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Golpe sul Parco di Lama San Giorgio a Gioia del Colle:
si dimettano gli amministratori
Un’assurda decisione presa alle 23:00 di questa sera conferma le ridicole politiche messe in atto
dalla classe dirigente della città di Gioia del Colle. I consiglieri di maggioranza, in un Consiglio
comunale che prevedeva tra gli altri punti la votazione sulla riperimetrazione del Parco Naturale
Regionale di Lama San Giorgio, hanno deciso di eliminare oltre 150 ettari di boschi e macchia
mediterranea dall’area protetta inizialmente individuata dalla Regione Puglia. Tra le aree escluse
vi è anche l’Oasi WWF di protezione denominata “Bosco Romanazzi”, di recentissima
istituzione.
La votazione è avvenuta con i consiglieri d’opposizione fuori dall’aula per protestare contro la
scelta di discutere di un punto che si era già deciso di rinviare. Ma, nonostante le tante promesse,
quando oramai anche la stampa era andata via, con un colpo di spugna la decisione è stata presa:
l’area protetta ricadente nel comune di Gioia del Colle è stata pesantemente rimaneggiata.
Un’azione politica che inficia anni di battaglie e lotte per tutelare una delle aree
paesaggisticamente e naturalisticamente più rilevanti del territorio e che mina l’integrità
biogeografica di un intero parco regionale, è non solo assurda, ma senza dubbio vergognosa.
La scelta dell’amministrazione comunale e del consiglio è avvenuta in totale difformità dalla
prassi che prevede di convocare tutte le parti interessate all’istituzione di un’area protetta prima
della decisione dei suoi confini. Infatti, dopo un primo incontro illustrativo in cui associazioni
ambientaliste, agricoltori e proprietari terrieri, furono convocati per prendere visione del perimetro
originario, un gruppo di amministratori, indegni di rappresentare un’istituzione pubblica e gli
interessi di una città e delle realtà regionali che la riguardano, decise di convocare solamente le
categorie economicamente interessate all’area, escludendo le associazioni ambientaliste. Durante
quegli incontri gli interessi e gli affari di alcuni amministratori e consiglieri di maggioranza,
insieme a cacciatori e allevatori/agricoltori convinti dai rappresentati comunali del pericolo
rappresentato dalla presenza di un’area protetta sui propri territori, hanno stabilito il
rimaneggiamento di un fondamentale parco che attraversa l’intera provincia di Bari.
Lo stesso sindaco di Gioia del Colle, Sergio Povia, si è pronunciato pubblicamente durante
quegli incontri “segreti” con proprietari e agricoltori mostrando, a detta dei partecipanti, la sua
contrarietà all’istituzione delle aree protette poiché in grado di minacciare l’economia locale.
Simili affermazioni sono frutto di una profonda ignoranza sul valore conservazionistico ed
ecologico delle aree protette e sulla storia dei parchi e delle riserve italiane, che fanno scuola nel
mondo per la loro capacità di creare ricchezza naturale, turistica e agro-silvo-pastorale allo stesso
tempo. L’idea che ecologia ed economia non possano conciliarci sotto la stessa area da tutelare è, a
dir poco, medioevale. Amministratori comunali che, per espliciti conflitti d’interesse (in quanto,
ad esempio, rappresentanti di categorie di cacciatori come il consigliere Vito Ludovico, che è
proprio colui che ha coordinato i lavori di riperimetrazione dell’area parco), inculcano messaggi
falsi e fuorvianti nella cittadinanza al solo scopo di salvaguardare i propri affari e i propri
passatempi dovrebbero immediatamente dimettersi dal loro ruolo.
Ci sono voluti decenni affinché la Regione Puglia raggiungesse l’obiettivo dell’istituzione del
10% di superficie protetta regionale e una dozzina d’anni d’estenuante lavoro per portare alla
luce un perimetro condiviso per la realizzazione del Parco Regionale di Lama San Giorgio. E’
bastato un consiglio comunale trainato da incompetenti affaristi per macchiare una splendida
vittoria nella conservazione delle bellezze regionali.
