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'' T34tr0 x... ''
Indagine sul teatro ragazzi e la sua fruizione
Ovvero
Il teatro e il suo ignoto
'' Il Teatro ''
(ignoto_2010)
Rev. mardi 26 octobre 2010
BOZZA
“T34tr0x…”
a cura di giovanni carli
Con il contributo di nessuno…sic!!
Indagine svolta con bambini di quattro e cinque
anni della scuola dell’infanzia Jean Piaget di
Sesto Fiorentino- FI grazie alla Maestra Anna
Tarlini che ha creduto in questo progetto pilota e
nella sua sperimentazione
ed alla maestra Piera.
nonché con istituti scolastici di vario grado e con
associazioni culturali e teatrali che hanno permesso
l'allargamento dell'esperienza ad altre realtà.
Nella speranza che qualcuno creda in questa
progettualità e/o in questa modalità e che sia in
grado di finanziare un’eventuale nuova
esperienza rivista, corretta, calibrata a fronte
del materiale critico che state per leggere.
….e dunque grazie anche a voi che lo state per
leggere….
G.C.
2
“T34tr0x…”
a Guido e Claudio
3
“T34tr0x…”
I – PREFAZIONE
firma di chi la farà
4
“T34tr0x…”
II – PREMESSA
L'antefatto ovvero
x-ké
Lavoro nel teatro oramai da abbastanza anni da essere
arrivato al punto di chiedermi < teatro per chi? >
Agli albori era per me, per egocentrismo o, più sano,
per dare sfogo alla mia timida voglia di “dirmi”
attraverso un “dire di altri” ( :il testo, l'autore, il
regista); poi, con il tempo, la prima scelta: il teatro
d'attore e la commedia dell'arte per “dirmi” attraverso
un “dire mio”; poi la commedia inaspettatamente (ma,
dice, lo fa!) porta in seno una sua profonda serietà
poetica che (lo fa!) porta verso l'infanzia, ecco che qui
contemporaneamente mi si rivelano più fonti di
indagine:
- 1) il teatro ragazzi (e non per ragazzi);
intuivo nel teatro ragazzi qualcosa di interessante che
veicolava messaggi di alto livello unendo la parte
razionale a quella emotiva ed emozionale, quando
focalizzai che il teatro ragazzi non era per ragazzi e che
quindi era normale che un adulto ne fosse un
affezionato fruitore ebbi un primo barlume di quella
che adesso mi piace chiamare illuminazione. Poi
scoprii, grazie da un bravo maestro...
- 2) la dicotomia tra attore/artigiano e artista tout cour;
la mia domanda fu semplice, avevo un senso di
vergogna a dichiararmi artista, preferivo teatrante o
5
“T34tr0x…”
artigiano, tuttavia chiesi cosa differenziava queste due
figure, mi rispose con una frase di Picasso:
<< C'è chi dipinge quadri per venderli e chi li vende
per dipingere. >>
Dunque io producevo spettacolo e progettavo laboratori
per venderli ed avere soldi o ero portato a venderli
piuttosto che proporli gratuitamente per poter
continuare nella mia ricerca?
Iniziai a definirmi artista, pronto a fare qualsiasi altro
mestiere per sostentare la mia sopravvivenza e la mia
produzione artistica e tutto prese un senso molto
diverso, la mia dedizione, la mia curiosità, le mie
necessità ebbero una ricapitolazione fondamentale.
Così arrivai a sperimentare con estrema curiosità...
- 3) l'incontro con nuovi linguaggi dell'infanzia ,
dell'adolescenza, dell'arte moderna e contemporanea.
Scoprii che i bambini sono estremamente conservatori
e, contemporaneamente contemporanei nei loro
linguaggi, in ciò che vedono e ri-fanno.
Ecco da dove scaturisce “T34tr0 x...1
”, oltre che dagli
incontri con artisti, esperienze e opere in questo mio
durante, scaturisce, forse in modo molto più semplice,
direi quasi filogenetico e, perché no, ontogenetico, dal
caso, dal caos e dalla necessità; forse anche da una
ricapitolazione operata dalla necessità nei confronti del
caos e del caso.
1
« T34tr0 x... » leggasi '' teatro per '' : l'emisfero destro e sinistro c'incontrano creando ambiguità e
dando vita ad un nuovo emisfero: l'emisfero estro, ne destro ne' sinistro...estro. Così che il nostro
cervello sia diviso in due parti: la prima la seconda e la terza. [G.Carli]
6
“T34tr0x…”
Dal bisogno e la necessità di capire-capirmi (ogni artista è
autoreferenziale) e per far questo mi sono ritrovato a
confrontarmi, lavorare, parlare, imparare dai “cuccioli
della mia razza” i bambini.
Gli obiettivi di “T34tr0 x...” ovvero
x-ki
“T34tr0 x...” è un progetto di indagine teatrale legato
all'infanzia, quel ''per'' sta ad indicare che tale progetto
è stato sì sviluppato attraverso una frequentazione
dell'infanzia ma ''è per'' gli adulti, ''è per'' gli operatori,
''è per'' gli attori, ''è per'' i genitori, ''è per'' gli
insegnanti, ''è per'' gli artisti e, chiaramente, ''è per''
per l'infanzia stessa.
E' un'opportunità da cogliere per frequentare l' altra
generazione arricchendosi reciprocamente di valori ed
utopie.
La utopía está en el horizonte. Me acerco dos pasos, ella se aleja
dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se desplaza
diez pasos más allá. Por mucho que camine, nunca la
alcanzaré. ¿Para qué sirve la utopia? Para eso: sirve para
camina.
[Eduardo Galeano]2
“T34tr0 x...” vuole essere un luogo virtuale dove mutare e
mutuare insieme uno spectare teatrale ed artistico,
esperire e sperimentare una pratica come (a-)spettatore
di senso e di comprensione delle proprie esperienze.
2
« L'utopia è come l'orizzonte: avanzo due passi e lei si allontana due passi, avanzo dieci passi ancora e
lei si allontana dieci passi più in là. Per quanto io cammini l'orizzonte resta irraggiungibile. E allora a
cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare. » [Eduardo Galeano]
7
“T34tr0x…”
Indaghiamo la necessità del fantasticare.
Non è una proposta per bambini o per ragazzi ma da loro
prende spunto ed insegnamento così da riportare
l’attenzione anche sul fantasticare adulto.
Facciamoci due domande:
A) Quanto è necessaria l’attività immaginifica dei bambini per la loro felicità
ed il loro percorso di crescita?
B) Quanto è necessario desiderare, sognare, esprimere i propri bisogni
fantastici? Necessario e non “soltanto” importante?
Anche solo leggendo queste due domande si percepisce
immediatamente quanto sia di importanza vitale per i
più piccoli sognare, fantasticare e desiderare per essere
felici e quanto sia importante essere felici per potersi
vivere la propria età pienamente. Si pone quindi il
problema di quanto sia vitale anche per l’adulto essere
a contatto con la propria emotività i propri sogni,
desideri ed utopie.
Legati al fantastico vi sono temi importanti come la
creatività, la speranza, la fiducia, l’elaborazione
dell’esperienza e forse anche l’intelligenza.
Tutelare ed ascoltare l’infanzia in questa sua innata
qualità è importante per imparare a nostra volta a
tutelare e ad ascoltare la nostra emotività, a conoscerla,
ad usarla per vivere meglio ed anche noi per poter
continuare a crescere.
Quindi poniamoci altre due domande:
8
“T34tr0x…”
A) Quanto è necessaria l’attività immaginifica e fantastica degli adulti per la
loro felicità? Quanto è necessario sognare, ascoltare i propri desideri,
esprimere i propri bisogni emotivi e fantastici, proteggere le proprie
utopie? Necessario e non “soltanto” importante?
B)Quanto tutto questo è vitale al punto da farci vivere meglio, più consapevoli,
veri, tendendo ad una sempre maggiore felice convivenza con gli altri e
soprattutto con noi stessi? Quanto l’essere creativi, fiduciosi, aiuta ad
affrontare ed elaborare problematiche quotidiane e straordinarie?
Queste quattro domande sono alla base della nostra indagine,
le risposte probabilmente saranno complesse e di
difficile lettura ma cercheremo di essere creativi, le
emozioni sono una bella materia prima per un lavoro
anche quando non sono soltanto positive. Il nostro
desiderio di conoscenza è marcato e poter lavorare su
questi temi ci aiuta ad avere speranza e fiducia nel
presente.
Citando Frisch: < Una persona fa esperienza, poi cerca la
storia della propria esperienza.>3
Ecco, questo mi
sembra uno dei sensi profondi dell'attaccamento alla
necessità dell'arte e quindi del teatro per comprendere e
comprendersi, trovare e ritrovarsi in un continuo
dialogo emozionale con noi stessi e con gli altri.
3
Non so dove ho incontrato questa frase di Frisch, probabilmente in « Biografia.
Un gioco scenico. » M.Frisch, o in altre letture che lo citano, ad ogni modo ...
9
“T34tr0x…”
II - MODALITÀ
In un sempre più presente analfabetismo emozionale
riscontrabile nei più diversi ambiti (quello relazionale,
scolastico, culturale, …) dove si guarda la tv perché
siamo/ci sentiamo soli e siamo/ci sentiamo soli perché
guardiamo la tv, “T34tr0 x...” intende prediligere la
FORMA sul CONTENUTO, la MODALITÀ sul RACCONTO.
Vuole praticare il presente e cioè un luogo dove errare vuole
essere sbaglio e contemporaneamente esperienza
(quindi errore come risorsa), contrapponendosi ad una
pratica del passato dove l'errore non è altro che sbaglio
da ri-correggere.
Vuole praticare il presente anche contrapponendosi ad una
visione futura dell'essere umano (sia esso infante,
giovane adolescente o adulto) che lo consideri quasi
esclusivamente futuro adulto, futuro lavoratore, futuro
pensionato scordandosi così la dimensione del
presente, la dimensione del vivere, del succedere sui ed
ora.
Vuole, insomma, praticare l'emozione!, l'intuito, la creatività
per...
….necessità vitale del superfluo.
<< L'arte ha una sua seconda vita nella sua “consumazione minuta” che
è il suo oscuro pellegrinaggio attraverso la coscienza e la memoria degli
uomini, il suo totale riflusso. Godere di un'opera d'arte è, insomma, un
ritrovarla fuori sede, solo in quell'istante il circolo della comprensione è
perfetto e l'arte si salda con la vita come tutti i romantici hanno sempre
sognato.>>
[E.Montale]
10
“T34tr0x…”
Si mira, dunque, all'emozione piuttosto che all'istruzione o
alla conoscenza, attenendosi al suo mestiere di proposta
progettuale-artistica T34tr0 x... è certo del fatto che
l'emozione non è altro che un tramite ( e forse il più
radicante) per lo scambio, dunque la conoscenza,
dunque l'istruzione.
Si avvale, per questo, di esperienze simili compiute nelle
città di Parma, Torino, Reggio nell'Emilia, Prato...da
varie maestranze, una tra tutti l' E.T.I. Ente Teatrale
Italiano; a questo riguardo si pone anche come
opportunità e luogo di scambio di esperienze e di
informazioni.
Nel proporre un progetto di teatro non intendiamo comunque
portare un “Teatro dell'obbligo” che rischia di
allontanare piuttosto che incuriosire, errore, com'è noto,
esperito oramai nell'arte letteraria, nella poesia, nella
narrativa, … .
L'opportunità è quella dunque di cambiare punto di vista: gli
attori lasceranno il palco ed incontreranno il pubblico
non più soltanto in teatro, il pubblico entrerà finalmente
in teatro “dalla finestra” come diceva Rodari4
, che è
più divertente, quindi più utile!
Il materiale ''infante'' da cui si sviluppa tutto questo è
pertanto materiale sia dell'infanzia che dell'età matura.
4
«'' Grammatica della fantasia'' introduzione all'arte di inventare storie. » G.Rodari
11
“T34tr0x…”
Il desiderio è quello di farci aiutare dall'infanzia a recuperare
zone di pensiero, di libertà e di creatività che rischiano
di sclerotizzarsi e di perdersi attaccate quotidianamente
dalle responsabilità che legittimamente accompagnano
il nostro essere adulti.
Regalarsi la possibilità di ri-legittimare il nostro essere
“anche” bambini con maturità (senza negare di essere
comunque bisognosi, inesperti, entusiasti, illusi, …).
Ecco una nostra ulteriore possibilità che sta nell’essere ex-
infanti ovvero
adulti;un adulto può “allenare” la sua parte
bambina, il contrario è impossibile.
Non si sa e non si può sapere prima quali stimoli e
suggestioni ci regala un percorso di questo tipo, questo
errare appunto, possiamo solo cercare di creare le
condizioni attraverso le quali questo meccanismo di
scambio emozionale ed emotivo si inneschi.
Certo è (forse...) che per cercare un comunicare, un render
comune, non possiamo prescindere dal fatto che la
comunicazione è pur sempre < tronca in partenza e
fraintesa all'arrivo > come ci insegna Primo Levi5
.
Inoltre mi ritengo un attore in-stabile, nel senso che essendo
io principalmente un attore e non lavorando io in
strutture stabili e tantomeno in situazioni stabili ecco
che mi definirei precario, ma non lo sono, questa
definizione non tiene, preferisco in-stabile o dinamico.
Questa in-stabilità aiuta ad incontrare però bambini ed
adulti nei più diversi momenti di aggregazione e
5
« I sommersi e i salvati » - Primo Levi
12
“T34tr0x…”
confronto, ho avuto la possibilità di recitare davanti a
bambini, di fare loro laboratori didattici, di fare
animazioni, di travestirmi da Babbo Natale e parlare
con loro in veste diversa, ho insegnato ad adulti che
dovevano confrontarsi e relazionarsi con bambini, in
strutture scolastiche, domestiche o , anche ,
ospedaliere, insomma la mia in-stabilità mi ha portato a
vedere parti del loro quotidiano molto variegate,
ognuna delle quali ha fornito dati, pensieri, riflessioni a
questa mia ricerca indagatoria che state per leggere.
Perché indagare però l'infanzia e la relazione che essa crea
con l'arte e con il mondo degli adulti non lo abbiamo
ancora detto. Nel tempo lavorare per
Eccomi dunque a redarre un primo diario di bordo che, a
partire dai primi spunti ci accompagnerà fino ai Diari
Quotidiani ripercorrendo il percorso di un anno.
