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Arsamandisimplexetdifficilis «Siquisinhocartempopulononnovitamandi/hoclegatetlectocarminedoctusamet» A rs amandi simplex
et si- mul difficilis est, nunc itemque Ovidii aetate, duobus milibus annorum ante. Quid dicat , his temporibus, poeta sulmonenses de hac levi re? Seramus cum illo collo- quium, quod fieri non potest. Ovidius ad nostra interrogata respondebit suis verbis quae Ars amatoria et Amores conti- nent. Quid est ars amatoria? «Siquis in hoc artem populo non novit amandi,/ hoc legat et lecto carmine doctus amet./ Ar- te citae veloque rates remoque moventur,/ arte levis currus. Ar- te regendus Amor./ Curribus Automedon lentisque erat ap- tus habenis; / Tiphys in Haemo- nia puppe magister erat; / me Venus artificem tenero praefe- cit Amori;/ Tiphys et Autome- don dicar Amoris ego./ Ille qui- dem ferus est et qui mihi saepe repugnet,/ sed puer est , aetas mollis et apta regi». Qui amor erat Romae tuis temporibus? «Tot tibi tamque dabit formo- sas Roma puellas,/ “haec ha- bet” ut dicas “ quidquid in orbe fuit”./ Illic invenies quod ames, quod ludere possis,/ quodque semel tangas , quodque tenere velis». Qui amandi mores puellis ro- manis erant? «Quae dant quaeque negant, gaudent tamen esse rogatae». Quibus amandi artibus uta- ris ad puellam capiendam? «Prima tuae menti veniat fi- ducia, cunctas / posse capi; ca- pies, tu modo tende plagas ./ Oscula qui sumpsit , si non et cetera sumpsit, /haec quoque , quae data sunt, perdere dignus erit./ Quantum defuerat pleno post oscula voto?/ Ei mihi ! ru- sticitas, non pudor ille fuit». Qui animus componendus est ad amorem petendum? «Non bene , si tollas proelia , durat amor. Militat omnis amans , et habet sua castra Cu- pido./ Ut ameris, amabilis esto./ Exue fastus, curam man- suri quisquis amoris habes!». Quos motus in mente puella tibi excitat? «Sic ego nec sine te nec tecum vivere possum/ Nec sine te, nec tecum vivere possum. Extremum consilium ei qui amorum lusu puellas lacessat. Arma dedit vobis: dederat Vul- canus Achilli: /vincite muneri- bus, vicit ut ille, datis!/ Sed qui- cumque meo superarit Amazo- na ferro / inscribat spoliis: “Naso magister erat”». ©RIPRODUZIONERISERVATA L’artediamaresempliceecomplicata.«Sec'ètravoichinonconoscaancora/l'arted'amare,leggailmiopoema» * L’arte di amare è semplice e nello stesso tempo compli- cata oggi come ai tempi di Ovidio,duemillennifa. Che cosa ha da dirci, oggi, il poe- ta di Sulmona su questa delicata materia? Proviamo a chiederglielo, con un’intervista impossibile. Alle no- stre domande Ovidio risponderà conlesueparole,quellatrattedalle sueopere,l’ArsAmatoriaeAmores. Checos’èl’arteamatoria? «Sec'ètra voi chi non conosca an- cora/l'arte d'amare, legga il mio po- ema/e fatto esperto colga nuovi amori!/Solcanol'ondeconleveleoi remi, sospinte ad arte, l'agili care- ne;/ con arte dunque è da guidarsi Amore!/Esperto Automedonte era sul carro/alle briglie flessibili e pilo- ta/ Tifi fu un tempo sulla poppa emonia./Me volle guida Venere e maestro/al più tenero amore: ch'io d'Amore/sia detto dunque Tifi e Au- tomedonte!/S'è vero ch'è selvaggio e chesovente/scalpitaefreme,Amore è ancor fanciullo:/docile età ch'è fa- cileaguidarsi». Com’era l’amore nella sua Ro- ma? «Romapuò darti tantee tali don- ne che puoi ben dire: «Ciò ch'è bello al mondo è tutto qui. A Roma tutto vi troverai: amore e scherzo, quella che ti godrai solo una volta, quella chevallapenamantenere». Qual è, secondo lei, l’atteggia- mento delle donne della su Roma versol’amore? «Che una bella donna conceda o neghi i suoi favori, le piace sempre chelevenganochiesti». Quali strategie adotterebbe lei per conquistare il cuore di una don- na? «Prima di tutto sia in te la certez- zache tuttele donne si possono con- quistare: le conquisterai, ma tendi beneleinsidie.Sepoichipreseibaci non saprà prendere anche il resto, sarà degno di perdere anche quello cheglièstatoconcesso». «Che mancava, dopo i baci, per empire tutti i tuoi voti? Ahimè, que- staèimbecillità,nonpudore!». Quale atteggiamento si deve te- nerenellaricercadell’amore? «L'amore non dura se togli ogni lotta.Ogniamanteèunguerriero,e Cupìdo ha il suo accampamento. Sii