2. La Lomellina è una parte della Pianura Padana nella zona sud-occidentale
della Lombardia tra il Sesia ad ovest, il Po ad ovest e a sud, il Ticino ad est
e le Colline Novaresi a nord.Comprende 57 comuni (214.494 ab) tra cui
Vigevano è il centro più importante. Il suo nome deriva dal comune di
Lomello. Infatti i popoli antichi della pianura padana si raccoglievano
attorno ai fiumi, principali vie di comunicazione in assenza di strade, Gli
antichi Romani potenziarono la rete stradale a nord del Po, verso le Gallie,
così la Lomellina fu attraversata da un'importante strada che da Pavia,
attraverso Duriae (Dorno), Laumellum (Lomello) e Cuttiae (Cozzo), portava
verso Torino e le Alpi .Un vero cambiamento si ebbe solo nel primo
Medioevo, a seguito dello straordinario aumento di importanza di Pavia,
divenuta capitale dei Goti, dei Longobardi e dei Franchi in Italia.I boschi,
che ricoprivano la pianura in epoca preistorica si conservarono a lungo:
ancora in epoca rinascimentale la zona aveva ampie foreste, assai rinomate
per la caccia, che facevano della Lomellina il luogo prediletto per gli svaghi
dei Signori di Milano.Per questo motivo, ancora oggi, è possibile vedere i
numerosi castelli che sorgono in ogni piccolo paese della zona.
CHI SIAMO? Un po’ della nostra storia
8. La Lomellina è un piccolo triangolo di terra
situata tra i fiumi Po, Ticino e Sesia. Siamo
vicinissimi al Piemonte, infatti alcune parole del
nostro dialetto sono molto simili a quelle del
dialetto piemontese, a due passi dalle province
di Vercelli, Alessandria e Novara. Siamo vicini
anche alla Liguria, il Passo del Brallo divide la
provincia di Pavia dalla provincia di Genova.
Dall'autostrada Torino/Milano bisogna uscire a
Gropello Cairoli e proseguire per Mortara...il
cuore della Lomellina! Ma per vedere qualcosa
di veramente bello è necessario proseguire fino
a Vigevano, sulla statale che collega Mortara a
Pavia. Fermarsi ad osservare la bellissima
Piazza Ducale con la fortezza del Bramante: in
questa piazza vengono spesso registrati spot
televisivi, è stato registrato anche un famoso
film con Alberto Sordi dal titolo "Il maestro di
Vigevano".
10. Col termine garzaia si intende il luogo
in cui nidificano collettivamente le
specie di Aironi (fam. Ardeidi) con
abitudini coloniali. Diverse specie di
Ardeidi, infatti, prediligono costruire
i nidi molto vicini, anche sullo stesso
albero od arbusto a distanza di pochi
metri dal nido limitrofo. La garzaia si
trova spesso all'interno di un'area
limitata e difficilmente accessibile,
generalmente costituita da un bosco
umido con terreno paludoso o da un
arbusteto di saliconi o da un canneto.
Le garzaie della Lomellina sono a :
Zeme (Garzaia di Sant'Alessandro),
Calpenchio (Garzaia di Celpenchio),
Breme (Garzaia della Cascina Rinalda),
Tutte visibili nel sito della Provincia di
Pavia alla voce "Riserve naturali"
http://www.provincia.pv.it
Garzaia
Airone
cenerino
Airone bianco
11. Fontanili
I nostri nonni raccontano...
Si chiamano "fontanili "le sorgenti sotterranee che servono per l’irrigazione
dei campi.I fontanili sono fiancheggiati da una rigogliosa vegetazione
spontanea, che diventa un rifugio sicuro per varie specie di uccelli.I
contadini usavano dissetarsi con l’acqua dei fontanili, fresca e buona,
usando il “barlet”, tipico contenitore di legno a forma di barilotto, che
veniva lasciato parzialmente immerso nell’acqua per mantenere il contenuto
sempre fresco.
I campi interamente allagati si chiamavano "marcite", perchè era
consuetudine lasciare l'ultimo taglio a marcire durante l'inverno
12. Quali altre coltivazioni ci sono in Lomellina?
Oltre al riso, ma in minima parte, si coltivano altri cereali come il mais,
il grano, l’orzo e le leguminose.
