2. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Approfondire i BES
OBIETTIVI RELAZIONALI
Svolgere il proprio ruolo
Rispettare i turni
DISCIPLINA BES
ATTIVITÀ lezione intermittente
La docente mostra uno schema a 3 punti che riassumono una parte
della lezione.
Lezione frontale interrotta in corrispondenza dei 3 punti. Gli
insegnanti prendono appunti. Durante l’interruzione gli gli
insegnanti si confrontano a coppie per rispondere alla domanda.
Alla fine le coppie producono elaborato.
RUOLI
Uno detta l’altro scrive. Ad ogni argomento si cambia ruoloFEDERICA ROSSI
3. ???
1.QUANDO UN BISOGNO EDUCATIVO DIVENTA
SPECIALE?
2. CHE AIUTO CI FORNISCE IL MODELLO ICF-CY
NELL’INDIVIDUARE ALUNNI CON BES?
3. COSA SI INTENDE PER PERSONALIZZAZIONE
DIDATTICA?
FEDERICA ROSSI
6. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Quando bisogno educativo normale diventa
speciale?
Quando il funzionamento di un alunno rende più
difficile trovare una risposta adeguata ai suoi
bisogni
FEDERICA ROSSI
7. BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
CHI SONO I BES?
Dalla DM del 27 dicembre 2012
“…ogni alunno, in continuità o per determinati
periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali:
per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali,
rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano
adeguata e personalizzata risposta.”
FEDERICA ROSSI
10. INCLUSIONE SCOLASTICA
Cosa dice la normativa ?
Costituzione Italiana
art. 34 “La scuola è aperta a tutti”
Direttiva MIUR del 27 Dicembre 2012
“Strumenti di intervento per alunni con Bisogni
Educativi Speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica”
C.M. n.8 del 6 marzo 2013
Indicazioni operative
FEDERICA ROSSI
11. C.M. n.8 del 6 marzo 2013
prefigura:
Il compito doveroso dei Consigli di classe è
indicare in quali altri casi sia opportuna e
necessaria l'adozione di una personalizzazione
della didattica ed eventualmente di misure
compensative o dispensative, nella prospettiva
di una presa in carico globale ed inclusiva di
tutti gli alunni.
FEDERICA ROSSI
12. COME INDIVIDUARE L’ALUNNO CON BES?
CON DIAGNOSI
Decisione del CdC/ team
docenti
Partendo dalle
informazioni fornite dalla
famiglia con diagnosi o
altra documentazione
clinica.
La scuola può accettare
qualsiasi diagnosi
riservandosi di valutare
l’effettiva ricaduta sui
bisogni educativi
(Nota nov 2013)
SENZA DIAGNOSI
Decisione del CdC/
team docenti
La scuola si attiva
autonomamente, con
decisione del C.d.C. o
team docenti, partendo
dai bisogni educativi
emersi e dalla necessità
di formalizzare un
percorso personalizzato.
FEDERICA ROSSI
13. Nota 22 novembre 2013
…non è compito della scuola certificare gli alunni con
bisogni educativi speciali , ma individuare quelli per i quali è
opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie
didattiche.
…anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate
da diagnosi che però non hanno dato diritto alla
certificazione di disabilità o di DSA, il consiglio di Classe è
autonomo nel decidere se formulare o non formulare un
PDP, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della
decisione.
FEDERICA ROSSI
15. In presenza di BES entrano in gioco
come risponde
al problema?
il problema
specifico
il contesto
barriera o facilitatore?
FEDERICA ROSSI
16. INTERESSE SUL
FUNZIONAMENTO DELLA PERSONA
Secondo l’OMS la salute non è assenza di malattia
MA
Benessere bio-psico-sociale
Piena realizzazione del proprio potenziale
FEDERICA ROSSI
17. Corpo
Funz. Strutt.
Corporee corporee
CONDIZIONI FISICHE (input biologico)
Capacità
Attività personali
Performance
Partecipazione
sociale
FATTORI CONTESTUALI
Ambientali
ILFUNZIONAMENTO GLOBALE DI UNA PERSONA
SECONDO IL MODELLO ICF-CY
BIO PSICO SOCIALE
FATTORI CONTESTUALI
Personali
BARRIERE FACILITATORI
Ruoli sociali
FEDERICA ROSSI
18. IL RUOLO DEI FATTORI CONTESTUALI NEL FUNZIONAMENTO
FEDERICA ROSSI
19. ?
2. CHE AIUTO CI FORNISCE IL MODELLO ICF-CY
NELL’INDIVIDUARE ALUNNI CON BES?
