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I Disturbi Autistici:
Intersoggettività e Abilità sociali
Cesena, 23 febbraio 2012
Scila Toscana
Scila Toscana
PercorsoPercorso
• Intersoggettività: video, contenuti teorici,
strategie di interveto, riflessioni e
confronto
• Abilità sociali: contenuti teorici, strategie di
intervento, riflessioni e confronto
Scila Toscana
I quadri clinici
Il Disturbo Autistico:
(DSM-IV)
-compromissione qualitativa
dell’ interazione sociale;
-compromissione qualitativa
della comunicazione;
-comportamento,interessi,
attività ristretti ripetitivi e
stereotipati.
La Sindrome di Asperger:
(DSM-IV)
-compromissione qualitativa
dell’interazione sociale;
-compromissione clinicamente
significativa dell’area sociale;
-comportamento,interessi,attività
ristretti ripetitivi e stereotipati;
-non vi è un ritardo del linguaggio
clinicamente significativo;
-non vi è un ritardo clinicamente
significativo dello sviluppo
cognitivo.
Scila Toscana
Intersoggettività e comunicazione
Un intervento sull’intersoggettività significa
preparare le basi per uno sviluppo comunicativo
“sociale”
Un intervento sul linguaggio significa non solo
imparare parole-segni-immagini….ma anche:
-saper integrare le varie modalità comunicative
(gesto-parola-sguardo)
-spendere le competenze linguistiche a livello
sociale
Scila Toscana
Pragmatica non verbale
(intenzionalità)
• Direzione dello sguardo
• Gesti (espressione;comprensione)
• Modulazione mimica (espressione;comprensione)
• Posture del corpo (vicinanza;evitamento)
• Movimenti del capo (annuire; negare) (espr.;compr.)
• Attenzione “sociale” all’Altro
Sigman e Ruskin 1999
Scila Toscana
Pragmatica verbale
(intenzionalità)
1) Uso del linguaggio secondo i differenti aspetti del
discorso comunicativo
2) Uso appropriato del linguaggio in particolari contesti
sociali
3) Risposte a più interlocutori
4) Uso della prosodia
5) Rispetto dei turni comunicativi
6) Strutturazione di frasi per dare nuove informazioni
(Rapin; 2004)
Scila Toscana
Necessità di lavorare su più livelli:
- aspetti sociali del linguaggio
- aspetti cognitivo-sociali del linguaggio
......non solo sull’insegnamento di forme di
linguaggio “verbale”.
Scila Toscana
I primi passi
nelle “relazioni sociali”
Scila Toscana
Intersoggettività
Trevarthen (1979), Infant Research
Termine coniato da Trevarthen con il quale si designa
l'esistenza di standard emotivi di comunicazione,l'esistenza di standard emotivi di comunicazione,
complessi e omologhi, tra il bambino e la madre sincomplessi e omologhi, tra il bambino e la madre sin
dai primi mesi di vita.dai primi mesi di vita.
Ancor prima del contatto cognitivo e comportamentale con
l'ambiente esterno, il neonato, dotato di un sistema
regolatore centrale della comunicazione a base innata, è in
grado di entrare attivamente in relazione con la madre come
un soggetto autonomo, contribuendo a dar vita a scambi
comunicativi coerenti, empatici, condivisi e organizzati da
regole di mutuo influenzamento.
Scila Toscana
Comprendere come funziona la mente è tuttora una delle sfide più
affascinanti della Psicologia cognitiva; gli studi sempre più raffinati sulla
neurofisiologia del Sistema Nervoso Centrale e sulla
neuroendocrinologia, accanto alle sconvolgenti scoperte delle
Neuroscienze, hanno completamente rivoluzionato, dalla seconda metà
degli anni ’90, le nostre ipotesi sul funzionamento cognitivo negli umani.
Siamo passati da una visione del cervello “rigida”, legata ad aree con
funzionamento selettivo , a quella di un sistema nervoso plastico,
modulare, continuamente in grado di ampliare le connessioni tra
popolazioni neuronali, e quindi costantemente in grado di apprendere…
Di pari passo, è cambiato il concetto di “intelligenza”, sostituito da quello
di “intelligenze”, ovvero di diverse capacità di adattamento al variare
delle situazioni ambientali, che hanno a che fare, di volta in volta, con
l’emotività, la sensorialità, la pragmaticità, e…..
Scila Toscana
La mente umana
si sviluppa solo attraverso l’interazione con un’altra mente,
seguendo un modello dinamico non lineare.
Daniel Stern,Infant research
Scila Toscana
Trevarthen &Trevarthen & AitkenAitken (2001)(2001)
InfantInfant IntersubjectivityIntersubjectivity
Scila Toscana
L’evoluzione dell’intersoggettività come
determinante delle relazioni avviene in 2 fasi:
1) intersoggettività primaria ( nascita – 9 mesi )
SINCRONIA-IMITAZIONE-SINTONIZZAZIONE
2) intersoggettività secondaria ( 9-24 mesi)
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Periodo: nascitanascita--9 mesi9 mesi
• comparsa dei comportamenti attivi – imitativi - comunicativi del
neonato,
• protoconversazioni (“pseudo-dialogo”,Bateson, 1975)(interazioni
spontanee con scambio di gesti,suoni,espressioni facciali)
• co-regolazione dello scambio diadico (ritmo,modellamento),
• “rispecchiamento empatico” (Trevarthen, 2001),
Il neonato come partner e agente all’interno della relazione con la
madre.
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Pattern Precoci di Interazione SocialePattern Precoci di Interazione Sociale
IMITAZIONE DEL COMPORTAMENTO B.NO da parte dei genitoriIMITAZIONE DEL COMPORTAMENTO B.NO da parte dei genitori
Primi 6 mesi di vitaPrimi 6 mesi di vita
•• Imitazione movimenti del corpoImitazione movimenti del corpo
•• Espressioni faccialiEspressioni facciali SCAMBI SOCIALISCAMBI SOCIALI
•• VocalizzazioniVocalizzazioni
•• Comportamento diComportamento di turnturn--takingtaking (Stern, 1985);(Stern, 1985);
•• Senso di SSenso di Séé in relazione ad altri;in relazione ad altri;
•• Esperienze condivise (Esperienze condivise (UzgirisUzgiris, 1981);, 1981);
•• Sviluppo imitazione nel bambino;Sviluppo imitazione nel bambino;
•• Saper modellare espressioni emotive;Saper modellare espressioni emotive;
•• Sviluppo di associazioni fra immagini delle espressioni del visoSviluppo di associazioni fra immagini delle espressioni del viso e deglie degli
stati dstati d’’animo (Malatesta eanimo (Malatesta e IzardIzard, 1984);, 1984);
Scila Toscana
““SINTONIZZAZIONE AFFETTIVASINTONIZZAZIONE AFFETTIVA””
(dalla(dalla IIII°° metmetàà deldel II°° anno)anno)
•• Imitazione che nonImitazione che non èè esattamente uguale;esattamente uguale;
•• Sintonizzazione non sul comportamento, ma suSintonizzazione non sul comportamento, ma su
stati dstati d’’animo.animo.