Abbiamo intervistato i nostri papà
agricoltori
13. Come si sviluppa la coltivazione del riso nel corso dell’anno?
A marzo si preparano i terreni: si ara (qualcuno lo fa già a novembre),
si livella con uno speciale raggio laser che rende il terreno molto piatto
e senza rilievi. Si procede quindi con la concimazione, sia con prodotti
chimici che organici. Ad aprile si riempiono le risaie di acqua con un
sistema di piccoli canali e chiuse, quindi si semina, sia con il sistema
tradizionale, cioè nell’acqua, sia all’asciutto con il sistema moderno. A
giugno si fanno i trattamenti contro le erbacce infestanti e le malattie
usando prodotti adeguati; si concima per nutrirlo e farlo crescere
bene.
14. Come si coltivava il riso quando non c’erano i macchinari di adesso?
Un tempo il lavoro di aratura era svolto dall’aratro trainato dai buoi o dai
cavalli e si concimava il terreno con il letame. Si seminava il riso in un piccolo
campo pieno d’acqua chiamato vivaio e le mondine procedevano a mano con il
trapianto delle piantine e successivamente l’eliminazione delle erbe
infestanti.
Le mondine erano donne molto forti e grandi lavoratrici che arrivavano nelle
nostre cascine anche da altre parti d’Italia. Lavoravano duramente tutto il
giorno stando nell’acqua, indossavano calze spesse per proteggere le gambe
dalle zanzare e dalle sanguisughe, sempre con la schiena piegata.
La mietitura veniva svolta dagli uomini a mano con l’ausilio della falce, si
facevano i covoni, cioè grossi mazzi di riso,che si portavano nelle aie dove
venivano battuti con grossi bastoni per staccare i chicchi di riso dalla pianta.
Si lasciava essiccare al sole e si setacciava per staccare la pellicina dai
chicchi, si conservava nei sacchi di iuta.
Alcune immagini
15.
16. Quali trattamenti particolari sono necessari per la crescita del
riso?
Un trattamento particolare, che non si presenta nella coltivazione
di altri cereali è il controllo dei livelli dell’acqua. Nelle risaie l’acqua
funge da termoregolatore (cioè ne regola la temperatura) per le
piantine di riso.Nelle risaie l’acqua deve avere sempre la stessa
temperatura (né troppo caldo, né troppo freddo) e sempre lo
stesso livello (né troppo alto, né troppo basso). Le persone che
controllano il livello dell’acqua nelle risaie si chiamano campari e il
loro lavoro è molto importante.
17. Cenni storici sulla coltivazione del riso.
Il riso è una pianta molto antica. Circa 1200 anni fa alcuni pastori dell’Asia
del sud scoprirono una pianta con dei chicchi molto saporiti ed iniziarono a
coltivarlo. Alessandro Magno lo portò in Italia e arrivò nelle nostre zone
solo nel 1400.
18.
19. Quali animali vivono nell’ambiente delle risaie?
Nelle rogge che portano l’acqua nelle risaie vivono trote e carpe,
rane, nutrie e innocue bisce. Mentre nell’ambiente circostante ci sono
aironi bianchi e cenerini, anatre, gallinelle d’acqua, beccaccini,
guardabuoi e altri animali amanti dell’acqua.
Anatre
Aironi
bianchi
Aironi bianchi
21. L'animale più famoso e fastidioso è senza dubbio la zanzara! Per
fortuna c'è solo in estate! E' un insetto più piccolo di una mosca,
che punge e succhia il sangue delle persone perchè ne ha
bisogno per scaldare le uova che poi si schiuderanno e
nasceranno altre zanzarine. Durante le sere d'estate è
impossibile passeggiare e giocare all’aperto se non coperti di un
repellente che le manda via...a succhiare qualcun altro!
22. Quale emozione si prova quando il riso è maturo?
E’ un po’ come veder crescere un figlio. La trebbiatura è il momento più
appagante, perché possiamo finalmente raccogliere i frutti di un anno di
lavoro e preoccupazioni.
23. Abbiamo intervistato i nostri papà che
lavorano in riseria
• Molte persone lavorano nelle riserie di Valle e Lomello.
