3. I
GRANDI
NUMERI
DELLE
PENSIONI
pensioni
• 23.322.270
pensiona<
• 16.393.000
pensioni
per
pensionato
• 1,4
spesa
pensionis<ca
• 272,7
miliardi
contribu<
versa<
• 198,2
miliardi
saldo
• -‐25,2
miliardi
occupa<
per
pensionato
1,37
spesa
pensioni/
PIL
13,3
%
fondi
aPvi
lavoratori
dipenden<
+10
mld
liberi
prof
+
3,3
mld
para
subordina<
+6,7
mld
fondi
passivi
dipenden<
pubblici
-‐26
mld
dip.fondi
speciali
13,3
mld
ar<gioni
-‐3,2
col<vatori
direP
-‐3,1
53%
dei
pensiona<
60-‐70%
dei
pensiona<
con
+
pensioni
44,2%
della
spesa
DONNE
Età
pensione
25,7%
in
pensione
prima
di
64
anni
67,1%
una
sola
pensione
32,9%
gode
di
più
pensioni
cumulate
abitan<
/
pensioni
2,57
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
3
4. quadro
generale
della
spesa
1.
le
pensioni
erogate
nel
2013
sono
23,3
milioni
e
i
beneficiari
sono
16,4
milioni,
mediamente
1,4
pensione
per
ogni
pensionato
;
2. il
costo
complessivo
della
spesa
è
di
272,7
miliardi.
su
272,7
mld
di
spesa,
circa
103,831
mld
sono
a
carico
della
fiscalità
generale
(
pari
al
38,2%
)
[
nel
2012
erano
94,1
mld
]
relaHvamente
ai
seguenH
principali
intervenH:
u copertura
disavanzo
25,3
mld
u
integrazioni
alle
pensioni
33,3
mld
u sostegno
entrate
contribu)ve
12,8
mld
u prestazioni
assistenziali
21,7
mld
u ges)one
dipenden)
pubblici
10,6
mld
l’intervento
della
fiscalità
generale
è
dovuto
anche
per
la
copertura
di
25,3
mld
per
lo
squilibrio
tra
prestazioni
erogate
e
contribu<
versa<
(
vedi
successivamente
)
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
4
5. quadro
generale
della
spesa
PRESTAZIONI
ASSISTENZIALI
i
principali
intervenH
di
prestazioni
assistenziali:
1. pensioni,
assegni
sociali
,assegni
di
accompagnamento,
pensioni
di
guerra
…
ü soggeE
beneficiari
3.915.382
ü costo
20,7
mld
ü crescono
le
pensioni
di
invalidità
civile
da
841.700
a
871.300
ü
indennità
di
accompagnamento
soggeE:
1.967.381
2.
impor<
aggiun<vi
alle
pensioni
ü soggeE
beneficiari
735.111
(
70%
donne
)
ü costo
111,9
mln
3.
pensioni
con
maggiorazione
sociali
per
livelli
bassi
ü soggeE
beneficiari
1.038.069
(
70%
donne
)
ü costo
1,52
mld
4. importo
aggiun<vo
14°
mensilità
per
reddi<
non
superiori
a
1,5
il
traamento
minimo
(
circa
750
euro
mese
)
ü soggeE
beneficiari
2.266.318
(
77%
donne
)
ü costo
893,5
mln
5. integrazione
al
minimo
ü soggeE
beneficiari
3.604.744
ü costo
10,343
mld
6.
COMPLESSIVAMENTE
L’INSIEME
DI
QUESTI
INTERVENTI
COINVOLGE
8.558.793
PENSIONATI
IL
52%
DEL
TOTALE
SOGGETTI
e
COSTA
OLTRE
34
MILIARDI
.
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
5
6. La
fonte
dei
daH
dei
presente
studio
sono
l’INPS,
l’ISTAT
e
IHnerari
previdenziali
report
2015
e
daH
Ocse
si
riferiscono
al
2013
e
al
confronto
con
anni
precedenH
.
Alcune
sinte<che
considerazioni:
1. il
nostro
aSuale
sistema
previdenziale
si
è
formato
nel
tempo
aSraverso
una
stra<ficazione
e
una
giungla
di
provvedimen<
normaHvi
,
legislaHvi
e
contraSuali
ancora
ispiraH
da
una
logica
“
corpora<va”
finalizzata
volta
per
volta
a
trovare
soluzioni
specifiche
ad
un
problema,
ad
una
categoria
professionale
;
2.
più
che
un
disegno
unitario
ha
prevalso
la
frammentarietà,
il
piccolo-‐grande
privilegio
,
il
consenso
verso
gruppi
professionali
ma
anche
necessità
a
dare
risposte
a
situazioni
di
disagio
sociale,
aSraverso
forme
sempre
più
estese
di
assistenzialismo;
3.
non
una
impostazione
lungimirante,
struurale
con
i
necessari
adaSamenH-‐aggiustamenH
nel
tempo,
ma
un
approccio
caraSerizzato
da
frammentarietà
e
necessità
di
trovare
di
volta
in
volta
“
la
giusta
e
opportuna
soluzione
“
a
questo
o
quel
problema
concedendo
a
questo
o
quel
gruppo
“
benefici
specifici
“
per
interessi
poliHco-‐sindacali
temporanei
ma
i
cui
effeZ
economici
li
sHamo
pagando
oggi
e
domani.
4. un
paese
dove
la
“
governabilità
delle
is<tuzioni
si
misurava
a
“
mesi
“
non
a
“
legislatura
“,
non
poteva
e
forse
non
aveva
interessi
a
progeZ
di
lunga
durata
e
di
equilibrio;
classe
dirigente
del
paese
miope
che
ha
spostato
nel
futuro
ma
in
modo
consapevole
i
problemi
già
no<
e
conosciu<
allora;
la
ver<ginosa
crescita
del
debito
pubblico
ne
è
una
tesHmonianza.
5. negli
ulHmi
anni
la
corsa
a
correggere
il
“
sistema
“
aSraverso
una
“
marea
montante
di
provvedimenH
“
è
diventata
prassi
annuale
creando
disagio,
reazione
sociale
di
chi
si
vede
cambiare
le
regole
poco
prima
del
traguardo,
minando
in
tal
modo
il
fondamentale
“
pao
di
fiducia
tra
Stato
e
Ciadino”.