AbilitAbilitàà che compaiono:che compaiono:
-- indicazioneindicazione
-- attenzione condivisaattenzione condivisa
-- seguire la linea di visione di un altroseguire la linea di visione di un altro
-- saper guardare il viso di un altro come indicatore emotivosaper guardare il viso di un altro come indicatore emotivo
Scila Toscana
Periodo: 9-24 mesi
• esplorazione dell’ambiente,
• comparsa dell’attenzione condivisa (joint attention),
•• del gesto deittico (del gesto deittico (richiestivorichiestivo ee dichiaritivodichiaritivo),),
• paura dell’estraneo,
• sviluppo di una grande quantità di relazioni triadiche (con oggetti e
con persone)
• sviluppo del linguaggio come evento intersoggettivo.
Per l’acquisizione del linguaggio, sono necessari sia la capacità
intersoggettiva, sia un buon riconoscimento degli schemi pre-
linguistici (suono; ritmo); il bambino legherà insieme questi elementi
e costruirà il suo linguaggio.
Scila Toscana
COME EMERGE NEL PRIMO ANNO DI
VITA LA COGNIZIONE SOCIALE?
• Il senso di connessione con l’altro si realizza
inizialmente attraverso una compartecipazione
di stati affettivi (che è allo stesso tempo il mezzo
ed il contenuto dello scambio comunicativo
precoce)
• E’ facilitata dal processo di rispecchiamento
dell’adulto
• L’esperienza di condivisione di affetti
rappresenta la base della comprensione e
condivisione successiva di ogni stato mentale
(attenzione, intenzione, emozione)
( M.Lavelli: Intersoggettività 2007)
LA COGNIZIONE SOCIALE NEI MODELLI DI
TIPO EVOLUTIVO (INFANT RESEARCH)
•bambino
••caregivercaregiver
comunicazione
Senso di sè
intersoggettività
Scila Toscana
Dalla nascita si sviluppa una MENTE INTERSOGGETTIVA,
con la capacità di strutturare una conoscenza implicita non
verbale, non simbolica, non consapevole, relativa a
sentimenti, affetti, sensazioni, aspettative; in accordo con il
fatto che nei piccoli prevale, a livello funzionale, l’emisfero
destro del cervello, legato alle informazioni visive – sonore –
corporee: sguardo-contatto-prosodia.
Daniel Stern
Scila Toscana
…..nei Disturbi Autistici?
• Disturbi della Regolazione
• Difficoltà di elaborazione e modulazione sensoriale
• Difficoltà di pianificazione motoria
• Difficoltà di integrazione sensomotoria ed affettiva
difficoltà biologicamente determinate
Difficoltà di processazione delle informazioni nuove e
imprevedibili (Dawson, 1990, “Deficit intersoggettività”)
“Teoria della Mente” (Baron-Cohen)
Scila Toscana
AbilitAbilitàà coinvolte nello sviluppocoinvolte nello sviluppo
delldell’’IntersoggettivitIntersoggettivitàà PrimariaPrimaria
•• OrientamentoOrientamento
•• Attivazione motoria, sensoriale, mimica e vocaleAttivazione motoria, sensoriale, mimica e vocale
•• AttenzioneAttenzione
•• Interesse per il volto umanoInteresse per il volto umano
•• CapacitCapacitàà di alternanza dei turnidi alternanza dei turni
•• Integrazione di diverse modalitIntegrazione di diverse modalitàà sensoriali in nuovesensoriali in nuove
configurazioni incrociate.configurazioni incrociate.
La maggior parte di bambini con autismo spesso
presenta carenze nell’ambito dell‘intersoggettività primaria
anche a 2-3-4-….anni……intersoggettività: area primaria di
intervento.
Scila Toscana
AbilitAbilitàà coinvolte nello sviluppocoinvolte nello sviluppo
delldell’’IntersoggettivitIntersoggettivitàà SecondariaSecondaria
(griglia(griglia XaizXaiz,, MicheliMicheli, 2001), 2001)
Scila Toscana
Il circolo dell’intersoggettività
Contatto oculare
(interesse per
il volto umano)
Integrazione
sensoriale
Attenzione
congiunta
Vicinanza fisica, posture,
orientamento
Gesti per comunicare
(gesto diettico)
Modulazione
mimica
Scila Toscana
….nei disturbi autistici?
Contatto oculare
(interesse per
il volto umano)
Integrazione
sensoriale
Attenzione
congiunta
Vicinanza fisica,posture,
orientamento
Gesti per comunicare
(gesto diettico)
Modulazione
mimica
Scila Toscana
….non più circolarità ma
competenze “isolate”
Attenzione
congiunta
Integrazione
sensoriale
Scila Toscana
Progetto terapeutico
InterazioneInterazione
ee
ComunicaComunica
zionezione
Supp. Visivi e
Gesti sociali
Condivisione
giochi/attività
• Intersoggettività
• Comunicazione e linguaggio
• Stabilità motoria/attentiva e
collaborazione
• Gioco
• Competenze imitative
• Sfera comportamentale
• Emozioni
• Competenze accademiche
Scila Toscana
Intervento abilitativo: obiettivi di intervento
(competenze cardine in età prescolare)
• Contatto oculare
• Vicinanza fisica
• Attenzione congiunta (attenzione all’altro,fare insieme)
• Capacità ludiche (ampliamento del repertorio di giochi, nel tempo
diminuirà la selettività e la ripetitività nella scelta dei giochi)
• Competenze imitative (migliora la capacità di pianificazione delle azioni, il
controllo del proprio corpo)
• Canale comunicativo: gesto deittico; (in generale l’adulto insegna al
b.no, crea occasioni per sviluppare e/o ampliare tale competenza)
• Interesse/Attenzione verso l’ambiente
Scila Toscana
……da dove iniziare….
