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IL VASARIANO




 MENSILE DI STORIE
 E NOTIZIE ARETINE
Presentazione
                                                               Assessore Lucia De Robertis

                                                             Editoriale - Pensa Vasariano
                                                               di Fabio Massimo Fabrizio

                                                   La Mostra - Le collezioni del Louvre a Cortona
                                                                       di Lilly Magi

                                                    Urbanistica - C’era una volta la Pista Ciclabile
                                                                     di Federico Rupi

                                                        Belle Speranze - I giovani e la cultura
                                                                  di Eleonora Manganelli


IL VASARIANO
                                             Scienza - Prerequisiti della ricerca scientifica e tecnologica
                                                                     di Roberto Vacca
E-Zine mensile di storie e notizie aretine
           N. 1 - Giugno 2011
                                                             Vintage - Arezzo che non fu
                                                                Photostory di Federico Rupi

 Direttore Responsabile                                      Opinioni - Un eroe sbagliato
        LILLY MAGI                                                   di Fabio Giannini

         Vicedirettore                           Città (I) - Il cardo, il decumano e le mura etrusche
    FABIO MASSIMO FABRIZIO                                            di Marilli Rupi

                                                          Città (II) - Il toponimo “Cremona”
         Hanno collaborato
                                                                     di Marco Giustini
          ROBERTO VACCA
   FABIO GIANNINI - FEDERICO RUPI                       Da Bruxelles - PMI e Globalizzazione
MARCO GIUSTINI - MAURIZIO LICENZIATI                                di Paolo Bartolozzi
 ANTONIO BEDINI - MATTEO CAMAIANI
ELEONORA MANGANELLI - MARILLI RUPI
         PAOLO BARTOLOZZI                                  Il Progetto - MusicArezzo 2011
                                                              dell’Orchestra “Città di Arezzo”

        IL VASARIANO è edito da                             Hobbies - Il Bridge ad Arezzo
       Associazione “Il Vasariano”                                   di Antonio Bedini
        Via Bottego, 30 - Arezzo
           Reg.Trib. n. 4/11 RS
                                                                        Rubriche:
     www.ilvasariano.com                                 Toponomastica - Poesie - Bridge & Burraco

Scrivi a: redazione@ilvasariano.com
C’è bisogno d’informazione. E non in senso generico.

Il web ha aperto infine opportunità alla comunicazione e all’informazione.

C’è grande dinamismo nella “rete” e, a mio parere, un grande bisogno di
qualità.

“Il Vasariano”, al quale auguro le migliori fortune, penso colga questo
bisogno.

Mi piace il sottotitolo che è una sorta di “mission” della testata: storie e
notizie aretine. E anche gli argomenti che ho avuto il piacere di leggere
nel numero zero confermano questo orientamento: fare a meno della
“marmellata” informativa e privilegiare la selezione delle notizie e delle
storie.

Quindi approfondimenti sul presente ma anche sul passato della nostra
città.

In questo modo “Il Vasariano” recupera anche una funzione, storica ma
ormai dimenticata, del primo giornalismo e cioè contribuire alla formazione
dei lettori.

In questo senso potrà essere un valido strumento di informazione e
approfondimento al quale auguro il successo che merita.

                                                             Lucia De Robertis
                                          Assessore alle Politiche Sociali e Sanità
                                                                Comune di Arezzo



                                                                                 1
Pensa vasariano
                                                  Di fabio massimo fabrizio


   Nelle Conclusioni delle sue Vite,           l’analisi delle opere dei grandi artisti di
Giorgio Vasari così recitava: “A cagione       cui scriveva, per perdersi nel racconto di
che chi vorrà seguitar la istoria, possa       vita, degli ambienti, a volte perfino del
giustamente con le onorate fatiche sue, fare   pettegolezzo.
apparire men chiare e men belle quelle de'
morti.”                                        Insomma, da un grande artista e critico
                                               d’arte cinquecentesco, questi accademici
Il messaggio è chiaro: quelli che dopo di      si attendevano l’estasi estetica di fronte
me continueranno a raccontare le “istorie”     all’opera immortale, la perfezione delle
dei grandi che verranno, non potranno          forme cantata da uno dei più grandi
non prescindere dalla grandezza di             umanisti di sempre, e non il “vile
coloro che li hanno preceduti - e di coloro    compendio” di vite vissute, in cui le opere
che li hanno raccontati.                       fanno solo da arredo.
Un modo elegante e garbato per dire:           Eppure, la grandezza di Vasari è proprio
ecco, ho finito, ora tocca a voi.              lì: in quella curiosità quasi infantile nel
                                               ricercare le storie più gustose, in quella
Ma anche un modo meravigliosamente             capacita di farci immaginare in modo
moderno di concepire la vita, come eterno      vivido e scanzonato qual’era l’ambiente
fluire di grandezze e miserie di cui tutti     in cui i grandi artisti vivevano e si
noi siamo voraci ma effimeri consumatori.      relazionavano. Perché, per Vasari,
Questo approccio, a dir poco stravagante       l’opera altro non è che il risultato
per un uomo ben inserito nei templi della      dell’esperienza di vita sublimata in
cultura curtense dell’epoca, ha fatto          eccellenza artistica.
indispettire - e non poco - molti critici      Anticipando perciò di 500 anni la
d’arte e letterari, che rimproverano a         moderna critica, Vasari si dimostra il
Giorgio Vasari di aver trascurato troppo



  Think Glocal. Think Vasarian.
                                                                                             2
Think Glocal. Think Vasarian.
primo, vero “Giornalista” della storia               è tradizione e qualità locale altro non è
artistica italiana.                                  che l’altra faccia della globalizzazione
                                                     applicata al caso concreto e in un
Per il nostro, non c’è bisogno di raccontare         mercato aperto a tutti.
la Vera Croce di Piero della Francesca.
Basta descriverne la vita di bottega e               A ben vedere, non mi sembra che la
riportarne la crescita di uomo che con il            lezione Vasariana sia stata ancora ben
tempo, capacità, fortuna e buone                     compresa dai suoi concittadini del futuro.
entrature, alla fine si trasforma in artista
eccelso.                                             Troppi treni persi, troppo provincialismo
                                                     nelle strategie, troppo pochi investimenti
Tutto ciò ha un sapore cinematografico: si           nel far conoscere al mondo i tesori che
fotografa il vissuto, e si lascia intendere          possediamo e conserviamo.
l’immortale. Sarà poi il lettore a gioire
della scoperta, specie perché potrà                  Il “globalizzarci”, non significa affatto
goderne senza l’ingombro di chi ha già               rinunciare a ciò che di meglio abbiamo,
deciso, con il peso della propria cultura,           ma anzi significa potenziarlo proprio
di orientarne - se non addirittura                   perchè fatto conoscere ed apprezzare
circonvenirne - l’esito critico.                     a chi ancora non sa trovare Arezzo in una
                                                     cartina geografica.
Tuttavia, ai più è sfuggito un altro enorme
merito dell’artista aretino: quello di aver          Ecco, da questo numero noi vogliamo
portato, attraverso i propri scritti, la             “glocalizzare” anche la nostra rivista:
nostra città, i nostri usi, i nostri tesori, nelle   unire storie dalla spiccata identità locale,
corti di tutta Europa. E di aver reso la             al respiro del pensiero di chi sa e vuole
Toscana la culla dell’arte del mondo.                essere cittadino del mondo.

Oggi lo chiameremmo “marketing                       Perciò, il lettore non si spaventi se da
territoriale”, ovvero la capacità di far             questo numero troverà mescolati articoli
conoscere la propria terra, raccontandone            di storia e cultura aretina con opinioni più
- e pubblicizzandone - le eccellenze.                generali - espresse in totale libertà; se
                                                     troverà, accanto al Bridge e al Burraco,
“Think Global, Do Local” direbbe il                  l’intervento di Roberto Vacca, uno dei più
sociologo Zygmunt Bauman, inventore del              grandi divulgatori italiani. E’ il nostro
fortunato termine “Glocale”, in cui ciò che          piccolo modo di pensare Vasariano.
                                                                                                3
Le collezioni del louvre
                        a cortona
di Lilly Magi
Il successo riscosso dalla mostra "Capolavori      interesse generale che però coinvolgesse la
etruschi dall'Ermitage", tenutasi nella sede       città che ospitava l'esposizione.
del MAEC nel 2008, è stato un incentivo per
l'Amministrazione comunale di Cortona, per         L'area      suddetta      è     a     vocazione
il Consiglio Direttivo e per l'Assemblea           prevalentemente agricola, per cui la mostra
dell'Accademia Etrusca ad insistere sulla          ed il relativo catalogo potrebbero aprire
linea delle aperture e collaborazioni              squarci illuminanti sull'agricoltura dell'Etruria,
internazionali.                                    una delle risorse più importanti in particolare
                                                   dell'Etruria interna.
E così, dopo l'Ermitage è stata la volta de il
Louvre. Questo museo possiede una famosa           L'intento    degli    organizzatori     della
raccolta di antichità etrusche, provenienti in     manifestazione è quello di offrire al
massima parte dalla dispersione della              visitatore un quadro di quest'ultima area che
collezione del marchese Gian Pietro                proponga una sorta di "file rouge", a livello
Campana negli anni Cinquanta del XIX:              di produzione e cultura, tra la realtà
raccolta ricca di oggetti e varia per le classi    dell'ultimo millenio a.C. e quello dei giorni
monumentali che vi sono rappresentate, in          nostri.
grado di lumeggiare diversi aspetti della
civiltà etrusca.                                   La collezione Campana per circostanze
                                                   contigenti è andata dispersa in una
Pertanto, gli organizzatori della mostra si        molteplicità di sedi, ma i due nuclei più
sono trovati nella fortunata condizione di         consistenti sono finiti all'Ermitage e al Louvre.
poter sciegliere i manufatti da esporre            Perciò, l'attuale rassegna vuole essere una
intorno ad un tema specifico, che potesse          continuazione della precedente sui
essere un'acquisizione culturale ed oggetto        capolavori etruschi dell'Ermitage.
di discussione.
                                                   Così la scelta culturale della città di Cortona
L'ubicazione di Cortona nella valle del            è un invito alla cittadinanza, ai visitatori, agli
Chiana, l'uno il confine orientale dell'Etruria,   stessi organizzatori a meditare sul passato
segnato grosso modo dal corso del Tevere           per trovarvi motivazioni e stimoli a capire il
e da quelli contigui del Chiana e dell'Arno        ruolo dell'uomo nella società degli anni 2000.
superiore e medio, è stato uno dei criteri che
ha guidato nella scelta del tema "Gli Etruschi     La mostra "Le collezioni del Louvre a
dall'Arno al Tevere", e cioè un tema di            Cortona. Gli Etruschi dall'Arno al Tevere"


                                                                                                        4
propone, infatti, una selezione accurata di       In tempi più recenti si ricorderà la figura di
reperti di grande fascino, incluse anche          Gino Severini, il cui cuore era diviso tra
opere poco note al grande pubblico ed             Cortona, dove era nato, e Parigi, la sua città
esposte per la prima volta in Italia, per         di adozione; il pittore - al quale il Musèe de
offrire importanti e nuovi elementi di            l'Orangerie renderà omaggio quest'anno -
riflessione sulla società etrusca in relazione    fu nella prima metà del Novecento un vero
alle diverse località di quest'area, anche        e proprio "trait d'union" tra le avanguardie
grazie a studi, indagini e restauri recenti o     artistiche francesi e quelle italiane.
effettuati per l'occasione.

Così è per il grande busto in terracotta di
Arianna risalente al III secolo a.C., frammento
di una statua monumentale appartenente
forse ad un gruppo culturale, che fino ad una
decina di anni fa era conservato, privo
ancora di identità, nei depositi del
Dipartimento delle Antichità greche, etrusche
e romane del grande museo francese.

Sono in mostra a Cortona opere famose
come "La Testa da Fiesole" - un bronzo del
III secolo a.C., acquistato dal Louvre nel
1864. E' possibile ammirare pezzi di
artigianato artistico, come "La pisside in
avorio" proveniente dalla collezione
Castellani - scoperta nella necropoli di Fonte
Rotella presso Chiusi.

Il legame di stima ed amicizia che unisce la
Francia alla città di Cortona ha radici molto
antiche.

Ricordiamo, ad esempio, la storia del Louvre
col progetto architettonico che Colbert chiese
a Pietro da Cortona e, più in generale, il
rapporto che nel secolo dei lumi unì
Montesquieu a Filippo Venuti, il quale,
insieme ai suoi fratelli Marcello e Rodolfino,
fu il fondatore dell'Accademia Etrusca e
divenne anche abate di Clairac.


                                                                                                   5
Arianna
busto femminile
Terracotta
h. 61 cm
prov. Falerii Novi – III secolo
Parigi, Musée du Louvre
© Musée du Louvre / Christian Larrieu




                                        6
Pisside con un cavaliere e
animali reali e fantastici
avorio - h. 8,10 cm
Etruria, prov. Fonte Rotella (Chiusi)
fine VII inizio VI sec. a. C.
Parigi, Musée du Louvre
(C) RMN - © Hervé Lewandowski




                     Frammento di cippo funerario
                             con scena di prothésis
                      pietra vulcanica - 39 x 57 cm
           Etruria, prov. Chiusi – inizio del V secolo
                           Parigi, Musée du Louvre
                    C) RMN - © Hervé Lewandowski




                                                   7
Minerva Atena - bronzo - h. 29 cm
Etruria, prov. Perugia – secondo quarto del VI secolo


                                                        8
Parigi, Musée du Louvre - RMN - © Hervé Lewandowski
Oinochóe a forma di testa di giovane uomo
                                        Bronzo - h. 30, 2
                                        Etruria, prod. Orvieto ?
                                        fine del V inizio del IV secolo
                                        Parigi, Musée du Louvre
                                        (C) RMN - © Les frères Chuzeville




 Vaso a forma di testa femminile:
    iscrizione “suthina” sulla fronte
                    Bronzo - h. 16 cm
Etruria, prod. Orvieto ? - III secolo
            Parigi, Musée du Louvre
 (C) RMN - © Hervé Lewandowski

                                                                                    9
Kantharos con testa di menade
                                       e testa di satiro
                                       Terracotta - h. 17 cm
                                       Etruria, prod. Chiusi
                                       seconda metà del IV secolo
                                       Parigi, Musée du Louvre
                                       (C) RMN - © Hervé Lewandowski




        Askòs a forma di anatra:
           figura di donna alata
                         terracotta
                  h. 11,5 x l. 23 cm
 Etruria, Chiusi – 320 av. J.C. ca.
         Parigi, Musée du Louvre
(C) RMN - © Hervé Lewandowski

                                                                       10
distinguono nelle seguenti quattro
                                                  tipologie riportate in ordine
                                                  decrescente rispetto alla sicurezza per
                                                  i ciclisti:

                                                      1 - piste ciclabili in sede propria.
                                                      2 - piste ciclabili su corsia riservata.
                                                      3 - percorsi promiscui pedonali e
                                                  ciclabili.
                                                      4 - percorsi promiscui ciclabili e
    In anni trascorsi, le piste ciclabili       veicolari.
ebbero ad Arezzo una cattiva
accoglienza e finirono smontate “a furor            La pista ciclabile in sede propria
di popolo”, forse anche perché non era          deve essere fisicamente separata dalla
stata data la dovuta attenzione ad alcune       sede destinata ai veicoli e ai pedoni
indicazioni di base.                            attraverso uno spartitraffico invalicabile
                                                compreso in una fascia di separazione di
    Poiché       queste        infrastrutture   almeno 50 cm.
apparentemente “minori” risultano,
tuttavia, avere un loro significativo valore        La separazione della pista può essere
nel sistema dei trasporti urbani e l’uso        di diverso tipo in relazione alle
della bicicletta si va diffondendo in molte     caratteristiche geometriche e funzionali
città anche per spostamenti sistematici di      della strada cui si affianca, anche se
lavoro, può essere oggi il momento di           andrebbe riferita al contesto urbano in
riprenderle in considerazione e può             cui si inserisce: ad esempio la barriera
essere utile riportare alcuni criteri           “new jersey” offre il maggior grado di
essenziali.                                     separazione, ma in un centro storico è
                                                chiaramente assai invasiva; i cordoli a
   Il Decreto ministeriale 557 del              terra assolvono ad una discreta
30/11/1999 fissa le linee guida per la          separazione tra le due correnti di
progettazione delle piste ciclabili che si

                                                                                            15
                                                                                             1
traffico, ma possono essere pericolosi in        essere previste piste ciclabili formate da
quanto non ben percepibili dai pedoni.           due corsie riservate purché nello stesso
                                                 senso di marcia ubicate sempre in destra
    In considerazione della separazione          rispetto alla contigua corsia destinata ai
fisica dalle altre componenti di mobilità,       veicoli a motore.
la pista ciclabile in sede propria può
essere anche a doppio senso di marcia.               La pista ciclabile su corsia riservata
                                                 ricavata dal marciapiede può essere
   La pista ciclabile su corsia riservata        invece a unico o a doppio senso di marcia
può essere ricavata dalla carreggiata            a condizione che sia ubicata sul lato
veicolare o dal marciapiede pedonale: in         adiacente alla carreggiata stradale.
entrambi i casi la corsia ciclabile è
individuata da una semplice striscia di              La larghezza minima della corsia
delimitazione longitudinale.                     ciclabile deve essere di almeno 1,50 m;
                                                 tale larghezza può essere ridotta a 1,25
    La pista ciclabile su corsia riservata       m nel caso di due corsie contigue dello
ricavata dalla carreggiata può essere            stesso od opposto senso di marcia.
solo ad unico senso di marcia, concorde e
sulla destra della corsia riservata ai               Per le piste ciclabili in sede propria e
veicoli.                                         per quelle su corsia riservata per brevi
                                                 tratti dell’itinerario ciclabile la larghezza
   Qualora l’intensità del traffico ciclistico   minima della corsia può essere in casi
ne richieda la realizzazione, possono            particolari ridotta ad un solo metro.
                                                                      Non di rado vengono
                                                                  realizzate corsie ciclabili a
                                                                  doppio senso di marcia
                                                                  ricavate dal marcia-piede
                                                                  e caratterizzate da una
                                                                  diversa pavimentazione: in
                                                                  molti casi tali soluzioni,
                                                                  prive di requisiti tecnici
                                                                  accettabili, sono foriere di
                                                                  numerosi conflitti tra
                                                                  pedoni e ciclisti.

                                                                   Occorre a questo
                                                                proposito evidenziare che,
                                                                nonostante la diversa


                                                                                            12
biciclette non fa
                                                                       parte della cultura
                                                                       diffusa e nei percorsi
                                                                       comuni per i pedoni
                                                                       e per i ciclisti si
                                                                       riscontra una non
                                                                       trascurabile
                                                                       frequenza          di
                                                                       incidentalità a danno
                                                                       di     ambedue       i
                                                                       soggetti.