FEDERICA ROSSI
20. LA SOGLIA TRA FUNZIONAMENTO
NORMALE E PROBLEMATICO
SENSAZIONE SOGGETTIVA
Il disagio dell’educatore non è sufficiente per valutare
VALUTAZIONE OGGETTIVA
3 criteri
DANNO per sé e per gli altri
OSTACOLO
STIGMA sociale
FEDERICA ROSSI
21. COMPITO DEL CDC O TEAM DOCENTI
RILEVARE
Problematiche nell’esperienza scolastica
VALUTARE
l’esistenza di necessità educative speciali
ELABORARE
l’intervento personalizzato
FEDERICA ROSSI
22. Cosa è richiesto alla scuola?
Istituzione del GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione)
Gruppo allargato: docenti di sostegno, funzioni strumentali,
docenti disciplinari, assistenti educativi, culturali.
È compito del GLI:
• Trattare le questioni relative a tutti gli alunni con BES certificati e
non.
• Programmare un utilizzo funzionale delle risorse presenti nella
scuola (laboratori, strumenti, risorse umane..) per la realizzazione
di un progetto di inclusione condiviso con docenti, le famiglie e i
servizi socio sanitari.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con disabilità.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con DSA.
• Predisporre un piano di intervento per gli alunni con ADHD
• Coordinarsi con i vari Consigli di Classe per stendere un piano di
intervento per gli alunni con BES non certificati o certificabili.
FEDERICA ROSSI
24. PEI per alunni con disabilità
Legge 104/92 DPR 24/2/94
Redatto congiuntamente scuola e servizi socio-sanitari
Collaborazione della famiglia
Responsabilità condivisa
I contenuti sono definiti dalla normativa (24/2/94)
PDP per DSA
Previsto dalla L170/10
Per esplicitare le linee didattiche che la scuola programma
Redatto dalla scuola in raccordo con la famiglia
Responsabilità della scuola
I contenuti minimi sono indicati nelle linee guida DSA 2011
PDP per altri BES
DM 12/12 CM 3/13 Nota 11/13
Redatto quando la scuola individuasse il bisogno di un PDP
(Fogarolo 2013)
Ruolo congiunto scuola-famiglia
I contenuti non sono indicati dalla normativa
QUALI DIFFERENZE?
FEDERICA ROSSI
25. Diagnosi funzionale educativa
Profilo dinamico funzionale
Attività, materiali, metodi
Verifica e valutazione
PIANO EDUCATIVO
INDIVIDUALIZZATO
FEDERICA ROSSI
26. PDP PER BES
È BES perché secondo la scuola ha bisogno di un
PDP
È BES se la strategia didattica che si vuole adottare
è opportuna e necessaria
Efficace: deve funzionare!
FEDERICA ROSSI
27. QUALI ELEMENTI INDISPENSABILI NEL PDP?
1. Anagrafica
2. Analisi del bisogno e delle risorse disponibili
ambientali e personali
3. Programmazione degli interventi didattico-educativi
4. Strumenti compensativi
5. Misure dispensative
6. Criteri e forme di valutazione
7. Impegno della famiglia
8. Pagina finale per le firme
FEDERICA ROSSI
28. PERSONALIZZAZIONE DEI PIANI DI STUDIO
Unico Piano di Studi
Stesse Unità di Apprendimento
Diversificazione delle strategie formative
percorsi/attività/metodi/strumenti
PERSONALIZZAZIONE
come strategia per
PROMUOVERE LE COMPETENZE INDIVIDUALI
• “...il concetto di «personalizzazione» non possa essere confuso con quello di
«formazione individuale»...
• L insegnamento in questo caso non sarebbe più«personalizzato» o
individualizzato, ma «individuale», e verrebbe a configurare un cammino
esclusivo compiuto, come nell’antichità, con un precettore privato [...]FEDERICA ROSSI
29. PDP PER BES
UN PIANO EFFICACE
Dovrebbe contenere indicazioni
Significative poche ma buone!
Realistiche considerando risorse e limiti del contesto
Coerenti evitare difformità tra discipline
Concrete e verificabili quanto previsto è stato messo in
pratica?
Solo se l’intervento abilitativo non è efficace si può ricorrere a ad
un intervento di tipo compensativo
Se intervento abilitativo e strumenti compensativi non sono
efficaci si prevede una strategia di tipo dispensativo
FEDERICA ROSSI
30. ABILITARE COMPENSARE O DISPENSARE?
Intervento abilitativo
Ti insegno ad allacciare le scarpe
Ti insegno a riconoscere lo stimolo quando ti scappa pipì
Ti insegno a concentrarti per tempi adeguati
Ti insegno ad eseguire un calcolo autonomamente
Intervento compensativo
Ti compro le scarpe con lo strappo
Ti faccio andare in bagno in orari programmati
Programmiamo pause frequenti
Ti do la calcolatrice
Intervento dispensativo
Ti allaccio le scarpe
Ti metto il pannolone
Ti do compiti brevi
Ti do io il risultato FEDERICA ROSSI
31. ESEMPI DI PROGRAMMAZIONE DEGLI
INTERVENTI DIDATTICO-EDUCATIVI DEL PDP
Potenziare l’autonomia di studio e
i processi metacognitivi
Personalizzare con strategie di
facilitazione
Strutturazione
Imparare ad individuare i concetti
chiave
Anticipare l’argomento che si
andrà a trattare, sollecitare le
conoscenze precedenti
Dividere gli obiettivi in sotto
obiettivi
Valorizzare linguaggi alternativi a
quello scritto
Strutturare i momenti critici della
giornata
Modificare la disposizione dei
banchi in base all’attività
Strutturare i tempi di lavoro con le
pause
Contratti educativi (token
economy)
FEDERICA ROSSI
32. ?