Il lavoro volutamente non impone modalità né temi,
soprattutto in un primo tempo; l'unica mira è quella di
entrare in relazione con i bambini per poter attivare una
frequentazione senza esser subito connotati come
''insegnanti'' o ''maestri'' seppur ''strani''.
Ecco quindi la necessità di una massima apertura
all'ascolto, al bisogno di poche domande, minime
interazioni, sporadiche risposte ma sempre in allerta a
cogliere stimoli e proposte.
Il primo giorno arrivo in classe, le maestre mi presentano
subito come il maestro di teatro ((!!!akkk!!)) dico ai
bambini che, sì, sono un attore ma che lì da loro andrò
soltanto a vederli giocare, starò lì a guardarli, ad
13
“T34tr0x…”
imparare da loro perché…-non sono un vero maestro di
teatro.- -… …- -posso?- - … …- -no,dico, vi
disturbo se vengo ogni tanto e sto qui a vedervi giocare,
disegnare, …- -no.- -bene bambini allora io sono
Giovanni-
e cosi partono i nomi detti tutti insieme, il caotico dirsi
contemporaneamente, classico di quell’età.
Con il tempo poi arrivano i primi pretesti per interagire,
chiedere, scambiare pareri, uno per tutti:
sono al banco, parlo con la maestra, guardiamo i
bambini che disegnano, sfoglio dei disegni, niente di
particolare; poi arriva una bambina e…
<Maestra la Francesca6
ha pestato l’orecchio alla Soniaaaa!>
….ora, anche una piccola, normale delazione quotidiana
come questa può far partire diverse riflessioni… :
a) una prima cosa interessante è che la bambina che lamenta
l'accaduto non è ne Francesca ne' Sonia … una
semplice delazione a difesa di un'amica?
b) ma la cosa veramente interessante è: come si fa a pestare
un orecchio? È un po’ come mordersi il gomito, avete
mai provato? Nonostante tutto il fatto di pestarsi un
orecchio pare una cosa normale, d'altronde lei l’ha
vista che stava pestando un orecchio!!
Colgo al volo l'opportunità:
cambio la freccia adulto --insegna--> a bambino
in adulto --impara--> da bambino
6
i nomi dei bambini sono stati volutamente cambiati per non creare eventuali problemi
14
“T34tr0x…”
<Mi insegni a pestare gli orecchi che non lo so fare,
non l’ho mai fatto, non l’ho neanche mai visto fare! Ti
prego!!>
e certo che t’insegnano, se c’è da aiutare un adulto…
parte una piccolo scambio di idee, ci sono diverse
versioni di come si faccia a pestare un orecchio:
discussioni teoriche, dimostrazioni fisiche, ...
e cosi, seguendo questo tipo di spunti, del tutto casuali si fa
un po’ di psicomotricità, si scoprono opportunità del
fantastico, del logico, del cognitivo; si allena
l’invenzione, si elabora dei vissuti più o meno
quotidiani, si gioca e ci si relaziona.
Cogliendo, quindi, spunti di questo tipo
la relazione si è creata...ma…per
cogliere gli spunti è stato necessario
“abitare” il caos
III – IL CAOS virtuoso
A domanda generica i bambini tendono sempre a rispondere
tutti insieme …...ma che bello!! proprio in questo caos
vi è l'anima, il colore il rumore dell'infanzia!
È chiaro che le insegnanti e la scuola tenda ad una formalità
che permetta la comunicazione e la convivenza ed è
giusto che sia così, ma nello spazio dell'arte dal caos
bisogna partire, ascoltarlo, capire che questo è
senz'altro materiale infante non va messo dentro schemi
adulti...e difatti....di nuovo sono io adulto che
“mi faccio imparare” :
15
“T34tr0x…”
i bambini rispondono tutti insieme ma con il chiaro obiettivo
di farsi sentire, io appuntavo le varie risposte, alla
rinfusa, velocissimo, i bambini continuavano a
rispondere, spesso a ripetere la stessa risposta finché
non mi vedono scrivere la loro cosa sul mio fogliaccio,
io appunto tutto, cercando di non perdere niente ma
niente si perde, sono loro a far sì che sia così: i più
timidi si avvicinavano e con la stessa decisione che altri
usano con la voce loro continuano a richiamare la mia
attenzione magari tirandomi per la giacca, questo
finché non mi hanno sussurrato la loro risposta
nell'orecchio e non hanno verificato che io l’abbia
scritta,
il risultato a mio parere è affascinante: con questo tipo di
comunicazione non solo fanno sì che non si perda
nessuna informazione ma non vengono messi in
difficoltà i timidi, protetti da questa coltre acustica
riescono ad esprimersi, cosa diversa è quando lo
devono fare con il silenzio completo attorno a loro...il
silenzio, contrariamente a quanto si potrebbe pensare
non li protegge ma li mette in mostra e quindi li
inibisce ed inibisce la loro risposta emotiva così che
anche i meno timidi tendono a rispondere la cosa che
ritengono giusta piuttosto che quella che pensano.
In più nel caos non si perde l'entusiasmo, parte della
comunicazione che nell’ ”educatamente'' andrebbe
persa.
Se la locuzione è ciò che si dice, che si enuncia, parlando la
per-locuzione è il suo effetto, ciò che si dice anche
16
“T34tr0x…”
attraverso il come si parla, inutile aggiungere che la
perlocuzione è molto più ''parlante'' della semplice
locuzione e che prende in esame anche con quanto
entusiasmo si dica una cosa.
Ecco che quindi attraverso questa modalità caotica si
può quindi avere un messaggio più parlante.7
Quindi le prime difficoltà da affrontare sono state:
a) porsi all'ascolto;
b) riuscire a cogliere gli spunti;
c) interpretare anche le loro modalità cercando di
desistere dall’eventuali correzzioni;
d) focalizzare il tutto in o verso una proposta.
quindi…
IV – L’INTERPRETAZIONE
Si potrebbe parafrasare il famoso titolo di Freud in
''l'interpretazione dei segni'' se ci si limitasse soltanto
ai disegni, ma per quanto riguarda l'attività
pittorico/grafico/signica dei più piccoli vi rimando allo
straordinario libro del Prof. Marco Dallari ''PASTROCCHI,
MACCHIE, SCARABOCCHI'' linguaggio grafico-pittorico da 0 a 3 anni e
noi torniamo piuttosto al problema dell'interpretazione
delle reazioni e risposte dei bambini:
ascoltare e leggere le risposte, interpretarle, leggerci forse
anche qualcosa che dentro non c'è, è un rischio;
soprattutto quando le risposte sono risposte scritte,
risposte a domande di questionari, verbalizzazioni
infante ritrascritte su carta da un adulto....il rischio c'è,
ci sono strumenti per minimizzarlo ma il rischio è insito
7
Come vedete questo 'diario' di lavoro non comprende solo materiale x i bambini ma anche x... gli
insegnanti, x... gli operatori, x...i genitori...nonni, accompagnatori, babysitter, dogsitter....(e non è
neanche questa, poi, così troppo una battuta....)
17
“T34tr0x…”
nell’interpretazione e dunque rimane.
Alle volte, vedrete, il senso che viene dato alla risposta pare
addirittura non esserci neanche nella risposta stessa
tanto da chiedersi come si faccia ad interpretarla così!
Quando si parla di materiale infanto è duopo, come direbbe
De Curtis, non scordarsi che la lettura non può
prescindere dalla frequentazione, dalla conoscenza
delle loro modalità, delle loro logiche, sintassi,
grammatiche e sgrammatiche che spesso aprono
significati altri.
Voglio fare un esempio: per Simone essere libero è come....
< se ti mettono al guinzaglio non sei libero ma se il cane non
ha il guinzaglio è libero>
Risposta logica no?! Rileggiamola
essere libero è come....
< se ti mettono al guinzaglio non sei libero ma se il
cane non ha il guinzaglio è libero>
Continua a non sembrare una risposta fuori dal comune, che
apre interpretazioni che non siano intuitive,
assolutamente logica no?! : se hai il guinzaglio non sei
libero e se il cane non ha guinzaglio è libero! Torna!
18
“T34tr0x…”
Ma se vi dicessi che inconsapevolmente tendiamo a
correggerla, non tanto sintatticamente quanto
semanticamente, cioè correggiamo il suo significato?
Notiamo che se ti mettono (quindi a te, bambino, essere
umano) non sei libero (ok!) e poi si passa al cane,
richiamati dal termine guinzaglio, si vede il cane al
guinzaglio, infatti c’è un “ma”, cioè una negazione: se
tu hai il guinzaglio non sei libero ma…se il cane non ha
il guinzaglio è libero … vedete come cambiano i
puntini di sospensione alla fine? Nel trascrivere un
parlato alle volte non si riescono a trascrivere le
titubanze, le sospensioni.
Ecco che quel ma diventa fondamentale. Ai bambini manca
una proprietà ed una padronanza del vocabolario così
come l’abbiamo noi, al bambino in questione mancava,
a mio parere, il termine collare.
Perché lo ritengo così importante ?! Perché il cane per i
bambini è una continua metafora con la loro situazione
genitore-figlio (cane-padrone) nel senso di sicurezza,
protezione, un cane senza guinzaglio è libero ma ,
come ci insegna un compagno dello stesso bambino, un
cane senza collare è solo, non è di nessuno.
Ecco che l’interpretazione ha bisogno di frequentazione di ciò
che si vuole tentare di interpretare.
Facciamo quindi il punto della situazione:
abbiamo fatto una premessa al pregetto di indagine
abbiamo accennato le modalità di questa indagine
abbiamo conosciuto/imparato il caos virtuoso
ed affrontato il tema dell’interpretazione di ciò che viene
indagato: l’infanzia.
19
“T34tr0x…”
Il tema dell’ interpretazione c’ha
regalato/insegnato/imparato:
a) i bambini hanno un forte legame vitale e quotidiano
con la genitorialità e quindi l'associaizone senza
guinzaglio –ovvero-> libero -ovvero-> libertà di
movimento -ovvero-> perdersi -ovvero-> assenza dei
genitori -quindi-> soli -quindi-> eccetera eccetera è
più banale di quanto noi si possa pensare.
Sul quesito legato alla solitudine infatti Riccardo
risponde:
<un cane senza guinzaglio è solo e non è di nessuno!>
b) frequentandoli è più facile capire che nelle loro risposte
ci sono enfasi o momenti di riflessione, tempi durante i
quali formulano la risposta MENTRE la danno.
…adesso focalizziamo verso una proposta
tematica
V – IL FOCUS tematico
Libertà, solitudine, magia, età….
Al solito l’interpretazione della lingua della tribù dei bambini
deve considerare una rielaborazione emotiv-emozional-
esperienzal-ludica che loro fanno (probabilmente)
delle
domande.
Per Simone <essere libero è come...>
- se stanno chiusi in carcere
Per alcuni il concetto di libertà è meno forte del concetto
di mancanzadi libertà, pertanto il FOCUS viene fatto sul non
essere libero
20
“T34tr0x…”
<essere libero è come...>
- se stanno chiusi in carcere (M
8
)
- non essere mai fermati (M)
- se ti prende la polizia non sei libero, se ti lascia lo sei (F)
- tipo quando gioca con il babbo non è libero quando va in
pausa (M)
- come sei io abbraccio Simone non è libero (F)
- come non andare a scuola (M)
…poi anche…
- come una farfalla (F)
- come un'ape (F)
- come gli uccelli e le rondini (F)
- le vacanze (F)
- Babbo natale (M)
Insomma il concetto principale sembra essere legato alla
libertà di movimento (cane, polizia, carcere, mai
fermati, uccelli, rondini api, vacanze...e babbo natale?)
Babbo Natale è la risposta aperta, quella piena di
interpretazioni, quella classica risposta che non va
interpretata ma lasciata così e che apre infinite
possibilità tutte valide di un immaginario infantile
veramente libero ed aperto.Certamente fuori dalla
8
sempre per correttezza indicheremo con (M) le risposte dei maschietti e con (F) quelle delle bambine,
solitamente la notazione prevede anche un indicatore di età e di luogo ma in questa parte di ricerca l'età
è sempre 4/5 anni ed il luogo sempre Sesto Fiorentino-FI perché limitata alla classe campione della
scuola dell’infanzia Jean Piaget di Sesto Fiorentino-FI
21
“T34tr0x…”
possibile emulazione delle risposte che: data una
seguono altre simili [farfalla, ape, eccelli, rondini…];
tecnicamente forse una moda.
Ad ogni modo nel leggerle, perché ci siano più utili,
dobbiamo abbandonare un po’ la nostra rationalità, le
nostre risposte, i nostri concetti e quindi il modo di
leggere quelli degli altri partono da un’elaborazione
intellettuale, di testa, mente i cuccioli della nostra
razza hanno ancora una partecipazione olistica
all’intelletto, cioè a dire che rispondono interessando
sia la testa che la pancia, il cuore, le gambe, il bacino,
le braccia, la faccia, tutto è partecipazione: al pensiero
vi è una partecipazione fisica al movimento una
partecipazione del pensiero.
<essere soli è come...>
- come quando il babbo e la mamma vanno via (M)
- le mamme in carcere sono sole (F)
- un cane senza collare è solo, non è di nessuno (M)
- una stella (M)
- il sole (M)
- Come se uno è morto, se muore sta solo (M)
- il lupo solitario (M)
…..9
Interessante notare attraverso la notazione le risposte che
stupiscono per genere (M o F) rispetto a quanto ci si
9
come notate non tutti i bambini sono obbligati a rispondere, questo per verificare anche quanto il tema
ha, per loro, necessità di essere affrontato. Si è cercato di non mettere nessun obbligo e di aprire loro un
ambito di massima libertà espressiva, in questo ha un posto anche il silenzio.
22
“T34tr0x…”
aspetterebbe per clichée.
Naturalmente i genitori ed i cani compaiono sempre ma con
due varianti da notare:
a1) genitori che lasciano solo
a2) genitori che restano soli perché si allontanano
a3) cane [metafora e riferimento per la condizione
infanta? Cane = colui che ha bisogno di un padrone
(genitore?) che lo accudisca? E
contemporaneamente permettere al bambino di
giocare (quindi sperimentare/capire) in qualche
modo genitoriale...facendo il padroncino ?]
Ci sono poi risposte che io definisco poetico/astronomiche
(stelle...sole...) solitudine poetico/astronomica.....di un
maschietto.
