2. Presentazione
Assessore Lucia De Robertis
Editoriale - Pensa Vasariano
di Fabio Massimo Fabrizio
La Mostra - Le collezioni del Louvre a Cortona
di Lilly Magi
Urbanistica - C’era una volta la Pista Ciclabile
di Federico Rupi
Belle Speranze - I giovani e la cultura
di Eleonora Manganelli
IL VASARIANO
Scienza - Prerequisiti della ricerca scientifica e tecnologica
di Roberto Vacca
E-Zine mensile di storie e notizie aretine
N. 1 - Giugno 2011
Vintage - Arezzo che non fu
Photostory di Federico Rupi
Direttore Responsabile Opinioni - Un eroe sbagliato
LILLY MAGI di Fabio Giannini
Vicedirettore Città (I) - Il cardo, il decumano e le mura etrusche
FABIO MASSIMO FABRIZIO di Marilli Rupi
Città (II) - Il toponimo “Cremona”
Hanno collaborato
di Marco Giustini
ROBERTO VACCA
FABIO GIANNINI - FEDERICO RUPI Da Bruxelles - PMI e Globalizzazione
MARCO GIUSTINI - MAURIZIO LICENZIATI di Paolo Bartolozzi
ANTONIO BEDINI - MATTEO CAMAIANI
ELEONORA MANGANELLI - MARILLI RUPI
PAOLO BARTOLOZZI Il Progetto - MusicArezzo 2011
dell’Orchestra “Città di Arezzo”
IL VASARIANO è edito da Hobbies - Il Bridge ad Arezzo
Associazione “Il Vasariano” di Antonio Bedini
Via Bottego, 30 - Arezzo
Reg.Trib. n. 4/11 RS
Rubriche:
www.ilvasariano.com Toponomastica - Poesie - Bridge & Burraco
Scrivi a: redazione@ilvasariano.com
3. C’è bisogno d’informazione. E non in senso generico.
Il web ha aperto infine opportunità alla comunicazione e all’informazione.
C’è grande dinamismo nella “rete” e, a mio parere, un grande bisogno di
qualità.
“Il Vasariano”, al quale auguro le migliori fortune, penso colga questo
bisogno.
Mi piace il sottotitolo che è una sorta di “mission” della testata: storie e
notizie aretine. E anche gli argomenti che ho avuto il piacere di leggere
nel numero zero confermano questo orientamento: fare a meno della
“marmellata” informativa e privilegiare la selezione delle notizie e delle
storie.
Quindi approfondimenti sul presente ma anche sul passato della nostra
città.
In questo modo “Il Vasariano” recupera anche una funzione, storica ma
ormai dimenticata, del primo giornalismo e cioè contribuire alla formazione
dei lettori.
In questo senso potrà essere un valido strumento di informazione e
approfondimento al quale auguro il successo che merita.
Lucia De Robertis
Assessore alle Politiche Sociali e Sanità
Comune di Arezzo
1
4. Pensa vasariano
Di fabio massimo fabrizio
Nelle Conclusioni delle sue Vite, l’analisi delle opere dei grandi artisti di
Giorgio Vasari così recitava: “A cagione cui scriveva, per perdersi nel racconto di
che chi vorrà seguitar la istoria, possa vita, degli ambienti, a volte perfino del
giustamente con le onorate fatiche sue, fare pettegolezzo.
apparire men chiare e men belle quelle de'
morti.” Insomma, da un grande artista e critico
d’arte cinquecentesco, questi accademici
Il messaggio è chiaro: quelli che dopo di si attendevano l’estasi estetica di fronte
me continueranno a raccontare le “istorie” all’opera immortale, la perfezione delle
dei grandi che verranno, non potranno forme cantata da uno dei più grandi
non prescindere dalla grandezza di umanisti di sempre, e non il “vile
coloro che li hanno preceduti - e di coloro compendio” di vite vissute, in cui le opere
che li hanno raccontati. fanno solo da arredo.
Un modo elegante e garbato per dire: Eppure, la grandezza di Vasari è proprio
ecco, ho finito, ora tocca a voi. lì: in quella curiosità quasi infantile nel
ricercare le storie più gustose, in quella
Ma anche un modo meravigliosamente capacita di farci immaginare in modo
moderno di concepire la vita, come eterno vivido e scanzonato qual’era l’ambiente
fluire di grandezze e miserie di cui tutti in cui i grandi artisti vivevano e si
noi siamo voraci ma effimeri consumatori. relazionavano. Perché, per Vasari,
Questo approccio, a dir poco stravagante l’opera altro non è che il risultato
per un uomo ben inserito nei templi della dell’esperienza di vita sublimata in
cultura curtense dell’epoca, ha fatto eccellenza artistica.
indispettire - e non poco - molti critici Anticipando perciò di 500 anni la
d’arte e letterari, che rimproverano a moderna critica, Vasari si dimostra il
Giorgio Vasari di aver trascurato troppo
Think Glocal. Think Vasarian.
2
5. Think Glocal. Think Vasarian.
primo, vero “Giornalista” della storia è tradizione e qualità locale altro non è
artistica italiana. che l’altra faccia della globalizzazione
applicata al caso concreto e in un
Per il nostro, non c’è bisogno di raccontare mercato aperto a tutti.
la Vera Croce di Piero della Francesca.
Basta descriverne la vita di bottega e A ben vedere, non mi sembra che la
riportarne la crescita di uomo che con il lezione Vasariana sia stata ancora ben
tempo, capacità, fortuna e buone compresa dai suoi concittadini del futuro.
entrature, alla fine si trasforma in artista
eccelso. Troppi treni persi, troppo provincialismo
nelle strategie, troppo pochi investimenti
Tutto ciò ha un sapore cinematografico: si nel far conoscere al mondo i tesori che
fotografa il vissuto, e si lascia intendere possediamo e conserviamo.
l’immortale. Sarà poi il lettore a gioire
della scoperta, specie perché potrà Il “globalizzarci”, non significa affatto
goderne senza l’ingombro di chi ha già rinunciare a ciò che di meglio abbiamo,
deciso, con il peso della propria cultura, ma anzi significa potenziarlo proprio
di orientarne - se non addirittura perchè fatto conoscere ed apprezzare
circonvenirne - l’esito critico. a chi ancora non sa trovare Arezzo in una
cartina geografica.
Tuttavia, ai più è sfuggito un altro enorme
merito dell’artista aretino: quello di aver Ecco, da questo numero noi vogliamo
portato, attraverso i propri scritti, la “glocalizzare” anche la nostra rivista:
nostra città, i nostri usi, i nostri tesori, nelle unire storie dalla spiccata identità locale,
corti di tutta Europa. E di aver reso la al respiro del pensiero di chi sa e vuole
Toscana la culla dell’arte del mondo. essere cittadino del mondo.
Oggi lo chiameremmo “marketing Perciò, il lettore non si spaventi se da
territoriale”, ovvero la capacità di far questo numero troverà mescolati articoli
conoscere la propria terra, raccontandone di storia e cultura aretina con opinioni più
- e pubblicizzandone - le eccellenze. generali - espresse in totale libertà; se
troverà, accanto al Bridge e al Burraco,
“Think Global, Do Local” direbbe il l’intervento di Roberto Vacca, uno dei più
sociologo Zygmunt Bauman, inventore del grandi divulgatori italiani. E’ il nostro
fortunato termine “Glocale”, in cui ciò che piccolo modo di pensare Vasariano.
3
6. Le collezioni del louvre
a cortona
di Lilly Magi
Il successo riscosso dalla mostra "Capolavori interesse generale che però coinvolgesse la
etruschi dall'Ermitage", tenutasi nella sede città che ospitava l'esposizione.
del MAEC nel 2008, è stato un incentivo per
l'Amministrazione comunale di Cortona, per L'area suddetta è a vocazione
il Consiglio Direttivo e per l'Assemblea prevalentemente agricola, per cui la mostra
dell'Accademia Etrusca ad insistere sulla ed il relativo catalogo potrebbero aprire
linea delle aperture e collaborazioni squarci illuminanti sull'agricoltura dell'Etruria,
internazionali. una delle risorse più importanti in particolare
dell'Etruria interna.
E così, dopo l'Ermitage è stata la volta de il
Louvre. Questo museo possiede una famosa L'intento degli organizzatori della
raccolta di antichità etrusche, provenienti in manifestazione è quello di offrire al
massima parte dalla dispersione della visitatore un quadro di quest'ultima area che
collezione del marchese Gian Pietro proponga una sorta di "file rouge", a livello
Campana negli anni Cinquanta del XIX: di produzione e cultura, tra la realtà
raccolta ricca di oggetti e varia per le classi dell'ultimo millenio a.C. e quello dei giorni
monumentali che vi sono rappresentate, in nostri.
grado di lumeggiare diversi aspetti della
civiltà etrusca. La collezione Campana per circostanze
contigenti è andata dispersa in una
Pertanto, gli organizzatori della mostra si molteplicità di sedi, ma i due nuclei più
sono trovati nella fortunata condizione di consistenti sono finiti all'Ermitage e al Louvre.
poter sciegliere i manufatti da esporre Perciò, l'attuale rassegna vuole essere una
intorno ad un tema specifico, che potesse continuazione della precedente sui
essere un'acquisizione culturale ed oggetto capolavori etruschi dell'Ermitage.
di discussione.
