
domande sui dati anagrafici sono state eliminate per
rendere anonimo il questionario (un codice è attribuito
ad ogni lavoratore). La nuova versione è applicabile a
tutti i tipi di lavoro ed alle diverse organizzazioni dello
stesso.
Capitolo 2: DMS
Il capitolo sui DMS è stato modificato sull’esempio del
citato questionario americano. Il nuovo questionario per-
mette non solo di localizzare il dolore (collo, spalla destra
e sinistra, gomito destro e sinistro, polso-mano destra e si-
nistra, rachide dorsale o lombare) ma permette l’esame
della frequenza e dell’intensità del dolore.
Capitolo 3: Stress
Il capitolo sullo stress contiene 18 domande, con al-
cune domande in più sul nervosismo, sui tremori, sullo
stordimento, sulle vertigini, su meteorismo, digestione
difficile e i periodi di fatica intensa o di sfinimento. Le
prime indagano l’ansia e le seguenti i problemi gastro-
intestinali possibile conseguenza di stres. Le ultime sono
la manifestazione della terza fase dello stress descritta
da Selye (31), fase che si traduce nell’esaurimento sulla
capacità dell’organismo di adattarsi agli stimoli stres-
santi.
Capitolo 4: Fattori psico-sociali
Numerosi studi (3, 32, 20) mostrano che gli agenti di
stress psico-sociali del lavoro sono associati ai DMS.
Carayon e collaboratori (5) tengono conto dei seguenti
fattori psico-sociali: le esigenze del lavoro (percezione
quantitativa del carico di lavoro, pressione di lavoro, li-
vello di attenzione), il controllo sul lavoro (controllo
sulle decisioni legate al lavoro, partecipazione), il conte-
nuto del lavoro (competizione, incertezza sul proprio
compito, abilità richieste), le relazioni sociali (sostegno
sociale del superiore e dei colleghi, interazione tra il la-
voro e i clienti difficili), gli agenti di stress dell’organiz-
Pressione cutanea 1. Pressione di un oggetto duro o tagliente a contatto 1 2
della pelle (a livello del palmo, delle dita, del polso
del gomito, della ascella
2. Utilizzo del palmo della mano come un martello 2 3
Vibrazione 1. Vibrazione localizzata (senza ammortizzare le 1 2
vibrazioni) vibrazione proveniente dal contatto
delle mani con un oggetto vibrante
2. Essere seduti o sopra una superficie vibrante senza 0 2
ammortizzatori
Ambiente 1. Illuminazione insufficiente o abbagliamento impossibilità 0 2
di vedere distintamente (es. riflesso su uno schermo)
2. Basse temperature mani esposte ad una temperatura
dell’aria inferiore a 15° in caso di lavori seduti a 4° 1 1
in caso di lavoro leggero a –6° in caso di un lavoro
moderato; aria fredda che soffia sulle mani
Lavoro a frequenza 1. Cadenza di lavoro non riducibile, ritmo della
vincolata macchina, lavoro pagato a cottimo, costante
sorveglianza con ordini quotidiani
Dare 1 punto se è presente un elemento di non riduzione
del ritmo, due punti se ci sono due o più elementi
Punteggio
(segue Tabella V)
A B C D E F
Fattori Criteri che caratterizzano i fattori Durata da 4 8 + ore note
di rischio di rischio da 2 a 8 ore aggiungere 0,5
a 4 ore per ogni h in +
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zazione (ambiguità nel ruolo, futuro). La selezione ope-
rata a partire dal questionario americano ed inclusa nel-
la nuova versione ha incluso i seguenti fattori: carico di
lavoro in generale, carico di lavoro attuale, pressione di
lavoro, richiesta di attenzione controllo sul lavoro, par-
tecipazione, sostegno sociale immediato del superiore e
dei colleghi e avvenire professionale. Questi fattori fan-
no parte di tutti i tipi di attività. Infine è consigliato di
sollecitare l’operatore a esprimere commenti sui fattori
indagati.
Capitolo 5: Vissuto del lavoro
Nel capitolo sul vissuto sul lavoro alcune domande so-
no state eliminate. Conviene ricordare che i dati riguar-
danti il vissuto del lavoro sono la percezione degli opera-
tori delle loro condizioni di lavoro. Questa non sostituisce
l’analisi dell’attività, ma la completa e la arricchisce.
L’applicazione specifica delle domande sul lavoro
informatizzato è stata modificata con nuovi quesiti.
2.4.2 Principi di organizzazione del questionario
Nel questionario le risposte “no“ sono codificate 1, le
risposte “sì” sono codificate con 2 e le risposte ”non ine-
rente“ sono codificate 9. L’attribuzione dei codici è sta-
ta effettuata in maniera tale che i valori più elevati cor-
rispondono agli effetti giudicati negativi. Questi codici
permettono anche una rapida analisi statistica. È peraltro
possibile utilizzare anche solo alcuni capitoli del que-
stionario.
La durata della compilazione è di 20-30 minuti. Se non
si dispone del tempo necessario si può rimpiazzare con la
griglia OSHA che viene proposta nel paragrafo 2.3. Que-
sto questionario può essere utilizzato anche per indagini
epidemiologiche.
2.4.3 Consigli di utilizzo
Come per tutte le indagini condotte attraverso questio-
nari, anche questa deve obbedire alle norme deontologiche
enunciate dalla specifica Commissione Nazionale.
Capitolo 1:
È indispensabile per la persona che utilizza il questio-
nario avere la lista degli operatori con il loro numero di
codice.
Per ciò che riguarda l’anzianità (domande 11 e 12) è
necessario riportarla in questo modo:
– se è inferiore a due anni, segnare il numero degli anni
e dei mesi,
– se è uguale o superiore a due anni, segnare solo il nu-
mero degli anni.
Infatti è importante conoscere l’anzianità di chi ha ap-
pena cominciato il lavoro, dopo i due anni è sufficiente il
numero degli anni.
La risposta “altro” alla domanda 10 si applica agli ap-
prendisti o ad altre forme di contratto di lavoro.
Capitolo 2: DMS
Se il lavoratore lamenta dei dolori al braccio, con-
viene riportare la sua risposta alla domanda relativa al-
la spalla.
Per le algie all’avambraccio, la risposta va riportata al-
la domanda relativa al gomito.
Infine i dolori alla mano includono sia quelli alle dita
che al palmo.
Se l’operatore non lamenta dolore ad un’articolazio-
ne, alla frequenza e all’intensità si dovrà assegnare un
codice 9.
Per la frequenza del dolore le equivalenze sono le se-
guenti:
– quasi mai = ogni 6 mesi
– raramente = ogni 2 o 3 mesi
– a volte = ogni mese
– frequentemente = ogni settimana
– quasi sempre = ogni giorno
Capitolo 4: Fattori psicosociali
Alcune domande devono essere spiegate all’operatore.
Così la domanda 64 “il suo lavoro la obbliga ad essere
molto produttivo?” è volta a sapere se si esige molto dal-
l’operatore.
Tre domande comportano l’opzione “non applicabile”
(codice 9) nelle loro risposte.
Sono:
79 può prendere iniziative nel suo lavoro?
89 il suo superiore è disponibile ad ascoltare i suoi pro-
blemi personali?
90 i suoi colleghi sono disponibili ad ascoltare i suoi
problemi personali?
La risposta “non applicabile” alla domanda 79 è per le
persone il cui lavoro non giustifica tale possibilità e alle
domande 89 e 90 alle persone che non si confidano con
gli altri.
Capitolo 5: Vissuto del lavoro
Il capitolo inerente al lavoro al VDT riguarda sia la
consultazione che l’inserimento di dati, la stesura di testi,
la pubblicazione, la programmazione, la fotocomposizio-
ne, le mansioni creative. Conviene peraltro precisare le ca-
ratteristiche della tastiera.
2.4.4 Aiuto alla elaborazione dei dati
Referenziale
L’analisi dei dati si limita ad una cernita dei dati e a un
confronto del tasso dei sintomi di stress ottenuto in una
specifica situazione lavorativa con quello della popolazio-
ne di riferimento. In tabella VI sono presentati i risultati ot-
tenuti dall’INRS con due gruppi di lavoratrici addette a vi-
deo terminali (7). Il primo gruppo è considerato come par-
ticolarmente stressato e il secondo meno. La tabella VI in-
dica la frequenza in percentuale dei sintomi di stress per 8
caratteristiche che sono spesso presenti nel questionario
sullo stress.
Punteggi
L’analisi dei dati può essere anche effettuata attribuen-
do specifici punteggi (Allegato 2) stabiliti a partire dalle ri-
sposte sui DMS, sintomi di stress e fattori psicosociali.
L’attribuzione di punteggi viene utilizzata anche negli stu-
di recentemente pubblicati (5, 29). I punteggi facilitano
12 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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l’interpretazione dei risultati perché riducono il numero
dei dati, va sottolineato però che l’interpretazione deve es-
sere prudente. Così per lo stress le cui risposte sono “mai”
o “raramente”, “qualche volta”, “abbastanza spesso”,
“molto spesso” o “costantemente”, un punteggio di alme-
no 17 rappresenta una risposta diversa da “mai” o “rara-
mente”. Per i fattori psicosociali un valore di 50 rappre-
senta una percezione negativa dei fattori. L’ideale sarebbe
di disporre di una popolazione di controllo o di poter fare
indagini caso-controllo.
DMS
Per i DMS un punteggio che ingloba spalla, gomito e
polso-mano viene calcolato per ogni arto superiore. Il
punteggio di localizzazione non ha un valore diagnostico,
ma permette di individuare i lavoratori che hanno algie in
più articolazioni. Nonostante il collo sia embriologica-
mente incluso nell’arto superiore, necessita di un punteg-
gio separato. I punteggi vengono ugualmente calcolati per
ciascuna articolazione; essi integrano, come il punteggio
del collo, la valutazione della frequenza e dell’intensità
dei dolori.
che delle risposte sono convertite su una scala disconti-
nua (eccetto per le scale di autovalutazione che sono
continue) per le scale da 0 a 100 (da 25 a100 per l’in-
tensità dei sintomi di DMS), al fine che tutte le risposte
abbiano lo stesso peso, poi sommate e divise per il nu-
mero di domande comprese in un gruppo. Questi pun-
teggi sono calcolati per ciascun lavoratore. Per semplifi-
care i calcoli la codifica da utilizzare per le scale a 4 va-
lori è 0, 33, 66, 100.
L’esempio di seguito illustra per un operatore il calco-
lo del punteggio di ansia derivante dalle risposte alle se-
guenti 8 domande:
– sensazione di malessere allo stomaco =
1 (mai o raramente) 0
– sensazione di tensione, di contrazione =
2 (qualche volta) 33
– ansietà =1 (mai o raramente) 0
– irritabilità = 2 (qualche volta) 33
– stato depressivo = 2 (qualche volta) 33
– difficoltà ad addormentarsi =
3 (abbastanza spesso) 66
– insonnia = 1 (mai o raramente) 0
– periodi di fatica intensa o di spossatezza =
3 (abbastanza spesso) 66
Punteggio di ansia = (0 + 33 + 0 + 33 + 33 + 66 + 0 + 66)
/ 8 = 28.9 quindi 29
Per le domande 79 89 90 relative ai fattori psicosocia-
li, la risposta “non applicabile” ha un valore di codifica 0.
Infatti una tale risposta a queste domande viene considera-
ta come non penalizzante per l’operatore.
2.4.5 Versione informatizzata
Il questionario è disponibile in versione informatizzata
che permette di accorciare i tempi di compilazione. Questa
versione è stata creata grazie a DELPHI 4.0®, software
compatibile con “Windows 95”.
I dati sono esportabili sul programma “Excel®” per il
calcolo automatico dei punteggi.
Si ricorda:
– in questa matrice l’anzianità è espressa in anni (es. 1
anno e 6 mesi = 1.5 anni)
– non è possibile aprire in “Excel®” indagini realizzate
con la versione precedente
2.4.6 Conclusioni
Il calcolo del punteggio dei fattori psicosociali do-
vrà permettere una miglior analisi delle relazioni tra i
differenti aspetti, per es. tra DMS e stress o tra fattori
psicosociali e stress. In ogni modo questi strumenti non
sono per sé stessi sufficienti per inquadrare il rischio di
DMS.
Infatti è indispensabile che i dati raccolti tramite
questionario siano completati con quelli ottenuti con lo
studio ergonomico che includa una valutazione dei ge-
sti dell’operatore. Il questionario costituisce comunque
un mezzo di valutazione utile per le indagini epidemio-
logiche.
Tabella VI
I° gruppo II° gruppo
Palpitazioni 44 21
Precordialgie 36 14
Ansia 70 32
Irritabilità 71 32
Depressione 57 26
Difficoltà ad addormentarsi 41 34
Insonnia 33 19
Sonno agitato 45 14
Stress
Per i sintomi di stress sono calcolati 4 punti a partire
dai problemi cardiovascolari (domande 44 e 45), di ango-
scia (domande 46 e 48), gastrointestinali (domande da 49
a 53) e di ansia (domande da 54 a 61).
Fattori psicosociali
I fattori psicosociali sono ugualmente raggruppati in
punteggi per i gruppi di: carico di lavoro in generale (do-
mande da 63 a 65), carico di lavoro attuale (domande 66,
69 e71), la pressione di lavoro (domande 67, 68, 70 e 72),
le richieste attese (domande 73 e 74), il controllo sul lavo-
ro (domande da 75 a 79), la partecipazione (domande da
80 a 82), il sostegno sociale dell’immediato superiore (do-
mande 83, 85, 87 e 89) e l’avvenire professionale (doman-
de 91 e 92).
Modalità di calcolo dei punteggi
Secondo la modalità utilizzata da Carayon e collabo-
ratori (5), il principio di calcolo è il seguente: le codifi-
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2.5 OREGE (OUTIL DE REPÉRAGE ET D’EVALUATION DES
GESTES, STRUMENTO PER L’INDIVIDUAZIONE E LA VA-
LUTAZIONE DEI GESTI)
OREGE è stato ideato per la valutazione dei fattori di
rischio biomeccanici per i DMS dell’arto superiore.
È uno strumento che non può essere utilizzato al di
fuori del metodo ergonomico presentato nella prima par-
te di questo lavoro. La sua messa in opera richiede ne-
cessariamente di essere competenti in ergonomia e aver
seguito adeguati corsi di formazione nell’uso dello stru-
mento.
2.5.1 Attese ed obiettivi
“OREGE” è uno strumento analitico che si inserisce
nel procedimento ergonomico di prevenzione dei DMS. È
analitico perché i 3 fattori di rischio biomeccanici sono va-
lutati separatamente. È completo perché viene considerato
tutto l’arto superiore. L’OREGE si adatta a priori a tutti i
tipi di lavoro. Chi utilizza l’OREGE viene denominato uti-
lizzatore. L’utilizzatore di questo strumento deve essere
competente in ergonomia e disporre del tempo necessario.
Grazie all’OREGE, l’utilizzatore giungerà ad una “dia-
gnosi” di rischio fondato sulla valutazione dei 3 fattori di
rischio biomeccanici che dovrà integrare con le informa-
zioni raccolte nel corso della sua analisi del posto e tipo di
lavoro.
L’OREGE permette di valutare i seguenti fattori di ri-
schio biomeccanici:
– sforzo,
– posizioni articolari estreme (postura incongrua),
– ripetitività.
2.5.2 Contenuto
OREGE si presenta sotto forma di documenti cartacei,
indispensabili per valutare i fattori di rischio biomeccani-
ci. È composto da 3 parti. La prima parte permette di rac-
cogliere le informazioni generali relative all’impresa, l’at-
tività degli operatori osservati e di descrivere le azioni di
lavoro. La seconda parte permette di valutare i fattori bio-
meccanici. L’ultima contiene la sintesi delle diverse valu-
tazioni, in termini di definizione del rischio.
OREGE viene applicato ad azioni di lavoro che ven-
gono definite come elementi dell’attività di lavoro del-
l’operatore. OREGE non può quindi essere utilizzato
senza una preliminare analisi dell’attività che garantisca
la comprensione e la individuazione delle azioni da va-
lutare. Vengono considerati sia l’arto superiore destro
che il sinistro.
Il ciclo di lavoro si scompone in azioni. Secondo il pro-
getto europeo EN 1005-1 (27) un’azione è un’attivazione
di uno o più muscoli durante l’esecuzione di un compito,
in opposizione al riposo; per esempio prendere un oggetto,
avvitare qualcosa, etc.
Per tempi di ciclo relativamente lunghi, si può consi-
derare una periodicità che verrà chiamata sottociclo e le
azioni verranno contate in questo sottociclo. L’analisi del-
l’attività permetterà anche di registrare i rischi della pro-
duzione. OREGE deve essere sistematicamente utilizzato
su più cicli di lavoro non consecutivi al fine di poter tener
conto di questi rischi. Infine è necessario chiedere all’o-
peratore il suo parere sulle azioni e sul ciclo di lavoro da
valutare.
L’ordine di registrazione dei 3 fattori di rischio deve
essere rispettato: 1- sforzo, 2- posizione dell’articolazione,
3- ripetitività, perché l’esperienza ha dimostrato che sepa-
rare la valutazione della ripetitività da quella della forza
causa errori. La durata della valutazione dei fattori di ri-
schio biomeccanici in una postazione di lavoro con ORE-
GE richiede da 1 a 2 ore.
2.5.3 Valutazione della forza
La forza è definita come la contrazione di un muscolo
o di un gruppo di muscoli. Quando si utilizzo OREGE, la
forza viene valutata globalmente per ciascuna delle azioni
recuperate. La valutazione della forza passa attraverso 3
tappe fondamentali:
­ ricercare la presenza di indici di forza che aiuteranno a
realizzare la valutazione; una lista di tali indici verrà
presentata di seguito;
­ proporre all’operatore una scala di autovalutazione del-
la forza, senza mostrargli quella dell’utilizzatore per
non influenzare le sue risposte;
­ confrontare le 2 valutazioni per decidere il valore da
adottare.
Scala di valutazione completata dall’utilizzatore
La forza viene valutata dall’utilizzatore tramite una
scala di valutazione proposta da Latko (18). Livelli di for-
za crescenti costituiscono questa scala i cui estremi sono
costituiti da delle frasi (figura 4).
Figura 4. Scala di valutazione della forza (18)
Per stimare la forza realizzata dall’operatore, l’utilizza-
tore si baserà sulla ricerca degli indici seguenti.
Peso degli oggetti e degli utensili
Il limite ammissibile si colloca tra 1 e 2 Kg. Questo li-
mite non è che un valore indicativo che vale solo per l’at-
tività gestuale nella postazione di lavoro. Non si applica al
trasporto dei carichi.