Un parco non minaccia, anzi valorizza, le attività presenti nei propri confini e centinaia sono gli
esempi in tutt’Italia di aziende agricole, di strutture ricettive e di interi paesi che hanno potuto
beneficiare dell’istituzione di zone naturalistiche protette.
Il parco di Lama San Giorgio così come inizialmente perimetrato era volto alla tutela di un’area
già fortemente minacciata da interventi irresponsabili di stravolgimento degli ecosistemi e del
paesaggio ed era volto a premettere la ricostituzione di quelle componenti ecologiche fortemente
danneggiate, come la macchia mediterranea a fragno, che garantiscono l’habitat a specie rare e
protette (Orchidacee, Testuggini di Hermann, rapaci come il Falco grillaio, farfalle come la
Melanargia arge, etc.).
L’area incoscientemente esclusa dal nuovo perimetro approvato questa sera dal consiglio
comunale gioiese è per la maggior parte ricoperta da boschi non rientranti nella Rete Natura
2000 (e privi di ogni tutela) e non vi è alcun motivo apparente, se non l’interesse di pochi
amministratori e qualche associazione di categoria, che ne giustifichi la loro estromissione dai
confini del parco.
Tra le aree escluse vi è un piccolo bosco acquistato lo scorso anno dal WWF Italia al fine di
preservarlo dall’ulteriore degrado causato da anni di gestione incontrollata. Si è dovuto attendere
oltre 5 anni, caratterizzati dagli sforzi volontari di tutti gli attivisti che operano sul territorio, per
riconoscere il valore dell’area, tutelarla dalla realizzazione di una discarica di rifiuti speciali e
convincere l’associazione ambientalista nazionale ad investire fondi (raccolti durante la Giornata
delle Oasi) per acquisirla.
Azioni deplorevoli come quelle di questa sera annullano ogni sforzo e creano sconforto e
desolazione in tutti coloro che hanno lavorato affinché la Puglia, la Lama San Giorgio e il
Comune di Gioia del Colle potessero garantire la tutela di una delle ultime meraviglie naturali
scampate alla mano devastatrice umana.
Evidentemente, il colpo sferrato e andato a vuoto delle passate amministrazioni Povia, che
volevano regalare alla zona di Monte Rotondo una bella discarica laddove per anni si era già
chiuso un occhio sull’estrazione illegale dall’enorme cava presente, si è rivoltato nuovamente
contro i cittadini stessi, che sono i diretti responsabili delle persone che eleggono in propria
rappresentanza, e come un boomerang impazzito ha tentato di strappare quanto più possibile alla
totale protezione della zona.
Da ex-cittadino gioiese che per anni, come semplice volontario prima e come professionista poi, si
è battuto per tentare di proteggere senza interesse economico alcuno gli ultimi scrigni di bellezza
del territorio e di preservarli dalle sudice braccia di chi è in grado solo di arraffare per il proprio
infimo interesse personale, mi sento profondamente offeso da ciò che definirei un vero e proprio
golpe. Credo che tutti i cittadini onesti di Gioia del Colle, della Provincia di Bari e della
Regione Puglia debbano sentirsi oltraggiati dalle scelte di uno sparuto gruppo d’incompetenti
amministratori locali. Ritengo che tutti coloro che hanno sempre operato nell’idea della difesa del
bene comune, della salvaguardia della bellezza e della conservazione del territorio dovrebbero a
gran voce chiedere l’annullamento della decisione presa in consiglio comunale, il ripristino dei
confini originari dell’area protetta e le dimissioni immediate dell’attuale amministrazione
comunale gioiese, per conclamata incapacità decisionale a fine della tutela della cosa pubblica.