3. COSA SI INTENDE PER PERSONALIZZAZIONE
DIDATTICA?
FEDERICA ROSSI
33. LE FASI DI COSTRUZIONE DEL PDP
1. Segnalazione al Cdc/Team docenti o sua rilevazione
autonoma, condivisione del problema e valutazione del
bisogno attraverso documentazione clinica o altra
rilevazione.
2. Definizione dei livelli di apprendimento nelle diverse
discipline e individuazione delle difficoltà e dei punti di
forza.
3. Definizione condivisa delle strategie d’intervento, dei
tempi, scelta della metodologia di lavoro, degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative (indicando se
hanno carattere stabile o transitorio).
4.Comunicazione e condivisione con la famiglia delle
strategie d’intervento e dei tempi di verifica del Piano.
FEDERICA ROSSI
34. PROVIAMO A SCRIVERE IL PDP
Cosa ritieni sia realmente utile a livello didattico per
l’alunno a cui hai pensato?
FEDERICA ROSSI
36. Metodo didattico che utilizza piccoli gruppi in modo che gli
studenti lavorino insieme per rendere efficace
l'apprendimento proprio e dei compagni
APPRENDIMENTO COOPERATIVO
LEARNING TOGETHER
Ideato da Robert e David JOHNSON
dell'Università del Minnesota di Minneapolis
Cooperare significa lavorare insieme
per raggiungere obiettivi comuni
Il singolo cerca di perseguire risultati che vanno a
vantaggio suo e di tutti i collaboratori.
FEDERICA ROSSI
39. APPRENDIMENTO COOPERATIVO
È una tecnica didattica per ottenere obiettivi:
COGNITIVI
soluzione creativa di problemi
apprendimenti concettuali
aumento padronanza linguistica
INTERPERSONALI
miglioramento relazioni intergruppo (aumento di fiducia e
disponibilità)
apprendimento di abilità sociali per il lavoro di gruppo
generalizzabili a situazioni lavorative
È una strategia per:
- mantenere il coinvolgimento degli alunni
- personalizzare l’insegnamento
FEDERICA ROSSI
40. INTRODUZIONE DI NUOVI CONCETTI
Gli studenti fanno pratica
Docente formula domande
Studenti rispondono uno alla volta gli altri stanno a sentire
E chi non ha capito?
E chi non ne ha voglia?
Chi non ce la fa?
Compiti per casa
Chi non li fa?
FEDERICA ROSSI
41. Si fonda su cinque elementi:
INTERDIPENDENZA POSITIVA
RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE e di GRUPPO
INTERAZIONE COSTRUTTIVA DIRETTA
ABILITA’ SOCIALI
VALUTAZIONE INDIVIDUALE E DI GRUPPO/REVISIONE DEL LAVORO
SVOLTO
LEARNING TOGETHER
di D.W.Johnson e R.T.Johnson
FEDERICA ROSSI
42. 1 INTERDIPENDENZA POSITIVA
La sua mancanza determina l’annullamento della
COOPERAZIONE
ASSEGNARE
compiti precisi
obiettivo comune
L’OBIETTIVO si raggiunge solo se c’è COLLABORAZIONE
RECIPROCA
Mi impegno perché i miei COMPAGNI riescano come mi
impegno per ME STESSO
FEDERICA ROSSI
43. Si realizza quando i membri del gruppo comprendono che il
raggiungimento di uno scopo richiede cooperazione tra loro
ed esige impegno da parte di tutti.
INTERDIPENDENZA POSITIVA
L’interdipendenza positiva è il fattore più rilevante di una
attività cooperativa.
GRUPPO COME SQUADRA
solo gli sforzi di tutti i membri
contribuiranno al successo.
Per raggiungere uno scopo o
svolgere un compito non è possibile
agire da soli.
GLI ALTRI SONO NECESSARI E
INDISPENSABILI
FEDERICA ROSSI
44. INTERDIPENDENZA DI SCOPO
INTERDIPENDENZA DI COMPITO
INTERDIPENDENZA DI RUOLO
INTERDIPENDENZA DI INFORMAZIONI E
RISORSE
INTERDIPENDENZA DI VALUTAZIONE
Ci sono vari modi per strutturare
l'interdipendenza nei gruppi, in modo
che gli alunni si sentano uniti e
impegnati a lavorare insieme
CREARE INTERDIPENDENZA
FEDERICA ROSSI
45. L’INTERDIPENDENZA DI SCOPO
SCOPO:
produrre un elenco, una storia, un disegno, un
diagramma, una relazione o completare un
esperimento;
raggiungere una migliore comprensione di un
concetto, di una strategia, una procedura.
