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COSA SONO I BES?
Il concetto di Bisogno Educativo Speciale si estende al di là di quelli che sono inclusi
nelle categorie di disabilità, per coprire quegli alunni che vanno male a scuola
(failing) per una varietà di altre ragioni che sono note nel loro impedire un progresso
ottimale (Unesco, 1997).
“ Ciò che caratterizza gli alunni con BES non è tanto una diagnosi
medica o psicologica (una «certificazione») ma una qualche
situazione di difficoltà che richiede interventi individualizzati. Il
concetto di Bisogni Educativi Speciali, ben presente nella
letteratura scientifica anglosassone e nelle politiche educative e
sanitarie di molti Paesi, è certamente più ampio di quello di
disabilità e si avvicina molto a quello di difficoltà di
apprendimento” . (Angelo Lascioli, Università di Verona).
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
QUANDO I BISOGNI NORMALI
DIVENTANO “SPECIALI” ...
“In alcuni casi, i bisogni educativi normali, e
cioè quelli di sviluppo delle competenze, di
appartenenza sociale, di identità
autonoma, di valorizzazione e di autostima,
di accettazione, solo per citarne alcuni,
diventano bisogni speciali, più complessi, in
quanto è più difficile ottenere una risposta
adeguata a soddisfarli. E questo per una
«difficoltà di funzionamento»
biopsicosociale dell'alunno.”
(Dario Ianes,Università di Trento)
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
IL CONCETTO DI
FUNZIONAMENTO
- Introdotto dall'OMS (2002; 2007 versione bambini e
adolescenti) attraverso l'ICF (International Classification
of Functioning Disability and Health) , definisce lo stato
di salute delle persone non come assenza di malattia ma
come benessere bio-psico-sociale in relazione agli ambiti
di vita (sociale, familiare, lavorativo).
-Supera una visione sanitaria a favore di una visione
sistemica dell’esistenza umana.
-La persona è vista nella sua globalità e si rende
responsabile la comunità tutta della qualità della vita
delle persone
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
AMBITI DI FUNZIONAMENTO
SECONDO IL MODELLO ICF
La situazione globale di una persona, del suo stato di salute nei suoi contesti
reali di vita, secondo il modello ICF, può essere descritta in base alla
presenza o meno di difficoltà in uno o più ambiti di funzionamento tra loro
interconnessi
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
INTEGRAZIONE E INCLUSIONE:
DIFFERENZE
L'idea di integrazione è fondata sull’adattamento
dell’alunno disabile a un’organizzazione scolastica
che è strutturata fondamentalmente in funzione
degli alunni «normali». In questo senso l'obiettivo è
quello di realizzare un processo basato
principalmente su strategie che portino l’alunno
disabile a essere quanto più possibile simile agli
altri. Il successo del processo si misura a partire dal
grado di normalizzazione raggiunto dell’alunno.
(Fonte: Fabio Dovigo, Università degli studi di Bergamo)
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
INTEGRAZIONE E INCLUSIONE:
DIFFERENZE
L'idea di inclusione rappresenta piuttosto
una filosofia dell’accettazione fondata
sulla capacità di fornire un contesto
adeguato (nella fattispecie una didattica
e una organizzazione scolastica) dentro
cui gli alunni — a prescindere da abilità,
genere, linguaggio, origine etnica o
culturale — possono usufruire di uguali
opportunità e sentirsi valorizzati.
(Fonte: Fabio Dovigo, Università degli studi di
Bergamo)
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
I BES NELLA NORMATIVA
Riferimenti normativi:Riferimenti normativi:
Direttiva 27 dicembre 2012Direttiva 27 dicembre 2012
C.M. n.8 marzo 2013C.M. n.8 marzo 2013
Nota n.1551 del 27 giugno 2013Nota n.1551 del 27 giugno 2013
Nota n.2563 del 22 novembre 2013Nota n.2563 del 22 novembre 2013
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
I BES NELLA NORMATIVA
Definizione
L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella
riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.(...).Quest’area
dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche
diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali
(in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono
comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità;
quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio
socio-economico, linguistico, culturale.