Risposte esistenzial-scientifico-tecniche:
- come se uno è morto, se uno muore sta solo!
…e relative, forse, a favole o riferimenti letterari: il lupo.
In generale la solitudine è un tema affrontato dai bambini,
dalla loro lettaratura ma anche dalla loro esperienza:
hanno molto spesso da relazionarvici, da farci i conti
ed hanno parecchio da dire a riguardo.
È mio parere che, come noi cerchiamo nell'arte e nel
divertimento cose che ci facciano progredire, andare
avanti e le cose che se ci riescono perfettamente non ci
23
“T34tr0x…”
presentino niente di veramente interessante, così
l'infanzia cerca cose da garndi.
I bambini nei libri, nei temi scelti, nei giochi stessi
fanno i grandi, si sperimentano/confrontano con
quello che vedono ma non conoscono, sono incuriositi
(come noi) dal fatto di imparare e crescere, dal capire.
Il loro gioco (che non è sport=passatempo e nemmeno
trastullo=gioco senza investimento) è una zona
transizionale nella quale loro elaborano concetti, idee,
esperienze e crescono proprio come normalmente la
natura ci insegna; e lì affrontano temi difficili come i
problemi relazionali e di leadership, la solitudine, il
perdere, il sogno e la cruda realtà.
E con questo progetto vorrei entrare in relazione
proprio con questa parte dell’essere infante.
…contemporaneamente
VI – BALLATA PER CLOÙN SOLI
il materiale – parte prima
note (auto-)critiche
Contemporaneamente al lavoro con la classe pilota conduco
laboratori teatrali e di altro genere in diverse scuole
della provincia di Firenze prendendo materiale sugli
stessi temi e rielaborandolo in “Ballata per Cloùn
Soli”, spettacolo che verrà presentato alla fine di
questo percorso agli stessi bambini.
Lo spettacolo inizia così a nutrirsi di materiale inaspetatto e
vario; purtroppo però l’assoluta casualità del progetto,
il fatto che non sia stato possibile farlo appoggiare da
nessuna struttura organizzativa ne’ di altro genere, che
non vi sia stata la cura necessaria per seguire la
24
“T34tr0x…”
distribuzione dei questionari, la consegna delle lettere
ai bambini, ai genitori, agli insegnanti, agli
operatori…insomma le potenzialità erano ben altre,
soprattutto mi spiace non aver avuto il tempo (causa il
necessario inseguimento della sopravvivenza
economica) di motivare la partecipazione adulta al
progetto così da poter mischiare visioni e preconcetti
dell’una e dell’altra parte.
In generale il presente progetto sperimental-pilota mi
insegna che dovrò curare un maggior intervevnto degli
adulti ai questionari, alle attività, ai temi trattati,
magari anche attraverso una lista di mail che rendino
più veloce la comunicazione tra me e i genitori
[osservare i bambini a casa non è come osservarli a
scuola!] e tra me e gli insegnanti per una migliore
integrazione con il programma scolastico
…ed approposito di
programma scolastico...
VII – < IL VIAGGIO > Cap. 1
Programma scolastico
note (auto-)critiche
Il programma scolastico porterà i bambini attraverso la terra
dei numeri, quella dei totem ed altre terre affascinanti ed
inesplorate, per quanto mi riguarda il mio contributo e
portarli attraverso la terra della letteratura per l’infanzia,
terra forse meno inesplorata ma all’interno della quale
cercherò di portarli alla scoperta del teatro.
Grazie allo splendido aiuto del “Centro studi e ricerche sulla
letteratura per l'infanzia” della “Biblioteca Gianni
Rodari” di Campi Bisenzio a Villa Montalvo e più
precisamente con grazie alla disponibilità e all'esperienza
di Barbara Confortini riusciamo ad avere una bibliografia
25
“T34tr0x…”
molto ampia sul tema del viaggio.
Contemporaneamente lavoriamo con i bambini sulla fantasia e
sul fantastico cercando di evitare racconti di loro viaggi o
vacanze indirizzandosi più verso l'invenzione:
< un viaggio che non avete mai fatto e che vorreste fare >
- anche inventato, impossibile. Potete dire tutto!
- lo facciamo tutti insieme?
- (bellini…) mah, vediamo, come vi pare, decidete voi!
- …
- vediamo…di cosa c’è bisogno, intanto, per fare un viaggio?
- il tom tom!
- (?!) bene, poi? Basta? Si può partire?
- …
- ditemi voi, andiamo a piedi ? si può èh! Ricordatevi si può
tutto nella fantasia!
Riecco il magnifico caos virtuoso, partono le risposte in
contemporanea: macchina, aerio, treno, autobus
- e se io voglio fare un viaggio strano sopra un…(mi guardo
intorno) , che ne so, sopra un appuntalapis [temperamatite
ndr] ?
- non si pole!! Non c’ha le ruote!?!
- si pole tutto! No? Con la fantasia io posso andare anche a giro
sopra un’appuntalapis, io scelgo l’appunta lapis, allora voi?
-cusino / sopra un cane…/che vola…/le scarpe volanti con le
luccichine/ …una maglietta supersonica…/volando ebbasta! /
Comunque nel viaggio della fantasia mi pare di capire che si
vola, la fantasia sembra non aver i piedi in terra…
- bene, allora sivà! …ops, ma dove?
- lontanissimo: fino alla torre di Pisa! /
26
“T34tr0x…”
- …si va nnì mare sopra le rragoste!! /
- …in Egitto con la mamma e i’ babbo /
Dunque si scopre anche il mare, non solo il volare,
poitornano spesso i viaggio coi genitori, gli amici e le
amiche del cuore che vengono insieme,
qualche solitario va - a fare un giro che ci sono le
scale strette, piccole, fatte tutte a curva -
poi s’incontrano mostri, si va anche in - … tournée
rock –
E tra i viaggi ci sono anche i sogni….
- …sogno brutto, cacca e pippì addosso (con enfasi,
poi compìto) ma non mi è successo! -
…e intanto arriva il natale…
VIII – < IL VIAGGIO > Cap. 2
I Libri
Polar Expres – Una Zuppa di Sasso
tra la selezione proposta da Barbara scegliamo “Polar Express”
e “Una Zuppa di Sasso”
Polar Express, in viaggio verso Babbo Natale ed il polo nord
popolato da gnomi porta dei lampi d'infanzia:
− gli gnomi sono alti più
27
“T34tr0x…”
o meno come noi, fino a qua! [indica il collo]
− noooo, sono più piccoli
− …...
si discute si confrontano le varie ''esperienze'', i bambini
sembrano conoscere personalmente gli gnomi e con
grande curiosità, io che invece non ne conosco neanche
uno, mi unisco alla loro discussione soltanto con
domande, dubbi, perplessità, innocenza, chiedo di
dirnmi, di spiegarmi – ‘che io non ho mai visto gli
gnomi, neanche uno!? –
Mi spiegano, io faccio domande, curioso, le cose non
tornano, i racconti si contraddicono, alla fine Sara si
scoccia:
- gli gnomi sono piccoli e bassi, cappello a punta,
rosso, vestiti verdi, sono così!! –
…
− … e in quella storia c'era anche dei lupi secchi e neri
− … foresta fitta
− ...montagne alte alte
− ...Babbo Natale [arriva dopo, incredibile!! sotto natale
babbo natale arriva dopo gli gnomi, i lupi, la firesta, le
montagne.., si piazza soltanto in quinta
posizione!!..straordinario....]
− ...le renne
− ...i folletti [di nuovo!o forse i folletti non sono
28
Babbo Natale
(Ignoto_2010)
“T34tr0x…”
gnomi?!...]
− i' babbo e la mamma [figure che nel libro illustrato
compaiono solo alla fine e pochissimo]
− ...i bambini di tutto il mondo e quelli del treno
…..ohh allora: facciamo un po' di teatro! Prima la
drammaturgia: raccontiamo la storia con licenza
creativa e scriviamo il nostro canovaccio/copione –
raccontatemi la storia,, come vi pare, scordandovi cose,
aggiungendone; cambiatela se vi va ma fate finta che io
non sappia niente ed aiutatemi a scriverla. –
Io mi appunto tutto, su di un foglio, loro fanno aggiunte,
tornano indietro, anticipano, si aggiungono, chiariscono
e contemporaneamente verificano che io scriva la loro
cosa sul fogliaccio:
ecco la storia [tra parentesi troverete le aggiunte, i flash back
ed i flash forward, le aggiunte, i chiarimenti, le
specificazioni…]10
- Un bambino (che era a letto
e non muoveva le
lenzuola) (e respirava
fine) che aspettava un
suono di Babbo Natale
che non arrivava (e poi
arriva) …
- Chi Babbo Natale?
- no, (il suono del treno
a vapore(e buttava fuori
10
inserisco l'immagine del manoscritto per rendere l'idea di quanto la loro ri-narrazione del racconto
non sia lineare ma anzi preveda aggiunte, variazioni, precisazioni che arrivano costantemente, a me il
compito di ricucire tutto in un'unica linea narrativa...
29
“T34tr0x…”
l'aria silenziosa)) e poi andava nel treno (drentro il
treno) a vapore e trova dei bambini-in pijama tutti; il
bambino sale (l'autista del treno ha chiamato i bambini-
venite a bordo) mangiano dolci e ciocco (e succo e
mangiano e tutta la harne e pasta alla zucca e c'hanno
anche l'orto) (non questo non c’è!!)
- inventiamo inventiamo, possiamo dire tutto, se ci
pare bello, potrebbe esserci no?! Bhè per lui sì!
– e poi andavano al polo nord e ha incontrato babbo natale (che
gli chiede cosa vuole al bambino che c'era(e il bambino gli
aveva detto voglio la campanella)) e dopo ritornano a casa.
E' interessante notare come l'immaginario sia colpito e
stimolato in modo diverso a seconda del gioco che si
agisce, nella ri-narrazione sono spariti i lupi, le foreste,
le montagne, le mamme i babbi; i bambini stanno
attenti a raccontare tutto, le cose importanti da un punto
di vista narrativo, direi quasi scolastico, mettendo per
un attimo da parte la narrazione...chiamiamola
così..emotiva...ecco che poi però nell’agire il copione,
nel metterlo in movimento subito, lì, in classe
rispuntano i lupi, un gruppo fa il trenino, c’è l'autista,
insomma non manca nessuno, si gioca, ci si diverte,
ogni tanto un occhio alla storia ma, come dev’essere è
solo un pretesto per entrare nel mondo del “facciamo
che io sono….” Che poi è il Teatro.
*
sarebbe interessante prendere spunto dall'idea di Mario Lodi
(consigliata dalla brava maestra Maria Grazia, di una scuola
elementare di Firenze) e cioè dedicare un piccolo spazio all'azione
teatrale dove sperimentare, a fine di ogni giornata, la narrazione,
il cosa è successo oggi in forma teatrale.
A questo scopo mi permetto un consiglio (a tutti ed in particolare alle insegnanti) Mario Lodi: <Il
Paese Sbagliato>.
30
“T34tr0x…”
…passa il Natale, resta il clima invernale....
…l’immaginario si popola di lupi, di luoghi freddi…
è il momento di…
Una zuppa di sasso
Testo e illustrazioni di
Anaïs Vaugelade
Traduzione di
Anna Morpurgo
ed. Babalibri [www.babalibri.it]
scelgo questo libro sostanzialmente per 2 interessanti
ambiguità:
a) il lupo è cattivo o non è cattivo?
Non lo è o sembra non esserlo, sostanzialmente sembra
molto triste; alla fine della storia effettivamente non ha
fatto male a nessuno ma...eppure...continua a incutere
timore, richiedere allerta, non ispira comunque fiducia:
31
“T34tr0x…”
è sinistro, parla poco...
b) da dove viene? Dove va? -ma anche- cosa ha fatto
prima? Cosa fara dopo? Chi è?
Insomma si mettono insieme libertà, solitudine, viaggio,
letteratura, ....
32
“T34tr0x…”
* un bambino ha poi voluto aggiungere:
< quando uno parla poco è perché ha cose brutte da dire!..>
33
“T34tr0x…”
34
“T34tr0x…”
35
“T34tr0x…”
36
“T34tr0x…”
La storia è unita alle immagini, non si può prescindere da
esse, lo noterete se avrete l'occasione di leggere il libro
e questo intriga i bambini, il coltellaccio del lupo, il suo
sguardo, la diffidenza sua e degli altri animali, tutto
disegnato con maestria, creano ai bambini una certa
bramosia mista a fascino della paura
.
Il fatto che il lupo sia solo e triste fa si che i bambini abbiano
bisogno di giustificare questa solitudine:
- … gli hanno ammazzato la fidanzata e lui è triste
- … ha mangiato tante galline (persone, bambini ?!)
ma poi gli hanno ammazzato la sua fidanzata e i suoi
lupetti ed è diventato triste e solo
- … e poi è senza denti e non può mangiare più nessuno
Ma anche di risolverla
- … poi ritrova una fidanzata, va in un altro paese e si
sposa e diventa felice
- … e poi fa le zuppe per tutti e tutti sono felici e lui
non è più zitto
- … e poi incontra il maiale, il leone, l'orso polare, la
tigre siberiana.....ecc ecc
…da qui il percorso ci porta poi verso….
IX – BALLATA PER CLOÙN SOLI
37
“T34tr0x…”
lo spettacolo – Cap.2
notazioni
Poco da dire su questo, tanto da chiedere ancora, solo poche
notazioni a riguardo :
a) lo scopo dell'arte è comunicare emotivamente ed il luogo
nel quale sono stati i vostri bambini è un luogo strano,
ndustriale, intrigante forse per questo; un luogo adulto,
lavorativo;
b) lo spettacolo mira alto, è volutamente 'difficile' soprattutto
perché lavora su dinamiche ambigue, dove ognuno
vede quel che ha bisogno di vedere (paura, solitudine,
disagio, divertimento, amicizia, fatica, storia, il nulla...il
nulla...interessante da vedere il nulla, non è come non
vedere nulla è come vedere il nulla...).