LO SCOPO VA DEFINITO CHIARAMENTE
Si crea quando gli studenti comprendono
di condividere degli obiettivi e lavorano
insieme per raggiungere un fine.
FEDERICA ROSSI
46. VERIFICA
L’insegnante legge le domande
Ciascuno risponde nel proprio spazio (2’ per rispondere ad ogni
domanda)
Terminate le domande il writer scrive le risposte migliori nel
centro dopo che il gruppo si è consultato
INTERDIPENDENZA DI
SCOPO
FEDERICA ROSSI
47. INTERDIPENDENZA DI COMPITO
Quando i membri del gruppo pur avendo un unico
scopo, si suddividono parti del compito da svolgere
individualmente finalizzandole all’obiettivo comune
FEDERICA ROSSI
48. I 4 SAGGI
Gli studenti sono naufraghi
in un’isola deserta
Luca deve produrre un testo narrativo: come è avvenuto il
naufragio
Jhonatan deve scrivere il diario di bordo sui primi tre giorni
sull’isola
Camilla deve descrivere l’isola e cosa c’è di prezioso
Francesca deve scrivere nel dettaglio come il gruppo ha lavorato
Al termine devono consegnare tutto il lavoro prodotto
all’insegnante
INTERDIPENDENZA
DI COMPITO
FEDERICA ROSSI
49. OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
Leggere e comprendere il significato delle frasi in lingua
OBIETTIVI RELAZIONALI
Rispettare le idee altrui
Mantenere un tono di voce adeguato
Rispettare il turno di parola
DISCIPLINA INGLESE classe 1° media
ATTIVITÀ
L’insegnante distribuisce a ciascun gruppo schede con figure e
didascalie in lingua inglese.
Schede : sequenze di una storia
Compito: ricostruire la giusta sequenza
Ogni studente ha 3 schede che tiene coperte
Deve leggere la didascalia e descrivere cosa è rappresentato
Il gruppo si accorda sulla sequenza corretta
INTERDIPENDENZA
DI COMPITO
FEDERICA ROSSI
50. FORMAZIONE GRUPPI
Gruppi di 3 eterogenei formati dall’insegnante
INTERDIPENDENZA
di compito
di ruoli
di materiali
di valutazione
MATERIALI
Schede con didascalia in lingua inglese
TEMPI
Circa 1 ora
VALUTAZIONE
L’insegnante valuta l’esattezza della sequenza
Fa domande in lingua sul racconto
I voti dei singoli fanno media per tutto il gruppo
FEDERICA ROSSI
51. Per postazioni tematiche
Jhonatan studia la 1° scheda
Francesca studia la 2° scheda
Luca studia la 3° scheda
Camilla studia la 4° scheda
Gli alunni devono studiare parti del libro di
testo
Ogni studente insegna agli altri i contenuti appresi
La verifica finale individuale è su tutto
INTERDIPENDENZA DI
COMPITO
FEDERICA ROSSI
52. INTERDIPENDENZA DI
COMPITO
Jhonatan disegna la piantina del quartiere
Francesca ricerca su internet alcune informazioni storiche
(sitografia consigliata dall’insegnante)
Luca fa una relazione dettagliata sui servizi presenti in
quartiere
Camilla intervista alcune persone significative
Il mio quartiere
Gli alunni devono realizzare
una ricerca sul quartiere in cui vivono
Insieme producono un’introduzione
Insieme presentano alla classe quanto hanno
imparato FEDERICA ROSSI
53. INTERDIPENDENZA DI RUOLO
Gli alunni lavorano insieme su un determinato compito
Il ruolo è in funzione del buon funzionamento del gruppo
Il docente assegna ad ogni alunno
un ruolo
Il ruolo può essere
cognitivo
sociale
FEDERICA ROSSI
56. LE FUNZIONI DI UN GRUPPO
ruoli di gestione controllo dei toni di voce
controllo dei rumori
controllo dei temi
ruoli di funzionamento spiegare idee e procedure
registrare
incoraggiare la partecipazione
osservare i comportamenti
fornire guida
fornire sostegno
chiarire e illustrare
ruoli di apprendimento ricapitolare
precisare
verificare la comprensione
fare ricerche comunicare
elaborare
approfondire
ruoli di stimolo criticare le idee e non le persone
chiedere motivazioni
distinguere
sintetizzare
sviluppare
verificare
sviluppare opzioni
FEDERICA ROSSI
57. È l’impegno personale a rendere la cooperazione efficace;
RESPONSABILITÀ PERSONALE: portare a termine il proprio compito
sia facilitando il lavoro degli altri sia sostenendo i loro sforzi.
Può essere ottenuta strutturando una condizione d’interdipendenza,
e verificando il risultato raggiunto dai singoli membri in termini di
completamento del compito assegnato
Il GRUPPO è responsabile del raggiungimento dei suoi obiettivi
Ogni MEMBRO deve contribuire con la sua parte di lavoro.