Scila Toscana
AREE
• Stabilità motoria,
posture,orientamento
• Stabilità attentiva
• Percezione e Integrazione
sensoriale
• Canale comunicativo
• Sincronia affettiva
INTERVENTO:
• dare il ritmo al b.no e alle attività, aiutarlo
fisicamente
• giochi graditi al b.no, allungare i tempi,
• attività di coordinazione oculo-manuale
(chiodini, incastri, puzzle,
salvadanaio),sguardo- tatto, orientamento
ai suoni (strumenti musicali), associazione
ascolto-mano/oggetto, suono-
mano/oggetto
• l’adulto supporta il b.no commentando le
sue azioni, utilizzando gesti associati alle
parole, immagini
• “leggere”lo stato d’animo del bambino,
mimica facciale accentuata,
immagini,etc…
Scila Toscana
• Stabilità motoria, posture,
orientamento
• Stabilità attentiva
• Percezione e Integrazione
sensoriale
• Canale comunicativo (l’adulto
guida/supporta il b.no)
• “Sincronia affettiva”
Sinergie e complementarietà dell’intervento
• Contatto oculare
• Vicinanza fisica
• Attenzione congiunta
• Ampliamento repertorio
giochi/materiali
• Intenzionalità
comunicativa
• Interesse verso
l’ambiente
Scila Toscana
….”come” mettere in atto l’intervento:
(cornice dell’intervento)
• Organizzare il contesto:
- adulti di riferimento: stile comunicativo-relazionale (gesti, parole
soprattutto per commentare, suoni onomatopeici, tono di voce, abbassarsi
al livello del bambino, ricercare lo sguardo); enfatizzare i momenti di
scambio/relazione e creare un clima di “affetto positivo” (S.Rogers)
- ambiente: spazi arredati secondo la loro funzione (comprensione
visiva immediata di ciò che si farà in quel luogo), materiale in ordine e
visibile ma non alla portata del b.no (stimolare la richiesta e l’osservazione
dell’ambiente)
• Motivare il b.no:
- porre attenzione alle iniziative del bambino, quindi partire dalle sue
proposte e ampliare l’attività/gioco;
- insieme alla famiglia formulare un elenco di giochi/materiali graditi al
b.no e riporli in un contenitore, così da averli a disposizione quando siete
voi ad iniziare uno scambio ludico o quando il b.no non mostra più
attenzione nell’attività
Scila Toscana
Scila Toscana
Scila Toscana
…..quando mettere in atto l’intervento
(tempestività)
• Da subito: intervento precoce sui prerequisiti
dell’interazione sociale, della comunicazione e
del linguaggio
• Periodo “preparatorio” ad interventi più incentrati
sulle abilità accademiche
Sempre!!!!!
Scila Toscana
MODELLI DI INTERVENTO EVOLUTIVO
• Gli autismi sono diversamente condizionati dai diversi profili di
sviluppo
• L’intervento non si propone di modificare superficialmente il
comportamento, ma di facilitare lo sviluppo delle competenze
intersoggettive e comunicative di base attraverso modificazioni
dell’ambiente , modalità interattive e strategie di insegnamento
calibrate sul singolo bambino.
• Il focus dell’intervento riguarda aree strettamente connesse con
l’intersoggettività (imitazione,comunicazione,gioco).
• Il modello evolutivo rispetta profondamente le conoscenze
scientifiche sullo sviluppo infantile (Infant Research).
Paola Visconti
Terapia di Scambio e di SviluppoTerapia di Scambio e di Sviluppo
Prolungare in modo eccessivo le sedute di TED. Fornire unaProlungare in modo eccessivo le sedute di TED. Fornire una
formazione superficiale. Eseguire le sedute senza unaformazione superficiale. Eseguire le sedute senza una
supervisione periodica. Non effettuare un monitoraggio con lesupervisione periodica. Non effettuare un monitoraggio con le
scale specifiche.scale specifiche.
Errori daErrori da
evitareevitare
Tempi di somministrazione considerati limitati. SemplicitTempi di somministrazione considerati limitati. Semplicitàà
delldell’’intervento che può apparire non specifico.intervento che può apparire non specifico.
CriticheCritiche
Miglioramento dellMiglioramento dell’’intenzionalitintenzionalitàà, della reciprocit, della reciprocitàà e dellae della
condivisione. Effetti positivi su attenzione diretta allcondivisione. Effetti positivi su attenzione diretta all’’Altro,Altro,
attenzione condivisa ed imitazione. Supporto di studi a livelloattenzione condivisa ed imitazione. Supporto di studi a livello
neurofisiologico.neurofisiologico.
Risultati/Risultati/
EffettiEffetti
Organizzazione dello spazio, del tempo e del materiale.Organizzazione dello spazio, del tempo e del materiale.
Valutazione approfondita per creare interventi individualizzati.Valutazione approfondita per creare interventi individualizzati.
Principi che guidano la Terapia: TranquillitPrincipi che guidano la Terapia: Tranquillitàà, Disponibilit, Disponibilitàà,,
ReciprocitReciprocitàà..
CaratterisCaratteris
tichetiche
Miglioramento dei contatti visivi e posturali. Accettazione dellMiglioramento dei contatti visivi e posturali. Accettazione dellaa
presenza delle altre persone. Diminuzione comportamentopresenza delle altre persone. Diminuzione comportamento
problema. Rieducazione delleproblema. Rieducazione delle ““FunzioniFunzioni””
ObiettivoObiettivo
Paola Visconti
Floortime
“Il Floortime si configura come un tecnica d’intervento basata
sull’interazione spontanea e sul gioco che, partendo dalle
caratteristiche specifiche di ogni bambino, consente di creare il
contesto all’interno del quale nuovi comportamenti ed abilità
possono essere appresi proprio perché emotivamente
significativi.
Nel Floortime l’enfasi viene posta sull’importanza dell’emotività
come cardine e base del processo di sviluppo umano.”
Paola Visconti
FLOORTIME
Elementi teorici
• Il Floortime parte dal presupposto che il bambino deve
sperimentare come positivi lo scambio relazionale e
l’interazione con l’adulto.
• Il Floortime è finalizzato a dare la possibilità al bambino
di costruire ponti che connettano l’emozione al
comportamento, anche attraverso l’utilizzo del linguaggio
verbale.
• Per facilitare l’interazione, il Floortime prevede di porsi al
livello del bambino, mettendosi a terra e trascorrendo
tempo a giocare e ad interagire con lui in un ambito dove
si sente più sicuro e protetto (sul pavimento, sul letto, sul
tappeto).
Paola Visconti
FLOORTIME
Elementi teorici
• Le emozioni stanno alla base dell’apprendimento:
l’interazione affettiva col bambino crea il presupposto per
progredire nelle tappe fondamentali dello sviluppo, non
solo emotivo.
• Il lavoro del terapista e del genitore consiste nel seguire gli
interessi naturali del bambino e le attività da lui scelte
spontaneamente al fine di facilitare l’interazione e
promuovere l’apprendimento.
• Il gioco e lo scambio col caregiver facilitano l’iniziativa del
bambino con ricadute sull’iniziativa e sull’apprendimento.
Scila Toscana
Perché è importante
insegnare ai b.ni a giocare?
*Il gioco, inteso come abilità di sviluppo,
rappresenta un momento specifico per
l’acquisizione dei primi schemi di reciprocità
sociale e di condivisione emotiva.
Paola Visconti
Alcuni esempi
♦ Gioco Parallelo l’adulto e il bambino si siedono l’uno di
fronte all’altro ai lati opposti del tavolo e l’adulto
compie sequenze di azione sugli oggetti che il
bambino tende ad imitare e l’iniziativa del piccolo è
rinforzata a sua volta dall’imitazione dell’adulto
♦ Gioco senso-motorio (giochi sociali infantili,
stimolazione sensoriale, bolle…)
♦ Giocare a turno “Il tuo turno, il mio turno”.