Così la scelta culturale della città di Cortona
L'ubicazione di Cortona nella valle del è un invito alla cittadinanza, ai visitatori, agli
Chiana, l'uno il confine orientale dell'Etruria, stessi organizzatori a meditare sul passato
segnato grosso modo dal corso del Tevere per trovarvi motivazioni e stimoli a capire il
e da quelli contigui del Chiana e dell'Arno ruolo dell'uomo nella società degli anni 2000.
superiore e medio, è stato uno dei criteri che
ha guidato nella scelta del tema "Gli Etruschi La mostra "Le collezioni del Louvre a
dall'Arno al Tevere", e cioè un tema di Cortona. Gli Etruschi dall'Arno al Tevere"
4
7. propone, infatti, una selezione accurata di In tempi più recenti si ricorderà la figura di
reperti di grande fascino, incluse anche Gino Severini, il cui cuore era diviso tra
opere poco note al grande pubblico ed Cortona, dove era nato, e Parigi, la sua città
esposte per la prima volta in Italia, per di adozione; il pittore - al quale il Musèe de
offrire importanti e nuovi elementi di l'Orangerie renderà omaggio quest'anno -
riflessione sulla società etrusca in relazione fu nella prima metà del Novecento un vero
alle diverse località di quest'area, anche e proprio "trait d'union" tra le avanguardie
grazie a studi, indagini e restauri recenti o artistiche francesi e quelle italiane.
effettuati per l'occasione.
Così è per il grande busto in terracotta di
Arianna risalente al III secolo a.C., frammento
di una statua monumentale appartenente
forse ad un gruppo culturale, che fino ad una
decina di anni fa era conservato, privo
ancora di identità, nei depositi del
Dipartimento delle Antichità greche, etrusche
e romane del grande museo francese.
Sono in mostra a Cortona opere famose
come "La Testa da Fiesole" - un bronzo del
III secolo a.C., acquistato dal Louvre nel
1864. E' possibile ammirare pezzi di
artigianato artistico, come "La pisside in
avorio" proveniente dalla collezione
Castellani - scoperta nella necropoli di Fonte
Rotella presso Chiusi.
Il legame di stima ed amicizia che unisce la
Francia alla città di Cortona ha radici molto
antiche.
Ricordiamo, ad esempio, la storia del Louvre
col progetto architettonico che Colbert chiese
a Pietro da Cortona e, più in generale, il
rapporto che nel secolo dei lumi unì
Montesquieu a Filippo Venuti, il quale,
insieme ai suoi fratelli Marcello e Rodolfino,
fu il fondatore dell'Accademia Etrusca e
divenne anche abate di Clairac.
5
13. distinguono nelle seguenti quattro
tipologie riportate in ordine
decrescente rispetto alla sicurezza per
i ciclisti:
1 - piste ciclabili in sede propria.
2 - piste ciclabili su corsia riservata.
3 - percorsi promiscui pedonali e
ciclabili.
4 - percorsi promiscui ciclabili e
In anni trascorsi, le piste ciclabili veicolari.
ebbero ad Arezzo una cattiva
accoglienza e finirono smontate “a furor La pista ciclabile in sede propria
di popolo”, forse anche perché non era deve essere fisicamente separata dalla
stata data la dovuta attenzione ad alcune sede destinata ai veicoli e ai pedoni
indicazioni di base. attraverso uno spartitraffico invalicabile
compreso in una fascia di separazione di
Poiché queste infrastrutture almeno 50 cm.
apparentemente “minori” risultano,
tuttavia, avere un loro significativo valore La separazione della pista può essere
nel sistema dei trasporti urbani e l’uso di diverso tipo in relazione alle
della bicicletta si va diffondendo in molte caratteristiche geometriche e funzionali
città anche per spostamenti sistematici di della strada cui si affianca, anche se
lavoro, può essere oggi il momento di andrebbe riferita al contesto urbano in
riprenderle in considerazione e può cui si inserisce: ad esempio la barriera
essere utile riportare alcuni criteri “new jersey” offre il maggior grado di
essenziali. separazione, ma in un centro storico è
chiaramente assai invasiva; i cordoli a
Il Decreto ministeriale 557 del terra assolvono ad una discreta
30/11/1999 fissa le linee guida per la separazione tra le due correnti di
progettazione delle piste ciclabili che si
15
1
14. traffico, ma possono essere pericolosi in essere previste piste ciclabili formate da
quanto non ben percepibili dai pedoni. due corsie riservate purché nello stesso
senso di marcia ubicate sempre in destra
In considerazione della separazione rispetto alla contigua corsia destinata ai
fisica dalle altre componenti di mobilità, veicoli a motore.
la pista ciclabile in sede propria può
essere anche a doppio senso di marcia. La pista ciclabile su corsia riservata
ricavata dal marciapiede può essere
La pista ciclabile su corsia riservata invece a unico o a doppio senso di marcia
può essere ricavata dalla carreggiata a condizione che sia ubicata sul lato
veicolare o dal marciapiede pedonale: in adiacente alla carreggiata stradale.
entrambi i casi la corsia ciclabile è
individuata da una semplice striscia di La larghezza minima della corsia
delimitazione longitudinale. ciclabile deve essere di almeno 1,50 m;
tale larghezza può essere ridotta a 1,25
La pista ciclabile su corsia riservata m nel caso di due corsie contigue dello
ricavata dalla carreggiata può essere stesso od opposto senso di marcia.
solo ad unico senso di marcia, concorde e
sulla destra della corsia riservata ai Per le piste ciclabili in sede propria e
veicoli. per quelle su corsia riservata per brevi
tratti dell’itinerario ciclabile la larghezza
Qualora l’intensità del traffico ciclistico minima della corsia può essere in casi
ne richieda la realizzazione, possono particolari ridotta ad un solo metro.
Non di rado vengono
realizzate corsie ciclabili a
doppio senso di marcia
ricavate dal marcia-piede
e caratterizzate da una
diversa pavimentazione: in
molti casi tali soluzioni,
prive di requisiti tecnici
accettabili, sono foriere di
numerosi conflitti tra
pedoni e ciclisti.
Occorre a questo
proposito evidenziare che,
nonostante la diversa
12
15. biciclette non fa
parte della cultura
diffusa e nei percorsi
comuni per i pedoni
e per i ciclisti si
riscontra una non
trascurabile
frequenza di
incidentalità a danno
di ambedue i
soggetti.
Infine, i tratti
promiscui ciclabili e
gravità dei conflitti tra ciclisti e veicoli veicolari sono ammessi solo per dare
rispetto ai conflitti tra ciclisti e pedoni, le continuità alla rete laddove non sia
traiettorie pedonali sono molto meno possibile risolvere diversamente il
prevedibili di quelle dei veicoli. Questo, collegamento di due segmenti di piste
unito alla scarsa disciplina dei pedoni ad ciclabili in sede propria o su corsia
utilizzare solo la parte di marciapiede ad riservata.
essi riservata, condiziona la percezione di
sicurezza dei ciclisti che, di conseguenza, Questi tratti promiscui, dove si
sono portati ad utilizzare poco le piste interrompe la separazione con le altre
ciclabili promiscue con i pedoni. componenti di mobilità, sono però quelli
a maggiore rischio di incidente, anche
I percorsi promiscui pedonali e ciclabili perché il ciclista, provenendo da percorsi
possono essere realizzati all’interno di riservati, tende in genere a ridurre il suo
parchi o di altre zone a traffico livello di attenzione.
prevalentemente pedonale. A volte
vengono previste bande piuttosto strette
delimitate da strisce orizzontali
discontinue che dovrebbero costituire per
i pedoni elemento di riconoscimento dello
spazio dedicato alla circolazione delle
biciclette.
Purtroppo, anche in questo caso
l’attenzione dei pedoni al passaggio delle
13
16. di Eleonora Manganelli
In senso antropologico, la cultura La cosa che è d’uopo sottolineare, e
è l’insieme di costumi, usi, regole, che spesso molti dimenticano è che la
credenze, usanze, atteggia-menti, cultura si apprende e non si eredita per
abitudini, valori, ideali afferenti alle più via biologica, pertanto è un “percorso
svariate popolazioni e società del di vita” aperto a tutti ma che in special
mondo. modo è da consigliare ai giovani, cioè
ai futuri uomini della nostra società.
Entrare a stretto contatto con queste
realtà differenti dalla nostra è ciò che La cultura è un mix di studio (nozioni),
ci apre la mente, è ciò che rende il nostro di esperienza e di libera interpretazione
pensiero fluente e dannatamente della conoscenza. Essa è crescita
elastico, è ciò che c’insegna a rispettare continua, un cercare di colmare la sete
e tollerare l’altro da noi. di conoscenza ma è anche
14
17. rielaborazione interiore di ogni cosa ricercatori italiani all’estero è felice e
imparata. non pensa minimamente ad un rientro
nel Bel Paese.
Bisogna leggere, riflettere, confrontarsi
ma soprattutto mettersi in discussione Questo dato è uno scacco matto per
sperimentando i propri limiti e tentando l’Italia che non soltanto registra una
di superarli. costante perdita di menti eccellenti, ma
i risultati conseguiti all’estero dai nostri
Bisogna motivare, dunque, i giovani studiosi contribuiscono alla progressione
a studiare, a imparare ad essere curiosi e allo sviluppo dei paesi esteri lasciando
a coltivare quella sete di sapere che l’Italia sempre più indietro trincerata
dovrebbe invadere ognuno di noi e dietro la vecchia guardia, dietro il
l’Italia deve impedirgli di fuggire per nepotismo, dietro un cumulo di macerie
mettere a frutto il background culturale e ceneri che di certo non conducono al
acquisito. progresso.