RESPONSABILITA’ INDIVIDUALE
e di GRUPPO
Sebbene l’obiettivo sia unico per il gruppo, i membri devono
mantenere la loro responsabilità individuale
FEDERICA ROSSI
58. Non basta mettere insieme degli studenti per
ottenere un gruppo efficace.
Per promuovere l'apprendimento del singolo, il
gruppo deve esprimere determinate qualità
deve favorire l'espressione di ABILITÀ SOCIALI
FEDERICA ROSSI
59. Abilità sociali consolidate e utilizzate
spontaneamente e con continuità dallo studente
per avviare sostenere e gestire un'interazione in
coppia o in gruppo
COMPETENZA SOCIALE
FEDERICA ROSSI
60. Gaia timidissima per paura di sbagliare solitamente non
risponde
Nel piccolo gruppo si sente maggiormente a proprio
agio
Si confronta con i compagni e scopre che anche altri
fanno ipotesi non corrette prima di arrivare alla
soluzione finale
Inizialmente intimorita dall’abbassare la media del voto
di gruppo
Riesce ad esprimere questo timore
Rassicurata e valorizzata dal gruppo
FEDERICA ROSSI
61. Insegnare queste abilità prima del lavoro di gruppo, previene
la frustrazione e riduce comportamenti potenzialmente
dannosi.
ABILITÀ COMUNICATIVE E DI GESTIONE DI CONFLITTI
Abilità che aiutano gli studenti a stare insieme in gruppo
formare il gruppo in modo ordinato;
stare con il gruppo e non gironzolare per l'aula;
parlare sottovoce;
partecipare;
essere positivi verso gli altri membri;
usare segnali per abbassare il tono di voce;
fare a turno.
FEDERICA ROSSI
62. ABILITÀ DI LEADERSHIP
Abilità che aiutano i gruppi a funzionare bene
rispetto alla realizzazione del compito
chiedere informazioni;
dare informazioni;
aiutare ad organizzare il materiale;
dare dei ritmi di lavoro;
saper ascoltare e saper dare comandi;
incoraggiare la partecipazione;
mostrare apprezzamento;
parafrasare;
condividere i sentimenti;
fare a turno;
scherzare quando è appropriato.
FEDERICA ROSSI
63. IL LEADER NON È UNA PERSONA, NON SI EREDITA, NON È UN
POTERE
SI È LEADER NEL MOMENTO IN CUI SI COMPIONO AZIONI DI AIUTO
E SUPPORTO AL GRUPPO AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO
DELL’OBIETTIVO, CONTRIBUENDO A MANTENERE RELAZIONI
COOPERATIVE TRA I MEMBRI
Le funzioni di leadership, sono valide solo se ogni componente del
gruppo ha ricoperto tali funzioni.
MEMBRO DI GRUPPO = LEADER
LEADERSHIP DISTRIBUITA ALL’INTERNO DEL GRUPPO
LEADERSHIP DISTRIBUITA
FEDERICA ROSSI
64. Azione!
motiva,
del percorso di apprendimento
L’insegnante ha la
regia
Durante la lezione IL RUOLO DELL’INSEGNANTE
FEDERICA ROSSI
68. COGNIZIONE
METACOGNIZIONE
METACOGNIZIONE
INSIEME DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE CHE HANNO
PER OGGETTO L’ATTIVITÀ COGNITIVA STESSA
ATTIVITA’ COGNITIVE
percezione
attenzione
memoria
problem solving
ATTIVITA’ METACOGNITIVE
meta-attenzione
metacomprensione
metamemoria
FEDERICA ROSSI
69. ABILITÀ COGNITIVE percezione, attenzione,
memoria, problem-solving
ABILITÀ METACOGNITIVE conoscenza
metacognitiva e processi metacognitivi di
controllo
ASPETTI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI
FEDERICA ROSSI
70. Sulla base dell’oggetto su cui si esercita la
metacognizione si può parlare di metamemoria,
di metacomprensione, di meta-attenzione ecc.
Esempi:
Faccio una lista per ricordare cosa devo
comprare se no…
Individuo il protagonista del racconto
Dopo 15 minuti la mia attenzione cala
METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
71. CONSAPEVOLEZZA
La conoscenza metacognitiva si riferisce alle idee e
conoscenze che un individuo ha sviluppato o
acquisito relativamente all’attività cognitiva.
esempi: ripetere parola per parola è più difficile che
ripetere con parole proprie; se posso organizzare gli
elementi da memorizzare in categorie li ricorderò
meglio; io ho un’ottima memoria visiva ecc.
FEDERICA ROSSI
72. AUTOREGOLAZIONE
I processi metacognitivi sono le operazioni con cui
un individuo effettivamente sovraintende,
momento per momento, all’esecuzione dei propri
processi cognitivi.
esempi: capire che non si sta comprendendo e
quindi decidere di rileggere l’ultima frase; ritenere
di aver memorizzato un brano e quindi decidere di
interrompere lo studio.
controllo (informazioni dall’alto verso il basso)
monitoraggio (dal basso verso l’alto).