Tipo di presa
La presa di “riferimento” è la presa a piene mani.
Tutte le altre prese vengono considerate come più sol-
lecitanti.
Pressione (contatto mano/strumento)
Conviene evitare tutte le cause di pressione considera-
ta, per esempio l’utilizzo della mano come martello.
Vibrazioni (mano e braccia)
Tutta l’utilizzazione di uno strumento vibrante deve es-
sere presa in considerazione come un fattore potenziale di
ipersollecitazione.
Temperatura
La temperatura dell’ambiente e degli oggetti presi in
mano devono essere superiori a 18°C. Se non è così allora
l’azione viene considerata più sollecitante.
Guanti
Portare guanti deve essere considerato come un fattore
di ipersollecitazione.
Effetto coppia
L’utilizzo di un utensile il cui uso genera una coppia è
un potenziale fattore di ipersollecitazione.
L’utilizzatore deve quin-
di cercare la presenza di uno
o più di questi indici prima
di completare la scala di va-
lutazione. Deve in seguito
proporre all’operatore la
scala di autovalutazione.
Scala di autovalutazione
presentata all’operatore
L’operatore stima la for-
za dell’azione indicata dal-
l’utilizzatore tramite l’aiuto
di una scala di autovaluta-
zione (figura 5). La doman-
da posta è la seguente:
“Per questa azione come
valuti la forza?”
Confronto con l’operatore
La valutazione della forza
è il frutto di una sintesi tra la
valutazione dell’operatore e
quella dell’utilizzatore (con-
fronta la tabella di sintesi).
2.5.4 Posizioni articolari
La valutazione degli an-
goli viene effettuata partire
dall’osservazione delle posi-
zioni articolari dell’arto su-
periore. La figura 6 defini-
sce la zona accettabile o di
comfort per le differenti arti-
colazioni: il collo, la spalla,
il gomito, il polso. I limiti
vengono fissati dalle norme
europee (27) o nel metodo
RULA (21).
Le posizioni articolari vengono così definite:
1 zona articolare di comfort, accettabile
2 zona articolare non raccomandata
3 zona articolare da evitare
La dicitura ottenuta corrisponde ad un livello di ri-
schio.
La nota 3 viene attribuita esclusivamente alla spalla.
Ciò significa che solo le zone articolari estreme della spal-
la sono considerate come da evitare. Ciò in conformità ai
dati bibliografici disponibili (25).
Se la stessa postura è mantenuta per numerosi minuti,
ciò fa aumentare la nota di un punto. Per il polso va au-
mentato il punteggio di un punto in caso di abduzione o
adduzione estreme.
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Figura 5. Scala di autovalutazione della forza
Figura 6. Zone articolari accettabili o di comfort e zone a rischio: 1 accettabile; 2 non
raccomandato; 3 deve essere evitato
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Infine rimane da valutare l’angolo per la prono-supina-
zione. In effetti è la ripetitività dei movimenti di prono-su-
pinazione il fattore di rischio e non la posizione articolare.
2.5.5 Ripetitività
La valutazione della ripetitività segue la stessa logica
della forza, con la differenza che questa viene riferita ad
una durata e non ad un’azione. Infatti contrariamente ai
primi due fattori biomeccanici, la ripetitività viene valuta-
ta su un minuto per i cicli di lavoro inferiori al minuto o su
tutta la durata del ciclo per quegli superiori al minuto.
Per valutare questo fattore di rischio si deve tener conto
della ripetitività dei gesti nella loro globalità e non quella dei
movimenti di ciascun segmento articolare dell’arto superiore.
2.5.6 Scala di valutazione completata dall’utilizzatore
È costituita da frasi che definiscono il grado di intensità
e di ripetitività. La figura 7 mostra che si devono valutare i
movimenti dell’arto superiore e non il ritmo di lavoro.
Figura 8. Scala visiva relativa alla ripetitività (nulla - massima)
Figura 7. Scala di valutazione della ripetitività (18)
2.5.7 Scala di autovalutazione presentata all’operatore
L’operatore trascrive su questa scala (fig. 8) il grado di
ripetitività percepito.
La domanda posta è la seguente: ”Come valuti la ripe-
titività dei tuoi gesti di lavoro?”
Tabella VII. Profilo dei fattori di rischio biomeccanico
Fattori di rischio biomeccanico
Forza Angolo Ripetitività
Azione Scala Valore Collo Spalla Gomito Polso Valore da Scala Valore da
da considerare considerare considerare
Ciclo 1 1
2
3
4
5
Ciclo 2 1
2
3
4
5
Ciclo 3 1
2
3
4
5
Ciclo 4 1
2
3
4
5
Sinistra
Destra
Sinistra
Destra
Sinistra
Destra
2.5.8 Confronto con l’operatore
La valutazione della ripetitività è frutto di una sintesi
tra il valore definito dall’operatore e quello definito dal-
l’utilizzatore.
2.5.9 Sintesi
L’utilizzatore giunge alla definizione del rischio a par-
tire dall’insieme degli elementi raccolti tramite la valuta-
zione dei 3 fattori biomeccanici.
Questa definizione viene effettuata in 3 momenti. In-
nanzitutto è necessario raccogliere in una tabella i dati rac-
colti per le differenti azioni e cicli di lavoro per tracciare il
profilo dei fattori di rischio biomeccanici (tabella VII). Poi
dovrà sintetizzare la valutazione dei fattori di rischio per
ciascuna azione (tabella VIII) e giungere alla definizione
del rischio. Ciascuna azione sarà classificata secondo 3 li-
velli di rischio, in conformità con le raccomandazioni del-
le norme europee. Ciò potrà condurre a tracciare un pro-
gramma di possibili soluzioni.
Quindi verranno raccolti nella tabella i dati dei fattori
di rischio per spalla, gomito, polso, riportando i valori più
alti osservati.
16 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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Poi per giungere alla definizione “diagnosi” di rischio
l’utilizzatore dovrà:
u sintetizzare il profilo di rischio per ciascuna azione a
partire dalle valutazioni emergenti dai vari cicli,
u definire un valore rappresentativo della posizione arti-
colare,
u decidere il livello di rischio secondo le 3 classi propo-
ste dalle norme europee.
Per ciò che concerne la posizione articolare, per calco-
lare il valore rappresentativo vanno considerate le seguen-
ti regole:
­ se una nota di 3 è stata attribuita alla spalla allora il
punteggio da utilizzare sarà di 3,
­ le cifre più elevate devono orientare la scelta della no-
ta da considerare,
­ le posizioni articolari mantenute devono influenzare la
scelta del valore da considerare,
­ la sintesi non è una media aritmetica dei dati raccolti.
3. Discussione e conclusioni
OREGE non è una risposta definitiva alla valutazione
dei fattori di rischio biomeccanico. È un compromesso di-
namico ispirato ai dati presentati nella letteratura scientifi-
ca. È di facile messa in opera, non necessita di mezzi par-
ticolari e si fonda sulla competenza di chi lo utilizza. È
dunque un mezzo operativo. Il rispetto dei principi che
hanno guidato chi ha steso l’OREGE è la garanzia di coe-
renza ed il mezzo di competenza. L’OREGE è stato testa-
to in varie imprese ed ha dato risultati soddisfacenti. Con
la futura diffusione del suo utilizzo se ne potrà meglio va-
lutare la pertinenza.
La discussione circa praticabilità, accuratezza, preci-
sione di metodi di valutazione del rischio come OREGE è
ancora aperta, e lo confermano pareri di autorevoli autori
come Kilbom (16), la quale a proposito dei metodi anali-
si finalizzati al calcolo di indici quantitativi di rischio os-
serva che “i presupposti scientifici di questi indici sono
deboli e devono essere compiuti ancora molti sforzi per
validarli”.
Li e Buckle (19) a loro volta elencano tra i problemi a lo-
ro avviso irrisolti, come quello della “dose” per il quale ri-
chiamano la scarsa conoscenza sull’importanza relativa dei
singoli fattori di rischio, le difficoltà nella ponderazione di
ogni singolo fattore, l’assenza di consenso sulla “dose” effi-
cace o meglio sulla sua applicabilità in questo contesto.
Quest’ultimo aspetto si collega alla multifattorialità
del DMS o come dicono gli autori al fatto che “siamo di
fronte ad un problema di rischio composto per il quale vi
è scarsa conoscenza circa l’interazione tra i singoli fatto-
ri, non vi sono evidenze epidemiologiche circa la veridi-
cità della quantificazione in unico score; gli score sono
basati su un compromesso tra il conosciuto ed il non co-
nosciuto, e spesso utilizzati per valutare situazioni per le
quali non sono stati concepiti”. Viene poi richiamata l’im-
portanza dell’identificazione della mansione, poiché os-
servatori diversi ottengono classificazioni diverse dello
stesso lavoro, poiché le classi di lavorazione non offrono
un supporto pratico per interventi ergonomici, perché vi è
la necessità di suddividere la mansione in sub-mansioni
da analizzare separatamente. Si soffermano infine sulla
vera e propria applicabilità dei metodi molto complessi
mentre dovrebbero al contrario essere rapidi, di facile uso,
flessibili per adattarsi a compiti numerosi e complessi,
non richiedere la raccolta di dati non necessari, completi.
Sempre a proposito degli schemi di valutazione vale la
pena di ricordare come il citato report dell’Agenzia Euro-
pea di Bilbao (8), dopo aver sottolineato come non esistes-
sero metodi analitici validati per quantificare l’esposizio-
ne, ne tracciava le seguenti caratteristiche:
• basso costo, facilità di apprendimento e rapidità d’uso;
• applicabilità a tutti gli aspetti della vita lavorativa;
• ripetibilità delle misure;
• assenza di interferenze con l’attività lavorativa da ana-
lizzare;
• elevate validità e sensibilità;
• codificabilità dei dati per la memorizzazione e le analisi.
Alla luce dell’applicazione del metodo che abbiamo
sperimentato su alcuni compiti lavorativi a rischio sono
emerse problematiche che proponiamo alla discussione e
verifica di chi intenderà applicarlo.
1 - Nella premessa all’OREGE si afferma che questo
strumento non può essere utilizzato fuori dal procedimen-
to ergonomico presentato nelle prime parti del metodo
completo per la valutazione dei disturbi dell’arto superio-
re. Se si decide di proporlo come singolo metodo per la va-
lutazione dei fattori di rischio biomeccanici o se si lascia
all’utente la scelta di non utilizzarlo in associazione a “de-
pistage”, “OSHA e questionario DMS (in questo caso non
mancherebbero le altre parti del documento che descrivo-
no nel dettaglio le caratteristiche del lavoro come ad esem-
pio la check list OSHA che valuta i fattori di rischio con
indici numerici modificati sulla base della durata del com-
pito sollecitante all’interno del turno di lavoro) o anche so-
Tabella VIII. Sintesi dei fattori di rischio biomeccanici e definizione del rischio
Fattori di rischio biomeccanico Definizione Descrizione
del rischio*
Forza Angolo Ripetitività ( , Æ , )
(da 0 a 10) (da 1 a 3) (da 0 a 10)
Azione 1
Azione 2
Azione 3
Azione 4
Azione 5
* accettabile; Æ non raccomandato; da evitare
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ALLEGATO I
QUESTIONARIO SUI DISTURBI 1 – PARTE GENERALE
MUSCOLOSCHELETRICI 2 – DMS
(versione ottobre 2000) 3 – STRESS
4 – FATTORI PSICOSOCIALI d’origine professionale
5 – TIPO DI LAVORO
5.1 Lavoro manuale
5.2 Lavoro al VDT
1 – PARTE GENERALE
1 - Data della compilazione: ……………………………………………………………………………………………………………..
2 - N° di domande: ……………………………………………………………………………………………………………………….
3 - Data di nascita: …………………………………………………………………………………….…………………………………
4 - Anni: ………………………………………………………………………………………………..…………………………………
5 - Sesso: Maschio = 1 ¤ Femmina = 2 ¤
6 - Altezza (cm): ……………………………………………………………………………………….…………………………………
7 - Peso (kg): …………………………………………………………………………………………...…………………………………
8 - Destro = 1 ¤ Mancino = 3 ¤ Ambidestro = 2 ¤
9 - Lenti correttive:
No = 1 ¤ Lenti = 2 ¤ Lenti progressive = 3 ¤
Bifocali = 4 ¤ Altro = 5 ¤
10 - Qual è la natura del suo contratto di lavoro?
Tempo indeterminato = 1 ¤ Tempo determinato = 2 ¤ Interinale = 3 ¤
Altro = 4 ¤
Da quanti anni lavora?
11 - Dal 1° impiego: ………………………………………………………………………………………………………………
12 - In questa azienda: …………………………………………………………………………………………………………………...
lamente per fornire allo strumento OREGE una maggiore
completezza nella definizione del rischio, dovrebbero es-
sere inseriti alcuni fattori di correzione.
Per esempio la definizione del rischio ottenuta median-
te l’applicazione di OREGE potrebbe essere corretta, con
fattori demoltiplicativi, per il tempo trascorso all’interno
del turno a svolgere operazioni che espongono a fattori di
rischio biomeccanici ovvero a sforzi biomeccanici soste-
nuti e/o ripetitivi.
Una proposta potrebbe essere la seguente, fatto pari al
100% azioni o compiti sovraccaricanti svolti per 8 ore tur-
no. 6 ore/turno = fattore 0,75, 4 ore/turno = fattore 0,50, 2
ore/turno = fattore 0,25, con possibilità di utilizzare fattori
intermedi calcolati dall’utilizzatore per tempi diversi.
2 - Nel documento viene proposto di applicare OREGE ad
ogni singola azione tecnica. Visto che si propone di valutare la
forza e l’angolo articolare ad ogni azione mentre la ripetitività
va riferita a tutta la durata del compito si potrebbe proporre di
effettuare una valutazione globale della mansione (accompa-
gnata da singole valutazioni per ogni operazione che la com-
pone e per ogni azione tecnica che compone l’operazione).
3 - Al termine dell’applicazione di OREGE si giunge
alla definizione delle 3 classi di rischio per forza, ripetiti-
vità ed angolo articolare (accettabile, ma non raccomanda-
bile, da evitare).
Si potrebbero inserire dei range numerici per definire le
tre classi di rischio. Ad esempio forza (0-10): accettabile 0-
3, non raccomandato 4-6, da evitare 7-10; ripetitività (0-10):
accettabile 0-3, non raccomandato 4-6, da evitare 7-10; an-
golo (0-3): accettabile 1, non raccomandato 2, da evitare 3.
4 - Le scale di autovalutazione della forza e della ripe-
titività proposte agli operatori danno adito a possibili so-
vrastime poiché prive di indicazioni numeriche o di defi-
nizioni. Si potrebbe accompagnare la scala presentata al-
l’operatore con i blocchi di definizione dell’entità di forza
e ripetitività che accompagnano le scale degli utilizzatori.
Ad esempio ripetitività lieve (0-2): mano non occupata la
maggior parte del tempo, non devo compiere movimenti
regolari, 2-1 attività breve interrotta da lunghi periodi di
pausa ecc. In questo ruolo l’operatore potrebbe essere la-
sciato più libero nella compilazione della scala e quindi
meno condizionato dalla presenza di un utilizzatore poiché
la scala sarebbe sufficientemente spiegata ed inoltre non si
verificherebbero sovrastime od eventualmente sottostime
nel rappresentare un valore su una linea con le sole defini-
zioni agli estremi.
18 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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13 - Lei svolge più mansioni?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ Non inerente = 9 ¤
14 - Come lavora?
Par time = 1 ¤ Giornata = 2 ¤ 2 x 8 = 3 ¤
3 (o più) x 8 = 4 ¤ Notte = 5 ¤ Settimana corta = 6 ¤
15 - Se lavora a turno, qual è il periodo più faticoso?
Mattina = 1 ¤ Pomeriggio = 2 ¤
Notte =3 ¤ Non inerente = 9 ¤
2 – DMS
16 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi problemi
(indolenzimento, dolori, fastidio) a livello del collo?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
17 - Qual è stata la frequenza dei problemi?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
(ogni 6 mesi) (ogni 2 o 3 mesi)
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
(tutti i mesi) (ogni 8 giorni)
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
(ogni giorno)
18 - Qual è l’intensità dei problemi?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
19 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della parte
alta della schiena?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
20 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
21 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
22 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(dolori, fastidi) a livello della parte bassa della schiena?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
23 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
24 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
25 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della spalla destra?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
26 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
27 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
28 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della spalla sinistra?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
29 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
30 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
31 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del braccio destro?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
32 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
33 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
34 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del braccio sinistro?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
35 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
36 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
37 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello
del polso - mano destro?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
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38 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
39 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
37 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello
del polso - mano destra?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
38 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
39 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
40 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi
(indolenzimento, dolori, fastidi) a livello
del polso - mano sinistra?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
41 - Qual è stata la frequenza di questo problema?
Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤
Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤
Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤
42 - Qual è l’intensità di questo problema?
Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤
Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
3 – STRESS
43 - Da quando lavora qui, è stressato(a)?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Molto = 3 ¤ Enormemente = 4 ¤
Durante gli ultimi 12 mesi, ha risentito di:
44 - Palpitazioni:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
45 - Dolori al petto:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
46 - Debolezza fisica:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
47 - Nervosità o turbamenti:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
48 - Capogiri o vertigini:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
49 - Bocca secca:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
50 - Bruciori di stomaco:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
51 - Gonfiore addominale:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
52 - Digestione difficile:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
53 - Stipsi o diarrea:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
54 - Sensazione di avere lo stomaco chiuso:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
55 - Sensazione di tensione, contrazione:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
56 - Ansia:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
57 - Irritabilità:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
58 - Stati depressivi:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
59 - Difficoltà ad addormentarsi:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
60 - Insonnia:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
20 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1
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61 - Periodi di fatica intensa o di spossatezza:
Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
62 - Ha preoccupazioni immotivate?
No = 1 ¤ Professionali = 2 ¤
Familiari = 3 ¤
4 – FATTORI PSICOSOCIALI
D’origine professionale
63 - È obbligato a lavorare molto velocemente?
Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤
64 - Deve garantire una elevata produttività?
Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤
65 - Generalmente, è molto impegnato?
Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤
66 - In questo momento, è molto impegnato?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
67 - È oberato dal suo lavoro?
Mai = 1 ¤ Di volta in volta = 2 ¤
Spesso = 3 ¤ Sempre = 4 ¤
Come si colloca nelle seguenti condizioni del suo lavoro?
68 - Il lavoro è vincolato (in generale)?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
69 - In questo momento?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
70 - Accumula ritardi nel completare il suo lavoro
(in generale)?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
71 - In questo momento?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
72 - Vi sono obbiettivi di rendimento (cottimo)?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
73 - Il suo lavoro necessita di elevata attenzione?