                                                                        Infine, i tratti
                                                                     promiscui ciclabili e
gravità dei conflitti tra ciclisti e veicoli      veicolari sono ammessi solo per dare
rispetto ai conflitti tra ciclisti e pedoni, le   continuità alla rete laddove non sia
traiettorie pedonali sono molto meno              possibile risolvere diversamente il
prevedibili di quelle dei veicoli. Questo,        collegamento di due segmenti di piste
unito alla scarsa disciplina dei pedoni ad        ciclabili in sede propria o su corsia
utilizzare solo la parte di marciapiede ad        riservata.
essi riservata, condiziona la percezione di
sicurezza dei ciclisti che, di conseguenza,           Questi tratti promiscui, dove si
sono portati ad utilizzare poco le piste          interrompe la separazione con le altre
ciclabili promiscue con i pedoni.                 componenti di mobilità, sono però quelli
                                                  a maggiore rischio di incidente, anche
    I percorsi promiscui pedonali e ciclabili     perché il ciclista, provenendo da percorsi
possono essere realizzati all’interno di          riservati, tende in genere a ridurre il suo
parchi o di altre zone a traffico                 livello di attenzione.
prevalentemente pedonale. A volte
vengono previste bande piuttosto strette
delimitate      da    strisce   orizzontali
discontinue che dovrebbero costituire per
i pedoni elemento di riconoscimento dello
spazio dedicato alla circolazione delle
biciclette.

    Purtroppo, anche in questo caso
l’attenzione dei pedoni al passaggio delle

                                                                                          13
di Eleonora Manganelli
       In senso antropologico, la cultura          La cosa che è d’uopo sottolineare, e
è l’insieme di costumi, usi, regole,           che spesso molti dimenticano è che la
credenze, usanze, atteggia-menti,              cultura si apprende e non si eredita per
abitudini, valori, ideali afferenti alle più   via biologica, pertanto è un “percorso
svariate popolazioni e società del             di vita” aperto a tutti ma che in special
mondo.                                         modo è da consigliare ai giovani, cioè
                                               ai futuri uomini della nostra società.
    Entrare a stretto contatto con queste
realtà differenti dalla nostra è ciò che           La cultura è un mix di studio (nozioni),
ci apre la mente, è ciò che rende il nostro    di esperienza e di libera interpretazione
pensiero fluente e dannatamente                della conoscenza. Essa è crescita
elastico, è ciò che c’insegna a rispettare     continua, un cercare di colmare la sete
e tollerare l’altro da noi.                    di     conoscenza      ma      è     anche

                                                                                       14
rielaborazione interiore di ogni cosa           ricercatori italiani all’estero è felice e
imparata.                                       non pensa minimamente ad un rientro
                                                nel Bel Paese.
Bisogna leggere, riflettere, confrontarsi
ma soprattutto mettersi in discussione               Questo dato è uno scacco matto per
sperimentando i propri limiti e tentando        l’Italia che non soltanto registra una
di superarli.                                   costante perdita di menti eccellenti, ma
                                                i risultati conseguiti all’estero dai nostri
     Bisogna motivare, dunque, i giovani        studiosi contribuiscono alla progressione
a studiare, a imparare ad essere curiosi        e allo sviluppo dei paesi esteri lasciando
a coltivare quella sete di sapere che           l’Italia sempre più indietro trincerata
dovrebbe invadere ognuno di noi e               dietro la vecchia guardia, dietro il
l’Italia deve impedirgli di fuggire per         nepotismo, dietro un cumulo di macerie
mettere a frutto il background culturale        e ceneri che di certo non conducono al
acquisito.                                      progresso.

    E’ di questo e di molto altro che               A testimonianza di ciò, un’economia
occorrerebbe parlare anche nelle                in stallo ed un paese dove il divario tra
trasmissioni tv, spesso nutrite d’impro-        i ricchi e i nuovi poveri si f via via più
duttivi reality pronti a succhiare              marcato; un paese spento dove sempre
l’attenzione modesta dell’opinione              meno fondi sono destinati alla ricerca e
pubblica.                                       dove i pochi scienziati che restano

    Cos’è che dovrebbe oggi spingere
un giovane a seguire un arduo e tortuoso
percorso universitario, quando dopo la
laurea e magari un dottorato di ricerca
(titolo di alta specializzazione), ad
attenderlo sono soltanto prospettive di
precariato vitalizio, mentre il suo nome
corre ad infoltire la già nutrita lista degli
stagisti seriali?

   Ed ecco che arriviamo alla cosiddetta
“Fuga dei cervelli”.

   Secondo, infatti, una delle tante
indagini di mercato il 73% dei


                                                                                          15
covano insoddisfazione, e per la           di un salario decente, oggi è la fame di
strumentazione inadeguata e per i          esperienze, libertà e di nuovi orizzonti.
compensi impropri che sono costretti a
ricevere.                                  Ma i motivi che spingono questi giovani
                                           indottrinati, colti e specializzati a
   Si potrebbe citare il libro scritto     lasciare l’Italia riguardano soprattutto il
dalla Cucchiarato a riguardo, una          fatto che chi vive in Italia fa più fatica
giovane giornalista espatriata in          a veder valorizzato il proprio capitale
Spagna.                                    umano e le opportunità occupazionali
                                           sono più basse; inoltre il nostro sistema
   Il titolo: “Giovani senza radici: gli   welfare è inadeguato poiché ha
emigranti italiani di oggi”. La            gradualmente trasformato la flessibilità
Cucchiarato sostiene, che i giovani in     in precarietà e costretto i giovani a
fuga dall’Italia non si sentono            dover dipendere a lungo dalle risorse
esattamente emigranti; sono figli della    della famiglia d’origine.
Generazione Erasmus.
                                               Bisogna allora correre ai ripari e
   In più il motivo che spinge a partire   stimolare con nuove prospettive e
non è più lo stesso: cent’anni fa era la   incentivi allettanti i giovani ad
fame in senso stretto, fame di lavoro e    intraprendere una fruttuosa carriera




                                                                                    16
scolastica mostrandogli una volta per        giovani a brancolare nell’incertezza di
tutte un’Italia diversa, un’Italia che       una vita dai facili arricchimenti.
trasmetta consapevolezza di cultura
dove non accada che gieffini, tronisti e        La conoscenza, la cultura, il sapere
calciatori surclassino coloro che nella      vanno adeguatamente premiati anche
vita si sono dedicati ad altro meritando     da un punto di vista economico per
forse di più o almeno quanto loro una        offrire la giusta dimensione ai ragazzi
vacanza lusso.                               spesso persi in sogni di vana gloria.

    Non è etico mettere alla berlina             La domanda è: perché in Inghilterra,
nessuno ma un inno alla cultura che si sta   in Germania, in America i nostri talenti
perdendo nei meandri di una società          italiani sono premiati sia con gli stipendi,
depressa è d’obbligo per risvegliare le      che con gli elogi per il proprio operato?
coscienze da quel torpore latente che
rischia di condurre per mano i nostri           Perché come sostiene Predazzi,
                                             prima lo stato e le famiglie investono


                                                                                       17
denaro pubblico per la formazione dei         occorre una forte vitalità”, e chi più dei
ragazzi dalla culla all’università e poi      giovani può possedere tanta forza e
quando sono finalmente formati, li si         tanto vigore?
regala ad un altro paese?
                                                  Sicuramente anche le aggregazioni
    Bisogna capire che i giovani sono il      culturali, le associazioni apolitiche
futuro da coltivare, non una minaccia da      possono giocare un ruolo fondante per
mettere sotto giogo dove in Italia            la crescita proficua dei ragazzi che
abbiamo la classe politica, dirigente,        riescono a confrontarsi, a scambiarsi
insegnante più anziana del mondo. Non         idee, a discutere di temi più o meno
si può abbandonare il nostro Paese al         audaci perché dovunque c’e scetticismo
proprio destino, perché la politica è in      e negoziazione delle proprie stesse idee
crisi e larga parte della classe dirigente    più valide, c’è sapere.
italiana è screditata.
                                                 Concludiamo con una celebre frase
    Servono energie ed intelligenze           di Frank Herbert: “Esigere il sapere
pure, non compromesse con il vecchio          assoluto è qualcosa di mostruoso. Il
per costruire le basi di un nuovo             sapere è un’avventura senza fine ai
rinascimento e questo è un contributo che     confini dell’incertezza.”
solo giovani colti possono apportare. I
giovani non possono non possono
crescere nel culto della televisione
spicciola e acontenutistica.

    Ma il problema non sta nel
modificare gli interessi o nell’incentivare
il numero dei libri letti perché la vera
questione è cercare d’infondere dalla
scuola dell’obbligo in poi nei ragazzi la
fiducia nel domani, l’amore per la
scoperta, la propensione alla ricerca e
alla curiosità di conoscere nuove cose
che siano esse filosofiche, letterarie
scientifiche o anche semplicemente
afferenti alle usanze e ai costumi di un
luogo.
    Ricordando una citazione di Pasolini
in proposito: “Per amare la cultura


                                                                                      18
I progressi scientifici, tecnologici,
organizzativi, straordinari negli ultimi
secoli, continuano ad accelerare. Però
l’epoca attuale non è un’età della scienza.
    Quasi ovunque la maggioranza della
popolazione ha idee vaghe sugli strumenti
teorici e pratici con cui la realtà si
interpreta e si modifica.
      Le comunicazioni di massa danno
l’illusione di un sapere diffuso, ma, rispetto
ai picchi di conoscenza della minoranza
avanzata, i più sono nell’ignoranza.
                                                     La situazione attuale italiana in
   Manca un’opinione pubblica informata          scienza e tecnologia, a parte notevoli,
che eserciti un controllo sociale della          ma rari picchi di eccellenza, è molto
tecnologia. La paura di rischi immaginari        critica. Gli interventi per mirare e
e non di quelli reali, ispira decisioni          realizzare una ripresa dovrebbero
sbagliate.                                       essere al primo posto nei dibattiti su
                                                 riforme e piani nazionali – ma non lo sono.
    La situazione culturale di oggi è
migliore che in passato, ma, specie nel              La Commissione Europea ha
nostro paese, potrebbe esserlo molto di          pubblicato (Febbraio 2011) la classifica
più. Per innalzarla non ci sono ricette          dei 27 paesi dell’Unione in base al livello
semplici: la cultura tradizionale va             di innovazione raggiunto. Questo è
integrata con la tecnologia dell’in-             espresso da un indice (compreso fra 0 e
formazione e della comunicazione.                1), che è funzione di 24 indicatori
                                                 (lauree, ricerca scientifica, investimenti
                                                 pubblici e privati in ricerca e sviluppo,

                                                                                        19
Fonte: Innovation Union Scoreboard 2010, www.proinno-europe.eu/metrics

brevetti, percentuale di piccole e medie      30 anni. Non è solo questione di
imprese innovative, etc.). La situazione è    investimenti, ma di cultura media. La
rappresentata dall’istogramma seguente.       percentuale della popolazione che ha
In verde: 4 leader (Svezia, Danimarca,        completato l’educazione terziaria è in
Finlandia, Germania) - in celeste,: 10        Italia il 19%. La media europea è 32,3
innovatori di seconda classe, in giallo 9     %, Francia 43,3 %, Irlanda 49 %. A
innovatori moderati e in arancione; 4         livello più basso dell’Italia sono solo 5
innovatori modesti.                           paesi: Macedonia, Repubblica Ceka,
                                              Romania, Slovacchia e Turchia.Il pubblico
   La Svezia sta a 0,75. La media dei 27      italiano non vede il problema.
Paesi sta a 0,5. L'Italia sta fra gli
innovatori moderati a 0,42 - il 16° posto          Gli italiani in media si interessano
su 27      - dopo Portogallo, Estonia,        meno agli studi e alle professioni
Slovenia, Cipro – tutti sotto la media.       tecniche. Nel 2004 il numero degli iscritti
                                              ai licei superò quello degli iscritti agli
    Il quadro sinottico in appendice mostra   istituti tecnici. Nel 2008 i primi erano il
che in Italia gli investimenti pubblici in    43% e i secondi il 29% dei giovani che
ricerca e sviluppo sono lo 0,58 % del PIL     continuavano         gli   studi    [istituti
(0,77 della media europea) e quelli           professionali 28%].
privati sono lo 0,65 % del PIL (0,52 della

                                                                                      20
media europea). Questo divario dura da
Già mezzo secolo fa - e anche oggi -
non solo manager e funzionari ad alto
livello, ma anche il pubblico in generale e
i mezzi di comunicazione di massa tendono
a ignorare nozioni, concetti e strumenti
scientifici e tecnici.
    Si alimentano di una cultura discorsiva
e danno credito a pensatori modesti. La
cultura era, ed è, spesso identificata con
spettacoli più musei. Si ripete che siamo
entrati nell’era dell’informazione e si tenta
di misurare il successo valutando la                 Una rimonta culturale, tecnologica ed
penetrazione nel mercato di computer             economica richiederebbe impegni
personali, telefoni cellulari e apparecchi       eccezionali di investimenti, risorse umane,
per sentire musica registrata e scambiare        immaginazione e controlli rigorosi della
sms.                                             qualità e del benchmarking (valutazione
   Gli intellettuali parlano per sentito dire    della posizione relativa dell’Italia
della conoscenza del mondo fisico e di           rispetto agli altri Paesi. Non si vedono
matematica. Aumenta il divario fra alta          segni di iniziative simili.
tecnologia e cultura media. Si diffondono            È ora che questa esigenza sia
macchine di facile uso, che eseguono             riconosciuta e si smetta di dibattere su
processi      non     trasparenti,     e     i   questioni formali o di interesse
supercomputer si usano per scopi banali.         particolaristico.
Gli utenti non acquisiscono concetti, non
usano linguaggi avanzati, ma solo                    Il degrado culturale si manifesta in
immagini.                                        tanti modi. Chi ha studiato lo riconosce
                                                 nel suo settore di competenza. Le aree
   Il circolo vizioso dell’ignoranza è più       chiave sono ovviamente: scuola, mezzi di
minaccioso in Italia che altrove. I decisori     comunicazione dei massa e telematica. In
pubblici e privati male addestrati non           ciascuna dovremmo trovare e redimere
investono in ricerca e sviluppo, nè              strumenti e concetti efficaci.
sponsorizzano scuole eccellenti.
                                                     Le carenze e i difetti sono così
   I contenuti dei mass media, volatili o        conclamati che sentiamo e leggiamo
vuoti, propagandano la tecnologia per            critiche e proposte frequenti, anche se
scopi insulsi e sostengono che certi illusori    sono troppo spesso timide e settoriali.
progressi tecnologici sono soddisfacenti.


                                                                                        21
È vitale rimontare posizioni. A questo         Non sono solo economici gli interventi
scopo occorre definire traguardi               per rinnovare il Paese. L'economia non si
intermedi:                                     rilancia solo lavorando di più. Vanno fatti
                                               lavori difficili e prodotto più valore
• definizione di settori, risorse, problemi,   aggiunto.
strumenti, conoscenze su cui basare
imprese innovative                                In Italia c’è una università per ogni
                                               600.000 abitanti. Negli Stati Uniti ce n’è
• progetto di aziende virtuali, costituite     una ogni 100.000 abitanti, in Inghilterra
da ricercatori, scienziati, industriali        ogni 200.000, in Francia ogni 230.000.
• specifiche di innovazioni o invenzioni           Negli USA ci sono oltre 50 università,
concrete o creazione di settori di attività    college e politecnici con capitali superiori
finora    trascurati,  ma       perseguiti     a un miliardo di dollari. Al primo posto
vivacemente all’estero                         Harvard con 25 miliardi, poi Yale con
• programmi miranti a reperire risorse         16, Princeton, Stanford e l’Università del
finanziarie e umane                            Texas con 12, Michigan, Cornell,
                                               Università della California a Los Angeles
• monitoraggio        dell’attività       e    con 5. In media il capitale per studente
valutazione impatti conseguenti                è di circa un milione di dollari e ogni
                                               università spende ogni anno il 5% del
• creazione di studi avanzati e                patrimonio.
formazione avanzata entro le aziende.
                                                  Le industrie italiane dovrebbero
                                                             finanziare     università,
                                                             scuole superiori e istituti
                                                             di     ricerca     anche
                                                             consorziandosi        per
                                                             creare e finanziare
                                                             politecnici.
                                                                Paradossalmente
                                                               finanziano            talora
                                                               prestigiosi istituti in altri
                                                               Paesi. Intanto vengono
                                                               ridotti i finanziamenti
                                                               pubblici a università e
                                                               ricerca.



                                                                                         22
In Francia il 2% dei professori                 Gli obiettivi sono: offrire occasioni di
universitari sono stranieri, nel Regno Unito     apprendimento,        innescare      mode
il 10,4 %, in USA il 19%, a Singapore il         edificanti. Bisogna far crescere la
47% - e, in questi paesi, è alta la              domanda di prodotti e servizi sofisticati
percentuale di università eccellenti.            che producano valore aggiunto e
                                                 innalzino i rendimenti della società.
   Le università italiane, invece, non hanno
professori stranieri: non cercano di                 È vitale che si alleino cultura,
ingaggiare i migliori ovunque si trovino.        accademia, parlamento, industria per
Per questo sono state criticate                  influire su giornali, radio e televisione e
energicamente, anche se ancora non               fornire al pubblico strumenti di
penalizzate, dalla Comunità Europea.             aggiornamento continuo, criteri di
                                                 giudizio sulle informazioni dilaganti, modi
    È ben noto che università e ricercatori      di acquisire l’abilità di esprimersi
italiani eccellono in alcuni settori di punta.   efficacemente.
La media generale non raggiunge livelli
di eccellenza e si notano aree nettamente            Oggi oltre a scienza/tecnologia e
arretrate e disattese.                           umanistica sono vitali: informatica, logica,
                                                 biochimica, energetica, socio-economia,
   Innalzare la cultura professionale e          previsione tecnologica. I numeri crescenti
generale, creare scuole avanzate,                di esperti generano progressi continui.
investire in ricerca e sviluppo evita il         Questi sono disponibili in rete, ma il
declino, produce resilienza agli eventi          pubblico in genere ne è escluso perchè
avversi.                                         giornali, radio, TV, comunicazioni sociali
   Però le opinioni, le credenze, le             interpersonali trattano solo di argomenti
ideologie, i memi condivisi dalla                volatili. La gente – e i giovani – non
maggioranza della popolazione sono di            sentono parlare di cose importanti e di
bassa qualità, se il pubblico è facile           analisi critica dei fatti. Quindi non
preda di ingenui catastrofismi e della           vengono motivati a sapere, a capire, a
ripetizione di leggende metropolitane.           partecipare.

    A lungo termine occorre un'azione                Radio, televisione e giornali sono
internazionale congiunta di aziende,             troppo usati in Italia per fini politici o per
soprattutto ad alta tecnologia, mirata a         pubblicizzare interessi privati. Molte
innalzare la cultura di intere popolazioni.      testate ed emittenti minimizzano notizie
Vanno utilizzati tutti i mezzi di                e problemi di cui la proprietà o i gruppi
comunicazione di massa, oltre alle scuole.       di riferimento non hanno piacere di
                                                 parlare. Editoriali stampati e in video
                                                 sono spesso di parte.