FEDERICA ROSSI
73. Il bambino deve avere un ruolo attivo nel
costruire le proprie conoscenze metacognitive.
Il ruolo dell’insegnante è quello di promotore
ATTRAVERSO
modeling
dialogo
discussione
PARTENDO dall’analisi dell’errore
METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
74. INSEGNAMENTO DI STRATEGIE
• Arricchire l’insieme delle strategie a disposizione dello
studente
• Promuovere la conoscenza dei principi che ne stanno
alla base e delle situazioni in cui sono utili
• Promuovere un atteggiamento metacognitivo di
riflessione sulle caratteristiche del materiale, del
compito e della situazione al fine di scegliere la strategia
ottimale
• Promuovere un uso controllato delle strategie
FEDERICA ROSSI
75. STRATEGIE DI LETTURA
Prima di iniziare a leggere mi chiedo che tipo di
testo ho davanti
È un testo di studio?
Di quale argomento si tratta?
Come è organizzato un testo di quella particolare
materia?
FEDERICA ROSSI
76. STRATEGIE DI LETTURA
LETTURA ANALITICA lenta e attenta per una comprensione
profonda e dettagliata del testo
SCORSA RAPIDA DEL TESTO lettura veloce e superficiale
permette di cogliere il significato globale senza scendere
nel particolare
LETTURA SELETTIVA “a salti” l’occhi si sofferma solo su
alcune porzioni di testo
FEDERICA ROSSI
77. STRATEGIE PER COMPRENDERE
scorrere il testo richiamando conoscenze precedenti e
facendo previsioni titoli, sottotitoli, figure
dividere il testo in modo ottimale decidere come
suddividere un capitolo considerando l’argomento (è
nuovo, è difficile, è interessante), le conoscenze possedute
(so già qualcosa, non so nulla), la lunghezza del testo e i
tempi di attenzione .
fare ipotesi e verificarle sul testo prevedere di cosa
parlerà il testo e verificarlo attraverso una prima lettura.
Formulare ipotesi consente di leggere in maniera più
attiva alla ricerca della conferma di quanto previsto.
fare previsioni sulla base delle conoscenze date dal testo
inferire cosa potrà essere scritto dopo sulla base della
lettura di una parte del testo
FEDERICA ROSSI
78. STRATEGIE PER COMPRENDERE
individuare le parti importanti seguendo criteri condivisi:
lo scopo per cui si legge e il tipo di testo. Solo dopo avere
individuato le parti importanti è opportuno sottolineare
porsi domande per verificare la comprensione
Autoverifica per controllare il livello di comprensione e
accorgersi di quando non si è compreso ed è necessario
tornare indietro. Facilita l’organizzazione
degli argomenti e il collegamento delle informazioni nuove
con quelle già possedute (integrazione negli schemi di
conoscenze). Consente di elaborare più profondamente il
materiale.
comprendere le figure ed integrarle con il testo
Codificando le informazioni sia in forma visiva che verbale
inoltre si aumentano le probabilità di recuperarle
successivamente,
FEDERICA ROSSI
79. utilizzare le figure come sussidio mnemonico
riassunto
- copia e cancella
- con parole chiave
- personale
costruzione di schemi (tabelle, diagrammi cronologici
e logici, mappe concettuali)
formazione di immagini mentali dei termini concreti
concretizzazione di concetti astratti e formazione di
immagini mentali
associazioni bizzarre
STRATEGIE PER RICORDARE
FEDERICA ROSSI
81. CONCENTRAZIONE
• Cosa significa stare attenti e concentrarsi?
• Quali sono le condizioni personali/ambientali ottimali
per raggiungere livelli di concentrazione adeguati per
lo studio
• Consapevolezza dei propri problemi attentivi
FEDERICA ROSSI
83. Per insegnare le autoistruzioni è opportuno che l’insegnante faccia da modello
LE 5 FASI DEL PROBLEM-SOLVING
1.QUAL E’ IL PROBLEMA?
“devo capire cosa devo fare, devo capire il problema prima di agire”
2. COSA POSSO FARE?
“è bene pensare a diverse soluzioni prima di decidere cosa fare”
3. FISSO L’ATTENZIONE
“non devo distrarmi, devo stare bene attento”
4.SCELGO UNA RISPOSTA
“se ho valutato bene tutte le soluzioni sono pronto per dare la risposta”
5. COME E’ ANDATA?
“devo ricordarmi di controllare e di farmi i complimenti se ho fatto bene”
IL DIALOGO INTERNO
Come parlare a se stessi?