Mai = 1 ¤ Di volta in volta = 2 ¤
Spesso = 3 ¤ Sempre = 4 ¤
74 - Qual è il rischio di errore nel suo lavoro se manca
di concentrazione per un momento?
Alcuno = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
75 - Può scegliere l’ordine con il quale svolgere i suoi compiti?
Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤
Molto poco = 5 ¤
76 - Può decidere quale quantità di lavoro che si presta
ad effettuare?
Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤
Molto poco = 5 ¤
77 - Può lavorare come vorrebbe?
Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤
Molto poco = 5 ¤
78 - Quale influenza ha sulla qualità del lavoro
che vi è affidato?
Molto grande = 1 ¤ Molta = 2 ¤
Moderata = 3 ¤ Poca = 4 ¤
Molto poca = 5 ¤
79 - Può prendere iniziativa nel suo lavoro?
Spesso = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤
Raramente = 3 ¤ Mai = 4 ¤
Non inerente = 9 ¤
80 - Ha preso parte a delle decisioni riguardanti il suo lavoro?
Sempre = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤
Praticamente mai = 5 ¤
81- Partecipa all’organizzazione del suo lavoro?
Sempre = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤
Praticamente mai = 5 ¤
82 - Decide lei quale parte del lavoro effettuare?
Enormemente = 1 ¤ Molto = 2 ¤
Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤
Praticamente mai = 5 ¤
Le persone seguenti lasciano in caso di necessità il loro lavoro
per aiutarla nel suo?
83 - I suoi superiori più vicini
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
84 - I suoi colleghi
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 21
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È facile discutere con le seguenti persone?
85 - I suoi superiori gerarchicamente più vicini
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
86 - I suoi colleghi
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
Può contare sulle persone seguenti in caso di difficoltà
nel lavoro?
87 - I suoi superiori più vicini
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
88 - I suoi colleghi
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
Le persone seguenti sono disponibile ad ascoltare i suoi
problemi personali?
89 - I suoi superiori gerarchicamente più vicini
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
Non inerente = 9 ¤
90 - I suoi colleghi
Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤
Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
Non inerente = 9 ¤
Secondo lei, quanto è probabile che il prossimo anno:
91 - Il suo impiego sia soppresso?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
92 - Il suo lavoro sia automatizzato?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
Mettere una croce sulle linee nel punto che meglio corrisponde
al suo giudizio
93 - Quale interesse ha per il suo lavoro?
Nessuno Enorme
94 - Come giudica la complessità del suo lavoro?
Leggera Forte
5 – TIPO DI LAVORO
5.1 Lavoro manuale
95 - Si tratta di un lavoro a catena?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
Secondo lei
96 - Il vincolo ai tempi di lavoro è
Inesistente Insopportabile
97 - I gesti del lavoro sono ripetitivi?
Per niente Molto
98 - La cadenza è
Lenta Molto rapida
99 - La forza muscolare richiesta è
Leggera Molto elevata
100 - Il lavoro necessita di movimenti precisi e molto fini?
Per niente Molto
101 - Dopo il suo lavoro, la fatica muscolare dei suoi arti
superiori è
Inesistente Molto intensa
102 - Utilizza di più una mano dell’altra?
No = 1 ¤ Mano destra = 2 ¤
Mano sinistra = 3 ¤
Ha già provato la sensazione di:
103 - Freddo (<10°C):
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
104 - Umidità:
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
105 - Brividi:
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
106 - Calore:
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
107 - Polverosità:
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
Quali sono i 3 utensili più difficili che impiega?
108 - ……………………………………………………………..
109 - ……………………………………………………………..
110 - ……………………………………………………………..
111 - Secondo lei, durante il lavoro, la temperatura delle sue
mani è
Né calda né fredda = 1 ¤ Piuttosto calda = 2 ¤
Piuttosto fredde = 3 ¤
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112 - Secondo lei, gli utensili che utilizza vibrano?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Molto = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤
113 - Quali sono gli strumenti vibranti?
…………………………………………………………………...
…………………………………………………………………...
114 - Questa vibrazione la disturba?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Molto = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤
115 - Porta dei guanti?
Sì = 2 ¤ No = 1 ¤
116 - La pressione che esercitate sull’oggetto che lavorate è:
Molto leggera = 1 ¤ Leggera = 2 ¤
Media = 3 ¤ Forte = 4 ¤
Molto forte = 5 ¤
117 - Quale proposta fa per ridurre il rischio di disturbi
muscolo scheletrici e migliorare le condizioni
di lavoro?
…………………………………………………………………...
…………………………………………………………………...
…………………………………………………………………...
DOMANDE ALL’INIZIATIVA
DELL’UTILIZZATORE
DEL QUESTIONARIO
118 - Risposta libera alla domanda 1
…………………………………………………………………...
119 - Risposta libera alla domanda 2
…………………………………………………………………...
120 - Risposta libera alla domanda 3
…………………………………………………………………...
121 - Risposta libera alla domanda 4
¤ ¤ ¤
¤ ¤
122 - Risposta libera alla domanda 5
¤ ¤ ¤
¤ ¤
123 - Risposta libera alla domanda 6
¤ ¤ ¤
¤ ¤
124 - Risposta libera alla domanda 7
…………………………………………………………………...
125 - Risposta libera alla domanda 8
…………………………………………………………………...
126 - Risposta libera alla domanda 9
…………………………………………………………………...
127 - Risposta libera alla domanda 10
…………………………………………………………………...
Domande per il lavoro ai VDT
95 - Qual è il suo compito principale?
Inserimento di dati = 5 ¤
Acquisizione di dati = 4 ¤
Elaborazione testi = 3 ¤
Dialogo = 2 ¤
Compiti creativi = 1 ¤
96 - Qual è in media la durata giornaliera di tale compito?
…………………………………………………………………...
97 - Esegue tutti i giorni lo stesso compito?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
98 - Da quanti anni lavora al VDT con questo compito?
…………………………………………………………………...
99 - Qual è in media la durata giornaliera del suo lavoro
al VDT?
0-2 h = 1 ¤ 2-4 h = 2 ¤
4-6 h = 3 ¤ 6-8 h =5 ¤
+ 8h = 6 ¤ altro = 4 ¤
100 - Utilizza:
+ la tastiera del mouse = 2 ¤
+ il mouse della tastiera = 3 ¤
L’uno come l’altro = 1 ¤
101 - Utilizza la tastiera senza aver una specifica
formazione?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
102 - Svolge il suo lavoro alla scrivania:
alternato a lavoro d’ufficio e con pause = 1 ¤
alternato a lavoro d’ufficio, ma senza pause = 2 ¤
continuativamente ma con regolari pause = 3 ¤
continuativamente senza pause regolari = 4 ¤
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103 - Lascia il suo posto di lavoro durante le pause?
Spesso o sempre = 1 ¤ A volte = 2 ¤
Raramente o mai = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤
104 - Ha periodi di attesa per la risposta del computer?
No =1 ¤ A volte = 2 ¤
Spesso = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤
105 - Utilizza uno schermo
a colori con fondo chiaro =1 ¤
a colori con fondo scuro = 3 ¤
monocromatico con fondo chiaro = 2 ¤
monocromatico con fondo scuro = 4 ¤
106 - La grandezza dei caratteri sulla sua tastiera
le sembra:
Sufficiente = 1 ¤ A volte insufficiente = 2 ¤
Sempre insufficiente = 3 ¤
107 - Ha dei riflessi sullo schermo?
No =1 ¤ A volte = 2 ¤
Sempre o spesso = 3 ¤
108 - Ci sono degli abbagliamenti nel suo campo visivo
di lavoro?
No =1 ¤ A volte = 2 ¤
Sempre o spesso = 3 ¤
109 - Come trova il livello sonoro?
Corretto =1 ¤ A volte elevato = 2 ¤
Sempre elevato = 3 ¤
110 - Com’è la temperatura del locale in estate?
Corretta = 1 ¤ A volte alta = 2 ¤
A volte bassa = 3 ¤
111 - La ventilazione del locale le sembra:
Adeguata = 1 ¤ Inadeguata = 2 ¤
Le seguenti domande si riferiscono ad una situazione
di lavoro in posizione seduta.
112 - L’altezza del monitor è:
A livello dei tuoi occhi = 1 ¤
Più bassa dei tuoi occhi = 2 ¤
Più alta dei tuoi occhi = 3 ¤
113 - Se utilizza dei documenti cartacei questi sono depositati:
Su un porta copie = 1 ¤
Tra la tastiera e il video = 2 ¤
A lato della tastiera = 3 ¤
Tra lei e la tastiera = 4 ¤
114 - La grandezza del suo piano di lavoro è:
Sufficiente = 1 ¤ Insufficiente = 2 ¤
115 - Utilizza una tastiera:
A forma di V = 1 ¤
Tradizionale piccola = 2 ¤
Tradizionale grande = 3 ¤
Da portatile = 4 ¤
116 - La tastiera le sembra localizzata:
A giusta altezza = 1 ¤ Troppo bassa = 2 ¤
Troppo in alto = 3 ¤
117 - La tastiera è localizzata:
Di fronte = 1 ¤ Di lato = 2 ¤
118 - I tasti della tastiera le sembrano:
Normali = 1 ¤
Troppo sensibili = 2 ¤
Troppo duri = 3 ¤
119 - Ha un appoggio dei polsi durante l’uso della tastiera?
No = 1 ¤ Su un supporto apposito = 2 ¤
Sul tavolo = 3 ¤ Sul bordo della tastiera = 4 ¤
120 - Ha un appoggio per gli avambracci durante l’uso
della tastiera?
No = 1 ¤ Si, sul bracciolo = 2 ¤
Sì, sul tavolo = 3 ¤
121 - Appoggia la schiena durante il lavoro al computer?
Sempre o spesso = 1 ¤
A volte = 2 ¤
Raramente o mai = 3 ¤
122 - Il tappeto del mouse è:
Contro la tastiera = 1 ¤
Staccato dalla tastiera ma sullo stesso piano di lavoro = 2 ¤
Staccato e su un altro piano = 3 ¤
Non inerente = 9 ¤
123 - Ha un appoggio per gli avambracci durante l’uso
del mouse?
No = 1 ¤ Si, sul bracciolo = 2 ¤
Sì, sul tavolo = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤
124 - La grandezza del mouse le sembra:
Adeguata = 1 ¤ Inadeguata = 2 ¤
Non inerente = 9 ¤
125 - Il suo lavoro necessita di concentrazione?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
126 - Il suo lavoro le impone di memorizzare molte
informazioni?
Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤
Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤
127 - Usa anche un portatile?
No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
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ALLEGATO II
Modalità di calcolo del punteggio
1 - DMS
Per le domande (Q) 17, 26, 29, 32, 35, 38 e 41, le risposte 1, 2,
3, 4, 5 sono trasformate in valori (val) 0, 25, 50, 75, 100.
Per le domande 18, 27, 30, 33, 36, 39 e 42, le risposte 1, 2, 3, 4
sono trasformate in valori 25, 50, 75, 100.
Per le domande 25, 28, 31, 34, 37, 40 se la risposta è 2 (sì),
trasformare in 100; se la risposta è 1 (no), trasformare in 0.
• Collo: (val D17 + val D18) / 2
Se la risposta è no nella 16, punteggio = 0
• Spalla destra: (val D26 + D27) / 2
Se la risposta è no nella 25, punteggio = 0
• Spalla sinistra: (val D29 + val D30) / 2
Se la risposta è no nella 28, punteggio = 0
• Braccio destro: (val D32 + val D33) / 2
Se la risposta è no nella 31, punteggio = 0
• Braccio sinistro: (val D35 + D36) / 2
Se la risposta è no nella 34, punteggio = 0
• Polso - mano destra: (val D38 + val D39) / 2
Se la risposta è no nella 37, punteggio = 0
• Polso - mano sinistra: (val D41 + val D42) / 2
Se la risposta è no nella 40, punteggio = 0
• Arto superiore destro (ASD):
(val Q25 + val Q31 + val Q37) / 3
• Arto superiore sinistro (ASS):
(val Q28 + val Q34 + val Q40)/3
2 - STRESS
Per le domande dalla 44 alla 61 le risposte 1, 2, 3, 4 vengono
trasformate in valori 0, 33, 66, 100.
• Problemi cardiovascolari: (val Q44 + val Q45)/2
• Angoscia: (val Q46 + val Q47 + valQ 48)/3
• Problemi gastrointestinali: (val Q49 + val Q50 + val Q51
+ val Q52 + val Q53)/5
• Ansietà: (valQ54 + valQ55 + valQ56 + val Q57 + val Q58
+ val Q59 + val Q60 + val Q61)/8
3 - FATTORI PSICOSOCIALI
Le risposte 1, 2, 3, 4 vengono trasformate in valori 0, 33, 66, 100
(scala A).
Le risposte 1, 2, 3, 4, 5 vengono trasformate in valori 0, 25, 50,
75, 100 (scala B)
Le risposte 1, 2 vengono trasformate in valori 0, 100 (scala C).
• Carico di lavoro in generale: scala A;
(val Q63 + val Q 64 + val Q65)/3
• Carico di lavoro attuale: scala C;
(val Q66 + val Q69 + val Q71)/3
• Pressione di lavoro: scala A;
(val Q67 + val Q68 + val Q70 + val Q72)/4
• Attenzione: scala A;
(val Q73 + val Q74)/2
• Controllo sul lavoro:
(val Q75 + val Q76 + valQ77 + val Q78 + val Q79)/5
Risposta in 75, 76, 77, 78: scala B
Risposta 79: scala A
Se la risposta è 9 alla domanda 79, codificare questa risposta 0
• Partecipazione: scala B;
(val Q80 + val Q81 + val Q82)/3
• Sostegno sociale del capo: scala A;
(val Q83 + val Q85 + val Q87 + val Q89)/4
Se la risposta è 9 alla domanda 89, codificare questa risposta 0
• Sostegno sociale dei colleghi: scala A;
(val Q84 + val Q86 + valQ88 + val Q90)/4
Se la risposta è 9 alla domanda 90, codificare questa risposta 0
• Avvenire professionale: scala A;
(val Q91 + val Q92)
Bibliografia
1) ACGIH. American Conference of Governmental Industrial Hygieni-
sts. Threshold Limit Value for Chemical Substances and Physical
Agents and Biological Exposure Indices. Cincinnati, Oh, 2001.
2) Aublet-Cuvelier A. Evaluation des facteurs de risque directs et indi-
rects de TMS dans une blanchisserie hospitalière. Vandoeuve, INRS,
coll. notes scintifiques et techniques, NS 159, 132p.
3) Bongers PM, de Winter CR, Kompier MA, Hildebrandt VH. Psy-
chosocial factors at work and musculoskeletal disease. Scand J Work
Environ Health 1993; 19(5): 297-312.
4) Cail F, Aptel M. Les TMS du membre supérieur. Guide pour les pré-
venteurs. Paris, INRS. 2000 ED 797, 64p.
5) Carayon P, Smitz W, Newman L. Evaluation of an assesment tool
for measuring psychosocial work factors and health in office/com-
puter work In: VINK (ed.) Human factors in organizational désign
and management VI Proceedings of ODAM’98 Amsterdam Elsevier
1998 6p.
6) Colombini D, Occhipinti E, Grieco A. La valutazione e la gestione
del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori. F An-
geli edit. Milano 2000
7) Elias R, Cail F, Effects du stress psycosocial en informatique: résul-
tats et moyen de prevention. Cahiers de notes documentaires Higiè-
ne et securité du travail 1986 122, pp 67-73.
8) European Agency for Safety and Health at Work. Report on work re-
lated neck and upper limb musculoskeletal disorders, Luxembourg,
Office for Official Publications of the EC, 1999.
9) Franchi P. Agir sur les maladies professionelles: l’exemple des TMS.
Paris, Editions Liaisons, 1997, 61 p.
10) Guerin F, Laville A, Daniellou F, Duraffourg J, Kerguelen A. Com-
prendre le travail pour le trasformer. La pratique de l’ergonomie.
Montrouge, ANACT 1994, 223 p.
11) Hagberg M, Silverstein B, Wells R, Smith M, Hendrick H, Carayon
P, Perusse M. Work-related musculoskeletal disorders. A reference
book for prevention. Ed. Kuorinka I. and Forcier L Taylor and Fran-
cis, London and Philadelphia, 1995.
12) Hootman IL, Bongers PM, Smulders PG, Kompier MA. Psychoso-
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G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 25
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du membre superiore et outils simplex. Doc Med Trav 2000; 83:
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14) Keyserling WM, Stetson DS, Silverstein BA, Brouwer ML. A check-
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15) Kilbom A, Armstrong TJ, Buckle P, Fine LJ et al. Musculoskeletal
Disorders. Work-related Risk Factors and Prevention. Int J Occup
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16) Kilbom A. Possibilities for regulatory actions in the prevention of
musculoskeletal disorders: Scand J Work Environ Health 1999;
25(suppl. 4): 5-12.
17) Kourinka I, Forcier L. LATR: les Lésions Attribuables au Travail
Répétitif. IRSST, Institut de Recherche en Santé et en Sécurité du
travail du Québec. Paris, Ed. Maloine 1995; 510 p.
18) Latko WA, Armstrong TJ, Foulke JA, Herrin GD, Rabourn RA, Ulin
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sessing repetition in hand tasks. Am Ind Hyg Assoc J 1997; 58(4):
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19) Li G, Buckle T. Current techniques for assessing physical exposure
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sed methods. Ergonomics 1999; 42(5): 674-695.
20) Lim SY Carayon P Psychosocial work factors and upper extremity
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Molteni G, Piccoli B, Occhipinti E (eds), Work With Display Units
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21) McAtamney L, Corlett EN. RULA: A survey method for the investi-
gation of work-related upper limb disorders Applied Ergonomics
1993; 24(2): 91-99.
22) Moore JS, Garg A. The Strain Index: a proposed method to analyze
jobs for risk of distal upper extremity disorders. Am Ind Hyg Assoc
J 1995; 56(5): 443-458.
23) National Safety Council. Accident facts,1998 Edition Itasca IL:
Author, 1998.
24) National Safety Council. Injury facts, 2000 Edition Itasca IL: Author,
2000.
25) NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health). Mu-
sculoskeletal disorders at workplace Factors: A critical review of epi-
demiologic evidence for work-related musculoskeletal disorders of
the neck, upper extremity, and low back. Cincinnati. US Department
of Health and Human Services 1997.
26) Occhipinti E, Colombini D. Alterazioni muscolo-scheletriche degli ar-
ti superiori da sovraccarico biomeccanico: metodi e criteri per l’inqua-
dramento dell’esposizione lavorativa. Med Lav 1996; 87(6): 491-525.