amabile, se vuoi essere amato. Spogliati dell'orgoglio, tu che desi- derigoderediunamoredurabile!». Quali pensieri suscita in lei la donnaamata? «Così non riesco a vivere né con te né senza di te. (. Né con te posso vivere,nésenzadite» Un ultimo consiglio a chi vuole impegnarsi nelle schermaglie amo- rose? «Vi ho dato le armi come le diede Vulcano ad Achille; vincete con quelle che io vi dono come egli vin- se!». «E chiunque con esse avrà trion- fato su un'Amazzone, scriva su le spoglie:"Ovidiomifumaestro!». ©RIPRODUZIONERISERVATA IV Ovidio2017 ILCENTRO GIOVEDÌ 6 APRILE 2017 Le Metamorfosi: se uomini mortali osano sfidare gli dei, vince sempre il dio e il mortale muore o viene punito R elegationis tempus praecipuum fuit in Ovidiivita. In Fastis elegiis, qui repe- tunt e materia Callimachi carminumquae nominantur Aitia, Ovidius illustrat in duo- decim libris, unoquoque mense anni, tempora cum causis fastorum romanorum sed carmen interruptus est li- bro sexto quia Ovidius, anno octavo post Christum na- tum, Augusti decreto fero acerrimoque iussus est ut re- linqueret Romam et relega- tus est Tomis (oppidum quod hodie vocatur Constan- tia)inScythia. Relegationis causae non claraesunt. Carmeneterror,dequibus ipse Ovidius loquitur in libro secundo Tristiorum, id est Ars Amatoria et fortasse quod implicatus esset, invi- tus,in Iuliae Minoris, quae ip- sa relegata est in eodem an- no,etIuniiSilaniadulterio. Tomis Ovidius mansit usque ad mortem cum ne a Tiberio quidem obtinuisset ut decretum relgationis revo- caretur. In eadem urbe scripsit Epi- stulas ex Ponto (quadraginta carmina in quattuor libris); tres primi editi sunt duode- cim annos post Christum na- tum, quartus autem post po- etaemortem. Secus ac Tristia, quae sunt sine nomine, ii, ad quos mis- sae sunt Epistulae ex Ponto, potentes viri sunt ex familia- ribus principis, quos Ovidius rogat ut apud Augustum inte- cedantproreditosuo. Epistularum res similes sunt Tristiorum: poeta osten- dit se pigere ac paenituisse erroris sui (in principem cul- paquae effecitrelegationem, Artis Amatoriae editio, et spe- rat se ignotum esse aut in lo- cum minus asperum et fe- rumtraductum esse. In Tristiis Ovidius Getos decscribit verbis acerbis cum vero in Epistulis sermo- nemitioreutitur et,probono suo, declarat se amare Tomi- tanos atque urbem ipsam tam caram esse sibi quam DelusLatoni. In his carminibus igitur po- etae animus afflictus est ma- xime desiderio patriae atque maestitia. ©RIPRODUZIONE RISERVATA M etamorphoseon libri, in quibus formae mu- tatio narratur, carmina sunt quae P. Ovidius Naso ante relegationem suam scripsit. In his carminibus multas fabulas graecas et latinas nobiles Ovi- dius fecit et ad posteritatis me- moriamprodidit. In omnibus Ovidii narrationi- bus dei hominesque ducuntur viribus quae omnem orbem an- tiquitus dominabant: Amor, Ira, Invidia, Metus, Curiositas. Fabulae, quae in Metamor- phoseon libris sunt, similem in- ter eas formam habent et in quattuor genera dividi possunt: - Deo aut viro mortali femina aut dea ardente, duplex exitum fieri potest: amans amatam ad se pellicit vel femina fugit, sae- pe formam mutando; - Femina virum cupiente, amor libidine satisfacta non de- bilitatur, sed permanetet mutat locos in quibus amantes vivunt - Cum mortales deos provo- care audeant, deus semper vin- cit et mortalis moritur vel puni- tur. - Cum fortissimus et mortalis vir ad singulare certamen adver- sarium lacessat, alterius pu- gnantis mors fit. Decimi libri tenus fabulae non temporum ordine cogun- tur, saepe ii quos describit Ovi- dius, facta quae ante eorum vi- tam acta sunt narrant, in his Or- pheus et Nestor post Cygni mor- tem. Post decimum librum, cum de bello troiano agitur, Ovidius rerum ordinem accurate servat. ©RIPRODUZIONERISERVATA Metamorphoseon libri: Deus semper vincit et mortalis moritur vel punitur InomnibusOvidiinarrationibusdeihominesqueducunturabviribusquaeinantiquitateomnemorbemdominabant I lperiododellarelegatiofu centrale nella vita di Ovi- dio.NeiFasti,chesiispira- no agli Aitia di Callimaco, Ovidio voleva illustrare in di- stici elegiaci, in dodici libri, unoperognimesedell'anno,e cantare in ordine l'origine e i miti legati alle feste del