Costruire assieme una torre di mattoncini
Paola Visconti
PerchPerchéé èè importante saper imitareimportante saper imitare
AbilitAbilitàà sociale fondamentalesociale fondamentale
CapacitCapacitàà di lettura della mimica e dei gesti corporeidi lettura della mimica e dei gesti corporei
CapacitCapacitàà di comprendere obiettivi, intenzioni e desideridi comprendere obiettivi, intenzioni e desideri
altruialtrui
ÈÈ una delle principali forme di integrazione sensouna delle principali forme di integrazione senso--motoriamotoria
Scila Toscana
LE ABILITA’ SOCIALI
Scila Toscana
Capacità di comprendere ed
assimilare codici di
comportamento sociale
Scila Toscana
La competenza empatica e socialeLa competenza empatica e sociale
nei soggetti con Autismonei soggetti con Autismo
La condotta sociale:
• inconsapevolezza delle regole di condotta sociale;
• necessità di “schemi” mentali per attuare comportamenti corretti
(i soggetti Asperger devono “visualizzare” mentalmente ciò che
fanno);
• comprensione letterale delle espressioni verbali.
Il gioco con gli altri:
• tendenza ad isolarsi per mancata comprensione schemi sociali e
reciprocità;
• tendenza ad interagire preferibilmente con figure adulte (più
stimolanti,informate e comprensive).
Scila Toscana
La competenza empatica e socialeLa competenza empatica e sociale
nei soggetti con SAnei soggetti con SA
Emozioni e modulazione emotiva:
• compromissione della capacità di comprendere e esprimere
emozioni(sorrisi stereotipati);
• modulazione emotiva e comunicazione non-verbale(linguaggio del corpo)
assenti o limitate;
• conversazioni “asettiche” e/o centrate su argomenti ripetitivi e
stereotipati; scarso contatto oculare.
Il concetto di amicizia:
• apparente assenza di manifestazioni di simpatia o di preoccupazione per
l’altro (ipomimia);
• imitazione di personalità forti(eroi,compagni di classe);
• tendenza alla depressione nel periodo adolescenziale.
Scila Toscana
Strategie riabilitativeStrategie riabilitative
per lo sviluppo:per lo sviluppo:
◊ delle abilità ludiche
◊ delle abilità sociali
◊ delle abilità emotive
Scila Toscana
InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle
abilitabilitàà ludicheludiche
*Il gioco, inteso come abilità di sviluppo, rappresenta un
momento specifico per l’acquisizione dei primi schemi
di reciprocità sociale e di condivisione emotiva.
- osservare il bambino mentre gioca;
- insegnare le fasi sociali dell’attività ludica e
quindi gli schemi di gioco(come
iniziare,mantenere,finire un gioco);
- invitare un compagno a casa.
Scila Toscana
InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle
abilitabilitàà ludicheludiche
I gruppi di gioco integrato (Quill K.A.,2007):fornire opportunità
naturali di gioco ai bambini per imparare a giocare in compagnia di
giocatori “esperti” ossia con buone competenze ludiche e sociali.
• offrire opportunità naturali di gioco;
• assicurare una partecipazione guidata al gioco, attraverso la supervisione
di un adulto che, in fase iniziale, guida le interazioni sociali e gli schemi
di gioco;
• garantire un gruppo di bambini (minimo di 3/massimo di 5) con abilità
diverse, con una percentuale maggiore di bambini socialmente
competenti;
• garantire la strutturazione dello spazio e la prevedibilità dei tempi
(intesa come regolarità e costanza degli incontri di gioco integrato).
Scila Toscana
InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle
abilitabilitàà socialisociali
Insegnare a “leggere” le situazioni sociali (Quill K.A.,2007):
la lettura sociale è un tipo di intervento che mira ad offrire al
bambino accurate informazioni sociali, sulla base delle sue
modalità di comprensione.
L’intervento si struttura in due fasi specifiche,quali:
- le storie sociali;
- la rilettura sociale.
Scila Toscana
InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle
abilitabilitàà emotiveemotive
La comprensione delle emozioni drammatizzazione
L’espressione delle emozioni la “Scala di
misura”(Attwood)
drammatizzazione
Scila Toscana
……..e gli..e gli insegnantiinsegnanti??
• È necessaria un’informazione sulle caratteristiche
specifiche della patologia, affinché non sia
interpretato erroneamente il comportamento
• È indicato che possano fornire un esempio per la
classe su come interagire con bambino/ragazzo
autistico
• Non dovrebbero rappresentare l’unico punto di
riferimento per il bambino/ragazzo autistico
(es.:insegnare al soggetto che può chiedere aiuto
anche al suo vicino di banco)
Scila Toscana
……..e gli..e gli insegnantiinsegnanti??
• Incoraggiare giochi di cooperazione in classe
(momenti ludici sempre strutturati e supervisionati
dall’adulto)
• Supervisionare i momenti di intervallo in cortile,
cercando di interpretare ogni volta il bisogno del
soggetto: giocare con gli altri, oppure voler restare da
solo
• Garantire durante le ore scolastiche momenti
specifici per scaricare l’ansia o la frustrazione
eventualmente accumulati dal soggetto, così da
evitare lo scatenarsi di eventuali comportamenti
problema
Scila Toscana
Alcune considerazioni
Vi sono tanti modi di vivere l’autismo
Ogni giorno conosciamo l’autismo insieme al nostro
bambino
“Equilibrio”: una delle parole chiavi nel percorso di
intervento
Lavoro in rete (condivisione obiettivi e modalità di
intervento, confronto)
Scila Toscana
Alcune considerazioni
Strumenti e tecniche dovrebbero essere adattati
e personalizzati per quel particolare bambino
Evitare un uso pedissequo e acritico di qualsiasi tipo di
strumenti e tecniche di intervento.
Continuità e intensità non significano rigidità!
“Il nostro lavoro con questi bambini è semplicemente
troppo importante perché lo si svolga senza sapere
perché si fa ciò che si fa.” (S.Davis,2007)
Scila Toscana
Il percorso è ancora lungo…
....abbiamo
molto da scoprire
e da imparare
Scila Toscana
Suggerimenti bibliografici
Frith U., “L’Autismo.Spiegazione di un enigma”,Editori Laterza,2005
De Clercq H., “L’autismo da dentro”, Erickson, 2011
Howlin P., Baron-Cohen S., Hadwin J., “Teoria della mente e autismo”,
Erickson, 2003
Jordan R., Powell S., “Autismo e intervento educativo”, Erickson, 2004
Dyrbjerg P., Vedel M.,“L’apprendimento visivo nell’autismo”, Erickson,
Quill K.A., “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo”, Erickson, 2007
Xaiz C., Micheli E., “Gioco e interazione sociale nell’autismo”, Erickson,
Kluth P., Schwartz P., “Valorizzare gli interessi ristretti nei bambini con
autismo”, Erickson, 2011
Ruggieri A., Russo L., “Faccio io!”, Erickson, 2010
Fantuzzi P., Tagliazucchi S., “Laboratorio grafo-motorio”, Erickson
Attwood T., “Guida alla Sindrome di Asperger”, Erickson,
Cornaglia Ferraris P., “Io sento diverso”, Erickson, 2009
Sitografia
www.specialeautismo.it
www.iocresco.it
www.benedettadintino.it (per approfondimenti sulla Comunicazione
Aumentativa-Alternativa)
Scila Toscana
GRAZIE A TUTTI!

