Rassegna Stampa, presentazione del volume "Facebook Marketing. di Cristiano C...
Newspaper Game - Gazzetta del Mezzogiorno
1. Lunedì 25 maggio 201518
dà voce ai tuoi articoli
dal lunedì al venerdì alle 14.30
SOS DALL’UNICEF
Programmiscolastici
eformazioneprofessionale
Siamo nel distretto di Sialkot, in
Pakistan. E' la zona industriale del
paese, si produce di tutto, in azien-
de di medie dimensioni e in migliaia
di piccoli laboratori artigianali. Si
fabbricano strumenti ottici, attrezzi
chirurgici, scarpe e tappeti, tutti de-
stinati all'esportazione. Ma soprat-
tutto si producono e rifiniscono pal-
loni di cuoio, del tipo professionale,
cuciti a mano. Soprattutto palloni da
calcio. Ci lavorano oltre 5.000 bam-
bini. In tutto il paese sono 8 milioni i
piccoli lavoratori, tra i 10 e i 14 anni;
costituiscono il 20% della popola-
zione attiva, e la maggioranza è im-
piegata nell'edilizia, per la fabbrica-
zione di mattoni d'argilla, o nelle pic-
cole fabbriche. Al loro lavoro si deve
gran parte del recente "miracolo
economico" pakistano; o meglio, al-
la loro schiavitù. L'economia paki-
stana è in rapida e tumultuosa cre-
scita, il reddito annuo pro capite si
aggira sui 460 dollari, con un tasso
medio di aumento del 3% l'anno.
Però la gente comune ha tratto sino-
ra scarsi benefici da questo "boom"
economico: il 32% della popolazio-
ne urbana vive sotto la soglia di po-
vertà. La mortalità infantile sotto i 5
anni è di 136 su mille. Una vicenda
che ha richiamato l'attenzione dell'o-
pinione pubblica mondiale sui temi
del lavoro minorile.
PietroAngelini
ClaudioNardelli
ClaudiaMasi
Classe1D
ONU NEL 1989 APPROVA LA CONVENZIONE INTERNAZIONALE DELL’INFANZIA
Minoriarischio
I diritti violati dei bambini
L
o sfruttamento mino-
rile è un fenomeno
che coinvolge tutto il
pianeta, e riguarda
bambini tra i cinque e i quin-
dici anni ed è diffuso soprat-
tutto nei Paesi in via di svi-
luppo e non sviluppati, come
Asia, Oceania, America del
Sud, Africa ed Europa
dell’Est. Il problema è pre-
sente anche in Europa e Stati
Uniti, luoghi pieni di risorse,
ma nei quali vivono molte
persone povere e in stato di
sottosviluppo. La situazione
attuale non è delle migliori,
infatti, anche nei Paesi in-
dustrializzati il fenomeno è
abbastanza diffuso, lo sfrut-
tamento avviene in agricol-
tura, dove i piccoli lavoratori
vengono impiegati come brac-
cianti, ma ci sono anche bam-
bini che lavorano in miniere,
cave, laboratori di fiammiferi,
sigarette, giocattoli e fuochi
d’artificio. Famosa nel mondo
è la storia di un bambino
pakistano, Iqbal, che negli an-
ni Ottanta fù venduto dal pa-
dre a un mercante di tappeti. Il
ragazzino veniva picchiato e
sgridato tutti i giorni, e in-
catenato al telaio era obbligato
a lavorare 12 ore al giorno, a
dieci anni riuscì ad uscire allo
scoperto e a raccontare la sua
storia comune a migliaia di
bambini, ma essendo divenuto
un testimone scomodo degli
affari sporchi dei mercanti di
tappeti, Iqbal venne ucciso. I
bambini vanno tutelati, sono
esseri indifesi hanno bisogno
di amore, istruzione e giochi.
Pietro Colella
Alesia Galizia
Daniela Masi
Classe I D
Lo
sfruttamento
minorile
ISMAEL UN ROMANZO CHE AFFONDA LE RADICI NELLA CRONACA D’OGGI
Infanziaferita
verso«Talia»
P
erde i suoi 15 anni Ismael,
nella traversata, dal
Nord-Africa alla tanto agogna-
ta «Talia», la terra oltre il ma-
re, dove si trova lavoro. È l’avventura
raccontata da Francesco D’Adamo in
Storia di Ismael. L’autore spiega ai
lettori cosa ci sia dietro gli sbarchi di
cui sentono parlare ogni giorno. Un
viaggio disperato, alla ricerca di for-
tuna per sé, la madre e le due sorelline.