                                                                                            23
Questa caratteristica negativa non si     consentiti giocosamente            a      certi
elimina con le esortazioni: ci vorrebbe una   intellettuali – sia di destra, sia di sinistra.
serie di conversioni a codici di equità,
liberalismo, oggettività che per lunghi          L’effetto sul pubblico ingenuo, invece,
periodi della nostra storia sono stati        è disastroso: la disinformazione acritica
disattesi, ignorati, combattuti. Il nostro    porta alla rovina.
paese dovrebbe essere terra di missione,          Le notizie vengono date come se
ma anche la “libera America” manda            fossero descrizioni oggettive di fatti
pochi missionari.                             osservati. Invece quando si tratta di
   Missione impossibile? Lo fa temere lo      processi multiformi (naturali, economici,
scarso rigore che conduce all’abbandono       scientifici, tecnologici) è più sensato e utile
della ragione. In conseguenza si parla di     discutere i meccanismi che li governano
esoterismo,       astrologia,       magia,    e discutere su come vadano analizzati,
parapsicologia, miracoli, etc., come se       ricostruiti, revisionati.
fossero innocenti e spiritosi atteggiamenti

                                                                                         24
Occorre ragionare su come si faccia a        Imparare a usare questi strumenti è
capire chi ha ragione nei dibattiti fra         un’attività piacevole e può appassionare
esperti (spesso improvvisati).                  più dei giochi di carte o dei quiz. Serve
                                                anche a capire i problemi, a formarsi
   Il mondo è fatto anche di meccanismi         opinioni su cose vitali per noi che
della natura, struttura della materia e         altrimenti ci accadono ed evocano nostre
degli artifatti umani, processi sociali,        reazioni inadeguate come quelle di
politici ed economici.                          selvaggi analfabeti
    Questi sono influenzati, gestiti, subìti        Per ridurre le emissioni prodotte
da milioni di persone in modi razionali,        dall’uso di combustibili fossili e la
irrazionali, passionali, casuali. Per capirlo   dipendenza da fonti energetiche
non basta più la conoscenza dei caratteri       importate, conviene ricorrere di nuovo
in cui il mondo è scritto: rette, cerchi,       all'energia nucleare.
parabole          (Galileo).         Bisogna
padroneggiare strumenti moderni e non               I dibattiti in merito, però, sono pervasi
guardarci      attorno     attoniti     come    da considerazioni passionali e da
passeggeri su veicoli che marciano a caso.      disinformazione.




                                                                                       25
In Italia le centrali esistenti sono state
fermate. Quella di Montalto è stata
convertita in termoelettrica dopo il
referendum del 1987, i cui quesiti erano
e sono largamente ignorati dall'opinione
pubblica, dai media, da pubblicisti e
sociologi.
   Le tecnologie a cui ricorrere per creare
di nuovo una industria e una produzione
elettronucleare in Italia sono note. Le
prospettive del nucleare in Italia sono
incerte non per ragioni tecniche, ma per
motivi di inadeguatezza culturale.
    Per consentire ai decisori pubblici e
privati di formulare piani di sviluppo
razionali    e      realistici,  occorre
intraprendere una vasta operazione
culturale che fornisca informazione
corretta in termini semplici atti a
raggiungere un pubblico vasto.                  dell'incidente alla centrale di Three Mile
                                                Island (USA) furono contenuti da uno
    Va ricordato che il disastro di             scudo corazzato e non causarono vittime.
Chernobyl       ha       provato       che
l'addestramento degli operatori è fattore           I timori dei rischi dovuti a centrali
vitale: con leggerezza inaudita (in             nucleari si discutono riferendosi a
assenza di esperti nucleari) ingegneri          tecniche di vari decenni or sono. Quelle
elettrotecnici tolsero le sicurezze             realizzate in Occidente erano già più
dall'impianto e provarono se in caso di         sicure di quelle russe, oggi si mira a
distacco      dalla     rete     l'energia      progetti intrinsecamente sicuri in cui gli
immagazzinata       nei      rotori    dei      interventi di sicurezza non sono prodotti
turboalternatori fosse adeguata ad              da sistemi attivi (sensori e motori elettrici),
abbassare le sbarre di carburo di boro.         ma per azione di forze naturali (gravità,
                                                dilatazione di elementi in bimetalli).
   Non lo era: l'impianto esplose.
                                                    Le centrali giapponesi di Fukushima,
   La catastrofe sarebbe stata meno             in cui sono avvenuti sinistri in seguito al
grave, se il reattore fosse stato contenuto     terremoto del Marzo 2011, non erano a
in guscio di acciaio. Gli effetti

                                                                                            26
sicurezza intrinseca e risalivano a 40 anni      per discutere i problemi e cercare
fa.                                              insieme soluzioni nuove. Teoria e pratica
                                                 della gestione totale di qualità devono
   Alternativa interessante è quella di          continuare a diffondersi nell’industria, ma
passare a reattori di IV generazione ad          è bene che pervadano società, scuole,
alta temperatura raffreddati a gas.              accademia, processi decisionali, mass
Questi possono essere più sicuri dei             media.
reattori raffreddati ad acqua, possono
raggiungere temperature di 1000°C cui                Solo i paesi che investono
conseguono alti rendimenti termodinamici         robustamente in ricerca e sviluppo
e possibilità di produrre economicamente         conseguono incrementi notevoli del
idrogeno per via termochimica.                   prodotto interno lordo o non lo vedono
                                                 diminuire in tempo di crisi economica –
    Ne furono realizzati prototipi in USA        gli altri no.
e in Germania, ma si affermò la
preferenza per i reattori ad acqua, più          [Intervento al convegno della Società
compatti e adatti a essere installati in         Italiana per il Progresso delle Scienze
sottomarini.                                     (SIPS) “Gli scienziati italiani per l’Unità e
                                                 lo sviluppo dell’Italia” - CNR - Roma - 29
    La capacità di concatenare fra loro          Marzo 2011]
problemi e soluzioni apparentemente              ________________________________
difformi dovrebbe essere acquisita da
tutti. Ha valore intellettuale e morale, oltre                        Roberto          Vacca,
che pragmatico.                                                       i n g e g n e r e ,
                                                                      ricercatore           ed
    La gestione di grandi problemi sociali                            apprezzato roman-
e politici non è una scienza esatta. Si giova                         ziere, è uno dei
anche di principi semplici che chiunque può                           principali divulgatori
comprendere e fare propri. Fra questi c’è                             scientifici italiani.
il principio giapponese del kaizen –
tendenza al miglioramento continuo:                                 I suoi scritti sono
operare ogni giorno più efficacemente del                           pubblicati         in
giorno prima. Ai lavoratori giapponesi si                           numerose riviste, sia
insegna a tenere note delle proprie              scientifiche che d’opinione, ed è
esperienze e a comportarsi come piccoli          frequentemente ospitato sulle pagine di
scienziati.                                      molti quotidiani, dall’Unità al Sole 24
                                                 Ore.
   Spesso l’impegno personale non è
sufficiente: lavoratori e operai si              I suoi libri possono essere acquistati
organizzano, allora, in “circoli di qualità”     presso il sito www.printandread.com.

                                                                                           27
1. Un’Area Molto Contesa
                                                                                 FIG. 1




       Quando la ferrovia arriva ad           tratto rimanente, ritenuto troppo
Arezzo, la città è sbarrata nella direzione   periferico e non consono, viene scelto il
dell’attuale via Crispi da una quinta di      nome di via Crispi, perché qui abita un
case, oltre le quali inizia la campagna,      parente dell’ex statista.
con l’anfiteatro occupato da prostitute.
                                                      Aperta la via Crispi, lungo il lato
       Demolita questa quinta, inizial-       nord di questa strada si configura una
mente l’intero asse est-ovest viene           ampia area libera, sulla quale si
chiamato via Petrarca. Ma quando arriva       focalizzeranno le più varie ipotesi di
l’ordine dal “Minculpop” (da non credere,     utilizzo.
ma proprio questo è l’acronimo ufficiale
del “Ministero della Cultura Popolare”) di     In quest’area, nel 1914, l’ingegnere
nominare una strada centrale “via Roma”, Tavanti progetta una scuola elementare
questo nome tocca solo al tratto della via (figura 1). A quell’epoca è imperativo il
Petrarca antistante i Portici, mentre per il

                                                                                       28
rispetto della simmetria, per cui basta progettare metà fabbricato e a questa regola
si conforma il Tavanti.
       Nel 1918 si cambia idea e si decide di costruire un orfanotrofio secondo un
altro progetto, sempre dell’ingegnere Tavanti, questa volta in stile neo-rinascimentale.

                                                                               FIG. 2




(figura 2).

      Finchè nel 1927, “con generale vantaggio” come recita la cronaca di
“Giovinezza” del 9 aprile, mutata la funzione, viene progettato ancora dal Tavanti
il nuovo “Palazzo delle Federazioni Fasciste” (figura 3). Lo stile è in parte




                                                                               FIG. 3


                                                                                     29
neo-rinascimentale e in parte neo-medioevale, con qualche pinnacolo in più, come si
conviene alla nuova destinazione.
       Il 9 ottobre 1929, la Nazione informa che, invece del “Palazzo delle
Federazioni Fasciste”, in quest’area sarà costruita la sede dell’”Opera Nazionale
Balilla”, questa volta secondo il progetto di un architetto di livello nazionale, anche
se di origini anghiaresi, Annibale Vitellozzi vincitore del relativo concorso.

       Alle vecchie regole della simmetria si aggiungono i nuovi principi dell’
architettura del regime: la verticalità con le lesene, il “volume maschio”, la
monumentalità con l’abbandono delle decorazioni, dei fronzoli e dei simboli borghesi
e con l’assunzione degli elementi strutturali della romanità (figura 4).




      FIG. 4




                                                                                    30
FIG. 5




        Questa volta il progetto è indubbiamente di buon livello, ma quest’area è
destinata a non avere pace e, quando nel 1930 la costruzione è arrivata già a sei
metri fuori terra (figura 5), scappa fuori il nuovo Federale fascista, Giannino
Romualdi, che è anche ingegnere, il quale, raccogliendo un po’ qua e un po’là dagli
stili precedenti, tira fuori il suo progetto per la costruzione adesso di un orfanotrofio.
(figura 6).

       E, potenza del “conflitto di interessi”, la parte già realizzata della costruzione
del Vitellozzi viene interamente demolita.


                                                                                 FIG. 6




                                                                                          31
Finchè nel 1932 viene finalmente definitivamente avviato dall’Istituto Case
Popolari dell’epoca un edificio abitativo dello Stato (figura 7) che verrà ultimato nel
1935.


   FIG. 7




       Forse non tutti gli aretini si sono accorti che questo edificio, ribattezzato “il
Casone”, o, alternativamente, “Il Palazzone” insieme con il “Palazzo Albanese”
davanti ai Portici, costituiscono due pregevolissimi esempi di alto livello architettonico
dello “stile novecento” italiano, che mettono a dura prova tutto quello che lì intorno
è stato costruito dopo.




                                                                                     32
2. Una scelta controproducente evitata




      Quando Papa Innocenzo III, nel        togliendola ai benedettini che certamente
1203, elevò a cattedrale la chiesa di       non furono tanto contenti, si pose il
San Pietro, posta dove adesso è il Duomo,   problema di dare a questa chiesa un


                                                                                  33
aspetto confacente al nuovo ruolo, cosa               Vinse il progetto di Dante Viviani
che fu possibile avviare solo nel 1276        il cui motto era “simplex”.
quando Papa Gregorio X, deceduto nel
palazzo vescovile aretino, lasciò a questo           E l’unico elemento della facciata
scopo la somma di 30.000 fiorini d’oro.       che contraddice il motto sono gli stemmi
                                              delle famiglie che parteciparono alla
       La costruzione del Duomo iniziò        spesa, ciascuna con mille lire
subito partendo da est e via, via             corrispondente oggi a 5-6 mila euro.
proseguendo per tappe successive verso
ovest, ad ogni tappa tamponando con una              Anche se la semplicità della
facciata posticcia di mattoni la parte già    facciata non fu troppo apprezzata,
realizzata.                                   talché il Salmi la considerò “fredda e
                                              scolastica” e successivamente il Carli la
       Cosicché nel dipinto di Piero della    definì “professorale”, oggi possiamo solo
Francesca nel quale l’immagine di Arezzo      dire che se, invece, avesse vinto il
fa la parte di Gerusalemme, compare la        progetto in gara qui riportato, esso
facciata del Duomo di color rosso mattone.    avrebbe fatto fare alla nostra città una
                                              gran brutta figura nei confronti dei turisti
       E tanto ci volle per completare il     appena avveduti che fossero capitati di
Duomo, che nel 1896 la facciata               fronte ad essa.
principale non era ancora ultimata. Del
resto, la stessa cosa era accaduta anche
al Duomo di Firenze la cui facciata fu
realizzata dal 1876 al 1887.

      Fu allora bandito un concorso, cui
parteciparono trenta architetti, ma
siccome la giuria non ritenne di premiare
nessuno, la gara fu ripetuta e questa
seconda volta i concorrenti furono
trentaquattro.

       E, anche a quei tempi, tra concorsi,
commissioni, polemiche e burocrazie
trascorsero 18 anni e la facciata risultò
ultimata solo nel 1914.



                                                                                     34
Vittorio Arrigoni, l’italiano ucciso il
15 aprile scorso da un gruppo di
estremisti islamici a Gaza era certamente
un uomo coraggioso (perché ci vuole
coraggio a trasferirsi a Gaza di questi
tempi), aveva degli ideali ed era disposto
a lottare per affermarli; solo per questo
merita rispetto.

      Forse era anche un eroe - come
dicono alcuni – ma un eroe sbagliato, o
perlomeno era sbagliata la causa per la
quale lottava con tanto accanimento.
                                                 – non aveva mai speso una parola contro
    Vittorio era un pacifista scrivono tutti,    i rapitori del giovane soldato di leva
ma forse un pacifista a senso unico come         ebreo Gilad Shalit rapito a 19 anni
ce ne sono molti, di quelli che agitano la       proprio al confine con la striscia di Gaza
bandiera della pace contro i carri armati        e da oltre 5 anni prigioniero di Hamas.
israeliani ma mai contro i palestinesi che       Eppure anche la sua deve essere una vita
lanciano razzi contro Israele.                   d’inferno!

    Vittorio era impegnato tutti i giorni                Il nostro cooperante non faceva
contro quello che definiva “criminale            poi troppo mistero di non amare molto
assedio israeliano” (di Gaza), citava            gli israeliani tanto è vero che su internet
Nelson Mandela parlando di “razzismo”            aveva definito poco tempo fa i sionisti
di Israele ed era arrivato addirittura a         (termine con cui in Medio Oriente si
criticare l’eroe della sinistra Roberto          definiscono spesso tutti gli ebrei) come
Saviano per aver appoggiato una                  dei “ratti”.
manifestazione pro-Israele; ma a quanto
mi risulta – e sarei lietissimo di sbagliare
                                                                                       35
Immagine        certamente        poco     insistito (così scrive il Corriere della Sera
elegante, che richiama tanti altri animali       del 18 aprile), affinché il cadavere del
spregevoli con cui i “giudei” sono stati         figlio dovesse tornare in Italia non
spesso identificati nei secoli passati.          passando per il territorio israeliano ma
                                                 per l’Egitto: “Il mio non vuole essere un
       Non aveva inoltre avuto problemi          gesto politico; semplicemente mio figlio
ad abbracciare pubblicamente il premier          avrebbe voluto così. Gli israeliani non
di Hamas (l’organizzazione palestinese           lo hanno mai avuto in simpatia (sembra
che da alcuni anni governa con il pugno          che il sentimento sia stato comunque
di ferro tutta la striscia) Ismail Haniyeh, le   reciproco), lo hanno sempre considerato
cui mani grondano realmente del sangue           un soggetto pericoloso …chi non ha mai
di tanti innocenti uccisi dalla sua              voluto mio figlio da vivo, non lì avrà
organizzazione.                                  neanche da morto”.

    Anche dopo la tragica morte, non mi             Parole forti, parole che hanno colpito
sembra che i toni usati da alcuni familiari      anche lo scrittore israeliano Etgar Keret
siano stati improntati a sentimenti di           che ha chiesto alla famiglia di ripensarci
riconciliazione; in particolare la Madre ha      per non trasformare il triste viaggio di


                                                                                          36
una bara “in un simbolo dell’odio e del
rifiuto verso coloro che considerava nemici”.

    “La terra di Israele” - Continua lo
scrittore - “è tanto empia da non poter
essere attraversata da un morto? E i suoi
abitanti sono forse tanto abbietti che il loro
semplice contatto rischia di profanare quel
corpo?”.

       Eppure la famiglia non ha cambiato
idea, quasi che il suo grande dolore si             Di fronte a questo lutto, al di là della
dovesse proiettare non contro i suoi crudeli     retorica, rimane solamente la preghiera
assassini quanto contro un altro popolo ed       e la consapevolezza, come ha scritto il
un altro stato, come se i rancori di una vita    Sottosegretario Carlo Giovanardi, che
dovessero dominare anche lo strazio della        “Al dolore per la barbara esecuzione del
morte.                                           giovane volontario italiano Vittorio
                                                 Arrigoni è doveroso aggiungere una
    Non a caso alcuni ambienti palestinesi       ferma e convinta        solidarietà alla
si sono dati subito da fare per cercare di       comunità ebraica e allo Stato di Israele,
nascondere nella tragedia le chiare              che ancora una volta si tenta di
responsabilità di alcuni gruppi salafiti         colpevolizzare, minimizzando così le
ultraestremisti per cercare di far               responsabilità dei fanatici che ne
intravedere chissà quali complotti e chissà      vorrebbero l’annientamento”.
quali responsabilità dell’odiato nemico
israeliano, pardon sionista: sono così
apparsi manifesti in cui l’immagine di
Arrigoni era affiancata a quella di una
volontaria della sua stessa organizzazione
che morì sotto un bulldozer di
Gerusalemme con sotto la scritta: “lo
stesso killer”.

    Analogamente il portavoce di Hamas
Fawzi Barhoum ha accusato proprio
Israele di essere in qualche modo coinvolto
nell’omicidio di Vittorio.


                                                                                        37
Sulla vetta del colle più alto che                Il cardo si identifica con via
coincideva con il centro della Fortezza,       Fontanella - via Pellicceria, secondo un
fino al 1800 emergeva un’antica chiesa         allineamento che si ritrova, oltre il Prato,
con il nome del santo Patrono di Arezzo        nella via Pietramala. Infatti, prima del
associato ad un toponimo: “San Donato in       riempimento del Prato, l’inizio di via
Cremona” [NdR: sul significato del             Pellicceria coincide con la sella di crinale;
toponimo, rimandiamo all’ottimo articolo di    oltre la quale si apre l’altro versante.
Marco Giustini, qui a seguire].
                                                   Il decumano interseca il cardo più a
    Gli Etruschi costruiscono attorno ai due   nord dell’inizio di via Pellicceria, in
colli una prima cinta muraria, che             posizione più centrale rispetto alla
ampliano successivamente espandendola          cittadella etrusca, in corrispondenza del
verso sud, fino a via del Ninfeo e verso       Prato. Secondo questa ipotesi, il
nord, fino a via Tarlati.                      decumano, ricalcando un percorso più
                                               antico, congiunge i vertici delle due
Il luogo dove sarà costruita la Fortezza è     alture.
al centro della città etrusca.
     Gli antichi tracciatori della città           Nel medioevo questo percorso
stabilirono col rito solare la direzione del   prenderà il nome significativo di “ruga
cardo e del decumano.                          mastra”. Ed ancor oggi il tracciato è
                                               riconoscibile, corrispondendo all’allinea-

                                                                                         38
Una scrittura più antica, dell’anno
                                              1030, prova l’esistenza del muro etrusco
                                              ai lati del cardo, subito sopra via dei
                                              Pescioni.

