Consapevolezza metalinguistica: i laboratori linguistici alla scuola primaria
1. Mobilità e Inclusione
nell’Europa Multilin-
gue
Consapevolezza metalinguistica
I laboratori linguistici alla scuola primaria
F Gobbo
⟨Amsterdam / Milano-Bicocca / Torino⟩
⟨F.Gobbo@uva.nl⟩
15 Nov 2016
Università Sapienza, Roma
Giornata in onore di Renato Corsetti
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3. Il quotidiano panorama multilingue in Europa
Usare piú lingue quotidianamente è esperienza comune di molti
cittadini dell’Unione Europea. Secondo una ricerca del parlamento
europeo, almeno 55 milioni di cittadini, il 10% di tutti gli europei
parla una Lingua Regionale e Minoritaria (LRM). Esempi di LRMe
sono il frisone occidentale nel nord dei Paesi Bassi o il lombardo in
Lombardia, Piemonte orientale e Canton Ticino.
EU finanzia molti programmi per far viaggiare le persone nel
continente e non solo: tra gli altri, il programma Erasmus muove
migliaia di studenti universitari che vegnono in contatto con altre
lingue e culture. I profughi portano nuove lingue in molti paesi
della UE, non senza problemi.
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4. Nuove forme di mobilità temporanea in Europa
Il trattato di Schengen, i voli low-ost e le tecnologie digitali facilitano
nuove forme di mobilità all’interno della UE. Tra le altre diventa
sempre piú frequente che famiglie vadano a vivere e lavorare in
un altro Paese europeo per qualche anno, specialmente nelle
metropoli europee – vale a dire con piú di un milione di abitanti.
In tali famiglie vengono parlate una o piú lingue diverse dalla lingua
nazionale della società ospite, che solitamente è la sola lingua di
istruzione nelle scuole pubbliche. Purtroppo le scuole con piú di
una lingua di istruzione, nonostante gli evidenti vantaggi, sono ancora
l’eccezione, non la norma.
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5. I vantaggi del bilinguismo precoce
Sono molti gli studi di settori che mostrano i vantaggi del bilinguismo
precoce. Riassumendo, tali vantaggi sono:
■ sociali e culturali: avere due identità (o piú) porta a una
percezione del mondo piú vasta;
■ economici: i bilingue trovano piú facilmente lavori ben pagati dei
monolingue;
■ cognitivi: bilinguismo e multilinguismo sono lo stato naturale
del cervello, mentre il monolinguismo è una mancanza;
□ i bambini distinguono A e B presto (età: 8 mesi) anche se le lingue
sono simili (per es. catalano e spagnolo), e le due lingue sono sempre
attive contemporaneamente (A. Sorace);
□ imparano piú facilmente qualsiasi altra lingua;
□ hanno maggior consapevolezza metalinguistica (v. sotto);
□ sono lettori precoci;
□ fanno task-switching piú efficacemente, e mantengono l’attenzione su
un task piú a lungo se necessario.
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7. Gli scopi in breve
■ Aumentare la consapevolezza metalinguistica
■ Apertura e interesse verso le lingue del mondo
■ Coinvolgimento alla pari di tutti i bambini
■ Favorire l’autostima dei bambini bilingui
■ Creatività linguistica, anche testuale
■ Coesione della classe
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8. Aumentare la consapevolezza metalinguistica
Il laboratorio sulla lingua segreta smonta i meccanismi di
funzionamento delle lingue e cosí aumentano la consapevolezza
metalinguistica. Per ‘consapevolezza metalinguistica’ intendiamo la
somma delle seguenti capacità:
■ essere consapevoli che le lingue non sono solo strumenti che
“portano il significato”, ma che possono essere analizzate come
sistemi simbolici con una loro struttura;
■ essere consapevoli del fatto che i concetti espressi dalle parole non
sono lo stesso dei referenti (il significato è nella mente, non nella
realtà);
■ essere consapevoli che la struttura della lingua non è fissata ma
cambia a seconda di: situazione, luogo, strumento, tempo, ruolo
sociale.