27) PrEN 1005-1 a prEN 1005-4. Sécurité des machines - performance
physique et humaine -.
Partie 1: termes et definitions.
Partie 2: manutention manuelle de machines et d’éléments de ma-
chines.
Partie 3: Limites des forces recommandées pour l’utiòlisation de
mahines.
Parties 4: evaluation des postures pour l’utilisation de machines.
28) Pujol M. Pathologies professionelles d’hypersollecitation: atteinte
périarticulaire du membre supérieur. Paris, Edition Masson, 1993,
168 p.
29) Punnet L. Ergonomic stressors and upper extremity disorders in
vehicle manufacturing: cross sectional exposure-response trends.
Occup Environ Med 1998; 55(6): 414-420.
30) Schneider S: OSHA’s Draft Standard for Prevention of Work-related
Musculoskeletal Disorders. Applied Occupational Environmental
Hygiene, 1995; 10-8: 665-676.
31) Selye H: The stress of life. New York McGraw-Hill 1956.
32) Tharr D: Evaluation of work-related musculoskeletal disorders and
job stress among teleservice center representatives. Applied Occupa-
tional and Environmental hygiene 1995, 10: 812-817.
Richiesta estratti: Prof. P. Apostoli - Cattedra di Igiene Industriale, Università degli Studi di Brescia - Piazzale Spedali Civili 1 - 25123
Brescia, Italy

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Disturbi motori 1

  • 1. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1, 3-25 © PI-ME, Pavia 2002 www.gimle.fsm.it P. Apostoli1, G. Bazzini2, E. Sala1, M. Imbriani3 La versione italiana “OREGE” (Outil de Repérage et d’Evaluation des Gestes) dell’INRS (Institut national de recherche et de sécurité) per la valutazione dei disturbi muscolo-scheletrici dell’arto superiore 1 Cattedra di Igiene Industriale, Università degli Studi di Brescia 2 Servizio di Ergonomia, Fondazione S. Maugeri, IRCCS, Istituto scientifico di Montescano 3 Dipartimento di Medicina Preventiva, Occupazionale e di Comunità, Università degli studi di Pavia - Servizio di Fisiopatologia Respiratoria, Fisiologia del Lavoro ed Ergonomia, Fondazione S. Maugeri, IRCCS, Istituto scientifico di Pavia 1. Premessa I disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore cor- relati con il lavoro (UEWMSDs) sono stati definiti, in uno dei testi più conosciuti che hanno trattato l’argomento (11), “un eterogeneo gruppo di disordini molti dei quali solo vagamente noti”. Sui criteri diagnostici come quelli usati nella definizione dei casi nelle indagini epidemiolo- giche, non vi è ancora un ampio consenso ed è necessaria per ogni soggetto o gruppo esaminato una attenta identi- ficazione di sintomi, segni ed evidenze dimostrate. In un recente report dell’European Agency for Safety and Health at Work (8), essi sono stati classificati come “un vasto complesso di malattie e disordini infiammatori RIASSUNTO. I disturbi muscoloscheletrici all’arto superiore correlati con il lavoro (UEWMSDs) sono un eterogeneo gruppo di disordini sui quali ancora si è alla ricerca di consensi univoci per quanto riguarda i metodi di valutazione del rischio ed i criteri diagnostici usati nella definizione dei casi ad esempio nelle indagini epidemiologiche. Essi presentano un’origine multifattoriale, dove i fattori sono più spesso lavorativi anche se in taluni casi presentano caratteri individuali. La loro crescita negli ultimi tempi deve essere valutata criticamente in quanto l’andamento, fortemente impressionante, chiama in causa anche un più diffuso ed agevole meccanismo di riconoscimento come malattie da lavoro. Per una più accurata misura delle variabili lavorative che contribuiscono a determinare i UEWMSDs sono stati messi a punto e proposti alcuni metodi di analisi ergonomica essenzialmente basati su studi biomeccanici, epidemiologici e fisiologici. Le proposte mirano ad evidenziare, secondo criteri qualitativi, la presenza di caratteristiche e modalità di esecuzione di lavoro, possibili cause di disturbi e/o di patologie quali la “check list” dell’OSHA, lo “Strain Index”, l’OCRA dell’ACGIH. L’INRS (Institut national de recherche et de sécurité) francese ha proposto un suo metodo per la prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore, definito come un progetto che si fonda sull’ergonomia applicata alla medicina del lavoro. Il metodo comprende: (1) uno strumento di valutazione preliminare (“depistage”), mediante l’uso della check list dell’OSHA; (2) il questionario DMS, che permette di registrare in modo standardizzato i sintomi ed i giudizi dei lavoratori; (3) infine l’applicazione dell’OREGE (Outil de reperage et d’évaluation des gestes), strumento di approfondimento che permette di evidenziare gli aspetti su cui intervenire con misure correttive e/o preventive. Quest’ultimo comprende: la valutazione della forza con la scala di Latko (che tiene conto del peso di oggetti ed utensili, del tipo di presa, della pressione, delle vibrazioni, della temperatura, dei guanti), l’analisi delle posizioni articolari, l’analisi della ripetitività, la sintesi dei vari fattori biomeccanici ed il calcolo dell’indice di rischio. Gli Autori hanno pertanto ritenuto di interesse mettere a disposizione di medici del lavoro ed ergonomi una versione italiana dell’OREGE anche per permetterne una sua revisione critica, un confronto con gli altri metodi di valutazione più conosciuti e per poter individuare di volta in volta quale degli stessi sia più idoneo alla valutazione del rischio in specifiche situazioni. Parole chiave: arto superiore, disturbi muscolo-scheletrici, Orege, INRS. ABSTRACT. www.gimle.fsm.it - The upper extremity work-related musculoskeletal disorders (UEWMSDs) are a heterogeneous group of disorders not yet standardised mainly epidemiological criteria for case definition. They are multifactorial, often they are work related even if sometimes they show an individual origin. In recent years they show a rapid increase but it’s worth noting that this trend is also affected by a more widespread and easy recognition as work related diseases. There are many ergonomic analysis tools, currently available, that claim to accurately measure variables associated with UEWMSDs. They are essentially based on biomechanical, epidemiological and physiological approaches and identify work activities at risk of developing: OSHA’s checklist, Strain Index, OCRA Index, ACGIH (Hand Activity Level). A method for the study of musculoskeletal disorders of the upper limb has been proposed by French INRS (National de Recherche et de Sécurité). It is defined as a project based on ergonomics applied to occupational medicine and it includes: (1) OSHA’s checklist as a screening tool; (2) MSDs questionnaire for standardised record of symptoms and of worker’s opinions (3) OREGE, (Outil de Repérage et d’Evaluation des Gestes) a exhaustive evaluation tool to be used by ergonomics- trained personnel, aimed to identify risk factors to be considered for preventive and corrective actions. OREGE includes: force evaluation through Latko’s scale (which take into account: weight of objects and tools, kind of hold, pressure, vibration, temperature, use of gloves), articular position analysis, repetition analysis, synthesis of the different biomechanical risk factors, calculation of an index of risk. The authors have considered of interest to provide occupational physicians and ergonomic professionals with an Italian version of OREGE. The expected results are: a critical review of the method, a comparison with the other most known evaluation methods and the selection of the best method for specific work activity. Key words: upper limb, musculoskeletal disorders, OREGE, INRS.
  • 2. 4 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it e degenerativi che esitano in dolore e limitazione funzio- nale”. Questa definizione riprendeva le conclusioni sul- l’argomento tratte nel 1996 dallo specifico Scientific Com- mittee dell’ICOH (15). Nel nostro Paese la definizione più recente data dal gruppo di ricerca milanese che da tempo si occupa di que- sta problematica (6) è quella per cui le patologie occupa- zionali muscolo scheletriche degli arti superiori possono essere definite come “alterazioni delle unità muscolo ten- dinee, dei nervi periferici, del sistema vascolare”. Posso- no essere precipitate o aggravate da movimenti e/o sforzi ripetuti dell’arto superiore. Gli UEWMSDs sono classificabili nel novero degli ef- fetti per cui si riconosce un’origine multifattoriale, cioè più di un fattore di rischio, generalmente non sufficiente e spe- cifico, ne può essere la causa. I fattori possono essere la- vorativi o avere carattere individuale anche se i primi sem- brano avere un peso proporzionalmente maggiore. La dimostrazione della loro indubbia crescita negli ultimi tempi deve essere valutata criticamente. Le ultime statistiche disponibili del Bureau of Labor Statistics de- gli gli USA (23) dimostrano come le patologie (“ill- ness”) da “disorders” associati a traumi ripetuti siano au- mentate dal ‘72 al ‘94 di circa 14 volte, raggiungendo in quell’anno i 400.000, casi pari al 60-65% del totale del- le malattie indennizzate in quel paese. Negli anni suc- cessivi si è registrata un’apparente stabilizzazione del numero delle malattie riconosciute. Va ricordato che la voce nosologica comprende anche le patologie da rumo- re, anche se nel commento si legge che sarebbero preva- lenti quelle muscoloscheletriche e che le lesioni del ra- chide sono escluse in quanto classificate tra gli infortu- ni. Anche con queste precisazioni l’andamento è forte- mente impressionante e chiama in causa specie nella fa- se di crescita della fine anni ‘80 anche un più diffuso ed agevole meccanismo di riconoscimento come malattie da lavoro degli UEWMSDs. Sembrano confermarlo le statistiche americane del 2000 (24), che segnalano un graduale e chiaro declino delle malattie da “disordini do- vuti a traumi ripetuti” che nel 1998 scendono a 253.000 nuovi casi. È facile prevedere che presto il fenomeno, nella sua fa- se ascendente, si presenterà anche nel nostro paese, con- fermando la diffusa convinzione che l’osservatorio assicu- rativo sia condizionato non solo da “epidemie” di (nuove) malattie, ma anche (se non soprattutto) da “epidemie” di riconoscimenti di malattie (prima ignorate). I principali fattori occupazionali, chiamati in causa so- no: movimenti ripetitivi, alta frequenza e velocità, uso di forza, posizioni incongrue, compressioni di strutture ana- tomiche, recupero insufficiente, vibrazioni, strumenti di lavoro non ergonomici, uso di guanti, esposizione a fred- do, parcellizzazione del lavoro, inesperienza lavorativa. I più noti fattori di rischio non occupazionali sono: ses- so, età, traumi e fratture pregresse, patologie croniche osteo-articolari e metaboliche, stato ormonale, attività svolte nel tempo libero, struttura antropometrica, condi- zione psicologica. Il percorso conoscitivo sui fattori di rischio lavorativi dovrebbe comprendere: – individuazione dei compiti caratteristici di un lavoro e fra essi di quelli che si compiono (per tempi significa- tivi) a cicli uguali; – individuazione, nei cicli rappresentativi, di ciascun compito; – individuazione delle azioni; – descrizione e quantificazione per ciascun ciclo di fre- quenza, forza, postura e fattori complementari; – analisi di durata, sequenza e periodi di recupero dei di- versi compiti; – valutazione sintetica e integrata dei fattori per l’intero lavoro. Per una più accurata misura delle variabili di interesse sono stati messi a punto alcuni metodi, la cui applicazione è affidata ad operatori di formazione tecnica (esperti di produzione ed organizzazione del lavoro) o dell’area me- dico biologica (medici del lavoro, tecnici della prevenzio- ne, fisiologi, fisiatri, neurologi, psicologi). I modelli più interessanti e sui quali si orientano sem- pre più coloro che si occupano di UEWMSDs, sono mo- delli derivati da quelli tempi-metodi, cioè modelli che per- mettono la determinazione del tempo necessario per svol- gere una determinata operazione. Le operazioni vengono scomposte nei movimenti elementari necessari per ese- guirla e viene assegnato a ciascun movimento un tempo standard, stabilito in base alla natura del movimento e alle condizioni in cui esso è eseguito. Per la individuazione e valutazione di attività a rischio sono stati messi a punto in questi ultimi anni alcuni meto- di di analisi ergonomica essenzialmente basati su risultati di studi biomeccanici, epidemiologici e fisiologici. Si tratta essenzialmente di “checklist” mirate ad evi- denziare secondo criteri qualitativi la presenza di lavori che per caratteristiche e modalità di esecuzione sono pos- sibili cause di WMSDs. Quella più conosciuta è forse quella proposta dal grup- po di Hann Harbot (14). L’OSHA (Occupational Safety and Health Administra- tion) ha predisposto un modello per lo studio dei disordini muscolo-scheletrici dell’arto superiore, inferiore e del ra- chide correlati al lavoro (30). Un altro metodo di analisi è quello basato sulla deter- minazione dello “Strain Index”, secondo una logica di in- terazione moltiplicativa tra variabili, simile a quella del NIOSH per il calcolo dell’indice di rischio per il rachide nel sollevamento di gravi (22). Infine l’International Ergonomics Association, median- te un suo gruppo di ricerca, ha messo a punto un metodo di valutazione del rischio (OCRA Index) che ha già avuto nu- merose applicazioni sul campo (26). Recentemente l’American Conference of Governmen- tal Industrial Hygienists (ACGIH) ha pubblicato limiti di esposizione (Hand Activity Level) di forza e ripetitività per i compiti manuali, destinati a diventare, data la diffu- sione dei metodi dell’ACGIH, ineludibile riferimento per stabilire il rischio (1). Il TLV è focalizzato sul distretto mano, polso, avam- braccio. È ricavato da studi epidemiologici, psicofisici e biomeccanici ed è applicabile ad attività lavorative che comportino l’esecuzione di un compito lavorativo costitui-
  • 3. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 5 www.gimle.fsm.it to da una serie di azioni o movimenti ripetitivi e simili (mono task job) per almeno quattro ore al giorno. Il limite è basato, come detto, su un indice di livello di attività manuale (“Hand Activity Level”= HAL) e sul picco di forza (“peak hand force”): il grafico ottenuto dalla com- binazione di questi due fattori individua il livello (TLV) ol- tre il quale vi è una evidente prevalenza di disturbi muscolo scheletrici, e per il quale è indicata l’applicazione di prov- vedimenti ergonomici correttivi. Poiché non è possibile de- finire, dato il tipo di patologia, un limite che protegga tutti i lavoratori è previsto un ulteriore intervallo (inferiore al TLV) chiamato “limite d’azione” in corrispondenza del qua- le è raccomandata l’adozione di strategie di prevenzione. L’indice di attività manuale (HAL) è stimato in base alla frequenza dell’esercizio manuale e dei tempi del ciclo lavo- rativo, considerando sia la distribuzione del lavoro che i tem- pi di recupero. Viene definito da un osservatore esperto che utilizza una scala di riferimento attraverso la quale vengono assegnati valori di ripetitività che variano da 0 a 10 in base a frequenza, velocità dei movimenti e presenza o meno di pau- se oppure in base alle informazioni sul ciclo lavorativo. Il picco di forza è normalizzato con una scala di valori da 0 a 10, e corrisponde ad una percentuale variabile dallo 0% al 100% della forza applicabile da una popolazione di riferimento. Esso può essere determinato con una valuta- zione fatta da un osservatore esperto, o indicato dal lavo- ratore usando la Scala di Borg, o misurato con strumenti quali il dinamometro, o metodi biomeccanici. Da un punto di vista pratico viene scelto un intervallo lavorativo rappresentativo dell’attività in studio, viene fil- mato in modo da poter essere analizzato in seguito da più operatori. Utilizzando la scala del livello di attività ma- nuale e del picco di forza, 3 o più operatori eseguono una valutazione indipendentemente l’uno dall’altro, e successi- vamente le valutazioni vengono confrontate e discusse al fine di assegnare un TLV unico. L’INRS francese ha proposto un suo metodo per la pre- venzione dei disturbi muscoloscheletrici dell’arto superiore (13), definito come un progetto che si fonda sulla ergono- mia applicata alla medicina del lavoro. Il metodo comprende: 1. uno strumento di valutazione preliminare (“depistage”), mediante l’uso della check list dell’OSHA, che permet- te di passare in rivista i differenti punti critici, l’indivi- duazione dei fattori di rischio, le modalità di lavoro ed orienta sulla necessità o meno di approfondimenti; 2. il questionario DMS che permette di registrare in mo- do standardizzato i sintomi ed i giudizi dei lavoratori; 3. infine l’applicazione dell’OREGE (Outil de repérage et d’evaluation des gestes), strumento di approfondimen- to da mettere in atto da parte di competenti in ergono- mia, condotto con il supporto di video e materiale ap- plicativo e che permette anche di evidenziare gli aspet- ti su cui intervenire con misure correttive preventive. Quest’ultimo comprende: – la valutazione della forza con la scala di Latko (da 0 a 10) che tiene conto del peso di oggetti ed utensili, del tipo di presa, della pressione, delle vibrazioni, della temperatura, dei guanti; confrontata con una valutazio- ne su scala 0-10 dell’operatore; – l’analisi delle posizioni articolari; – l’analisi della ripetitività, anch’essa confrontata con una valutazione dell’operatore; – la sintesi dei vari fattori biomeccanici ed il calcolo del- l’indice di rischio. Si è ritenuto pertanto di un certo interesse mettere a di- sposizione di medici del lavoro ed ergonomi una versione italiana dell’OREGE anche per permettere un confronto con gli altri metodi di valutazione più conosciuti e per po- ter individuare di volta in volta quale degli stessi sia più idoneo nella valutazione del rischio. 2. Il metodo di valutazione dei disturbi muscolo scheletrici dell’arto superiore proposto dall’INRS 2.1 Generalità I disturbi muscolo scheletrici (DMS) comprendono di- verse evidenze cliniche tra le quali il dolore è l’espressio- ne più manifesta, spesso associato a difficoltà funzionali che possono a volte essere invalidanti. I DMS coinvolgo- no tutti i segmenti corporei che consentono all’uomo di muoversi e di lavorare, ma è a livello della schiena e del- l’arto superiore che sono più frequenti. Questo lavoro trat- ta dei DMS dell’arto superiore, conseguenza soprattutto di sforzi biomeccanici sostenuti e/o ripetitivi. Lo stress e i fattori psicosociali aumentano questo rischio secondo mo- dalità non ancora ben conosciute. I DMS sono pertanto il risultato di uno squilibrio tra le sollecitazioni biomeccani- che e le capacità funzionali dell’operatore che dipendono dall’età, dal sesso, dalle condizioni psicologiche e fisiolo- giche e dalla storia personale. Quando queste sollecitazioni sono superiori alle capa- cità funzionali, le probabilità di insorgenza di DMS sono maggiori. Al contrario se queste sollecitazioni sono infe- riori, allora il rischio di DMS è lieve. La tabella I proposta dal NIOSH, presenta una sintesi delle relazioni tra i fattori di rischio biomeccanici e i DMS dell’arto superiore. I principali fattori di rischio professionali sono di natu- ra biomeccanica e psicosociale. I fattori di rischio biomeccanici sono: – i movimenti articolari estremi – gli sforzi eccessivi – la ripetitività dei gesti – il lavoro in posizione scorretta Inoltre i tempi di recupero insufficienti aumentano si- gnificativamente l’effetto dei fattori biomeccanici. I fattori di rischio psicosociali sono: – organizzazione del lavoro – controllo sul lavoro – relazioni interpersonali nel lavoro Anche questi giocano ugualmente un ruolo nell’insor- genza dei DMS (25, 3, 12, 17, 2). La figura 1 mostra un’ipotesi di relazione tra il rischio di DMS e le due famiglie di fattori di rischio. Si ritiene inoltre che anche lo stress sia una delle con- seguenze dei fattori di rischio psicosociali.