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
6
7. • le
soluzioni
proposte
da
un
lato
sono
dolorose
ma
non
sempre
raggiungono
il
risultato
che
si
sono
proposte
perché
il
quadro
economico
cambia
con
una
frequenza
mai
vista
prima
e
ne
conseguono
quindi
nuovi
e
ulteriori
provvedimenH-‐aggiustamenH;
il
sistema
pensionisHco
sembra
non
trovare”
quiete”
e
lo
si
capisce
anche
dal
quadro
in
seguito
evidenziato.
in
sintesi
:
•
siamo
un
popolo
di
pensiona<
e
di
inaPvi,
su
di
una
popolazione
di
60
milioni
solo
il
37,3%
lavora.
– 22,4
mln
sono
occupa<
• 3,1
mln
disoccupa<
• 16,3
mln
pensiona<
• 14
mln
inaPvi
• 8,1
mln
bambini-‐ragazzi
•
la
somma
non
corrisponde
in
quanto
tra
gli
inaZvi
vi
sono
anche
pensionaH
•
un
sistema
previdenziale
si
regge
sull’occupazione
che
aSraverso
la
contribuzione
provvede
a
generare
il
necessario
fondo
che
sorregge
il
sistema;
• a
questo
si
deve
aggiungere
uno
welfare
per
far
fronte
al
disagio,
alla
povertà
a
situazioni
assistenziali
pagato
dalla
fiscalità
generale;
•
la
fiscalità
generale
può
sopportate
uno
stato
sociale
forte
ed
esteso
solo
se
vi
è
equità
fiscale,
non
vi
è
evasione
fiscale,
e
vi
è
un
sistema
economico
che
produce
e
genera
ricchezza
….
•
rileggendo
il
nostro
sistema
pensionisHco
del
passato
che
si
ri-‐produce
ancora
per
molH
anni
non
emerge
questa
chiarezza;
perché:
pensioni
g.facco
2015
7
8. Ø
il
tasso
di
occupazione
è
inferiore
ai
paesi
OCSE
di
almeno
15
punH
(
equivalente
a
circa
4
mln
di
occupa)
)
e
le
previsioni
per
il
futuro
non
sono
oZmisHche!!!
anche
per
una
crescita
del
PIL
bassa
;
Ø
il
tasso
di
evasione
fiscale
,
(
imposte
evase
nel
2014
pari
a
91
miliardi
,
s)ma
del
Governo
)
che
soSrae
risorse
preziose
al
paese
è
da
paese
non
civile
;
Ø tasso
di
evasione
contribu<va
sHmata
in
16
mld
(tasso
di
irregolarità
media
del
13%,
con
le
seguen)
ar)colazioni
per
macro-‐se-ori
:
agricoltura
24%,
commercio
18%,
costruzioni
10%,
industria
6%
(
da)
Istat
)
Ø lavoro
irregolare
s<mato
in
3
mln
di
unità
;
Ø si
è
assestato
un
sistema
assistenziale
debole
ma
diffuso,
di
bassi
impor<
pro-‐capite
(
oltre
7
mln
di
pensiona)
il
44%
percepisce
una
pensione
tra
i
3.500-‐
e
i
9.100
euro
anno-‐
siamo
tra
la
povertà
assoluta
e
povertà
definita
rela)va)
Ø
ma
è
anche
vero
che
alcune
categorie
(
agricoltori,
ar)giani,
commercian)
,
professionis)
…)
sono
e
sono
state
nella
condizione
oggeZva
di
poter
avere
irregolarità
contribu<va,,
retribuzioni
in
nero
per
versare
meno
contribuH
,
lavoro
non
regolare
per
non
versare
contribuH
…
privilegiando
cosi
il
reddito
immediatamente
disponibile
al
consumo
o
al
risparmio
per
es
in
immobili,
confidando
però
in
uno
stato
sociale
che,
al
momento
opportuno
–
pensione
aiuta
un
po
tuZ
facendo
poi
pagare
alle
future
generazioni
il
costo
di
questa
assistenza
;
Ø 23,3
mln
di
pensioni
per
16,4
mln
di
pensionaH
;
ma
nell’arHcolazione
per
fasce
di
reddito
emerge:
– pensioni/
pensionato
1,4
– 19,1
mln
di
pensioni
e
cioè
l’81,5%
per
un
importo
di
149,7
mld
vengono
fruite
da
11
mln
di
pensiona<
e
cioè
dal
67%;
pensioni/
pensionato
1,7
pensioni
g.facco
2015
8
9. APPROFONDIMENTI
² AspeZ
normaHvi
² un
po
di
storia
² imporH
economici
² la
contribuzione
² i
seSori
² confronH
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
9
10.
• Nel
1898
nasce
la
Cassa
Nazionale
di
Previdenza
per
l'invalidità
e
la
vecchiaia
degli
operai;
è
volontaria
e
integrata
da
un
contributo
dello
Stato
e
degli
imprenditori.
• Nel
1919,
l'assicurazione
per
l'invalidità
e
la
vecchiaia
diventa
obbligatoria
e
interessa
12
milioni
di
lavoratori.
• Nel
1933
la
CNAS
(
cassa
nazionale
assistenza
e
previdenza
)
assume
la
denominazione
di
Is<tuto
Nazionale
della
Previdenza
Sociale,
ente
di
diriSo
pubblico
dotato
di
personalità
giuridica
e
gesHone
autonoma.
• Nel
1939
il
primo
completo
sistema
previdenziale:
sono
isHtuite
le
assicurazioni
contro
la
disoccupazione,
la
tubercolosi
e
per
gli
assegni
familiari.
Vengono
introdoe
le
integrazioni
salariali
per
i
lavoratori
sospesi
o
ad
orario
ridoSo;
Il
limite
di
età
per
la
pensione
di
vecchiaia
viene
portato
a
60
anni
per
gli
uomini
e
a
55
per
le
donne;
viene
isHtuita
la
pensione
di
reversibilità
a
favore
dei
supersHH
dell'assicurato
e
del
pensionato.
• il
sistema
pensionisHco
italiano
è
un
sistema
a
capitalizzazione
pubblica
che
consiste
nell’accantonamento
dei
contribuH
versaH
dai
lavoratori/
imprese;
tali
contribuH
cos<tuivano
il
fondo
con
cui
venivano
pagate
le
pensioni.
• Nel
1952,
superato
il
periodo
post-‐bellico,
viene
introdoSa
la
legge
che
riordina
la
materia
previdenziale:
nasce
il
traamento
minimo
di
pensione.