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  • 1. I Disturbi Autistici: Intersoggettività e Abilità sociali Cesena, 23 febbraio 2012 Scila Toscana
  • 2. Scila Toscana PercorsoPercorso • Intersoggettività: video, contenuti teorici, strategie di interveto, riflessioni e confronto • Abilità sociali: contenuti teorici, strategie di intervento, riflessioni e confronto
  • 3. Scila Toscana I quadri clinici Il Disturbo Autistico: (DSM-IV) -compromissione qualitativa dell’ interazione sociale; -compromissione qualitativa della comunicazione; -comportamento,interessi, attività ristretti ripetitivi e stereotipati. La Sindrome di Asperger: (DSM-IV) -compromissione qualitativa dell’interazione sociale; -compromissione clinicamente significativa dell’area sociale; -comportamento,interessi,attività ristretti ripetitivi e stereotipati; -non vi è un ritardo del linguaggio clinicamente significativo; -non vi è un ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo.
  • 4. Scila Toscana Intersoggettività e comunicazione Un intervento sull’intersoggettività significa preparare le basi per uno sviluppo comunicativo “sociale” Un intervento sul linguaggio significa non solo imparare parole-segni-immagini….ma anche: -saper integrare le varie modalità comunicative (gesto-parola-sguardo) -spendere le competenze linguistiche a livello sociale
  • 5. Scila Toscana Pragmatica non verbale (intenzionalità) • Direzione dello sguardo • Gesti (espressione;comprensione) • Modulazione mimica (espressione;comprensione) • Posture del corpo (vicinanza;evitamento) • Movimenti del capo (annuire; negare) (espr.;compr.) • Attenzione “sociale” all’Altro Sigman e Ruskin 1999
  • 6. Scila Toscana Pragmatica verbale (intenzionalità) 1) Uso del linguaggio secondo i differenti aspetti del discorso comunicativo 2) Uso appropriato del linguaggio in particolari contesti sociali 3) Risposte a più interlocutori 4) Uso della prosodia 5) Rispetto dei turni comunicativi 6) Strutturazione di frasi per dare nuove informazioni (Rapin; 2004)
  • 7. Scila Toscana Necessità di lavorare su più livelli: - aspetti sociali del linguaggio - aspetti cognitivo-sociali del linguaggio ......non solo sull’insegnamento di forme di linguaggio “verbale”.
  • 8. Scila Toscana I primi passi nelle “relazioni sociali”
  • 9. Scila Toscana Intersoggettività Trevarthen (1979), Infant Research Termine coniato da Trevarthen con il quale si designa l'esistenza di standard emotivi di comunicazione,l'esistenza di standard emotivi di comunicazione, complessi e omologhi, tra il bambino e la madre sincomplessi e omologhi, tra il bambino e la madre sin dai primi mesi di vita.dai primi mesi di vita. Ancor prima del contatto cognitivo e comportamentale con l'ambiente esterno, il neonato, dotato di un sistema regolatore centrale della comunicazione a base innata, è in grado di entrare attivamente in relazione con la madre come un soggetto autonomo, contribuendo a dar vita a scambi comunicativi coerenti, empatici, condivisi e organizzati da regole di mutuo influenzamento.
  • 10. Scila Toscana Comprendere come funziona la mente è tuttora una delle sfide più affascinanti della Psicologia cognitiva; gli studi sempre più raffinati sulla neurofisiologia del Sistema Nervoso Centrale e sulla neuroendocrinologia, accanto alle sconvolgenti scoperte delle Neuroscienze, hanno completamente rivoluzionato, dalla seconda metà degli anni ’90, le nostre ipotesi sul funzionamento cognitivo negli umani. Siamo passati da una visione del cervello “rigida”, legata ad aree con funzionamento selettivo , a quella di un sistema nervoso plastico, modulare, continuamente in grado di ampliare le connessioni tra popolazioni neuronali, e quindi costantemente in grado di apprendere… Di pari passo, è cambiato il concetto di “intelligenza”, sostituito da quello di “intelligenze”, ovvero di diverse capacità di adattamento al variare delle situazioni ambientali, che hanno a che fare, di volta in volta, con l’emotività, la sensorialità, la pragmaticità, e…..
  • 11. Scila Toscana La mente umana si sviluppa solo attraverso l’interazione con un’altra mente, seguendo un modello dinamico non lineare. Daniel Stern,Infant research
  • 12. Scila Toscana Trevarthen &Trevarthen & AitkenAitken (2001)(2001) InfantInfant IntersubjectivityIntersubjectivity
  • 13. Scila Toscana L’evoluzione dell’intersoggettività come determinante delle relazioni avviene in 2 fasi: 1) intersoggettività primaria ( nascita – 9 mesi ) SINCRONIA-IMITAZIONE-SINTONIZZAZIONE 2) intersoggettività secondaria ( 9-24 mesi)
  • 14. Scila Toscana Periodo: nascitanascita--9 mesi9 mesi • comparsa dei comportamenti attivi – imitativi - comunicativi del neonato, • protoconversazioni (“pseudo-dialogo”,Bateson, 1975)(interazioni spontanee con scambio di gesti,suoni,espressioni facciali) • co-regolazione dello scambio diadico (ritmo,modellamento), • “rispecchiamento empatico” (Trevarthen, 2001), Il neonato come partner e agente all’interno della relazione con la madre.