Quualcuno ci ha visto una storia sui continui traslochi,
altri sulla relazione, altri sui migranti, poi sulla coppia,
sulla povertà e sul lavoro e chiaramente sulla
solitudine… Se uno spettacolo, un’opera d’arte
(quadro, balletto, statua, musica, libro che sia) dice
quello ch pare a te e duqneu quello di cui tu hai
bisogno credo che sia riuscita, che sia un bel metro di
misura…
c) se un bambino dice:<l'ho capito ma non lo so spiegare>
vuol dire che lo spettacolo funziona: la comunicazione
c'è, addirittura a livello emozionale, non c'è una facilità
di verbalizzazione che ne permetta la spiegazione ma
l’emozione, il visivo è arrivato. Mi è piaciuto ma non
l’ho capito…resta per me un bel commento, l’arte non
va capita ma sentita, deve cambiare qualcosa nella
nostra visione emozionale, nella nostra percezione del
mondo;
38
“T34tr0x…”
d) si capisce che una storia può essere triste, che può essere
'povera' la gente;
e) un immaginario, un visivo lo si può solo riscoprire con il
tempo, tempo misurato in anni, verificarne la ricaduta,
al memoria, il ripresentarsi di quella particolare
emozione/visione perché arte non è nozione;
f) la cultura non vuole essere ridotta ad intrattenimento ne'
tantomeno a nozionismo, il sapere oramai è anche
emozionale, basti pensare che in certi contesti si parla
già di analfabetismo emotivo o, appunto, emozionale;
g) i bambini non possono essere tenuti fuori da questo
percorso umano, richiedono, come noi, stimoli e
difficoltà, prove e fatiche tutto (a mio parere) teso ad
imparare a vivere “l’avventura”
Tante parole, tante notazioni e premesse perché non si può
parlare di un’opera d’arte (scritta in lettere minuscole)
senza averla esperita, senza averne fatta esperienza
subendola.
Però cerchiamo di diminuire un poco questa distanza: vi
mostro alcune foto di scena che, se non altro, vi
rendaranno un po’ l’idea …
39
l'attrice Mara Guadagni
[foto: Fabio Costantino Macis]
« Il brindisi »
[foto: Fabio Costantino Macis]
“T34tr0x…”
40
« Il Palloncino »
[foto: Fabio Costantino Macis]
« Il fiore »
[foto: Fabio Costantino Macis]
“T34tr0x…”
Locandina di Michelle Patti,
su opera di Michele Redaelli
41
“T34tr0x…”
X – IL FOCUS tematico – parte seconda
… perdita. Più note sul materiale dell’ adulto
Il focus sui temi è avvenuto anche per mezzo di questionari
mirati ad indagare i concetti ed i preconcetti legati a
questi temi.
− La ricerca prevedeva di raccogliere le idee e le
immaginazioni dei bambini e quelle degli adulti
(operatori, insegnanti, genitori); i preconcetti dei
bambini sugli adulti ed i preconcetti degli adulti sui
bambini.
Purtroppo essendo questa un’esperienza sperimentale e
pilota non è stata in grado di assolvere completamente
il compito prefissato; soprattutto il materiale infante
degli adulti non è arrivato in grande quantità, io non
sono stato in grado di organizzare, gestire e motivare
questo flusso di scambio e questo inficia senz’altro
sull’efficacia e sulla lettura comparata dei risultati
ottenuti.
42
“T34tr0x…”
<quando perdo ( o rompo) qualcosa che mi piaceva tanto>
[tristezza]
….piango (M) / ...sono triste (M)
[timore]
… ti sgridano (M) / ...la mamma mi dà degli
sculaccioni (M)
[la forza (e la resa)]
… prima provo ad aggiustarlo poi piango (M)
[i genitori]
… te lo fai ricomprare dalla mamma (M)
<che cosa è la magia?>
[la trasformazione]
… se un mago ha un maiale e lo trasforma in una zebra è
magia (M)
[fiducia] (si può provare a non credere nella magia…ma…fortunatamente…)
… come quando ti dimentiche le forme che il mago era
venuto a casa tua (M)
…i maghi non le fanno le magie però nelle favole sì! (M)
[winx] (i condizionamenti televisivi non bastano a levare il fascino del magico)
… è un pizzico, dei bricioli brillanti (M)
… sono dei pallini che brillano (M)
… chicchini brillanti che trasformano le cose (M)
… polverina che se vuoi diventare una WINX mago
merlino ti ci fa diventare (F)
43
“T34tr0x…”
[l'ignoto]
...la magia è come il fumo (M)
[la ratio...](secondo me…me lo ha detto la mamma)
… secondo me la magia non esiste me lo ha detto la
mamma.
e…<se tu fossi un mago...> ovvero la domanda mancante
chissà cosa farebbero i bambini se fossero dei maghi…
vi mando al libro di Mafra Gagliardi, in Bibliografia,
per scoprire che spesso i bambini investono molto
seriamente in fantasia, a questa domanda spesso
affiancano temi molto interessanti:
i genitori, i nonni, la morte, la salute, i soldi...i
desideri! Date in mano ad un bambino una bacchetat
magica e vi risolverà la vita!
…ma soprattutto i grandi come e cosa risponderebbero?
Rimando alla prossima occasione la possibilità di
intrecciare l’immaginazione infantile con quella
adulta…qui solo piccoli e sporadici assaggi:
…è l’aspetto più bello della fantasia
…la natura, il giorno, la notte, il tempo
…è il mondo del tutto possibile
<se io fossi grande...>
M)…andrei in camper/discoteca/concerti
M)… andrei con una ragazza / andrei in discoteca
M)… andrei dai maghi/ andrei a studiare
F)… andrei in giro da sola
F)… si va fuori con le amiche
44
“T34tr0x…”
F)… ballare/recitare
F)… andrei sul cavallo
F)… andrei in macchina
M)… vorrei suonare la chitarra elettrica con mio frattello
M)… andrei nella bicicletta senza rotellino
M)… andavo in motocross
F)… andrei a sciare
M)... mi sposerei (ancora devo decidere)
Se i bambini mostrano un desiderio di libertà attraverso
l’utilizzo del verbo andare ( ma anche sapere, imparare,
fare,… ) e percepiscono il mondo adulto come un
mondo di libertà dove si può fare quello che ci pare è
anche vero che essere bambino è…:
< com'è essere un bambino?>
domande vere. Non avete mai avuto
la curiosità di domandarlo? Ma attenzione....
... è bello perché si può essere tanto vivi i grandi muoiono
subito (M)
... è una cosa bella e divertente perché... (F)
... essere felici (M)
... sono a scuola (F)
... è bello perché non studiano (M)
... mi piacerebbe andare a scuola con i miei amici (M)
... è bello perché non si fa i compiti/ … bello perché i grandi11
hanno da fare i compiti (F)
... bello perché si gioca/...è bello perché non lavori (F)
11
grandi alle volte inteso come adulti altre volte come più grandi: fratelli, sorelle maggiori
ad esempio…
45
“T34tr0x…”
... è bello perché non si lavora (M)
... ti fa correre più forte degli adulti (M)
... è essere piccini (M)
... vuol dire stare con il babbo e con la mamma (F)
(*
) Com’è essere grandi? … domanda…
< i grandi sono...>
... intelligenti, muscolosi (M)
… alti (F)
…anche se…
... sono un po' noiosi però anche belli (M)
...parlano troppo (M)
... bravi - beati loro che sno grandi (M)
... sono una cosa bella e basta! (F)
E noi crediamo che ci vedino….:
…brontoloni
…un po’ brontoloni
…stanchi
46
“T34tr0x…”
< se tu fossi grande e i grandi fossero bambini?>
… è bello essere grandi, brontolerei i birboni (M)
… gli dicevo vai a studiare (M)
… a me mi piace essere piccola (F)
… io darei la pappa al babbo (M)
… porterei il babbo a ballare (M)
… farei un sacco di successo, diventerei ricco, farei un
castello d'oro (M)
… io gli darei il biberon (M)
<secondo loro per i grandi…>
…essere libero è come esser una farfalla
…stare sola è come se nessuno sta con te
…se perde o rompe qualcosa piange e si arrabbia però
piangono in un altro modo dei bambini
…[per i grandi ndr] la magia è una cosa divertente
…se fosse piccola giocherebbe
…[per i grandi ndr] i bambini sono belli
…[per i grandi ndr] è bello essere grandi
…[la maestra ndr] se lei fosse piccola e noi grandi
giocherebbe e noi si lavora, loro facevano il balletto e
noi li guardiamo
E per noi? Sporgiamoci verso di loro e verso di noi,
indaghiamo i nostri preconcetti, cosa pensiamo che
rispondano i bambini, cosa pensiamo che pensano di
noi…solo stimoli e notazioni per il poi…
47
“T34tr0x…”
XI – I DIARI - PERLE D’INFANZIA
… materiale libero dal quotidiano.
La lingua dei bambini è piena di neologismi, a volte può
accadere che in bagno l'acqua si metta calda e viene
fuori brucia, oppure in classe magari stiamo lavorando
sui grassorilievi; magari non sapete che ganziale deriva
da ganzo e speciale o non vi siete mai chiesti perché il
volante della macchina si chiama così, in fondo non
serve per volare ma per guidare....
“il genere”
il bambino in questione ha un fratellino piccolo e chiede alla
mamma perché avesse scelto due maschi. La mamma
gli risponde che non ha 'scelto' ma che è capitato per
caso.
- Allora ora fai una femmina così io e Simo [il fratellino ndr]
la possiamo picchiare !!!
“la religione”
due fratellini fanno il presepe, il più piccolo continua a
prender roba e spostarla ad un certo punto il più grande
sbotta: <Mamma lui continua a spostare i
maggiordomini!!> [i re magi. Ndr]
48
“T34tr0x…”
“il tempo, l'età: la relatività”
Quando ero piccolo festeggiavo il compleanno dopo pochi
mesi ora lo festeggio dopo tanti anni!
Una mattina, soli, facendo colazione davanti alla TV che
trasmette il cartone animato di Heidi la mamma dice:
<Sai, quando ero piccola la guardavo anche io>
< Siiii, mamma, e cché la fanno da trecento anni!?! >
“l'al di là”
La mamma del bimbo aveva un cane, morto l'anno
precedente, passando dai giardini dove andavano con il
cane la mamma dice:<ti ricordi!? Qui si veniva a
portare Ghia, ora poverina non la vediamo più!>
<Mamma la rivedrai quando muori e la porterai fuori nel
cielo, … c'è solo un piccolo problema che se fa la cacca
ci casca in testa!>
Il cervello frulla frulla, cicla
elabora e rielabora grandi quantità
di informazioni in spazi di tempo
quasi istantanei sintetizzando
novità…
49
“T34tr0x…”
“la morte”
che importa se il T-REX ci mangia tutti, ci itroviamo nella
pancia!
“La storia e....la TV”
I Sumeri vivevano in una terra tra due fiumi l'Eufrate e il
Diego.
[nel cartoon l'era glaciale la tigre si chima Diego]
<gli schiavi non ci sono più da tanto tempo>
<ma esistevano quando hanno inventato la televisione?>
<no, non c'erano già più>
<e quando hanno inventato il digitale invece c'erano ancora?
>
“la forza”
<le forbici possono tagliare la gomma?>
<dipende dallo spessore della gomma e da quanto sono
grandi le forbici>
<ho capito: se una cosa è più forte può rompere l'altra che è
“più meno” ! >
Si trova sempre il modo di finire un
concetto rielaborandolo senza
riformulare tutto dal principio, si
cambia in corsa, si adegua il
discorso, si crea! Nuove modi…
50
“T34tr0x…”
“l'inquinamento acustico”
[contesto: sagra con concerto rock annesso]
<ti sei divertito?>
<si babbo, prima sì, poi quando hanno cominciato a scuonare
no: il rock&roll è vietato ai timpani!>
FINE
51
“T34tr0x…”
XII – BIBLIOGRAFIA
e LINKOGRAFIA essenziale
• http://unoteatro.casateatroragazzi.it/diaridinfanzia/index.php
osservatorio dell'immaginario di Torino
• Mafra Gagliardi; ''Nella bocca dell'immaginazione'' ;
ed. Titivillus
• Susanna Mantovani; “Nostalgia del Futuro”
• “Attraversar confini: idee ed esperienze in dialogo per una
nuova cultura dell’educazione dei bambini e degli adulti”
Convegno internazionale, Reggio Emilia - Ed. Junior, 2006
• “Bambini arte artisti” i linguaggi espressivi dei bambini, il
linguaggio artistico di Alberto Burri. Ed. Reggio Children
• Giulio Ceppi, Michele Zini -
“Bambini spazi relazioni: metaprogetto di ambiente per l’infanzia”
• R.L.Stevenson - “Favola Crudele”
• C.Baudelaire; R.M.Rilke; H.Von Kleist - “Morale del
Giocattolo”
• Marco Dallari - “Il linguaggio garfico pittorico nella scuola
dell’infanzia”
• Marco Dallari - “Guardare Intorno”
un approccio pedagogico alla cultura visiva ed audiovisiva
• AA.VV. - “Pedagogia al limite” - Ed. La Nuova Italia,
• Marco Dallari ''Pastrocchi, macchie, scarabocchi''
linguaggio grafico-pittorico da 0 a 3 anni
• Carla Grazzini Hoffmann; Gianfranco Staccioli –
52
“T34tr0x…”
“Dentro il Gioco” - Ed. La Nuova Italia
• Rudolf Arnheim – Arte e Percezione Visiva
• Luigi Pareyson – Estetica, teoria della formatività
• “Una zuppa di sasso“- Testo e illustrazioni di Anaïs
Vaugelade; Traduzione di Anna Morpurgo - ed. Babalibri
• Giorgio Scaramuzzino – “Tutti giù dal Palco”
• Mario Lodi “Il paese Sbagliato” diario di un’esperienza didattica
• Gianni Rodari - “Grammatica della Fantasia”
• Gianni Rodari – “ Il libro degli errori “
• Max Frisch - “Biografia – Un gioco scenico”
• Leo Lionni – “Pezzettino”
• Henriette Bichonnier – “ Il Mostro Peloso”
• Alessandra Cimatoribus, Gianni Cordone
“Pia la maga dai capelli rossi”
• Lee Suzy – “L’onda”
• Antonio Catalano – “Universi Sensibili” (…e gli altri…”il
museo degli alfabeti perduti”; “Il museo delle foglie cadute”;
“Filastrocche di come quando si cammina piano”; “Diario di un
coccodrillo”…)
www.universisensibili.it
XIII – POSTFAZIONE
nella speranza che vi abbia interessato e forse anche divertito
questo mio materiale di assemblaggio e riflessioni
53
“T34tr0x…”
d’infanzia; vi saluto lasciandovi i miei contatti
condividerò volentieri con voi _
Sinceramente grazie!
