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Corso Allenatori di Base
UEFA B


       Programma di
 Tecnica e Tattica Calcistica
Il Giocatore di calcio come unità
 individuale
Un giocatore di calcio va interpretato sempre come
un’unità individuale:
Non è un insieme di parti che si possono scomporre,
analizzare, allenare e poi ricomporre; egli è unico.
UNITA’: il giocatore non si può dividere,è inscindibile e va
considerato come un tutt’uno
INDIVIDUALE: ognuno ha il proprio modo di comportarsi,
relazionarsi, muoversi, apprendere, reagire, ecc….

Ma perché allora viene suddiviso e analizzato in modo
settoriale, anzi analitico?
Il Giocatore di calcio come unità
 individuale
Il giocatore di calcio viene suddiviso in categorie solo per
motivi di comprensione, per programmare, darci un
metodo nell’intervenire e correggere.

Qualsiasi allenatore (educatore) di calcio, deve
comportarsi come essere pensante: è colui che gestisce
le situazioni, è il punto di riferimento di ogni atleta, ecc…

L’allenatore deve sempre avere chiaro in testa
l’obbiettivo e i mezzi per raggiungerlo in considerazione
alle capacità di risposta del singolo o del gruppo.
Singolo e squadra – obbiettivi e mezzi

           PRIORITA’                     OBBIETTIVO

GIOVANI    Quando si opera con i         Formazione del
           giovani l’attenzione è sul    calciatore uomo
           SINGOLO



ADULTI     Quando si opera con gli       Prestazione e risultato
           adulti l’attenzione è sulla
           SQUADRA
Allenatore – Istruttore - Educatore

  La differenza tra queste figure è fondamentale per
  sapere quale ruolo e quali obbiettivi deve avere ognuno
  di noi.

 Allenatore: prepara il giocatore di calcio a vincere la
  partita ( Risultato).
 Istruttore: il suo compito è la formazione dell’uomo,
  possibilmente giocatore di calcio.
 Educatore: il suo compito è la formazione dell’uomo
  che pratica sport.
Qualità del giocatore di calcio = Unità individuale

PSICOMOTORIE            TECNICA           TATTICA              PERSONALI E      SOCIALI E
FISICO                  (FONDAMENTALI)    INDIVIDUALE          MENTALI          MORALI
-ATLETICHE


capacità motorie di    padronanza,      senso tattico        capacità       educazione
base, competenza        abilità tecnica   individuale          intellettuali    morale e sportiva
corporea e tecnica                         comportamento      nella gara        appartenenza
 capacità fisiche                        tattico di squadra    personalità    alla squadra
generali e specifiche                                          del giocatore     relazione e
                                                                aspetti        comunicazione
                                                               psicologici      fra il gruppo
                                                               (creatività
                                                               -forza di
                                                               volontà
                                                               -coraggio
                                                               -combattività)
Le capacità coordinative
  Rapporto tra capacità coordinative ed abilità motorie

                           CAPACITA’ MOTORIE
                           CAPACITA’ MOTORIE


   CAPACITA’
    CAPACITA’              SCHEMI MOTORI DI
                           SCHEMI MOTORI DI                  CAPACITA’
                                                             CAPACITA’
  COORDINATIVE
  COORDINATIVE                  BASE
                                BASE                        CONDIZIONALI
                                                            CONDIZIONALI

Organizzano, regolano          • Arti inferiori:       Insieme delle caratteristiche
    e controllano il     camminare, correre, saltare metabolico- funzionali che
     movimento.           • Arti superiori: afferrare, consentono all’individuo di
Interessano il sistema        lanciare, prendere         realizzare una qualsiasi
       nervoso.                • Tronco: ruotare,             attività motoria.
                            strisciare, arrampicarsi         (Calligaris,1986)
                                                        Quantità-intensità-durata
                                                        Rapidità e velocità-forza-
                                PRESTAZIONE
                                 PRESTAZIONE                    resistenza

                                  ABILITA’
                                  ABILITA’
Le capacità coordinative

   Differenziazione: senso del movimento
   Equilibrio: mono e bipodalico, statico e dinamico
   Orientamento: senso dello spazio
   Reazione: senso del tempo
   Adattamento e trasformazione: senso del confronto
   Combinazione o accoppiamento dei movimenti:
    senso tattico
   Ritmizzazione
   Valutazione spazio temporale
   Anticipazione motoria
Periodo evolutivo

L’essere umano come ogni altra unità biologica, dalla
nascita fino al raggiungimento della sua struttura
definitiva, è sottoposto ad un processo di mutamenti
caratterizzati da variazioni di quantità e di forma.
Lo spazio di tempo necessario al completo manifestarsi di
questi mutamenti prende il nome di periodo evolutivo.