UN
PO
DI
STORIA
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
10
11. nel
1952
si
introdusse
il
sistema
previdenziale
cosiddeo
a
ripar<zione
contribu<va
in
quanto
l’ammontare
della
pensione
percepita
è
in
direSo
rapporto
con
l’ammontare
dei
contribu<
versa<
e
consiste
nel
u<lizzare
i
contribu<
dai
lavoratori
aPvi
per
pagare
le
prestazioni
ai
pensiona<.
(
sistema
ancora
in
vigore
)
Nel
periodo
1957-‐1966
vengono
cosHtuite
tre
disHnte
Casse,
per
i
colHvatori
direZ,
mezzadri
e
coloni,
per
gli
arHgiani
e
per
i
commercianH.
Nel
periodo
1968-‐1969
nel
calcolo
delle
pensioni
si
abbandona
il
sistema
contribuHvo
a
favore
di
quello
retribu<vo;
il
principio
della
riparHzione
ha
permesso
di
estendere
i
benefici
del
sistema
previdenziale
ad
altre
categorie,
come
i
colHvatori
direZ,
gli
arHgiani,
i
commercianH,
realizzando
una
coperture
quasi
universale.
…..
ma
si
introduce
ambiguità
che
nel
tempo
si
rivelano
molto
negaHve
come
l’intreccio
fra
previdenza
e
assistenza
che
favorì
ulteriormente
le
poli<che
di
assistenzialismo.
Il
sistema
retribu<vo
prevede
il
calcolo
della
pensione
non
in
base
all’ammontare
dei
contribuH
effeZvamente
versaH,
ma
alla
retribuzione
media
di
un
determinato
periodo
della
vita
lavoraHva
(periodo
di
riferimento),
molHplicata
per
un’aliquota
relaHva
agli
anni
di
versamento
contribuHvo
(
es.
aliquota
del
2%
per
40
anni
=
80%
della
retribuzione
media
del
periodo
di
riferimento
es
per
il
privato
ul)mi
10
anni);
il
periodo
di
riferimento
era
cos<tuito
nel
’68,
dagli
ul<mi
tre
anni
per
i
dipenden<
priva<,
dall’ul<mo
anno
per
i
dipenden<
degli
En<
locali,
e
addiriura
dall’ul<mo
mese
per
i
dipendenH
pubblici.
Nasce
in
questo
periodo
la
pensione
sociale
per
i
ciSadini
bisognosi
che
hanno
compiuto
65
anni
di
età.
Vengono
predisposte
misure
straordinarie
di
tutela
dei
lavoratori
(Cassa
integrazione
guadagni
straordinaria
e
pensionamen)
an)cipa))
e
per
la
produzione
(contribuzioni
rido-e
e
esoneri
contribu)vi).
UN
PO
DI
STORIA
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
11
12. UN
PO
DI
STORIA
le
variabili
che
definiscono
la
“
pensione
“
erano
molteplici
e
anche
differenziate:
erano
il
più
delle
volte
il
risultato
del
peso
sindacale
o
poli<co
delle
diverse
categorie
professionali
che
riuscivano
a
farsi
fare/
approvare
leggi/
norme
ad
hoc;
oggi
la
situazione
è
un
po
cambiata
ma
il
costo
di
quelle
specifiche
norma<ve
con<nua
a
lasciare
il
segno
economico
ancora
per
molto
tempo.
Questo
contesto
ha
generato
,
come
si
vedrà
una
molteplicità
di
situazioni
norma<ve
molto
differenziate
che
nel
tempo
hanno
determinato
,
unite
ad
altri
faSori
macro-‐economici
come
la
crescita
del
PIL,
l’occupazione…
,
la
situazione
produZva,
la
crisi
economica
….
la
cao<ca
situazione
previdenziale
italiana;
a
Htolo
di
es
si
evidenziano
alcune
<pologie
di
variabili
che
influenzavano/
determinano
il
valore
economico
della
pensione:
• l’aliquota:
di
norma
il
2%
anno
,
ma
per
alcuni
era
al
2,50;
• anni
di
versamento:
da
un
minimo
di
14
anni,
6mesi
e
1
gg
(
pensioni
baby
del
pubblico)
ai
35-‐40
per
l’anzianità,
alla
vecchiaia
non
più
legata
ai
versamenH
ma
all’età
,
allora
era
60
anni.
• il
periodo
di
riferimento
per
definire
media
retribuHva
:
ulHmi
3
anni
,
poi
diventaH
5
e
poi
ancora
10
anni
per
il
dipendente
privato;
ul<mo
anno
per
i
dipendenH
enH
locali,
ul<mo
mese
per
gli
statali….
• il
valore
delle
aliquote
contribu<ve
a
carico
sia
del
dipendente
che
dell’impresa
:
una
vera
giungla
…….
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
12
13. Nel
1992
il
governo
Amato
riforma
in
modo
significaHvo
la
normaHva
pensionisHca,
I
principali
provvedimenH:
–
blocco,
per
tuSo
il
’93
delle
pensioni
di
anzianità,
aumento
progressivo
dell’età
pensionabile
(fino
a
65
anni
per
gli
uomini
e
60
per
le
donne)
,
aumento
del
periodo
di
riferimento
(
10
anni
)
per
il
calcolo
della
retribuzione
media
pensionabile
,aumento
a
35
anni
del
requisito
per
pensioni
di
anzianità
dei
dipendenH
pubblici
con
meno
di
8
anni
di
contribuH
al
31/12/92.
– introduzione
dei
i
fondi
pensione;
Nel
1995
viene
emanata
la
legge
di
riforma
del
sistema
pensionisHco
(legge
Dini)
che
si
basa
su
due
principi
fondamentali:
– Il
pensionamento
flessibile
in
un'età
compresa
tra
i
57
e
65
anni
(uomini
e
donne);
–
reintroduzione
del
sistema
contribu<vo
(
abbandonato
nel
1968
)
per
il
quale
le
pensioni
sono
calcolate
sull'ammontare
dei
versamenH
effeSuaH
durante
tuSa
la
vita
lavoraHva.
Nel
1996
diviene
operaHva
la
ges<one
separata
per
i
lavoratori
parasubordina<
che
fino
a
quella
data
non
avevano
alcuna
copertura
previdenziale.
Nel
2003
nasce
la
riforma
del
mercato
del
lavoro
chiamata
in
memoria
di
Marco
Biagi.
Dal
1°
gennaio,
l’Inpdai
(Is)tuto
Nazionale
Previdenza
per
i
Dirigen)
di
Aziende
Industriali)
confluisce
nell’Inps
con
il
conseguente
trasferimento
all’
IsHtuto
di
tuSe
le
sue
funzioni.