                                                     In una cantina di via dei Pescioni,
                                              il Gamurrini scopre un pezzo di muraglia
                                              a grossi massi sovrapposti, senza calce,
                                              restaurato in antico con qualche elemento
                                              di colonna di granito.

                                                    Grossi blocchi di arenaria
mento di via Fiorentina - via San Lorentino   squadrati, fuori della loro posa originale,
– piaggia del Murello via Ricasoli –          ma sicuramente a questa vicini,
ingresso alla Fortezza.                       compaiono nella chiesa di San
                                              Bartolomeo.
    Oltre la Fortezza, l’allineamento si
ritrova perfettamente nella via Redi.                L’Aretini       aggiunge         la
Secondo un’altra tesi questo allineamento     testimonianza di importanti ritrovamenti
sarà il risultato del successivo intervento   in Borgunto, dove si ritrova, nella parte
romano e della realizzazione del “foro”.      compresa tra piaggia San Lorenzo e
                                              piazza Grande, alla distanza di 10-15
       Un gran numero di documenti            metri dalla strada, ai vecchi numeri civici
testimoniano che il recinto sud della         1-5-7-11, la tipica struttura di roccia
cittadella etrusca corre, arretrato di        tagliata con sopra i macigni squadrati.
qualche metro, parallelamente alla via di
Colcitrone.                                          Questa struttura si allaccia alle
                                              mura di piaggia San Bartolomeo. Qui le
       In un documento del 1326 si legge      mura si staccano da un piano di imposta
che il muro etrusco, costeggia la via di      assai più basso del piano strada, e
Colcitrone, dietro casa Bettini e davanti a   voltano ad angolo, suggerendo
casa Berardi.                                 all’Aretini l’ipotesi di una porta della
                                              cittadella proprio all’inizio di piaggia
       In un ordine del Podestà del 1225,     San Bartolomeo.
sono nominate le vecchie mura della zona
a est di piazza Grande.                               Dall’esame delle divisioni di
                                              proprietà e dalla presenza di grosse
                                              strutture, che probabilmente nascondono

                                                                                     39
elementi del muro etrusco, l’Aretini          tratto delle case di via dei Pescioni
presuppone la ripresa della cinta a tergo     contiguo a Piazza Santa Croce, ed è
del distrutto palazzo del Podestà, tanto      apparso il muro etrusco costruito sopra
più che verso quel punto converge l’altra     una base di roccia scolpita, confermando
serie di reperti, lungo via dei Pescioni.     le considerazioni sopra riportate.

       Nell’orto della Canonica di                   In conclusione, quando la città
S.Niccolò, alla distanza di 13 metri dalla    etrusca si espanse oltre i propri confini, le
strada, ricompare la tipica struttura di      prime case sorsero addossate al muro
roccia tagliata in basso con alcuni macigni   etrusco.
in alto.
                                                    Immaginando di togliere le case
      Le mura ricompaiono all’esterno         del lato nord di via dei Pescioni
ben visibili, nella piazzetta di San          ricompare la rocca dell’antica cittadella
Niccolò, all’angolo delle scale che           etrusca. Per cui si può concludere che la
scendono in via dei Pescioni, alla distanza   trama urbanistica di Colcitrone, da via
di 13 metri dalla strada.                     dei Pescioni verso nord, è di chiara
                                              derivazione della cittadella etrusca.
        Nella canonica, sulla linea di
questo reperto, si trova una analoga
struttura al di fuori dei fondamenti della
chiesa di San Niccolò e distante 15 metri
da via dei Pescioni.

       Questa struttura forma un angolo
avvicinandosi a via dei Pescioni, di circa
due metri per poi riprendere il suo
andamento verso est, dove si trova una
cisterna scavata nel masso, che
probabilmente       risale   ai      primi
insediamenti etruschi.
      In via dei Pescioni, ai vecchi numeri
15 e 19, alla distanza di 13 metri dalla
strada, compare ancora roccia tagliata
con sopra i caratteristici macigni.

   I bombardamenti della seconda
guerra mondiale hanno abbattuto un

                                                                                        40
attentamente anche i particolari che
                                            all’apparenza possono sembrare più
                                            insignificanti o superflui, perché spesso
                                            sono proprio i dettagli più insospettabili
                                            a nasconderci le sorprese più clamorose
                                            che poi ribaltano il quadro generale di
                                            una questione.

                                                E’ bastata infatti un’indagine accurata
                                            semplicemente sul significato del
                                            toponimo della chiesa, Cremona, per
   Se si vuol riscoprire la storia di una   correggere gli errori della storiografia
chiesa dimenticata come quella di San       cittadina più recente e imbattersi in una
Donato in Cremona, è necessario studiare    scoperta inaspettata.




                                                                                   41
Nel secolo scorso gli storici cittadini,     “roccia”) in seguito divenuta *cram e
compreso il compianto Angelo Tafi, hanno        infine, per l’alternanza vocalica a / e
sempre fornito come significato palusibile      preindeuropea, *crem con l’aggiunta del
del      toponimo      aggettivi      quali     suffisso -ona frequente nei toponimi
“sopraelevato” o “rialzato”, in virtù della     prelatini, soprattutto etruschi.
posizione dominante che la chiesa
occupava; più recentemente alcuni hanno            “SASSO” è dunque il significato più
addirittura sostenuto che Cremona fosse il      attendibile, nulla a che vedere con
nome arcaico del colle di San Donato. Ma        “sopraelevato”, e se ne intuisce bene il
entrambe le ipotesi purtroppo rimangono         motivo: è una chiara allusione alla
senza fondamento storico.                       morfologia antica del colle di San
                                                Donato.
   Quale era allora il vero significato del
toponimo? Cerchiamo di scoprirlo.                   Infatti, a differenza di come oggi ci
                                                appare, la collina presentava in epoca
    Cremona è toponimo già attestato in         remota una sommità brulla, composta da
iscrizioni ed autori del periodo classico       sedimentazioni rocciose che affioravano
romano, esempio è il verso 28 dell’Ecloga       in superficie, un ampio zoccolo di pietra
IX di Virgilio “Mantua vae miserae nimium       che sin dalla preistoria ha messo alla
vicina Cremonae”, ma la formazione del          prova le capacità costruttive dell’uomo.
termine è di origine molto più antica di
quella latina.                                      Basti pensare che le fondamenta
                                                della Fortezza e molti dei cunicoli che si
    Varie ipotesi sono state formulate al       diramano alla base della fortificazione
riguardo, sebbene gli ultimi studiosi che       sono costruiti direttamente sulla nuda
hanno affrontato il problema propendano         pietra del colle, in particolare il corridoio
per la derivazione ligure, di matrice           che percorre il perimetro del bastione
preindeuropea, in virtù della presenza dei      della Diacciaia dove addirittura si è
Liguri nel territorio casentinese almeno fino   scavato per vari metri all’interno della
al II secolo a.C., attestata anche dagli        roccia, cosa che testimonia come nel XVI
scritti di Polibio.                             secolo, dopo decine di secoli di
                                                stratificazioni storiche, la pietra formasse
   Per quanto riguarda l’etimologia e il        ancora gran parte della sommità
significato, il Vocabolario delle Etimologie    dell’altura.
dei Capoluoghi Italiani è abbastanza
chiaro: indica infatti *carra che significa        Una prova più recente sono i lavori
“sasso”, nella variante *carm- (da              che negli anni ’60 dello scorso secolo
confrontarsi anche con l’albanese karme         furono fatti dal Comune di Arezzo nella

                                                                                         42
spianata della Fortezza per la costruzione        “advocabulo” che non a caso si traduce
di una grande cisterna d’acqua: infatti nel       con “vocabolo”.
corso degli scavi gli operai dovettero
ricorrere alla dinamite per far saltare la            Infatti nel medioevo tale termine era
roccia che affiorava dal terreno e che            adoperato per indicare contrade,
occupava la zona scelta nel progetto per          quartieri, o terreni, esempio è lo stesso
la collocazione del bacino idrico.                Dante al verso 26 del XIV canto del
                                                  Purgatorio “Perché nascose questi il
   A questo punto è interessante                  vocabol di quella riviera pur com’om fa
esaminare un documento tratto dalla               de l’orribil cose?” oppure lo Statuto dello
raccolta di Ubaldo Pasqui.                        Spedale di Siena “[…] et sieno scripte
                                                  tutte le possessioni e tenimenti[…]e li
     Il manoscritto in questione, il più antico   vocaboli delle contrade”, dove il termine
che menziona la chiesa e datato 19                indica piccole frazioni territoriali.
febbraio 1098, fu redatto dall’abate del
Monastero di Santa Trinita in Alpe e                 Quindi possiamo concludere che il
contiene una molteciplità di informazioni         termine Cremona non era affatto l’antico
utili a ricostruire il passato più remoto         nome del colle, bensì quello di un
della chiesa.                                     antichissimo quartiere cittadino, situato in
                                                  prossimità dell’apice del colle di San
   Nel testo si legge la frase seguente:          Donato, una zona circoscritta e
“Costitutione hec facta est in civitate           caratterizzata dalla conformazione
aretina, in advocabulo Grimune, in ecclesia       rocciosa, cosa che ne aveva determinato
que est dedicata in honore sancti Donati          la denominazione.
episcopi et martyris” cioè “Quest’
ordinamento è stato fatto nella città di             Su di esso sorse poi la chiesa di San
Arezzo, nel vocabolo di Cremona, nella            Donato e dà lì prese il nome e ne
chiesa che è intitolata a San Donato              conservò poi la memoria fossilizzata fino
vescovo e martire”.                               ai giorni nostri.

    Sono due le osservazioni da fare: in             La Cremona è un altro piccolo tassello
primo luogo il termine Cremona, qui nella         recuperato del perduto mosaico
forma più antica Grimune, non è legato            dell’Arezzo     antica,      scomparsa
all’intitolazione a S. Donato ma pare             barbaramente sotto la mole della
piuttosto un’ulteriore specificazione di          Fortezza, non perdiamola di nuovo.
luogo all’interno della città; in secondo
luogo merita una spiegazione il termine


                                                                                        43
Il settore manifatturiero rappresenta     prodotti di nicchia e composta di tante
una realtà produttiva importante per il      piccole e medie imprese, registra segni
nostro paese e incide positivamente negli    di inadeguatezza e di decadimento.
scenari economici europei.
                                                 Il settore ha avuto successo per oltre
   La sua produzione industriale è al        un quarto di secolo per poi imbattersi in
quinto posto al mondo dopo Cina, Stati       un progressivo rallentamento e in
Uniti, Giappone e Germania; in termine       un’incapacità di adeguarsi ai mutamenti
pro-capite è seconda solo alla Germania.     avvenuti nel contesto economico
                                             internazionale.
    Nonostante la crisi economica globale,
l’export manifatturiero italiano registra       Dopo l’entrata in vigore della moneta
dati positivi.                               unica, l’ingresso della Cina nel WTO
                                             (Organizzazione        Mondiale      del
    Rispetto al passato però la produzione   Commercio), la definitiva affermazione
italiana, prevalentemente incentrata sui     delle tecnologie ICT (Tecnologia




                                                                                     44
dell’Informazione e della Comunicazione)
e il consolidarsi della distribuzione
organizzata, l’impresa italiana non ha
saputo reagire in modo compatto e
uniforme dinnanzi alle difficoltà dettate
dalle nuove congiunture economiche
globali.

    Alcune grandi imprese hanno avuto a
disposizione le risorse per reagire alla
crisi e rinnovarsi. Molte piccole sono           passate liberalizzazioni e privatizzazioni
riuscite a progredire diventando medie.          prive di coerenza, l’impoverimento dei
                                                 saperi artigianali e l’abbandono degli
   Ma tante piccole aziende, motore              istituti preposti alla diffusione delle
della nostra economia, hanno ridotto la          conoscenze, dei mestieri e delle
capacità produttiva e moltissime                 innovazioni.
microimprese si sono trovate non più in
grado di produrre.                                   Oggi le nostre piccole e medie
                                                 imprese hanno ridotto drasticamente la
   Le cause del calo produttivo del settore      presenza sui mercati esteri e, al tempo
e dell’incapacità di fronteggiare la crisi       stesso, sono le realtà economiche che più
economica sono molteplici; a cominciare          risentono della concorrenza interna-
da un invecchiamento del nostro modo             zionale capeggiata dai paesi emergenti.
difare industria, correlato a un
invecchiamento generazionale della classe           Le piccole realtà imprenditoriali, per
imprenditoriale, fino all’impossibilità di       lo più produttrici di manufatti di nicchia,
mantenere rapporti con i segmenti di             subiscono la scorretta concorrenza delle
mercato geograficamente e negozial-              grandi imprese asiatiche, indiane ed est
mente più dinamici.                              europee, che prive di vincoli burocratici
                                                 e normativi possono produrre beni,
    Vanno poi citate, fra le cause del calo,     spesso contraffacendo i nostri marchi, con
le problematiche strutturali del nostro          costi di produzione bassissimi.
paese: i costi diretti e indiretti dello Stato
(fisco, inefficienza, burocrazia), la scarsità       Diversamente le imprese maggiori,
di infrastrutture (trasporti, energia,           che nel nostro paese rappresentano
telecomunicazioni), l’aumentare del debito       un’esigua minoranza, sono state in grado
pubblico, l’ingresso nell’Unione Monetaria       di stilare una serie di rapporti con
Europea con cambio lira-euro sfavorevole,        l’estero evolvendo la propria filiera

                                                                                        45
produttiva per renderla capace di                  E’ urgente adottare tutte quelle misure
interagire con le nuove dinamiche              necessarie a sgravare l’imprenditoria
commerciali mondiali.                          dagli eccessivi vincoli fiscali e burocratici,
                                               l’ordinamento giuridico e legislativo va
    Per riportare la produzione italiana       riformato affinché le leggi siano
ad essere competitiva sui nuovi mercati        chiaramente e univocamente interpre-
internazionali occorre che la piccola e        tabili, la giustizia deve assicurare la
media impresa italiana intraprenda, e sia      certezza del diritto e la celerità delle
messa in condizione di farlo, un processo      sentenze.
di crescita.
                                                   Dal canto suo l’Unione Europea deve
    All’attuarsi di questo processo è          agire responsabilmente, creando le
sfavorevole la carenza di domanda, che         condizioni affinché l’Italia e tutti gli altri
impedisce ai singoli imprenditori di           Stati Membri possano beneficiare delle
intraprendere autonomamente l’innova-          risorse e degli strumenti necessari per
zione di ogni campo della vita aziendale.      potersi    presentare        unitariamente
                                               competitivi nei confronti dei paesi
    Oltre alla bassa domanda, limitano i       emergenti.
processi di crescita e innovazione la
mancanza       di   capitali    reperibili
esternamente all’impresa e la complessità
burocratica della pubblica ammini-
strazione.

   Di fronte alla crisi economica la
crescita dimensionale in termini di
fatturato, dipendenti e soprattutto sotto il
profilo culturale, cioè in termini di
conoscenza, managerialità e struttura
aziendale, è un passaggio obbligato per
rendere la produzione elevata e
competitiva.

   Per agevolare le imprese in questo
processo di evoluzione occorrono                           Deputato al Parlamento Europeo
trasformazioni profonde nel nostro paese.                                     Gruppo PPE


                                                                                        46
Primi mesi dell’Orchestra “Città di Maestro Bacalov il quale non si è
Arezzo”: un bilancio sicuramente risparmiato in elogi all’orchestra e alla
positivo.                           città per credere in un’iniziativa così
                                            importante culturalmente.
   Con il Concerto del 1 Maggio si è
concluso un intenso ciclo di impegni           L’Orchestra ha poi proseguito il suo
dell’Orchestra Città di Arezzo.             cammino nei concerti previsti nei comuni
                                            che hanno aderito al progetto, dando la
    Il progetto MUSICAREZZO 2011,           possibilità a solisti emergenti aretini,
iniziato il 29 gennaio al Teatro Pietro     come Nicola Barbagli all’oboe, Andrea
Aretino, che ha visto protagonista il       Rum al clarinetto, Stefano Rocchi al
premio oscar Luis Bacalov, accompagnato     fagotto e Filippo Zambelli al corno, di
dall’orchestra diretta dal Maestro          potersi esibire ad Arezzo e a Castiglion
Francesco Seri, ha avuto un’inaugurazione   Fiorentino, interpretando la Sinfonia
scoppiettante: un teatro gremito di         Concertante di Wolfgang Amadeus
pubblico, ammaliato dalla musica del        Mozart e ottenendo un successo


                                                                                47
della Fondazione “Guido
                                                                 d’Arezzo”,            dove
                                                                 l’Orchestra     Città   di
                                                                 Arezzo,     diretta    dal
                                                                 Maestro       Seri,     ha
                                                                 interpretato il Magnificat
                                                                 e il Concertino per
                                                                 Pianoforte e Orchestra
                                                                 del compositore perugino
                                                                 Carlo Pedini.

                                                                    Nell’occasione hanno
                                                                  collaborato con l’Or-
                                                                  chestra le bravissime
                                                                  coriste del coro Kamenes
strepitoso per la cristallina interpretazione.   In Canto, dirette dall’eccellente
                                                 Gabriella Rossi e, in qualità di solisti, due
    Il Teatro dei Ricomposti di Anghiari ha      artisti di fama internazionale quali Guido
visto la compagine aretina dedicare un           Arbonelli al clarinetto e Giuseppe
concerto a Bruno Mangoni, personaggio            D’Angelo al pianoforte. Il concerto di
importante per l’imprenditoria dell’Alta         Pasqua è stato replicato anche nel
Valle del Tevere, ma soprattutto grande          Comune di Sansepolcro, nella splendida
appassionato di musica.                          cornice dell’Auditorium di Santa Chiara.

   Il periodo pasquale è stato pieno di              A conclusione della produzione
meraviglia: in primis il riconoscimento da       pasquale, l’Orchestra Città di Arezzo è
parte del Presidente della Repubblica,           stata ospitata dal Sacro Convento di
Giorgio Napolitano, alla validità del            Assisi, nella suggestiva e meravigliosa
progetto MusicArezzo2011 con l’asse-             Basilica Papale Superiore, dove un
gnazione della Medaglia di rappre-               foltissimo pubblico ha assistito ad un
sentanza della Presidenza della                  concerto pieno di pathos, ascoltando lo
Repubblica Italiana consegnata dal               Stabat Mater di Pergolesi, interpretato
Sindaco della Città di Arezzo, Giuseppe          dal soprano Lucia Raffi Casagrande e
Fanfani, in occasione del concerto di            dal mezzosoprano Francesca Lisetto, la
Pasqua, tenutosi il 17 marzo nella Chiesa        Canzone sopra l’Ave Maria di Carlo
di S. Maria della Pieve; in secundis la          Pedini e, sempre del compositore
registrazione di un CD per l’etichetta           perugino, in prima esecuzione assoluta
Quadrivium, grazie anche al contributo           Elenadagio.