LE AUTOISTRUZIONI VERBALI
Utilizzare la tecnica:
STOP, PENSARE, DIRE, FARE
E’ importante lo stop prima di agire
pensare quello che deve fare
dire quello che deve fare
fare quello che ha detto lui stesso
FEDERICA ROSSI
84. 20. Capisce che è possibile migliorare il ricordo imparando “meglio”
le cose (impegnandosi nell ’ utilizzare intenzionalmente dei
modi/strategie per imparare meglio)
Strategia possibile a questa età è quella della ripetizione
Es:se chiediamo di imparare una poesia o canzone il bambino la
ripete per conto suo?
Se gli viene insegnato qualche modo per ricordare è consapevole del
significato di ciò
21. Quando non capisce qualcosa, sembra rendersene conto (chiede
dei chiarimenti, dimostra in qualche altro modo di non avere capito)
fate una prova dicendo qualcosa di difficile e vedendo se il bambino
chiede chiarimenti o se dimostra perplessità
I PREREQUISITI DELLA METACOGNIZIONE
da IPDA (Terreni et al)
FEDERICA ROSSI
85. 22. Di fronte a situazioni che lo mettono in difficoltà non tende ad
abbandonare il compito, ma a persistere in questo
Questo item è un precursore della costituzione di uno stile attributivo
corretto che di solito è legato all’impegno e porta ad insistere nel
mettersi alla prova sia in caso di successi che di insuccessi dovrebbe
essere un atteggiamento che precede il vero e proprio comportamento
mastery oriented (alla padronanza, preferibile a quello performance
oriented (=alla prestazione) modo per intuire anche problemi di
autostima
23. Capisce che si può essere disturbati durante un’attività dalla
presenza di altri pensieri, di rumori e/o altri stimoli in genere
Esempio vignette tavole di Yussen
se chiede di allontanare rumori, se chiede agli altri di stare zitti
(questionario IPDA Terreni et al)
I PREREQUISITI DELLA METACOGNIZIONE
FEDERICA ROSSI
86. LO SVILUPPO DELLE ABILITA’ DI STUDIO
FISSARE LE REGOLE CHE GOVERNANO LO STUDIO
impegni svaghi
conoscere il tempo a disposizione
evitare la preparazione affrettata dell’ultimo momento
conoscere la propria velocità
definire sub obiettivi
ricordarsi ogni impegno
FEDERICA ROSSI
87. ASPETTI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI
È necessario che uno studente
1) si trovi in una condizione emotiva che non gli
precluda le possibilità di apprendimento
2) sia motivato ad apprendere e che ritenga che di
poter riuscire impegnandosi
FEDERICA ROSSI
88. Lo studente deve:
credere che l’impegno è fondamentale per
ottenere buoni risultati
stile attributivo
credere di essere in grado di ottenere buoni
risultati se si impegna
autoefficacia e autostima
essere motivato ad ottenere buoni risultati
motivazione
FEDERICA ROSSI
92. STILE ATTRIBUTIVO
E’ uno schema stabile di attribuzioni
un insieme di cerdenze e di cognizioni
adottato da un individuo come modello di
spiegazione della realtà.
ha come antecedenti la prestazione attuale, la
prestazione passata e le prestazioni degli altri e
influisce sulla prestazione futura.
FEDERICA ROSSI
93. ATTRIBUZIONI E PRESTAZIONI COGNITIVE
Attribuire i propri fallimenti a cause controllabili come
l’impegno insufficiente
- aumenta la motivazione all’apprendimento
- favorisce la perseverazione nei compiti complessi -
permette di migliorare la prestazione futura.
L’attribuzione all’impegno consente di ottimizzare i
benefici di un insegnamento strategico.
FEDERICA ROSSI
94. La percezione di autoefficacia è influenzata
dall’esperienza passata così come dall’atteggiamento
di genitori e insegnanti.
Per favorire un buon senso di autoefficacia:
1. fornire agli studenti compiti che siano affrontabili,
impegnandosi nell’uso di strategie
2. mantenere un atteggiamento positivo nei confronti
delle possibilità di riuscita dello studente
AUTOEFFICACIA
FEDERICA ROSSI
95. BASSO SENSO DI AUTOEFFICACIA
AUMENTO DELL’ANSIA E DELLO STRESS
evitamento
atteggiamento passivo
sentimenti di impotenza appresa
non si ritiene di poter incidere sui risultati
vissuto è quindi di tipo depressivo
INFLUENZA NEGATIVA SUL RISULTATO
FEDERICA ROSSI
96. SONO TROPPO
LENTO, NON
CE LA FARÒ
MAI!
MI SONO
ALLENATO
TANTO, CE LA
FARÒ!
MI
DIMENTICHERÒ
TUTTO E FARÒ
SCENA MUTA!
HO
STUDIATO
E ANDRÀ
BENE!
HO VOGLIA
DI VINCERE!
SONO UNA
FRANA, NON CE
LA FARÒ MAI!
CHE COSA HAI PENSATO?
FEDERICA ROSSI
97. IL RISULTATO DIPENDE ANCHE DA CIÒ CHE PENSI
Se pensi di essere imbranato, che non ce la farai mai, è
probabile che
tu perda la tua sfida.