E’ di questo e di molto altro che A testimonianza di ciò, un’economia
occorrerebbe parlare anche nelle in stallo ed un paese dove il divario tra
trasmissioni tv, spesso nutrite d’impro- i ricchi e i nuovi poveri si f via via più
duttivi reality pronti a succhiare marcato; un paese spento dove sempre
l’attenzione modesta dell’opinione meno fondi sono destinati alla ricerca e
pubblica. dove i pochi scienziati che restano
Cos’è che dovrebbe oggi spingere
un giovane a seguire un arduo e tortuoso
percorso universitario, quando dopo la
laurea e magari un dottorato di ricerca
(titolo di alta specializzazione), ad
attenderlo sono soltanto prospettive di
precariato vitalizio, mentre il suo nome
corre ad infoltire la già nutrita lista degli
stagisti seriali?
Ed ecco che arriviamo alla cosiddetta
“Fuga dei cervelli”.
Secondo, infatti, una delle tante
indagini di mercato il 73% dei
15
18. covano insoddisfazione, e per la di un salario decente, oggi è la fame di
strumentazione inadeguata e per i esperienze, libertà e di nuovi orizzonti.
compensi impropri che sono costretti a
ricevere. Ma i motivi che spingono questi giovani
indottrinati, colti e specializzati a
Si potrebbe citare il libro scritto lasciare l’Italia riguardano soprattutto il
dalla Cucchiarato a riguardo, una fatto che chi vive in Italia fa più fatica
giovane giornalista espatriata in a veder valorizzato il proprio capitale
Spagna. umano e le opportunità occupazionali
sono più basse; inoltre il nostro sistema
Il titolo: “Giovani senza radici: gli welfare è inadeguato poiché ha
emigranti italiani di oggi”. La gradualmente trasformato la flessibilità
Cucchiarato sostiene, che i giovani in in precarietà e costretto i giovani a
fuga dall’Italia non si sentono dover dipendere a lungo dalle risorse
esattamente emigranti; sono figli della della famiglia d’origine.
Generazione Erasmus.
Bisogna allora correre ai ripari e
In più il motivo che spinge a partire stimolare con nuove prospettive e
non è più lo stesso: cent’anni fa era la incentivi allettanti i giovani ad
fame in senso stretto, fame di lavoro e intraprendere una fruttuosa carriera
16
19. scolastica mostrandogli una volta per giovani a brancolare nell’incertezza di
tutte un’Italia diversa, un’Italia che una vita dai facili arricchimenti.
trasmetta consapevolezza di cultura
dove non accada che gieffini, tronisti e La conoscenza, la cultura, il sapere
calciatori surclassino coloro che nella vanno adeguatamente premiati anche
vita si sono dedicati ad altro meritando da un punto di vista economico per
forse di più o almeno quanto loro una offrire la giusta dimensione ai ragazzi
vacanza lusso. spesso persi in sogni di vana gloria.
Non è etico mettere alla berlina La domanda è: perché in Inghilterra,
nessuno ma un inno alla cultura che si sta in Germania, in America i nostri talenti
perdendo nei meandri di una società italiani sono premiati sia con gli stipendi,
depressa è d’obbligo per risvegliare le che con gli elogi per il proprio operato?
coscienze da quel torpore latente che
rischia di condurre per mano i nostri Perché come sostiene Predazzi,
prima lo stato e le famiglie investono
17
20. denaro pubblico per la formazione dei occorre una forte vitalità”, e chi più dei
ragazzi dalla culla all’università e poi giovani può possedere tanta forza e
quando sono finalmente formati, li si tanto vigore?
regala ad un altro paese?
Sicuramente anche le aggregazioni
Bisogna capire che i giovani sono il culturali, le associazioni apolitiche
futuro da coltivare, non una minaccia da possono giocare un ruolo fondante per
mettere sotto giogo dove in Italia la crescita proficua dei ragazzi che
abbiamo la classe politica, dirigente, riescono a confrontarsi, a scambiarsi
insegnante più anziana del mondo. Non idee, a discutere di temi più o meno
si può abbandonare il nostro Paese al audaci perché dovunque c’e scetticismo
proprio destino, perché la politica è in e negoziazione delle proprie stesse idee
crisi e larga parte della classe dirigente più valide, c’è sapere.
italiana è screditata.
Concludiamo con una celebre frase
Servono energie ed intelligenze di Frank Herbert: “Esigere il sapere
pure, non compromesse con il vecchio assoluto è qualcosa di mostruoso. Il
per costruire le basi di un nuovo sapere è un’avventura senza fine ai
rinascimento e questo è un contributo che confini dell’incertezza.”
solo giovani colti possono apportare. I
giovani non possono non possono
crescere nel culto della televisione
spicciola e acontenutistica.
Ma il problema non sta nel
modificare gli interessi o nell’incentivare
il numero dei libri letti perché la vera
questione è cercare d’infondere dalla
scuola dell’obbligo in poi nei ragazzi la
fiducia nel domani, l’amore per la
scoperta, la propensione alla ricerca e
alla curiosità di conoscere nuove cose
che siano esse filosofiche, letterarie
scientifiche o anche semplicemente
afferenti alle usanze e ai costumi di un
luogo.
Ricordando una citazione di Pasolini
in proposito: “Per amare la cultura
18
21. I progressi scientifici, tecnologici,
organizzativi, straordinari negli ultimi
secoli, continuano ad accelerare. Però
l’epoca attuale non è un’età della scienza.
Quasi ovunque la maggioranza della
popolazione ha idee vaghe sugli strumenti
teorici e pratici con cui la realtà si
interpreta e si modifica.
Le comunicazioni di massa danno
l’illusione di un sapere diffuso, ma, rispetto
ai picchi di conoscenza della minoranza
avanzata, i più sono nell’ignoranza.
La situazione attuale italiana in
Manca un’opinione pubblica informata scienza e tecnologia, a parte notevoli,
che eserciti un controllo sociale della ma rari picchi di eccellenza, è molto
tecnologia. La paura di rischi immaginari critica. Gli interventi per mirare e
e non di quelli reali, ispira decisioni realizzare una ripresa dovrebbero
sbagliate. essere al primo posto nei dibattiti su
riforme e piani nazionali – ma non lo sono.
La situazione culturale di oggi è
migliore che in passato, ma, specie nel La Commissione Europea ha
nostro paese, potrebbe esserlo molto di pubblicato (Febbraio 2011) la classifica
più. Per innalzarla non ci sono ricette dei 27 paesi dell’Unione in base al livello
semplici: la cultura tradizionale va di innovazione raggiunto. Questo è
integrata con la tecnologia dell’in- espresso da un indice (compreso fra 0 e
formazione e della comunicazione. 1), che è funzione di 24 indicatori
(lauree, ricerca scientifica, investimenti
pubblici e privati in ricerca e sviluppo,
19
22. Fonte: Innovation Union Scoreboard 2010, www.proinno-europe.eu/metrics
brevetti, percentuale di piccole e medie 30 anni. Non è solo questione di
imprese innovative, etc.). La situazione è investimenti, ma di cultura media. La
rappresentata dall’istogramma seguente. percentuale della popolazione che ha
In verde: 4 leader (Svezia, Danimarca, completato l’educazione terziaria è in
Finlandia, Germania) - in celeste,: 10 Italia il 19%. La media europea è 32,3
innovatori di seconda classe, in giallo 9 %, Francia 43,3 %, Irlanda 49 %. A
innovatori moderati e in arancione; 4 livello più basso dell’Italia sono solo 5
innovatori modesti. paesi: Macedonia, Repubblica Ceka,
Romania, Slovacchia e Turchia.Il pubblico
La Svezia sta a 0,75. La media dei 27 italiano non vede il problema.
Paesi sta a 0,5. L'Italia sta fra gli
innovatori moderati a 0,42 - il 16° posto Gli italiani in media si interessano
su 27 - dopo Portogallo, Estonia, meno agli studi e alle professioni
Slovenia, Cipro – tutti sotto la media. tecniche. Nel 2004 il numero degli iscritti
ai licei superò quello degli iscritti agli
Il quadro sinottico in appendice mostra istituti tecnici. Nel 2008 i primi erano il
che in Italia gli investimenti pubblici in 43% e i secondi il 29% dei giovani che
ricerca e sviluppo sono lo 0,58 % del PIL continuavano gli studi [istituti
(0,77 della media europea) e quelli professionali 28%].
privati sono lo 0,65 % del PIL (0,52 della
20
media europea). Questo divario dura da
23. Già mezzo secolo fa - e anche oggi -
non solo manager e funzionari ad alto
livello, ma anche il pubblico in generale e
i mezzi di comunicazione di massa tendono
a ignorare nozioni, concetti e strumenti
scientifici e tecnici.