Senza consapevolezza metalinguistica non capiremmo, tra le altre
cose: l’ironia, le forme idiomatiche o le metafore.
13. Favorire l’autostima nei bambini bilingui
Lo status delle lingue di casa di famiglie in mobilità assomigliano a
quelle delle LRMe: spesso la lingua di casa viene usata solamente
nel cerchio familiare, mentre quella nazionale viene usata con i pari
– amici e conoscenti.
Apprendere a leggere e scrivere in una lingua altra rispetto a quella
familiare può portare frustazione negli scolari, che possono sentire
svalorizzata la propria lingua di casa perché percepiscono che
“nessuno” la usa al di là della famiglia. A volte si sentono insicuri
della loro competenza linguistica. Inoltre, spesso girano dicerie stupide
secondo le quali il bilinguismo precoce “confonde la mente”, e non
sempre sono preparati a rispondere.
I laboratori linguistici sono anche una occasione per mostrare come
il multilinguismo sia un fatto normale e positivo.
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14. Coinvolgimento alla pari di tutti i bambini
I laboratori linguistici sono stati concepiti a partire dalla classe
quarta perché bisogna avere un livello di lettura e di scrittura della
lingua di istruzione (in questo caso l’italiano) adeguato per poter
confrontare l’italiano con altre lingue.
I casi diagnosticati di dislessia e disgrafia sono una realtà nelle scuole
primarie di oggi. La costruzione della lingua segreta, semplice da
scrivere e da pronunciare, e regolare nella grammatica, permette
a tutti i bambini di partecipare alla pari.
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16. Creatività linguistica, anche testuale
Scrivere un testo come originale bilingue mette in gioco riflessioni
linguistiche e metalinguistiche a diversi livelli (“ma se la poesia fa
rima in italiano, farà rima anche in Gatlòik?”). Il testo sarà piú
meditato e mediamente piú corretto anche in italiano.
Essendo una lingua segreta, il Gatlòik viene usato spontaneamente
per scrivere e recitare brevi poesie (nonsense o sullo stile degli haiku
giapponesi), filastrocche, indovinelli, formule magiche.
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18. Coesione della classe
Tutte le lingue sono paradossalmente ponti e barriere insieme,
perché permettono di comunicare tra genti diverse (ponti) e veicolano
l’identità della comunità dei parlanti (“lo spirito di campanile”,
Ferdinand de Saussure).
Essendo la lingua segreta della quarta, tutti i componenti della
classe devono condividerla tra loro ma non con gli altri bambini
della scuola. Ogni classe quarta comunque ne può fare una nuova. La
scelta del nome della lingua è molto importante.
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20. Organizzazione dei laboratori
Ogni laboratorio si divide in tre fasi:
1. il ricercatore in classe chiarisce le “regole del gioco” con l’aiuto
dell’insegnante. Gli scolari iniziano a inventare la lingua
segreta attraverso una grammatica normativa e il lessico, sotto la
doppia supervisione del ricercatore e dell’insegnante;
2. il laboratorio prosegue costruendo il lessico mediante la
scrittura di testi nei mesi seguenti con l’aiuto dell’insegnante,
senza l’intervento diretto del ricercatore, con il quale l’insegnante
rimane in contatto. Vengono spediti messaggi nella lingua segreta
tra il ricercatore e i bambini;
3. il ricercatore torna in classe verso la fine dell’anno per valutare il
lavoro di tutto l’anno con i bambini. In seguito, viene organizzato
un incontro con i genitori interessati.
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21. Fase 1: pianificazione della lingua
Si parte dalla struttura della lingua. Tutte le decisioni sono
coordinate dal ricercatore ma approvate per votazione democratica,
poiché la lingua dev’essere ben compresa da tutti i membri della
classe. Per questo, dev’essere regolare nella struttura e misteriosa nel
lessico.
Le lingue segrete vanno usate specialmente per iscritto, anche con
messaggi segreti tra i membri della classe da decodificare.
Questo obiettivo verrà raggiunto nel corso della classe quinta.