                                                                                         48
Il concerto del 1 maggio è stato quindi       Un plauso pieno di riconoscenza e
la degna presentazione alla città, a tutta    speranza        va      al       Presidente
la città, dell’Orchestra. Il pubblico che     dell’Orchestra, Maestro Lorenzo Rossi,
gremiva Piazza S. Jacopo ha potuto            nonché validissimo primo violino della
assistere ad uno spettacolo affascinante,     stessa, e al Direttore artistico e Direttore
reale, crudo, nel quale, grazie anche alla    musicale, maestro Francesco Seri, i quali
collaborazione con la Libera Accademia        si sono impegnati, anche oltre le loro
del Teatro di Arezzo, diretta da Andrea       specificità, e continuano ad impegnarsi
Biagiotti e alla regia di Alessandra          credendo fortemente nell’intento di
Bedino, l’Orchestra, diretta dal Maestro      creare la giusta attenzione verso la
Francesco Seri, in quest’occasione            musica in una provincia, come quella
compositore di alcuni brani, ha fatto da      aretina, che ha dato i natali a grandi
sfondo ad un testo ottimamente                esponenti musicali del passato e
interpretato da bravi attori.                 contemporanei, ma anche a divenire un
                                              valore per la Provincia stessa sia sotto
    Il progetto MUSICAREZZO 2011 si           l’aspetto strettamente culturale-musicale
realizza grazie al supporto indispensabile    che di promozione del territorio.
dell’assessore alla Cultura della Provincia
di Arezzo, dottoressa Rita Mezzetti               L’intento è quello di far sentire alla
Panozzi e dell’assessore alla Cultura del     popolazione, come propria, un’orchestra
Comune di Arezzo, prof. Camillo Brezzi, i     composta da musicisti aretini, già
quali hanno da subito scommesso in questa     affermati in ambito nazionale ed
neonata orchestra e nel progetto nel suo      internazionale, che si adoperano con
insieme.                                      passione ed entusiasmo alla produzione
                                              musicale per la propria terra.
    Un ringraziamento particolare va
anche agli altri Comuni coinvolti
e, naturalmente agli sponsor,
senza i quali non si sarebbe
potuto iniziare questo cammino
artistico culturale e quindi grazie
ad Atam, Chimet, Poggiolini
Pasta Fresca, Busatti, AC Hotels,
Fini Progetti, Fattoria di
Sant’Antimo, Due T Arredi, AVIS,
Banca di Anghiari e Stia.




                                                                                        49
Maurizio Licenziati                  Eleonora Manganelli
        Alla Sedia                         Fuoco di Passione
         Da giovane                          Passione rovente,
    ti ho quasi ignorato.            tu accendi il desiderio dell’ignoto
                                  cullando il corpo in un fluttuante moto.
 Eri una cosa troppo ferma,
rigida, un rifugio da fuggire.     Rapisci la tranquillità dell’individuo
                                 onde regalargli un insolente battito arduo.
      Gli anni sono passati
e ho cominciato ad apprezzare    Sei sensuale brezza che scuote con fervore
   ed amare ancora più di te          corpo e mente simultaneamente.
    tua madre: la poltrona -
     o tuo padre: il divano.            Sei morbido impeto di fuoco,
                                     cavalcante leggerezza d’illusione,
   Ora, che sono giovane              sensazione evanescente di follia.
     soltanto “dentro”
             amo
       ancora di più
         tuo nonno:
           il letto.