Si alimentano di una cultura discorsiva
e danno credito a pensatori modesti. La
cultura era, ed è, spesso identificata con
spettacoli più musei. Si ripete che siamo
entrati nell’era dell’informazione e si tenta
di misurare il successo valutando la Una rimonta culturale, tecnologica ed
penetrazione nel mercato di computer economica richiederebbe impegni
personali, telefoni cellulari e apparecchi eccezionali di investimenti, risorse umane,
per sentire musica registrata e scambiare immaginazione e controlli rigorosi della
sms. qualità e del benchmarking (valutazione
Gli intellettuali parlano per sentito dire della posizione relativa dell’Italia
della conoscenza del mondo fisico e di rispetto agli altri Paesi. Non si vedono
matematica. Aumenta il divario fra alta segni di iniziative simili.
tecnologia e cultura media. Si diffondono È ora che questa esigenza sia
macchine di facile uso, che eseguono riconosciuta e si smetta di dibattere su
processi non trasparenti, e i questioni formali o di interesse
supercomputer si usano per scopi banali. particolaristico.
Gli utenti non acquisiscono concetti, non
usano linguaggi avanzati, ma solo Il degrado culturale si manifesta in
immagini. tanti modi. Chi ha studiato lo riconosce
nel suo settore di competenza. Le aree
Il circolo vizioso dell’ignoranza è più chiave sono ovviamente: scuola, mezzi di
minaccioso in Italia che altrove. I decisori comunicazione dei massa e telematica. In
pubblici e privati male addestrati non ciascuna dovremmo trovare e redimere
investono in ricerca e sviluppo, nè strumenti e concetti efficaci.
sponsorizzano scuole eccellenti.
Le carenze e i difetti sono così
I contenuti dei mass media, volatili o conclamati che sentiamo e leggiamo
vuoti, propagandano la tecnologia per critiche e proposte frequenti, anche se
scopi insulsi e sostengono che certi illusori sono troppo spesso timide e settoriali.
progressi tecnologici sono soddisfacenti.
21
24. È vitale rimontare posizioni. A questo Non sono solo economici gli interventi
scopo occorre definire traguardi per rinnovare il Paese. L'economia non si
intermedi: rilancia solo lavorando di più. Vanno fatti
lavori difficili e prodotto più valore
• definizione di settori, risorse, problemi, aggiunto.
strumenti, conoscenze su cui basare
imprese innovative In Italia c’è una università per ogni
600.000 abitanti. Negli Stati Uniti ce n’è
• progetto di aziende virtuali, costituite una ogni 100.000 abitanti, in Inghilterra
da ricercatori, scienziati, industriali ogni 200.000, in Francia ogni 230.000.
• specifiche di innovazioni o invenzioni Negli USA ci sono oltre 50 università,
concrete o creazione di settori di attività college e politecnici con capitali superiori
finora trascurati, ma perseguiti a un miliardo di dollari. Al primo posto
vivacemente all’estero Harvard con 25 miliardi, poi Yale con
• programmi miranti a reperire risorse 16, Princeton, Stanford e l’Università del
finanziarie e umane Texas con 12, Michigan, Cornell,
Università della California a Los Angeles
• monitoraggio dell’attività e con 5. In media il capitale per studente
valutazione impatti conseguenti è di circa un milione di dollari e ogni
università spende ogni anno il 5% del
• creazione di studi avanzati e patrimonio.
formazione avanzata entro le aziende.
Le industrie italiane dovrebbero
finanziare università,
scuole superiori e istituti
di ricerca anche
consorziandosi per
creare e finanziare
politecnici.
Paradossalmente
finanziano talora
prestigiosi istituti in altri
Paesi. Intanto vengono
ridotti i finanziamenti
pubblici a università e
ricerca.
22
25. In Francia il 2% dei professori Gli obiettivi sono: offrire occasioni di
universitari sono stranieri, nel Regno Unito apprendimento, innescare mode
il 10,4 %, in USA il 19%, a Singapore il edificanti. Bisogna far crescere la
47% - e, in questi paesi, è alta la domanda di prodotti e servizi sofisticati
percentuale di università eccellenti. che producano valore aggiunto e
innalzino i rendimenti della società.
Le università italiane, invece, non hanno
professori stranieri: non cercano di È vitale che si alleino cultura,
ingaggiare i migliori ovunque si trovino. accademia, parlamento, industria per
Per questo sono state criticate influire su giornali, radio e televisione e
energicamente, anche se ancora non fornire al pubblico strumenti di
penalizzate, dalla Comunità Europea. aggiornamento continuo, criteri di
giudizio sulle informazioni dilaganti, modi
È ben noto che università e ricercatori di acquisire l’abilità di esprimersi
italiani eccellono in alcuni settori di punta. efficacemente.
La media generale non raggiunge livelli
di eccellenza e si notano aree nettamente Oggi oltre a scienza/tecnologia e
arretrate e disattese. umanistica sono vitali: informatica, logica,
biochimica, energetica, socio-economia,
Innalzare la cultura professionale e previsione tecnologica. I numeri crescenti
generale, creare scuole avanzate, di esperti generano progressi continui.
investire in ricerca e sviluppo evita il Questi sono disponibili in rete, ma il
declino, produce resilienza agli eventi pubblico in genere ne è escluso perchè
avversi. giornali, radio, TV, comunicazioni sociali
Però le opinioni, le credenze, le interpersonali trattano solo di argomenti
ideologie, i memi condivisi dalla volatili. La gente – e i giovani – non
maggioranza della popolazione sono di sentono parlare di cose importanti e di
bassa qualità, se il pubblico è facile analisi critica dei fatti. Quindi non
preda di ingenui catastrofismi e della vengono motivati a sapere, a capire, a
ripetizione di leggende metropolitane. partecipare.
A lungo termine occorre un'azione Radio, televisione e giornali sono
internazionale congiunta di aziende, troppo usati in Italia per fini politici o per
soprattutto ad alta tecnologia, mirata a pubblicizzare interessi privati. Molte
innalzare la cultura di intere popolazioni. testate ed emittenti minimizzano notizie
Vanno utilizzati tutti i mezzi di e problemi di cui la proprietà o i gruppi
comunicazione di massa, oltre alle scuole. di riferimento non hanno piacere di
parlare. Editoriali stampati e in video
sono spesso di parte.
23
26. Questa caratteristica negativa non si consentiti giocosamente a certi
elimina con le esortazioni: ci vorrebbe una intellettuali – sia di destra, sia di sinistra.
serie di conversioni a codici di equità,
liberalismo, oggettività che per lunghi L’effetto sul pubblico ingenuo, invece,
periodi della nostra storia sono stati è disastroso: la disinformazione acritica
disattesi, ignorati, combattuti. Il nostro porta alla rovina.
paese dovrebbe essere terra di missione, Le notizie vengono date come se
ma anche la “libera America” manda fossero descrizioni oggettive di fatti
pochi missionari. osservati. Invece quando si tratta di
Missione impossibile? Lo fa temere lo processi multiformi (naturali, economici,
scarso rigore che conduce all’abbandono scientifici, tecnologici) è più sensato e utile
della ragione. In conseguenza si parla di discutere i meccanismi che li governano
esoterismo, astrologia, magia, e discutere su come vadano analizzati,
parapsicologia, miracoli, etc., come se ricostruiti, revisionati.
fossero innocenti e spiritosi atteggiamenti
24
27. Occorre ragionare su come si faccia a Imparare a usare questi strumenti è
capire chi ha ragione nei dibattiti fra un’attività piacevole e può appassionare
esperti (spesso improvvisati). più dei giochi di carte o dei quiz. Serve
anche a capire i problemi, a formarsi
Il mondo è fatto anche di meccanismi opinioni su cose vitali per noi che
della natura, struttura della materia e altrimenti ci accadono ed evocano nostre
degli artifatti umani, processi sociali, reazioni inadeguate come quelle di
politici ed economici. selvaggi analfabeti
Questi sono influenzati, gestiti, subìti Per ridurre le emissioni prodotte
da milioni di persone in modi razionali, dall’uso di combustibili fossili e la
irrazionali, passionali, casuali. Per capirlo dipendenza da fonti energetiche
non basta più la conoscenza dei caratteri importate, conviene ricorrere di nuovo
in cui il mondo è scritto: rette, cerchi, all'energia nucleare.
parabole (Galileo). Bisogna
padroneggiare strumenti moderni e non I dibattiti in merito, però, sono pervasi
guardarci attorno attoniti come da considerazioni passionali e da
passeggeri su veicoli che marciano a caso. disinformazione.
25
28. In Italia le centrali esistenti sono state
fermate. Quella di Montalto è stata
convertita in termoelettrica dopo il
referendum del 1987, i cui quesiti erano
e sono largamente ignorati dall'opinione
pubblica, dai media, da pubblicisti e
sociologi.
Le tecnologie a cui ricorrere per creare
di nuovo una industria e una produzione
elettronucleare in Italia sono note. Le
prospettive del nucleare in Italia sono
incerte non per ragioni tecniche, ma per
motivi di inadeguatezza culturale.
Per consentire ai decisori pubblici e
privati di formulare piani di sviluppo
razionali e realistici, occorre
intraprendere una vasta operazione
culturale che fornisca informazione
corretta in termini semplici atti a
raggiungere un pubblico vasto. dell'incidente alla centrale di Three Mile
Island (USA) furono contenuti da uno
Va ricordato che il disastro di scudo corazzato e non causarono vittime.