  • 4. 6 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it Tabella I. Relazione tra i fattori di rischio biomeccanico e DMS dell’arto superiore (25) Regione anatomica Relazione Relazione Relazione (fattore di rischio) molto evidente sospetta evidente CERVICALE E CERVICO-BRACHIALE Ripetitività u Forza u Postura u Vibrazione u SPALLA Ripetitività u Forza u Postura u Vibrazione u GOMITO Ripetitività u Forza u Postura u Combinazione* u MANO/POLSO • Sindrome del tunnel carpale Ripetitività u Forza u Postura u Vibrazione u Combinazione* u • Tendinite Ripetitività u Forza u Postura u Combinazione* u * Combinazione = presenza di almeno 2 fattori di rischio Fattori psicosociali Determinanti della situazione di lavoro Stress DMS Fattori biomeccanici Figura 1. Relazione tra i fattori di rischio psicosociali e biomeccanici e rischio di DMS (ipotesi) FASE DI SCREENING Gli utilizzatori del programma operano senza competenze particolari in ergonomia Gli utilizzatori sono competenti in ergonomia Positivo Negativo Vigilanza SCREENING Programma ergonomico FASE DI INTERVENTO Figura 2. Prevenzione dei DMS 2.2 Prevenzione dei DMS La prevenzione dei DMS è complessa, ed il program- ma per la loro prevenzione comporta 2 fasi: una fase di screening seguita, se necessario, da una fase di interven- to (programma ergonomico). L’utilizzatore sceglie gli operatori che realizzano la fase di screening o di inter- vento (figura 2). Fase di screening La prima fase (screening) prevede l’utilizzo di una “check-list” e se questa fase non viene direttamente effet- tuata da un medico stesso, prevede anche un colloquio con il medico del lavoro. La check-list, descritta nel paragrafo seguente, permette di determinare tramite un punteggio la presenza di fattori di rischio per DMS sul posto di lavoro. Il colloquio con il medico competente permette di va- lutare i dati sanitari sui DMS (casi dichiarati, sintomi la- mentati). È sulla base dei risultati di queste 2 azioni che un lavoro potrà essere considerato a rischio di DMS. Se lo screening è negativo, non si deve intraprendere alcuna azione; al contrario se lo screening rivela l’esisten- za di un rischio di DMS allora si deve avviare lo studio er- gonomico. Fase di intervento La fase di intervento si fonda su un progetto ergonomi- co volto a modificare il lavoro al fine di preservare la sa- lute degli operatori. Al progetto ergonomico devono partecipare diverse fi- gure dell’Azienda, dal datore di lavoro agli operai, al me- dico competente o infermiere, al responsabile della produ- zione o qualità. Tale programma si applica ad un’impresa di una certa dimensione. La diagnosi ergonomica è considerata un elemento in- dispensabile e la premessa a tutte le azioni di trasforma- zione del lavoro (figura 3). La messa in opera del programma ergonomico richiede che: – l’utilizzatore abbia competenze in ergonomia ed espe- rienza nella prevenzione dei DMS; – con lui collaborino diverse figure della Azienda; – vengano utilizzati diversi strumenti specifici per cia- scuna tappa del programma. Di seguito verranno presentati 2 strumenti: ­ un questionario per lo studio delle caratteristiche di la- voro, stress e fattori psicosociali (par. 2.4); ­ uno strumento di valutazione denominato OREGE (Outil de Repérage et d’Evaluation des Gestes = stru- mento di individuazione e di valutazione dei gesti) (par. 2.5) sviluppato dall’INRS. Nella maggior parte delle situazioni l’OREGE è sufficiente per analizzare i gesti del lavoro e quindi per valutare i fattori di rischio. Il programma ergonomico si fonda sulle conoscenze scientifiche disponibili e sui seguenti principi di ergonomia: – la partecipazione di tutte le figure della Azienda – la multidisciplinarietà fondata sulla collaborazione del- le diverse figure coinvolte – l’analisi dei compiti lavorativi.
  • 5. Trasformare illavoro Identificare ifattoridi rischio Analizzare lesituazioni dilavoro Conoscere ilrischio Accordarsi peragire insieme G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 7 www.gimle.fsm.it L’utilizzatore del programma raccoglierà informazioni sull’Azienda per comprenderne l’organizzazione del lavo- ro. Formulerà ipotesi di lavoro da analizzare più dettaglia- tamente. Successivamente, sulla base di tali osservazioni, studierà il programma tecnico e le strategie di intervento stabilendo possibili legami tra l’attività svolta dai lavora- tori, le conseguenze sulla salute, la produzione, arrivando così a prevedere le modalità di trasformazione del lavoro. Il programma ergonomico è una costruzione che com- prende un insieme di fasi prioritarie volte a strutturare l’in- tervento (figura 3). Nella Azienda dovrà essere creato un gruppo addetto ad organizzare e pi- lotare il progetto di prevenzione dei DMS. Il gruppo di lavoro potrà essere costituito da un rappresentante della di- rezione, dai lavoratori, dal medico e in- fermiere di fabbrica, dai responsabili della sicurezza, dai rappresentanti di di- verse funzioni (metodo, qualità) e da un esperto in ergonomia (interno od ester- no). La composizione del gruppo sarà comunque variabile e adattata al contesto della Azienda. Il gruppo di lavoro è il luogo di interazione tra tutte le figure coinvolte ed incaricate di organizzare l’azione di prevenzione. Ciò consente di garantire un’informazione permanente e reciproca. L’esperto in ergonomia coordina il gruppo e conduce il programma. Il programma è organizzato in 3 tappe: sensibilizzare, investigare, prevenire. Per ciascuna di queste tappe, gli obiettivi, gli stru- menti e i documenti da consultare sono presentati nella tabella II. Tabella II. Rappresentazione sintetica delle tappe del programma ergonomico Sensibilizzare Obiettivi Strumenti Documenti da consultare Coinvolgimento di diverse figure Segnalazioni, modifiche Les troubles musculosquelettiques dell’Azienda. du membre supérieur (4) Informare le diverse figure Agir sur... (9) Investigare Obiettivi Strumenti Documenti da consultare Ricerca dei dati: Indagine statistica Patologie professionelle d’hyper • sulla salute dei lavoratori sollecitation (28) • sulle malattie professionali Ricerca dei dati: Rapporti annuali Comprendre le travail pour le trasformer (10) • sul funzionamento dell’Azienda Bilanci • sull’organizzazione del lavoro Obiettivi Persone Strumenti Documenti da consultare da consultare Identificazione dei determinanti: vissuto Lavoratori, Osservazione Comprendre le travail pour le trasformer (10) del lavoro, valutazione dello stress, gruppi di lavoro con o senza organizzazione della produzione Consulenti tabelle o video Questionari Questionaire d’èvaluation du vècu du travail de salariés exposés à des risques des troubles musculoscquelettiques (4) Valutazione dei fattori di rischio Lavoratori OREGE Prèvention des TMS: biomeccanici: Dèpistage, dèmarche ergonomique. • Forza Outil de Repèrage ed d’Evaluation • Ripetitività des Gestes (OREGE), Aptel et coll, 2000 • Postura Prevenire Obiettivi Metodi Ridurre il rischio trasformandolo: La prevenzione passa per la messa in atto di gruppi di lavoro • Progettazione degli strumenti e la messa in opera di interventi sulla base della diagnosi • Progettazione dei prodotti ergonomica • Organizzazione della produzione • Organizzazione del lavoro • Postazione e spazio di lavoro Sensibilizzare– Investigare— ANALIZZARE le situazioni lavorative altri strumenti Questionario Sollecitazioni biomeccaniche CONOSCERE i rischi IDENTIFICARE i fattori di rischio OREGE Accordarsi per agire insieme Prevenire˜ Trasformare le condizioni di lavoro Figura 3. Organizzazione del programma ergonomico
  • 6. 8 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it Nonostante vengano presentati in modo indipendente, tutte le azioni intraprese nel programma ergonomico inte- ragiscono tra loro. – Accordarsi per agire insieme L’obiettivo di questa tappa è di mobilitare le figure del- l’impresa al fine che si accordino per agire insieme grazie all’informazione generale sui DMS basata sulle conoscen- ze attuali. Questa fase di sensibilizzazione permette inoltre di motivare le diverse figure, in particolare: – il datore di lavoro – i responsabili tecnici e gestionali. È indispensabile che vengano fornite a tutti le stesse informazioni sulle modalità di realizzazione del pro- gramma. — Investigare È indispensabile conoscere il rischio, ricercare gli ef- fetti sulla salute degli operatori e conoscere l’organizza- zione sul lavoro. Dati sulla salute degli operatori: – salute (tipo di DMS, numero, gravità) – infortuni – assenteismo – sintomi lamentati dagli operatori. Dati sull’Azienda (non esaustivi): – struttura e funzionamento del processo produttivo – organizzazione del lavoro – occupati, ripartizione per età, per sesso. Questa tappa permetterà di elaborare le prime ipotesi che orienteranno la scelta delle situazioni da analizzare. Analizzare le situazioni di lavoro e identificare i fatto- ri di rischio. L’obiettivo è di individuare la struttura del lavoro, di valutarne i determinanti, in particolare i fattori psicosocia- li e lo stress, al fine di analizzare le situazioni di lavoro a rischio di DMS. Questa tappa permette di fare ipotesi sulle relazioni tra i determinanti e i fattori di rischio di DMS. La tabella III propone una lista di determinanti da controllare in una si- tuazione di lavoro a rischio di DMS (9). La valutazione dei fattori di rischio biomeccanici rappresenta l’ultima tappa dello studio e non può essere condotta efficacemen- te senza formulare prima ipotesi mediante l’analisi del- l’attività. Per valutare i determinanti sono disponibili differenti strumenti come per esempio i questionari, le osservazioni, la registrazione video, etc. Per valutare i 3 fattori di rischio biomeccanici (forza, ripetitività e postura) è stato sviluppato uno strumento chiamato OREGE che permette di precisare il livello di ri- schio legato ai movimenti. ˜ Modificare le situazioni di lavoro Per eliminare i fattori di rischio dei DMS si devono modificare le situazioni di lavoro. I fattori di costrizione sul lavoro possono essere ridotti agendo su: – la progettazione degli strumenti – la progettazione dei prodotti – la postazione di lavoro – l’organizzazione della produzione e l’organizzazione del lavoro. Questa lista non è esaustiva e solo i risultati del pro- gramma ergonomico permettono di proporre progetti di prevenzione adatti all’impresa, centrati sugli operatori fi- nalizzati alla diagnosi precoce dei DMS. Le scelte preventive devono essere studiate e messe in pratica coinvolgendo sempre datore di lavoro e lavoratori. Tabella III. Legame tra i fattori di rischio e i loro determinanti Organizzazione della produzione Dipendenza organizzativa Progettazione degli strumenti Modo di remunerazione Macchinari Ambiente di lavoro Gestione delle competenze, evoluzione della carriera Progettazione dei prodotti, tipo di materiali Gestualità (consegne, procedure) FATTORI DI RISCHIO BIOMECCANICI • forza • ripetitività • postura FATTORI DI RISCHIO DETERMINANTI PROBABILI FATTORI PSICOSOCIALI • stress • insoddisfazione personale • percezione negativa Implementazione Manutenzione Organizzazione del lavoro SENSIBILITÀ PERSONALE
  • 7. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 9 www.gimle.fsm.it 2.3 Strumento di screening: la check-list dell’OSHA Lo “screening” permette di identificare rapidamente la presenza o l’assenza di fattori di rischio di DMS. Costitui- sce la prima tappa del programma di prevenzione e si svi- luppa in 2 fasi. Per utilizzare la “check list” non sono necessarie parti- colari competenze in ergonomia essendo uno strumento di facile utilizzo; tuttavia essa non permette di indicare inter- venti-modifiche delle condizioni di lavoro. La valutazione deve coinvolgere un numero tale di lavoratori da poter giungere alla miglior valutazione possibile, numero che di fatto dipenderà dal numero delle situazioni di lavoro tra lo- ro comparabili. La “check-list” OSHA tiene conto dei seguenti fattori di rischio: – la ripetitività – la forza – la postura – le vibrazioni – il microclima – l’organizzazione del lavoro. Questa check-list si applica a qualsiasi ambiente di la- voro. Se il punteggio supera 5 la situazione di lavoro è considerata a rischio. È necessario che i lavoratori siano coinvolti nella valutazione per garantirne precisione e va- lidità. L’utilizzatore della check-list ricerca la presenza di fat- tori di rischio e stima, per la durata di un ciclo di lavoro, il tempo durante il quale ciascun lavoratore è esposto a cia- scun fattore di rischio messo in evidenza. La check-list OSHA indica un punteggio assegnato a ciascun fattore di rischio in base alla durata dell’esposizio- ne. In quasi tutti i casi è necessario che ci sia una combi- nazione di almeno due fattori di rischio per superare il punteggio di 5. Dopo aver completato la check-list l’utilizzatore deve sommare i singoli punteggi ottenuti. I lavoratori che occu- pano più postazioni nella stessa giornata di lavoro sono nu- merosi. In questo caso si deve valutare con informazioni raccolte dai lavoratori la situazione più frequente. Tabella IV. Dati generali Data Ora Postazione Operatore Descrizione dei compiti realizzati e delle postazioni occupate Tabella V. “Check-list” OSHA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO PER L’ARTO SUPERIORE A B C D E F Fattori Criteri che caratterizzano i fattori Durata da 4 8 + ore note di rischio di rischio da 2 a 8 ore aggiungere 0,5 a 4 ore per ogni h in + Ripetitività 1. Movimenti identici o simili effettuati a intervalli di 1 3 (movimenti delle qualche secondo dita, polso, Movimenti o gesti ripetuti ogni 15 secondi o meno gomito, collo) (l’utilizzo di una tastiera ha una valutazione particolare, vedi sotto) 2. Battitura intensa su una tastiera valutata separatamente 1 3 dagli altri compiti ripetitivi con una cadenza regolare come per l’inserimento dei dati 3. Battitura intermittente sulla tastiera il lavoro alla tastiera 0 1 o altre attività sono alternati regolarmente ad altri lavori che corrispondono al 50-75% del tempo di lavoro Forza 1. Sollevare un carico di più di 5 Kg 1 3 Manuale Sollevare un oggetto pesante o chiuderlo forte con (ripetuta o mantenuta) la mano con una prensione stretta 2. Presa digitale con forza di più di 1 Kg 2 3 Postura incongrua 1. Collo: rotazione, flessione, rotazione del collo da una 1 2 parte o dall’altra di più di 20°, flessione del collo in avanti di più di 20° o estensione in dietro di più di 5° 2. Spalla: arto superiore senza appoggio o gomito più 2 3 alto della metà del torace l’arto superiore è senza appoggio se non ha un supporto per i lavori di precisione delle dita 3. Movimenti rapidi dell’avambraccioprono supinazione 1 2 dell’avambraccio o resistenza alla rotazione di uno strumento es.: uso di un tornio manuale 4. Polso: flessione-estensione flessione del polso con un 2 3 angolo di più di 20° o estensione di più di 30° la flessione/estensione può verificarsi in corso di assemblaggio manuale o inserimento di dati 5. Dita presa digitale energica per schiacciare o tenere 0 1 un oggetto (segue)