  • 15. Scila Toscana Pattern Precoci di Interazione SocialePattern Precoci di Interazione Sociale IMITAZIONE DEL COMPORTAMENTO B.NO da parte dei genitoriIMITAZIONE DEL COMPORTAMENTO B.NO da parte dei genitori Primi 6 mesi di vitaPrimi 6 mesi di vita •• Imitazione movimenti del corpoImitazione movimenti del corpo •• Espressioni faccialiEspressioni facciali SCAMBI SOCIALISCAMBI SOCIALI •• VocalizzazioniVocalizzazioni •• Comportamento diComportamento di turnturn--takingtaking (Stern, 1985);(Stern, 1985); •• Senso di SSenso di Séé in relazione ad altri;in relazione ad altri; •• Esperienze condivise (Esperienze condivise (UzgirisUzgiris, 1981);, 1981); •• Sviluppo imitazione nel bambino;Sviluppo imitazione nel bambino; •• Saper modellare espressioni emotive;Saper modellare espressioni emotive; •• Sviluppo di associazioni fra immagini delle espressioni del visoSviluppo di associazioni fra immagini delle espressioni del viso e deglie degli stati dstati d’’animo (Malatesta eanimo (Malatesta e IzardIzard, 1984);, 1984);
  • 16. Scila Toscana ““SINTONIZZAZIONE AFFETTIVASINTONIZZAZIONE AFFETTIVA”” (dalla(dalla IIII°° metmetàà deldel II°° anno)anno) •• Imitazione che nonImitazione che non èè esattamente uguale;esattamente uguale; •• Sintonizzazione non sul comportamento, ma suSintonizzazione non sul comportamento, ma su stati dstati d’’animo.animo. AbilitAbilitàà che compaiono:che compaiono: -- indicazioneindicazione -- attenzione condivisaattenzione condivisa -- seguire la linea di visione di un altroseguire la linea di visione di un altro -- saper guardare il viso di un altro come indicatore emotivosaper guardare il viso di un altro come indicatore emotivo
  • 17. Scila Toscana Periodo: 9-24 mesi • esplorazione dell’ambiente, • comparsa dell’attenzione condivisa (joint attention), •• del gesto deittico (del gesto deittico (richiestivorichiestivo ee dichiaritivodichiaritivo),), • paura dell’estraneo, • sviluppo di una grande quantità di relazioni triadiche (con oggetti e con persone) • sviluppo del linguaggio come evento intersoggettivo. Per l’acquisizione del linguaggio, sono necessari sia la capacità intersoggettiva, sia un buon riconoscimento degli schemi pre- linguistici (suono; ritmo); il bambino legherà insieme questi elementi e costruirà il suo linguaggio.
  • 18. Scila Toscana COME EMERGE NEL PRIMO ANNO DI VITA LA COGNIZIONE SOCIALE? • Il senso di connessione con l’altro si realizza inizialmente attraverso una compartecipazione di stati affettivi (che è allo stesso tempo il mezzo ed il contenuto dello scambio comunicativo precoce) • E’ facilitata dal processo di rispecchiamento dell’adulto • L’esperienza di condivisione di affetti rappresenta la base della comprensione e condivisione successiva di ogni stato mentale (attenzione, intenzione, emozione) ( M.Lavelli: Intersoggettività 2007)
  • 19. LA COGNIZIONE SOCIALE NEI MODELLI DI TIPO EVOLUTIVO (INFANT RESEARCH) •bambino ••caregivercaregiver comunicazione Senso di sè intersoggettività
  • 20. Scila Toscana Dalla nascita si sviluppa una MENTE INTERSOGGETTIVA, con la capacità di strutturare una conoscenza implicita non verbale, non simbolica, non consapevole, relativa a sentimenti, affetti, sensazioni, aspettative; in accordo con il fatto che nei piccoli prevale, a livello funzionale, l’emisfero destro del cervello, legato alle informazioni visive – sonore – corporee: sguardo-contatto-prosodia. Daniel Stern
  • 21. Scila Toscana …..nei Disturbi Autistici? • Disturbi della Regolazione • Difficoltà di elaborazione e modulazione sensoriale • Difficoltà di pianificazione motoria • Difficoltà di integrazione sensomotoria ed affettiva difficoltà biologicamente determinate Difficoltà di processazione delle informazioni nuove e imprevedibili (Dawson, 1990, “Deficit intersoggettività”) “Teoria della Mente” (Baron-Cohen)
  • 22. Scila Toscana AbilitAbilitàà coinvolte nello sviluppocoinvolte nello sviluppo delldell’’IntersoggettivitIntersoggettivitàà PrimariaPrimaria •• OrientamentoOrientamento •• Attivazione motoria, sensoriale, mimica e vocaleAttivazione motoria, sensoriale, mimica e vocale •• AttenzioneAttenzione •• Interesse per il volto umanoInteresse per il volto umano •• CapacitCapacitàà di alternanza dei turnidi alternanza dei turni •• Integrazione di diverse modalitIntegrazione di diverse modalitàà sensoriali in nuovesensoriali in nuove configurazioni incrociate.configurazioni incrociate. La maggior parte di bambini con autismo spesso presenta carenze nell’ambito dell‘intersoggettività primaria anche a 2-3-4-….anni……intersoggettività: area primaria di intervento.
  • 23. Scila Toscana AbilitAbilitàà coinvolte nello sviluppocoinvolte nello sviluppo delldell’’IntersoggettivitIntersoggettivitàà SecondariaSecondaria (griglia(griglia XaizXaiz,, MicheliMicheli, 2001), 2001)
  • 24. Scila Toscana Il circolo dell’intersoggettività Contatto oculare (interesse per il volto umano) Integrazione sensoriale Attenzione congiunta Vicinanza fisica, posture, orientamento Gesti per comunicare (gesto diettico) Modulazione mimica
  • 25. Scila Toscana ….nei disturbi autistici? Contatto oculare (interesse per il volto umano) Integrazione sensoriale Attenzione congiunta Vicinanza fisica,posture, orientamento Gesti per comunicare (gesto diettico) Modulazione mimica
  • 26. Scila Toscana ….non più circolarità ma competenze “isolate” Attenzione congiunta Integrazione sensoriale
  • 27. Scila Toscana Progetto terapeutico InterazioneInterazione ee ComunicaComunica zionezione Supp. Visivi e Gesti sociali Condivisione giochi/attività • Intersoggettività • Comunicazione e linguaggio • Stabilità motoria/attentiva e collaborazione • Gioco • Competenze imitative • Sfera comportamentale • Emozioni • Competenze accademiche
  • 28. Scila Toscana Intervento abilitativo: obiettivi di intervento (competenze cardine in età prescolare) • Contatto oculare • Vicinanza fisica • Attenzione congiunta (attenzione all’altro,fare insieme) • Capacità ludiche (ampliamento del repertorio di giochi, nel tempo diminuirà la selettività e la ripetitività nella scelta dei giochi) • Competenze imitative (migliora la capacità di pianificazione delle azioni, il controllo del proprio corpo) • Canale comunicativo: gesto deittico; (in generale l’adulto insegna al b.no, crea occasioni per sviluppare e/o ampliare tale competenza) • Interesse/Attenzione verso l’ambiente
  • 30. Scila Toscana AREE • Stabilità motoria, posture,orientamento • Stabilità attentiva • Percezione e Integrazione sensoriale • Canale comunicativo • Sincronia affettiva INTERVENTO: • dare il ritmo al b.no e alle attività, aiutarlo fisicamente • giochi graditi al b.no, allungare i tempi, • attività di coordinazione oculo-manuale (chiodini, incastri, puzzle, salvadanaio),sguardo- tatto, orientamento ai suoni (strumenti musicali), associazione ascolto-mano/oggetto, suono- mano/oggetto • l’adulto supporta il b.no commentando le sue azioni, utilizzando gesti associati alle parole, immagini • “leggere”lo stato d’animo del bambino, mimica facciale accentuata, immagini,etc…
  • 31. Scila Toscana • Stabilità motoria, posture, orientamento • Stabilità attentiva • Percezione e Integrazione sensoriale • Canale comunicativo (l’adulto guida/supporta il b.no) • “Sincronia affettiva” Sinergie e complementarietà dell’intervento • Contatto oculare • Vicinanza fisica • Attenzione congiunta • Ampliamento repertorio giochi/materiali • Intenzionalità comunicativa • Interesse verso l’ambiente
  • 32. Scila Toscana ….”come” mettere in atto l’intervento: (cornice dell’intervento) • Organizzare il contesto: - adulti di riferimento: stile comunicativo-relazionale (gesti, parole soprattutto per commentare, suoni onomatopeici, tono di voce, abbassarsi al livello del bambino, ricercare lo sguardo); enfatizzare i momenti di scambio/relazione e creare un clima di “affetto positivo” (S.Rogers) - ambiente: spazi arredati secondo la loro funzione (comprensione visiva immediata di ciò che si farà in quel luogo), materiale in ordine e visibile ma non alla portata del b.no (stimolare la richiesta e l’osservazione dell’ambiente) • Motivare il b.no: - porre attenzione alle iniziative del bambino, quindi partire dalle sue proposte e ampliare l’attività/gioco; - insieme alla famiglia formulare un elenco di giochi/materiali graditi al b.no e riporli in un contenitore, così da averli a disposizione quando siete voi ad iniziare uno scambio ludico o quando il b.no non mostra più attenzione nell’attività
  • 35. Scila Toscana …..quando mettere in atto l’intervento (tempestività) • Da subito: intervento precoce sui prerequisiti dell’interazione sociale, della comunicazione e del linguaggio • Periodo “preparatorio” ad interventi più incentrati sulle abilità accademiche Sempre!!!!!