Nel
2004
è
stata
approvata
la
legge
delega
sulla
riforma
delle
pensioni
(
Berlusconi-‐Maroni
)
Nel
2007
(
Prodi-‐
Damiano
)
viene
approvata
una
legge
che
modifica
nuovamente
i
requisi<
richiesH
per
l’accesso
al
traSamento
pensionisHco
e
le
finestre
di
uscita
dal
lavoro.
Tra
i
punH
salienH
la
revisione
automaHca
dei
coefficien<
di
trasformazione
che
incidono
sul
calcolo
della
pensione
e
l’introduzione,
a
parHre
dal
2009,
del
cosiddeSo
"sistema
delle
quote"
in
base
al
quale
il
diriSo
alla
pensione
di
anzianità
si
perfeziona
al
raggiungimento
di
una
quota
data
dalla
somma
tra
l'età
anagrafica
minima
richiesta
e
l’anzianità
contribuHva
(
es.
anzianità
contribu)va
35
+
età
58
=
quota
93
)
UN
PO
DI
STORIA
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
13
14. Nel
2009
una
nuova
legge
di
riforma
dispone
che
i
requisiH
di
età
per
oSenere
la
pensione
vengano
adeguaH
all’incremento
della
speranza
di
vita
accertato
dall’Istat.
Nel
2010
vengono
adoSate
ulteriori
misure
per
stabilizzare
il
sistema
pensionisHco.
Viene
confermato
e
accelerato
il
meccanismo
di
adeguamento
dell’età
pensionabile
all’aspea<va
di
vita
e
viene
introdoSa
una
finestra
"mobile"
per
l’accesso
alla
pensione
in
sosHtuzione
dei
precedenH
termini
di
decorrenza.
Dal
31
maggio,
l’Ipost
(Is)tuto
Postelegrafonici)
viene
soppresso
e
tuSe
le
sue
funzioni
vengono
trasferite
all’Inps.
Nel
2011
vengono
soppressi
Inpdap
(Is)tuto
nazionale
di
previdenza
per
i
dipenden)
dell'amministrazione
pubblica)
ed
Enpals
(Ente
Nazionale
di
Previdenza
e
di
Assistenza
per
i
Lavoratori
dello
Spe-acolo)
nel
2012-‐13
Mon<
Fornero
varano
una
profonda
riforma
delle
pensioni;
nel
2015
riforma
Renzi-‐PoleZ
?
Nessun
sistema
è
stato
così
sofferto
come
quello
pensionisHco
italiano;
la
necessità
di
una
riforma
(
mai
stru-urale
negli
ul)mi
15
anni!!
)
nasce
dalla
valutazione
che
il
sistema
del
passato
non
è
più
sostenibile
economicamente
per
diversi
faSori
i
più
significaHvi:
(
anche
se
le
innumerevoli
riforme
o
meglio
cambiamen)
in
corso
di
“
vita
lavoraHva
“
tendono
a
minare
il
pao-‐fiducia
Stato/
lavoratore)
1. demografia
:
la
popolazione
invecchia
e
i
giovani
non
lavoran;o
2. crisi
economica:
non
cresce
l’occupazionale
(
il
tasso
di
occupazione
italiano
è
inferiore
di
15
pun)
sui
paesi
OCSE
,che
equivalgono
a
circa
3
mln
di
lavoratori
,
con
ques)
il
sistema
pensionis)co
sarebbe
salvo!!)
3.
benessere
sociale
ha
accelerato
le
aspeSaHve
di
vita
la
vita
media
e
quindi
quanto
versato
non
basta
a
coprire
l
a
spesa
pensionisHca;
4. disparità
norma<ve
che
hanno
generato
non
solo
ingiusHzie
sociale
ma
anche
una
spesa
non
supportata
da
entrate
contribuHve;
UN
PO
DI
STORIA
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
14
15. I
COSTI
DEL
SISTEMA
Dal
1970
la
spesa
pubblica
cresce
a
dismisura
.Si
passa
dal
30,1%
del
1960
al
46,8%
del
1980,
oggi
siamo
oltre
il
50%.
TuSe
le
prestazioni
dello
Stato
si
sono
dilatate
.Quanto
ci
sono
costate
la
baby
pensioni?
Ufficio
studi
di
Confar<gianato
ha
fao
i
con<:
1. i
baby
pensiona<
hanno
usufruito
,
rispeSo
al
normale
lavoratore,
di
quasi
16
anni
di
pensione
anHcipata
in
più
per
un
costo
cumulato
di
oltre
163
mld
di
euro;
2. i
baby
pensionaH
sono
531.752
e
tenuto
conto
che
la
vita
media
si
è
allungata
godono
della
pensione
mediamente
da
oltre
40
anni;
3. il
50%
di
ques<
sono
anda<
in
pensione
mediamente
a
40
anni
e
la
%
di
vita
passata
in
pensione
è
oltre
il
55%.
4. il
62,5%
di
queste
pensioni
sono
erogate
al
Nord,
l’
80%
riguarda
dipenden<
pubblici,
la
distribuzione
per
genere
è
paritaria
al
50%
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
15
16. 1. La
spesa
complessiva
per
le
prestazioni
pensionisHche
mi
pari
a
272,
74
miliardi
di
euro;
2. <pologia
delle
pensioni
erogate:
• Le
pensioni
di
vecchiaia
assorbono
il
71,8%
della
spesa
pensionis)ca
totale;
• pensioni
ai
supersRR
il
14,8%;
• le
pensioni
assistenziali
il
7,9%,
• pensioni
di
invalidità
il
3,8%
3. Importo
medio
annuo
delle
pensioni
e
di
€
11.695
lordo.
4. I
pensionaH
sono
16,4
milioni,
200.000
in
meno
rispeSo
2012;
I
nuovi
pensionaH
del
2013
sono
staH
559.643
mentre
cessaH
nello
stesso
anno
sono
760.157
;
5. Le
donne
rappresentano
il
53%
dei
pensionaH
;
6. il
47,8%
delle
pensioni
viene
erogato
al
Nord,
il
20,5%
al
Centro
e
il
31,8%
nel
Mezzogiorno.