giovanni
mailgiovannicarli@gmail.com
www.giovannicarli.com
info@giovannicarli.com
+39 338 9659388
Indice
Cap. I – Premessa
p. 4 - antefatto
5 - abiettivi
11 Cap. II – Modalità operativa
13 Cap III – Il Caos virtuoso
54
“T34tr0x…”
15 Cap IV – il problema dell' Interpretazione dei segni
Cap V – Il Focus Tematico
18 -libertà, solitudine, magia, età
22 Cap VI - Ballata per Cloùn Soli
- il materiale, note (auto-)critiche
Cap VII – Il Viaggio
23 - da programma scolastico
25 - i libri
29 - “Una zuppa di sasso”
35 Cap VIII – Ballata per Cloùn Soli
- lo spettacolo, notazioni
39 Cap IX – Il Focus Tematico- seconda parte
- perdita, note sul materiale adulto
45 Cap X – I Diari – perle d'infanzia
- materiale libero quotidiano
49 Cap XI – Bibliografia essenziale ed insufficiente
51 Cap XII – Postfazione e contatti
55

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T34tr0 x bozza pubblicazione piaget_soft __pdf__

  • 1. '' T34tr0 x... '' Indagine sul teatro ragazzi e la sua fruizione Ovvero Il teatro e il suo ignoto '' Il Teatro '' (ignoto_2010) Rev. mardi 26 octobre 2010 BOZZA
  • 2. “T34tr0x…” a cura di giovanni carli Con il contributo di nessuno…sic!! Indagine svolta con bambini di quattro e cinque anni della scuola dell’infanzia Jean Piaget di Sesto Fiorentino- FI grazie alla Maestra Anna Tarlini che ha creduto in questo progetto pilota e nella sua sperimentazione ed alla maestra Piera. nonché con istituti scolastici di vario grado e con associazioni culturali e teatrali che hanno permesso l'allargamento dell'esperienza ad altre realtà. Nella speranza che qualcuno creda in questa progettualità e/o in questa modalità e che sia in grado di finanziare un’eventuale nuova esperienza rivista, corretta, calibrata a fronte del materiale critico che state per leggere. ….e dunque grazie anche a voi che lo state per leggere…. G.C. 2
  • 5. “T34tr0x…” II – PREMESSA L'antefatto ovvero x-ké Lavoro nel teatro oramai da abbastanza anni da essere arrivato al punto di chiedermi < teatro per chi? > Agli albori era per me, per egocentrismo o, più sano, per dare sfogo alla mia timida voglia di “dirmi” attraverso un “dire di altri” ( :il testo, l'autore, il regista); poi, con il tempo, la prima scelta: il teatro d'attore e la commedia dell'arte per “dirmi” attraverso un “dire mio”; poi la commedia inaspettatamente (ma, dice, lo fa!) porta in seno una sua profonda serietà poetica che (lo fa!) porta verso l'infanzia, ecco che qui contemporaneamente mi si rivelano più fonti di indagine: - 1) il teatro ragazzi (e non per ragazzi); intuivo nel teatro ragazzi qualcosa di interessante che veicolava messaggi di alto livello unendo la parte razionale a quella emotiva ed emozionale, quando focalizzai che il teatro ragazzi non era per ragazzi e che quindi era normale che un adulto ne fosse un affezionato fruitore ebbi un primo barlume di quella che adesso mi piace chiamare illuminazione. Poi scoprii, grazie da un bravo maestro... - 2) la dicotomia tra attore/artigiano e artista tout cour; la mia domanda fu semplice, avevo un senso di vergogna a dichiararmi artista, preferivo teatrante o 5
  • 6. “T34tr0x…” artigiano, tuttavia chiesi cosa differenziava queste due figure, mi rispose con una frase di Picasso: << C'è chi dipinge quadri per venderli e chi li vende per dipingere. >> Dunque io producevo spettacolo e progettavo laboratori per venderli ed avere soldi o ero portato a venderli piuttosto che proporli gratuitamente per poter continuare nella mia ricerca? Iniziai a definirmi artista, pronto a fare qualsiasi altro mestiere per sostentare la mia sopravvivenza e la mia produzione artistica e tutto prese un senso molto diverso, la mia dedizione, la mia curiosità, le mie necessità ebbero una ricapitolazione fondamentale. Così arrivai a sperimentare con estrema curiosità... - 3) l'incontro con nuovi linguaggi dell'infanzia , dell'adolescenza, dell'arte moderna e contemporanea. Scoprii che i bambini sono estremamente conservatori e, contemporaneamente contemporanei nei loro linguaggi, in ciò che vedono e ri-fanno. Ecco da dove scaturisce “T34tr0 x...1 ”, oltre che dagli incontri con artisti, esperienze e opere in questo mio durante, scaturisce, forse in modo molto più semplice, direi quasi filogenetico e, perché no, ontogenetico, dal caso, dal caos e dalla necessità; forse anche da una ricapitolazione operata dalla necessità nei confronti del caos e del caso. 1 « T34tr0 x... » leggasi '' teatro per '' : l'emisfero destro e sinistro c'incontrano creando ambiguità e dando vita ad un nuovo emisfero: l'emisfero estro, ne destro ne' sinistro...estro. Così che il nostro cervello sia diviso in due parti: la prima la seconda e la terza. [G.Carli] 6
  • 7. “T34tr0x…” Dal bisogno e la necessità di capire-capirmi (ogni artista è autoreferenziale) e per far questo mi sono ritrovato a confrontarmi, lavorare, parlare, imparare dai “cuccioli della mia razza” i bambini. Gli obiettivi di “T34tr0 x...” ovvero x-ki “T34tr0 x...” è un progetto di indagine teatrale legato all'infanzia, quel ''per'' sta ad indicare che tale progetto è stato sì sviluppato attraverso una frequentazione dell'infanzia ma ''è per'' gli adulti, ''è per'' gli operatori, ''è per'' gli attori, ''è per'' i genitori, ''è per'' gli insegnanti, ''è per'' gli artisti e, chiaramente, ''è per'' per l'infanzia stessa. E' un'opportunità da cogliere per frequentare l' altra generazione arricchendosi reciprocamente di valori ed utopie. La utopía está en el horizonte. Me acerco dos pasos, ella se aleja dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se desplaza diez pasos más allá. Por mucho que camine, nunca la alcanzaré. ¿Para qué sirve la utopia? Para eso: sirve para camina. [Eduardo Galeano]2 “T34tr0 x...” vuole essere un luogo virtuale dove mutare e mutuare insieme uno spectare teatrale ed artistico, esperire e sperimentare una pratica come (a-)spettatore di senso e di comprensione delle proprie esperienze. 2 « L'utopia è come l'orizzonte: avanzo due passi e lei si allontana due passi, avanzo dieci passi ancora e lei si allontana dieci passi più in là. Per quanto io cammini l'orizzonte resta irraggiungibile. E allora a cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare. » [Eduardo Galeano] 7
  • 8. “T34tr0x…” Indaghiamo la necessità del fantasticare. Non è una proposta per bambini o per ragazzi ma da loro prende spunto ed insegnamento così da riportare l’attenzione anche sul fantasticare adulto. Facciamoci due domande: A) Quanto è necessaria l’attività immaginifica dei bambini per la loro felicità ed il loro percorso di crescita? B) Quanto è necessario desiderare, sognare, esprimere i propri bisogni fantastici? Necessario e non “soltanto” importante? Anche solo leggendo queste due domande si percepisce immediatamente quanto sia di importanza vitale per i più piccoli sognare, fantasticare e desiderare per essere felici e quanto sia importante essere felici per potersi vivere la propria età pienamente. Si pone quindi il problema di quanto sia vitale anche per l’adulto essere a contatto con la propria emotività i propri sogni, desideri ed utopie. Legati al fantastico vi sono temi importanti come la creatività, la speranza, la fiducia, l’elaborazione dell’esperienza e forse anche l’intelligenza. Tutelare ed ascoltare l’infanzia in questa sua innata qualità è importante per imparare a nostra volta a tutelare e ad ascoltare la nostra emotività, a conoscerla, ad usarla per vivere meglio ed anche noi per poter continuare a crescere. Quindi poniamoci altre due domande: 8
  • 9. “T34tr0x…” A) Quanto è necessaria l’attività immaginifica e fantastica degli adulti per la loro felicità? Quanto è necessario sognare, ascoltare i propri desideri, esprimere i propri bisogni emotivi e fantastici, proteggere le proprie utopie? Necessario e non “soltanto” importante? B)Quanto tutto questo è vitale al punto da farci vivere meglio, più consapevoli, veri, tendendo ad una sempre maggiore felice convivenza con gli altri e soprattutto con noi stessi? Quanto l’essere creativi, fiduciosi, aiuta ad affrontare ed elaborare problematiche quotidiane e straordinarie? Queste quattro domande sono alla base della nostra indagine, le risposte probabilmente saranno complesse e di difficile lettura ma cercheremo di essere creativi, le emozioni sono una bella materia prima per un lavoro anche quando non sono soltanto positive. Il nostro desiderio di conoscenza è marcato e poter lavorare su questi temi ci aiuta ad avere speranza e fiducia nel presente. Citando Frisch: < Una persona fa esperienza, poi cerca la storia della propria esperienza.>3 Ecco, questo mi sembra uno dei sensi profondi dell'attaccamento alla necessità dell'arte e quindi del teatro per comprendere e comprendersi, trovare e ritrovarsi in un continuo dialogo emozionale con noi stessi e con gli altri. 3 Non so dove ho incontrato questa frase di Frisch, probabilmente in « Biografia. Un gioco scenico. » M.Frisch, o in altre letture che lo citano, ad ogni modo ... 9
  • 10. “T34tr0x…” II - MODALITÀ In un sempre più presente analfabetismo emozionale riscontrabile nei più diversi ambiti (quello relazionale, scolastico, culturale, …) dove si guarda la tv perché siamo/ci sentiamo soli e siamo/ci sentiamo soli perché guardiamo la tv, “T34tr0 x...” intende prediligere la FORMA sul CONTENUTO, la MODALITÀ sul RACCONTO. Vuole praticare il presente e cioè un luogo dove errare vuole essere sbaglio e contemporaneamente esperienza (quindi errore come risorsa), contrapponendosi ad una pratica del passato dove l'errore non è altro che sbaglio da ri-correggere. Vuole praticare il presente anche contrapponendosi ad una visione futura dell'essere umano (sia esso infante, giovane adolescente o adulto) che lo consideri quasi esclusivamente futuro adulto, futuro lavoratore, futuro pensionato scordandosi così la dimensione del presente, la dimensione del vivere, del succedere sui ed ora. Vuole, insomma, praticare l'emozione!, l'intuito, la creatività per... ….necessità vitale del superfluo. << L'arte ha una sua seconda vita nella sua “consumazione minuta” che è il suo oscuro pellegrinaggio attraverso la coscienza e la memoria degli uomini, il suo totale riflusso. Godere di un'opera d'arte è, insomma, un ritrovarla fuori sede, solo in quell'istante il circolo della comprensione è perfetto e l'arte si salda con la vita come tutti i romantici hanno sempre sognato.>> [E.Montale] 10
  • 11. “T34tr0x…” Si mira, dunque, all'emozione piuttosto che all'istruzione o alla conoscenza, attenendosi al suo mestiere di proposta progettuale-artistica T34tr0 x... è certo del fatto che l'emozione non è altro che un tramite ( e forse il più radicante) per lo scambio, dunque la conoscenza, dunque l'istruzione. Si avvale, per questo, di esperienze simili compiute nelle città di Parma, Torino, Reggio nell'Emilia, Prato...da varie maestranze, una tra tutti l' E.T.I. Ente Teatrale Italiano; a questo riguardo si pone anche come opportunità e luogo di scambio di esperienze e di informazioni. Nel proporre un progetto di teatro non intendiamo comunque portare un “Teatro dell'obbligo” che rischia di allontanare piuttosto che incuriosire, errore, com'è noto, esperito oramai nell'arte letteraria, nella poesia, nella narrativa, … . L'opportunità è quella dunque di cambiare punto di vista: gli attori lasceranno il palco ed incontreranno il pubblico non più soltanto in teatro, il pubblico entrerà finalmente in teatro “dalla finestra” come diceva Rodari4 , che è più divertente, quindi più utile! Il materiale ''infante'' da cui si sviluppa tutto questo è pertanto materiale sia dell'infanzia che dell'età matura. 4 «'' Grammatica della fantasia'' introduzione all'arte di inventare storie. » G.Rodari 11
  • 12. “T34tr0x…” Il desiderio è quello di farci aiutare dall'infanzia a recuperare zone di pensiero, di libertà e di creatività che rischiano di sclerotizzarsi e di perdersi attaccate quotidianamente dalle responsabilità che legittimamente accompagnano il nostro essere adulti. Regalarsi la possibilità di ri-legittimare il nostro essere “anche” bambini con maturità (senza negare di essere comunque bisognosi, inesperti, entusiasti, illusi, …). Ecco una nostra ulteriore possibilità che sta nell’essere ex- infanti ovvero adulti;un adulto può “allenare” la sua parte bambina, il contrario è impossibile. Non si sa e non si può sapere prima quali stimoli e suggestioni ci regala un percorso di questo tipo, questo errare appunto, possiamo solo cercare di creare le condizioni attraverso le quali questo meccanismo di scambio emozionale ed emotivo si inneschi. Certo è (forse...) che per cercare un comunicare, un render comune, non possiamo prescindere dal fatto che la comunicazione è pur sempre < tronca in partenza e fraintesa all'arrivo > come ci insegna Primo Levi5 . Inoltre mi ritengo un attore in-stabile, nel senso che essendo io principalmente un attore e non lavorando io in strutture stabili e tantomeno in situazioni stabili ecco che mi definirei precario, ma non lo sono, questa definizione non tiene, preferisco in-stabile o dinamico. Questa in-stabilità aiuta ad incontrare però bambini ed adulti nei più diversi momenti di aggregazione e 5 « I sommersi e i salvati » - Primo Levi 12