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22. I passi nella pianificazione della lingua
1. si parte decidendo i suoni della lingua (livelli fonetico e
fonologico) – attraverso l’analisi dell’italiano, la lingua di istruzione
– e la scrittura, che può essere un alfabeto completamente
inventato; i bambini scrivono il proprio nome nella lingua;
2. in seguito si decidono le parole funzione della lingua, come per
esempio i pronomi, le preposizioni, i numerali – e in contemporanea
i tratti generali, come l’ordine di base o i generi grammaticali;
3. in un terzo momento, vengono decisi i mattoni per formare il
lessico (livello morfologico). Come la maggior parte delle lingue
pianificate, le lingue segrete sono regolari e agglutinanti (i morfemi
sono invariabili) – a differenza dell’italiano.
4. infine, vengono tradotte nella lingua segreta le prime parole
che possono provenire dall’italiano o dalle lingue di casa.
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24. Questione di semplicità
Il ricercatore e l’insegnante hanno deciso che la strategia “classica”
dell’inversione (leggere da destra a sinistra, trasformare i prefissi in
suffissi, mettere gli articoli a destra) poteva essere troppo difficile.
La strategia seguita è stata quella di togliere nessi consonantici
difficili da pronunciare e ridurre le vocali da cinque a tre,
seguendo l’esempio delle lingue semitiche. Questo rende la lingua
segreta rapidamente e con una serie di regole di trasformazione di
immediata comprensione: per es. e → a.
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25. Fase 2: il lessico
■ 1. prendere una parola dell’italiano o di altra lingua a piacere;
■ 2. scriverla nel nuovo alfabeto, adattandone i suoni;
■ 3. analizzare i mattoncini (morfemi, generi, tempo, ecc.)
■ 4. se il risultato è nuovo, vai a 5a; altrimenti, vai a 5b.
■ 5a. aggiungere la parola nuova nel lessico, con alfabeto proprio,
trascrizione in alfabeto latino e traduzione in italiano;
■ 5b. ritrovare la parola nel lessico;
■ 6. ‘ricalcolare’ le parole derivate morfologicamente;
■ 7. scrivere il paradigma della parola nuova.
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34. La fase 3 di valutazione: la stella marina
Nell’ambito delle metodologie agili per la programmazione del
software una grande importanza viene data alle restrospettive, un
momento in cui i membri del gruppo rivedono insieme cosa è andato
bene e cosa no.
La tecnica della stella marina permette a tutti di esprimersi e di
vedere quali sono le esigenze che emergono dal gruppo. È facile e
divertente, e può essere usata tranquillamente in una classe quarta.
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35. Come funziona la stella marina
Si prende un foglio e lo si divide in cinque spicchi (a forma di stella
marina). Su ogni spicchio ognuno attacca almeno un post-it. Gli
spicchi hanno cinque significati differenti
1. (+) di più
2. (-) di meno
3. (/) cose nuove
4. (x) basta
5. (=) mantenere
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40. Le indicazioni piú importanti
■ vogliamo parlare in Gatlòik;
■ piú poesie, meno filastrocche;
■ no al genere marcato in tutti i nomi (introdurre il neutro);
■ indovinelli da scrivere in piccoli gruppi a coppie;
■ fare esclamazioni e interiezioni.
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42. Acknowledgement of funding
MIME – Mobility and Inclusion in Multilingual Europe
The research leading to these results has received
funding from the European Community’s Seventh
Framework Programme under grant agreement No.
613344 (Project MIME).
UEA – Universala Esperanto-Asocio (Rotterdam, NL)
One of the authors’ is appointed as holder of the Spe-
cial Chair in Interlinguistics and Esperanto at the Uni-
versity of Amsterdam on behalf of UEA. The content
and opinions expressed here are the author’s ones and
they do not necessarily reflect the opinions of UEA.
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43. Grazie per l’attenzione!
Domande? Commenti?
⟨F.Gobbo@uva.nl⟩
@goberiko federico.gobbo
http:/publications.federicogobbo.name/
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