Se pensi di essere in gamba, che ce l’hai messa tutta e
ce la farai, è molto più probabile che tu vinca la tua
sfida.
È IMPORTANTE
AVERE FIDUCIA NELLE PROPRIE CAPACITÀ
FIDARSI DI SÉ STESSI
FEDERICA ROSSI
98. AUTOSTIMA
E’ tutta la costellazione di elementi a cui facciamo
riferimento per descrivere noi stessi.
È la valutazione che diamo di noi.
Tutti noi diamo valore in modo differente alle cose che ci
riguardano.
Tendiamo a dare maggior peso alla valutazione che facciamo
rispetto alle competenze che abbiamo su cose che per noi sono
importanti.
Non mi dispero pensando al fatto che non sono in grado di
tradurre un testo scritto in cirillico.
FEDERICA ROSSI
100. PER MIGLIORARE LA STIMA DI SÈ
Richiamare l’attenzione sulle capacità del bambino creando
momenti in cui lui possa mostrare i suoi talenti
Usare il "rinforzo positivo“:gratificare il bambino quando
mette in atto un comportamento richiesto
Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori
PER EVITARE
non agisco perché non riesco
non riesco perché non agisco
non voglio mettermi alla prova
FEDERICA ROSSI
101. VALORIZZARE LE CARATTERISTICHE POSITIVE
INFLUENZA SULL’AUTOEFFICACIA
INFLUENZA SULL’AUTOSTIMA
Perchè il bambino possa cambiare il concetto di sè,
l’adulto deve cambiare modo di vedere il bambino
FEDERICA ROSSI
104. LA MOTIVAZIONE
MOTIVAZIONE NON E’ UGUALE A FORZA DI VOLONTÀ
Gianluca
impegnati di
piu’
UFFA!
Ma come faccio
se non so come si fa
FEDERICA ROSSI
105. MOTIVAZIONE AD APPRENDERE
• Creare un clima di classe cooperativo e non
competitivo
• Mantenere un clima di classe relazionale–
affettivo positivo
• Stimolare credenze, teorie implicite,
rappresentazioni di sé e della propria abilità
efficaci
• Insegnare strategie di studio
• Proporre compiti di difficoltà adeguata
• Lodare in maniera efficace
FEDERICA ROSSI
106. MOTIVAZIONI INTRINSECHE
Interesse curiosità desiderio di sentirsi competenti
MOTIVAZIONI ESTRINSECHE
Premi lodi incentivi approvazione sociale
raggiungimento di uno status interesse per il voto
FEDERICA ROSSI
107. MOTIVAZIONI INNATE
Ad apprendere
A sentirsi competenti
Ad autodeterminarsi
A stare in relazione
Compito dell’insegnante: sostenerle e non
frenarle
FEDERICA ROSSI
109. VALUTAZIONE
Riguardo ai BES
Personalizzare i criteri di valutazione
Mettere l’allievo nelle condizioni di dimostrare quanto ha
appreso
Senza essere penalizzato da procedure che non
considerano le difficoltà specifiche,
tenendo separate quindi le abilità o competenze che
valuto, dalle eventuali difficoltà di accesso legate al
disturbo!
FEDERICA ROSSI
110. Concretamente ...
– Prevedere la possibilità di aumentare i tempi di
esecuzione di un compito
– di ridurre quantitativamente le consegne,
– di strutturare le prove,
– di programmare gli impegni,
in modo simile a quanto già si fa con i DSA
FEDERICA ROSSI
111. BIBLIOGRAFIA
Alunn con BES (Ianes,Cramerotti a cura di, Erickson)
Metacognizione e insegnamento (Ianes, a cura di, Erickson)
Guida alla didattica metacognitiva (Ashman e Conway, Erickson)
Metacognizione ed educazione (Albanese, a cura di, Franco Angeli)
Metacognizione e apprendimento (Cornoldi, Il Mulino)- per approfondimenti
Memoria e Metacognizione (Cornoldi e Caponi, Erickson)
Attenzione e Metacognizione (Marzocchi et al., Erickson)
Lettura e Metacognizione (De Beni e Pazzaglia, Erickson)
Imparare a Studiare 2 (Cornoldi et al. Erickson)
Empowerment cognitivo e prevenzione dell’insuccesso (Pazzaglia,et al.Erickson)
Guida allo studio del testo di storia (De Beni e Zamperlin, ed Erickson)
Imparare a studiare la geografia (De Beni et al., ed. Erickson)
Scrittura e Metacognizione (Cisotto, Erickson)
Matematica e metacognizione (Cornoldi et al., Erickson)
L’Abc delle mie Emozioni (Di Pietro, Erickson)
Impulsività e Autocontrollo (Cornoldi et al., Erickson)
Il piano educativo individualizzato, Progetto di vita (Ianes D., Cramerotti S.,, ed. Erickson)
Buone prassi di integrazione scolastica (Canevaro A., Ianes D., Erickson)
La diagnosi funzionale secondo l’ICF (Ianes, D.,, Erickson)