calen- darioromano,mailpoemafu interrotto al libro sesto perché Ovidio, nell'8 dopo Cristo fu colpito da undurissimo decre- to di Augusto, che gli impone- vadilasciare Romaelorelega- vaaTomi(chesièidentificata con l'odierna Costanza), nella Scizia. Le cause dell'esilio di Ovidio non sono chiare; carmen et er- ror,secondoleparolediOvidio stessonelsecondolibrodeiTri- stia, cioè l'Ars amatoria da un lato, e, probabilmente, l'essersi trovato implicato (involonta- riamente, secondo varie affer- mazioni del poeta) in qualche scandalo di corte, dai moderni per lo più identificato con l'adulterio di Giulia, nipote di Augusto, esiliata nello stesso anno,eD.GiunioSilano. A Tomi Ovidio rimase fino alla morte, non avendo otte- nuto neppure da Tiberio la re- vocadeldecreto. A Tomi scrisse le Epistulae ex Ponto. Le Epistulae ex Pon- to (sono 46 composizioni epi- stolari in distici elegiaci rac- colteinquattrolibri. I primi tre libri furono pub- blicatinel12dopoCristo,men- tre il quarto, che comprende epistole databili tra la fine del 14 e l'estate del 16 d.C., fu pub- blicatopostumo. A differenza dei Tristia, ele- gie i cui destinatari restano anonimi, i destinatari delle Epistulaesonoinfluenti perso- naggi della cerchia di Augu- sto, ai quali Ovidio si rivolge affinché intercedano per lui pressol'imperatore. I temidelle lettere sono mol- to vicini a quelli dei Tristia: il poeta si mostra affranto e pen- titoperilsuoerror(lacolpanei confronti di Augusto che ha motivatoilsuoallontanamen- to da Roma, probabilmente la pubblicazione dell'Ars Amato- ria) e auspica di essere perdo- natoo,almeno,diesseretrasfe- rito in una località diversa dall'asproeselvaggioPonto. Rispetto alledescrizioni im- placabili e mordaci dei Geti che Ovidio fornisce nei Tristia si nota però nelle Epistulae un tono più conciliante nei loro confronti: probabilmente per opportunismo, Ovidio procla- madiamare gliabitantidiTo- mi, e che addirittura la città gli èdivenuta cara quantoDe- loaLatona. Sul piano stilistico, poi, le Epistulae ex Ponto mostrano unOvidio ormai spento e ripe- titivoneitemienegliespedien- ti. Nostalgia e malinconia so- no le sfumature dominanti dellaparolapoetica dellelette- re. ©RIPRODUZIONERISERVATA Relegationistempus praecipuumfuit inOvidiivita TomisOvidiusmansitusqueadmortemcumneaTiberio quidemobtinuissetutdecretumrelgationisrevocaretur LarelegatiofucentralenellavitadiOvidio A Tomi rimase fino alla morte, non avendo ottenuto neppure da Tiberio la revoca del decreto * L e Metamorfosi , le cui narrazioni riguar- dano il mutamento delle forme, sono un poema epico che Ovidio compose prima della relegazione. Attraverso questi versi Ovi- dio ha reso celebri e trasmesso alla memoriadei posteri molte favole mitologiche greche e latine. In tutte le narrazioni di Ovidio gli dei e gli uomini sono dominato da forze che nell’anti- chità reggevano tutto il mondo: Amore Ira, In- vidia, Paura, Sete di conoscenza. I miti conte- nuti nelle Metamorfosi, hanno una struttura si- mile tra loro e possono essere divisi in quattro tipologie. Quando un dio o un uomo ardono d’amore per una donna mortale o una dea, l’esito della storia può essere duplice: l’amante conquista l’amata oppure la donna fugge , spesso mutan- do l’aspetto. Quando una donna arde d’amore per un uomo, appagato il desiderio sessuale l’amore non si affievolisce, ma rimane muta i luoghi in cui vivono le amanti. Se uomini mor- tali osano sfidare gli dei, vince sempre il dio e il mortale muore o viene punito. Quando un uo- mo mortale e fortissimo sfida a duello un avver- sario, avviene la morte di uno dei due combat- tenti. Fino al decimo libro i racconti non seguo- no un ordine temporale, spesso i personaggi narrano fatti che sono stati compiuti prima del- le loro vite, tra questi Orfeo, Nestore dopo la morte di Cigno. Dopo il decimo libro quando si parla della guerra di Troia, Ovidio rispetta ac- curatamente l’ordine dei fatti. Insertoa curadi GiulianoDiTanna Letraduzioni sono delDipartimento diLatino delLiceoClassico «Ovidio»diSulmona organizzatore delCertamen Ovidianum Poetryiswhatgets lost intranslation (RobertFrost) GIOVEDÌ 6 APRILE 2017 ILCENTRO Ovidio2017 V
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