  • 8. 10 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it 2.4 Strumento di raccolta e di analisi dei fattori di rischio Nel 1995 è stato messo a punto da INRS un questiona- rio destinato agli operatori esposti a rischio di DMS. Esso permette di evidenziare i DMS e i sintomi di stress e di co- noscere le caratteristiche di un lavoro. La nuova versione del questionario INRS riprende al- cune parti del questionario dell’Università del Wisconsin per l’individuazione dei DMS, dello stress e dei fattori psi- cosociali. 2.4.1 Contenuto Il questionario, è utilizzabile in tutti i settori lavorativi e comprende 127 domande suddivise in 5 capitoli: – il primo indaga generalità e caratteristiche degli opera- tori, – il secondo i sintomi di DMS, – il terzo i principali sintomi di stress, – il quarto i fattori psicosociali, – il quinto le caratteristiche del lavoro e differisce a se- conda della natura del lavoro studiato, infatti oltre al- l’applicazione generale ne esiste una specifica per il la- voro informatizzato. Capitolo 1: Generalità Nel capitolo sulle caratteristiche degli operatori le domande sui dati anagrafici sono state eliminate per rendere anonimo il questionario (un codice è attribuito ad ogni lavoratore). La nuova versione è applicabile a tutti i tipi di lavoro ed alle diverse organizzazioni dello stesso. Capitolo 2: DMS Il capitolo sui DMS è stato modificato sull’esempio del citato questionario americano. Il nuovo questionario per- mette non solo di localizzare il dolore (collo, spalla destra e sinistra, gomito destro e sinistro, polso-mano destra e si- nistra, rachide dorsale o lombare) ma permette l’esame della frequenza e dell’intensità del dolore. Capitolo 3: Stress Il capitolo sullo stress contiene 18 domande, con al- cune domande in più sul nervosismo, sui tremori, sullo stordimento, sulle vertigini, su meteorismo, digestione difficile e i periodi di fatica intensa o di sfinimento. Le prime indagano l’ansia e le seguenti i problemi gastro- intestinali possibile conseguenza di stres. Le ultime sono la manifestazione della terza fase dello stress descritta da Selye (31), fase che si traduce nell’esaurimento sulla capacità dell’organismo di adattarsi agli stimoli stres- santi. Capitolo 4: Fattori psico-sociali Numerosi studi (3, 32, 20) mostrano che gli agenti di stress psico-sociali del lavoro sono associati ai DMS. Carayon e collaboratori (5) tengono conto dei seguenti fattori psico-sociali: le esigenze del lavoro (percezione quantitativa del carico di lavoro, pressione di lavoro, li- vello di attenzione), il controllo sul lavoro (controllo sulle decisioni legate al lavoro, partecipazione), il conte- nuto del lavoro (competizione, incertezza sul proprio compito, abilità richieste), le relazioni sociali (sostegno sociale del superiore e dei colleghi, interazione tra il la- voro e i clienti difficili), gli agenti di stress dell’organiz- Pressione cutanea 1. Pressione di un oggetto duro o tagliente a contatto 1 2 della pelle (a livello del palmo, delle dita, del polso del gomito, della ascella 2. Utilizzo del palmo della mano come un martello 2 3 Vibrazione 1. Vibrazione localizzata (senza ammortizzare le 1 2 vibrazioni) vibrazione proveniente dal contatto delle mani con un oggetto vibrante 2. Essere seduti o sopra una superficie vibrante senza 0 2 ammortizzatori Ambiente 1. Illuminazione insufficiente o abbagliamento impossibilità 0 2 di vedere distintamente (es. riflesso su uno schermo) 2. Basse temperature mani esposte ad una temperatura dell’aria inferiore a 15° in caso di lavori seduti a 4° 1 1 in caso di lavoro leggero a –6° in caso di un lavoro moderato; aria fredda che soffia sulle mani Lavoro a frequenza 1. Cadenza di lavoro non riducibile, ritmo della vincolata macchina, lavoro pagato a cottimo, costante sorveglianza con ordini quotidiani Dare 1 punto se è presente un elemento di non riduzione del ritmo, due punti se ci sono due o più elementi Punteggio (segue Tabella V) A B C D E F Fattori Criteri che caratterizzano i fattori Durata da 4 8 + ore note di rischio di rischio da 2 a 8 ore aggiungere 0,5 a 4 ore per ogni h in +
  • 9. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 11 www.gimle.fsm.it zazione (ambiguità nel ruolo, futuro). La selezione ope- rata a partire dal questionario americano ed inclusa nel- la nuova versione ha incluso i seguenti fattori: carico di lavoro in generale, carico di lavoro attuale, pressione di lavoro, richiesta di attenzione controllo sul lavoro, par- tecipazione, sostegno sociale immediato del superiore e dei colleghi e avvenire professionale. Questi fattori fan- no parte di tutti i tipi di attività. Infine è consigliato di sollecitare l’operatore a esprimere commenti sui fattori indagati. Capitolo 5: Vissuto del lavoro Nel capitolo sul vissuto sul lavoro alcune domande so- no state eliminate. Conviene ricordare che i dati riguar- danti il vissuto del lavoro sono la percezione degli opera- tori delle loro condizioni di lavoro. Questa non sostituisce l’analisi dell’attività, ma la completa e la arricchisce. L’applicazione specifica delle domande sul lavoro informatizzato è stata modificata con nuovi quesiti. 2.4.2 Principi di organizzazione del questionario Nel questionario le risposte “no“ sono codificate 1, le risposte “sì” sono codificate con 2 e le risposte ”non ine- rente“ sono codificate 9. L’attribuzione dei codici è sta- ta effettuata in maniera tale che i valori più elevati cor- rispondono agli effetti giudicati negativi. Questi codici permettono anche una rapida analisi statistica. È peraltro possibile utilizzare anche solo alcuni capitoli del que- stionario. La durata della compilazione è di 20-30 minuti. Se non si dispone del tempo necessario si può rimpiazzare con la griglia OSHA che viene proposta nel paragrafo 2.3. Que- sto questionario può essere utilizzato anche per indagini epidemiologiche. 2.4.3 Consigli di utilizzo Come per tutte le indagini condotte attraverso questio- nari, anche questa deve obbedire alle norme deontologiche enunciate dalla specifica Commissione Nazionale. Capitolo 1: È indispensabile per la persona che utilizza il questio- nario avere la lista degli operatori con il loro numero di codice. Per ciò che riguarda l’anzianità (domande 11 e 12) è necessario riportarla in questo modo: – se è inferiore a due anni, segnare il numero degli anni e dei mesi, – se è uguale o superiore a due anni, segnare solo il nu- mero degli anni. Infatti è importante conoscere l’anzianità di chi ha ap- pena cominciato il lavoro, dopo i due anni è sufficiente il numero degli anni. La risposta “altro” alla domanda 10 si applica agli ap- prendisti o ad altre forme di contratto di lavoro. Capitolo 2: DMS Se il lavoratore lamenta dei dolori al braccio, con- viene riportare la sua risposta alla domanda relativa al- la spalla. Per le algie all’avambraccio, la risposta va riportata al- la domanda relativa al gomito. Infine i dolori alla mano includono sia quelli alle dita che al palmo. Se l’operatore non lamenta dolore ad un’articolazio- ne, alla frequenza e all’intensità si dovrà assegnare un codice 9. Per la frequenza del dolore le equivalenze sono le se- guenti: – quasi mai = ogni 6 mesi – raramente = ogni 2 o 3 mesi – a volte = ogni mese – frequentemente = ogni settimana – quasi sempre = ogni giorno Capitolo 4: Fattori psicosociali Alcune domande devono essere spiegate all’operatore. Così la domanda 64 “il suo lavoro la obbliga ad essere molto produttivo?” è volta a sapere se si esige molto dal- l’operatore. Tre domande comportano l’opzione “non applicabile” (codice 9) nelle loro risposte. Sono: 79 può prendere iniziative nel suo lavoro? 89 il suo superiore è disponibile ad ascoltare i suoi pro- blemi personali? 90 i suoi colleghi sono disponibili ad ascoltare i suoi problemi personali? La risposta “non applicabile” alla domanda 79 è per le persone il cui lavoro non giustifica tale possibilità e alle domande 89 e 90 alle persone che non si confidano con gli altri. Capitolo 5: Vissuto del lavoro Il capitolo inerente al lavoro al VDT riguarda sia la consultazione che l’inserimento di dati, la stesura di testi, la pubblicazione, la programmazione, la fotocomposizio- ne, le mansioni creative. Conviene peraltro precisare le ca- ratteristiche della tastiera. 2.4.4 Aiuto alla elaborazione dei dati Referenziale L’analisi dei dati si limita ad una cernita dei dati e a un confronto del tasso dei sintomi di stress ottenuto in una specifica situazione lavorativa con quello della popolazio- ne di riferimento. In tabella VI sono presentati i risultati ot- tenuti dall’INRS con due gruppi di lavoratrici addette a vi- deo terminali (7). Il primo gruppo è considerato come par- ticolarmente stressato e il secondo meno. La tabella VI in- dica la frequenza in percentuale dei sintomi di stress per 8 caratteristiche che sono spesso presenti nel questionario sullo stress. Punteggi L’analisi dei dati può essere anche effettuata attribuen- do specifici punteggi (Allegato 2) stabiliti a partire dalle ri- sposte sui DMS, sintomi di stress e fattori psicosociali. L’attribuzione di punteggi viene utilizzata anche negli stu- di recentemente pubblicati (5, 29). I punteggi facilitano
  • 10. 12 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it l’interpretazione dei risultati perché riducono il numero dei dati, va sottolineato però che l’interpretazione deve es- sere prudente. Così per lo stress le cui risposte sono “mai” o “raramente”, “qualche volta”, “abbastanza spesso”, “molto spesso” o “costantemente”, un punteggio di alme- no 17 rappresenta una risposta diversa da “mai” o “rara- mente”. Per i fattori psicosociali un valore di 50 rappre- senta una percezione negativa dei fattori. L’ideale sarebbe di disporre di una popolazione di controllo o di poter fare indagini caso-controllo. DMS Per i DMS un punteggio che ingloba spalla, gomito e polso-mano viene calcolato per ogni arto superiore. Il punteggio di localizzazione non ha un valore diagnostico, ma permette di individuare i lavoratori che hanno algie in più articolazioni. Nonostante il collo sia embriologica- mente incluso nell’arto superiore, necessita di un punteg- gio separato. I punteggi vengono ugualmente calcolati per ciascuna articolazione; essi integrano, come il punteggio del collo, la valutazione della frequenza e dell’intensità dei dolori. che delle risposte sono convertite su una scala disconti- nua (eccetto per le scale di autovalutazione che sono continue) per le scale da 0 a 100 (da 25 a100 per l’in- tensità dei sintomi di DMS), al fine che tutte le risposte abbiano lo stesso peso, poi sommate e divise per il nu- mero di domande comprese in un gruppo. Questi pun- teggi sono calcolati per ciascun lavoratore. Per semplifi- care i calcoli la codifica da utilizzare per le scale a 4 va- lori è 0, 33, 66, 100. L’esempio di seguito illustra per un operatore il calco- lo del punteggio di ansia derivante dalle risposte alle se- guenti 8 domande: – sensazione di malessere allo stomaco = 1 (mai o raramente) 0 – sensazione di tensione, di contrazione = 2 (qualche volta) 33 – ansietà =1 (mai o raramente) 0 – irritabilità = 2 (qualche volta) 33 – stato depressivo = 2 (qualche volta) 33 – difficoltà ad addormentarsi = 3 (abbastanza spesso) 66 – insonnia = 1 (mai o raramente) 0 – periodi di fatica intensa o di spossatezza = 3 (abbastanza spesso) 66 Punteggio di ansia = (0 + 33 + 0 + 33 + 33 + 66 + 0 + 66) / 8 = 28.9 quindi 29 Per le domande 79 89 90 relative ai fattori psicosocia- li, la risposta “non applicabile” ha un valore di codifica 0. Infatti una tale risposta a queste domande viene considera- ta come non penalizzante per l’operatore. 2.4.5 Versione informatizzata Il questionario è disponibile in versione informatizzata che permette di accorciare i tempi di compilazione. Questa versione è stata creata grazie a DELPHI 4.0®, software compatibile con “Windows 95”. I dati sono esportabili sul programma “Excel®” per il calcolo automatico dei punteggi. Si ricorda: – in questa matrice l’anzianità è espressa in anni (es. 1 anno e 6 mesi = 1.5 anni) – non è possibile aprire in “Excel®” indagini realizzate con la versione precedente 2.4.6 Conclusioni Il calcolo del punteggio dei fattori psicosociali do- vrà permettere una miglior analisi delle relazioni tra i differenti aspetti, per es. tra DMS e stress o tra fattori psicosociali e stress. In ogni modo questi strumenti non sono per sé stessi sufficienti per inquadrare il rischio di DMS. Infatti è indispensabile che i dati raccolti tramite questionario siano completati con quelli ottenuti con lo studio ergonomico che includa una valutazione dei ge- sti dell’operatore. Il questionario costituisce comunque un mezzo di valutazione utile per le indagini epidemio- logiche. Tabella VI I° gruppo II° gruppo Palpitazioni 44 21 Precordialgie 36 14 Ansia 70 32 Irritabilità 71 32 Depressione 57 26 Difficoltà ad addormentarsi 41 34 Insonnia 33 19 Sonno agitato 45 14 Stress Per i sintomi di stress sono calcolati 4 punti a partire dai problemi cardiovascolari (domande 44 e 45), di ango- scia (domande 46 e 48), gastrointestinali (domande da 49 a 53) e di ansia (domande da 54 a 61). Fattori psicosociali I fattori psicosociali sono ugualmente raggruppati in punteggi per i gruppi di: carico di lavoro in generale (do- mande da 63 a 65), carico di lavoro attuale (domande 66, 69 e71), la pressione di lavoro (domande 67, 68, 70 e 72), le richieste attese (domande 73 e 74), il controllo sul lavo- ro (domande da 75 a 79), la partecipazione (domande da 80 a 82), il sostegno sociale dell’immediato superiore (do- mande 83, 85, 87 e 89) e l’avvenire professionale (doman- de 91 e 92). Modalità di calcolo dei punteggi Secondo la modalità utilizzata da Carayon e collabo- ratori (5), il principio di calcolo è il seguente: le codifi-
  • 11. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 13 www.gimle.fsm.it 2.5 OREGE (OUTIL DE REPÉRAGE ET D’EVALUATION DES GESTES, STRUMENTO PER L’INDIVIDUAZIONE E LA VA- LUTAZIONE DEI GESTI) OREGE è stato ideato per la valutazione dei fattori di rischio biomeccanici per i DMS dell’arto superiore. È uno strumento che non può essere utilizzato al di fuori del metodo ergonomico presentato nella prima par- te di questo lavoro. La sua messa in opera richiede ne- cessariamente di essere competenti in ergonomia e aver seguito adeguati corsi di formazione nell’uso dello stru- mento. 2.5.1 Attese ed obiettivi “OREGE” è uno strumento analitico che si inserisce nel procedimento ergonomico di prevenzione dei DMS. È analitico perché i 3 fattori di rischio biomeccanici sono va- lutati separatamente. È completo perché viene considerato tutto l’arto superiore. L’OREGE si adatta a priori a tutti i tipi di lavoro. Chi utilizza l’OREGE viene denominato uti- lizzatore. L’utilizzatore di questo strumento deve essere competente in ergonomia e disporre del tempo necessario. Grazie all’OREGE, l’utilizzatore giungerà ad una “dia- gnosi” di rischio fondato sulla valutazione dei 3 fattori di rischio biomeccanici che dovrà integrare con le informa- zioni raccolte nel corso della sua analisi del posto e tipo di lavoro. L’OREGE permette di valutare i seguenti fattori di ri- schio biomeccanici: – sforzo, – posizioni articolari estreme (postura incongrua), – ripetitività. 2.5.2 Contenuto OREGE si presenta sotto forma di documenti cartacei, indispensabili per valutare i fattori di rischio biomeccani- ci. È composto da 3 parti. La prima parte permette di rac- cogliere le informazioni generali relative all’impresa, l’at- tività degli operatori osservati e di descrivere le azioni di lavoro. La seconda parte permette di valutare i fattori bio- meccanici. L’ultima contiene la sintesi delle diverse valu- tazioni, in termini di definizione del rischio. OREGE viene applicato ad azioni di lavoro che ven- gono definite come elementi dell’attività di lavoro del- l’operatore. OREGE non può quindi essere utilizzato senza una preliminare analisi dell’attività che garantisca la comprensione e la individuazione delle azioni da va- lutare. Vengono considerati sia l’arto superiore destro che il sinistro. Il ciclo di lavoro si scompone in azioni. Secondo il pro- getto europeo EN 1005-1 (27) un’azione è un’attivazione di uno o più muscoli durante l’esecuzione di un compito, in opposizione al riposo; per esempio prendere un oggetto, avvitare qualcosa, etc. Per tempi di ciclo relativamente lunghi, si può consi- derare una periodicità che verrà chiamata sottociclo e le azioni verranno contate in questo sottociclo. L’analisi del- l’attività permetterà anche di registrare i rischi della pro- duzione. OREGE deve essere sistematicamente utilizzato su più cicli di lavoro non consecutivi al fine di poter tener conto di questi rischi. Infine è necessario chiedere all’o- peratore il suo parere sulle azioni e sul ciclo di lavoro da valutare. L’ordine di registrazione dei 3 fattori di rischio deve essere rispettato: 1- sforzo, 2- posizione dell’articolazione, 3- ripetitività, perché l’esperienza ha dimostrato che sepa- rare la valutazione della ripetitività da quella della forza causa errori. La durata della valutazione dei fattori di ri- schio biomeccanici in una postazione di lavoro con ORE- GE richiede da 1 a 2 ore. 2.5.3 Valutazione della forza La forza è definita come la contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli. Quando si utilizzo OREGE, la forza viene valutata globalmente per ciascuna delle azioni recuperate. La valutazione della forza passa attraverso 3 tappe fondamentali: ­ ricercare la presenza di indici di forza che aiuteranno a realizzare la valutazione; una lista di tali indici verrà presentata di seguito; ­ proporre all’operatore una scala di autovalutazione del- la forza, senza mostrargli quella dell’utilizzatore per non influenzare le sue risposte; ­ confrontare le 2 valutazioni per decidere il valore da adottare. Scala di valutazione completata dall’utilizzatore La forza viene valutata dall’utilizzatore tramite una scala di valutazione proposta da Latko (18). Livelli di for- za crescenti costituiscono questa scala i cui estremi sono costituiti da delle frasi (figura 4). Figura 4. Scala di valutazione della forza (18) Per stimare la forza realizzata dall’operatore, l’utilizza- tore si baserà sulla ricerca degli indici seguenti. Peso degli oggetti e degli utensili Il limite ammissibile si colloca tra 1 e 2 Kg. Questo li- mite non è che un valore indicativo che vale solo per l’at- tività gestuale nella postazione di lavoro. Non si applica al trasporto dei carichi. Tipo di presa La presa di “riferimento” è la presa a piene mani. Tutte le altre prese vengono considerate come più sol- lecitanti.
