Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Il fascino discreto dell'interlinguistica in Giuseppe Peano e i matematici suoi contemporanei
1. Mobilità e Inclusione
nell’ Europa Multilin-
gue
Il fascino discreto dell’interlinguistica
in Giuseppe Peano e i matematici suoi contemporanei
Federico Gobbo
Amsterdam / Milano-Bicocca / Torino
⟨F.Gobbo@uva.nl,federico.gobbo@unito.it⟩
19 Novembre 2015
Associazione Subalpina Mathesis
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9. Una nuova prospettiva per l’interlinguistica
The bilingual or wholistic view of bilingualism proposes that the
bilingual is an integrated whole which cannot easily be
decomposed into two separate parts. The bilingual is not the
sum of two complete or incomplete monolinguals; rather, he or
she has a unique and specific linguistic configuration. The
co-existence and constant interaction of the two languages in
the bilingual has produced a different but complete language
system.
Grosjean (2008: 14)
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13. Cartesio a Mersenne, 20 nov 1629, Amsterdam
Or je tiens que cette langue est possible, et qu’on peut trouver
la science de qui elle dépend, par le moyen de laquelle les
paysans purroient mieux iuger de la verité des choses, que ne
font maintenant des philosophes. […] Mais n’esperez pas de la
voir jamais en usage; cela présuppose de grans changemens en
l’ordre des choses, et il faudrait que tout le monde ne fût qu’un
paradis terrestre, ce qui n’est bon à proposer que dans le pays
des romans.
in: Adam & Tennary (1987: 81-82)
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16. Perché le Lingue Ausiliarie Internazionali (LAI)
Secondo Thomas Piketty (2014), la prima globalizzazione avviene tra
il 1870 e il 1914, quando le potenze coloniali europee si sono spartiti
il mondo in imperi (de jure o de facto).
La fede positivistica della scienza dà speranza a una lingua di
comunicazione per l’umanità. Di qui nascono le Lingue Ausiliarie
Internazionali (LAI).
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17. Lingue Ausiliarie Internazionali (LAI) e nuove
tecnologie
■ 1865: International Telegraph Union;
■ 1874: Universal Postal Union;
■ 1876: Alexander Graham Bell fa la prima telefonata bidirezionale;
■ 1879: Schleyer propone il Volapük;
■ 1884: International Meridian Conference (Greenwich);
■ 1887: Zamenhof pubblica l’esperanto a Varsavia;
■ 1889: inaugurazione della Torre Eiffel a Parigi;
■ 1894: Pierre de Coubertin ristabilisce le Olimpiadi;
■ 1903: Peano propone il Latino sine Flexione
■ 1903: Couturat & Leau pubblicano la Histoire de la langue
universelle
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21. Johann Martin Schleyer
Nato a Oberlauda, 1831, prete cattolico tedesco, imprigionato nel
1876 durante la Kulturkampf dopo l’unificazione della Germania da
parte di Otto von Bismarck.
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23. Ludwik Lejzer Zamenhof
Nato a Białystok, 1859, aschenazita litvak con formazione illuminista
(Haskalah), lancia l’esperanto nel 1887 come un ponte tra i popoli
per raggiungere la pace perpetua di matrice kantiana.
Per costruire questo ponte neutrale (non etnico) tra le nazioni oltre
tutti i muri, propone una religione neutrale (hillelismo) e una lingua
neutrale (esperanto).
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25. L’esperanto è una lingua di contatto
(Lingue germaniche + romanze + slave) x regolarizzazione = EO
26. Esempio della regolarizzazione mediante suffissi
esperanto neerlandese italiano
ĉevalo paard cavallo
ĉevalino merrie giumenta
ĉevalido veulen puledro
ĉevalejo stal stalla
ĉevalaro een kudde paarden una mandria di cavalli
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28. La furia glottopoietica del Novecento: i rivali
■ 1879 Volapük di Johann Martin Schleyer
■ 1887 Esperanto di Ludwik Lejzer Zamenhof
■ 1903 Latino sine Flexione di Giuseppe Peano
■ 1907 Ido di Louis Couturat
■ 1922 Occidental di Edgard de Wahl
■ 1928 Novial di Otto Jespersen
■ 1930 Basic English di Charles Kay Ogden
■ 1951 Interlingua di Alexander Gode
29. Louis Couturat
Louis Couturat (1868–1914), docente universitario di filosofia e
logica, con una tesi di dottorato alla Sorbona scritta in latino De
Platonicis Mythis.
Lavora su Leibniz e recupera le opere inedite di Leibniz, e i suoi scritti
sulla lingua generalis. Incontra l’esperanto e si batte per l’adozione di
una LAI da parte degli scienziati del suo tempo, formando nel 1901
una Délégation pour l’adoption d’une langue auxiliaire internationale.
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34. Giuseppe Peano e il Latino sine Flexione (1903)
È noto che fino a cento anni fa, circa, la lingua latina era la
lingua internazionale nel campo scientifico. Scrivevano
costantemente latino Leibniz, Newton, Eulero, i Bernoulli, e
ancora Gauss, Jacobi, ecc. pubblicarono in latino le loro opere
principali. Ma poi si cominciò a scrivere nelle lingue nazionali.
Oggigiorno i lavori scientifici sono scritti nelle varie lingue
neolatine, nelle differenti lingue germaniche, in piú lingue slave,
ecc. I giapponesi, che fino agli ultimi anni scrivevano inglese,
ora stampano in giapponese. Cosí ricevo in questa lingua un
lavoro del sig. Kaba sulle funzioni ellittiche (Atti dell’Accademia
di Tokyo, 17 gennaio 1903). […] Ma chi lavora al progresso della
scienza si trova nell’alternativa o di dover studiare
continuamente nuove lingue, ovvero di pubblicare ricerche già
note.