Direttiva 27 dicembre 2012
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
I BES NELLA NORMATIVA
Individuazione dei Bisogni Educativi Speciali
Il modello ICF dell'OMS punto di riferimento per l'individuazione degli alunni con BES
(…) è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale
l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale
certificazione, (…). A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano
culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning)
dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico-
sociale. (...) il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES)
dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni.
Direttiva 27 dicembre 2012
Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi
oggettivi(come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di
ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
C.M. n.8 marzo 2013
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Nota n.2563 del 22 novembre
2013
IL RICHIAMO AL REGOLAMENTO
DELL'AUTONOMIA (DPR 275/99)
(…) la personalizzazione degli apprendimenti, la
valorizzazione delle diversità, nella prospettiva
dello sviluppo delle potenzialità di ciascuno sono
principi costituzionali del nostro ordinamento
scolastico recepiti nel DPR 275/99, laddove è
detto che «Nell'esercizio dell'autonomia
didattica le istituzioni scolastiche … possono
adottare tutte le forme di flessibilità che
ritengono opportune e tra l'altro: l'attivazione di
percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del
principio generale dell'integrazione degli alunni
nella classe e nel gruppo…» (art.4).
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Nota n.2563 del 22 novembre
2013
GRAVI
DIFFICOLTA'
ORDINARIE
DIFFICOLTA'
Carattere temporaneo
Carattere più stabile;
maggior grado di complessità
Carattere permanente;
base neurologica
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Nota n.2563 del 22 novembre
2013
GRAVI
DIFFICOLTA'
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DIFFICOLTA'
Nessuna attivazione di un percorso
specifico strutturato in un PDP
Valutazione pedagogica
dell'eventuale adozione e
compilazione di un PDP
Obbligo legislativo di adozione
e compilazione di un PDP
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Nota n.2563 del 22 novembre
2013
(…) nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto
qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole
secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si
concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo
potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un
Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti
compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della
scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma
individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria
l’adozione di particolari strategie didattiche.
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Potere decisionale dei Consigli e dei Team rispetto all'adozione di
strumenti specifici
I BES NELLA NORMATIVA
Compiti della scuola
La stesura del PDP è considerata misura ineludibile e non
riducibile all'enunciazione delle misure compensative e
dispensative
(…) , il Piano Didattico Personalizzato non può più
essere inteso come mera esplicitazione di strumenti
compensativi e dispensativi (…) bensì lo strumento
in cui si potranno, ad esempio, includere
progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli
minimi attesi per le competenze in uscita (...),
strumenti programmatici utili in maggior misura
rispetto a compensazioni o dispense,a carattere
squisitamente didattico-strumentale.
C.M. n.8 marzo 2013
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
I BES NELLA NORMATIVA
Richiami ad una didattica inclusiva
L'impegno della scuola deve andare oltre la redazione del PDP
e abbracciare la “causa” di una didattica inclusiva come sfondo
del P.O.F.
(…) vi è una sempre maggiore complessità nelle nostre classi,
dove si intrecciano i temi della disabilità, dei disturbi evolutivi
specifici, con le problematiche del disagio sociale e
dell’inclusione degli alunni stranieri. Per questo è sempre più
urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’
per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una
didattica inclusiva più che una didattica speciale.
Direttiva 27 dicembre 2012
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
Il P.A.I. (...) è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare
una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli
obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno
programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura
del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di
miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità
delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento
curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei
tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni
e famiglie.
Nota 1551,27 giugno 2013
I BES NELLA NORMATIVA
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
A proposito del PAI (Piano annuale per l'Inclusione)
BAMBINI/RAGAZZI BES ?