  • 36. Scila Toscana MODELLI DI INTERVENTO EVOLUTIVO • Gli autismi sono diversamente condizionati dai diversi profili di sviluppo • L’intervento non si propone di modificare superficialmente il comportamento, ma di facilitare lo sviluppo delle competenze intersoggettive e comunicative di base attraverso modificazioni dell’ambiente , modalità interattive e strategie di insegnamento calibrate sul singolo bambino. • Il focus dell’intervento riguarda aree strettamente connesse con l’intersoggettività (imitazione,comunicazione,gioco). • Il modello evolutivo rispetta profondamente le conoscenze scientifiche sullo sviluppo infantile (Infant Research).
  • 37. Paola Visconti Terapia di Scambio e di SviluppoTerapia di Scambio e di Sviluppo Prolungare in modo eccessivo le sedute di TED. Fornire unaProlungare in modo eccessivo le sedute di TED. Fornire una formazione superficiale. Eseguire le sedute senza unaformazione superficiale. Eseguire le sedute senza una supervisione periodica. Non effettuare un monitoraggio con lesupervisione periodica. Non effettuare un monitoraggio con le scale specifiche.scale specifiche. Errori daErrori da evitareevitare Tempi di somministrazione considerati limitati. SemplicitTempi di somministrazione considerati limitati. Semplicitàà delldell’’intervento che può apparire non specifico.intervento che può apparire non specifico. CriticheCritiche Miglioramento dellMiglioramento dell’’intenzionalitintenzionalitàà, della reciprocit, della reciprocitàà e dellae della condivisione. Effetti positivi su attenzione diretta allcondivisione. Effetti positivi su attenzione diretta all’’Altro,Altro, attenzione condivisa ed imitazione. Supporto di studi a livelloattenzione condivisa ed imitazione. Supporto di studi a livello neurofisiologico.neurofisiologico. Risultati/Risultati/ EffettiEffetti Organizzazione dello spazio, del tempo e del materiale.Organizzazione dello spazio, del tempo e del materiale. Valutazione approfondita per creare interventi individualizzati.Valutazione approfondita per creare interventi individualizzati. Principi che guidano la Terapia: TranquillitPrincipi che guidano la Terapia: Tranquillitàà, Disponibilit, Disponibilitàà,, ReciprocitReciprocitàà.. CaratterisCaratteris tichetiche Miglioramento dei contatti visivi e posturali. Accettazione dellMiglioramento dei contatti visivi e posturali. Accettazione dellaa presenza delle altre persone. Diminuzione comportamentopresenza delle altre persone. Diminuzione comportamento problema. Rieducazione delleproblema. Rieducazione delle ““FunzioniFunzioni”” ObiettivoObiettivo
  • 38. Paola Visconti Floortime “Il Floortime si configura come un tecnica d’intervento basata sull’interazione spontanea e sul gioco che, partendo dalle caratteristiche specifiche di ogni bambino, consente di creare il contesto all’interno del quale nuovi comportamenti ed abilità possono essere appresi proprio perché emotivamente significativi. Nel Floortime l’enfasi viene posta sull’importanza dell’emotività come cardine e base del processo di sviluppo umano.”
  • 39. Paola Visconti FLOORTIME Elementi teorici • Il Floortime parte dal presupposto che il bambino deve sperimentare come positivi lo scambio relazionale e l’interazione con l’adulto. • Il Floortime è finalizzato a dare la possibilità al bambino di costruire ponti che connettano l’emozione al comportamento, anche attraverso l’utilizzo del linguaggio verbale. • Per facilitare l’interazione, il Floortime prevede di porsi al livello del bambino, mettendosi a terra e trascorrendo tempo a giocare e ad interagire con lui in un ambito dove si sente più sicuro e protetto (sul pavimento, sul letto, sul tappeto).
  • 40. Paola Visconti FLOORTIME Elementi teorici • Le emozioni stanno alla base dell’apprendimento: l’interazione affettiva col bambino crea il presupposto per progredire nelle tappe fondamentali dello sviluppo, non solo emotivo. • Il lavoro del terapista e del genitore consiste nel seguire gli interessi naturali del bambino e le attività da lui scelte spontaneamente al fine di facilitare l’interazione e promuovere l’apprendimento. • Il gioco e lo scambio col caregiver facilitano l’iniziativa del bambino con ricadute sull’iniziativa e sull’apprendimento.
  • 41. Scila Toscana Perché è importante insegnare ai b.ni a giocare? *Il gioco, inteso come abilità di sviluppo, rappresenta un momento specifico per l’acquisizione dei primi schemi di reciprocità sociale e di condivisione emotiva.