   Fattori che determinano lo sviluppo evolutivo:
A. Fattori relegati alla specie umana
B. Caratteri ereditari
C. Ambiente sociale
Periodo evolutivo

         INFANZIA
          INFANZIA                  ADOLESCENZA
                                    ADOLESCENZA
    (dalla nascita ai 9/10 anni)
     (dalla nascita ai 9/10 anni)     (dai 10 ai 19 anni)
                                       (dai 10 ai 19 anni)

       PRIMA INFANZIA
       PRIMA INFANZIA                PREPUBERALE
                                     PREPUBERALE
     (dalla nascita ai 4 anni)        ((dai 10 ai 13 anni)
                                       dai 10 ai 13 anni)
      (dalla nascita ai 4 anni)

    SECONDA INFANZIA                    PUBERALE
                                        PUBERALE
    SECONDA INFANZIA                  (dai 13 ai 15 anni)
         (dai 4 ai 10 anni)            (dai 13 ai 15 anni)
          (dai 4 ai 10 anni)

                                    POST PUBERALE
                                    POST PUBERALE
                                      (dai 16 ai 19 anni)
                                       (dai 16 ai 19 anni)

OROLOGIO BIOLOGICO: determina la nostra evoluzione
e involuzione.
Non sempre l’età biologica ( sviluppo auxologico),
corrisponde a quella cronologica.
Sviluppo motorio

                     Ambiente sociale
 L’autonomia psicologica e motoria sarà superiore se al
  bambino verranno fornite maggiori varietà di esperienze
  motorie. Maggiore sarà la risposta adattiva e crescita
  della motricità.

            Compito dell’istruttore (allenatore)
 Aderire allo sviluppo dei suoi allievi offrendo al tempo
  opportuno ciò che possono e sono in grado di ricevere
  e devono acquisire.
 Sollecitare, rispettando i ritmi auxologici di ciascuno,
  quei processi di sviluppo delle capacità motorie che
  sono in quel momento più sensibili. (né prima, né
  dopo).
Processo didattico

L’insegnamento/apprendimento dipenderà perciò dal
rapporto    allenatore/allievo    e    deriverà dalla
corrispondenza tra stimolo e risposta.




                      INSEGNAMENTO
                         STIMOLO
 ALLENATORE                                   ALLIEVO
                     APPRENDIMENTO
                        RISPOSTA
Stadi dello sviluppo coordinativo


1.   Grezza del gesto: fase di costruzione
2.   Coordinazione fine: fase più evoluta o più raffinata
3.   Fase di disponibilità variabile del movimento:
     dove il controllo e la gestione del gesto
     assumeranno un automatismo più rispondente alle
     esigenze sportive specifiche; attuando un metodo e
     gioco globale fin dall’inizio, senza aspettare il
     consolidamento tecnico (analitico).
Processo di apprendimento

Attività   complessa      che    richiede  l’analisi   e
l’elaborazione di una serie di informazioni sensoriali e
propriocettive, (visivo - verbale).

L’allievo deve strutturare una nuova abilità motoria nelle
sue sequenze e tenere conto delle sequenze dell’azione
che già padroneggia.
Es: correre, poi variazione di corsa, poi correre con
palla…
Il carico di allenamento nei giovani

                PRINCIPI FONDAMENTALI
 Adeguatezza
 Progressività
 Successione corretta
 Proporzionalità
 Consolidamento
 Consapevolezza
 Coerenza

   Importante è la varietà delle proposte poiché incidono
           in modo positivo sull’apprendimento.
   Attenzione ai tempi morti tra un’esercitazione e l’altra.
 Multilateralità
L’allenamento

     Un programma di allenamento deve essere razionale
     e perciò deve rispettare alcuni principi sul piano
     metodologico-funzionale.


                     PRINCIPI METODOLOGICI


1.   Progressività
2.   Alternanza
3.   Ripetizione
4.   Continuità
5.   Individualizzazione
Principi di gestione dell’allenatore
nella seduta di allenamento
1.   Consapevolezza
2.   Partecipazione attiva
3.   Metodicità
4.   Varietà e molteplicità
5.   Semplicità e chiarezza
6.   Evidenza
7.   Adattamento
Tecnica calcistica

L’insieme dei movimenti che il calciatore compie con
la palla o in funzione di questa durante la gara.