(…) va richiamata l’attenzione al linguaggio usato. In pochissimo
tempo sta già entrando nell’uso comune l’espressione “ragazzi BES”,
non accettabile e non rispettosa. Coloro che lavorano nella
comunicazione educativa hanno il dovere di usare un linguaggio
attento alle persone. Non è questione di formalismo nominale, è
questione sostanziale: “Non esiste una cosa come il lettore innocente.
Le parole sono ricevute e collocate nel contesto interpretativo che noi
costruiamo leggendo la pagina. Questo processo è definito sia dal
nostro background culturale, sia dalle esperienze sia dai nostri
oggettivi limiti. Di conseguenza è necessario pensare attentamente al
linguaggio che usiamo” (Roger Slee, Inclusion in practice, Educational
Review 2001 ).
USR-Emilia Romagna ,Nota del 21.08.2013
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
NORMATIVA:
- Direttiva 27 dicembre 2012
- C.M. n. 8, marzo 2013
- Nota 1551, 27 giugno 2013
- Nota 2563, 22 novembre 2013
DOCUMENTI USR-EMILIA ROMAGNA:
- (29.05.2013) BES - Alunni con bisogni educativi speciali
- (21.08.2013) Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività
nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento.
TESTI:
Booth T., Ainscow M. (Ed.italiana a cura di Dovigo F. e Ianes D.), (2008), L'index per l'inclusione, Erickson,Trento.
Ianes D., Cramerotti S. (2013), Alunni con BES, Erickson,Trento.
Ianes D.,Macchia V. (2010), La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson,Trento.
TESTI ONLINE:
De Vecchi C.,(2013), Il dibattito internazionale sull’inclusione,la personalizzazione e i BES,
http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/bes-15mar13/de-vecchi.pdf
Lascioli A., (2013) Il significato di BES, http://www.legnago1.it/public/UserFiles/File/docenti/BES/lascioli.pdf
Lascioli A.,(2012),Inclusione e la nuova figura dell'insegnante di sostegno,
http://www.scuolemontorio.org/j/attachments/732_Presentazione_28.11.12.pdf
VIDEO:
Ianes D. Alunni con BES:riflessioni sulla nota MIUR del 22.11.2013,https://www.youtube.com/watch?v=LabxcTIc17s
Elenco dei materiali consultati
IL SOFTWARE GESTIONALE
a cura del prof. Giuseppe Torchia
Funzione strumentale BES
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  • 1.
  • 2. COSA SONO I BES? Il concetto di Bisogno Educativo Speciale si estende al di là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità, per coprire quegli alunni che vanno male a scuola (failing) per una varietà di altre ragioni che sono note nel loro impedire un progresso ottimale (Unesco, 1997). “ Ciò che caratterizza gli alunni con BES non è tanto una diagnosi medica o psicologica (una «certificazione») ma una qualche situazione di difficoltà che richiede interventi individualizzati. Il concetto di Bisogni Educativi Speciali, ben presente nella letteratura scientifica anglosassone e nelle politiche educative e sanitarie di molti Paesi, è certamente più ampio di quello di disabilità e si avvicina molto a quello di difficoltà di apprendimento” . (Angelo Lascioli, Università di Verona). a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 3. QUANDO I BISOGNI NORMALI DIVENTANO “SPECIALI” ... “In alcuni casi, i bisogni educativi normali, e cioè quelli di sviluppo delle competenze, di appartenenza sociale, di identità autonoma, di valorizzazione e di autostima, di accettazione, solo per citarne alcuni, diventano bisogni speciali, più complessi, in quanto è più difficile ottenere una risposta adeguata a soddisfarli. E questo per una «difficoltà di funzionamento» biopsicosociale dell'alunno.” (Dario Ianes,Università di Trento) a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 4. IL CONCETTO DI FUNZIONAMENTO - Introdotto dall'OMS (2002; 2007 versione bambini e adolescenti) attraverso l'ICF (International Classification of Functioning Disability and Health) , definisce lo stato di salute delle persone non come assenza di malattia ma come benessere bio-psico-sociale in relazione agli ambiti di vita (sociale, familiare, lavorativo). -Supera una visione sanitaria a favore di una visione sistemica dell’esistenza umana. -La persona è vista nella sua