  • 42. Paola Visconti Alcuni esempi ♦ Gioco Parallelo l’adulto e il bambino si siedono l’uno di fronte all’altro ai lati opposti del tavolo e l’adulto compie sequenze di azione sugli oggetti che il bambino tende ad imitare e l’iniziativa del piccolo è rinforzata a sua volta dall’imitazione dell’adulto ♦ Gioco senso-motorio (giochi sociali infantili, stimolazione sensoriale, bolle…) ♦ Giocare a turno “Il tuo turno, il mio turno”. Costruire assieme una torre di mattoncini
  • 43. Paola Visconti PerchPerchéé èè importante saper imitareimportante saper imitare AbilitAbilitàà sociale fondamentalesociale fondamentale CapacitCapacitàà di lettura della mimica e dei gesti corporeidi lettura della mimica e dei gesti corporei CapacitCapacitàà di comprendere obiettivi, intenzioni e desideridi comprendere obiettivi, intenzioni e desideri altruialtrui ÈÈ una delle principali forme di integrazione sensouna delle principali forme di integrazione senso--motoriamotoria
  • 45. Scila Toscana Capacità di comprendere ed assimilare codici di comportamento sociale
  • 46. Scila Toscana La competenza empatica e socialeLa competenza empatica e sociale nei soggetti con Autismonei soggetti con Autismo La condotta sociale: • inconsapevolezza delle regole di condotta sociale; • necessità di “schemi” mentali per attuare comportamenti corretti (i soggetti Asperger devono “visualizzare” mentalmente ciò che fanno); • comprensione letterale delle espressioni verbali. Il gioco con gli altri: • tendenza ad isolarsi per mancata comprensione schemi sociali e reciprocità; • tendenza ad interagire preferibilmente con figure adulte (più stimolanti,informate e comprensive).
  • 47. Scila Toscana La competenza empatica e socialeLa competenza empatica e sociale nei soggetti con SAnei soggetti con SA Emozioni e modulazione emotiva: • compromissione della capacità di comprendere e esprimere emozioni(sorrisi stereotipati); • modulazione emotiva e comunicazione non-verbale(linguaggio del corpo) assenti o limitate; • conversazioni “asettiche” e/o centrate su argomenti ripetitivi e stereotipati; scarso contatto oculare. Il concetto di amicizia: • apparente assenza di manifestazioni di simpatia o di preoccupazione per l’altro (ipomimia); • imitazione di personalità forti(eroi,compagni di classe); • tendenza alla depressione nel periodo adolescenziale.
  • 48. Scila Toscana Strategie riabilitativeStrategie riabilitative per lo sviluppo:per lo sviluppo: ◊ delle abilità ludiche ◊ delle abilità sociali ◊ delle abilità emotive
  • 49. Scila Toscana InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle abilitabilitàà ludicheludiche *Il gioco, inteso come abilità di sviluppo, rappresenta un momento specifico per l’acquisizione dei primi schemi di reciprocità sociale e di condivisione emotiva. - osservare il bambino mentre gioca; - insegnare le fasi sociali dell’attività ludica e quindi gli schemi di gioco(come iniziare,mantenere,finire un gioco); - invitare un compagno a casa.
  • 50. Scila Toscana InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle abilitabilitàà ludicheludiche I gruppi di gioco integrato (Quill K.A.,2007):fornire opportunità naturali di gioco ai bambini per imparare a giocare in compagnia di giocatori “esperti” ossia con buone competenze ludiche e sociali. • offrire opportunità naturali di gioco; • assicurare una partecipazione guidata al gioco, attraverso la supervisione di un adulto che, in fase iniziale, guida le interazioni sociali e gli schemi di gioco; • garantire un gruppo di bambini (minimo di 3/massimo di 5) con abilità diverse, con una percentuale maggiore di bambini socialmente competenti; • garantire la strutturazione dello spazio e la prevedibilità dei tempi (intesa come regolarità e costanza degli incontri di gioco integrato).
  • 51. Scila Toscana InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle abilitabilitàà socialisociali Insegnare a “leggere” le situazioni sociali (Quill K.A.,2007): la lettura sociale è un tipo di intervento che mira ad offrire al bambino accurate informazioni sociali, sulla base delle sue modalità di comprensione. L’intervento si struttura in due fasi specifiche,quali: - le storie sociali; - la rilettura sociale.
  • 52. Scila Toscana InterventoIntervento psicoeducativopsicoeducativo per lo sviluppo delleper lo sviluppo delle abilitabilitàà emotiveemotive La comprensione delle emozioni drammatizzazione L’espressione delle emozioni la “Scala di misura”(Attwood) drammatizzazione
  • 53. Scila Toscana ……..e gli..e gli insegnantiinsegnanti?? • È necessaria un’informazione sulle caratteristiche specifiche della patologia, affinché non sia interpretato erroneamente il comportamento • È indicato che possano fornire un esempio per la classe su come interagire con bambino/ragazzo autistico • Non dovrebbero rappresentare l’unico punto di riferimento per il bambino/ragazzo autistico (es.:insegnare al soggetto che può chiedere aiuto anche al suo vicino di banco)
  • 54. Scila Toscana ……..e gli..e gli insegnantiinsegnanti?? • Incoraggiare giochi di cooperazione in classe (momenti ludici sempre strutturati e supervisionati dall’adulto) • Supervisionare i momenti di intervallo in cortile, cercando di interpretare ogni volta il bisogno del soggetto: giocare con gli altri, oppure voler restare da solo • Garantire durante le ore scolastiche momenti specifici per scaricare l’ansia o la frustrazione eventualmente accumulati dal soggetto, così da evitare lo scatenarsi di eventuali comportamenti problema
  • 55. Scila Toscana Alcune considerazioni Vi sono tanti modi di vivere l’autismo Ogni giorno conosciamo l’autismo insieme al nostro bambino “Equilibrio”: una delle parole chiavi nel percorso di intervento Lavoro in rete (condivisione obiettivi e modalità di intervento, confronto)
  • 56. Scila Toscana Alcune considerazioni Strumenti e tecniche dovrebbero essere adattati e personalizzati per quel particolare bambino Evitare un uso pedissequo e acritico di qualsiasi tipo di strumenti e tecniche di intervento. Continuità e intensità non significano rigidità! “Il nostro lavoro con questi bambini è semplicemente troppo importante perché lo si svolga senza sapere perché si fa ciò che si fa.” (S.Davis,2007)
  • 57. Scila Toscana Il percorso è ancora lungo… ....abbiamo molto da scoprire e da imparare
  • 58. Scila Toscana Suggerimenti bibliografici Frith U., “L’Autismo.Spiegazione di un enigma”,Editori Laterza,2005 De Clercq H., “L’autismo da dentro”, Erickson, 2011 Howlin P., Baron-Cohen S., Hadwin J., “Teoria della mente e autismo”, Erickson, 2003 Jordan R., Powell S., “Autismo e intervento educativo”, Erickson, 2004 Dyrbjerg P., Vedel M.,“L’apprendimento visivo nell’autismo”, Erickson, Quill K.A., “Comunicazione e reciprocità sociale nell’autismo”, Erickson, 2007 Xaiz C., Micheli E., “Gioco e interazione sociale nell’autismo”, Erickson, Kluth P., Schwartz P., “Valorizzare gli interessi ristretti nei bambini con autismo”, Erickson, 2011 Ruggieri A., Russo L., “Faccio io!”, Erickson, 2010 Fantuzzi P., Tagliazucchi S., “Laboratorio grafo-motorio”, Erickson Attwood T., “Guida alla Sindrome di Asperger”, Erickson, Cornaglia Ferraris P., “Io sento diverso”, Erickson, 2009 Sitografia www.specialeautismo.it www.iocresco.it www.benedettadintino.it (per approfondimenti sulla Comunicazione Aumentativa-Alternativa)