                  TECNICA CALCISTICA
                  TECNICA CALCISTICA



       TECNICA DI BASE
       TECNICA DI BASE          TECNICA APPLICATA
                                TECNICA APPLICATA


 La qualità del gioco dipende in massima parte dalle
 qualità ed abilità tecniche dei calciatori.
 La tecnica sopravvive senza la tattica,
 la tattica senza la tecnica no.
Tecnica di base

Contatto e rapporto uomo palla.
Movimenti o gesti tecnici individuali (di fondamentale
importanza), che dovranno essere eseguiti nel modo
migliore.
1.   Calciare               1. 2. Sono i 2 casi in cui si possono
                               effettuare tiro e passaggio.
2.   Colpo di testa
3.   Ricezione o stop
4.   Guida della palla
5.   Contrasto
6.   Rimessa laterale       6. 7. sono gli unici 2 casi in cui si
7.   Tecnica del portiere      possono adoperare le mani.
Calciare

    È il gesto tecnico base del gioco del calcio e lo
     scomponiamo analiticamente. Gli elementi essenziali
     per una corretta esecuzione indipendentemente dai
     vari modi di calciare la palla sono:
1.   Rincorsa (quando c’è) o approccio alla palla
2.   Posizione del piede d’appoggio
3.   Equilibrio sul piede d’appoggio
4.   Escursione ed oscillazione della gamba calciante
5.   Posizione del piede calciante
6.   Punto d’impatto sulla palla
7.   Prosecuzione del movimento di oscillazione della
     gamba calciante nella direzione della palla (con
     eventuale saltello)
8.   Posizione delle braccia
Modi di calciare la palla

     Sia chiaro che è possibile calciare la palla con tutte le
     parti del piede: di punta, di tacco, di pianta …
     Ma i modi più usati sono:
1.   Interno piede
2.   Interno collo
3.   Collo pieno
4.   Esterno collo
Colpo di testa

Si può effettuare con i piedi a contatto col terreno, in volo
o elevazione e in deviazione.

    PIEDI A CONTATTO COL         IN VOLO O ELEVAZIONE:
     TERRENO:
                               a. In corsa
 a. In avanti                     1. In avanti
 b. Laterale                      2. Laterale

 c. Indietro                   a. In tuffo
                               b. Sul posto
                                  1. In avanti
    DEVIAZIONE                   2. Laterale
                                  3. Indietro
Colpo di testa
Elementi essenziali per una corretta esecuzione

1.   Rincorsa
2.   Rullata/ caricamento
3.   Spinta/stacco
4.   Elevazione
5.   Sospensione
6.   Inarcamento
7.   Frustata in avanti
8.   Arrivo a terra con prosecuzione o movimento
Ricezione o stop
“controllo di palla come ricerca di uno scopo”
     Per una buona esecuzione dello stop esistono alcuni
     punti importanti da seguire:

1.   Esatta valutazione della traiettoria, distanza e velocità
     (capacità spazio – temporale).
2.   Il calciatore si deve trovare il più vicino possibile alla
     linea di arrivo della palla o sul punto di caduta se
     avesse una traiettoria aerea (capacità di
     orientamento).
3.   Il calciatore deve saper decidere il più presto possibile
     il tipo di stop che intende effettuare (capacità di
     trasformazione). Più basso è il livello di destrezza,
     maggiore è la necessità di una scelta preventiva.
4.   Il calciatore deve essere in possesso di una buona
     sensibilità muscolare (capacità di differenziazione).
Ricezione o stop
“controllo di palla come ricerca di uno scopo”

5.   Il calciatore deve offrire al pallone in arrivo una
     superficie adeguatamente rilassata (meno rilassata
     nello stop a seguire).
6.   La parte del corpo destinata al contatto con la palla
     deve arretrare al momento dell’impatto per smorzare
     l’urto. (nello stop a seguire indirizzare la palla con
     tocco leggero verso la direzione voluta).
7.   È importante la scelta di tempo altrimenti la palla
     rischia di sfuggire al controllo.
8.   Il calciatore deve essere sempre in perfetto equilibrio
     (capacità di equilibrio).
Ricezione o stop
A.   PALLONI TESI (rasoterra)
B.   PALLONI A MEZZA ALTEZZA
C.   PALLONI ALTI

VARI MODI DI CONTROLLO
    DELLA PALLA:

1.   CON LA GAMBA               2.   VENTRE O STOMACO
-    Interno piede              3.   PETTO
-    Collo piede
                                4.   TESTA
-    Esterno collo
-    Suola
-    Tallone
-    Tibia
-    Coscia
Ricezione o stop

 BLOCCAGGIO                      RICEVERE
- Pianta del piede               (pallone in volo)
- Interno piede                  - Interno piede
- Esterno piede                  - Petto
 SMORZAMENTO                     RASOTERRA
(su palla in caduta dall’alto)   - Interno piede
- Testa                           A SEGUIRE
- Coscia                         - Interno piede
- Punta del piede                - Esterno piede
                                 - Petto
                                 - Testa
Guida della palla

  La guida della palla è quel gesto tecnico che
  permette di mantenere il possesso di palla, con una
  serie di passaggi a sé stesso, lungo la direzione di
  corsa.