globalità e si rende responsabile la comunità tutta della qualità della vita delle persone a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 5. AMBITI DI FUNZIONAMENTO SECONDO IL MODELLO ICF La situazione globale di una persona, del suo stato di salute nei suoi contesti reali di vita, secondo il modello ICF, può essere descritta in base alla presenza o meno di difficoltà in uno o più ambiti di funzionamento tra loro interconnessi a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 6. INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE L'idea di integrazione è fondata sull’adattamento dell’alunno disabile a un’organizzazione scolastica che è strutturata fondamentalmente in funzione degli alunni «normali». In questo senso l'obiettivo è quello di realizzare un processo basato principalmente su strategie che portino l’alunno disabile a essere quanto più possibile simile agli altri. Il successo del processo si misura a partire dal grado di normalizzazione raggiunto dell’alunno. (Fonte: Fabio Dovigo, Università degli studi di Bergamo) a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 7. INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: DIFFERENZE L'idea di inclusione rappresenta piuttosto una filosofia dell’accettazione fondata sulla capacità di fornire un contesto adeguato (nella fattispecie una didattica e una organizzazione scolastica) dentro cui gli alunni — a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale — possono usufruire di uguali opportunità e sentirsi valorizzati. (Fonte: Fabio Dovigo, Università degli studi di Bergamo) a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 8. I BES NELLA NORMATIVA Riferimenti normativi:Riferimenti normativi: Direttiva 27 dicembre 2012Direttiva 27 dicembre 2012 C.M. n.8 marzo 2013C.M. n.8 marzo 2013 Nota n.1551 del 27 giugno 2013Nota n.1551 del 27 giugno 2013 Nota n.2563 del 22 novembre 2013Nota n.2563 del 22 novembre 2013 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 9. I BES NELLA NORMATIVA Definizione L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.(...).Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Direttiva 27 dicembre 2012 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 10. I BES NELLA NORMATIVA Individuazione dei Bisogni Educativi Speciali Il modello ICF dell'OMS punto di riferimento per l'individuazione degli alunni con BES (…) è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base della eventuale certificazione, (…). A questo riguardo è rilevante l’apporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell’OMS, che considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psico- sociale. (...) il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni. Direttiva 27 dicembre 2012 Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi(come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. C.M. n.8 marzo 2013 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 11. Nota n.2563 del 22 novembre 2013 IL RICHIAMO AL REGOLAMENTO DELL'AUTONOMIA (DPR 275/99) (…) la personalizzazione degli apprendimenti, la valorizzazione delle diversità, nella prospettiva dello sviluppo delle potenzialità di ciascuno sono principi costituzionali del nostro ordinamento scolastico recepiti nel DPR 275/99, laddove è detto che «Nell'esercizio dell'autonomia didattica le istituzioni scolastiche … possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune e tra l'altro: l'attivazione di percorsi didattici individualizzati, nel rispetto del principio generale dell'integrazione degli alunni nella classe e nel gruppo…» (art.4). a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 12. Nota n.2563 del 22 novembre 2013 GRAVI DIFFICOLTA' ORDINARIE DIFFICOLTA' Carattere temporaneo Carattere più stabile; maggior grado di complessità Carattere permanente; base neurologica a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 13. Nota n.2563 del 22 novembre 2013 GRAVI DIFFICOLTA' ORDINARIE DIFFICOLTA' Nessuna attivazione di un percorso specifico strutturato in un PDP Valutazione pedagogica dell'eventuale adozione e compilazione di un PDP Obbligo legislativo di adozione e compilazione di un PDP a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 14. Nota n.2563 del 22 novembre 2013 (…) nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe (nelle scuole secondarie) o del team docenti (nelle scuole primarie) si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche. a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES Potere decisionale dei Consigli e dei Team rispetto all'adozione di strumenti specifici