  • 13. “T34tr0x…” confronto, ho avuto la possibilità di recitare davanti a bambini, di fare loro laboratori didattici, di fare animazioni, di travestirmi da Babbo Natale e parlare con loro in veste diversa, ho insegnato ad adulti che dovevano confrontarsi e relazionarsi con bambini, in strutture scolastiche, domestiche o , anche , ospedaliere, insomma la mia in-stabilità mi ha portato a vedere parti del loro quotidiano molto variegate, ognuna delle quali ha fornito dati, pensieri, riflessioni a questa mia ricerca indagatoria che state per leggere. Perché indagare però l'infanzia e la relazione che essa crea con l'arte e con il mondo degli adulti non lo abbiamo ancora detto. Nel tempo lavorare per Eccomi dunque a redarre un primo diario di bordo che, a partire dai primi spunti ci accompagnerà fino ai Diari Quotidiani ripercorrendo il percorso di un anno. Il lavoro volutamente non impone modalità né temi, soprattutto in un primo tempo; l'unica mira è quella di entrare in relazione con i bambini per poter attivare una frequentazione senza esser subito connotati come ''insegnanti'' o ''maestri'' seppur ''strani''. Ecco quindi la necessità di una massima apertura all'ascolto, al bisogno di poche domande, minime interazioni, sporadiche risposte ma sempre in allerta a cogliere stimoli e proposte. Il primo giorno arrivo in classe, le maestre mi presentano subito come il maestro di teatro ((!!!akkk!!)) dico ai bambini che, sì, sono un attore ma che lì da loro andrò soltanto a vederli giocare, starò lì a guardarli, ad 13
  • 14. “T34tr0x…” imparare da loro perché…-non sono un vero maestro di teatro.- -… …- -posso?- - … …- -no,dico, vi disturbo se vengo ogni tanto e sto qui a vedervi giocare, disegnare, …- -no.- -bene bambini allora io sono Giovanni- e cosi partono i nomi detti tutti insieme, il caotico dirsi contemporaneamente, classico di quell’età. Con il tempo poi arrivano i primi pretesti per interagire, chiedere, scambiare pareri, uno per tutti: sono al banco, parlo con la maestra, guardiamo i bambini che disegnano, sfoglio dei disegni, niente di particolare; poi arriva una bambina e… <Maestra la Francesca6 ha pestato l’orecchio alla Soniaaaa!> ….ora, anche una piccola, normale delazione quotidiana come questa può far partire diverse riflessioni… : a) una prima cosa interessante è che la bambina che lamenta l'accaduto non è ne Francesca ne' Sonia … una semplice delazione a difesa di un'amica? b) ma la cosa veramente interessante è: come si fa a pestare un orecchio? È un po’ come mordersi il gomito, avete mai provato? Nonostante tutto il fatto di pestarsi un orecchio pare una cosa normale, d'altronde lei l’ha vista che stava pestando un orecchio!! Colgo al volo l'opportunità: cambio la freccia adulto --insegna--> a bambino in adulto --impara--> da bambino 6 i nomi dei bambini sono stati volutamente cambiati per non creare eventuali problemi 14
  • 15. “T34tr0x…” <Mi insegni a pestare gli orecchi che non lo so fare, non l’ho mai fatto, non l’ho neanche mai visto fare! Ti prego!!> e certo che t’insegnano, se c’è da aiutare un adulto… parte una piccolo scambio di idee, ci sono diverse versioni di come si faccia a pestare un orecchio: discussioni teoriche, dimostrazioni fisiche, ... e cosi, seguendo questo tipo di spunti, del tutto casuali si fa un po’ di psicomotricità, si scoprono opportunità del fantastico, del logico, del cognitivo; si allena l’invenzione, si elabora dei vissuti più o meno quotidiani, si gioca e ci si relaziona. Cogliendo, quindi, spunti di questo tipo la relazione si è creata...ma…per cogliere gli spunti è stato necessario “abitare” il caos III – IL CAOS virtuoso A domanda generica i bambini tendono sempre a rispondere tutti insieme …...ma che bello!! proprio in questo caos vi è l'anima, il colore il rumore dell'infanzia! È chiaro che le insegnanti e la scuola tenda ad una formalità che permetta la comunicazione e la convivenza ed è giusto che sia così, ma nello spazio dell'arte dal caos bisogna partire, ascoltarlo, capire che questo è senz'altro materiale infante non va messo dentro schemi adulti...e difatti....di nuovo sono io adulto che “mi faccio imparare” : 15
  • 16. “T34tr0x…” i bambini rispondono tutti insieme ma con il chiaro obiettivo di farsi sentire, io appuntavo le varie risposte, alla rinfusa, velocissimo, i bambini continuavano a rispondere, spesso a ripetere la stessa risposta finché non mi vedono scrivere la loro cosa sul mio fogliaccio, io appunto tutto, cercando di non perdere niente ma niente si perde, sono loro a far sì che sia così: i più timidi si avvicinavano e con la stessa decisione che altri usano con la voce loro continuano a richiamare la mia attenzione magari tirandomi per la giacca, questo finché non mi hanno sussurrato la loro risposta nell'orecchio e non hanno verificato che io l’abbia scritta, il risultato a mio parere è affascinante: con questo tipo di comunicazione non solo fanno sì che non si perda nessuna informazione ma non vengono messi in difficoltà i timidi, protetti da questa coltre acustica riescono ad esprimersi, cosa diversa è quando lo devono fare con il silenzio completo attorno a loro...il silenzio, contrariamente a quanto si potrebbe pensare non li protegge ma li mette in mostra e quindi li inibisce ed inibisce la loro risposta emotiva così che anche i meno timidi tendono a rispondere la cosa che ritengono giusta piuttosto che quella che pensano. In più nel caos non si perde l'entusiasmo, parte della comunicazione che nell’ ”educatamente'' andrebbe persa. Se la locuzione è ciò che si dice, che si enuncia, parlando la per-locuzione è il suo effetto, ciò che si dice anche 16
  • 17. “T34tr0x…” attraverso il come si parla, inutile aggiungere che la perlocuzione è molto più ''parlante'' della semplice locuzione e che prende in esame anche con quanto entusiasmo si dica una cosa. Ecco che quindi attraverso questa modalità caotica si può quindi avere un messaggio più parlante.7 Quindi le prime difficoltà da affrontare sono state: a) porsi all'ascolto; b) riuscire a cogliere gli spunti; c) interpretare anche le loro modalità cercando di desistere dall’eventuali correzzioni; d) focalizzare il tutto in o verso una proposta. quindi… IV – L’INTERPRETAZIONE Si potrebbe parafrasare il famoso titolo di Freud in ''l'interpretazione dei segni'' se ci si limitasse soltanto ai disegni, ma per quanto riguarda l'attività pittorico/grafico/signica dei più piccoli vi rimando allo straordinario libro del Prof. Marco Dallari ''PASTROCCHI, MACCHIE, SCARABOCCHI'' linguaggio grafico-pittorico da 0 a 3 anni e noi torniamo piuttosto al problema dell'interpretazione delle reazioni e risposte dei bambini: ascoltare e leggere le risposte, interpretarle, leggerci forse anche qualcosa che dentro non c'è, è un rischio; soprattutto quando le risposte sono risposte scritte, risposte a domande di questionari, verbalizzazioni infante ritrascritte su carta da un adulto....il rischio c'è, ci sono strumenti per minimizzarlo ma il rischio è insito 7 Come vedete questo 'diario' di lavoro non comprende solo materiale x i bambini ma anche x... gli insegnanti, x... gli operatori, x...i genitori...nonni, accompagnatori, babysitter, dogsitter....(e non è neanche questa, poi, così troppo una battuta....) 17
  • 18. “T34tr0x…” nell’interpretazione e dunque rimane. Alle volte, vedrete, il senso che viene dato alla risposta pare addirittura non esserci neanche nella risposta stessa tanto da chiedersi come si faccia ad interpretarla così! Quando si parla di materiale infanto è duopo, come direbbe De Curtis, non scordarsi che la lettura non può prescindere dalla frequentazione, dalla conoscenza delle loro modalità, delle loro logiche, sintassi, grammatiche e sgrammatiche che spesso aprono significati altri. Voglio fare un esempio: per Simone essere libero è come.... < se ti mettono al guinzaglio non sei libero ma se il cane non ha il guinzaglio è libero> Risposta logica no?! Rileggiamola essere libero è come.... < se ti mettono al guinzaglio non sei libero ma se il cane non ha il guinzaglio è libero> Continua a non sembrare una risposta fuori dal comune, che apre interpretazioni che non siano intuitive, assolutamente logica no?! : se hai il guinzaglio non sei libero e se il cane non ha guinzaglio è libero! Torna! 18
  • 19. “T34tr0x…” Ma se vi dicessi che inconsapevolmente tendiamo a correggerla, non tanto sintatticamente quanto semanticamente, cioè correggiamo il suo significato? Notiamo che se ti mettono (quindi a te, bambino, essere umano) non sei libero (ok!) e poi si passa al cane, richiamati dal termine guinzaglio, si vede il cane al guinzaglio, infatti c’è un “ma”, cioè una negazione: se tu hai il guinzaglio non sei libero ma…se il cane non ha il guinzaglio è libero … vedete come cambiano i puntini di sospensione alla fine? Nel trascrivere un parlato alle volte non si riescono a trascrivere le titubanze, le sospensioni. Ecco che quel ma diventa fondamentale. Ai bambini manca una proprietà ed una padronanza del vocabolario così come l’abbiamo noi, al bambino in questione mancava, a mio parere, il termine collare. Perché lo ritengo così importante ?! Perché il cane per i bambini è una continua metafora con la loro situazione genitore-figlio (cane-padrone) nel senso di sicurezza, protezione, un cane senza guinzaglio è libero ma , come ci insegna un compagno dello stesso bambino, un cane senza collare è solo, non è di nessuno. Ecco che l’interpretazione ha bisogno di frequentazione di ciò che si vuole tentare di interpretare. Facciamo quindi il punto della situazione: abbiamo fatto una premessa al pregetto di indagine abbiamo accennato le modalità di questa indagine abbiamo conosciuto/imparato il caos virtuoso ed affrontato il tema dell’interpretazione di ciò che viene indagato: l’infanzia. 19
  • 20. “T34tr0x…” Il tema dell’ interpretazione c’ha regalato/insegnato/imparato: a) i bambini hanno un forte legame vitale e quotidiano con la genitorialità e quindi l'associaizone senza guinzaglio –ovvero-> libero -ovvero-> libertà di movimento -ovvero-> perdersi -ovvero-> assenza dei genitori -quindi-> soli -quindi-> eccetera eccetera è più banale di quanto noi si possa pensare. Sul quesito legato alla solitudine infatti Riccardo risponde: <un cane senza guinzaglio è solo e non è di nessuno!> b) frequentandoli è più facile capire che nelle loro risposte ci sono enfasi o momenti di riflessione, tempi durante i quali formulano la risposta MENTRE la danno. …adesso focalizziamo verso una proposta tematica V – IL FOCUS tematico Libertà, solitudine, magia, età…. Al solito l’interpretazione della lingua della tribù dei bambini deve considerare una rielaborazione emotiv-emozional- esperienzal-ludica che loro fanno (probabilmente) delle domande. Per Simone <essere libero è come...> - se stanno chiusi in carcere Per alcuni il concetto di libertà è meno forte del concetto di mancanzadi libertà, pertanto il FOCUS viene fatto sul non essere libero 20
  • 21. “T34tr0x…” <essere libero è come...> - se stanno chiusi in carcere (M 8 ) - non essere mai fermati (M) - se ti prende la polizia non sei libero, se ti lascia lo sei (F) - tipo quando gioca con il babbo non è libero quando va in pausa (M) - come sei io abbraccio Simone non è libero (F) - come non andare a scuola (M) …poi anche… - come una farfalla (F) - come un'ape (F) - come gli uccelli e le rondini (F) - le vacanze (F) - Babbo natale (M) Insomma il concetto principale sembra essere legato alla libertà di movimento (cane, polizia, carcere, mai fermati, uccelli, rondini api, vacanze...e babbo natale?) Babbo Natale è la risposta aperta, quella piena di interpretazioni, quella classica risposta che non va interpretata ma lasciata così e che apre infinite possibilità tutte valide di un immaginario infantile veramente libero ed aperto.Certamente fuori dalla 8 sempre per correttezza indicheremo con (M) le risposte dei maschietti e con (F) quelle delle bambine, solitamente la notazione prevede anche un indicatore di età e di luogo ma in questa parte di ricerca l'età è sempre 4/5 anni ed il luogo sempre Sesto Fiorentino-FI perché limitata alla classe campione della scuola dell’infanzia Jean Piaget di Sesto Fiorentino-FI 21
  • 22. “T34tr0x…” possibile emulazione delle risposte che: data una seguono altre simili [farfalla, ape, eccelli, rondini…]; tecnicamente forse una moda. Ad ogni modo nel leggerle, perché ci siano più utili, dobbiamo abbandonare un po’ la nostra rationalità, le nostre risposte, i nostri concetti e quindi il modo di leggere quelli degli altri partono da un’elaborazione intellettuale, di testa, mente i cuccioli della nostra razza hanno ancora una partecipazione olistica all’intelletto, cioè a dire che rispondono interessando sia la testa che la pancia, il cuore, le gambe, il bacino, le braccia, la faccia, tutto è partecipazione: al pensiero vi è una partecipazione fisica al movimento una partecipazione del pensiero. <essere soli è come...> - come quando il babbo e la mamma vanno via (M) - le mamme in carcere sono sole (F) - un cane senza collare è solo, non è di nessuno (M) - una stella (M) - il sole (M) - Come se uno è morto, se muore sta solo (M) - il lupo solitario (M) …..9 Interessante notare attraverso la notazione le risposte che stupiscono per genere (M o F) rispetto a quanto ci si 9 come notate non tutti i bambini sono obbligati a rispondere, questo per verificare anche quanto il tema ha, per loro, necessità di essere affrontato. Si è cercato di non mettere nessun obbligo e di aprire loro un ambito di massima libertà espressiva, in questo ha un posto anche il silenzio. 22