         MODI PRINCIPALI DI GUIDARE LA PALLA
 Con l’interno collo del piede
 Con pieno collo del piede
 Con l’esterno collo del piede


   Un’ottima dote sarebbe possedere un buon controllo di
                   palla ad alta velocità.
Guida della palla
Principi fondamentali

 Il pallone deve essere colpito con tocco più o meno
  leggero a seconda della situazione, quando si trova
  all’altezza del piede d’appoggio.
 La velocità non deve mai pregiudicare la sicurezza.
 Il busto deve essere sempre inclinato in avanti a
  protezione del pallone
 Lo sguardo non deve essere rivolto costantemente al
  pallone, ma deve seguire sia il pallone che il campo per
  una buona visione di gioco (vista periferica).
Tecnica applicata e tattica individuale

Insieme di comportamenti che il calciatore compie in ogni
situazione delle 2 fasi di gioco (possesso o non
possesso), affinché la propria prestazione risulti efficace.

 FASE DI POSSESSO              FASE DI NON POSSESSO
   (fase offensiva)              (fase difensiva)
 SMARCAMENTO                   PRESA DI POSIZIONE

 CONTROLLO E DIFESA            MARCAMENTO
   DELLA PALLA                  INTERCETTAMENTO E
 PASSAGGIO                      ANTICIPO
 DRIBLING (FINTA)              CONTRASTO

 TIRO IN PORTA                 DIFESA DELLA PORTA
Principi generali della tattica nel gioco di
 squadra
Predisposizione razionale ed equilibrata di tutti i giocatori atti
a svolgere azioni offensive e difensive affinché non ci siano
scompensi tra i diversi reparti al fine di ottenere un risultato
positivo (vittoria).
                     SCAGLIONAMENTO
 FASE DI POSSESSO                  FASE DI NON POSSESSO
   (fase offensiva)                   (fase difensiva)
 VERTICALIZZAZIONE                 AZIONE DI RITARDO

 AMPIEZZA FRONTE                   CONCENTRAZIONE IN ZONA
   D’ATTACCO                          PALLA
 MOBILITA’                         EQUILIBRIO DIFENSIVO

 IMPREVEDIBILITA’                  CONTROLLO E CAUTELA
                                      DIFENSIVA
Contrasto
 Il contrasto è il gesto tecnico che permette al
  difendente di conquistare o allontanare il pallone in
  possesso all’avversario con l’obbiettivo di fermare
  la sua azione.

 Il contrasto non è facile da insegnare e difficile da
  apprendere nei bambini: (paura) timore nell’impatto
  e caduta.
Contrasto

                           CONTRASTO
                           CONTRASTO
     Fondamentale                             Tecnica applicata
     tecnica di base                          in fase difensiva

              DIRETTO
              DIRETTO                    INDIRETTO
                                          INDIRETTO
       (su giocatore con palla)
       (su giocatore con palla)   (su giocatore senza palla)
                                  (su giocatore senza palla)



             Contatto con         Movimento anticipato di
          l’avversario per la      presa di posizione.
       riconquista della palla
                               Obbiettivo: tentare di
                                   mettere in zona
                                d’ombra l’avversario,
FRONTALE – LATERALE - SCIVOLATO impedire che riceva
                                        palla.
Contrasto diretto
- Tempo dell’intervento rapido e deciso
- Piegamento e buon appoggio sulle gambe
- Forza del piede che effettua il contrasto, rivolta al
    centro della palla
-   Coraggio e concentrazione
-   Determinazione
-   Entrare e uscire dal tackle rapidamente
-   No contrasto quando non si è sicuri!
-   Il calciatore deve intervenire quando l’avversario a
    poco spazio di manovra
Contrasto diretto
                             CONTRASTO
                              DIRETTO


    FRONTALE                    LATERALE                   SCIVOLATO

Interno piede o collo     Di fianco all’avversario   Rischioso – emergenza –
del piede (più potente)   con palla.                 coraggio – doti acrobatiche.
                          Piede portante vicino      Gamba esterna – interno o
                          all’avversario, gamba      collo piede
                          esterna entra in
                                                     Gamba interna – esterno o
                          contrasto.
                                                     collo piede (punte – pianta)
                          Interno o collo piede
Sistema di gioco

Un sistema di gioco rappresenta e spiega la dislocazione di
base attraverso i compiti e le funzioni dei giocatori in campo.
È un concetto dinamico, non statico.
Esso esprime il modo di gioco che si realizza
- sia per mezzo della posizione e dei movimenti preferenziali
dei calciatori, nelle due fasi di gioco;
- sia per mezzo degli sviluppi tattici adottati.
Caratteristiche e principi
di un sistema di gioco

A. EQUILIBRATO Rapidità, adeguamento tra possesso
                      e non possesso;
B. ELASTICO           Adattarsi (senza squilibri),
   modificarsi a seconda del          comportamento
   dell’avversario.           1. Si può mantenere lo stesso
   sistema                                   2. Cambio
   sistema e qualche          giocatore in campo;
C. RAZIONALE          Deve essere formulato in base alle
   caratteristiche fisico – tecnico –        tattiche – di
   personalità dei calciatori         a disposizione.
Terminologia

• Un sistema:     è una costruzione ragionata, una chiara e
                 logica distribuzione delle forze, quindi una
                 predisposta suddivisione dei compiti dei
                 singoli giocatori nell’interesse dell’intera
                 squadra.