  • 15. I BES NELLA NORMATIVA Compiti della scuola La stesura del PDP è considerata misura ineludibile e non riducibile all'enunciazione delle misure compensative e dispensative (…) , il Piano Didattico Personalizzato non può più essere inteso come mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi (…) bensì lo strumento in cui si potranno, ad esempio, includere progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (...), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense,a carattere squisitamente didattico-strumentale. C.M. n.8 marzo 2013 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 16. I BES NELLA NORMATIVA Richiami ad una didattica inclusiva L'impegno della scuola deve andare oltre la redazione del PDP e abbracciare la “causa” di una didattica inclusiva come sfondo del P.O.F. (…) vi è una sempre maggiore complessità nelle nostre classi, dove si intrecciano i temi della disabilità, dei disturbi evolutivi specifici, con le problematiche del disagio sociale e dell’inclusione degli alunni stranieri. Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che sia ‘denominatore comune’ per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale. Direttiva 27 dicembre 2012 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 17. Il P.A.I. (...) è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie. Nota 1551,27 giugno 2013 I BES NELLA NORMATIVA a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES A proposito del PAI (Piano annuale per l'Inclusione)
  • 18. BAMBINI/RAGAZZI BES ? (…) va richiamata l’attenzione al linguaggio usato. In pochissimo tempo sta già entrando nell’uso comune l’espressione “ragazzi BES”, non accettabile e non rispettosa. Coloro che lavorano nella comunicazione educativa hanno il dovere di usare un linguaggio attento alle persone. Non è questione di formalismo nominale, è questione sostanziale: “Non esiste una cosa come il lettore innocente. Le parole sono ricevute e collocate nel contesto interpretativo che noi costruiamo leggendo la pagina. Questo processo è definito sia dal nostro background culturale, sia dalle esperienze sia dai nostri oggettivi limiti. Di conseguenza è necessario pensare attentamente al linguaggio che usiamo” (Roger Slee, Inclusion in practice, Educational Review 2001 ). USR-Emilia Romagna ,Nota del 21.08.2013 a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES
  • 19. NORMATIVA: - Direttiva 27 dicembre 2012 - C.M. n. 8, marzo 2013 - Nota 1551, 27 giugno 2013 - Nota 2563, 22 novembre 2013 DOCUMENTI USR-EMILIA ROMAGNA: - (29.05.2013) BES - Alunni con bisogni educativi speciali - (21.08.2013) Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento. TESTI: Booth T., Ainscow M. (Ed.italiana a cura di Dovigo F. e Ianes D.), (2008), L'index per l'inclusione, Erickson,Trento. Ianes D., Cramerotti S. (2013), Alunni con BES, Erickson,Trento. Ianes D.,Macchia V. (2010), La didattica per i Bisogni Educativi Speciali, Erickson,Trento. TESTI ONLINE: De Vecchi C.,(2013), Il dibattito internazionale sull’inclusione,la personalizzazione e i BES, http://www.istruzione.lombardia.gov.it/materiali/bes-15mar13/de-vecchi.pdf Lascioli A., (2013) Il significato di BES, http://www.legnago1.it/public/UserFiles/File/docenti/BES/lascioli.pdf Lascioli A.,(2012),Inclusione e la nuova figura dell'insegnante di sostegno, http://www.scuolemontorio.org/j/attachments/732_Presentazione_28.11.12.pdf VIDEO: Ianes D. Alunni con BES:riflessioni sulla nota MIUR del 22.11.2013,https://www.youtube.com/watch?v=LabxcTIc17s Elenco dei materiali consultati
  • 20. IL SOFTWARE GESTIONALE a cura del prof. Giuseppe Torchia Funzione strumentale BES