Chernobyl ha provato che
l'addestramento degli operatori è fattore I timori dei rischi dovuti a centrali
vitale: con leggerezza inaudita (in nucleari si discutono riferendosi a
assenza di esperti nucleari) ingegneri tecniche di vari decenni or sono. Quelle
elettrotecnici tolsero le sicurezze realizzate in Occidente erano già più
dall'impianto e provarono se in caso di sicure di quelle russe, oggi si mira a
distacco dalla rete l'energia progetti intrinsecamente sicuri in cui gli
immagazzinata nei rotori dei interventi di sicurezza non sono prodotti
turboalternatori fosse adeguata ad da sistemi attivi (sensori e motori elettrici),
abbassare le sbarre di carburo di boro. ma per azione di forze naturali (gravità,
dilatazione di elementi in bimetalli).
Non lo era: l'impianto esplose.
Le centrali giapponesi di Fukushima,
La catastrofe sarebbe stata meno in cui sono avvenuti sinistri in seguito al
grave, se il reattore fosse stato contenuto terremoto del Marzo 2011, non erano a
in guscio di acciaio. Gli effetti
26
29. sicurezza intrinseca e risalivano a 40 anni per discutere i problemi e cercare
fa. insieme soluzioni nuove. Teoria e pratica
della gestione totale di qualità devono
Alternativa interessante è quella di continuare a diffondersi nell’industria, ma
passare a reattori di IV generazione ad è bene che pervadano società, scuole,
alta temperatura raffreddati a gas. accademia, processi decisionali, mass
Questi possono essere più sicuri dei media.
reattori raffreddati ad acqua, possono
raggiungere temperature di 1000°C cui Solo i paesi che investono
conseguono alti rendimenti termodinamici robustamente in ricerca e sviluppo
e possibilità di produrre economicamente conseguono incrementi notevoli del
idrogeno per via termochimica. prodotto interno lordo o non lo vedono
diminuire in tempo di crisi economica –
Ne furono realizzati prototipi in USA gli altri no.
e in Germania, ma si affermò la
preferenza per i reattori ad acqua, più [Intervento al convegno della Società
compatti e adatti a essere installati in Italiana per il Progresso delle Scienze
sottomarini. (SIPS) “Gli scienziati italiani per l’Unità e
lo sviluppo dell’Italia” - CNR - Roma - 29
La capacità di concatenare fra loro Marzo 2011]
problemi e soluzioni apparentemente ________________________________
difformi dovrebbe essere acquisita da
tutti. Ha valore intellettuale e morale, oltre Roberto Vacca,
che pragmatico. i n g e g n e r e ,
ricercatore ed
La gestione di grandi problemi sociali apprezzato roman-
e politici non è una scienza esatta. Si giova ziere, è uno dei
anche di principi semplici che chiunque può principali divulgatori
comprendere e fare propri. Fra questi c’è scientifici italiani.
il principio giapponese del kaizen –
tendenza al miglioramento continuo: I suoi scritti sono
operare ogni giorno più efficacemente del pubblicati in
giorno prima. Ai lavoratori giapponesi si numerose riviste, sia
insegna a tenere note delle proprie scientifiche che d’opinione, ed è
esperienze e a comportarsi come piccoli frequentemente ospitato sulle pagine di
scienziati. molti quotidiani, dall’Unità al Sole 24
Ore.
Spesso l’impegno personale non è
sufficiente: lavoratori e operai si I suoi libri possono essere acquistati
organizzano, allora, in “circoli di qualità” presso il sito www.printandread.com.
27
30. 1. Un’Area Molto Contesa
FIG. 1
Quando la ferrovia arriva ad tratto rimanente, ritenuto troppo
Arezzo, la città è sbarrata nella direzione periferico e non consono, viene scelto il
dell’attuale via Crispi da una quinta di nome di via Crispi, perché qui abita un
case, oltre le quali inizia la campagna, parente dell’ex statista.
con l’anfiteatro occupato da prostitute.
Aperta la via Crispi, lungo il lato
Demolita questa quinta, inizial- nord di questa strada si configura una
mente l’intero asse est-ovest viene ampia area libera, sulla quale si
chiamato via Petrarca. Ma quando arriva focalizzeranno le più varie ipotesi di
l’ordine dal “Minculpop” (da non credere, utilizzo.
ma proprio questo è l’acronimo ufficiale
del “Ministero della Cultura Popolare”) di In quest’area, nel 1914, l’ingegnere
nominare una strada centrale “via Roma”, Tavanti progetta una scuola elementare
questo nome tocca solo al tratto della via (figura 1). A quell’epoca è imperativo il
Petrarca antistante i Portici, mentre per il
28
31. rispetto della simmetria, per cui basta progettare metà fabbricato e a questa regola
si conforma il Tavanti.
Nel 1918 si cambia idea e si decide di costruire un orfanotrofio secondo un
altro progetto, sempre dell’ingegnere Tavanti, questa volta in stile neo-rinascimentale.
FIG. 2
(figura 2).
Finchè nel 1927, “con generale vantaggio” come recita la cronaca di
“Giovinezza” del 9 aprile, mutata la funzione, viene progettato ancora dal Tavanti
il nuovo “Palazzo delle Federazioni Fasciste” (figura 3). Lo stile è in parte
FIG. 3
29
32. neo-rinascimentale e in parte neo-medioevale, con qualche pinnacolo in più, come si
conviene alla nuova destinazione.
Il 9 ottobre 1929, la Nazione informa che, invece del “Palazzo delle
Federazioni Fasciste”, in quest’area sarà costruita la sede dell’”Opera Nazionale
Balilla”, questa volta secondo il progetto di un architetto di livello nazionale, anche
se di origini anghiaresi, Annibale Vitellozzi vincitore del relativo concorso.
Alle vecchie regole della simmetria si aggiungono i nuovi principi dell’
architettura del regime: la verticalità con le lesene, il “volume maschio”, la
monumentalità con l’abbandono delle decorazioni, dei fronzoli e dei simboli borghesi
e con l’assunzione degli elementi strutturali della romanità (figura 4).
FIG. 4
30
33. FIG. 5
Questa volta il progetto è indubbiamente di buon livello, ma quest’area è
destinata a non avere pace e, quando nel 1930 la costruzione è arrivata già a sei
metri fuori terra (figura 5), scappa fuori il nuovo Federale fascista, Giannino
Romualdi, che è anche ingegnere, il quale, raccogliendo un po’ qua e un po’là dagli
stili precedenti, tira fuori il suo progetto per la costruzione adesso di un orfanotrofio.
(figura 6).
E, potenza del “conflitto di interessi”, la parte già realizzata della costruzione
del Vitellozzi viene interamente demolita.
FIG. 6
31
34. Finchè nel 1932 viene finalmente definitivamente avviato dall’Istituto Case
Popolari dell’epoca un edificio abitativo dello Stato (figura 7) che verrà ultimato nel
1935.
FIG. 7
Forse non tutti gli aretini si sono accorti che questo edificio, ribattezzato “il
Casone”, o, alternativamente, “Il Palazzone” insieme con il “Palazzo Albanese”
davanti ai Portici, costituiscono due pregevolissimi esempi di alto livello architettonico
dello “stile novecento” italiano, che mettono a dura prova tutto quello che lì intorno
è stato costruito dopo.
32
35. 2. Una scelta controproducente evitata
Quando Papa Innocenzo III, nel togliendola ai benedettini che certamente
1203, elevò a cattedrale la chiesa di non furono tanto contenti, si pose il
San Pietro, posta dove adesso è il Duomo, problema di dare a questa chiesa un
33
36. aspetto confacente al nuovo ruolo, cosa Vinse il progetto di Dante Viviani
che fu possibile avviare solo nel 1276 il cui motto era “simplex”.
quando Papa Gregorio X, deceduto nel
palazzo vescovile aretino, lasciò a questo E l’unico elemento della facciata
scopo la somma di 30.000 fiorini d’oro. che contraddice il motto sono gli stemmi
delle famiglie che parteciparono alla
La costruzione del Duomo iniziò spesa, ciascuna con mille lire
subito partendo da est e via, via corrispondente oggi a 5-6 mila euro.
proseguendo per tappe successive verso
ovest, ad ogni tappa tamponando con una Anche se la semplicità della
facciata posticcia di mattoni la parte già facciata non fu troppo apprezzata,
realizzata. talché il Salmi la considerò “fredda e
scolastica” e successivamente il Carli la
Cosicché nel dipinto di Piero della definì “professorale”, oggi possiamo solo
Francesca nel quale l’immagine di Arezzo dire che se, invece, avesse vinto il
fa la parte di Gerusalemme, compare la progetto in gara qui riportato, esso
facciata del Duomo di color rosso mattone. avrebbe fatto fare alla nostra città una
gran brutta figura nei confronti dei turisti
E tanto ci volle per completare il appena avveduti che fossero capitati di
Duomo, che nel 1896 la facciata fronte ad essa.
principale non era ancora ultimata. Del
resto, la stessa cosa era accaduta anche
al Duomo di Firenze la cui facciata fu
realizzata dal 1876 al 1887.
Fu allora bandito un concorso, cui
parteciparono trenta architetti, ma
siccome la giuria non ritenne di premiare
nessuno, la gara fu ripetuta e questa
seconda volta i concorrenti furono
trentaquattro.
E, anche a quei tempi, tra concorsi,
commissioni, polemiche e burocrazie
trascorsero 18 anni e la facciata risultò
ultimata solo nel 1914.
34
37. Vittorio Arrigoni, l’italiano ucciso il
15 aprile scorso da un gruppo di
estremisti islamici a Gaza era certamente
un uomo coraggioso (perché ci vuole
coraggio a trasferirsi a Gaza di questi
tempi), aveva degli ideali ed era disposto
a lottare per affermarli; solo per questo
merita rispetto.