                                                                             50
esempio braccia e gambe per essere
IL BRIDGE AD AREZZO                              agili e veloci, come ci dobbiamo
Un sport affascinante che ad                     preparare per il bridge?
Arezzo ha oltre 60 anni di storia
di Antonio Bedini                                        Questo     gioco       interessa
                                                 soprattutto il cervello, le qualità
       E’ uno dei più antichi giochi di carte,   richieste sono la memoria di ferro,
con oltre cento anni di storia alle spalle,      spiccate doti di sintesi e capacita di
diffuso in tutto il mondo, senza contare le      concentrazione, di istinto e intuito.
nobili radici: stiamo parlando del bridge,       Parlando in questi termini sembra
vero e proprio sport conosciuto anche dal        difficile pensare alla diffusione di
CONI.                                            questo sport, visto che ogni giocatore
       Se nelle discipline sportive              dovrebbe essere una sorta di Pico
1’allenamento serve per sviluppare               della Mirandola, ma non è cosi.
particolari parti del corpo umano, ad
                                                                                      51
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  • 1. IL VASARIANO MENSILE DI STORIE E NOTIZIE ARETINE
  • 2. Presentazione Assessore Lucia De Robertis Editoriale - Pensa Vasariano di Fabio Massimo Fabrizio La Mostra - Le collezioni del Louvre a Cortona di Lilly Magi Urbanistica - C’era una volta la Pista Ciclabile di Federico Rupi Belle Speranze - I giovani e la cultura di Eleonora Manganelli IL VASARIANO Scienza - Prerequisiti della ricerca scientifica e tecnologica di Roberto Vacca E-Zine mensile di storie e notizie aretine N. 1 - Giugno 2011 Vintage - Arezzo che non fu Photostory di Federico Rupi Direttore Responsabile Opinioni - Un eroe sbagliato LILLY MAGI di Fabio Giannini Vicedirettore Città (I) - Il cardo, il decumano e le mura etrusche FABIO MASSIMO FABRIZIO di Marilli Rupi Città (II) - Il toponimo “Cremona” Hanno collaborato di Marco Giustini ROBERTO VACCA FABIO GIANNINI - FEDERICO RUPI Da Bruxelles - PMI e Globalizzazione MARCO GIUSTINI - MAURIZIO LICENZIATI di Paolo Bartolozzi ANTONIO BEDINI - MATTEO CAMAIANI ELEONORA MANGANELLI - MARILLI RUPI PAOLO BARTOLOZZI Il Progetto - MusicArezzo 2011 dell’Orchestra “Città di Arezzo” IL VASARIANO è edito da Hobbies - Il Bridge ad Arezzo Associazione “Il Vasariano” di Antonio Bedini Via Bottego, 30 - Arezzo Reg.Trib. n. 4/11 RS Rubriche: www.ilvasariano.com Toponomastica - Poesie - Bridge & Burraco Scrivi a: redazione@ilvasariano.com
  • 3. C’è bisogno d’informazione. E non in senso generico. Il web ha aperto infine opportunità alla comunicazione e all’informazione. C’è grande dinamismo nella “rete” e, a mio parere, un grande bisogno di qualità. “Il Vasariano”, al quale auguro le migliori fortune, penso colga questo bisogno. Mi piace il sottotitolo che è una sorta di “mission” della testata: storie e notizie aretine. E anche gli argomenti che ho avuto il piacere di leggere nel numero zero confermano questo orientamento: fare a meno della “marmellata” informativa e privilegiare la selezione delle notizie e delle storie. Quindi approfondimenti sul presente ma anche sul passato della nostra città. In questo modo “Il Vasariano” recupera anche una funzione, storica ma ormai dimenticata, del primo giornalismo e cioè contribuire alla formazione dei lettori. In questo senso potrà essere un valido strumento di informazione e approfondimento al quale auguro il successo che merita. Lucia De Robertis Assessore alle Politiche Sociali e Sanità Comune di Arezzo 1
  • 4. Pensa vasariano Di fabio massimo fabrizio Nelle Conclusioni delle sue Vite, l’analisi delle opere dei grandi artisti di Giorgio Vasari così recitava: “A cagione cui scriveva, per perdersi nel racconto di che chi vorrà seguitar la istoria, possa vita, degli ambienti, a volte perfino del giustamente con le onorate fatiche sue, fare pettegolezzo. apparire men chiare e men belle quelle de' morti.” Insomma, da un grande artista e critico d’arte cinquecentesco, questi accademici Il messaggio è chiaro: quelli che dopo di si attendevano l’estasi estetica di fronte me continueranno a raccontare le “istorie” all’opera immortale, la perfezione delle dei grandi che verranno, non potranno forme cantata da uno dei più grandi non prescindere dalla grandezza di umanisti di sempre, e non il “vile coloro che li hanno preceduti - e di coloro compendio” di vite vissute, in cui le opere che li hanno raccontati. fanno solo da arredo. Un modo elegante e garbato per dire: Eppure, la grandezza di Vasari è proprio ecco, ho finito, ora tocca a voi. lì: in quella curiosità quasi infantile nel ricercare le storie più gustose, in quella Ma anche un modo meravigliosamente capacita di farci immaginare in modo moderno di concepire la vita, come eterno vivido e scanzonato qual’era l’ambiente fluire di grandezze e miserie di cui tutti in cui i grandi artisti vivevano e si noi siamo voraci ma effimeri consumatori. relazionavano. Perché, per Vasari, Questo approccio, a dir poco stravagante l’opera altro non è che il risultato per un uomo ben inserito nei templi della dell’esperienza di vita sublimata in cultura curtense dell’epoca, ha fatto eccellenza artistica. indispettire - e non poco - molti critici Anticipando perciò di 500 anni la d’arte e letterari, che rimproverano a moderna critica, Vasari si dimostra il Giorgio Vasari di aver trascurato troppo Think Glocal. Think Vasarian. 2
  • 5. Think Glocal. Think Vasarian. primo, vero “Giornalista” della storia è tradizione e qualità locale altro non è artistica italiana. che l’altra faccia della globalizzazione applicata al caso concreto e in un Per il nostro, non c’è bisogno di raccontare mercato aperto a tutti. la Vera Croce di Piero della Francesca. Basta descriverne la vita di bottega e A ben vedere, non mi sembra che la riportarne la crescita di uomo che con il lezione Vasariana sia stata ancora ben tempo, capacità, fortuna e buone compresa dai suoi concittadini del futuro. entrature, alla fine si trasforma in artista eccelso. Troppi treni persi, troppo provincialismo nelle strategie, troppo pochi investimenti Tutto ciò ha un sapore cinematografico: si nel far conoscere al mondo i tesori che fotografa il vissuto, e si lascia intendere possediamo e conserviamo. l’immortale. Sarà poi il lettore a gioire della scoperta, specie perché potrà Il “globalizzarci”, non significa affatto goderne senza l’ingombro di chi ha già rinunciare a ciò che di meglio abbiamo, deciso, con il peso della propria cultura, ma anzi significa potenziarlo proprio di orientarne - se non addirittura perchè fatto conoscere ed apprezzare circonvenirne - l’esito critico. a chi ancora non sa trovare Arezzo in una cartina geografica. Tuttavia, ai più è sfuggito un altro enorme merito dell’artista aretino: quello di aver Ecco, da questo numero noi vogliamo portato, attraverso i propri scritti, la “glocalizzare” anche la nostra rivista: nostra città, i nostri usi, i nostri tesori, nelle unire storie dalla spiccata identità locale, corti di tutta Europa. E di aver reso la al respiro del pensiero di chi sa e vuole Toscana la culla dell’arte del mondo. essere cittadino del mondo. Oggi lo chiameremmo “marketing Perciò, il lettore non si spaventi se da territoriale”, ovvero la capacità di far questo numero troverà mescolati articoli conoscere la propria terra, raccontandone di storia e cultura aretina con opinioni più - e pubblicizzandone - le eccellenze. generali - espresse in totale libertà; se troverà, accanto al Bridge e al Burraco, “Think Global, Do Local” direbbe il l’intervento di Roberto Vacca, uno dei più sociologo Zygmunt Bauman, inventore del grandi divulgatori italiani. E’ il nostro fortunato termine “Glocale”, in cui ciò che piccolo modo di pensare Vasariano. 3
  • 6. Le collezioni del louvre a cortona di Lilly Magi Il successo riscosso dalla mostra "Capolavori interesse generale che però coinvolgesse la etruschi dall'Ermitage", tenutasi nella sede città che ospitava l'esposizione. del MAEC nel 2008, è stato un incentivo per l'Amministrazione comunale di Cortona, per L'area suddetta è a vocazione il Consiglio Direttivo e per l'Assemblea prevalentemente agricola, per cui la mostra dell'Accademia Etrusca ad insistere sulla ed il relativo catalogo potrebbero aprire linea delle aperture e collaborazioni squarci illuminanti sull'agricoltura dell'Etruria, internazionali. una delle risorse più importanti in particolare dell'Etruria interna. E così, dopo l'Ermitage è stata la volta de il Louvre. Questo museo possiede una famosa L'intento degli organizzatori della raccolta di antichità etrusche, provenienti in manifestazione è quello di offrire al massima parte dalla dispersione della visitatore un quadro di quest'ultima area che collezione del marchese Gian Pietro proponga una sorta di "file rouge", a livello Campana negli anni Cinquanta del XIX: di produzione e cultura, tra la realtà raccolta ricca di oggetti e varia per le classi dell'ultimo millenio a.C. e quello dei giorni monumentali che vi sono rappresentate, in nostri. grado di lumeggiare diversi aspetti della civiltà etrusca. La collezione Campana per circostanze contigenti è andata dispersa in una Pertanto, gli organizzatori della mostra si molteplicità di sedi, ma i due nuclei più sono trovati nella fortunata condizione di consistenti sono finiti all'Ermitage e al Louvre. poter sciegliere i manufatti da esporre Perciò, l'attuale rassegna vuole essere una intorno ad un tema specifico, che potesse continuazione della precedente sui essere un'acquisizione culturale ed oggetto capolavori etruschi dell'Ermitage. di discussione. Così la scelta culturale della città di Cortona L'ubicazione di Cortona nella valle del è un invito alla cittadinanza, ai visitatori, agli Chiana, l'uno il confine orientale dell'Etruria, stessi organizzatori a meditare sul passato segnato grosso modo dal corso del Tevere per trovarvi motivazioni e stimoli a capire il e da quelli contigui del Chiana e dell'Arno ruolo dell'uomo nella società degli anni 2000. superiore e medio, è stato uno dei criteri che ha guidato nella scelta del tema "Gli Etruschi La mostra "Le collezioni del Louvre a dall'Arno al Tevere", e cioè un tema di Cortona. Gli Etruschi dall'Arno al Tevere" 4
  • 7. propone, infatti, una selezione accurata di In tempi più recenti si ricorderà la figura di reperti di grande fascino, incluse anche Gino Severini, il cui cuore era diviso tra opere poco note al grande pubblico ed Cortona, dove era nato, e Parigi, la sua città esposte per la prima volta in Italia, per di adozione; il pittore - al quale il Musèe de offrire importanti e nuovi elementi di l'Orangerie renderà omaggio quest'anno - riflessione sulla società etrusca in relazione fu nella prima metà del Novecento un vero alle diverse località di quest'area, anche e proprio "trait d'union" tra le avanguardie grazie a studi, indagini e restauri recenti o artistiche francesi e quelle italiane. effettuati per l'occasione. Così è per il grande busto in terracotta di Arianna risalente al III secolo a.C., frammento di una statua monumentale appartenente forse ad un gruppo culturale, che fino ad una decina di anni fa era conservato, privo ancora di identità, nei depositi del Dipartimento delle Antichità greche, etrusche e romane del grande museo francese. Sono in mostra a Cortona opere famose come "La Testa da Fiesole" - un bronzo del III secolo a.C., acquistato dal Louvre nel 1864. E' possibile ammirare pezzi di artigianato artistico, come "La pisside in avorio" proveniente dalla collezione Castellani - scoperta nella necropoli di Fonte Rotella presso Chiusi. Il legame di stima ed amicizia che unisce la Francia alla città di Cortona ha radici molto antiche. Ricordiamo, ad esempio, la storia del Louvre col progetto architettonico che Colbert chiese a Pietro da Cortona e, più in generale, il rapporto che nel secolo dei lumi unì Montesquieu a Filippo Venuti, il quale, insieme ai suoi fratelli Marcello e Rodolfino, fu il fondatore dell'Accademia Etrusca e divenne anche abate di Clairac. 5
  • 8. Arianna busto femminile Terracotta h. 61 cm prov. Falerii Novi – III secolo Parigi, Musée du Louvre © Musée du Louvre / Christian Larrieu 6
  • 9. Pisside con un cavaliere e animali reali e fantastici avorio - h. 8,10 cm Etruria, prov. Fonte Rotella (Chiusi) fine VII inizio VI sec. a. C. Parigi, Musée du Louvre (C) RMN - © Hervé Lewandowski Frammento di cippo funerario con scena di prothésis pietra vulcanica - 39 x 57 cm Etruria, prov. Chiusi – inizio del V secolo Parigi, Musée du Louvre C) RMN - © Hervé Lewandowski 7
  • 10. Minerva Atena - bronzo - h. 29 cm Etruria, prov. Perugia – secondo quarto del VI secolo 8 Parigi, Musée du Louvre - RMN - © Hervé Lewandowski
  • 11. Oinochóe a forma di testa di giovane uomo Bronzo - h. 30, 2 Etruria, prod. Orvieto ? fine del V inizio del IV secolo Parigi, Musée du Louvre (C) RMN - © Les frères Chuzeville Vaso a forma di testa femminile: iscrizione “suthina” sulla fronte Bronzo - h. 16 cm Etruria, prod. Orvieto ? - III secolo Parigi, Musée du Louvre (C) RMN - © Hervé Lewandowski 9
  • 12. Kantharos con testa di menade e testa di satiro Terracotta - h. 17 cm Etruria, prod. Chiusi seconda metà del IV secolo Parigi, Musée du Louvre (C) RMN - © Hervé Lewandowski Askòs a forma di anatra: figura di donna alata terracotta h. 11,5 x l. 23 cm Etruria, Chiusi – 320 av. J.C. ca. Parigi, Musée du Louvre (C) RMN - © Hervé Lewandowski 10
  • 13. distinguono nelle seguenti quattro tipologie riportate in ordine decrescente rispetto alla sicurezza per i ciclisti: 1 - piste ciclabili in sede propria. 2 - piste ciclabili su corsia riservata. 3 - percorsi promiscui pedonali e ciclabili. 4 - percorsi promiscui ciclabili e In anni trascorsi, le piste ciclabili veicolari. ebbero ad Arezzo una cattiva accoglienza e finirono smontate “a furor La pista ciclabile in sede propria di popolo”, forse anche perché non era deve essere fisicamente separata dalla stata data la dovuta attenzione ad alcune sede destinata ai veicoli e ai pedoni indicazioni di base. attraverso uno spartitraffico invalicabile compreso in una fascia di separazione di Poiché queste infrastrutture almeno 50 cm. apparentemente “minori” risultano, tuttavia, avere un loro significativo valore La separazione della pista può essere nel sistema dei trasporti urbani e l’uso di diverso tipo in relazione alle della bicicletta si va diffondendo in molte caratteristiche geometriche e funzionali città anche per spostamenti sistematici di della strada cui si affianca, anche se lavoro, può essere oggi il momento di andrebbe riferita al contesto urbano in riprenderle in considerazione e può cui si inserisce: ad esempio la barriera essere utile riportare alcuni criteri “new jersey” offre il maggior grado di essenziali. separazione, ma in un centro storico è chiaramente assai invasiva; i cordoli a Il Decreto ministeriale 557 del terra assolvono ad una discreta 30/11/1999 fissa le linee guida per la separazione tra le due correnti di progettazione delle piste ciclabili che si 15 1
  • 14. traffico, ma possono essere pericolosi in essere previste piste ciclabili formate da quanto non ben percepibili dai pedoni. due corsie riservate purché nello stesso senso di marcia ubicate sempre in destra In considerazione della separazione rispetto alla contigua corsia destinata ai fisica dalle altre componenti di mobilità, veicoli a motore. la pista ciclabile in sede propria può essere anche a doppio senso di marcia. La pista ciclabile su corsia riservata ricavata dal marciapiede può essere La pista ciclabile su corsia riservata invece a unico o a doppio senso di marcia può essere ricavata dalla carreggiata a condizione che sia ubicata sul lato veicolare o dal marciapiede pedonale: in adiacente alla carreggiata stradale. entrambi i casi la corsia ciclabile è individuata da una semplice striscia di La larghezza minima della corsia delimitazione longitudinale. ciclabile deve essere di almeno 1,50 m; tale larghezza può essere ridotta a 1,25 La pista ciclabile su corsia riservata m nel caso di due corsie contigue dello ricavata dalla carreggiata può essere stesso od opposto senso di marcia. solo ad unico senso di marcia, concorde e sulla destra della corsia riservata ai Per le piste ciclabili in sede propria e veicoli. per quelle su corsia riservata per brevi tratti dell’itinerario ciclabile la larghezza Qualora l’intensità del traffico ciclistico minima della corsia può essere in casi ne richieda la realizzazione, possono particolari ridotta ad un solo metro. Non di rado vengono realizzate corsie ciclabili a doppio senso di marcia ricavate dal marcia-piede e caratterizzate da una diversa pavimentazione: in molti casi tali soluzioni, prive di requisiti tecnici accettabili, sono foriere di numerosi conflitti tra pedoni e ciclisti. Occorre a questo proposito evidenziare che, nonostante la diversa 12
  • 15. biciclette non fa parte della cultura diffusa e nei percorsi comuni per i pedoni e per i ciclisti si riscontra una non trascurabile frequenza di incidentalità a danno di ambedue i soggetti. Infine, i tratti promiscui ciclabili e gravità dei conflitti tra ciclisti e veicoli veicolari sono ammessi solo per dare rispetto ai conflitti tra ciclisti e pedoni, le continuità alla rete laddove non sia traiettorie pedonali sono molto meno possibile risolvere diversamente il prevedibili di quelle dei veicoli. Questo, collegamento di due segmenti di piste unito alla scarsa disciplina dei pedoni ad ciclabili in sede propria o su corsia utilizzare solo la parte di marciapiede ad riservata. essi riservata, condiziona la percezione di sicurezza dei ciclisti che, di conseguenza, Questi tratti promiscui, dove si sono portati ad utilizzare poco le piste interrompe la separazione con le altre ciclabili promiscue con i pedoni. componenti di mobilità, sono però quelli a maggiore rischio di incidente, anche I percorsi promiscui pedonali e ciclabili perché il ciclista, provenendo da percorsi possono essere realizzati all’interno di riservati, tende in genere a ridurre il suo parchi o di altre zone a traffico livello di attenzione. prevalentemente pedonale. A volte vengono previste bande piuttosto strette delimitate da strisce orizzontali discontinue che dovrebbero costituire per i pedoni elemento di riconoscimento dello spazio dedicato alla circolazione delle biciclette. Purtroppo, anche in questo caso l’attenzione dei pedoni al passaggio delle 13
  • 16. di Eleonora Manganelli In senso antropologico, la cultura La cosa che è d’uopo sottolineare, e è l’insieme di costumi, usi, regole, che spesso molti dimenticano è che la credenze, usanze, atteggia-menti, cultura si apprende e non si eredita per abitudini, valori, ideali afferenti alle più via biologica, pertanto è un “percorso svariate popolazioni e società del di vita” aperto a tutti ma che in special mondo. modo è da consigliare ai giovani, cioè ai futuri uomini della nostra società. Entrare a stretto contatto con queste realtà differenti dalla nostra è ciò che La cultura è un mix di studio (nozioni), ci apre la mente, è ciò che rende il nostro di esperienza e di libera interpretazione pensiero fluente e dannatamente della conoscenza. Essa è crescita elastico, è ciò che c’insegna a rispettare continua, un cercare di colmare la sete e tollerare l’altro da noi. di conoscenza ma è anche 14
  • 17. rielaborazione interiore di ogni cosa ricercatori italiani all’estero è felice e imparata. non pensa minimamente ad un rientro nel Bel Paese. Bisogna leggere, riflettere, confrontarsi ma soprattutto mettersi in discussione Questo dato è uno scacco matto per sperimentando i propri limiti e tentando l’Italia che non soltanto registra una di superarli. costante perdita di menti eccellenti, ma i risultati conseguiti all’estero dai nostri Bisogna motivare, dunque, i giovani studiosi contribuiscono alla progressione a studiare, a imparare ad essere curiosi e allo sviluppo dei paesi esteri lasciando a coltivare quella sete di sapere che l’Italia sempre più indietro trincerata dovrebbe invadere ognuno di noi e dietro la vecchia guardia, dietro il l’Italia deve impedirgli di fuggire per nepotismo, dietro un cumulo di macerie mettere a frutto il background culturale e ceneri che di certo non conducono al acquisito. progresso. E’ di questo e di molto altro che A testimonianza di ciò, un’economia occorrerebbe parlare anche nelle in stallo ed un paese dove il divario tra trasmissioni tv, spesso nutrite d’impro- i ricchi e i nuovi poveri si f via via più duttivi reality pronti a succhiare marcato; un paese spento dove sempre l’attenzione modesta dell’opinione meno fondi sono destinati alla ricerca e pubblica. dove i pochi scienziati che restano Cos’è che dovrebbe oggi spingere un giovane a seguire un arduo e tortuoso percorso universitario, quando dopo la laurea e magari un dottorato di ricerca (titolo di alta specializzazione), ad attenderlo sono soltanto prospettive di precariato vitalizio, mentre il suo nome corre ad infoltire la già nutrita lista degli stagisti seriali? Ed ecco che arriviamo alla cosiddetta “Fuga dei cervelli”. Secondo, infatti, una delle tante indagini di mercato il 73% dei 15
  • 18. covano insoddisfazione, e per la di un salario decente, oggi è la fame di strumentazione inadeguata e per i esperienze, libertà e di nuovi orizzonti. compensi impropri che sono costretti a ricevere. Ma i motivi che spingono questi giovani indottrinati, colti e specializzati a Si potrebbe citare il libro scritto lasciare l’Italia riguardano soprattutto il dalla Cucchiarato a riguardo, una fatto che chi vive in Italia fa più fatica giovane giornalista espatriata in a veder valorizzato il proprio capitale Spagna. umano e le opportunità occupazionali sono più basse; inoltre il nostro sistema Il titolo: “Giovani senza radici: gli welfare è inadeguato poiché ha emigranti italiani di oggi”. La gradualmente trasformato la flessibilità Cucchiarato sostiene, che i giovani in in precarietà e costretto i giovani a fuga dall’Italia non si sentono dover dipendere a lungo dalle risorse esattamente emigranti; sono figli della della famiglia d’origine. Generazione Erasmus. Bisogna allora correre ai ripari e In più il motivo che spinge a partire stimolare con nuove prospettive e non è più lo stesso: cent’anni fa era la incentivi allettanti i giovani ad fame in senso stretto, fame di lavoro e intraprendere una fruttuosa carriera 16
  • 19. scolastica mostrandogli una volta per giovani a brancolare nell’incertezza di tutte un’Italia diversa, un’Italia che una vita dai facili arricchimenti. trasmetta consapevolezza di cultura dove non accada che gieffini, tronisti e La conoscenza, la cultura, il sapere calciatori surclassino coloro che nella vanno adeguatamente premiati anche vita si sono dedicati ad altro meritando da un punto di vista economico per forse di più o almeno quanto loro una offrire la giusta dimensione ai ragazzi vacanza lusso. spesso persi in sogni di vana gloria. Non è etico mettere alla berlina La domanda è: perché in Inghilterra, nessuno ma un inno alla cultura che si sta in Germania, in America i nostri talenti perdendo nei meandri di una società italiani sono premiati sia con gli stipendi, depressa è d’obbligo per risvegliare le che con gli elogi per il proprio operato? coscienze da quel torpore latente che rischia di condurre per mano i nostri Perché come sostiene Predazzi, prima lo stato e le famiglie investono 17