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36. Russell sull’esperanto (1900)
I have been too busy lately to be able to reply earlier to your
letter on the subject of Esperanto. I read with great interest the
pamphlets you sent me; it is an extremely simple and ingenious
language. I am highly favourable to the project, in so far as it
concerns scientific books, and memoirs of scientific societies. I
will make it known to my friends, though we are much too
conservative here to adopt a similar reform in publications. […]
However, I do not at all deny that the project is a good one; in
particular, if one could assure its adoption by Russians, Danes,
etc. For it would be intolerable if it would become necessary to
learn as well all these barbaric languages. And in spite of these
theoretical reservations, I shall make as much propaganda as I
can for Esperanto.
estratto da: Anne-Fraçoise Schmid (2001)
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37. Couturat a Peano (1904)
…il est impossible de faire une langue régulière avec le latin.
Vous avez fatalement des doubles radicaux, comme […] permitt
et permiss, […] vita et vive; vous avez des doubles formes de
participes: empto-emeto, flexo-flecteto, posito-poneto,
vecto-veheto. […] Vous avez par ex. 2 ou 3 suffixes pour le
même sens: bon-itate, fort-itudo, vir-tute. […] J’ajoute, au point
de vue practique, que votre latin ne peut plaire, ni à ceux qui
savent le latin, ni à ceux qui l’ignorent, pour les uns, il est
barbare, pour les autres, il est beaucoup trop difficile.
estratto da Luciano & Roero (2005)
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38. Peano a Couturat (1909) 1/2
Latino sine flexione, forma de lingua que me adopta, non habe
grammatica, vocabulario, non es in commercio, non da
concursu, et non es lingua officiale de Academia […] Academia
exige ab socios nullo declaratione de dogma; et jam contine
socios que seguace de systema Esperanto, aut de Ido.
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39. Peano a Couturat (1909) 2/2
Vos es de opinione contrario; et Uniono exige ab adhaerentes
declaratione “me promitas lernar Ido, praktikar ol en omna
okasion” etc. declaratione que me non pote fac; et si nos adiuva
labore de Vos pro lingua internationale duo societate habe idem
scopo et methodo differente; et pote vive in pace inter se.
Salutationes cordiales, G. Peano
estratti da Luciano & Roero (2005)
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40. Lo sconforto di Peano (1910) 1/2
Io abbandono l’insegnamento superiore, contro la mia volontà e
con dolore. Ho fatto tutte le mie lezioni, procurando di
interessare gli allievi, che si sono effettivamente interessati. Ho
procurato di vivere d’accordo con i colleghi, da cui dipendo. Ma
questi vogliono che io abbandoni i simboli, che non parli più del
formulario e altro ancora. Rifiutai ogni conferma in queste
condizioni.
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41. Lo sconforto di Peano (1910) 2/2
Facevo quel corso per piacere e non per interesse. Così è finita.
Difficilmente farò ancora uscire un volume della Rivista. Ho
lavorato abbastanza, ed ho il diritto di riposare, tanto più che i
colleghi ritengono le mie teorie pericolose. La difesa del
Formulario la faccia chi vuole. Del resto esso è un libro già
abbasanza noto, e non muore più. Può essere che io dedichi
questi ultimi anni alla interlingua, ovvero al giardinaggio.
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43. Russell su Peano e Couturat (1912)
I enclose 2 letters (which please return), one from Peano and
one from Couturat, both occupied with the international
language (or rather languages). First there was Vollapük [sic],
then Esperanto, then an improvement on Esperanto called Ido
(its proficients are called Idiots), then Peano’s “Latin without
Inflections”. These various sects hate each other like poison, but
Esperantists and Idiots hate each other most because they are
nearest akin. Couturat is an Idiot. I am ashamed to confess
that he was my earliest disciple.
estratto da: Anne-Françoise Schmid (2001)
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44. La fine dell’ido?
Ido was hit worse. On 3 August 1914, while driving in the
French countryside, a mobilization truck headed for the front
plowed into an automobile out for a quiet drive, killing a
passenger. His name was Louis Couturat. Even Otto Jespersen,
member of the Delegation, would abandon Ido in favor of his
own universal auxiliary, Novial, in 1928. By 1923 there were
only roughly a hundred Idists in all of Soviet Russia (the
revolution there had wrought havoc on internationalist
movements). Only forty individuals, Soviets included, attended
the 1929 Ido world congress.
Gordin (2015:157-8)
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47. Basic English: Churchill to Wilson, 1944
DOI https://doi.org/10.1075/lplp.38.3.04gob
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48. Churchill, Harvard, 1943: pax anglica-americana
Basic English is a carefully wrought plan for transactions of
practical business and interchange of ideas, a medium of
understanding to many races and an aid to the building of a
new structure for preserving peace […] the empires of the future
are the empires of the mind.
in: Phillipson (1992)
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49. Acknowledgement of funding
MIME – Mobility and Inclusion in Multilingual Europe
The research leading to these results has received
funding from the European Community’s Seventh
Framework Programme under grant agreement No.
613344 (Project MIME).
UEA – Universala Esperanto-Asocio (Rotterdam, NL)
One of the authors’ is appointed as holder of the Spe-
cial Chair in Interlinguistics and Esperanto at the Uni-
versity of Amsterdam on behalf of UEA. The content
and opinions expressed here are the author’s ones and
they do not necessarily reflect the opinions of UEA.
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