22. Emerge una certa contraddizione relativamente alla interdisciplinarietà: il 64% non è accordo su "il libro di testo favorisce il lavoro interdisciplinare" ma il 48% non ritiene neppure che "il libro di testo obbliga ad una didattica disciplinare".
30. La Scuola che Funziona all’eBookFest La discussione sui libri di testo
31. 163 risposte (al 9/9) Un mese di accesa discussione Posizioni molto diversificate. Innovazione e prudenza insieme Il forum
32. Un LdT rinnovato o un concetto nuovo di LdT? Non si cambia solo supporto Dobbiamo ridiscutere forma, contenuto e l’esistenza stessa del libro di testo Apple iPad
35. ...di testo? Il vecchio libro di testo ha fatto il suo tempo ...da un bel po’ Possiamo farne a meno? Forse sì, forse no Sicuramente deve cambiare ...sul serio Immagine di opensourceway
37. Supporti e standard No a standard proprietari e DRM PDF è orientato alla stampa ePub promette bene, ma deve crescere
38. Diritto d'autore Alcuni diritti riservati Vogliamo essere liberi di copiare, elaborare, remixare Superare il concetto della “vendita” di ogni singola copia
39. LdT e modelli didattici Verso una didattica plurale, interattiva e multimediale Testo lineare o reticolare, a seconda delle esigenze Contenuti aperti e flessibili ...adattabile a stili di apprendimento diversi Foto di Editor B
40. Liquidità LdT facilmente aggiornabile Comunità di docenti impegnate nella redazione e personalizzazione dei contenuti Collaborazione con editori capaci di supportare il mondo della scuola e di fornire servizi a valore aggiunto Foto di hamad M
Il passaggio al digitale non è solo un cambiamento di supporto, ma l'occasione per ridiscutere la forma , il contenuto e l' esistenza stessa del libro di testo come lo abbiamo conosciuto finora. Internet e le nuove tecnologie in genere, hanno già stimolato e supportato un processo di cambiamento nel modo di fare scuola. I supporti e le risorse didattiche devono adattarsi a questo nuovo contesto, integrandosi in ambienti di apprendimento molto più flessibili e diversificati.
Un gran numero di docenti dice addio senza rimpianti al vecchio libro di testo e si mostra scettico nei confronti di qualcosa che, andando oltre l'apparenza di oggetto tecnologico innovativo, sembra riproporre lo stesso schema, rigido e standardizzato.
Il concetto di libro come lo abbiamo conosciuto finora non può che essere messo in discussione dall'avvento del digitale. Anche il termine e-book appare a molti discutibile, ripensando alle sorti di e-commerce e e-learning.
Serve veramente il libro di testo? Ha senso perpetuare, nel passaggio dagli atomi ai bit, una pratica e una forma editoriale (il testo didattico obbligatorio) già accusata da più parti di essere poco utile se non addirittura dannosa? Il dibattito è apertissimo. Da una parte chi sostiene che se ne possa fare completamente a meno, dall'altra chi lo considera ancora uno strumento importante, auspicandone comunque un rinnovamento per rispondere ad esigenze in continuo mutamento.
Quali caratteristiche tecniche e comunicative deve avere il LdT? Come affrontare il problema degli standard e del copyright?
Impensabile l'adozione di standard proprietari e sistemi di protezione (DRM) che limitano l'utilizzo e la riproduzione del contenuto per qualsiasi oggetto culturale da utilizzare a scuola. Il formato PDF, molto utilizzato finora per le pubblicazioni elettroniche in ambito didattico, è più orientato alla stampa che alla lettura su schermo. La rapida evoluzione degli e-book reader (hardware e software) basati sul concetto di testo fluido, adattabile alle diverse dimensioni dei dispositivi e personalizzabile nell'aspetto da parte dell'utente, ha portato alla ribalta il formato ePub. Di questo standard aperto si segue con interesse lo sviluppo verso una maggiore ricchezza comunicativa, anche con l'introduzione della multimedialità.
Tutti i contenuti dovrebbero essere distribuiti con licenze "copyleft" come le Creative Commons che, oltre a garantire alcuni diritti dell'autore, consentono la libera circolazione dell'opera e il suo riutilizzo (interamente o in parte) in opere derivate, come moduli e schede personalizzati realizzati dai docenti, prodotti degli studenti, "mash-up" condivisi in rete. Nessuno mette in discussione il giusto compenso per chi lavora, a vario titolo, alla realizzazione dei testi. Sicuramente, nel passaggio al digitale, servono modelli di business che vadano ben oltre la "vendita" delle singole copie.
Quale che sia la struttura sulla quale innestare i contenuti (lineare, reticolare o forma mista lineare/reticolare), l'impianto didattico deve essere ben diverso dal LdT comunemente inteso e in uso: garantire la pluralità di percorsi e soprattutto di approcci, ridurre la gerarchia tra le informazioni, permettere l'interazione con i contenuti (pertanto modificabili). Verso una didattica plurale, interattiva e multimediale.
Elemento essenziale perché il LdT digitale sia funzionale a stili di insegnamento/apprendimento diversi: tramite aggiornamenti scaricabili e fruibili off line o tramite accesso a wiki o ambienti di apprendimento in rete. Contenuti aperti e costruiti ad hoc. Comunità di docenti aperte e democratiche potranno condividere e sviluppare collaborativamente materiali per singole attività o per interi percorsi di apprendimento. Gli editori più dinamici potranno instaurare relazioni "virtuose" con queste comunità, supportando la creatività del mondo della scuola e fornendo servizi a valore aggiunto.