Roberto Cazzolla Gatti
Biologo ambientale ed evolutivo, Ph.D.

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Golpe sul parco di lama san giorgio a gioia del colle

  • 1. Golpe sul Parco di Lama San Giorgio a Gioia del Colle: si dimettano gli amministratori Un’assurda decisione presa alle 23:00 di questa sera conferma le ridicole politiche messe in atto dalla classe dirigente della città di Gioia del Colle. I consiglieri di maggioranza, in un Consiglio comunale che prevedeva tra gli altri punti la votazione sulla riperimetrazione del Parco Naturale Regionale di Lama San Giorgio, hanno deciso di eliminare oltre 150 ettari di boschi e macchia mediterranea dall’area protetta inizialmente individuata dalla Regione Puglia. Tra le aree escluse vi è anche l’Oasi WWF di protezione denominata “Bosco Romanazzi”, di recentissima istituzione. La votazione è avvenuta con i consiglieri d’opposizione fuori dall’aula per protestare contro la scelta di discutere di un punto che si era già deciso di rinviare. Ma, nonostante le tante promesse, quando oramai anche la stampa era andata via, con un colpo di spugna la decisione è stata presa: l’area protetta ricadente nel comune di Gioia del Colle è stata pesantemente rimaneggiata. Un’azione politica che inficia anni di battaglie e lotte per tutelare una delle aree paesaggisticamente e naturalisticamente più rilevanti del territorio e che mina l’integrità biogeografica di un intero parco regionale, è non solo assurda, ma senza dubbio vergognosa. La scelta dell’amministrazione comunale e del consiglio è avvenuta in totale difformità dalla prassi che prevede di convocare tutte le parti interessate all’istituzione di un’area protetta prima della decisione dei suoi confini. Infatti, dopo un primo incontro illustrativo in cui associazioni ambientaliste, agricoltori e proprietari terrieri, furono convocati per prendere visione del perimetro originario, un gruppo di amministratori, indegni di rappresentare un’istituzione pubblica e gli interessi di una città e delle realtà regionali che la riguardano, decise di convocare solamente le categorie economicamente interessate all’area, escludendo le associazioni ambientaliste. Durante quegli incontri gli interessi e gli affari di alcuni amministratori e consiglieri di maggioranza, insieme a cacciatori e allevatori/agricoltori convinti dai rappresentati comunali del pericolo rappresentato dalla presenza di un’area protetta sui propri territori, hanno stabilito il rimaneggiamento di un fondamentale parco che attraversa l’intera provincia di Bari. Lo stesso sindaco di Gioia del Colle, Sergio Povia, si è pronunciato pubblicamente durante quegli incontri “segreti” con proprietari e agricoltori mostrando, a detta dei partecipanti, la sua contrarietà all’istituzione delle aree protette poiché in grado di minacciare l’economia locale. Simili affermazioni sono frutto di una profonda ignoranza sul valore conservazionistico ed ecologico delle aree protette e sulla storia dei parchi e delle riserve italiane, che fanno scuola nel mondo per la loro capacità di creare ricchezza naturale, turistica e agro-silvo-pastorale allo stesso tempo. L’idea che ecologia ed economia non possano conciliarci sotto la stessa area da tutelare è, a dir poco, medioevale. Amministratori comunali che, per espliciti conflitti d’interesse (in quanto, ad esempio, rappresentanti di categorie di cacciatori come il consigliere Vito Ludovico, che è proprio colui che ha coordinato i lavori di riperimetrazione dell’area parco), inculcano messaggi falsi e fuorvianti nella cittadinanza al solo scopo di salvaguardare i propri affari e i propri passatempi dovrebbero immediatamente dimettersi dal loro ruolo. Ci sono voluti decenni affinché la Regione Puglia raggiungesse l’obiettivo dell’istituzione del 10% di superficie protetta regionale e una dozzina d’anni d’estenuante lavoro per portare