7. Distribuzione
dei
pensiona<
per
classi
di
età:
•
24,9%
meno
di
65
anni
•
51,0%
tra
65
79
anni
•
24,1
più
di
80
8. Valore
della
pensione
• 41,3%
percepisce
una
pensione
inferiore
a
€
1000
lordi
mese
• 3,3%
tra
1.000
–
2.000
euro
lordi
mese
•
13,7%
tra
2.000
–
3.000
euro
lordi
mese;
• 4,3%
tra
3.000
-‐4.000
euro
lordi
mese
• 1,3%
oltre
i
5.000
euro
lordi
mese
•
67,1%
È
Rtolare
di
una
sola
pensione,
Il
25,1%
ne
percepisce
due,
il
7,8%
ne
percepisce
almeno
tre
Quadro
di
sintesi
delle
pensioni
2013
fonte
Inps
e
Istat
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
16
17. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
17
Quadro
di
sintesi
delle
pensioni
2013
fonte
Inps
e
Istat
il
72%
del
totale
costo
del
sistema
pensionis<co
è
assorbito
dalle
pensioni
di
vecchiaia
che
rappresentano
però
solo
il
52%
del
totale
pensioni;
il
48%
delle
pensioni
sono
da
considerare
di
natura
assistenziale
per
un
importo
di
oltre
80
mld
il
rapporto
popolazione/
n.
di
pensioni
vede
la
Liguria
al
primo
posto
con
il
35,2%,
segue
il
Piemonte
e
la
Toscana.
Prevalgono
le
pensioni
da
lavoro
(
anzianità
e
vecchiaia
)mentre
nel
SUD
prevalgono
le
pensioni
di
invalidità
(
chiaro
segno
assistenziale
)
18. 1.
dal
2001
al
2013
le
erogazioni
di
pensioni
sono
superiori
ai
contribu<
versa<;
2.
saldo
pertanto
nega<vo
e
in
costante
crescita:
nel
2013
sbilancio
di
-‐
25,3
mld
di
euro
1. nel
periodo
la
spesa
pensionis<ca
sul
PIL
è
in
costante
crescita
,
anche
per
effeSo
della
crisi
economica
dche
ha
visto
il
PIL
fermo
o
in
diminuzione;
2. il
n.
dei
pensiona<
è
in
leggera
diminuzione
rispeSo
gli
anni
precedenH,
per
effeSo
dell’incidenza
dei
diversi
intervenH
legislaHvi;
3.
il
rapporto
occupaH/
pensionaH
è
molto
criHco
per
effeSo
del
ristagno
occupazionale
:
1,37
occupa<
supporta
1
pensionato,
indicatore
questo
che
varia
per
le
diverse
categorie;
4. tende
a
crescere
il
n.
delle
pensione
per
pensionato:
a
ogni
pensionato
viene
erogata
1,42
pensioni,
anche
in
questo
caso
vi
sono
differenze
per
le
diverse
<pologie
di
fondi.
aspeP
economici
1
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
18
20. aspeP
economici
2
Il
saldo
nega<vo
tra
entrate
contribu<ve
e
spesa
per
pensioni
di
-‐25,4
miliardi
di
euro
del
2013
è
il
risultato
di
una
diversa
situazione
tra
categoria,
in
sintesi:
u liberi
professionis<
e
parasubordina<
hanno
significaHvi
saldi
posi<vi
che
migliorano
nel
tempo
;
u dipenden<
pubblici
hanno
saldo
nega<vo
di
26
miliardi
in
crescita;
u ar<giani
e
commercian<
arHgiani
hanno
un
un
saldo
nega<vo
di
3,2
miliardi
in
crescita;
u col<vatori
direP
per
un
saldo
nega<vo
di
3,1
miliardi;
u dipenden<
priva<
saldo
nega<vo
di
2,8
miliardi.
u va
tenuto
presente
che
il
valore
di
saldo
va
rapportato
al
diverso
peso
delle
categorie,
es
i
-‐2,8
mld
dei
dipendenH
privaH
che
sono
13,4
mln
incidono
molto
meno
che
non
i
col<vatori
direP
che
sono
poco
più
di
400.000
unità.
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
20
21. SETTORE
PRIVATO
1. il
seSore
con
13,4
mln
di
lavoratori
assicura
contribuH
per
116,5
mld
a
fronte
di
9,7
mln
di
pensioni
per
una
spesa
di
119,2
mld
euro.
2.
saldo
nega<vo
anno
di
-‐2,83
mld
,
comunque
modesto
tenuto
conto
che
riguarda
oltre
13,4
mln
di
lavoratori
.
3. il
saldo
nega<vo
di
2,83
mld
è
però
generato
da
alcuni
seSori
“
che
hanno
avuto
un
traamento
norma<vo
di
favore
“
;
riguardano
circa
714.000
lavoratori
che
contribuiscono
con
7,7
mld
anno
2013
a
fronte
di
845.000
pensioni
per
una
spesa
di
21,1
ml;
un
saldo
nega<vo
quindi
di
13,3
ml;
4.
Questa
passività
viene
compensata
dal
FPLD
(
fondo
pensioni
lavoratori
dipenden)
)
che
invece
ha
un
saldo
aPvo
di
oltre
10
mld
5. il
5,3%
di
lavoratori,
appartenen<
a
seori
con
“
privilegi”
generano
uno
squilibrio
tra
contribuR
versaR
e
spesa
pensionisRca
di
oltre
13,3
mld
anno
ma
assicurano
ai
propri
iscriP
pensioni
medie
annue
quasi
doppie
rispeo
agli
altri
95%
dei
lavoratori
/FPLD
che
con
retribuzioni
medie
più
basse
garan<scono
quasi
la
totale
copertura
del
disavanzo
dagli
stessi
generato
!!!!
seore
privato
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
21
22. SETTORE
PUBBLICO
1. il
seSore
ha
3
mln
di
contribuenH
che
versano
contribuH
per
38,2
mld
a
fronte
di
2,8
mln
di
pensioni
che
costano
64,3
mld
,
generando
uno
squilibrio
nega<vo
anno
di
-‐26
mld
.