  • 12. Pressione (contatto mano/strumento) Conviene evitare tutte le cause di pressione considera- ta, per esempio l’utilizzo della mano come martello. Vibrazioni (mano e braccia) Tutta l’utilizzazione di uno strumento vibrante deve es- sere presa in considerazione come un fattore potenziale di ipersollecitazione. Temperatura La temperatura dell’ambiente e degli oggetti presi in mano devono essere superiori a 18°C. Se non è così allora l’azione viene considerata più sollecitante. Guanti Portare guanti deve essere considerato come un fattore di ipersollecitazione. Effetto coppia L’utilizzo di un utensile il cui uso genera una coppia è un potenziale fattore di ipersollecitazione. L’utilizzatore deve quin- di cercare la presenza di uno o più di questi indici prima di completare la scala di va- lutazione. Deve in seguito proporre all’operatore la scala di autovalutazione. Scala di autovalutazione presentata all’operatore L’operatore stima la for- za dell’azione indicata dal- l’utilizzatore tramite l’aiuto di una scala di autovaluta- zione (figura 5). La doman- da posta è la seguente: “Per questa azione come valuti la forza?” Confronto con l’operatore La valutazione della forza è il frutto di una sintesi tra la valutazione dell’operatore e quella dell’utilizzatore (con- fronta la tabella di sintesi). 2.5.4 Posizioni articolari La valutazione degli an- goli viene effettuata partire dall’osservazione delle posi- zioni articolari dell’arto su- periore. La figura 6 defini- sce la zona accettabile o di comfort per le differenti arti- colazioni: il collo, la spalla, il gomito, il polso. I limiti vengono fissati dalle norme europee (27) o nel metodo RULA (21). Le posizioni articolari vengono così definite: 1 zona articolare di comfort, accettabile 2 zona articolare non raccomandata 3 zona articolare da evitare La dicitura ottenuta corrisponde ad un livello di ri- schio. La nota 3 viene attribuita esclusivamente alla spalla. Ciò significa che solo le zone articolari estreme della spal- la sono considerate come da evitare. Ciò in conformità ai dati bibliografici disponibili (25). Se la stessa postura è mantenuta per numerosi minuti, ciò fa aumentare la nota di un punto. Per il polso va au- mentato il punteggio di un punto in caso di abduzione o adduzione estreme. 14 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it Figura 5. Scala di autovalutazione della forza Figura 6. Zone articolari accettabili o di comfort e zone a rischio: 1 accettabile; 2 non raccomandato; 3 deve essere evitato
  • 13. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 15 www.gimle.fsm.it Infine rimane da valutare l’angolo per la prono-supina- zione. In effetti è la ripetitività dei movimenti di prono-su- pinazione il fattore di rischio e non la posizione articolare. 2.5.5 Ripetitività La valutazione della ripetitività segue la stessa logica della forza, con la differenza che questa viene riferita ad una durata e non ad un’azione. Infatti contrariamente ai primi due fattori biomeccanici, la ripetitività viene valuta- ta su un minuto per i cicli di lavoro inferiori al minuto o su tutta la durata del ciclo per quegli superiori al minuto. Per valutare questo fattore di rischio si deve tener conto della ripetitività dei gesti nella loro globalità e non quella dei movimenti di ciascun segmento articolare dell’arto superiore. 2.5.6 Scala di valutazione completata dall’utilizzatore È costituita da frasi che definiscono il grado di intensità e di ripetitività. La figura 7 mostra che si devono valutare i movimenti dell’arto superiore e non il ritmo di lavoro. Figura 8. Scala visiva relativa alla ripetitività (nulla - massima) Figura 7. Scala di valutazione della ripetitività (18) 2.5.7 Scala di autovalutazione presentata all’operatore L’operatore trascrive su questa scala (fig. 8) il grado di ripetitività percepito. La domanda posta è la seguente: ”Come valuti la ripe- titività dei tuoi gesti di lavoro?” Tabella VII. Profilo dei fattori di rischio biomeccanico Fattori di rischio biomeccanico Forza Angolo Ripetitività Azione Scala Valore Collo Spalla Gomito Polso Valore da Scala Valore da da considerare considerare considerare Ciclo 1 1 2 3 4 5 Ciclo 2 1 2 3 4 5 Ciclo 3 1 2 3 4 5 Ciclo 4 1 2 3 4 5 Sinistra Destra Sinistra Destra Sinistra Destra 2.5.8 Confronto con l’operatore La valutazione della ripetitività è frutto di una sintesi tra il valore definito dall’operatore e quello definito dal- l’utilizzatore. 2.5.9 Sintesi L’utilizzatore giunge alla definizione del rischio a par- tire dall’insieme degli elementi raccolti tramite la valuta- zione dei 3 fattori biomeccanici. Questa definizione viene effettuata in 3 momenti. In- nanzitutto è necessario raccogliere in una tabella i dati rac- colti per le differenti azioni e cicli di lavoro per tracciare il profilo dei fattori di rischio biomeccanici (tabella VII). Poi dovrà sintetizzare la valutazione dei fattori di rischio per ciascuna azione (tabella VIII) e giungere alla definizione del rischio. Ciascuna azione sarà classificata secondo 3 li- velli di rischio, in conformità con le raccomandazioni del- le norme europee. Ciò potrà condurre a tracciare un pro- gramma di possibili soluzioni. Quindi verranno raccolti nella tabella i dati dei fattori di rischio per spalla, gomito, polso, riportando i valori più alti osservati.
  • 14. 16 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it Poi per giungere alla definizione “diagnosi” di rischio l’utilizzatore dovrà: u sintetizzare il profilo di rischio per ciascuna azione a partire dalle valutazioni emergenti dai vari cicli, u definire un valore rappresentativo della posizione arti- colare, u decidere il livello di rischio secondo le 3 classi propo- ste dalle norme europee. Per ciò che concerne la posizione articolare, per calco- lare il valore rappresentativo vanno considerate le seguen- ti regole: ­ se una nota di 3 è stata attribuita alla spalla allora il punteggio da utilizzare sarà di 3, ­ le cifre più elevate devono orientare la scelta della no- ta da considerare, ­ le posizioni articolari mantenute devono influenzare la scelta del valore da considerare, ­ la sintesi non è una media aritmetica dei dati raccolti. 3. Discussione e conclusioni OREGE non è una risposta definitiva alla valutazione dei fattori di rischio biomeccanico. È un compromesso di- namico ispirato ai dati presentati nella letteratura scientifi- ca. È di facile messa in opera, non necessita di mezzi par- ticolari e si fonda sulla competenza di chi lo utilizza. È dunque un mezzo operativo. Il rispetto dei principi che hanno guidato chi ha steso l’OREGE è la garanzia di coe- renza ed il mezzo di competenza. L’OREGE è stato testa- to in varie imprese ed ha dato risultati soddisfacenti. Con la futura diffusione del suo utilizzo se ne potrà meglio va- lutare la pertinenza. La discussione circa praticabilità, accuratezza, preci- sione di metodi di valutazione del rischio come OREGE è ancora aperta, e lo confermano pareri di autorevoli autori come Kilbom (16), la quale a proposito dei metodi anali- si finalizzati al calcolo di indici quantitativi di rischio os- serva che “i presupposti scientifici di questi indici sono deboli e devono essere compiuti ancora molti sforzi per validarli”. Li e Buckle (19) a loro volta elencano tra i problemi a lo- ro avviso irrisolti, come quello della “dose” per il quale ri- chiamano la scarsa conoscenza sull’importanza relativa dei singoli fattori di rischio, le difficoltà nella ponderazione di ogni singolo fattore, l’assenza di consenso sulla “dose” effi- cace o meglio sulla sua applicabilità in questo contesto. Quest’ultimo aspetto si collega alla multifattorialità del DMS o come dicono gli autori al fatto che “siamo di fronte ad un problema di rischio composto per il quale vi è scarsa conoscenza circa l’interazione tra i singoli fatto- ri, non vi sono evidenze epidemiologiche circa la veridi- cità della quantificazione in unico score; gli score sono basati su un compromesso tra il conosciuto ed il non co- nosciuto, e spesso utilizzati per valutare situazioni per le quali non sono stati concepiti”. Viene poi richiamata l’im- portanza dell’identificazione della mansione, poiché os- servatori diversi ottengono classificazioni diverse dello stesso lavoro, poiché le classi di lavorazione non offrono un supporto pratico per interventi ergonomici, perché vi è la necessità di suddividere la mansione in sub-mansioni da analizzare separatamente. Si soffermano infine sulla vera e propria applicabilità dei metodi molto complessi mentre dovrebbero al contrario essere rapidi, di facile uso, flessibili per adattarsi a compiti numerosi e complessi, non richiedere la raccolta di dati non necessari, completi. Sempre a proposito degli schemi di valutazione vale la pena di ricordare come il citato report dell’Agenzia Euro- pea di Bilbao (8), dopo aver sottolineato come non esistes- sero metodi analitici validati per quantificare l’esposizio- ne, ne tracciava le seguenti caratteristiche: • basso costo, facilità di apprendimento e rapidità d’uso; • applicabilità a tutti gli aspetti della vita lavorativa; • ripetibilità delle misure; • assenza di interferenze con l’attività lavorativa da ana- lizzare; • elevate validità e sensibilità; • codificabilità dei dati per la memorizzazione e le analisi. Alla luce dell’applicazione del metodo che abbiamo sperimentato su alcuni compiti lavorativi a rischio sono emerse problematiche che proponiamo alla discussione e verifica di chi intenderà applicarlo. 1 - Nella premessa all’OREGE si afferma che questo strumento non può essere utilizzato fuori dal procedimen- to ergonomico presentato nelle prime parti del metodo completo per la valutazione dei disturbi dell’arto superio- re. Se si decide di proporlo come singolo metodo per la va- lutazione dei fattori di rischio biomeccanici o se si lascia all’utente la scelta di non utilizzarlo in associazione a “de- pistage”, “OSHA e questionario DMS (in questo caso non mancherebbero le altre parti del documento che descrivo- no nel dettaglio le caratteristiche del lavoro come ad esem- pio la check list OSHA che valuta i fattori di rischio con indici numerici modificati sulla base della durata del com- pito sollecitante all’interno del turno di lavoro) o anche so- Tabella VIII. Sintesi dei fattori di rischio biomeccanici e definizione del rischio Fattori di rischio biomeccanico Definizione Descrizione del rischio* Forza Angolo Ripetitività ( , Æ , ) (da 0 a 10) (da 1 a 3) (da 0 a 10) Azione 1 Azione 2 Azione 3 Azione 4 Azione 5 * accettabile; Æ non raccomandato; da evitare
  • 15. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 17 www.gimle.fsm.it ALLEGATO I QUESTIONARIO SUI DISTURBI 1 – PARTE GENERALE MUSCOLOSCHELETRICI 2 – DMS (versione ottobre 2000) 3 – STRESS 4 – FATTORI PSICOSOCIALI d’origine professionale 5 – TIPO DI LAVORO 5.1 Lavoro manuale 5.2 Lavoro al VDT 1 – PARTE GENERALE 1 - Data della compilazione: …………………………………………………………………………………………………………….. 2 - N° di domande: ………………………………………………………………………………………………………………………. 3 - Data di nascita: …………………………………………………………………………………….………………………………… 4 - Anni: ………………………………………………………………………………………………..………………………………… 5 - Sesso: Maschio = 1 ¤ Femmina = 2 ¤ 6 - Altezza (cm): ……………………………………………………………………………………….………………………………… 7 - Peso (kg): …………………………………………………………………………………………...………………………………… 8 - Destro = 1 ¤ Mancino = 3 ¤ Ambidestro = 2 ¤ 9 - Lenti correttive: No = 1 ¤ Lenti = 2 ¤ Lenti progressive = 3 ¤ Bifocali = 4 ¤ Altro = 5 ¤ 10 - Qual è la natura del suo contratto di lavoro? Tempo indeterminato = 1 ¤ Tempo determinato = 2 ¤ Interinale = 3 ¤ Altro = 4 ¤ Da quanti anni lavora? 11 - Dal 1° impiego: ……………………………………………………………………………………………………………… 12 - In questa azienda: …………………………………………………………………………………………………………………... lamente per fornire allo strumento OREGE una maggiore completezza nella definizione del rischio, dovrebbero es- sere inseriti alcuni fattori di correzione. Per esempio la definizione del rischio ottenuta median- te l’applicazione di OREGE potrebbe essere corretta, con fattori demoltiplicativi, per il tempo trascorso all’interno del turno a svolgere operazioni che espongono a fattori di rischio biomeccanici ovvero a sforzi biomeccanici soste- nuti e/o ripetitivi. Una proposta potrebbe essere la seguente, fatto pari al 100% azioni o compiti sovraccaricanti svolti per 8 ore tur- no. 6 ore/turno = fattore 0,75, 4 ore/turno = fattore 0,50, 2 ore/turno = fattore 0,25, con possibilità di utilizzare fattori intermedi calcolati dall’utilizzatore per tempi diversi. 2 - Nel documento viene proposto di applicare OREGE ad ogni singola azione tecnica. Visto che si propone di valutare la forza e l’angolo articolare ad ogni azione mentre la ripetitività va riferita a tutta la durata del compito si potrebbe proporre di effettuare una valutazione globale della mansione (accompa- gnata da singole valutazioni per ogni operazione che la com- pone e per ogni azione tecnica che compone l’operazione). 3 - Al termine dell’applicazione di OREGE si giunge alla definizione delle 3 classi di rischio per forza, ripetiti- vità ed angolo articolare (accettabile, ma non raccomanda- bile, da evitare). Si potrebbero inserire dei range numerici per definire le tre classi di rischio. Ad esempio forza (0-10): accettabile 0- 3, non raccomandato 4-6, da evitare 7-10; ripetitività (0-10): accettabile 0-3, non raccomandato 4-6, da evitare 7-10; an- golo (0-3): accettabile 1, non raccomandato 2, da evitare 3. 4 - Le scale di autovalutazione della forza e della ripe- titività proposte agli operatori danno adito a possibili so- vrastime poiché prive di indicazioni numeriche o di defi- nizioni. Si potrebbe accompagnare la scala presentata al- l’operatore con i blocchi di definizione dell’entità di forza e ripetitività che accompagnano le scale degli utilizzatori. Ad esempio ripetitività lieve (0-2): mano non occupata la maggior parte del tempo, non devo compiere movimenti regolari, 2-1 attività breve interrotta da lunghi periodi di pausa ecc. In questo ruolo l’operatore potrebbe essere la- sciato più libero nella compilazione della scala e quindi meno condizionato dalla presenza di un utilizzatore poiché la scala sarebbe sufficientemente spiegata ed inoltre non si verificherebbero sovrastime od eventualmente sottostime nel rappresentare un valore su una linea con le sole defini- zioni agli estremi.
  • 16. 18 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it 13 - Lei svolge più mansioni? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ Non inerente = 9 ¤ 14 - Come lavora? Par time = 1 ¤ Giornata = 2 ¤ 2 x 8 = 3 ¤ 3 (o più) x 8 = 4 ¤ Notte = 5 ¤ Settimana corta = 6 ¤ 15 - Se lavora a turno, qual è il periodo più faticoso? Mattina = 1 ¤ Pomeriggio = 2 ¤ Notte =3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 2 – DMS 16 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi problemi (indolenzimento, dolori, fastidio) a livello del collo? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 17 - Qual è stata la frequenza dei problemi? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ (ogni 6 mesi) (ogni 2 o 3 mesi) Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ (tutti i mesi) (ogni 8 giorni) Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ (ogni giorno) 18 - Qual è l’intensità dei problemi? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 19 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della parte alta della schiena? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 20 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 21 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 22 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (dolori, fastidi) a livello della parte bassa della schiena? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 23 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 24 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 25 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della spalla destra? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 26 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 27 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 28 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello della spalla sinistra? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 29 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 30 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 31 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del braccio destro? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 32 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 33 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 34 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del braccio sinistro? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 35 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 36 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 37 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del polso - mano destro? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
  • 17. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 19 www.gimle.fsm.it 38 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 39 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 37 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del polso - mano destra? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 38 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 39 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 40 - Ha avuto negli ultimi 12 mesi dei problemi (indolenzimento, dolori, fastidi) a livello del polso - mano sinistra? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 41 - Qual è stata la frequenza di questo problema? Quasi mai = 1 ¤ Raramente = 2 ¤ Ogni tanto = 3 ¤ Di frequente = 4 ¤ Quasi sempre = 5 ¤ Non inerente = 9 ¤ 42 - Qual è l’intensità di questo problema? Leggero = 1 ¤ Moderato = 2 ¤ Forte = 3 ¤ Insopportabile = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 3 – STRESS 43 - Da quando lavora qui, è stressato(a)? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Molto = 3 ¤ Enormemente = 4 ¤ Durante gli ultimi 12 mesi, ha risentito di: 44 - Palpitazioni: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 45 - Dolori al petto: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 46 - Debolezza fisica: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 47 - Nervosità o turbamenti: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 48 - Capogiri o vertigini: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 49 - Bocca secca: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 50 - Bruciori di stomaco: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 51 - Gonfiore addominale: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 52 - Digestione difficile: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 53 - Stipsi o diarrea: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 54 - Sensazione di avere lo stomaco chiuso: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 55 - Sensazione di tensione, contrazione: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 56 - Ansia: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 57 - Irritabilità: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 58 - Stati depressivi: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 59 - Difficoltà ad addormentarsi: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 60 - Insonnia: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤
  • 18. 20 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it 61 - Periodi di fatica intensa o di spossatezza: Mai o raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso o costantemente = 4 ¤ 62 - Ha preoccupazioni immotivate? No = 1 ¤ Professionali = 2 ¤ Familiari = 3 ¤ 4 – FATTORI PSICOSOCIALI D’origine professionale 63 - È obbligato a lavorare molto velocemente? Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤ 64 - Deve garantire una elevata produttività? Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤ 65 - Generalmente, è molto impegnato? Raramente = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Abbastanza spesso = 3 ¤ Molto spesso = 4 ¤ 66 - In questo momento, è molto impegnato? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 67 - È oberato dal suo lavoro? Mai = 1 ¤ Di volta in volta = 2 ¤ Spesso = 3 ¤ Sempre = 4 ¤ Come si colloca nelle seguenti condizioni del suo lavoro? 68 - Il lavoro è vincolato (in generale)? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 69 - In questo momento? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 70 - Accumula ritardi nel completare il suo lavoro (in generale)? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 71 - In questo momento? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 72 - Vi sono obbiettivi di rendimento (cottimo)? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 73 - Il suo lavoro necessita di elevata attenzione? Mai = 1 ¤ Di volta in volta = 2 ¤ Spesso = 3 ¤ Sempre = 4 ¤ 74 - Qual è il rischio di errore nel suo lavoro se manca di concentrazione per un momento? Alcuno = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 75 - Può scegliere l’ordine con il quale svolgere i suoi compiti? Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤ Molto poco = 5 ¤ 76 - Può decidere quale quantità di lavoro che si presta ad effettuare? Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤ Molto poco = 5 ¤ 77 - Può lavorare come vorrebbe? Liberamente = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Moderatamente =3 ¤ Un po’ = 4 ¤ Molto poco = 5 ¤ 78 - Quale influenza ha sulla qualità del lavoro che vi è affidato? Molto grande = 1 ¤ Molta = 2 ¤ Moderata = 3 ¤ Poca = 4 ¤ Molto poca = 5 ¤ 79 - Può prendere iniziativa nel suo lavoro? Spesso = 1 ¤ Qualche volta = 2 ¤ Raramente = 3 ¤ Mai = 4 ¤ Non inerente = 9 ¤ 80 - Ha preso parte a delle decisioni riguardanti il suo lavoro? Sempre = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤ Praticamente mai = 5 ¤ 81- Partecipa all’organizzazione del suo lavoro? Sempre = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤ Praticamente mai = 5 ¤ 82 - Decide lei quale parte del lavoro effettuare? Enormemente = 1 ¤ Molto = 2 ¤ Saltuariamente=2 ¤ Poco = 3 ¤ Praticamente mai = 5 ¤ Le persone seguenti lasciano in caso di necessità il loro lavoro per aiutarla nel suo? 83 - I suoi superiori più vicini Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ 84 - I suoi colleghi Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤
  • 19. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 21 www.gimle.fsm.it È facile discutere con le seguenti persone? 85 - I suoi superiori gerarchicamente più vicini Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ 86 - I suoi colleghi Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ Può contare sulle persone seguenti in caso di difficoltà nel lavoro? 87 - I suoi superiori più vicini Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ 88 - I suoi colleghi Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ Le persone seguenti sono disponibile ad ascoltare i suoi problemi personali? 89 - I suoi superiori gerarchicamente più vicini Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 90 - I suoi colleghi Molto = 1 ¤ Abbastanza = 2 ¤ Un po’ = 3 ¤ Per niente = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ Secondo lei, quanto è probabile che il prossimo anno: 91 - Il suo impiego sia soppresso? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 92 - Il suo lavoro sia automatizzato? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ Mettere una croce sulle linee nel punto che meglio corrisponde al suo giudizio 93 - Quale interesse ha per il suo lavoro? Nessuno Enorme 94 - Come giudica la complessità del suo lavoro? Leggera Forte 5 – TIPO DI LAVORO 5.1 Lavoro manuale 95 - Si tratta di un lavoro a catena? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ Secondo lei 96 - Il vincolo ai tempi di lavoro è Inesistente Insopportabile 97 - I gesti del lavoro sono ripetitivi? Per niente Molto 98 - La cadenza è Lenta Molto rapida 99 - La forza muscolare richiesta è Leggera Molto elevata 100 - Il lavoro necessita di movimenti precisi e molto fini? Per niente Molto 101 - Dopo il suo lavoro, la fatica muscolare dei suoi arti superiori è Inesistente Molto intensa 102 - Utilizza di più una mano dell’altra? No = 1 ¤ Mano destra = 2 ¤ Mano sinistra = 3 ¤ Ha già provato la sensazione di: 103 - Freddo (<10°C): Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ 104 - Umidità: Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ 105 - Brividi: Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ 106 - Calore: Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ 107 - Polverosità: Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ Quali sono i 3 utensili più difficili che impiega? 108 - …………………………………………………………….. 109 - …………………………………………………………….. 110 - …………………………………………………………….. 111 - Secondo lei, durante il lavoro, la temperatura delle sue mani è Né calda né fredda = 1 ¤ Piuttosto calda = 2 ¤ Piuttosto fredde = 3 ¤
  • 20. 22 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it 112 - Secondo lei, gli utensili che utilizza vibrano? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Molto = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 113 - Quali sono gli strumenti vibranti? …………………………………………………………………... …………………………………………………………………... 114 - Questa vibrazione la disturba? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Molto = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 115 - Porta dei guanti? Sì = 2 ¤ No = 1 ¤ 116 - La pressione che esercitate sull’oggetto che lavorate è: Molto leggera = 1 ¤ Leggera = 2 ¤ Media = 3 ¤ Forte = 4 ¤ Molto forte = 5 ¤ 117 - Quale proposta fa per ridurre il rischio di disturbi muscolo scheletrici e migliorare le condizioni di lavoro? …………………………………………………………………... …………………………………………………………………... …………………………………………………………………... DOMANDE ALL’INIZIATIVA DELL’UTILIZZATORE DEL QUESTIONARIO 118 - Risposta libera alla domanda 1 …………………………………………………………………... 119 - Risposta libera alla domanda 2 …………………………………………………………………... 120 - Risposta libera alla domanda 3 …………………………………………………………………... 121 - Risposta libera alla domanda 4 ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ 122 - Risposta libera alla domanda 5 ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ 123 - Risposta libera alla domanda 6 ¤ ¤ ¤ ¤ ¤ 124 - Risposta libera alla domanda 7 …………………………………………………………………... 125 - Risposta libera alla domanda 8 …………………………………………………………………... 126 - Risposta libera alla domanda 9 …………………………………………………………………... 127 - Risposta libera alla domanda 10 …………………………………………………………………... Domande per il lavoro ai VDT 95 - Qual è il suo compito principale? Inserimento di dati = 5 ¤ Acquisizione di dati = 4 ¤ Elaborazione testi = 3 ¤ Dialogo = 2 ¤ Compiti creativi = 1 ¤ 96 - Qual è in media la durata giornaliera di tale compito? …………………………………………………………………... 97 - Esegue tutti i giorni lo stesso compito? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 98 - Da quanti anni lavora al VDT con questo compito? …………………………………………………………………... 99 - Qual è in media la durata giornaliera del suo lavoro al VDT? 0-2 h = 1 ¤ 2-4 h = 2 ¤ 4-6 h = 3 ¤ 6-8 h =5 ¤ + 8h = 6 ¤ altro = 4 ¤ 100 - Utilizza: + la tastiera del mouse = 2 ¤ + il mouse della tastiera = 3 ¤ L’uno come l’altro = 1 ¤ 101 - Utilizza la tastiera senza aver una specifica formazione? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤ 102 - Svolge il suo lavoro alla scrivania: alternato a lavoro d’ufficio e con pause = 1 ¤ alternato a lavoro d’ufficio, ma senza pause = 2 ¤ continuativamente ma con regolari pause = 3 ¤ continuativamente senza pause regolari = 4 ¤
  • 21. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 23 www.gimle.fsm.it 103 - Lascia il suo posto di lavoro durante le pause? Spesso o sempre = 1 ¤ A volte = 2 ¤ Raramente o mai = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 104 - Ha periodi di attesa per la risposta del computer? No =1 ¤ A volte = 2 ¤ Spesso = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 105 - Utilizza uno schermo a colori con fondo chiaro =1 ¤ a colori con fondo scuro = 3 ¤ monocromatico con fondo chiaro = 2 ¤ monocromatico con fondo scuro = 4 ¤ 106 - La grandezza dei caratteri sulla sua tastiera le sembra: Sufficiente = 1 ¤ A volte insufficiente = 2 ¤ Sempre insufficiente = 3 ¤ 107 - Ha dei riflessi sullo schermo? No =1 ¤ A volte = 2 ¤ Sempre o spesso = 3 ¤ 108 - Ci sono degli abbagliamenti nel suo campo visivo di lavoro? No =1 ¤ A volte = 2 ¤ Sempre o spesso = 3 ¤ 109 - Come trova il livello sonoro? Corretto =1 ¤ A volte elevato = 2 ¤ Sempre elevato = 3 ¤ 110 - Com’è la temperatura del locale in estate? Corretta = 1 ¤ A volte alta = 2 ¤ A volte bassa = 3 ¤ 111 - La ventilazione del locale le sembra: Adeguata = 1 ¤ Inadeguata = 2 ¤ Le seguenti domande si riferiscono ad una situazione di lavoro in posizione seduta. 112 - L’altezza del monitor è: A livello dei tuoi occhi = 1 ¤ Più bassa dei tuoi occhi = 2 ¤ Più alta dei tuoi occhi = 3 ¤ 113 - Se utilizza dei documenti cartacei questi sono depositati: Su un porta copie = 1 ¤ Tra la tastiera e il video = 2 ¤ A lato della tastiera = 3 ¤ Tra lei e la tastiera = 4 ¤ 114 - La grandezza del suo piano di lavoro è: Sufficiente = 1 ¤ Insufficiente = 2 ¤ 115 - Utilizza una tastiera: A forma di V = 1 ¤ Tradizionale piccola = 2 ¤ Tradizionale grande = 3 ¤ Da portatile = 4 ¤ 116 - La tastiera le sembra localizzata: A giusta altezza = 1 ¤ Troppo bassa = 2 ¤ Troppo in alto = 3 ¤ 117 - La tastiera è localizzata: Di fronte = 1 ¤ Di lato = 2 ¤ 118 - I tasti della tastiera le sembrano: Normali = 1 ¤ Troppo sensibili = 2 ¤ Troppo duri = 3 ¤ 119 - Ha un appoggio dei polsi durante l’uso della tastiera? No = 1 ¤ Su un supporto apposito = 2 ¤ Sul tavolo = 3 ¤ Sul bordo della tastiera = 4 ¤ 120 - Ha un appoggio per gli avambracci durante l’uso della tastiera? No = 1 ¤ Si, sul bracciolo = 2 ¤ Sì, sul tavolo = 3 ¤ 121 - Appoggia la schiena durante il lavoro al computer? Sempre o spesso = 1 ¤ A volte = 2 ¤ Raramente o mai = 3 ¤ 122 - Il tappeto del mouse è: Contro la tastiera = 1 ¤ Staccato dalla tastiera ma sullo stesso piano di lavoro = 2 ¤ Staccato e su un altro piano = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 123 - Ha un appoggio per gli avambracci durante l’uso del mouse? No = 1 ¤ Si, sul bracciolo = 2 ¤ Sì, sul tavolo = 3 ¤ Non inerente = 9 ¤ 124 - La grandezza del mouse le sembra: Adeguata = 1 ¤ Inadeguata = 2 ¤ Non inerente = 9 ¤ 125 - Il suo lavoro necessita di concentrazione? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 126 - Il suo lavoro le impone di memorizzare molte informazioni? Per niente = 1 ¤ Un po’ = 2 ¤ Abbastanza = 3 ¤ Molto = 4 ¤ 127 - Usa anche un portatile? No = 1 ¤ Sì = 2 ¤
  • 22. 24 G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 www.gimle.fsm.it ALLEGATO II Modalità di calcolo del punteggio 1 - DMS Per le domande (Q) 17, 26, 29, 32, 35, 38 e 41, le risposte 1, 2, 3, 4, 5 sono trasformate in valori (val) 0, 25, 50, 75, 100. Per le domande 18, 27, 30, 33, 36, 39 e 42, le risposte 1, 2, 3, 4 sono trasformate in valori 25, 50, 75, 100. Per le domande 25, 28, 31, 34, 37, 40 se la risposta è 2 (sì), trasformare in 100; se la risposta è 1 (no), trasformare in 0. • Collo: (val D17 + val D18) / 2 Se la risposta è no nella 16, punteggio = 0 • Spalla destra: (val D26 + D27) / 2 Se la risposta è no nella 25, punteggio = 0 • Spalla sinistra: (val D29 + val D30) / 2 Se la risposta è no nella 28, punteggio = 0 • Braccio destro: (val D32 + val D33) / 2 Se la risposta è no nella 31, punteggio = 0 • Braccio sinistro: (val D35 + D36) / 2 Se la risposta è no nella 34, punteggio = 0 • Polso - mano destra: (val D38 + val D39) / 2 Se la risposta è no nella 37, punteggio = 0 • Polso - mano sinistra: (val D41 + val D42) / 2 Se la risposta è no nella 40, punteggio = 0 • Arto superiore destro (ASD): (val Q25 + val Q31 + val Q37) / 3 • Arto superiore sinistro (ASS): (val Q28 + val Q34 + val Q40)/3 2 - STRESS Per le domande dalla 44 alla 61 le risposte 1, 2, 3, 4 vengono trasformate in valori 0, 33, 66, 100. • Problemi cardiovascolari: (val Q44 + val Q45)/2 • Angoscia: (val Q46 + val Q47 + valQ 48)/3 • Problemi gastrointestinali: (val Q49 + val Q50 + val Q51 + val Q52 + val Q53)/5 • Ansietà: (valQ54 + valQ55 + valQ56 + val Q57 + val Q58 + val Q59 + val Q60 + val Q61)/8 3 - FATTORI PSICOSOCIALI Le risposte 1, 2, 3, 4 vengono trasformate in valori 0, 33, 66, 100 (scala A). Le risposte 1, 2, 3, 4, 5 vengono trasformate in valori 0, 25, 50, 75, 100 (scala B) Le risposte 1, 2 vengono trasformate in valori 0, 100 (scala C). • Carico di lavoro in generale: scala A; (val Q63 + val Q 64 + val Q65)/3 • Carico di lavoro attuale: scala C; (val Q66 + val Q69 + val Q71)/3 • Pressione di lavoro: scala A; (val Q67 + val Q68 + val Q70 + val Q72)/4 • Attenzione: scala A; (val Q73 + val Q74)/2 • Controllo sul lavoro: (val Q75 + val Q76 + valQ77 + val Q78 + val Q79)/5 Risposta in 75, 76, 77, 78: scala B Risposta 79: scala A Se la risposta è 9 alla domanda 79, codificare questa risposta 0 • Partecipazione: scala B; (val Q80 + val Q81 + val Q82)/3 • Sostegno sociale del capo: scala A; (val Q83 + val Q85 + val Q87 + val Q89)/4 Se la risposta è 9 alla domanda 89, codificare questa risposta 0 • Sostegno sociale dei colleghi: scala A; (val Q84 + val Q86 + valQ88 + val Q90)/4 Se la risposta è 9 alla domanda 90, codificare questa risposta 0 • Avvenire professionale: scala A; (val Q91 + val Q92) Bibliografia 1) ACGIH. American Conference of Governmental Industrial Hygieni- sts. Threshold Limit Value for Chemical Substances and Physical Agents and Biological Exposure Indices. Cincinnati, Oh, 2001. 2) Aublet-Cuvelier A. Evaluation des facteurs de risque directs et indi- rects de TMS dans une blanchisserie hospitalière. Vandoeuve, INRS, coll. notes scintifiques et techniques, NS 159, 132p. 3) Bongers PM, de Winter CR, Kompier MA, Hildebrandt VH. Psy- chosocial factors at work and musculoskeletal disease. Scand J Work Environ Health 1993; 19(5): 297-312. 4) Cail F, Aptel M. Les TMS du membre supérieur. Guide pour les pré- venteurs. Paris, INRS. 2000 ED 797, 64p. 5) Carayon P, Smitz W, Newman L. Evaluation of an assesment tool for measuring psychosocial work factors and health in office/com- puter work In: VINK (ed.) Human factors in organizational désign and management VI Proceedings of ODAM’98 Amsterdam Elsevier 1998 6p. 6) Colombini D, Occhipinti E, Grieco A. La valutazione e la gestione del rischio da movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori. F An- geli edit. Milano 2000 7) Elias R, Cail F, Effects du stress psycosocial en informatique: résul- tats et moyen de prevention. Cahiers de notes documentaires Higiè- ne et securité du travail 1986 122, pp 67-73. 8) European Agency for Safety and Health at Work. Report on work re- lated neck and upper limb musculoskeletal disorders, Luxembourg, Office for Official Publications of the EC, 1999. 9) Franchi P. Agir sur les maladies professionelles: l’exemple des TMS. Paris, Editions Liaisons, 1997, 61 p. 10) Guerin F, Laville A, Daniellou F, Duraffourg J, Kerguelen A. Com- prendre le travail pour le trasformer. La pratique de l’ergonomie. Montrouge, ANACT 1994, 223 p. 11) Hagberg M, Silverstein B, Wells R, Smith M, Hendrick H, Carayon P, Perusse M. Work-related musculoskeletal disorders. A reference book for prevention. Ed. Kuorinka I. and Forcier L Taylor and Fran- cis, London and Philadelphia, 1995. 12) Hootman IL, Bongers PM, Smulders PG, Kompier MA. Psychoso- cial stressors at wok and musculoskeletal problems. Scand J Work Environ Health 1994; 20(2): 139-145.
  • 23. G Ital Med Lav Erg 2002; 24:1 25 www.gimle.fsm.it 13) INRS. Method de prevention des troubles musculosquelettiques du membre superiore et outils simplex. Doc Med Trav 2000; 83: 187-223. 14) Keyserling WM, Stetson DS, Silverstein BA, Brouwer ML. A check- list for evaluating ergonomic risk factors associated with upper ex- tremity cumulative trauma disorders. Ergonomics, 1993; 36(7): 807- 831. 15) Kilbom A, Armstrong TJ, Buckle P, Fine LJ et al. Musculoskeletal Disorders. Work-related Risk Factors and Prevention. Int J Occup Environ Health 1996; 2(3): 239-246. 16) Kilbom A. Possibilities for regulatory actions in the prevention of musculoskeletal disorders: Scand J Work Environ Health 1999; 25(suppl. 4): 5-12. 17) Kourinka I, Forcier L. LATR: les Lésions Attribuables au Travail Répétitif. IRSST, Institut de Recherche en Santé et en Sécurité du travail du Québec. Paris, Ed. Maloine 1995; 510 p. 18) Latko WA, Armstrong TJ, Foulke JA, Herrin GD, Rabourn RA, Ulin SS. Development and evaluation of an observational method for as- sessing repetition in hand tasks. Am Ind Hyg Assoc J 1997; 58(4): 278-285. 19) Li G, Buckle T. Current techniques for assessing physical exposure to work-related muscoloskeletal risks, with emphasis on posture-ba- sed methods. Ergonomics 1999; 42(5): 674-695. 20) Lim SY Carayon P Psychosocial work factors and upper extremity musculoskeletal discomfort among office workers. In: Grieco A, Molteni G, Piccoli B, Occhipinti E (eds), Work With Display Units 94 (Elsevier, Amsterdam) 1995; 57-62. 21) McAtamney L, Corlett EN. RULA: A survey method for the investi- gation of work-related upper limb disorders Applied Ergonomics 1993; 24(2): 91-99. 22) Moore JS, Garg A. The Strain Index: a proposed method to analyze jobs for risk of distal upper extremity disorders. Am Ind Hyg Assoc J 1995; 56(5): 443-458. 23) National Safety Council. Accident facts,1998 Edition Itasca IL: Author, 1998. 24) National Safety Council. Injury facts, 2000 Edition Itasca IL: Author, 2000. 25) NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health). Mu- sculoskeletal disorders at workplace Factors: A critical review of epi- demiologic evidence for work-related musculoskeletal disorders of the neck, upper extremity, and low back. Cincinnati. US Department of Health and Human Services 1997. 26) Occhipinti E, Colombini D. Alterazioni muscolo-scheletriche degli ar- ti superiori da sovraccarico biomeccanico: metodi e criteri per l’inqua- dramento dell’esposizione lavorativa. Med Lav 1996; 87(6): 491-525. 27) PrEN 1005-1 a prEN 1005-4. Sécurité des machines - performance physique et humaine -. Partie 1: termes et definitions. Partie 2: manutention manuelle de machines et d’éléments de ma- chines. Partie 3: Limites des forces recommandées pour l’utiòlisation de mahines. Parties 4: evaluation des postures pour l’utilisation de machines. 28) Pujol M. Pathologies professionelles d’hypersollecitation: atteinte périarticulaire du membre supérieur. Paris, Edition Masson, 1993, 168 p. 29) Punnet L. Ergonomic stressors and upper extremity disorders in vehicle manufacturing: cross sectional exposure-response trends. Occup Environ Med 1998; 55(6): 414-420. 30) Schneider S: OSHA’s Draft Standard for Prevention of Work-related Musculoskeletal Disorders. Applied Occupational Environmental Hygiene, 1995; 10-8: 665-676. 31) Selye H: The stress of life. New York McGraw-Hill 1956. 32) Tharr D: Evaluation of work-related musculoskeletal disorders and job stress among teleservice center representatives. Applied Occupa- tional and Environmental hygiene 1995, 10: 812-817. Richiesta estratti: Prof. P. Apostoli - Cattedra di Igiene Industriale, Università degli Studi di Brescia - Piazzale Spedali Civili 1 - 25123 Brescia, Italy