• Lo stile:       un modo personale e particolare di
comportarsi; quindi il tipo di gioco di una squadra che viene
modellata in base alle         capacità tecnico – tattiche, alle
potenzialità     fisiche ed al comportamento morale dei
                giocatori.

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  • 1. Corso Allenatori di Base UEFA B Programma di Tecnica e Tattica Calcistica
  • 2. Il Giocatore di calcio come unità individuale Un giocatore di calcio va interpretato sempre come un’unità individuale: Non è un insieme di parti che si possono scomporre, analizzare, allenare e poi ricomporre; egli è unico. UNITA’: il giocatore non si può dividere,è inscindibile e va considerato come un tutt’uno INDIVIDUALE: ognuno ha il proprio modo di comportarsi, relazionarsi, muoversi, apprendere, reagire, ecc…. Ma perché allora viene suddiviso e analizzato in modo settoriale, anzi analitico?
  • 3. Il Giocatore di calcio come unità individuale Il giocatore di calcio viene suddiviso in categorie solo per motivi di comprensione, per programmare, darci un metodo nell’intervenire e correggere. Qualsiasi allenatore (educatore) di calcio, deve comportarsi come essere pensante: è colui che gestisce le situazioni, è il punto di riferimento di ogni atleta, ecc… L’allenatore deve sempre avere chiaro in testa l’obbiettivo e i mezzi per raggiungerlo in considerazione alle capacità di risposta del singolo o del gruppo.
  • 4. Singolo e squadra – obbiettivi e mezzi PRIORITA’ OBBIETTIVO GIOVANI Quando si opera con i Formazione del giovani l’attenzione è sul calciatore uomo SINGOLO ADULTI Quando si opera con gli Prestazione e risultato adulti l’attenzione è sulla SQUADRA
  • 5. Allenatore – Istruttore - Educatore La differenza tra queste figure è fondamentale per sapere quale ruolo e quali obbiettivi deve avere ognuno di noi.  Allenatore: prepara il giocatore di calcio a vincere la partita ( Risultato).  Istruttore: il suo compito è la formazione dell’uomo, possibilmente giocatore di calcio.  Educatore: il suo compito è la formazione dell’uomo che pratica sport.
  • 6. Qualità del giocatore di calcio = Unità individuale PSICOMOTORIE TECNICA TATTICA PERSONALI E SOCIALI E FISICO (FONDAMENTALI) INDIVIDUALE MENTALI MORALI -ATLETICHE capacità motorie di padronanza, senso tattico  capacità educazione base, competenza abilità tecnica individuale intellettuali morale e sportiva corporea e tecnica  comportamento nella gara  appartenenza  capacità fisiche tattico di squadra  personalità alla squadra generali e specifiche del giocatore  relazione e  aspetti comunicazione psicologici fra il gruppo (creatività -forza di volontà -coraggio -combattività)
  • 7. Le capacità coordinative Rapporto tra capacità coordinative ed abilità motorie CAPACITA’ MOTORIE CAPACITA’ MOTORIE CAPACITA’ CAPACITA’ SCHEMI MOTORI DI SCHEMI MOTORI DI CAPACITA’ CAPACITA’ COORDINATIVE COORDINATIVE BASE BASE CONDIZIONALI CONDIZIONALI Organizzano, regolano • Arti inferiori: Insieme delle caratteristiche e controllano il camminare, correre, saltare metabolico- funzionali che movimento. • Arti superiori: afferrare, consentono all’individuo di Interessano il sistema lanciare, prendere realizzare una qualsiasi nervoso. • Tronco: ruotare, attività motoria. strisciare, arrampicarsi (Calligaris,1986) Quantità-intensità-durata Rapidità e velocità-forza- PRESTAZIONE PRESTAZIONE resistenza ABILITA’ ABILITA’
  • 8. Le capacità coordinative  Differenziazione: senso del movimento  Equilibrio: mono e bipodalico, statico e dinamico  Orientamento: senso dello spazio  Reazione: senso del tempo  Adattamento e trasformazione: senso del confronto  Combinazione o accoppiamento dei movimenti: senso tattico  Ritmizzazione  Valutazione spazio temporale  Anticipazione motoria
  • 9. Periodo evolutivo L’essere umano come ogni altra unità biologica, dalla nascita fino al raggiungimento della sua struttura definitiva, è sottoposto ad un processo di mutamenti caratterizzati da variazioni di quantità e di forma. Lo spazio di tempo necessario al completo manifestarsi di questi mutamenti prende il nome di periodo evolutivo. Fattori che determinano lo sviluppo evolutivo: A. Fattori relegati alla specie umana B. Caratteri ereditari C. Ambiente sociale