• Gli agricoltori vendono il loro riso alle riserie che lo lavorano fino ad ottenere il
prodotto che vediamo sulle nostre tavole, attraverso un processo molto importante:
•
• SBRAMATURA --------- Pulitura del chicco con l’eliminazione della lolla (pellicina che
riveste il chicco di riso)
• SBIANCATURA---------- Si toglie dal riso il colore marrone e si rende bianchissimo
con l’eliminazione di tutte le impurità.
• SPAZZOLATURA-------- Si leviga il chicco di riso.
• BRILLANTATURA------- Il chicco di riso viene lucidato.
• CONFEZIONAMENTO--- Il riso viene confezionato in scatole o sacchetti sottovuoto,
che si possono acquistare sia nei negozi alimentari che nei supermercati.
25. La varietà di riso
• Le varietà di riso sono molte, dipendono dalla forma e dalla dimensione
dei chicchi.
• Eccone alcune: Roma, Arborio, Originario, Ribe, Baldo, Vialone Nano
e Carnaroli (usato soprattutto nei ristoranti perchè tiene la cottura).
• Con il riso si possono ottenere altri prodotti, per esempio la farina
(ottima per cucinare dolci molto leggeri, latte (usato soprattutto nelle
diete e per i neonati) e la pasta.
•
• Il riso della Lomellina e i suoi prodotti affini sono venduti in tutta Italia
e all’estero.
26. Varietà di riso
Nel mondo si stima che ci siano più di
3 mila varietà di riso: fortunatamente
non ce le troviamo tutte al
supermercato, ma alcune si trovano
molto facilmente e se sappiamo
scegliere quella giusta per la nostra
ricetta il risultato sarà migliore.Tra
tutti i tipi di riso quelle che più
comunemente troviamo sugli scaffali
dei nostri supermercati sono il riso
arborio, carnaroli e vialone nano, a
cui però di recente si aggiungono
sempre più frequentemente tipologie
esotiche.Per il riso in brodo è meglio
utilizzare chicchi lisci e compatti,
generalmente definite dal produttore
come semifino; il superfino invece è
adatto per i risotti
Per i risotti evitate il riso parboiled cos
27. Arborio
: riso a chicco grosso, il più diffuso in Italia. Ha una buona resistenza alla cottu
Carnaroli: considerato il re tra i risi e per questo molto amato dagli chef. Infatti
Baldo: ha una struttra compatta anche se è superfino; va bene per minestre, ins
Origninario: riso a grana tonda, il più comune. Va bene per minestre e minestro
arancini, dolci.
Padano: è un riso semifino adatto soprattutto per minestre e
zuppe.
Vialone nano: primo e più diffuso riso di qualità pregiata. Adatto
soprattutto per la preparazione di risotti con le verdure, come
zucca e asparagi.
28. Per le varietà esotiche le più diffuse in Italia sono:
Basmati: originario dell’India e del Pakistan ha un chicco lungo e
affusolato. Meglio se cotto a vapore e ideale come contorno a
secondi di carne e pesce.
Venere: noto anche come riso nero, per il suo colore inconfondibile.
Ricco di fibre e minerali, ha un profumo e un sapore delizioso anche
se semplicemente bollito. Adatto come contorno, soprattutto per il
pesce.
Patna: originario della Thailandia è diffuso soprattutto nella ersione
parboiled. Dopo la cattura resta ben sgranato e soffice, per questo è
adatto per la cottura nel forno e nelle insalate.
29. Le centrali biomassa
Negli ultimi anni in Lomellina sono sorte molte centrali biomassa per la
produzione di energia rinnovabile. Si bruciano: legno, mais, tuberi, rifiuti
organici di provenienza locale (filiera corta). Ciò permette di produrre
energia elettrica rinnovabile e venderla sul mercato, evitando
l'immissione di anidride carbonica o sostanze tossiche nell'aria. Molti
agricoltori della Lomellina hanno costruito questi grandi impianti sui loro
terreni, rendendo la nostra aria più respirabile.
30. I pannelli fotovoltaici
Un modulo fotovoltaico è composto da celle fotovoltaiche, in grado di
convertire l'energia solare in energia elettrica che entra nelle nostre case e
fa funzionare gli elettrodomestici della mamma, ci riscalda e ci da l'acqua
calda. In Lomellina ci sono molti impianti fotovoltaici, soprattutto sui tetti
delle cascine.
31.