Forse era anche un eroe - come
dicono alcuni – ma un eroe sbagliato, o
perlomeno era sbagliata la causa per la
quale lottava con tanto accanimento.
– non aveva mai speso una parola contro
Vittorio era un pacifista scrivono tutti, i rapitori del giovane soldato di leva
ma forse un pacifista a senso unico come ebreo Gilad Shalit rapito a 19 anni
ce ne sono molti, di quelli che agitano la proprio al confine con la striscia di Gaza
bandiera della pace contro i carri armati e da oltre 5 anni prigioniero di Hamas.
israeliani ma mai contro i palestinesi che Eppure anche la sua deve essere una vita
lanciano razzi contro Israele. d’inferno!
Vittorio era impegnato tutti i giorni Il nostro cooperante non faceva
contro quello che definiva “criminale poi troppo mistero di non amare molto
assedio israeliano” (di Gaza), citava gli israeliani tanto è vero che su internet
Nelson Mandela parlando di “razzismo” aveva definito poco tempo fa i sionisti
di Israele ed era arrivato addirittura a (termine con cui in Medio Oriente si
criticare l’eroe della sinistra Roberto definiscono spesso tutti gli ebrei) come
Saviano per aver appoggiato una dei “ratti”.
manifestazione pro-Israele; ma a quanto
mi risulta – e sarei lietissimo di sbagliare
35
38. Immagine certamente poco insistito (così scrive il Corriere della Sera
elegante, che richiama tanti altri animali del 18 aprile), affinché il cadavere del
spregevoli con cui i “giudei” sono stati figlio dovesse tornare in Italia non
spesso identificati nei secoli passati. passando per il territorio israeliano ma
per l’Egitto: “Il mio non vuole essere un
Non aveva inoltre avuto problemi gesto politico; semplicemente mio figlio
ad abbracciare pubblicamente il premier avrebbe voluto così. Gli israeliani non
di Hamas (l’organizzazione palestinese lo hanno mai avuto in simpatia (sembra
che da alcuni anni governa con il pugno che il sentimento sia stato comunque
di ferro tutta la striscia) Ismail Haniyeh, le reciproco), lo hanno sempre considerato
cui mani grondano realmente del sangue un soggetto pericoloso …chi non ha mai
di tanti innocenti uccisi dalla sua voluto mio figlio da vivo, non lì avrà
organizzazione. neanche da morto”.
Anche dopo la tragica morte, non mi Parole forti, parole che hanno colpito
sembra che i toni usati da alcuni familiari anche lo scrittore israeliano Etgar Keret
siano stati improntati a sentimenti di che ha chiesto alla famiglia di ripensarci
riconciliazione; in particolare la Madre ha per non trasformare il triste viaggio di
36
39. una bara “in un simbolo dell’odio e del
rifiuto verso coloro che considerava nemici”.
“La terra di Israele” - Continua lo
scrittore - “è tanto empia da non poter
essere attraversata da un morto? E i suoi
abitanti sono forse tanto abbietti che il loro
semplice contatto rischia di profanare quel
corpo?”.
Eppure la famiglia non ha cambiato
idea, quasi che il suo grande dolore si Di fronte a questo lutto, al di là della
dovesse proiettare non contro i suoi crudeli retorica, rimane solamente la preghiera
assassini quanto contro un altro popolo ed e la consapevolezza, come ha scritto il
un altro stato, come se i rancori di una vita Sottosegretario Carlo Giovanardi, che
dovessero dominare anche lo strazio della “Al dolore per la barbara esecuzione del
morte. giovane volontario italiano Vittorio
Arrigoni è doveroso aggiungere una
Non a caso alcuni ambienti palestinesi ferma e convinta solidarietà alla
si sono dati subito da fare per cercare di comunità ebraica e allo Stato di Israele,
nascondere nella tragedia le chiare che ancora una volta si tenta di
responsabilità di alcuni gruppi salafiti colpevolizzare, minimizzando così le
ultraestremisti per cercare di far responsabilità dei fanatici che ne
intravedere chissà quali complotti e chissà vorrebbero l’annientamento”.
quali responsabilità dell’odiato nemico
israeliano, pardon sionista: sono così
apparsi manifesti in cui l’immagine di
Arrigoni era affiancata a quella di una
volontaria della sua stessa organizzazione
che morì sotto un bulldozer di
Gerusalemme con sotto la scritta: “lo
stesso killer”.
Analogamente il portavoce di Hamas
Fawzi Barhoum ha accusato proprio
Israele di essere in qualche modo coinvolto
nell’omicidio di Vittorio.
37
40. Sulla vetta del colle più alto che Il cardo si identifica con via
coincideva con il centro della Fortezza, Fontanella - via Pellicceria, secondo un
fino al 1800 emergeva un’antica chiesa allineamento che si ritrova, oltre il Prato,
con il nome del santo Patrono di Arezzo nella via Pietramala. Infatti, prima del
associato ad un toponimo: “San Donato in riempimento del Prato, l’inizio di via
Cremona” [NdR: sul significato del Pellicceria coincide con la sella di crinale;
toponimo, rimandiamo all’ottimo articolo di oltre la quale si apre l’altro versante.
Marco Giustini, qui a seguire].
Il decumano interseca il cardo più a
Gli Etruschi costruiscono attorno ai due nord dell’inizio di via Pellicceria, in
colli una prima cinta muraria, che posizione più centrale rispetto alla
ampliano successivamente espandendola cittadella etrusca, in corrispondenza del
verso sud, fino a via del Ninfeo e verso Prato. Secondo questa ipotesi, il
nord, fino a via Tarlati. decumano, ricalcando un percorso più
antico, congiunge i vertici delle due
Il luogo dove sarà costruita la Fortezza è alture.
al centro della città etrusca.
Gli antichi tracciatori della città Nel medioevo questo percorso
stabilirono col rito solare la direzione del prenderà il nome significativo di “ruga
cardo e del decumano. mastra”. Ed ancor oggi il tracciato è
riconoscibile, corrispondendo all’allinea-
38
41. Una scrittura più antica, dell’anno
1030, prova l’esistenza del muro etrusco
ai lati del cardo, subito sopra via dei
Pescioni.
In una cantina di via dei Pescioni,
il Gamurrini scopre un pezzo di muraglia
a grossi massi sovrapposti, senza calce,
restaurato in antico con qualche elemento
di colonna di granito.
Grossi blocchi di arenaria
mento di via Fiorentina - via San Lorentino squadrati, fuori della loro posa originale,
– piaggia del Murello via Ricasoli – ma sicuramente a questa vicini,
ingresso alla Fortezza. compaiono nella chiesa di San
Bartolomeo.
Oltre la Fortezza, l’allineamento si
ritrova perfettamente nella via Redi. L’Aretini aggiunge la
Secondo un’altra tesi questo allineamento testimonianza di importanti ritrovamenti
sarà il risultato del successivo intervento in Borgunto, dove si ritrova, nella parte
romano e della realizzazione del “foro”. compresa tra piaggia San Lorenzo e
piazza Grande, alla distanza di 10-15
Un gran numero di documenti metri dalla strada, ai vecchi numeri civici
testimoniano che il recinto sud della 1-5-7-11, la tipica struttura di roccia
cittadella etrusca corre, arretrato di tagliata con sopra i macigni squadrati.
qualche metro, parallelamente alla via di
Colcitrone. Questa struttura si allaccia alle
mura di piaggia San Bartolomeo. Qui le
In un documento del 1326 si legge mura si staccano da un piano di imposta
che il muro etrusco, costeggia la via di assai più basso del piano strada, e
Colcitrone, dietro casa Bettini e davanti a voltano ad angolo, suggerendo
casa Berardi. all’Aretini l’ipotesi di una porta della
cittadella proprio all’inizio di piaggia
In un ordine del Podestà del 1225, San Bartolomeo.
sono nominate le vecchie mura della zona
a est di piazza Grande. Dall’esame delle divisioni di
proprietà e dalla presenza di grosse
strutture, che probabilmente nascondono
39
42. elementi del muro etrusco, l’Aretini tratto delle case di via dei Pescioni
presuppone la ripresa della cinta a tergo contiguo a Piazza Santa Croce, ed è
del distrutto palazzo del Podestà, tanto apparso il muro etrusco costruito sopra
più che verso quel punto converge l’altra una base di roccia scolpita, confermando
serie di reperti, lungo via dei Pescioni. le considerazioni sopra riportate.
Nell’orto della Canonica di In conclusione, quando la città
S.Niccolò, alla distanza di 13 metri dalla etrusca si espanse oltre i propri confini, le
strada, ricompare la tipica struttura di prime case sorsero addossate al muro
roccia tagliata in basso con alcuni macigni etrusco.
in alto.
Immaginando di togliere le case
Le mura ricompaiono all’esterno del lato nord di via dei Pescioni
ben visibili, nella piazzetta di San ricompare la rocca dell’antica cittadella
Niccolò, all’angolo delle scale che etrusca. Per cui si può concludere che la
scendono in via dei Pescioni, alla distanza trama urbanistica di Colcitrone, da via
di 13 metri dalla strada. dei Pescioni verso nord, è di chiara
derivazione della cittadella etrusca.
Nella canonica, sulla linea di
questo reperto, si trova una analoga
struttura al di fuori dei fondamenti della
chiesa di San Niccolò e distante 15 metri
da via dei Pescioni.