Ismael sarà l’unico sopravvissuto di
quel viaggio dentro l’inferno, per lui
l’Italia sarà un centro di accoglienza e
nulla più che lo respinge e lo rimanda
da dove è partito con le mani vuote e
molte ferite in più nel corpo e nell’ani-
ma. Ismael dice: «A un certo punto
decisi che se fossi riuscito a resistere
fino al mattino, fino all'arrivo della luce,
sarei sopravvissuto». Ismael è un ro-
manzo che affonda le sue radici nella
cronaca, la penna dello scrittore D’Ada-
mo ha voluto dar voce ad un’altra in-
fanzia ferita.
Nicolò Luisi
Sharis Marchitelli
Classe I D
Storia
di Ismael
MALALA PALADINA DEL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE
Nobelperlapace
Unsemedisperanza
perledonnepakistane
I
ldirittoall’istruzioneèunodeidirittifondamentalidella
persona, sancito dalla Dichiarazione universale dei di-
rittiumani,manelmondocisonomilionidibambiniche
nonfrequentanolascuolaprimariaediquestimoltisono
ragazze. Il Pakistan presenta ancora oggi una realtà molto
complessa,illavorominorileeiltassodianalfabetismoèmolto
alto, la metà circa dei bambini abbandona la scuola sin dalle
primeclassielementari,moltinonvengononeppureiscritti;le
ragazzecontinuanoadessereucciseelescuoleasaltareinaria.
Paladina del diritto all’istruzione in Pakistan è stata Malala,
ragazza di undici anni che, sostenuta dal papà, proprietario di
scuole,iniziaascrivere,percontodellaBbc,unbloginurdu(la
lingua ufficiale del Paese), nel quale documenta la vita quo-
tidianasottoilregimedeitalebanipakistani,contrariaidiritti
delle donne.
La vita di Malala, come quella di tanti altri bambine di quella
regione del Pakistan, è segnata dall’instabilità politica. La sua
infanzia è condizionata positivamente dalla figura paterna, in-
fattiMalala,nelsuolibrodicechel’istruzioneperilpadreeraun
grandedono,epensavachelascuoladovesseessereallaportatadi
tutti, ricchi e poveri, maschi e femmine.
Malala, oggi, rappresenta un punto di riferimento e di spe-
ranza per le giovani generazioni che vivono in aree di crisi e di
conflitto. Storico il suo discorso alle Nazioni Unite, dove il Co-
mitato per il Nobel norvegese il 10 Dicembre ha assegnato a
Malala il Premio Nobel per la lotta ai Diritti dei Bambini e degli
Adolescenti. Malala è fonte di incoraggiamento e speranza per
tutti.
Rebecca Di Chito, Sacre Vincenzo Natile
Rossana Laera, Francesco Pio Loliva
Classe I D
INIZIATIVA IN PAKISTAN CONTRO IL LAVORO MINORILE
Unacatastrofe
digravicarenze
A
frica, Asia, Paki-
stan, America Lati-
na sono realtà in cui
i bambini non vivo-
no la loro infanzia con serenità.
Ma, i bambini hanno diritto ad
avere un nome e ad essere re-
gistrati, ad essere istruiti. In
Pakistan per esempio il lavoro
minorile è legale e per molte
famiglie, rappresenta una fon-
te, di sopravvivenza irrinun-
ciabile. Un’altra forma di sfrut-
tamento anche peggiore è la
servitù generata da debiti con-
tratti dalla famiglia, talvolta
per generazioni: il cosiddetto
“bonded labour”, lavoro su ob-
bligazione, il bambino diventa
schiavo del creditore. I prin-
cipali organi di aiuto puntano
sull’educazione, l’obiettivo è
portare i bambini a scuola per
almeno tre ore al giorno. L'U-
nicef, con organizzazioni pa-
kistane, si muove su due fronti:
attraverso strumenti di con-
trollo e pressione sulle aziende
per contrastare l'impiego di mi-
nori, dall'altra con programmi
scolastici e formazione profes-
sionale. È triste sapere di ra-
gazzini che, invece di studiare e
divertirsi come noi, cuciono
scarpe e tagliano palloni.
Gianluigi Calella
Mattia Caldi
Evelyn Masi Cucitori di palloni
DIRIGENTE
SCOLASTICO:
Francesco Tricase
DOCENTI:
Rosa D’Aprile
REDAZIONE:
Classe I D
I.C. Minzele- Parini - Scuola Secondaria di I Grado - Putignano
PARINI
EDICOLA
AMICA:
Notarangelo,
via
Cavalieri
di Malta