2. al
seore
pubblico
va
aribuito
interamente
lo
squilibrio
struurale
del
seore
pensionis<co
italiano
3. il
rapporto
tra
chi
contribuisce
e
il
n.
delle
pensioni
erogate
è
in
parametri
degli
altri
seori
,
anzi
in
alcuni
casi
è
migliora<vo
;
4. il
risultato
nega<vo
è
da
ricercare
nelle
norme
pensionis<che
adoate
ad
hoc
per
i
pubblici
,
soprauo
nel
passato
PRESTAZIONI
E
CONTRIBUTI
2013
PER
CATEGORIA
elaborazione
fonte
i<nerari
previdenziali
2015
differenza
SPESA
CONTRIBUTI
contribuen</
pensioni
mln
valore/
spesa
mln
n.
pensioni
mln
pensione
media
(
mgl)
spesa
totale
mln
contribuenH
mln
valore
mln
PUBBLICI
2.812,0
22,70
64.300,0
3.040,0
38.242,0
228,0
-‐26.058
enH
locali
1.052,0
18,81
19.900,0
1.239,0
12.843,0
187,0
-‐7.057
statali
1.675,0
23,96
40.500,0
1.655,0
21.800,0
-‐20,0
-‐18.700
seore
pubblico
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
22
23. PRESTAZIONI
E
CONTRIBUTI
2013
PER
CATEGORIA
elaborazione
fonte
i<nerari
previdenziali
2015
differenza
SPESA
CONTRIBUTI
contribuen</
pensioni
valore/
spesa
mln
n.
pensioni
mln
pensione
media
(
mgl)
spesa
totale
mln
contribuenH
valore
mln
AUTONOMI
5.225,0
10,11
29.261,0
5.614,0
26.266,0
389,0
-‐2.995
arHgiani
1.639,0
11,00
11.700,0
1.772,0
8.100,0
133,0
-‐3.600
commercianH
1.389,0
10,00
9.500,0
2.193,0
9.900,0
804,0
400
liberi
profess
320,0
11,50
3.700,0
1.191,0
7.100,0
871,0
3.400
para
subordinaH
302,0
1,90
553,8
1.563,0
7.300,0
1.261,0
6.746
SETTORE
AUTONOMI
(
ar<giani,commercian<….liberi
professionis<…)
1. il
seSore
ha
5,6
mln
di
unità
che
assicurano
contribuH
per
26,2mld
a
fronte
di
5,2
mln
di
pensioni
per
una
spesa
di
29,2
mld
con
un
saldo
nega<vo
anno
di
-‐2,95
mld
.
2. il
saldo
nega<vo
di
2,95
mld
è
però
generato
prevalentemente
dagli
ar<giani
e
compensato
dai
liberi
professionis<
e
dai
parasubordina<;
3. il
rapporto
contribuen</pensioni
è
il
seguente:
u ar<giani
1
pensionato/1
contribuente
u commercian<
0,6
pensionato
/1
contribuente
u liberi
professionis<
0,26
pensionato/
1
contribuente
u para
subordina<
0,19
pensionato/
1
contribuente
autonomi
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
23
24. CONTRIBUENTI
E
PENSIONI
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
24
1. il
n.
complessivo
dei
contribuen<
è
in
crescita
da
22,5
mln
a
24
mln;
con
un
diverso
comportamento
per
i
singoli
seSori:
o
crescono
i
lav
dipenden)
o diminuiscono
i
dip
pubblici
e
ar)giani
e
col.direE
o crescono
i
commercian)
,i
liberi
professionis)
e
i
para
subordina).
2. complessivamente
il
n.
dei
pensiona<
rimane
stabile
rispeo
al
2001,
in
realtà
dal
2005
è
in
diminuzione
;
3. anche
in
questo
caso
diverso
è
il
comportamento
nei
singoli
seori:
u diminuiscono
i
dipendenH
privaH;
u crescono
i
pubblici,
arHgiani
e
commercianH
;
25. RAPPORTO
OCCUPATI/PENSIONI
1. la
tav
soSostante
è
molto
interessante
e
va
leSa
in
questo
modo:
ogni
100
occupaH
per
ciascun
seSore
si
evidenziano
il
n.
di
pensioni
erogate;
2. è
questo
un
indicatore
importante
per
comprendere
la
stabilità
economica
del
sistema
previdenziale
:
più
il
n.
pensioni
erogate
si
avvicina
a
100
o
lo
supera,
con
più
certezza
il
saldo
contribuH/
spesa
diventa
negaHvo;
3. in
deSaglio:
u lavoratori
dipenden<
priva<
è
l’unico
seSore
importante
per
le
quanHtà
di
riferimento
che
ha
migliorato
il
rapporto
passando
da
86
pensioni/
su
100
occupaH
del
2001,
a
72,12
pensioni
ogni
100
occupaH
del
2013:
u
lavoratori
pubblici,
ar<giani
:
il
rapporto
è
cresciuto
di
20-‐30
punH
nel
periodo
avvicinandosi
a
100
pensioni/100
occupaH
,
inoltre
il
fondo
è
in
passivo
di
-‐26
mld
u col<vatori
direP:
caso
emblemaHco
oltre
350
pensioni
ogni
100
occupa<;
u virtuosi
i
liberi
professionis<
e
i
lavoratori
para
subordina<:
19-‐27
pensioni
ogni
100
occupa<.
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
25
26. 1. il
rapporto
pensiona</
pensioni
è
di
1,4
;
il
67,1%
godo
di
una
sola
pensione,
ma
il
32,9%
cumula
1
o
più
pensioni
;
2. nel
gruppo
dei
Htolari
di
più
di
una
pensione
(pari
al
32,9%
del
totale
dei
pensiona)),
la
presenza
delle
donne
è
prevalente
e
aumenta
al
crescere
del
numero
dei
traSamenH
pro-‐capite
:
le
pensionate
rappresentano
il
59,4
%
dei
)tolari
di
due
pensioni,
il
70,5%
dei
perce-ori
di
tre
pensioni
e
il
73,9%
dei
)tolari
di
qua-ro
o
più
tra-amen).
RAPPORTO
PENSIONI/PENSIONATI
1
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
26
27. RAPPORTO
PENSIONI/PENSIONATI
2
le
pensioni
che
maggiormente
vengono
cumulate
sono
ü invalidità
58,2%
ü supers))
67,6%
ü indennità
Inail
74,5%
ü invalidità
civile
64,6%
ü guerra
88,2%
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
27
28. 1.
prestazioni
pensionisHche
erogato
nel
2013:
23.322.246
:
nuove
pensioni
nel
2013
559.643
cessa)
nel
2013
760.157:
sono
state
aZvate
circa
200.000
pensioni
in
meno
rispeo
al
2012.
2. le
pensioni
di
vecchiaia/anzianità
sono
il
52,3%
del
totale;
quelle
per
supers<<
il
20,6%;
le
assistenziali
il
18,4%.