Questa struttura forma un angolo
avvicinandosi a via dei Pescioni, di circa
due metri per poi riprendere il suo
andamento verso est, dove si trova una
cisterna scavata nel masso, che
probabilmente risale ai primi
insediamenti etruschi.
In via dei Pescioni, ai vecchi numeri
15 e 19, alla distanza di 13 metri dalla
strada, compare ancora roccia tagliata
con sopra i caratteristici macigni.
I bombardamenti della seconda
guerra mondiale hanno abbattuto un
40
43. attentamente anche i particolari che
all’apparenza possono sembrare più
insignificanti o superflui, perché spesso
sono proprio i dettagli più insospettabili
a nasconderci le sorprese più clamorose
che poi ribaltano il quadro generale di
una questione.
E’ bastata infatti un’indagine accurata
semplicemente sul significato del
toponimo della chiesa, Cremona, per
Se si vuol riscoprire la storia di una correggere gli errori della storiografia
chiesa dimenticata come quella di San cittadina più recente e imbattersi in una
Donato in Cremona, è necessario studiare scoperta inaspettata.
41
44. Nel secolo scorso gli storici cittadini, “roccia”) in seguito divenuta *cram e
compreso il compianto Angelo Tafi, hanno infine, per l’alternanza vocalica a / e
sempre fornito come significato palusibile preindeuropea, *crem con l’aggiunta del
del toponimo aggettivi quali suffisso -ona frequente nei toponimi
“sopraelevato” o “rialzato”, in virtù della prelatini, soprattutto etruschi.
posizione dominante che la chiesa
occupava; più recentemente alcuni hanno “SASSO” è dunque il significato più
addirittura sostenuto che Cremona fosse il attendibile, nulla a che vedere con
nome arcaico del colle di San Donato. Ma “sopraelevato”, e se ne intuisce bene il
entrambe le ipotesi purtroppo rimangono motivo: è una chiara allusione alla
senza fondamento storico. morfologia antica del colle di San
Donato.
Quale era allora il vero significato del
toponimo? Cerchiamo di scoprirlo. Infatti, a differenza di come oggi ci
appare, la collina presentava in epoca
Cremona è toponimo già attestato in remota una sommità brulla, composta da
iscrizioni ed autori del periodo classico sedimentazioni rocciose che affioravano
romano, esempio è il verso 28 dell’Ecloga in superficie, un ampio zoccolo di pietra
IX di Virgilio “Mantua vae miserae nimium che sin dalla preistoria ha messo alla
vicina Cremonae”, ma la formazione del prova le capacità costruttive dell’uomo.
termine è di origine molto più antica di
quella latina. Basti pensare che le fondamenta
della Fortezza e molti dei cunicoli che si
Varie ipotesi sono state formulate al diramano alla base della fortificazione
riguardo, sebbene gli ultimi studiosi che sono costruiti direttamente sulla nuda
hanno affrontato il problema propendano pietra del colle, in particolare il corridoio
per la derivazione ligure, di matrice che percorre il perimetro del bastione
preindeuropea, in virtù della presenza dei della Diacciaia dove addirittura si è
Liguri nel territorio casentinese almeno fino scavato per vari metri all’interno della
al II secolo a.C., attestata anche dagli roccia, cosa che testimonia come nel XVI
scritti di Polibio. secolo, dopo decine di secoli di
stratificazioni storiche, la pietra formasse
Per quanto riguarda l’etimologia e il ancora gran parte della sommità
significato, il Vocabolario delle Etimologie dell’altura.
dei Capoluoghi Italiani è abbastanza
chiaro: indica infatti *carra che significa Una prova più recente sono i lavori
“sasso”, nella variante *carm- (da che negli anni ’60 dello scorso secolo
confrontarsi anche con l’albanese karme furono fatti dal Comune di Arezzo nella
42
45. spianata della Fortezza per la costruzione “advocabulo” che non a caso si traduce
di una grande cisterna d’acqua: infatti nel con “vocabolo”.
corso degli scavi gli operai dovettero
ricorrere alla dinamite per far saltare la Infatti nel medioevo tale termine era
roccia che affiorava dal terreno e che adoperato per indicare contrade,
occupava la zona scelta nel progetto per quartieri, o terreni, esempio è lo stesso
la collocazione del bacino idrico. Dante al verso 26 del XIV canto del
Purgatorio “Perché nascose questi il
A questo punto è interessante vocabol di quella riviera pur com’om fa
esaminare un documento tratto dalla de l’orribil cose?” oppure lo Statuto dello
raccolta di Ubaldo Pasqui. Spedale di Siena “[…] et sieno scripte
tutte le possessioni e tenimenti[…]e li
Il manoscritto in questione, il più antico vocaboli delle contrade”, dove il termine
che menziona la chiesa e datato 19 indica piccole frazioni territoriali.
febbraio 1098, fu redatto dall’abate del
Monastero di Santa Trinita in Alpe e Quindi possiamo concludere che il
contiene una molteciplità di informazioni termine Cremona non era affatto l’antico
utili a ricostruire il passato più remoto nome del colle, bensì quello di un
della chiesa. antichissimo quartiere cittadino, situato in
prossimità dell’apice del colle di San
Nel testo si legge la frase seguente: Donato, una zona circoscritta e
“Costitutione hec facta est in civitate caratterizzata dalla conformazione
aretina, in advocabulo Grimune, in ecclesia rocciosa, cosa che ne aveva determinato
que est dedicata in honore sancti Donati la denominazione.
episcopi et martyris” cioè “Quest’
ordinamento è stato fatto nella città di Su di esso sorse poi la chiesa di San
Arezzo, nel vocabolo di Cremona, nella Donato e dà lì prese il nome e ne
chiesa che è intitolata a San Donato conservò poi la memoria fossilizzata fino
vescovo e martire”. ai giorni nostri.
Sono due le osservazioni da fare: in La Cremona è un altro piccolo tassello
primo luogo il termine Cremona, qui nella recuperato del perduto mosaico
forma più antica Grimune, non è legato dell’Arezzo antica, scomparsa
all’intitolazione a S. Donato ma pare barbaramente sotto la mole della
piuttosto un’ulteriore specificazione di Fortezza, non perdiamola di nuovo.
luogo all’interno della città; in secondo
luogo merita una spiegazione il termine
43
46. Il settore manifatturiero rappresenta prodotti di nicchia e composta di tante
una realtà produttiva importante per il piccole e medie imprese, registra segni
nostro paese e incide positivamente negli di inadeguatezza e di decadimento.
scenari economici europei.
Il settore ha avuto successo per oltre
La sua produzione industriale è al un quarto di secolo per poi imbattersi in
quinto posto al mondo dopo Cina, Stati un progressivo rallentamento e in
Uniti, Giappone e Germania; in termine un’incapacità di adeguarsi ai mutamenti
pro-capite è seconda solo alla Germania. avvenuti nel contesto economico
internazionale.
Nonostante la crisi economica globale,
l’export manifatturiero italiano registra Dopo l’entrata in vigore della moneta
dati positivi. unica, l’ingresso della Cina nel WTO
(Organizzazione Mondiale del
Rispetto al passato però la produzione Commercio), la definitiva affermazione
italiana, prevalentemente incentrata sui delle tecnologie ICT (Tecnologia
44
47. dell’Informazione e della Comunicazione)
e il consolidarsi della distribuzione
organizzata, l’impresa italiana non ha
saputo reagire in modo compatto e
uniforme dinnanzi alle difficoltà dettate
dalle nuove congiunture economiche
globali.
Alcune grandi imprese hanno avuto a
disposizione le risorse per reagire alla
crisi e rinnovarsi. Molte piccole sono passate liberalizzazioni e privatizzazioni
riuscite a progredire diventando medie. prive di coerenza, l’impoverimento dei
saperi artigianali e l’abbandono degli
Ma tante piccole aziende, motore istituti preposti alla diffusione delle
della nostra economia, hanno ridotto la conoscenze, dei mestieri e delle
capacità produttiva e moltissime innovazioni.
microimprese si sono trovate non più in
grado di produrre. Oggi le nostre piccole e medie
imprese hanno ridotto drasticamente la
Le cause del calo produttivo del settore presenza sui mercati esteri e, al tempo
e dell’incapacità di fronteggiare la crisi stesso, sono le realtà economiche che più
economica sono molteplici; a cominciare risentono della concorrenza interna-
da un invecchiamento del nostro modo zionale capeggiata dai paesi emergenti.
difare industria, correlato a un
invecchiamento generazionale della classe Le piccole realtà imprenditoriali, per
imprenditoriale, fino all’impossibilità di lo più produttrici di manufatti di nicchia,
mantenere rapporti con i segmenti di subiscono la scorretta concorrenza delle
mercato geograficamente e negozial- grandi imprese asiatiche, indiane ed est
mente più dinamici. europee, che prive di vincoli burocratici
e normativi possono produrre beni,
Vanno poi citate, fra le cause del calo, spesso contraffacendo i nostri marchi, con
le problematiche strutturali del nostro costi di produzione bassissimi.
paese: i costi diretti e indiretti dello Stato
(fisco, inefficienza, burocrazia), la scarsità Diversamente le imprese maggiori,
di infrastrutture (trasporti, energia, che nel nostro paese rappresentano
telecomunicazioni), l’aumentare del debito un’esigua minoranza, sono state in grado
pubblico, l’ingresso nell’Unione Monetaria di stilare una serie di rapporti con
Europea con cambio lira-euro sfavorevole, l’estero evolvendo la propria filiera
45
48. produttiva per renderla capace di E’ urgente adottare tutte quelle misure
interagire con le nuove dinamiche necessarie a sgravare l’imprenditoria
commerciali mondiali. dagli eccessivi vincoli fiscali e burocratici,
l’ordinamento giuridico e legislativo va
Per riportare la produzione italiana riformato affinché le leggi siano
ad essere competitiva sui nuovi mercati chiaramente e univocamente interpre-
internazionali occorre che la piccola e tabili, la giustizia deve assicurare la
media impresa italiana intraprenda, e sia certezza del diritto e la celerità delle
messa in condizione di farlo, un processo sentenze.
di crescita.