  • 10. Periodo evolutivo INFANZIA INFANZIA ADOLESCENZA ADOLESCENZA (dalla nascita ai 9/10 anni) (dalla nascita ai 9/10 anni) (dai 10 ai 19 anni) (dai 10 ai 19 anni) PRIMA INFANZIA PRIMA INFANZIA PREPUBERALE PREPUBERALE (dalla nascita ai 4 anni) ((dai 10 ai 13 anni) dai 10 ai 13 anni) (dalla nascita ai 4 anni) SECONDA INFANZIA PUBERALE PUBERALE SECONDA INFANZIA (dai 13 ai 15 anni) (dai 4 ai 10 anni) (dai 13 ai 15 anni) (dai 4 ai 10 anni) POST PUBERALE POST PUBERALE (dai 16 ai 19 anni) (dai 16 ai 19 anni) OROLOGIO BIOLOGICO: determina la nostra evoluzione e involuzione. Non sempre l’età biologica ( sviluppo auxologico), corrisponde a quella cronologica.
  • 11. Sviluppo motorio Ambiente sociale  L’autonomia psicologica e motoria sarà superiore se al bambino verranno fornite maggiori varietà di esperienze motorie. Maggiore sarà la risposta adattiva e crescita della motricità. Compito dell’istruttore (allenatore)  Aderire allo sviluppo dei suoi allievi offrendo al tempo opportuno ciò che possono e sono in grado di ricevere e devono acquisire.  Sollecitare, rispettando i ritmi auxologici di ciascuno, quei processi di sviluppo delle capacità motorie che sono in quel momento più sensibili. (né prima, né dopo).
  • 12. Processo didattico L’insegnamento/apprendimento dipenderà perciò dal rapporto allenatore/allievo e deriverà dalla corrispondenza tra stimolo e risposta. INSEGNAMENTO STIMOLO ALLENATORE ALLIEVO APPRENDIMENTO RISPOSTA
  • 13. Stadi dello sviluppo coordinativo 1. Grezza del gesto: fase di costruzione 2. Coordinazione fine: fase più evoluta o più raffinata 3. Fase di disponibilità variabile del movimento: dove il controllo e la gestione del gesto assumeranno un automatismo più rispondente alle esigenze sportive specifiche; attuando un metodo e gioco globale fin dall’inizio, senza aspettare il consolidamento tecnico (analitico).
  • 14. Processo di apprendimento Attività complessa che richiede l’analisi e l’elaborazione di una serie di informazioni sensoriali e propriocettive, (visivo - verbale). L’allievo deve strutturare una nuova abilità motoria nelle sue sequenze e tenere conto delle sequenze dell’azione che già padroneggia. Es: correre, poi variazione di corsa, poi correre con palla…
  • 15. Il carico di allenamento nei giovani PRINCIPI FONDAMENTALI  Adeguatezza  Progressività  Successione corretta  Proporzionalità  Consolidamento  Consapevolezza  Coerenza Importante è la varietà delle proposte poiché incidono in modo positivo sull’apprendimento. Attenzione ai tempi morti tra un’esercitazione e l’altra.  Multilateralità
  • 16. L’allenamento Un programma di allenamento deve essere razionale e perciò deve rispettare alcuni principi sul piano metodologico-funzionale. PRINCIPI METODOLOGICI 1. Progressività 2. Alternanza 3. Ripetizione 4. Continuità 5. Individualizzazione
  • 17. Principi di gestione dell’allenatore nella seduta di allenamento 1. Consapevolezza 2. Partecipazione attiva 3. Metodicità 4. Varietà e molteplicità 5. Semplicità e chiarezza 6. Evidenza 7. Adattamento
  • 18. Tecnica calcistica L’insieme dei movimenti che il calciatore compie con la palla o in funzione di questa durante la gara. TECNICA CALCISTICA TECNICA CALCISTICA TECNICA DI BASE TECNICA DI BASE TECNICA APPLICATA TECNICA APPLICATA La qualità del gioco dipende in massima parte dalle qualità ed abilità tecniche dei calciatori. La tecnica sopravvive senza la tattica, la tattica senza la tecnica no.
  • 19. Tecnica di base Contatto e rapporto uomo palla. Movimenti o gesti tecnici individuali (di fondamentale importanza), che dovranno essere eseguiti nel modo migliore. 1. Calciare 1. 2. Sono i 2 casi in cui si possono effettuare tiro e passaggio. 2. Colpo di testa 3. Ricezione o stop 4. Guida della palla 5. Contrasto 6. Rimessa laterale 6. 7. sono gli unici 2 casi in cui si 7. Tecnica del portiere possono adoperare le mani.