TIPOLOGIA
DELLE
PENSIONI
NEL
2013
1
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
28
29. TIPOLOGIA
DELLE
PENSIONI
NEL
2013
2
una
%
significa<va
di
pensiona<
(
con
una
o
più
pensioni
)
ne
gode
il
beneficio
prima
dei
requisiH
di
età
per
la
vecchiaia
(
64
anni
)
on
la
seguente
distribuzione:
ü
vecchiaia
17,3%
ü invalidità
30,7%
ü supersHH
16,4%
ü indennitarie
36,2%
ü invalidi
civili
42,4%
ü
guerra
11,8%
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
29
30. TIPOLOGIA
DELLE
PENSIONI
NEL
2013
3
quasi
il
48%
delle
pensioni
e
dei
pensiona<
sono
residen<
al
Nord;
ma
al
Nord
viene
erogata
oltre
il
50%
della
spesa
pensionisHca;
infaZ
l’importo
medio
delle
pensioni
al
Nord
è
di
quasi
2.000
euro
superiore
alle
pensioni
del
Mezzogiorno.
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
30
31. TIPOLOGIA
DELLE
PENSIONI
NEL
2013
4
1. i
Htolari
di
pensione
nel
2013
sono
circa
16,4
mln,
quasi
200.000
in
meno
rispeSo
al
2012;
2. le
donne
rappresentano
quasi
il
53%
dei
pensiona<
ma
percepiscono
solo
il
44,2%
dell’importo
complessivo
della
spesa
;
un
importo
medio
è
di
euro
13.921
contro
i
19.686
degli
uomini
(
differenza
di
circa
4.000
euro
anno
dovuta
quasi
sempre
ad
una
retribuzione
da
lavoro
più
bassa,
a
meno
anni
di
anzianità
…)
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
31
32. PENSIONATI
PER
CLASSE
DI
ETA’
il
25,7
%
dei
pensiona<
ha
una
età
inferiore
a
64
anni
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
32
33. PENSIONI
IMPORTI
ECONOMICI
1
1. il
66,1%
delle
pensioni
ha
un
importo
lordo
inferiore
a
1.000
euro
mese
e
incide
sulla
spesa
complessiva
per
il
38,8%;
2. il
23,4%
delle
pensioni
ha
un
importo
lordo
tra
1.000-‐2.000
euro
mese
e
incide
sulla
spesa
per
il
33,3%;
3. il
3%
delle
pensioni
supera
l’importo
lordo
di
3.000
mese
e
incide
sulla
spesa
per
il
13,4%.
4. le
pensioni
“scandalo”
con
impor<
mese
superiori
a
10.000
euro
sono
8.536,
incidono
sulla
spesa
per
lo
0,5%
e
costano
1,3
mld
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
33
34. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
34
PENSIONI
IMPORTI
ECONOMICI
2
1. il
n.
di
pensioni
erogate
nel
2013
sono
23,3
mln,
di
queste
19,1
mln,
81,2%
hanno
un
importo
mese
inferiore
a
1.500
lorde
mese;
2. queste
19,1
mln
pensioni
vengono
erogate
a
11
mln
di
pensiona<
con
un
indicatore
di
1,7
pensioni
per
pensionato
;
3. questo
indicatore
cresce
a
3,5
pensioni
a
pensionato
su
imporH
mese
inferiori
a
500
euro
mese;
4. le
pensioni
con
imporH
superiori
a
10.000
euro
mese
sono
4.579
mentre
i
pensiona<
sono
6.129
5. le
pensioni
soggeSe
al
contributo
di
solidarietà
sono
29.000;
6. a
solo
Htolo
di
es.
se
l’importo
complessivo
delle
pensioni
che
superano
i
10.000
euro
mese
venisse
ridistribuito
ai
16
mln
di
pensionaH
,
ad
ognuno
di
loro
verrebbe
dato
62,5
euro
anno.
35. questo
è
il
quadro
delle
pensioni
medie
anno
lorde
per
categoria:
§ i
dipenden<
pubblici
e
quelli
dei
fondi
speciali(
trasporH,
telefonici,
FFSS,
volo…)
a
parità
di
contribuzione
beneficiano
di
pensioni
più
elevate
rispeo
ai
lavoratori
priva<
iscriP
al
FPLD
§ i
col<vatori
direP,
coloni,
mezzadri
beneficiano
pensioni
superiori
a
i
contribuH
versaH
PENSIONI
IMPORTI
PER
CATEGORIE
3
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
35
36. 1. i
pensionaH
con
imporH
superiori
a
3.000
euro
mese
(
neSo
1.800
)
sono
di
meno
di
600.000;
2.
i
pensionaH
con
imporH
lordi
anno
di
circa
100.000
sono
di
meno
di
33.000
3. 16.000.000
di
pensioni
hanno
un
importo
inferiore
a
1.000
euro
mese
e
sono
percepite
da
circa
7.000.000
di
pensionaH
(
il
rapporto
pensionato/pensione
è
di
2,3
pensioni
per
pensionato);
4. il
valore
della
pensione
media
(
media
del
pollo
!)
è
di
11.700
lordi
anno
se
calcolato
su
23,3
mln
di
pensioni;
se
calcolato
invece
sul
n.
di
pensiona<
il
reddito
medio
anno
è
di
16.638
lordi
anno;
5. su
23,3
mln
di
pensioni
ci
sono
5,1
mln
pensioni
assistenziali
e
4,6
mln
di
pensioni
che
beneficiano
di
integrazioni
al
minimo
complessivamente
quindi
9.700.000
pensioni
(
40%
del
totale
)
corrisponden<
a
6,8
mln
di
pensiona<
che
non
hanno
versato
contribu<
e
che
non
pagano
IRPEF
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
36
PENSIONI
37. PENSIONI
IMPORTI
PER
TIPOLOGIA
1. vecchiaia
70%
u il
44,5%
ha
un
importo
medio
mensile
lordo
tra
i
1.000-‐2.000
euro;
IL
25,6%
un
importo
superiore
a
2.000
euro
mese;
2. supers<<
27,3%
u il
49%
ha
un
importo
medio
mensile
tra
1.000-‐2.000
euro
3. sociali
5%
u il
76%
ha
un
importo
inferiore
a
1.000
euro
mese
4. invalidità
civile
16%
u il
44,7%
ha
un
importo
medio
mensile
tra
i
1.000-‐2.000
euro,
5.
complessivamente
u 41,3%
pari
a
6.8
mln
di
pensiona<
riceve
un
importo
mensile
inferiore
a
1.000
euro
u 39,3%
pari
a
6,45
mld
di
pensiona<
riceve
un
importo
lordo
mese
tra
i
1.000-‐2.000
euro
u 19,3%
pari
a
3,2
mln
di
pensiona<
riceve
un
importo
mensile
superiore
a
2.000
euro
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
37
38. 1.