  • 20. denaro pubblico per la formazione dei occorre una forte vitalità”, e chi più dei ragazzi dalla culla all’università e poi giovani può possedere tanta forza e quando sono finalmente formati, li si tanto vigore? regala ad un altro paese? Sicuramente anche le aggregazioni Bisogna capire che i giovani sono il culturali, le associazioni apolitiche futuro da coltivare, non una minaccia da possono giocare un ruolo fondante per mettere sotto giogo dove in Italia la crescita proficua dei ragazzi che abbiamo la classe politica, dirigente, riescono a confrontarsi, a scambiarsi insegnante più anziana del mondo. Non idee, a discutere di temi più o meno si può abbandonare il nostro Paese al audaci perché dovunque c’e scetticismo proprio destino, perché la politica è in e negoziazione delle proprie stesse idee crisi e larga parte della classe dirigente più valide, c’è sapere. italiana è screditata. Concludiamo con una celebre frase Servono energie ed intelligenze di Frank Herbert: “Esigere il sapere pure, non compromesse con il vecchio assoluto è qualcosa di mostruoso. Il per costruire le basi di un nuovo sapere è un’avventura senza fine ai rinascimento e questo è un contributo che confini dell’incertezza.” solo giovani colti possono apportare. I giovani non possono non possono crescere nel culto della televisione spicciola e acontenutistica. Ma il problema non sta nel modificare gli interessi o nell’incentivare il numero dei libri letti perché la vera questione è cercare d’infondere dalla scuola dell’obbligo in poi nei ragazzi la fiducia nel domani, l’amore per la scoperta, la propensione alla ricerca e alla curiosità di conoscere nuove cose che siano esse filosofiche, letterarie scientifiche o anche semplicemente afferenti alle usanze e ai costumi di un luogo. Ricordando una citazione di Pasolini in proposito: “Per amare la cultura 18
  • 21. I progressi scientifici, tecnologici, organizzativi, straordinari negli ultimi secoli, continuano ad accelerare. Però l’epoca attuale non è un’età della scienza. Quasi ovunque la maggioranza della popolazione ha idee vaghe sugli strumenti teorici e pratici con cui la realtà si interpreta e si modifica. Le comunicazioni di massa danno l’illusione di un sapere diffuso, ma, rispetto ai picchi di conoscenza della minoranza avanzata, i più sono nell’ignoranza. La situazione attuale italiana in Manca un’opinione pubblica informata scienza e tecnologia, a parte notevoli, che eserciti un controllo sociale della ma rari picchi di eccellenza, è molto tecnologia. La paura di rischi immaginari critica. Gli interventi per mirare e e non di quelli reali, ispira decisioni realizzare una ripresa dovrebbero sbagliate. essere al primo posto nei dibattiti su riforme e piani nazionali – ma non lo sono. La situazione culturale di oggi è migliore che in passato, ma, specie nel La Commissione Europea ha nostro paese, potrebbe esserlo molto di pubblicato (Febbraio 2011) la classifica più. Per innalzarla non ci sono ricette dei 27 paesi dell’Unione in base al livello semplici: la cultura tradizionale va di innovazione raggiunto. Questo è integrata con la tecnologia dell’in- espresso da un indice (compreso fra 0 e formazione e della comunicazione. 1), che è funzione di 24 indicatori (lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, 19
  • 22. Fonte: Innovation Union Scoreboard 2010, www.proinno-europe.eu/metrics brevetti, percentuale di piccole e medie 30 anni. Non è solo questione di imprese innovative, etc.). La situazione è investimenti, ma di cultura media. La rappresentata dall’istogramma seguente. percentuale della popolazione che ha In verde: 4 leader (Svezia, Danimarca, completato l’educazione terziaria è in Finlandia, Germania) - in celeste,: 10 Italia il 19%. La media europea è 32,3 innovatori di seconda classe, in giallo 9 %, Francia 43,3 %, Irlanda 49 %. A innovatori moderati e in arancione; 4 livello più basso dell’Italia sono solo 5 innovatori modesti. paesi: Macedonia, Repubblica Ceka, Romania, Slovacchia e Turchia.Il pubblico La Svezia sta a 0,75. La media dei 27 italiano non vede il problema. Paesi sta a 0,5. L'Italia sta fra gli innovatori moderati a 0,42 - il 16° posto Gli italiani in media si interessano su 27 - dopo Portogallo, Estonia, meno agli studi e alle professioni Slovenia, Cipro – tutti sotto la media. tecniche. Nel 2004 il numero degli iscritti ai licei superò quello degli iscritti agli Il quadro sinottico in appendice mostra istituti tecnici. Nel 2008 i primi erano il che in Italia gli investimenti pubblici in 43% e i secondi il 29% dei giovani che ricerca e sviluppo sono lo 0,58 % del PIL continuavano gli studi [istituti (0,77 della media europea) e quelli professionali 28%]. privati sono lo 0,65 % del PIL (0,52 della 20 media europea). Questo divario dura da
  • 23. Già mezzo secolo fa - e anche oggi - non solo manager e funzionari ad alto livello, ma anche il pubblico in generale e i mezzi di comunicazione di massa tendono a ignorare nozioni, concetti e strumenti scientifici e tecnici. Si alimentano di una cultura discorsiva e danno credito a pensatori modesti. La cultura era, ed è, spesso identificata con spettacoli più musei. Si ripete che siamo entrati nell’era dell’informazione e si tenta di misurare il successo valutando la Una rimonta culturale, tecnologica ed penetrazione nel mercato di computer economica richiederebbe impegni personali, telefoni cellulari e apparecchi eccezionali di investimenti, risorse umane, per sentire musica registrata e scambiare immaginazione e controlli rigorosi della sms. qualità e del benchmarking (valutazione Gli intellettuali parlano per sentito dire della posizione relativa dell’Italia della conoscenza del mondo fisico e di rispetto agli altri Paesi. Non si vedono matematica. Aumenta il divario fra alta segni di iniziative simili. tecnologia e cultura media. Si diffondono È ora che questa esigenza sia macchine di facile uso, che eseguono riconosciuta e si smetta di dibattere su processi non trasparenti, e i questioni formali o di interesse supercomputer si usano per scopi banali. particolaristico. Gli utenti non acquisiscono concetti, non usano linguaggi avanzati, ma solo Il degrado culturale si manifesta in immagini. tanti modi. Chi ha studiato lo riconosce nel suo settore di competenza. Le aree Il circolo vizioso dell’ignoranza è più chiave sono ovviamente: scuola, mezzi di minaccioso in Italia che altrove. I decisori comunicazione dei massa e telematica. In pubblici e privati male addestrati non ciascuna dovremmo trovare e redimere investono in ricerca e sviluppo, nè strumenti e concetti efficaci. sponsorizzano scuole eccellenti. Le carenze e i difetti sono così I contenuti dei mass media, volatili o conclamati che sentiamo e leggiamo vuoti, propagandano la tecnologia per critiche e proposte frequenti, anche se scopi insulsi e sostengono che certi illusori sono troppo spesso timide e settoriali. progressi tecnologici sono soddisfacenti. 21
  • 24. È vitale rimontare posizioni. A questo Non sono solo economici gli interventi scopo occorre definire traguardi per rinnovare il Paese. L'economia non si intermedi: rilancia solo lavorando di più. Vanno fatti lavori difficili e prodotto più valore • definizione di settori, risorse, problemi, aggiunto. strumenti, conoscenze su cui basare imprese innovative In Italia c’è una università per ogni 600.000 abitanti. Negli Stati Uniti ce n’è • progetto di aziende virtuali, costituite una ogni 100.000 abitanti, in Inghilterra da ricercatori, scienziati, industriali ogni 200.000, in Francia ogni 230.000. • specifiche di innovazioni o invenzioni Negli USA ci sono oltre 50 università, concrete o creazione di settori di attività college e politecnici con capitali superiori finora trascurati, ma perseguiti a un miliardo di dollari. Al primo posto vivacemente all’estero Harvard con 25 miliardi, poi Yale con • programmi miranti a reperire risorse 16, Princeton, Stanford e l’Università del finanziarie e umane Texas con 12, Michigan, Cornell, Università della California a Los Angeles • monitoraggio dell’attività e con 5. In media il capitale per studente valutazione impatti conseguenti è di circa un milione di dollari e ogni università spende ogni anno il 5% del • creazione di studi avanzati e patrimonio. formazione avanzata entro le aziende. Le industrie italiane dovrebbero finanziare università, scuole superiori e istituti di ricerca anche consorziandosi per creare e finanziare politecnici. Paradossalmente finanziano talora prestigiosi istituti in altri Paesi. Intanto vengono ridotti i finanziamenti pubblici a università e ricerca. 22
  • 25. In Francia il 2% dei professori Gli obiettivi sono: offrire occasioni di universitari sono stranieri, nel Regno Unito apprendimento, innescare mode il 10,4 %, in USA il 19%, a Singapore il edificanti. Bisogna far crescere la 47% - e, in questi paesi, è alta la domanda di prodotti e servizi sofisticati percentuale di università eccellenti. che producano valore aggiunto e innalzino i rendimenti della società. Le università italiane, invece, non hanno professori stranieri: non cercano di È vitale che si alleino cultura, ingaggiare i migliori ovunque si trovino. accademia, parlamento, industria per Per questo sono state criticate influire su giornali, radio e televisione e energicamente, anche se ancora non fornire al pubblico strumenti di penalizzate, dalla Comunità Europea. aggiornamento continuo, criteri di giudizio sulle informazioni dilaganti, modi È ben noto che università e ricercatori di acquisire l’abilità di esprimersi italiani eccellono in alcuni settori di punta. efficacemente. La media generale non raggiunge livelli di eccellenza e si notano aree nettamente Oggi oltre a scienza/tecnologia e arretrate e disattese. umanistica sono vitali: informatica, logica, biochimica, energetica, socio-economia, Innalzare la cultura professionale e previsione tecnologica. I numeri crescenti generale, creare scuole avanzate, di esperti generano progressi continui. investire in ricerca e sviluppo evita il Questi sono disponibili in rete, ma il declino, produce resilienza agli eventi pubblico in genere ne è escluso perchè avversi. giornali, radio, TV, comunicazioni sociali Però le opinioni, le credenze, le interpersonali trattano solo di argomenti ideologie, i memi condivisi dalla volatili. La gente – e i giovani – non maggioranza della popolazione sono di sentono parlare di cose importanti e di bassa qualità, se il pubblico è facile analisi critica dei fatti. Quindi non preda di ingenui catastrofismi e della vengono motivati a sapere, a capire, a ripetizione di leggende metropolitane. partecipare. A lungo termine occorre un'azione Radio, televisione e giornali sono internazionale congiunta di aziende, troppo usati in Italia per fini politici o per soprattutto ad alta tecnologia, mirata a pubblicizzare interessi privati. Molte innalzare la cultura di intere popolazioni. testate ed emittenti minimizzano notizie Vanno utilizzati tutti i mezzi di e problemi di cui la proprietà o i gruppi comunicazione di massa, oltre alle scuole. di riferimento non hanno piacere di parlare. Editoriali stampati e in video sono spesso di parte. 23
  • 26. Questa caratteristica negativa non si consentiti giocosamente a certi elimina con le esortazioni: ci vorrebbe una intellettuali – sia di destra, sia di sinistra. serie di conversioni a codici di equità, liberalismo, oggettività che per lunghi L’effetto sul pubblico ingenuo, invece, periodi della nostra storia sono stati è disastroso: la disinformazione acritica disattesi, ignorati, combattuti. Il nostro porta alla rovina. paese dovrebbe essere terra di missione, Le notizie vengono date come se ma anche la “libera America” manda fossero descrizioni oggettive di fatti pochi missionari. osservati. Invece quando si tratta di Missione impossibile? Lo fa temere lo processi multiformi (naturali, economici, scarso rigore che conduce all’abbandono scientifici, tecnologici) è più sensato e utile della ragione. In conseguenza si parla di discutere i meccanismi che li governano esoterismo, astrologia, magia, e discutere su come vadano analizzati, parapsicologia, miracoli, etc., come se ricostruiti, revisionati. fossero innocenti e spiritosi atteggiamenti 24
  • 27. Occorre ragionare su come si faccia a Imparare a usare questi strumenti è capire chi ha ragione nei dibattiti fra un’attività piacevole e può appassionare esperti (spesso improvvisati). più dei giochi di carte o dei quiz. Serve anche a capire i problemi, a formarsi Il mondo è fatto anche di meccanismi opinioni su cose vitali per noi che della natura, struttura della materia e altrimenti ci accadono ed evocano nostre degli artifatti umani, processi sociali, reazioni inadeguate come quelle di politici ed economici. selvaggi analfabeti Questi sono influenzati, gestiti, subìti Per ridurre le emissioni prodotte da milioni di persone in modi razionali, dall’uso di combustibili fossili e la irrazionali, passionali, casuali. Per capirlo dipendenza da fonti energetiche non basta più la conoscenza dei caratteri importate, conviene ricorrere di nuovo in cui il mondo è scritto: rette, cerchi, all'energia nucleare. parabole (Galileo). Bisogna padroneggiare strumenti moderni e non I dibattiti in merito, però, sono pervasi guardarci attorno attoniti come da considerazioni passionali e da passeggeri su veicoli che marciano a caso. disinformazione. 25
  • 28. In Italia le centrali esistenti sono state fermate. Quella di Montalto è stata convertita in termoelettrica dopo il referendum del 1987, i cui quesiti erano e sono largamente ignorati dall'opinione pubblica, dai media, da pubblicisti e sociologi. Le tecnologie a cui ricorrere per creare di nuovo una industria e una produzione elettronucleare in Italia sono note. Le prospettive del nucleare in Italia sono incerte non per ragioni tecniche, ma per motivi di inadeguatezza culturale. Per consentire ai decisori pubblici e privati di formulare piani di sviluppo razionali e realistici, occorre intraprendere una vasta operazione culturale che fornisca informazione corretta in termini semplici atti a raggiungere un pubblico vasto. dell'incidente alla centrale di Three Mile Island (USA) furono contenuti da uno Va ricordato che il disastro di scudo corazzato e non causarono vittime. Chernobyl ha provato che l'addestramento degli operatori è fattore I timori dei rischi dovuti a centrali vitale: con leggerezza inaudita (in nucleari si discutono riferendosi a assenza di esperti nucleari) ingegneri tecniche di vari decenni or sono. Quelle elettrotecnici tolsero le sicurezze realizzate in Occidente erano già più dall'impianto e provarono se in caso di sicure di quelle russe, oggi si mira a distacco dalla rete l'energia progetti intrinsecamente sicuri in cui gli immagazzinata nei rotori dei interventi di sicurezza non sono prodotti turboalternatori fosse adeguata ad da sistemi attivi (sensori e motori elettrici), abbassare le sbarre di carburo di boro. ma per azione di forze naturali (gravità, dilatazione di elementi in bimetalli). Non lo era: l'impianto esplose. Le centrali giapponesi di Fukushima, La catastrofe sarebbe stata meno in cui sono avvenuti sinistri in seguito al grave, se il reattore fosse stato contenuto terremoto del Marzo 2011, non erano a in guscio di acciaio. Gli effetti 26
  • 29. sicurezza intrinseca e risalivano a 40 anni per discutere i problemi e cercare fa. insieme soluzioni nuove. Teoria e pratica della gestione totale di qualità devono Alternativa interessante è quella di continuare a diffondersi nell’industria, ma passare a reattori di IV generazione ad è bene che pervadano società, scuole, alta temperatura raffreddati a gas. accademia, processi decisionali, mass Questi possono essere più sicuri dei media. reattori raffreddati ad acqua, possono raggiungere temperature di 1000°C cui Solo i paesi che investono conseguono alti rendimenti termodinamici robustamente in ricerca e sviluppo e possibilità di produrre economicamente conseguono incrementi notevoli del idrogeno per via termochimica. prodotto interno lordo o non lo vedono diminuire in tempo di crisi economica – Ne furono realizzati prototipi in USA gli altri no. e in Germania, ma si affermò la preferenza per i reattori ad acqua, più [Intervento al convegno della Società compatti e adatti a essere installati in Italiana per il Progresso delle Scienze sottomarini. (SIPS) “Gli scienziati italiani per l’Unità e lo sviluppo dell’Italia” - CNR - Roma - 29 La capacità di concatenare fra loro Marzo 2011] problemi e soluzioni apparentemente ________________________________ difformi dovrebbe essere acquisita da tutti. Ha valore intellettuale e morale, oltre Roberto Vacca, che pragmatico. i n g e g n e r e , ricercatore ed La gestione di grandi problemi sociali apprezzato roman- e politici non è una scienza esatta. Si giova ziere, è uno dei anche di principi semplici che chiunque può principali divulgatori comprendere e fare propri. Fra questi c’è scientifici italiani. il principio giapponese del kaizen – tendenza al miglioramento continuo: I suoi scritti sono operare ogni giorno più efficacemente del pubblicati in giorno prima. Ai lavoratori giapponesi si numerose riviste, sia insegna a tenere note delle proprie scientifiche che d’opinione, ed è esperienze e a comportarsi come piccoli frequentemente ospitato sulle pagine di scienziati. molti quotidiani, dall’Unità al Sole 24 Ore. Spesso l’impegno personale non è sufficiente: lavoratori e operai si I suoi libri possono essere acquistati organizzano, allora, in “circoli di qualità” presso il sito www.printandread.com. 27
  • 30. 1. Un’Area Molto Contesa FIG. 1 Quando la ferrovia arriva ad tratto rimanente, ritenuto troppo Arezzo, la città è sbarrata nella direzione periferico e non consono, viene scelto il dell’attuale via Crispi da una quinta di nome di via Crispi, perché qui abita un case, oltre le quali inizia la campagna, parente dell’ex statista. con l’anfiteatro occupato da prostitute. Aperta la via Crispi, lungo il lato Demolita questa quinta, inizial- nord di questa strada si configura una mente l’intero asse est-ovest viene ampia area libera, sulla quale si chiamato via Petrarca. Ma quando arriva focalizzeranno le più varie ipotesi di l’ordine dal “Minculpop” (da non credere, utilizzo. ma proprio questo è l’acronimo ufficiale del “Ministero della Cultura Popolare”) di In quest’area, nel 1914, l’ingegnere nominare una strada centrale “via Roma”, Tavanti progetta una scuola elementare questo nome tocca solo al tratto della via (figura 1). A quell’epoca è imperativo il Petrarca antistante i Portici, mentre per il 28
  • 31. rispetto della simmetria, per cui basta progettare metà fabbricato e a questa regola si conforma il Tavanti. Nel 1918 si cambia idea e si decide di costruire un orfanotrofio secondo un altro progetto, sempre dell’ingegnere Tavanti, questa volta in stile neo-rinascimentale. FIG. 2 (figura 2). Finchè nel 1927, “con generale vantaggio” come recita la cronaca di “Giovinezza” del 9 aprile, mutata la funzione, viene progettato ancora dal Tavanti il nuovo “Palazzo delle Federazioni Fasciste” (figura 3). Lo stile è in parte FIG. 3 29
  • 32. neo-rinascimentale e in parte neo-medioevale, con qualche pinnacolo in più, come si conviene alla nuova destinazione. Il 9 ottobre 1929, la Nazione informa che, invece del “Palazzo delle Federazioni Fasciste”, in quest’area sarà costruita la sede dell’”Opera Nazionale Balilla”, questa volta secondo il progetto di un architetto di livello nazionale, anche se di origini anghiaresi, Annibale Vitellozzi vincitore del relativo concorso. Alle vecchie regole della simmetria si aggiungono i nuovi principi dell’ architettura del regime: la verticalità con le lesene, il “volume maschio”, la monumentalità con l’abbandono delle decorazioni, dei fronzoli e dei simboli borghesi e con l’assunzione degli elementi strutturali della romanità (figura 4). FIG. 4 30
  • 33. FIG. 5 Questa volta il progetto è indubbiamente di buon livello, ma quest’area è destinata a non avere pace e, quando nel 1930 la costruzione è arrivata già a sei metri fuori terra (figura 5), scappa fuori il nuovo Federale fascista, Giannino Romualdi, che è anche ingegnere, il quale, raccogliendo un po’ qua e un po’là dagli stili precedenti, tira fuori il suo progetto per la costruzione adesso di un orfanotrofio. (figura 6). E, potenza del “conflitto di interessi”, la parte già realizzata della costruzione del Vitellozzi viene interamente demolita. FIG. 6 31
  • 34. Finchè nel 1932 viene finalmente definitivamente avviato dall’Istituto Case Popolari dell’epoca un edificio abitativo dello Stato (figura 7) che verrà ultimato nel 1935. FIG. 7 Forse non tutti gli aretini si sono accorti che questo edificio, ribattezzato “il Casone”, o, alternativamente, “Il Palazzone” insieme con il “Palazzo Albanese” davanti ai Portici, costituiscono due pregevolissimi esempi di alto livello architettonico dello “stile novecento” italiano, che mettono a dura prova tutto quello che lì intorno è stato costruito dopo. 32
  • 35. 2. Una scelta controproducente evitata Quando Papa Innocenzo III, nel togliendola ai benedettini che certamente 1203, elevò a cattedrale la chiesa di non furono tanto contenti, si pose il San Pietro, posta dove adesso è il Duomo, problema di dare a questa chiesa un 33
  • 36. aspetto confacente al nuovo ruolo, cosa Vinse il progetto di Dante Viviani che fu possibile avviare solo nel 1276 il cui motto era “simplex”. quando Papa Gregorio X, deceduto nel palazzo vescovile aretino, lasciò a questo E l’unico elemento della facciata scopo la somma di 30.000 fiorini d’oro. che contraddice il motto sono gli stemmi delle famiglie che parteciparono alla La costruzione del Duomo iniziò spesa, ciascuna con mille lire subito partendo da est e via, via corrispondente oggi a 5-6 mila euro. proseguendo per tappe successive verso ovest, ad ogni tappa tamponando con una Anche se la semplicità della facciata posticcia di mattoni la parte già facciata non fu troppo apprezzata, realizzata. talché il Salmi la considerò “fredda e scolastica” e successivamente il Carli la Cosicché nel dipinto di Piero della definì “professorale”, oggi possiamo solo Francesca nel quale l’immagine di Arezzo dire che se, invece, avesse vinto il fa la parte di Gerusalemme, compare la progetto in gara qui riportato, esso facciata del Duomo di color rosso mattone. avrebbe fatto fare alla nostra città una gran brutta figura nei confronti dei turisti E tanto ci volle per completare il appena avveduti che fossero capitati di Duomo, che nel 1896 la facciata fronte ad essa. principale non era ancora ultimata. Del resto, la stessa cosa era accaduta anche al Duomo di Firenze la cui facciata fu realizzata dal 1876 al 1887. Fu allora bandito un concorso, cui parteciparono trenta architetti, ma siccome la giuria non ritenne di premiare nessuno, la gara fu ripetuta e questa seconda volta i concorrenti furono trentaquattro. E, anche a quei tempi, tra concorsi, commissioni, polemiche e burocrazie trascorsero 18 anni e la facciata risultò ultimata solo nel 1914. 34
  • 37. Vittorio Arrigoni, l’italiano ucciso il 15 aprile scorso da un gruppo di estremisti islamici a Gaza era certamente un uomo coraggioso (perché ci vuole coraggio a trasferirsi a Gaza di questi tempi), aveva degli ideali ed era disposto a lottare per affermarli; solo per questo merita rispetto. Forse era anche un eroe - come dicono alcuni – ma un eroe sbagliato, o perlomeno era sbagliata la causa per la quale lottava con tanto accanimento. – non aveva mai speso una parola contro Vittorio era un pacifista scrivono tutti, i rapitori del giovane soldato di leva ma forse un pacifista a senso unico come ebreo Gilad Shalit rapito a 19 anni ce ne sono molti, di quelli che agitano la proprio al confine con la striscia di Gaza bandiera della pace contro i carri armati e da oltre 5 anni prigioniero di Hamas. israeliani ma mai contro i palestinesi che Eppure anche la sua deve essere una vita lanciano razzi contro Israele. d’inferno! Vittorio era impegnato tutti i giorni Il nostro cooperante non faceva contro quello che definiva “criminale poi troppo mistero di non amare molto assedio israeliano” (di Gaza), citava gli israeliani tanto è vero che su internet Nelson Mandela parlando di “razzismo” aveva definito poco tempo fa i sionisti di Israele ed era arrivato addirittura a (termine con cui in Medio Oriente si criticare l’eroe della sinistra Roberto definiscono spesso tutti gli ebrei) come Saviano per aver appoggiato una dei “ratti”. manifestazione pro-Israele; ma a quanto mi risulta – e sarei lietissimo di sbagliare 35
  • 38. Immagine certamente poco insistito (così scrive il Corriere della Sera elegante, che richiama tanti altri animali del 18 aprile), affinché il cadavere del spregevoli con cui i “giudei” sono stati figlio dovesse tornare in Italia non spesso identificati nei secoli passati. passando per il territorio israeliano ma per l’Egitto: “Il mio non vuole essere un Non aveva inoltre avuto problemi gesto politico; semplicemente mio figlio ad abbracciare pubblicamente il premier avrebbe voluto così. Gli israeliani non di Hamas (l’organizzazione palestinese lo hanno mai avuto in simpatia (sembra che da alcuni anni governa con il pugno che il sentimento sia stato comunque di ferro tutta la striscia) Ismail Haniyeh, le reciproco), lo hanno sempre considerato cui mani grondano realmente del sangue un soggetto pericoloso …chi non ha mai di tanti innocenti uccisi dalla sua voluto mio figlio da vivo, non lì avrà organizzazione. neanche da morto”. Anche dopo la tragica morte, non mi Parole forti, parole che hanno colpito sembra che i toni usati da alcuni familiari anche lo scrittore israeliano Etgar Keret siano stati improntati a sentimenti di che ha chiesto alla famiglia di ripensarci riconciliazione; in particolare la Madre ha per non trasformare il triste viaggio di 36