  • 20. Calciare  È il gesto tecnico base del gioco del calcio e lo scomponiamo analiticamente. Gli elementi essenziali per una corretta esecuzione indipendentemente dai vari modi di calciare la palla sono: 1. Rincorsa (quando c’è) o approccio alla palla 2. Posizione del piede d’appoggio 3. Equilibrio sul piede d’appoggio 4. Escursione ed oscillazione della gamba calciante 5. Posizione del piede calciante 6. Punto d’impatto sulla palla 7. Prosecuzione del movimento di oscillazione della gamba calciante nella direzione della palla (con eventuale saltello) 8. Posizione delle braccia
  • 21. Modi di calciare la palla Sia chiaro che è possibile calciare la palla con tutte le parti del piede: di punta, di tacco, di pianta … Ma i modi più usati sono: 1. Interno piede 2. Interno collo 3. Collo pieno 4. Esterno collo
  • 22. Colpo di testa Si può effettuare con i piedi a contatto col terreno, in volo o elevazione e in deviazione.  PIEDI A CONTATTO COL  IN VOLO O ELEVAZIONE: TERRENO: a. In corsa a. In avanti 1. In avanti b. Laterale 2. Laterale c. Indietro a. In tuffo b. Sul posto 1. In avanti  DEVIAZIONE 2. Laterale 3. Indietro
  • 23. Colpo di testa Elementi essenziali per una corretta esecuzione 1. Rincorsa 2. Rullata/ caricamento 3. Spinta/stacco 4. Elevazione 5. Sospensione 6. Inarcamento 7. Frustata in avanti 8. Arrivo a terra con prosecuzione o movimento
  • 24. Ricezione o stop “controllo di palla come ricerca di uno scopo” Per una buona esecuzione dello stop esistono alcuni punti importanti da seguire: 1. Esatta valutazione della traiettoria, distanza e velocità (capacità spazio – temporale). 2. Il calciatore si deve trovare il più vicino possibile alla linea di arrivo della palla o sul punto di caduta se avesse una traiettoria aerea (capacità di orientamento). 3. Il calciatore deve saper decidere il più presto possibile il tipo di stop che intende effettuare (capacità di trasformazione). Più basso è il livello di destrezza, maggiore è la necessità di una scelta preventiva. 4. Il calciatore deve essere in possesso di una buona sensibilità muscolare (capacità di differenziazione).
  • 25. Ricezione o stop “controllo di palla come ricerca di uno scopo” 5. Il calciatore deve offrire al pallone in arrivo una superficie adeguatamente rilassata (meno rilassata nello stop a seguire). 6. La parte del corpo destinata al contatto con la palla deve arretrare al momento dell’impatto per smorzare l’urto. (nello stop a seguire indirizzare la palla con tocco leggero verso la direzione voluta). 7. È importante la scelta di tempo altrimenti la palla rischia di sfuggire al controllo. 8. Il calciatore deve essere sempre in perfetto equilibrio (capacità di equilibrio).
  • 26. Ricezione o stop A. PALLONI TESI (rasoterra) B. PALLONI A MEZZA ALTEZZA C. PALLONI ALTI VARI MODI DI CONTROLLO DELLA PALLA: 1. CON LA GAMBA 2. VENTRE O STOMACO - Interno piede 3. PETTO - Collo piede 4. TESTA - Esterno collo - Suola - Tallone - Tibia - Coscia
  • 27. Ricezione o stop  BLOCCAGGIO  RICEVERE - Pianta del piede (pallone in volo) - Interno piede - Interno piede - Esterno piede - Petto  SMORZAMENTO  RASOTERRA (su palla in caduta dall’alto) - Interno piede - Testa  A SEGUIRE - Coscia - Interno piede - Punta del piede - Esterno piede - Petto - Testa
  • 28. Guida della palla La guida della palla è quel gesto tecnico che permette di mantenere il possesso di palla, con una serie di passaggi a sé stesso, lungo la direzione di corsa. MODI PRINCIPALI DI GUIDARE LA PALLA  Con l’interno collo del piede  Con pieno collo del piede  Con l’esterno collo del piede Un’ottima dote sarebbe possedere un buon controllo di palla ad alta velocità.
  • 29. Guida della palla Principi fondamentali  Il pallone deve essere colpito con tocco più o meno leggero a seconda della situazione, quando si trova all’altezza del piede d’appoggio.  La velocità non deve mai pregiudicare la sicurezza.  Il busto deve essere sempre inclinato in avanti a protezione del pallone  Lo sguardo non deve essere rivolto costantemente al pallone, ma deve seguire sia il pallone che il campo per una buona visione di gioco (vista periferica).