  • 23. “T34tr0x…” aspetterebbe per clichée. Naturalmente i genitori ed i cani compaiono sempre ma con due varianti da notare: a1) genitori che lasciano solo a2) genitori che restano soli perché si allontanano a3) cane [metafora e riferimento per la condizione infanta? Cane = colui che ha bisogno di un padrone (genitore?) che lo accudisca? E contemporaneamente permettere al bambino di giocare (quindi sperimentare/capire) in qualche modo genitoriale...facendo il padroncino ?] Ci sono poi risposte che io definisco poetico/astronomiche (stelle...sole...) solitudine poetico/astronomica.....di un maschietto. Risposte esistenzial-scientifico-tecniche: - come se uno è morto, se uno muore sta solo! …e relative, forse, a favole o riferimenti letterari: il lupo. In generale la solitudine è un tema affrontato dai bambini, dalla loro lettaratura ma anche dalla loro esperienza: hanno molto spesso da relazionarvici, da farci i conti ed hanno parecchio da dire a riguardo. È mio parere che, come noi cerchiamo nell'arte e nel divertimento cose che ci facciano progredire, andare avanti e le cose che se ci riescono perfettamente non ci 23
  • 24. “T34tr0x…” presentino niente di veramente interessante, così l'infanzia cerca cose da garndi. I bambini nei libri, nei temi scelti, nei giochi stessi fanno i grandi, si sperimentano/confrontano con quello che vedono ma non conoscono, sono incuriositi (come noi) dal fatto di imparare e crescere, dal capire. Il loro gioco (che non è sport=passatempo e nemmeno trastullo=gioco senza investimento) è una zona transizionale nella quale loro elaborano concetti, idee, esperienze e crescono proprio come normalmente la natura ci insegna; e lì affrontano temi difficili come i problemi relazionali e di leadership, la solitudine, il perdere, il sogno e la cruda realtà. E con questo progetto vorrei entrare in relazione proprio con questa parte dell’essere infante. …contemporaneamente VI – BALLATA PER CLOÙN SOLI il materiale – parte prima note (auto-)critiche Contemporaneamente al lavoro con la classe pilota conduco laboratori teatrali e di altro genere in diverse scuole della provincia di Firenze prendendo materiale sugli stessi temi e rielaborandolo in “Ballata per Cloùn Soli”, spettacolo che verrà presentato alla fine di questo percorso agli stessi bambini. Lo spettacolo inizia così a nutrirsi di materiale inaspetatto e vario; purtroppo però l’assoluta casualità del progetto, il fatto che non sia stato possibile farlo appoggiare da nessuna struttura organizzativa ne’ di altro genere, che non vi sia stata la cura necessaria per seguire la 24
  • 25. “T34tr0x…” distribuzione dei questionari, la consegna delle lettere ai bambini, ai genitori, agli insegnanti, agli operatori…insomma le potenzialità erano ben altre, soprattutto mi spiace non aver avuto il tempo (causa il necessario inseguimento della sopravvivenza economica) di motivare la partecipazione adulta al progetto così da poter mischiare visioni e preconcetti dell’una e dell’altra parte. In generale il presente progetto sperimental-pilota mi insegna che dovrò curare un maggior intervevnto degli adulti ai questionari, alle attività, ai temi trattati, magari anche attraverso una lista di mail che rendino più veloce la comunicazione tra me e i genitori [osservare i bambini a casa non è come osservarli a scuola!] e tra me e gli insegnanti per una migliore integrazione con il programma scolastico …ed approposito di programma scolastico... VII – < IL VIAGGIO > Cap. 1 Programma scolastico note (auto-)critiche Il programma scolastico porterà i bambini attraverso la terra dei numeri, quella dei totem ed altre terre affascinanti ed inesplorate, per quanto mi riguarda il mio contributo e portarli attraverso la terra della letteratura per l’infanzia, terra forse meno inesplorata ma all’interno della quale cercherò di portarli alla scoperta del teatro. Grazie allo splendido aiuto del “Centro studi e ricerche sulla letteratura per l'infanzia” della “Biblioteca Gianni Rodari” di Campi Bisenzio a Villa Montalvo e più precisamente con grazie alla disponibilità e all'esperienza di Barbara Confortini riusciamo ad avere una bibliografia 25
  • 26. “T34tr0x…” molto ampia sul tema del viaggio. Contemporaneamente lavoriamo con i bambini sulla fantasia e sul fantastico cercando di evitare racconti di loro viaggi o vacanze indirizzandosi più verso l'invenzione: < un viaggio che non avete mai fatto e che vorreste fare > - anche inventato, impossibile. Potete dire tutto! - lo facciamo tutti insieme? - (bellini…) mah, vediamo, come vi pare, decidete voi! - … - vediamo…di cosa c’è bisogno, intanto, per fare un viaggio? - il tom tom! - (?!) bene, poi? Basta? Si può partire? - … - ditemi voi, andiamo a piedi ? si può èh! Ricordatevi si può tutto nella fantasia! Riecco il magnifico caos virtuoso, partono le risposte in contemporanea: macchina, aerio, treno, autobus - e se io voglio fare un viaggio strano sopra un…(mi guardo intorno) , che ne so, sopra un appuntalapis [temperamatite ndr] ? - non si pole!! Non c’ha le ruote!?! - si pole tutto! No? Con la fantasia io posso andare anche a giro sopra un’appuntalapis, io scelgo l’appunta lapis, allora voi? -cusino / sopra un cane…/che vola…/le scarpe volanti con le luccichine/ …una maglietta supersonica…/volando ebbasta! / Comunque nel viaggio della fantasia mi pare di capire che si vola, la fantasia sembra non aver i piedi in terra… - bene, allora sivà! …ops, ma dove? - lontanissimo: fino alla torre di Pisa! / 26
  • 27. “T34tr0x…” - …si va nnì mare sopra le rragoste!! / - …in Egitto con la mamma e i’ babbo / Dunque si scopre anche il mare, non solo il volare, poitornano spesso i viaggio coi genitori, gli amici e le amiche del cuore che vengono insieme, qualche solitario va - a fare un giro che ci sono le scale strette, piccole, fatte tutte a curva - poi s’incontrano mostri, si va anche in - … tournée rock – E tra i viaggi ci sono anche i sogni…. - …sogno brutto, cacca e pippì addosso (con enfasi, poi compìto) ma non mi è successo! - …e intanto arriva il natale… VIII – < IL VIAGGIO > Cap. 2 I Libri Polar Expres – Una Zuppa di Sasso tra la selezione proposta da Barbara scegliamo “Polar Express” e “Una Zuppa di Sasso” Polar Express, in viaggio verso Babbo Natale ed il polo nord popolato da gnomi porta dei lampi d'infanzia: − gli gnomi sono alti più 27
  • 28. “T34tr0x…” o meno come noi, fino a qua! [indica il collo] − noooo, sono più piccoli − …... si discute si confrontano le varie ''esperienze'', i bambini sembrano conoscere personalmente gli gnomi e con grande curiosità, io che invece non ne conosco neanche uno, mi unisco alla loro discussione soltanto con domande, dubbi, perplessità, innocenza, chiedo di dirnmi, di spiegarmi – ‘che io non ho mai visto gli gnomi, neanche uno!? – Mi spiegano, io faccio domande, curioso, le cose non tornano, i racconti si contraddicono, alla fine Sara si scoccia: - gli gnomi sono piccoli e bassi, cappello a punta, rosso, vestiti verdi, sono così!! – … − … e in quella storia c'era anche dei lupi secchi e neri − … foresta fitta − ...montagne alte alte − ...Babbo Natale [arriva dopo, incredibile!! sotto natale babbo natale arriva dopo gli gnomi, i lupi, la firesta, le montagne.., si piazza soltanto in quinta posizione!!..straordinario....] − ...le renne − ...i folletti [di nuovo!o forse i folletti non sono 28 Babbo Natale (Ignoto_2010)
  • 29. “T34tr0x…” gnomi?!...] − i' babbo e la mamma [figure che nel libro illustrato compaiono solo alla fine e pochissimo] − ...i bambini di tutto il mondo e quelli del treno …..ohh allora: facciamo un po' di teatro! Prima la drammaturgia: raccontiamo la storia con licenza creativa e scriviamo il nostro canovaccio/copione – raccontatemi la storia,, come vi pare, scordandovi cose, aggiungendone; cambiatela se vi va ma fate finta che io non sappia niente ed aiutatemi a scriverla. – Io mi appunto tutto, su di un foglio, loro fanno aggiunte, tornano indietro, anticipano, si aggiungono, chiariscono e contemporaneamente verificano che io scriva la loro cosa sul fogliaccio: ecco la storia [tra parentesi troverete le aggiunte, i flash back ed i flash forward, le aggiunte, i chiarimenti, le specificazioni…]10 - Un bambino (che era a letto e non muoveva le lenzuola) (e respirava fine) che aspettava un suono di Babbo Natale che non arrivava (e poi arriva) … - Chi Babbo Natale? - no, (il suono del treno a vapore(e buttava fuori 10 inserisco l'immagine del manoscritto per rendere l'idea di quanto la loro ri-narrazione del racconto non sia lineare ma anzi preveda aggiunte, variazioni, precisazioni che arrivano costantemente, a me il compito di ricucire tutto in un'unica linea narrativa... 29
  • 30. “T34tr0x…” l'aria silenziosa)) e poi andava nel treno (drentro il treno) a vapore e trova dei bambini-in pijama tutti; il bambino sale (l'autista del treno ha chiamato i bambini- venite a bordo) mangiano dolci e ciocco (e succo e mangiano e tutta la harne e pasta alla zucca e c'hanno anche l'orto) (non questo non c’è!!) - inventiamo inventiamo, possiamo dire tutto, se ci pare bello, potrebbe esserci no?! Bhè per lui sì! – e poi andavano al polo nord e ha incontrato babbo natale (che gli chiede cosa vuole al bambino che c'era(e il bambino gli aveva detto voglio la campanella)) e dopo ritornano a casa. E' interessante notare come l'immaginario sia colpito e stimolato in modo diverso a seconda del gioco che si agisce, nella ri-narrazione sono spariti i lupi, le foreste, le montagne, le mamme i babbi; i bambini stanno attenti a raccontare tutto, le cose importanti da un punto di vista narrativo, direi quasi scolastico, mettendo per un attimo da parte la narrazione...chiamiamola così..emotiva...ecco che poi però nell’agire il copione, nel metterlo in movimento subito, lì, in classe rispuntano i lupi, un gruppo fa il trenino, c’è l'autista, insomma non manca nessuno, si gioca, ci si diverte, ogni tanto un occhio alla storia ma, come dev’essere è solo un pretesto per entrare nel mondo del “facciamo che io sono….” Che poi è il Teatro. * sarebbe interessante prendere spunto dall'idea di Mario Lodi (consigliata dalla brava maestra Maria Grazia, di una scuola elementare di Firenze) e cioè dedicare un piccolo spazio all'azione teatrale dove sperimentare, a fine di ogni giornata, la narrazione, il cosa è successo oggi in forma teatrale. A questo scopo mi permetto un consiglio (a tutti ed in particolare alle insegnanti) Mario Lodi: <Il Paese Sbagliato>. 30
  • 31. “T34tr0x…” …passa il Natale, resta il clima invernale.... …l’immaginario si popola di lupi, di luoghi freddi… è il momento di… Una zuppa di sasso Testo e illustrazioni di Anaïs Vaugelade Traduzione di Anna Morpurgo ed. Babalibri [www.babalibri.it] scelgo questo libro sostanzialmente per 2 interessanti ambiguità: a) il lupo è cattivo o non è cattivo? Non lo è o sembra non esserlo, sostanzialmente sembra molto triste; alla fine della storia effettivamente non ha fatto male a nessuno ma...eppure...continua a incutere timore, richiedere allerta, non ispira comunque fiducia: 31
  • 32. “T34tr0x…” è sinistro, parla poco... b) da dove viene? Dove va? -ma anche- cosa ha fatto prima? Cosa fara dopo? Chi è? Insomma si mettono insieme libertà, solitudine, viaggio, letteratura, .... 32
  • 33. “T34tr0x…” * un bambino ha poi voluto aggiungere: < quando uno parla poco è perché ha cose brutte da dire!..> 33
  • 37. “T34tr0x…” La storia è unita alle immagini, non si può prescindere da esse, lo noterete se avrete l'occasione di leggere il libro e questo intriga i bambini, il coltellaccio del lupo, il suo sguardo, la diffidenza sua e degli altri animali, tutto disegnato con maestria, creano ai bambini una certa bramosia mista a fascino della paura . Il fatto che il lupo sia solo e triste fa si che i bambini abbiano bisogno di giustificare questa solitudine: - … gli hanno ammazzato la fidanzata e lui è triste - … ha mangiato tante galline (persone, bambini ?!) ma poi gli hanno ammazzato la sua fidanzata e i suoi lupetti ed è diventato triste e solo - … e poi è senza denti e non può mangiare più nessuno Ma anche di risolverla - … poi ritrova una fidanzata, va in un altro paese e si sposa e diventa felice - … e poi fa le zuppe per tutti e tutti sono felici e lui non è più zitto - … e poi incontra il maiale, il leone, l'orso polare, la tigre siberiana.....ecc ecc …da qui il percorso ci porta poi verso…. IX – BALLATA PER CLOÙN SOLI 37
  • 38. “T34tr0x…” lo spettacolo – Cap.2 notazioni Poco da dire su questo, tanto da chiedere ancora, solo poche notazioni a riguardo : a) lo scopo dell'arte è comunicare emotivamente ed il luogo nel quale sono stati i vostri bambini è un luogo strano, ndustriale, intrigante forse per questo; un luogo adulto, lavorativo; b) lo spettacolo mira alto, è volutamente 'difficile' soprattutto perché lavora su dinamiche ambigue, dove ognuno vede quel che ha bisogno di vedere (paura, solitudine, disagio, divertimento, amicizia, fatica, storia, il nulla...il nulla...interessante da vedere il nulla, non è come non vedere nulla è come vedere il nulla...). Quualcuno ci ha visto una storia sui continui traslochi, altri sulla relazione, altri sui migranti, poi sulla coppia, sulla povertà e sul lavoro e chiaramente sulla solitudine… Se uno spettacolo, un’opera d’arte (quadro, balletto, statua, musica, libro che sia) dice quello ch pare a te e duqneu quello di cui tu hai bisogno credo che sia riuscita, che sia un bel metro di misura… c) se un bambino dice:<l'ho capito ma non lo so spiegare> vuol dire che lo spettacolo funziona: la comunicazione c'è, addirittura a livello emozionale, non c'è una facilità di verbalizzazione che ne permetta la spiegazione ma l’emozione, il visivo è arrivato. Mi è piaciuto ma non l’ho capito…resta per me un bel commento, l’arte non va capita ma sentita, deve cambiare qualcosa nella nostra visione emozionale, nella nostra percezione del mondo; 38