  • 39. una bara “in un simbolo dell’odio e del rifiuto verso coloro che considerava nemici”. “La terra di Israele” - Continua lo scrittore - “è tanto empia da non poter essere attraversata da un morto? E i suoi abitanti sono forse tanto abbietti che il loro semplice contatto rischia di profanare quel corpo?”. Eppure la famiglia non ha cambiato idea, quasi che il suo grande dolore si Di fronte a questo lutto, al di là della dovesse proiettare non contro i suoi crudeli retorica, rimane solamente la preghiera assassini quanto contro un altro popolo ed e la consapevolezza, come ha scritto il un altro stato, come se i rancori di una vita Sottosegretario Carlo Giovanardi, che dovessero dominare anche lo strazio della “Al dolore per la barbara esecuzione del morte. giovane volontario italiano Vittorio Arrigoni è doveroso aggiungere una Non a caso alcuni ambienti palestinesi ferma e convinta solidarietà alla si sono dati subito da fare per cercare di comunità ebraica e allo Stato di Israele, nascondere nella tragedia le chiare che ancora una volta si tenta di responsabilità di alcuni gruppi salafiti colpevolizzare, minimizzando così le ultraestremisti per cercare di far responsabilità dei fanatici che ne intravedere chissà quali complotti e chissà vorrebbero l’annientamento”. quali responsabilità dell’odiato nemico israeliano, pardon sionista: sono così apparsi manifesti in cui l’immagine di Arrigoni era affiancata a quella di una volontaria della sua stessa organizzazione che morì sotto un bulldozer di Gerusalemme con sotto la scritta: “lo stesso killer”. Analogamente il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha accusato proprio Israele di essere in qualche modo coinvolto nell’omicidio di Vittorio. 37
  • 40. Sulla vetta del colle più alto che Il cardo si identifica con via coincideva con il centro della Fortezza, Fontanella - via Pellicceria, secondo un fino al 1800 emergeva un’antica chiesa allineamento che si ritrova, oltre il Prato, con il nome del santo Patrono di Arezzo nella via Pietramala. Infatti, prima del associato ad un toponimo: “San Donato in riempimento del Prato, l’inizio di via Cremona” [NdR: sul significato del Pellicceria coincide con la sella di crinale; toponimo, rimandiamo all’ottimo articolo di oltre la quale si apre l’altro versante. Marco Giustini, qui a seguire]. Il decumano interseca il cardo più a Gli Etruschi costruiscono attorno ai due nord dell’inizio di via Pellicceria, in colli una prima cinta muraria, che posizione più centrale rispetto alla ampliano successivamente espandendola cittadella etrusca, in corrispondenza del verso sud, fino a via del Ninfeo e verso Prato. Secondo questa ipotesi, il nord, fino a via Tarlati. decumano, ricalcando un percorso più antico, congiunge i vertici delle due Il luogo dove sarà costruita la Fortezza è alture. al centro della città etrusca. Gli antichi tracciatori della città Nel medioevo questo percorso stabilirono col rito solare la direzione del prenderà il nome significativo di “ruga cardo e del decumano. mastra”. Ed ancor oggi il tracciato è riconoscibile, corrispondendo all’allinea- 38
  • 41. Una scrittura più antica, dell’anno 1030, prova l’esistenza del muro etrusco ai lati del cardo, subito sopra via dei Pescioni. In una cantina di via dei Pescioni, il Gamurrini scopre un pezzo di muraglia a grossi massi sovrapposti, senza calce, restaurato in antico con qualche elemento di colonna di granito. Grossi blocchi di arenaria mento di via Fiorentina - via San Lorentino squadrati, fuori della loro posa originale, – piaggia del Murello via Ricasoli – ma sicuramente a questa vicini, ingresso alla Fortezza. compaiono nella chiesa di San Bartolomeo. Oltre la Fortezza, l’allineamento si ritrova perfettamente nella via Redi. L’Aretini aggiunge la Secondo un’altra tesi questo allineamento testimonianza di importanti ritrovamenti sarà il risultato del successivo intervento in Borgunto, dove si ritrova, nella parte romano e della realizzazione del “foro”. compresa tra piaggia San Lorenzo e piazza Grande, alla distanza di 10-15 Un gran numero di documenti metri dalla strada, ai vecchi numeri civici testimoniano che il recinto sud della 1-5-7-11, la tipica struttura di roccia cittadella etrusca corre, arretrato di tagliata con sopra i macigni squadrati. qualche metro, parallelamente alla via di Colcitrone. Questa struttura si allaccia alle mura di piaggia San Bartolomeo. Qui le In un documento del 1326 si legge mura si staccano da un piano di imposta che il muro etrusco, costeggia la via di assai più basso del piano strada, e Colcitrone, dietro casa Bettini e davanti a voltano ad angolo, suggerendo casa Berardi. all’Aretini l’ipotesi di una porta della cittadella proprio all’inizio di piaggia In un ordine del Podestà del 1225, San Bartolomeo. sono nominate le vecchie mura della zona a est di piazza Grande. Dall’esame delle divisioni di proprietà e dalla presenza di grosse strutture, che probabilmente nascondono 39
  • 42. elementi del muro etrusco, l’Aretini tratto delle case di via dei Pescioni presuppone la ripresa della cinta a tergo contiguo a Piazza Santa Croce, ed è del distrutto palazzo del Podestà, tanto apparso il muro etrusco costruito sopra più che verso quel punto converge l’altra una base di roccia scolpita, confermando serie di reperti, lungo via dei Pescioni. le considerazioni sopra riportate. Nell’orto della Canonica di In conclusione, quando la città S.Niccolò, alla distanza di 13 metri dalla etrusca si espanse oltre i propri confini, le strada, ricompare la tipica struttura di prime case sorsero addossate al muro roccia tagliata in basso con alcuni macigni etrusco. in alto. Immaginando di togliere le case Le mura ricompaiono all’esterno del lato nord di via dei Pescioni ben visibili, nella piazzetta di San ricompare la rocca dell’antica cittadella Niccolò, all’angolo delle scale che etrusca. Per cui si può concludere che la scendono in via dei Pescioni, alla distanza trama urbanistica di Colcitrone, da via di 13 metri dalla strada. dei Pescioni verso nord, è di chiara derivazione della cittadella etrusca. Nella canonica, sulla linea di questo reperto, si trova una analoga struttura al di fuori dei fondamenti della chiesa di San Niccolò e distante 15 metri da via dei Pescioni. Questa struttura forma un angolo avvicinandosi a via dei Pescioni, di circa due metri per poi riprendere il suo andamento verso est, dove si trova una cisterna scavata nel masso, che probabilmente risale ai primi insediamenti etruschi. In via dei Pescioni, ai vecchi numeri 15 e 19, alla distanza di 13 metri dalla strada, compare ancora roccia tagliata con sopra i caratteristici macigni. I bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno abbattuto un 40
  • 43. attentamente anche i particolari che all’apparenza possono sembrare più insignificanti o superflui, perché spesso sono proprio i dettagli più insospettabili a nasconderci le sorprese più clamorose che poi ribaltano il quadro generale di una questione. E’ bastata infatti un’indagine accurata semplicemente sul significato del toponimo della chiesa, Cremona, per Se si vuol riscoprire la storia di una correggere gli errori della storiografia chiesa dimenticata come quella di San cittadina più recente e imbattersi in una Donato in Cremona, è necessario studiare scoperta inaspettata. 41
  • 44. Nel secolo scorso gli storici cittadini, “roccia”) in seguito divenuta *cram e compreso il compianto Angelo Tafi, hanno infine, per l’alternanza vocalica a / e sempre fornito come significato palusibile preindeuropea, *crem con l’aggiunta del del toponimo aggettivi quali suffisso -ona frequente nei toponimi “sopraelevato” o “rialzato”, in virtù della prelatini, soprattutto etruschi. posizione dominante che la chiesa occupava; più recentemente alcuni hanno “SASSO” è dunque il significato più addirittura sostenuto che Cremona fosse il attendibile, nulla a che vedere con nome arcaico del colle di San Donato. Ma “sopraelevato”, e se ne intuisce bene il entrambe le ipotesi purtroppo rimangono motivo: è una chiara allusione alla senza fondamento storico. morfologia antica del colle di San Donato. Quale era allora il vero significato del toponimo? Cerchiamo di scoprirlo. Infatti, a differenza di come oggi ci appare, la collina presentava in epoca Cremona è toponimo già attestato in remota una sommità brulla, composta da iscrizioni ed autori del periodo classico sedimentazioni rocciose che affioravano romano, esempio è il verso 28 dell’Ecloga in superficie, un ampio zoccolo di pietra IX di Virgilio “Mantua vae miserae nimium che sin dalla preistoria ha messo alla vicina Cremonae”, ma la formazione del prova le capacità costruttive dell’uomo. termine è di origine molto più antica di quella latina. Basti pensare che le fondamenta della Fortezza e molti dei cunicoli che si Varie ipotesi sono state formulate al diramano alla base della fortificazione riguardo, sebbene gli ultimi studiosi che sono costruiti direttamente sulla nuda hanno affrontato il problema propendano pietra del colle, in particolare il corridoio per la derivazione ligure, di matrice che percorre il perimetro del bastione preindeuropea, in virtù della presenza dei della Diacciaia dove addirittura si è Liguri nel territorio casentinese almeno fino scavato per vari metri all’interno della al II secolo a.C., attestata anche dagli roccia, cosa che testimonia come nel XVI scritti di Polibio. secolo, dopo decine di secoli di stratificazioni storiche, la pietra formasse Per quanto riguarda l’etimologia e il ancora gran parte della sommità significato, il Vocabolario delle Etimologie dell’altura. dei Capoluoghi Italiani è abbastanza chiaro: indica infatti *carra che significa Una prova più recente sono i lavori “sasso”, nella variante *carm- (da che negli anni ’60 dello scorso secolo confrontarsi anche con l’albanese karme furono fatti dal Comune di Arezzo nella 42
  • 45. spianata della Fortezza per la costruzione “advocabulo” che non a caso si traduce di una grande cisterna d’acqua: infatti nel con “vocabolo”. corso degli scavi gli operai dovettero ricorrere alla dinamite per far saltare la Infatti nel medioevo tale termine era roccia che affiorava dal terreno e che adoperato per indicare contrade, occupava la zona scelta nel progetto per quartieri, o terreni, esempio è lo stesso la collocazione del bacino idrico. Dante al verso 26 del XIV canto del Purgatorio “Perché nascose questi il A questo punto è interessante vocabol di quella riviera pur com’om fa esaminare un documento tratto dalla de l’orribil cose?” oppure lo Statuto dello raccolta di Ubaldo Pasqui. Spedale di Siena “[…] et sieno scripte tutte le possessioni e tenimenti[…]e li Il manoscritto in questione, il più antico vocaboli delle contrade”, dove il termine che menziona la chiesa e datato 19 indica piccole frazioni territoriali. febbraio 1098, fu redatto dall’abate del Monastero di Santa Trinita in Alpe e Quindi possiamo concludere che il contiene una molteciplità di informazioni termine Cremona non era affatto l’antico utili a ricostruire il passato più remoto nome del colle, bensì quello di un della chiesa. antichissimo quartiere cittadino, situato in prossimità dell’apice del colle di San Nel testo si legge la frase seguente: Donato, una zona circoscritta e “Costitutione hec facta est in civitate caratterizzata dalla conformazione aretina, in advocabulo Grimune, in ecclesia rocciosa, cosa che ne aveva determinato que est dedicata in honore sancti Donati la denominazione. episcopi et martyris” cioè “Quest’ ordinamento è stato fatto nella città di Su di esso sorse poi la chiesa di San Arezzo, nel vocabolo di Cremona, nella Donato e dà lì prese il nome e ne chiesa che è intitolata a San Donato conservò poi la memoria fossilizzata fino vescovo e martire”. ai giorni nostri. Sono due le osservazioni da fare: in La Cremona è un altro piccolo tassello primo luogo il termine Cremona, qui nella recuperato del perduto mosaico forma più antica Grimune, non è legato dell’Arezzo antica, scomparsa all’intitolazione a S. Donato ma pare barbaramente sotto la mole della piuttosto un’ulteriore specificazione di Fortezza, non perdiamola di nuovo. luogo all’interno della città; in secondo luogo merita una spiegazione il termine 43
  • 46. Il settore manifatturiero rappresenta prodotti di nicchia e composta di tante una realtà produttiva importante per il piccole e medie imprese, registra segni nostro paese e incide positivamente negli di inadeguatezza e di decadimento. scenari economici europei. Il settore ha avuto successo per oltre La sua produzione industriale è al un quarto di secolo per poi imbattersi in quinto posto al mondo dopo Cina, Stati un progressivo rallentamento e in Uniti, Giappone e Germania; in termine un’incapacità di adeguarsi ai mutamenti pro-capite è seconda solo alla Germania. avvenuti nel contesto economico internazionale. Nonostante la crisi economica globale, l’export manifatturiero italiano registra Dopo l’entrata in vigore della moneta dati positivi. unica, l’ingresso della Cina nel WTO (Organizzazione Mondiale del Rispetto al passato però la produzione Commercio), la definitiva affermazione italiana, prevalentemente incentrata sui delle tecnologie ICT (Tecnologia 44
  • 47. dell’Informazione e della Comunicazione) e il consolidarsi della distribuzione organizzata, l’impresa italiana non ha saputo reagire in modo compatto e uniforme dinnanzi alle difficoltà dettate dalle nuove congiunture economiche globali. Alcune grandi imprese hanno avuto a disposizione le risorse per reagire alla crisi e rinnovarsi. Molte piccole sono passate liberalizzazioni e privatizzazioni riuscite a progredire diventando medie. prive di coerenza, l’impoverimento dei saperi artigianali e l’abbandono degli Ma tante piccole aziende, motore istituti preposti alla diffusione delle della nostra economia, hanno ridotto la conoscenze, dei mestieri e delle capacità produttiva e moltissime innovazioni. microimprese si sono trovate non più in grado di produrre. Oggi le nostre piccole e medie imprese hanno ridotto drasticamente la Le cause del calo produttivo del settore presenza sui mercati esteri e, al tempo e dell’incapacità di fronteggiare la crisi stesso, sono le realtà economiche che più economica sono molteplici; a cominciare risentono della concorrenza interna- da un invecchiamento del nostro modo zionale capeggiata dai paesi emergenti. difare industria, correlato a un invecchiamento generazionale della classe Le piccole realtà imprenditoriali, per imprenditoriale, fino all’impossibilità di lo più produttrici di manufatti di nicchia, mantenere rapporti con i segmenti di subiscono la scorretta concorrenza delle mercato geograficamente e negozial- grandi imprese asiatiche, indiane ed est mente più dinamici. europee, che prive di vincoli burocratici e normativi possono produrre beni, Vanno poi citate, fra le cause del calo, spesso contraffacendo i nostri marchi, con le problematiche strutturali del nostro costi di produzione bassissimi. paese: i costi diretti e indiretti dello Stato (fisco, inefficienza, burocrazia), la scarsità Diversamente le imprese maggiori, di infrastrutture (trasporti, energia, che nel nostro paese rappresentano telecomunicazioni), l’aumentare del debito un’esigua minoranza, sono state in grado pubblico, l’ingresso nell’Unione Monetaria di stilare una serie di rapporti con Europea con cambio lira-euro sfavorevole, l’estero evolvendo la propria filiera 45
  • 48. produttiva per renderla capace di E’ urgente adottare tutte quelle misure interagire con le nuove dinamiche necessarie a sgravare l’imprenditoria commerciali mondiali. dagli eccessivi vincoli fiscali e burocratici, l’ordinamento giuridico e legislativo va Per riportare la produzione italiana riformato affinché le leggi siano ad essere competitiva sui nuovi mercati chiaramente e univocamente interpre- internazionali occorre che la piccola e tabili, la giustizia deve assicurare la media impresa italiana intraprenda, e sia certezza del diritto e la celerità delle messa in condizione di farlo, un processo sentenze. di crescita. Dal canto suo l’Unione Europea deve All’attuarsi di questo processo è agire responsabilmente, creando le sfavorevole la carenza di domanda, che condizioni affinché l’Italia e tutti gli altri impedisce ai singoli imprenditori di Stati Membri possano beneficiare delle intraprendere autonomamente l’innova- risorse e degli strumenti necessari per zione di ogni campo della vita aziendale. potersi presentare unitariamente competitivi nei confronti dei paesi Oltre alla bassa domanda, limitano i emergenti. processi di crescita e innovazione la mancanza di capitali reperibili esternamente all’impresa e la complessità burocratica della pubblica ammini- strazione. Di fronte alla crisi economica la crescita dimensionale in termini di fatturato, dipendenti e soprattutto sotto il profilo culturale, cioè in termini di conoscenza, managerialità e struttura aziendale, è un passaggio obbligato per rendere la produzione elevata e competitiva. Per agevolare le imprese in questo processo di evoluzione occorrono Deputato al Parlamento Europeo trasformazioni profonde nel nostro paese. Gruppo PPE 46
  • 49. Primi mesi dell’Orchestra “Città di Maestro Bacalov il quale non si è Arezzo”: un bilancio sicuramente risparmiato in elogi all’orchestra e alla positivo. città per credere in un’iniziativa così importante culturalmente. Con il Concerto del 1 Maggio si è concluso un intenso ciclo di impegni L’Orchestra ha poi proseguito il suo dell’Orchestra Città di Arezzo. cammino nei concerti previsti nei comuni che hanno aderito al progetto, dando la Il progetto MUSICAREZZO 2011, possibilità a solisti emergenti aretini, iniziato il 29 gennaio al Teatro Pietro come Nicola Barbagli all’oboe, Andrea Aretino, che ha visto protagonista il Rum al clarinetto, Stefano Rocchi al premio oscar Luis Bacalov, accompagnato fagotto e Filippo Zambelli al corno, di dall’orchestra diretta dal Maestro potersi esibire ad Arezzo e a Castiglion Francesco Seri, ha avuto un’inaugurazione Fiorentino, interpretando la Sinfonia scoppiettante: un teatro gremito di Concertante di Wolfgang Amadeus pubblico, ammaliato dalla musica del Mozart e ottenendo un successo 47
  • 50. della Fondazione “Guido d’Arezzo”, dove l’Orchestra Città di Arezzo, diretta dal Maestro Seri, ha interpretato il Magnificat e il Concertino per Pianoforte e Orchestra del compositore perugino Carlo Pedini. Nell’occasione hanno collaborato con l’Or- chestra le bravissime coriste del coro Kamenes strepitoso per la cristallina interpretazione. In Canto, dirette dall’eccellente Gabriella Rossi e, in qualità di solisti, due Il Teatro dei Ricomposti di Anghiari ha artisti di fama internazionale quali Guido visto la compagine aretina dedicare un Arbonelli al clarinetto e Giuseppe concerto a Bruno Mangoni, personaggio D’Angelo al pianoforte. Il concerto di importante per l’imprenditoria dell’Alta Pasqua è stato replicato anche nel Valle del Tevere, ma soprattutto grande Comune di Sansepolcro, nella splendida appassionato di musica. cornice dell’Auditorium di Santa Chiara. Il periodo pasquale è stato pieno di A conclusione della produzione meraviglia: in primis il riconoscimento da pasquale, l’Orchestra Città di Arezzo è parte del Presidente della Repubblica, stata ospitata dal Sacro Convento di Giorgio Napolitano, alla validità del Assisi, nella suggestiva e meravigliosa progetto MusicArezzo2011 con l’asse- Basilica Papale Superiore, dove un gnazione della Medaglia di rappre- foltissimo pubblico ha assistito ad un sentanza della Presidenza della concerto pieno di pathos, ascoltando lo Repubblica Italiana consegnata dal Stabat Mater di Pergolesi, interpretato Sindaco della Città di Arezzo, Giuseppe dal soprano Lucia Raffi Casagrande e Fanfani, in occasione del concerto di dal mezzosoprano Francesca Lisetto, la Pasqua, tenutosi il 17 marzo nella Chiesa Canzone sopra l’Ave Maria di Carlo di S. Maria della Pieve; in secundis la Pedini e, sempre del compositore registrazione di un CD per l’etichetta perugino, in prima esecuzione assoluta Quadrivium, grazie anche al contributo Elenadagio. 48
  • 51. Il concerto del 1 maggio è stato quindi Un plauso pieno di riconoscenza e la degna presentazione alla città, a tutta speranza va al Presidente la città, dell’Orchestra. Il pubblico che dell’Orchestra, Maestro Lorenzo Rossi, gremiva Piazza S. Jacopo ha potuto nonché validissimo primo violino della assistere ad uno spettacolo affascinante, stessa, e al Direttore artistico e Direttore reale, crudo, nel quale, grazie anche alla musicale, maestro Francesco Seri, i quali collaborazione con la Libera Accademia si sono impegnati, anche oltre le loro del Teatro di Arezzo, diretta da Andrea specificità, e continuano ad impegnarsi Biagiotti e alla regia di Alessandra credendo fortemente nell’intento di Bedino, l’Orchestra, diretta dal Maestro creare la giusta attenzione verso la Francesco Seri, in quest’occasione musica in una provincia, come quella compositore di alcuni brani, ha fatto da aretina, che ha dato i natali a grandi sfondo ad un testo ottimamente esponenti musicali del passato e interpretato da bravi attori. contemporanei, ma anche a divenire un valore per la Provincia stessa sia sotto Il progetto MUSICAREZZO 2011 si l’aspetto strettamente culturale-musicale realizza grazie al supporto indispensabile che di promozione del territorio. dell’assessore alla Cultura della Provincia di Arezzo, dottoressa Rita Mezzetti L’intento è quello di far sentire alla Panozzi e dell’assessore alla Cultura del popolazione, come propria, un’orchestra Comune di Arezzo, prof. Camillo Brezzi, i composta da musicisti aretini, già quali hanno da subito scommesso in questa affermati in ambito nazionale ed neonata orchestra e nel progetto nel suo internazionale, che si adoperano con insieme. passione ed entusiasmo alla produzione musicale per la propria terra. Un ringraziamento particolare va anche agli altri Comuni coinvolti e, naturalmente agli sponsor, senza i quali non si sarebbe potuto iniziare questo cammino artistico culturale e quindi grazie ad Atam, Chimet, Poggiolini Pasta Fresca, Busatti, AC Hotels, Fini Progetti, Fattoria di Sant’Antimo, Due T Arredi, AVIS, Banca di Anghiari e Stia. 49
  • 52. Maurizio Licenziati Eleonora Manganelli Alla Sedia Fuoco di Passione Da giovane Passione rovente, ti ho quasi ignorato. tu accendi il desiderio dell’ignoto cullando il corpo in un fluttuante moto. Eri una cosa troppo ferma, rigida, un rifugio da fuggire. Rapisci la tranquillità dell’individuo onde regalargli un insolente battito arduo. Gli anni sono passati e ho cominciato ad apprezzare Sei sensuale brezza che scuote con fervore ed amare ancora più di te corpo e mente simultaneamente. tua madre: la poltrona - o tuo padre: il divano. Sei morbido impeto di fuoco, cavalcante leggerezza d’illusione, Ora, che sono giovane sensazione evanescente di follia. soltanto “dentro” amo ancora di più tuo nonno: il letto. 50
  • 53. esempio braccia e gambe per essere IL BRIDGE AD AREZZO agili e veloci, come ci dobbiamo Un sport affascinante che ad preparare per il bridge? Arezzo ha oltre 60 anni di storia di Antonio Bedini Questo gioco interessa soprattutto il cervello, le qualità E’ uno dei più antichi giochi di carte, richieste sono la memoria di ferro, con oltre cento anni di storia alle spalle, spiccate doti di sintesi e capacita di diffuso in tutto il mondo, senza contare le concentrazione, di istinto e intuito. nobili radici: stiamo parlando del bridge, Parlando in questi termini sembra vero e proprio sport conosciuto anche dal difficile pensare alla diffusione di CONI. questo sport, visto che ogni giocatore Se nelle discipline sportive dovrebbe essere una sorta di Pico 1’allenamento serve per sviluppare della Mirandola, ma non è cosi. particolari parti del corpo umano, ad 51