  • 30. Tecnica applicata e tattica individuale Insieme di comportamenti che il calciatore compie in ogni situazione delle 2 fasi di gioco (possesso o non possesso), affinché la propria prestazione risulti efficace.  FASE DI POSSESSO  FASE DI NON POSSESSO (fase offensiva) (fase difensiva)  SMARCAMENTO  PRESA DI POSIZIONE  CONTROLLO E DIFESA  MARCAMENTO DELLA PALLA  INTERCETTAMENTO E  PASSAGGIO ANTICIPO  DRIBLING (FINTA)  CONTRASTO  TIRO IN PORTA  DIFESA DELLA PORTA
  • 31. Principi generali della tattica nel gioco di squadra Predisposizione razionale ed equilibrata di tutti i giocatori atti a svolgere azioni offensive e difensive affinché non ci siano scompensi tra i diversi reparti al fine di ottenere un risultato positivo (vittoria). SCAGLIONAMENTO  FASE DI POSSESSO  FASE DI NON POSSESSO (fase offensiva) (fase difensiva)  VERTICALIZZAZIONE  AZIONE DI RITARDO  AMPIEZZA FRONTE  CONCENTRAZIONE IN ZONA D’ATTACCO PALLA  MOBILITA’  EQUILIBRIO DIFENSIVO  IMPREVEDIBILITA’  CONTROLLO E CAUTELA DIFENSIVA
  • 32. Contrasto  Il contrasto è il gesto tecnico che permette al difendente di conquistare o allontanare il pallone in possesso all’avversario con l’obbiettivo di fermare la sua azione.  Il contrasto non è facile da insegnare e difficile da apprendere nei bambini: (paura) timore nell’impatto e caduta.
  • 33. Contrasto CONTRASTO CONTRASTO Fondamentale Tecnica applicata tecnica di base in fase difensiva DIRETTO DIRETTO INDIRETTO INDIRETTO (su giocatore con palla) (su giocatore con palla) (su giocatore senza palla) (su giocatore senza palla) Contatto con Movimento anticipato di l’avversario per la presa di posizione. riconquista della palla Obbiettivo: tentare di mettere in zona d’ombra l’avversario, FRONTALE – LATERALE - SCIVOLATO impedire che riceva palla.
  • 34. Contrasto diretto - Tempo dell’intervento rapido e deciso - Piegamento e buon appoggio sulle gambe - Forza del piede che effettua il contrasto, rivolta al centro della palla - Coraggio e concentrazione - Determinazione - Entrare e uscire dal tackle rapidamente - No contrasto quando non si è sicuri! - Il calciatore deve intervenire quando l’avversario a poco spazio di manovra
  • 35. Contrasto diretto CONTRASTO DIRETTO FRONTALE LATERALE SCIVOLATO Interno piede o collo Di fianco all’avversario Rischioso – emergenza – del piede (più potente) con palla. coraggio – doti acrobatiche. Piede portante vicino Gamba esterna – interno o all’avversario, gamba collo piede esterna entra in Gamba interna – esterno o contrasto. collo piede (punte – pianta) Interno o collo piede
  • 36. Sistema di gioco Un sistema di gioco rappresenta e spiega la dislocazione di base attraverso i compiti e le funzioni dei giocatori in campo. È un concetto dinamico, non statico. Esso esprime il modo di gioco che si realizza - sia per mezzo della posizione e dei movimenti preferenziali dei calciatori, nelle due fasi di gioco; - sia per mezzo degli sviluppi tattici adottati.
  • 37. Caratteristiche e principi di un sistema di gioco A. EQUILIBRATO Rapidità, adeguamento tra possesso e non possesso; B. ELASTICO Adattarsi (senza squilibri), modificarsi a seconda del comportamento dell’avversario. 1. Si può mantenere lo stesso sistema 2. Cambio sistema e qualche giocatore in campo; C. RAZIONALE Deve essere formulato in base alle caratteristiche fisico – tecnico – tattiche – di personalità dei calciatori a disposizione.
  • 38. Terminologia • Un sistema: è una costruzione ragionata, una chiara e logica distribuzione delle forze, quindi una predisposta suddivisione dei compiti dei singoli giocatori nell’interesse dell’intera squadra. • Lo stile: un modo personale e particolare di comportarsi; quindi il tipo di gioco di una squadra che viene modellata in base alle capacità tecnico – tattiche, alle potenzialità fisiche ed al comportamento morale dei giocatori.