32. Risotto allo zafferano
• E’ uno dei piatti tipici della tradizione culinaria
lombarda, ed è spesso confuso con il "risotto
alla milanese" o come lo chiamano i milanesi
di una volta "risòtt giald", che presenta delle
piccole ma sostanziali differenze, come
l'assenza del vino e l'aggiunta di midollo di
bue.
Nel Nord d’Italia il risotto allo zafferano è sicuramente il più diffuso e
preferito da giovani e buongustai, in quanto semplice da preparare,
gustoso, leggero e colorato.
Per preparare il risotto allo zafferano cominciate tritando finemente
la cipolla, dopodichè fate sciogliere, a fuoco lento, 80 gr di burro facendo
attenzione che non frigga, quindi aggiungete la cipolla tritata finemente e
fatela imbiondire mescolando continuamente con un cucchiaio di legno .
Unite il riso e fatelo tostare facendogli assorbire bene il burro dopodichè
alzate il fuoco e bagnate il riso prima con il vino che lascerete evaporare,
e poi con 2 mestoli di brodo bollente mescolate sempre e, quando questo
sarà quasi assorbito, aggiungetene altri 2 mestoli
33. Questa operazione dovrà essere ripetuta fino alla completa cottura . A metà
cottura, sciogliete lo zafferano in poco brodo e versatelo nel riso facendolo
amalgamare bene. Una volta che il riso ha raggiunto la cottura desiderata va
tolto dal fuoco e mantecato con il grana grattugiato e con il resto del burro
Prima di servirlo, è meglio lasciare riposare il risotto allo zafferano per
qualche istante in modo che possa insaporirsi. Spargete i pistilli
di zafferano sul risotto per decorare i piatti di portata
http://it.wikipedia.org/wiki/Zafferano
34.
Biscotti con farina di riso
Ingredienti per 100 biscotti:
gr 400 farina di riso - gr 150 burro - gr
120 zucchero - 2 uova - la scorza di un
limone grattuggiata - un pizzico di sale.
In una ciotola sbattete le uova con lo
zucchero, aggiungete il burro a pezzetti
e mescolate, quindi unite sale e scorza
di limone grattuggiata. Aggiungere la
farina e continuate a mescolare, mettere
l'impasto su un piano infarinato e
lavorate con le mani fino ad ottenere un
impasto liscio e morbido. Dividere
l'impasto in 8 parti e formare dei cilindri
di circa 10 cm di lunghezza con un
diametro di circa 2 cm, avvolgerli nella
pellicola trasparente e lasciarli riposare
per circa 1/2 ora in frigorifero. Passate
ogni cilindro su zucchero e cacao
mescolati in modo che si impregni bene
la superficie e tagliare ogni cilindro in
pezzetti di circa 1 cm. Sistemarli su una
teglia imburrata e infornare in forno
caldo a 180° per circa 15 minuti.
35. Torta di riso
Per questa torta di riso, che è molto semplice
ma gustosa, esistono varianti che prevedono
l’aggiunta di amaretti e liquore.
IngredientiBurro gr 80 – Cannella 2 stecche –
Latte 750 ml – Limoni 1 – Pinoli gr 50 – Riso
tipo Roma gr 250 – Rum q.b. – Sale 2 gr –
Uova 3 – Uvetta gr 50 – Zucchero 180 grPer
preparare la torta di riso cominciate mettendo
l’uvetta in ammollo con il rum e accendete il
forno a 180°. In un tegame versate il latte,
aggiungete le stecche di cannella e 50 gr
di zucchero; quando il latte arriverà a bollore,
unite il riso ed eliminate le stecche
di cannella dopo aver fatto insaporire
il riso del suo aroma. Lasciate quindi
sobbollire il riso a fuoco basso fino a che non
avrà assorbito tutto il latte e avrà una
consistenza simile ad un risotto asciutto
Versate il riso in un contenitore largo e basso
per farlo raffreddare.