Dal canto suo l’Unione Europea deve
All’attuarsi di questo processo è agire responsabilmente, creando le
sfavorevole la carenza di domanda, che condizioni affinché l’Italia e tutti gli altri
impedisce ai singoli imprenditori di Stati Membri possano beneficiare delle
intraprendere autonomamente l’innova- risorse e degli strumenti necessari per
zione di ogni campo della vita aziendale. potersi presentare unitariamente
competitivi nei confronti dei paesi
Oltre alla bassa domanda, limitano i emergenti.
processi di crescita e innovazione la
mancanza di capitali reperibili
esternamente all’impresa e la complessità
burocratica della pubblica ammini-
strazione.
Di fronte alla crisi economica la
crescita dimensionale in termini di
fatturato, dipendenti e soprattutto sotto il
profilo culturale, cioè in termini di
conoscenza, managerialità e struttura
aziendale, è un passaggio obbligato per
rendere la produzione elevata e
competitiva.
Per agevolare le imprese in questo
processo di evoluzione occorrono Deputato al Parlamento Europeo
trasformazioni profonde nel nostro paese. Gruppo PPE
46
49. Primi mesi dell’Orchestra “Città di Maestro Bacalov il quale non si è
Arezzo”: un bilancio sicuramente risparmiato in elogi all’orchestra e alla
positivo. città per credere in un’iniziativa così
importante culturalmente.
Con il Concerto del 1 Maggio si è
concluso un intenso ciclo di impegni L’Orchestra ha poi proseguito il suo
dell’Orchestra Città di Arezzo. cammino nei concerti previsti nei comuni
che hanno aderito al progetto, dando la
Il progetto MUSICAREZZO 2011, possibilità a solisti emergenti aretini,
iniziato il 29 gennaio al Teatro Pietro come Nicola Barbagli all’oboe, Andrea
Aretino, che ha visto protagonista il Rum al clarinetto, Stefano Rocchi al
premio oscar Luis Bacalov, accompagnato fagotto e Filippo Zambelli al corno, di
dall’orchestra diretta dal Maestro potersi esibire ad Arezzo e a Castiglion
Francesco Seri, ha avuto un’inaugurazione Fiorentino, interpretando la Sinfonia
scoppiettante: un teatro gremito di Concertante di Wolfgang Amadeus
pubblico, ammaliato dalla musica del Mozart e ottenendo un successo
47
50. della Fondazione “Guido
d’Arezzo”, dove
l’Orchestra Città di
Arezzo, diretta dal
Maestro Seri, ha
interpretato il Magnificat
e il Concertino per
Pianoforte e Orchestra
del compositore perugino
Carlo Pedini.
Nell’occasione hanno
collaborato con l’Or-
chestra le bravissime
coriste del coro Kamenes
strepitoso per la cristallina interpretazione. In Canto, dirette dall’eccellente
Gabriella Rossi e, in qualità di solisti, due
Il Teatro dei Ricomposti di Anghiari ha artisti di fama internazionale quali Guido
visto la compagine aretina dedicare un Arbonelli al clarinetto e Giuseppe
concerto a Bruno Mangoni, personaggio D’Angelo al pianoforte. Il concerto di
importante per l’imprenditoria dell’Alta Pasqua è stato replicato anche nel
Valle del Tevere, ma soprattutto grande Comune di Sansepolcro, nella splendida
appassionato di musica. cornice dell’Auditorium di Santa Chiara.
Il periodo pasquale è stato pieno di A conclusione della produzione
meraviglia: in primis il riconoscimento da pasquale, l’Orchestra Città di Arezzo è
parte del Presidente della Repubblica, stata ospitata dal Sacro Convento di
Giorgio Napolitano, alla validità del Assisi, nella suggestiva e meravigliosa
progetto MusicArezzo2011 con l’asse- Basilica Papale Superiore, dove un
gnazione della Medaglia di rappre- foltissimo pubblico ha assistito ad un
sentanza della Presidenza della concerto pieno di pathos, ascoltando lo
Repubblica Italiana consegnata dal Stabat Mater di Pergolesi, interpretato
Sindaco della Città di Arezzo, Giuseppe dal soprano Lucia Raffi Casagrande e
Fanfani, in occasione del concerto di dal mezzosoprano Francesca Lisetto, la
Pasqua, tenutosi il 17 marzo nella Chiesa Canzone sopra l’Ave Maria di Carlo
di S. Maria della Pieve; in secundis la Pedini e, sempre del compositore
registrazione di un CD per l’etichetta perugino, in prima esecuzione assoluta
Quadrivium, grazie anche al contributo Elenadagio.
48
51. Il concerto del 1 maggio è stato quindi Un plauso pieno di riconoscenza e
la degna presentazione alla città, a tutta speranza va al Presidente
la città, dell’Orchestra. Il pubblico che dell’Orchestra, Maestro Lorenzo Rossi,
gremiva Piazza S. Jacopo ha potuto nonché validissimo primo violino della
assistere ad uno spettacolo affascinante, stessa, e al Direttore artistico e Direttore
reale, crudo, nel quale, grazie anche alla musicale, maestro Francesco Seri, i quali
collaborazione con la Libera Accademia si sono impegnati, anche oltre le loro
del Teatro di Arezzo, diretta da Andrea specificità, e continuano ad impegnarsi
Biagiotti e alla regia di Alessandra credendo fortemente nell’intento di
Bedino, l’Orchestra, diretta dal Maestro creare la giusta attenzione verso la
Francesco Seri, in quest’occasione musica in una provincia, come quella
compositore di alcuni brani, ha fatto da aretina, che ha dato i natali a grandi
sfondo ad un testo ottimamente esponenti musicali del passato e
interpretato da bravi attori. contemporanei, ma anche a divenire un
valore per la Provincia stessa sia sotto
Il progetto MUSICAREZZO 2011 si l’aspetto strettamente culturale-musicale
realizza grazie al supporto indispensabile che di promozione del territorio.
dell’assessore alla Cultura della Provincia
di Arezzo, dottoressa Rita Mezzetti L’intento è quello di far sentire alla
Panozzi e dell’assessore alla Cultura del popolazione, come propria, un’orchestra
Comune di Arezzo, prof. Camillo Brezzi, i composta da musicisti aretini, già
quali hanno da subito scommesso in questa affermati in ambito nazionale ed
neonata orchestra e nel progetto nel suo internazionale, che si adoperano con
insieme. passione ed entusiasmo alla produzione
musicale per la propria terra.
Un ringraziamento particolare va
anche agli altri Comuni coinvolti
e, naturalmente agli sponsor,
senza i quali non si sarebbe
potuto iniziare questo cammino
artistico culturale e quindi grazie
ad Atam, Chimet, Poggiolini
Pasta Fresca, Busatti, AC Hotels,
Fini Progetti, Fattoria di
Sant’Antimo, Due T Arredi, AVIS,
Banca di Anghiari e Stia.
49
52. Maurizio Licenziati Eleonora Manganelli
Alla Sedia Fuoco di Passione
Da giovane Passione rovente,
ti ho quasi ignorato. tu accendi il desiderio dell’ignoto
cullando il corpo in un fluttuante moto.
Eri una cosa troppo ferma,
rigida, un rifugio da fuggire. Rapisci la tranquillità dell’individuo
onde regalargli un insolente battito arduo.
Gli anni sono passati
e ho cominciato ad apprezzare Sei sensuale brezza che scuote con fervore
ed amare ancora più di te corpo e mente simultaneamente.
tua madre: la poltrona -
o tuo padre: il divano. Sei morbido impeto di fuoco,
cavalcante leggerezza d’illusione,
Ora, che sono giovane sensazione evanescente di follia.
soltanto “dentro”
amo
ancora di più
tuo nonno:
il letto.
50
53. esempio braccia e gambe per essere
IL BRIDGE AD AREZZO agili e veloci, come ci dobbiamo
Un sport affascinante che ad preparare per il bridge?
Arezzo ha oltre 60 anni di storia
di Antonio Bedini Questo gioco interessa
soprattutto il cervello, le qualità
E’ uno dei più antichi giochi di carte, richieste sono la memoria di ferro,
con oltre cento anni di storia alle spalle, spiccate doti di sintesi e capacita di
diffuso in tutto il mondo, senza contare le concentrazione, di istinto e intuito.
nobili radici: stiamo parlando del bridge, Parlando in questi termini sembra
vero e proprio sport conosciuto anche dal difficile pensare alla diffusione di
CONI. questo sport, visto che ogni giocatore
Se nelle discipline sportive dovrebbe essere una sorta di Pico
1’allenamento serve per sviluppare della Mirandola, ma non è cosi.
particolari parti del corpo umano, ad
51