3,5
mln
pari
al
14,8%
del
totale
pensioni
erogate
(
23.332.000
)
vengono
integrate
al
livello
minimo
con
la
fiscalità
generale;
2. sono
integrate
al
minimo:
§ 14,7%
delle
pensioni
di
vecchiaia
§ 45,5%
delle
pensioni
di
invalidità
§ il
21,6%
delle
pensioni
di
supersHte
PENSIONI
INTEGRATE
AL
LIVELLO
MINIMO
22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
38
39. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
39
1. 41,4
mln
di
contribuen<
hanno
presentato
nel
2012
la
dichiarazione
dei
reddiH;
di
quesH
25,7
milioni
sono
anche
proprietari
di
immobili;
2. Il
reddito
medio
dichiarato
di
19.610
euro
;
è
di
23.174
euro
quello
dichiarato
dai
contribuenH
che
hanno
un
immobile
PENSIONI
e
ALTRI
REDDITI
1
40. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
40
1. l’82%
del
totale
proprietari
di
immobili
sono
lavoratori
dipenden<
o
pensiona<
e
possiedono
immobili
che
hanno
un
valore
di
mercato
(
OMI
)
pari
al
70,
4%
del
totale
valore
del
immobili
esclusi
quelli
industriali
e
commerciali.
2.
10,2
milioni
di
proprietari
di
immobili
hanno
un
reddito
da
pensione
e
dichiarano
reddito
medio
di
18.655
euro.
PENSIONI
e
ALTRI
REDDITI
2
valore
immobile
n.
proprietari
41. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
41
1. Il
valore
medio
del
patrimonio
immobiliare
dei
proprietari
con
un
reddito
da
lavoro
dipendente
è
pari
a
euro
170.558;
2.
proprietario
con
reddito
da
pensione
valore
di
euro
201.887;
3. proprietari
con
reddito
da
lavoratore
autonomo
valore
di
224.600
4. i
proprietari
con
età
superiore
ai
65
anni
(
quindi
in
condizione
prevalente
di
pensionato
)
possiede
un
patrimonio
abitaHvo
con
valore
di
mercato
mediamente
superiore
a
quello
posseduto
da
altre
classi
di
età
.
il
50%
dei
proprietari
di
immobili
vive
al
Nord
e
ha
mediamente
un
reddito
più
elevato
PENSIONI
e
ALTRI
REDDITI
1
42. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
42
PENSIONI
e
ALTRI
REDDITI
3
quasi
15
mln
di
pensiona<
ha
faSo
la
dichiarazione
dei
reddiH
2013
per
un
importo
medio
di
euro
16.281;
u
il
42%
di
ques<
,
pari
a
6,3
mln
,
ha
dichiaraH
altri
reddiH
per
un
ammontare
di
23
mld
di
euro
;
u il
90%
ha
dichiarato
reddiH
agrari/
domenicali
per
qualche
cen<naio
di
euro;
u il
16%
ha
dichiarato
reddiH
da
lav.
dipendente/
autonomo/o
imprenditoriale
che
in
realtà
raddoppiano
l’importo
della
pensione
percepita
43. 22/06/2015
pensioni
g.facco
2015
43
reddito
e
aspeP
fiscali
concretamente
su
di
una
pensione
di
19.322
annua
il
pensionato
italiano
paga
4.000
euro
di
irpef,
contro
1.000
in
Francia,
1.500
in
UK,
2.000
in
Spagna.
in
italia
è
necessario
poi
aggiungere
le
imposte
locali
(
comunali
e
regionali
….
44. pensioni
g.facco
2015
44
confron<
da<
OCSE
2013
1
Ocse
ha
pubblicato
nel
2013
,
daH
riferiH
al
2012,
un
approfondito
studio
sulle
pensioni
e
loro
confronto
internazionale;
in
estrema
sintesi
si
evidenziano
le
caraSerisHche
specifiche
del
sistema
italiano
(
prima
della
riforma
Fornero-‐Mon)):
1.
contribu<
per
dipendente:
ü
italia
33%
sul
lordo
ü media
ocse
19,6%
2.
tasso
di
sos<tuzione
lorda
(
rapporto
pensione
su
reddito
da
lavoro
)
ü italia
71,2%
ü media
ocse
57,9%
3. salario
medio
anno
da
lavoro
(
prima
di
andare
in
pensione
)
ü italia
28.900
lordo
ü media
ocse
32.400
lordo
4. ricchezza
pensionisi<ca
(ammontare
in
anni
di
pensioni
godute
e
di
valore
cumulato
)
ü italia
11,9
anni
uomini;
13,7
anni
donna
ü italia
454.000
dollari
uomini;
518.000
dollari
donne
ü media
ocse
9,3
anni
uomini;
10,6
anni
donna
ü
media
ocse
:
423.000
dollari
uomini;
483.000
dollari
5. popolazione
oltre
65
anni
ü italia
34,5%
ü ocse
25,5%
6. aesa
di
vita
ü italia
82,2
ü ocse79,9
45. pensioni
g.facco
2015
45
confron<
da<
OCSE
2013
2
ulteriori
considerazioni
di
Ocse
sull’Italia:
1. “…..
l’aumento
dell’età
pensionabile
(
riforma
MonH
–Fornero
)
permeSerà
al
nostro
paese
di
conseguire
notevoli
risparmi
per
il
bilancio
pubblico
ma
i
reddiH
dei
pensionaH
potranno
essere
un
problema
per
le
future
generazioni…”
2. “
dal
2021
nessun
lavoratore
sarà
in
grado
di
andare
in
pensione
prima
di
67
anni
e
dopo
il
2021
ancora
dopo…”
3.
con
il
metodo
contribu<vo
(
an)cipa)
a
tuE
da
2010
rispe-o
data
del
2020)
le
prestazioni
previdenziali
saranno
solo
legate
ai
contribu<
versa<;
con
carriere
retribuHve,
[dopo
la
riforma
del
mercato
del
lavoro
e
in
una
situazione
di
ripresa
economica
bassa
],
lente
e
intermiSenH
vi
possono
essere
rischi
di
povertà
per
le
future
generazioni
in
parte
compensate
da
ricchezza
di
proprietà
immobiliari
in
quanto
il
sistema
contribu<vo
renderà
di
meno
rispeo
al
sistema
retribu<vo.