  • 39. “T34tr0x…” d) si capisce che una storia può essere triste, che può essere 'povera' la gente; e) un immaginario, un visivo lo si può solo riscoprire con il tempo, tempo misurato in anni, verificarne la ricaduta, al memoria, il ripresentarsi di quella particolare emozione/visione perché arte non è nozione; f) la cultura non vuole essere ridotta ad intrattenimento ne' tantomeno a nozionismo, il sapere oramai è anche emozionale, basti pensare che in certi contesti si parla già di analfabetismo emotivo o, appunto, emozionale; g) i bambini non possono essere tenuti fuori da questo percorso umano, richiedono, come noi, stimoli e difficoltà, prove e fatiche tutto (a mio parere) teso ad imparare a vivere “l’avventura” Tante parole, tante notazioni e premesse perché non si può parlare di un’opera d’arte (scritta in lettere minuscole) senza averla esperita, senza averne fatta esperienza subendola. Però cerchiamo di diminuire un poco questa distanza: vi mostro alcune foto di scena che, se non altro, vi rendaranno un po’ l’idea … 39 l'attrice Mara Guadagni [foto: Fabio Costantino Macis] « Il brindisi » [foto: Fabio Costantino Macis]
  • 40. “T34tr0x…” 40 « Il Palloncino » [foto: Fabio Costantino Macis] « Il fiore » [foto: Fabio Costantino Macis]
  • 41. “T34tr0x…” Locandina di Michelle Patti, su opera di Michele Redaelli 41
  • 42. “T34tr0x…” X – IL FOCUS tematico – parte seconda … perdita. Più note sul materiale dell’ adulto Il focus sui temi è avvenuto anche per mezzo di questionari mirati ad indagare i concetti ed i preconcetti legati a questi temi. − La ricerca prevedeva di raccogliere le idee e le immaginazioni dei bambini e quelle degli adulti (operatori, insegnanti, genitori); i preconcetti dei bambini sugli adulti ed i preconcetti degli adulti sui bambini. Purtroppo essendo questa un’esperienza sperimentale e pilota non è stata in grado di assolvere completamente il compito prefissato; soprattutto il materiale infante degli adulti non è arrivato in grande quantità, io non sono stato in grado di organizzare, gestire e motivare questo flusso di scambio e questo inficia senz’altro sull’efficacia e sulla lettura comparata dei risultati ottenuti. 42
  • 43. “T34tr0x…” <quando perdo ( o rompo) qualcosa che mi piaceva tanto> [tristezza] ….piango (M) / ...sono triste (M) [timore] … ti sgridano (M) / ...la mamma mi dà degli sculaccioni (M) [la forza (e la resa)] … prima provo ad aggiustarlo poi piango (M) [i genitori] … te lo fai ricomprare dalla mamma (M) <che cosa è la magia?> [la trasformazione] … se un mago ha un maiale e lo trasforma in una zebra è magia (M) [fiducia] (si può provare a non credere nella magia…ma…fortunatamente…) … come quando ti dimentiche le forme che il mago era venuto a casa tua (M) …i maghi non le fanno le magie però nelle favole sì! (M) [winx] (i condizionamenti televisivi non bastano a levare il fascino del magico) … è un pizzico, dei bricioli brillanti (M) … sono dei pallini che brillano (M) … chicchini brillanti che trasformano le cose (M) … polverina che se vuoi diventare una WINX mago merlino ti ci fa diventare (F) 43
  • 44. “T34tr0x…” [l'ignoto] ...la magia è come il fumo (M) [la ratio...](secondo me…me lo ha detto la mamma) … secondo me la magia non esiste me lo ha detto la mamma. e…<se tu fossi un mago...> ovvero la domanda mancante chissà cosa farebbero i bambini se fossero dei maghi… vi mando al libro di Mafra Gagliardi, in Bibliografia, per scoprire che spesso i bambini investono molto seriamente in fantasia, a questa domanda spesso affiancano temi molto interessanti: i genitori, i nonni, la morte, la salute, i soldi...i desideri! Date in mano ad un bambino una bacchetat magica e vi risolverà la vita! …ma soprattutto i grandi come e cosa risponderebbero? Rimando alla prossima occasione la possibilità di intrecciare l’immaginazione infantile con quella adulta…qui solo piccoli e sporadici assaggi: …è l’aspetto più bello della fantasia …la natura, il giorno, la notte, il tempo …è il mondo del tutto possibile <se io fossi grande...> M)…andrei in camper/discoteca/concerti M)… andrei con una ragazza / andrei in discoteca M)… andrei dai maghi/ andrei a studiare F)… andrei in giro da sola F)… si va fuori con le amiche 44
  • 45. “T34tr0x…” F)… ballare/recitare F)… andrei sul cavallo F)… andrei in macchina M)… vorrei suonare la chitarra elettrica con mio frattello M)… andrei nella bicicletta senza rotellino M)… andavo in motocross F)… andrei a sciare M)... mi sposerei (ancora devo decidere) Se i bambini mostrano un desiderio di libertà attraverso l’utilizzo del verbo andare ( ma anche sapere, imparare, fare,… ) e percepiscono il mondo adulto come un mondo di libertà dove si può fare quello che ci pare è anche vero che essere bambino è…: < com'è essere un bambino?> domande vere. Non avete mai avuto la curiosità di domandarlo? Ma attenzione.... ... è bello perché si può essere tanto vivi i grandi muoiono subito (M) ... è una cosa bella e divertente perché... (F) ... essere felici (M) ... sono a scuola (F) ... è bello perché non studiano (M) ... mi piacerebbe andare a scuola con i miei amici (M) ... è bello perché non si fa i compiti/ … bello perché i grandi11 hanno da fare i compiti (F) ... bello perché si gioca/...è bello perché non lavori (F) 11 grandi alle volte inteso come adulti altre volte come più grandi: fratelli, sorelle maggiori ad esempio… 45
  • 46. “T34tr0x…” ... è bello perché non si lavora (M) ... ti fa correre più forte degli adulti (M) ... è essere piccini (M) ... vuol dire stare con il babbo e con la mamma (F) (* ) Com’è essere grandi? … domanda… < i grandi sono...> ... intelligenti, muscolosi (M) … alti (F) …anche se… ... sono un po' noiosi però anche belli (M) ...parlano troppo (M) ... bravi - beati loro che sno grandi (M) ... sono una cosa bella e basta! (F) E noi crediamo che ci vedino….: …brontoloni …un po’ brontoloni …stanchi 46
  • 47. “T34tr0x…” < se tu fossi grande e i grandi fossero bambini?> … è bello essere grandi, brontolerei i birboni (M) … gli dicevo vai a studiare (M) … a me mi piace essere piccola (F) … io darei la pappa al babbo (M) … porterei il babbo a ballare (M) … farei un sacco di successo, diventerei ricco, farei un castello d'oro (M) … io gli darei il biberon (M) <secondo loro per i grandi…> …essere libero è come esser una farfalla …stare sola è come se nessuno sta con te …se perde o rompe qualcosa piange e si arrabbia però piangono in un altro modo dei bambini …[per i grandi ndr] la magia è una cosa divertente …se fosse piccola giocherebbe …[per i grandi ndr] i bambini sono belli …[per i grandi ndr] è bello essere grandi …[la maestra ndr] se lei fosse piccola e noi grandi giocherebbe e noi si lavora, loro facevano il balletto e noi li guardiamo E per noi? Sporgiamoci verso di loro e verso di noi, indaghiamo i nostri preconcetti, cosa pensiamo che rispondano i bambini, cosa pensiamo che pensano di noi…solo stimoli e notazioni per il poi… 47
  • 48. “T34tr0x…” XI – I DIARI - PERLE D’INFANZIA … materiale libero dal quotidiano. La lingua dei bambini è piena di neologismi, a volte può accadere che in bagno l'acqua si metta calda e viene fuori brucia, oppure in classe magari stiamo lavorando sui grassorilievi; magari non sapete che ganziale deriva da ganzo e speciale o non vi siete mai chiesti perché il volante della macchina si chiama così, in fondo non serve per volare ma per guidare.... “il genere” il bambino in questione ha un fratellino piccolo e chiede alla mamma perché avesse scelto due maschi. La mamma gli risponde che non ha 'scelto' ma che è capitato per caso. - Allora ora fai una femmina così io e Simo [il fratellino ndr] la possiamo picchiare !!! “la religione” due fratellini fanno il presepe, il più piccolo continua a prender roba e spostarla ad un certo punto il più grande sbotta: <Mamma lui continua a spostare i maggiordomini!!> [i re magi. Ndr] 48
  • 49. “T34tr0x…” “il tempo, l'età: la relatività” Quando ero piccolo festeggiavo il compleanno dopo pochi mesi ora lo festeggio dopo tanti anni! Una mattina, soli, facendo colazione davanti alla TV che trasmette il cartone animato di Heidi la mamma dice: <Sai, quando ero piccola la guardavo anche io> < Siiii, mamma, e cché la fanno da trecento anni!?! > “l'al di là” La mamma del bimbo aveva un cane, morto l'anno precedente, passando dai giardini dove andavano con il cane la mamma dice:<ti ricordi!? Qui si veniva a portare Ghia, ora poverina non la vediamo più!> <Mamma la rivedrai quando muori e la porterai fuori nel cielo, … c'è solo un piccolo problema che se fa la cacca ci casca in testa!> Il cervello frulla frulla, cicla elabora e rielabora grandi quantità di informazioni in spazi di tempo quasi istantanei sintetizzando novità… 49
  • 50. “T34tr0x…” “la morte” che importa se il T-REX ci mangia tutti, ci itroviamo nella pancia! “La storia e....la TV” I Sumeri vivevano in una terra tra due fiumi l'Eufrate e il Diego. [nel cartoon l'era glaciale la tigre si chima Diego] <gli schiavi non ci sono più da tanto tempo> <ma esistevano quando hanno inventato la televisione?> <no, non c'erano già più> <e quando hanno inventato il digitale invece c'erano ancora? > “la forza” <le forbici possono tagliare la gomma?> <dipende dallo spessore della gomma e da quanto sono grandi le forbici> <ho capito: se una cosa è più forte può rompere l'altra che è “più meno” ! > Si trova sempre il modo di finire un concetto rielaborandolo senza riformulare tutto dal principio, si cambia in corsa, si adegua il discorso, si crea! Nuove modi… 50
  • 51. “T34tr0x…” “l'inquinamento acustico” [contesto: sagra con concerto rock annesso] <ti sei divertito?> <si babbo, prima sì, poi quando hanno cominciato a scuonare no: il rock&roll è vietato ai timpani!> FINE 51
  • 52. “T34tr0x…” XII – BIBLIOGRAFIA e LINKOGRAFIA essenziale • http://unoteatro.casateatroragazzi.it/diaridinfanzia/index.php osservatorio dell'immaginario di Torino • Mafra Gagliardi; ''Nella bocca dell'immaginazione'' ; ed. Titivillus • Susanna Mantovani; “Nostalgia del Futuro” • “Attraversar confini: idee ed esperienze in dialogo per una nuova cultura dell’educazione dei bambini e degli adulti” Convegno internazionale, Reggio Emilia - Ed. Junior, 2006 • “Bambini arte artisti” i linguaggi espressivi dei bambini, il linguaggio artistico di Alberto Burri. Ed. Reggio Children • Giulio Ceppi, Michele Zini - “Bambini spazi relazioni: metaprogetto di ambiente per l’infanzia” • R.L.Stevenson - “Favola Crudele” • C.Baudelaire; R.M.Rilke; H.Von Kleist - “Morale del Giocattolo” • Marco Dallari - “Il linguaggio garfico pittorico nella scuola dell’infanzia” • Marco Dallari - “Guardare Intorno” un approccio pedagogico alla cultura visiva ed audiovisiva • AA.VV. - “Pedagogia al limite” - Ed. La Nuova Italia, • Marco Dallari ''Pastrocchi, macchie, scarabocchi'' linguaggio grafico-pittorico da 0 a 3 anni • Carla Grazzini Hoffmann; Gianfranco Staccioli – 52
  • 53. “T34tr0x…” “Dentro il Gioco” - Ed. La Nuova Italia • Rudolf Arnheim – Arte e Percezione Visiva • Luigi Pareyson – Estetica, teoria della formatività • “Una zuppa di sasso“- Testo e illustrazioni di Anaïs Vaugelade; Traduzione di Anna Morpurgo - ed. Babalibri • Giorgio Scaramuzzino – “Tutti giù dal Palco” • Mario Lodi “Il paese Sbagliato” diario di un’esperienza didattica • Gianni Rodari - “Grammatica della Fantasia” • Gianni Rodari – “ Il libro degli errori “ • Max Frisch - “Biografia – Un gioco scenico” • Leo Lionni – “Pezzettino” • Henriette Bichonnier – “ Il Mostro Peloso” • Alessandra Cimatoribus, Gianni Cordone “Pia la maga dai capelli rossi” • Lee Suzy – “L’onda” • Antonio Catalano – “Universi Sensibili” (…e gli altri…”il museo degli alfabeti perduti”; “Il museo delle foglie cadute”; “Filastrocche di come quando si cammina piano”; “Diario di un coccodrillo”…) www.universisensibili.it XIII – POSTFAZIONE nella speranza che vi abbia interessato e forse anche divertito questo mio materiale di assemblaggio e riflessioni 53
  • 54. “T34tr0x…” d’infanzia; vi saluto lasciandovi i miei contatti condividerò volentieri con voi _ Sinceramente grazie! giovanni mailgiovannicarli@gmail.com www.giovannicarli.com info@giovannicarli.com +39 338 9659388 Indice Cap. I – Premessa p. 4 - antefatto 5 - abiettivi 11 Cap. II – Modalità operativa 13 Cap III – Il Caos virtuoso 54
  • 55. “T34tr0x…” 15 Cap IV – il problema dell' Interpretazione dei segni Cap V – Il Focus Tematico 18 -libertà, solitudine, magia, età 22 Cap VI - Ballata per Cloùn Soli - il materiale, note (auto-)critiche Cap VII – Il Viaggio 23 - da programma scolastico 25 - i libri 29 - “Una zuppa di sasso” 35 Cap VIII – Ballata per Cloùn Soli - lo spettacolo, notazioni 39 Cap IX – Il Focus Tematico- seconda parte - perdita, note sul materiale adulto 45 Cap X – I Diari – perle d'infanzia - materiale libero quotidiano 49 Cap XI – Bibliografia essenziale ed insufficiente 51 Cap XII – Postfazione e contatti 55