36. Nel frattempo, in una ciotola, sbattete le uova assieme al restante zucchero
quindi unite l’uvetta sgocciolata, il succo di limone il burro fuso, 35 gr di pinoli e
mezzo cucchiaino di cannella in polvere. Aggiungete nella ciotola il riso ormai
freddo e amalgamate per bene gli ingredienti. Imburrate e cospargete di
pangrattato una teglia dal fondo estraibile del diametro di cm 24 e versate
all’interno il composto precedentemente ottenuto; cospargete la superficie della
torta di riso con lo zucchero e i restanti pinoli, quindi infornate a 180° in forno
statico per circa 60 minuti. La torta di riso deve risultare piuttosto dorata in
superficie. Trascorso il tempo indicato, estraete la torta di riso dal forno e
adagiatela su di una gratella senza estrarla dallo stampo: quando la torta
di riso sarà diventata fredda, passate la lama di un coltellino lungo tutto il
perimetro della tortiera per staccarla dai bordi; sganciate i bordi dal fondo dello
stampo ed estraete la torta, poggiandola su di un piatto. La torta di riso è pronta
38. Ingredienti: 1 Kg di lumache - 1 cipolla – 1 spicchio di aglio – un mazzetto
di prezzemolo – 3 pomodori pelati – Farina di mais – burro – olio
extravergine- sale – lardo q.b. Immergete le lumache in acqua bollente,
cuocetele per una decina di minuti, quindi scolatele e toglietele dal
guscio. Pulite togliendo l'intestino, lavatele più volte con acqua ed aceto e
sfregatele con farina gialla, sale ed aceto. Lavatele nuovamente con
acqua ed aceto ed asciugatele una per una con uno strofinaccio oppure
lasciatele sgocciolare in uno scolapasta. Preparate un battuto di cipolla e
fatelo soffriggere in abbondante burro ed olio aggiungendo anche dei
pezzetti di lardo, poi rosolatevi le lumache ed unite un battuto di aglio,
prezzemolo e dei pomodori pelati.Bagnate con qualche mestolo di acqua
calda il tutto e lasciate infine cuocere per circa 1,5 h, aggiungendo il sale
prima di portare in tavola
39. Oca arrosto
In 100 g di burro e 50 g di lardo rosolare
un'oca di 1000 g di peso, condita con sale e
pepe all'interno e all'esterno e legata.
Bagnarla con un bicchierino di acquavite e
un bicchiere di vino bianco secco, farli
sfumare, abbassare al minimo la fiamma e
mettere il coperchio. Cuocere l'oca per
un'ora, rigirandola e bagnandola col fondo di
cottura. Togliere l'oca dal tegame, tagliarla e
tenerla al caldo. Nel fondo di cottura stufare
800 g di cavolo rosso affettato sottile,
aggiustare di sale e servire con l'oca.
Ingredienti per 4 persone
100 gr di burro - 50 gr di lardo - 1 oca da
1000gr - sale - pepe - 1 bicchierino di
acquavite - Per servire: gr 800 di cavolo
rosso
Con l'arrosto avanzato si può preparare un
ottimo ragù oppure un ripieno speciale per i
ravioli.
40. Le rane
Il popolo lomellino ha dei gusti
alimentari un po' particolari! Siamo
in pochi a mangiare...le rane!
Molti anni fa le nostre risaie erano
piene di rane verdi e piccole, la mia
nonna mi ha raccontato che da
piccola andava a prenderle con
una bacchetta di legno , le metteva
in una sacca e poi a casa le puliva.
Sono buonissime fritte, in umido
con la polenta, in frittata e nel
risotto
41. Feste e tradizioni
Ogni anno a settembre a Mortara si celebra
la Sagra del salame d'oca. Il giorno di festa
è pieno di tanti eventi importanti, come la
sfilata storica con i costumi dell'epoca di
Ludovico il Moro e la partita a scacchi con
le pedine viventi. La vera protagonista della
giornata è l'oca lomellina, con il suo collo
bianco e maestoso, la sua regalità e la sua
personale attenzione a tutto quello che la
circonda, consapevole di essere per un
giorno la regina della festa!
42. Se passate dalle nostre parti a settembre, quando il riso comincia ad
imbiondire e a colorare l'aria di arancione, fate un salto a Mortara, nel cuore
della nostra bella Lomellina, incontrerete tante persone interessanti, che
amano la loro terra e si danno da fare per renderla speciale, vedrete il riso
e...le nostre oche bianche!
Da questo link è possibile accedere ad un video interessante per iniziare a
conoscere la Lomellina:
http://youtu.be/A1ra8TIZtfU
Un breve ma intenso viaggio attraverso il pianeggiante territorio di questa
affascinante terra tra il fiume Sesia, il Po e il Ticino.