alla luce un perimetro condiviso per la realizzazione del Parco Regionale di Lama San Giorgio. E’ bastato un consiglio comunale trainato da incompetenti affaristi per macchiare una splendida vittoria nella conservazione delle bellezze regionali. Un parco non minaccia, anzi valorizza, le attività presenti nei propri confini e centinaia sono gli esempi in tutt’Italia di aziende agricole, di strutture ricettive e di interi paesi che hanno potuto beneficiare dell’istituzione di zone naturalistiche protette. Il parco di Lama San Giorgio così come inizialmente perimetrato era volto alla tutela di un’area già fortemente minacciata da interventi irresponsabili di stravolgimento degli ecosistemi e del
  • 2. paesaggio ed era volto a premettere la ricostituzione di quelle componenti ecologiche fortemente danneggiate, come la macchia mediterranea a fragno, che garantiscono l’habitat a specie rare e protette (Orchidacee, Testuggini di Hermann, rapaci come il Falco grillaio, farfalle come la Melanargia arge, etc.). L’area incoscientemente esclusa dal nuovo perimetro approvato questa sera dal consiglio comunale gioiese è per la maggior parte ricoperta da boschi non rientranti nella Rete Natura 2000 (e privi di ogni tutela) e non vi è alcun motivo apparente, se non l’interesse di pochi amministratori e qualche associazione di categoria, che ne giustifichi la loro estromissione dai confini del parco. Tra le aree escluse vi è un piccolo bosco acquistato lo scorso anno dal WWF Italia al fine di preservarlo dall’ulteriore degrado causato da anni di gestione incontrollata. Si è dovuto attendere oltre 5 anni, caratterizzati dagli sforzi volontari di tutti gli attivisti che operano sul territorio, per riconoscere il valore dell’area, tutelarla dalla realizzazione di una discarica di rifiuti speciali e convincere l’associazione ambientalista nazionale ad investire fondi (raccolti durante la Giornata delle Oasi) per acquisirla. Azioni deplorevoli come quelle di questa sera annullano ogni sforzo e creano sconforto e desolazione in tutti coloro che hanno lavorato affinché la Puglia, la Lama San Giorgio e il Comune di Gioia del Colle potessero garantire la tutela di una delle ultime meraviglie naturali scampate alla mano devastatrice umana. Evidentemente, il colpo sferrato e andato a vuoto delle passate amministrazioni Povia, che volevano regalare alla zona di Monte Rotondo una bella discarica laddove per anni si era già chiuso un occhio sull’estrazione illegale dall’enorme cava presente, si è rivoltato nuovamente contro i cittadini stessi, che sono i diretti responsabili delle persone che eleggono in propria rappresentanza, e come un boomerang impazzito ha tentato di strappare quanto più possibile alla totale protezione della zona. Da ex-cittadino gioiese che per anni, come semplice volontario prima e come professionista poi, si è battuto per tentare di proteggere senza interesse economico alcuno gli ultimi scrigni di bellezza del territorio e di preservarli dalle sudice braccia di chi è in grado solo di arraffare per il proprio infimo interesse personale, mi sento profondamente offeso da ciò che definirei un vero e proprio golpe. Credo che tutti i cittadini onesti di Gioia del Colle, della Provincia di Bari e della Regione Puglia debbano sentirsi oltraggiati dalle scelte di uno sparuto gruppo d’incompetenti amministratori locali. Ritengo che tutti coloro che hanno sempre operato nell’idea della difesa del bene comune, della salvaguardia della bellezza e della conservazione del territorio dovrebbero a gran voce chiedere l’annullamento della decisione presa in consiglio comunale, il ripristino dei confini originari dell’area protetta e le dimissioni immediate dell’attuale amministrazione comunale gioiese, per conclamata incapacità decisionale a fine della tutela della cosa pubblica. Roberto Cazzolla Gatti Biologo ambientale ed evolutivo, Ph.D.