1. Cagliari, 23 Ottobre 2010Flavia Marzano
Riuso e utilizzo del softwareRiuso e utilizzo del software
libero nella Pubblicalibero nella Pubblica
AmministrazioneAmministrazione
Flavia Marzano
http://daily.wired.it/blog/codice_aperto
2. Flavia Marzano 2 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Di che cosa parliamo
La Pubblica Amministrazione può (e deve) riusare soluzioni
di altre amministrazioni
La normativa lo prevede, anche se è quasi totalmente
disattesa
Il software libero lo favorisce
Che cosa possiamo fare per
favorire questo processo?
Dove possiamo intervenire per
garantire un più facile riuso e
una maggiore adozione di
software libero nella PA?
3. Flavia Marzano 3 Cagliari, 23 Ottobre 2010
La normativa (1 di 4)
Decreto Legislativo, n. 36 del 24 gennaio 2006, "Attuazione della
direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo di documenti nel settore
pubblico". Il decreto disciplina le modalità di riutilizzo dei
documenti contenenti dati pubblici nella disponibilità delle
pubbliche amministrazioni e degli organismi di diritto pubblico.
Decreto Legislativo, n. 82 del 7 marzo 2005, "Codice
dell'Amministrazione Digitale". Con questo testo il Legislatore ha
regolato in modo organizzato il processo di informatizzazione
della Pubblica Amministrazione (diritti dei cittadini, documento
informatico e firma digitale, organizzazione della Pubblica
Amministrazione, riuso, Sistema Pubblico di Connettività, Carte di
Identità Elettroniche). In particolare, negli articoli da 68 a 70, il
Codice disciplina il riuso del software.
4. Flavia Marzano 4 Cagliari, 23 Ottobre 2010
La normativa (2 di 4)
Decreto Legislativo, n. 36 del 24 gennaio 2006, "Attuazione della
direttiva 2003/98/CE relativa al riutilizzo di documenti nel settore
pubblico". Il decreto disciplina le modalità di riutilizzo dei
documenti contenenti dati pubblici nella disponibilità delle
pubbliche amministrazioni e degli organismi di diritto pubblico.
Legge, n. 289 del 27 dicembre 2002, "Legge Finanziaria 2003”.
All'art. 26 promuove il riuso al fine di assicurare una migliore
efficacia della spesa informatica e telematica sostenuta dalle
pubbliche amministrazioni.
Legge, n. 340 del 24 novembre 2000, "Legge per la
semplificazione". All'art. 25 la legge dispone che le pubbliche
amministrazioni hanno la facoltà di dare in uso gratuito ad altre
amministrazioni pubbliche i programmmi applicativi di cui
sono titolari.(ndr: Tale facoltà diventa poi “obbligo” all’Art. 69 del
CAD).
5. Flavia Marzano 5 Cagliari, 23 Ottobre 2010
La normativa (3 di 4)
Decreto Legislativo, n. 39 del 12 febbraio 1993, "Norme
in materia di sistemi informativi automatizzati delle
amministrazioni pubbliche". Detta disposizioni riguardo allo
sviluppo e alla gestione di sistemi informativi automatizzati e
al CNIPA (Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica
Amministrazione).
Direttive ministeriali
MIT, direttiva del 19 dicembre 2003, "Sviluppo e
utilizzazione dei programmi informatici da parte delle P.A."
Con questo testo il Ministro dell'Innovazione e delle
Tecnologie ha dettato alcuni criteri utili per valutare
l'acquisto di programmi e per cedere i programmi in riuso
6. Flavia Marzano 6 Cagliari, 23 Ottobre 2010
La normativa (3 di 3)
Giurisprudenza
Nella recente sentenza N. 122/2010 della Corte
Costituzionale, pubblicata in G.U. il 26 Marzo 2010 [
http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/sc
heda_ultimo_deposito.asp?
comando=let&sez=ultimodep&nodec=122&annodec=2010]
vengono definiti i concetti di “open source” e “software
libero” e si specifica che ciò che distingue il software libero
da quello proprietario è esclusivamente il contenuto
dell’accordo negoziale (licenza).
7. Flavia Marzano 7 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Software libero e Riuso (1 di 3)
I sistemi software di successo, e cioè quelli veramente usati
dai loro utenti, devono necessariamente venire modificati
durante tutto il loro ciclo di vita per mantenersi aggiornati
rispetto alle inevitabili evoluzioni normative e tecnologiche e
per soddisfare nuove esigenze. Tali modifiche ai sistemi
software funzionanti sono chiamate “manutenzione”, e una
delle acquisizioni fondamentali dell’ingegneria del software è
che, complessivamente, la manutenzione costa molto di più
della costruzione di un sistema.
Inoltre, poiché sviluppare software ad hoc costa molto, è molto
auspicabile riuscire a riusare tale software quanto più
possibile. A tali fini, la PA deve poter effettuare facilmente le
seguenti operazioni sul software acquistato.
8. Flavia Marzano 8 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Software libero e Riuso (2 di 3)
Studio del funzionamento. Tale studio è necessario per
determinare la qualità, la sicurezza e la rispondenza a tutti i
requisiti e caratteristiche qui citati.
Copia e ridistribuzione. Deve essere sempre possibile
copiare e ridistribuire ad altre amministrazioni il software
sviluppato in nome e per conto di una PA, requisito richiesto
anche dal CAD.
Estensione e miglioramento. È questa la cosiddetta
manutenzione perfettiva, e cioè l’aggiunta di nuove funzionalità
e l’adattamento di quelle esistenti a nuove esigenze, non
esplicite al momento dello sviluppo del sistema. I miglioramenti
vanno poi resi pubblici in modo che ne possano fruire anche
altri.
9. Flavia Marzano 9 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Software libero e Riuso (3 di 3)
Mantenimento nel tempo. È questa invece la manutenzione
evolutiva, che mira ad adeguare nel tempo il sistema rispetto a
cambiamenti normativi e/o tecnologici.
Rimozione di ostacoli. Occorre sempre essere in grado di
rimuovere e prevenire gli ostacoli che di fatto impediscono la
piena parità di accesso alle informazioni e alle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione, tenendo conto in
particolare delle situazioni di disabilità, disagio economico e
sociale e diversità culturale.
10. Flavia Marzano 10 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Come favorire il riuso? (1 di 3)
Gli aspetti politici che preludono alla normativa in tema di sw
libero sono:
libertà e uguaglianza anche nel settore dell’innovazione e
del patrimonio digitale. Il sw libero permette a chiunque di
usare, studiare, modificare e distribuire il software a
prescindere dal suo stato personale, patrimoniale, sociale e
culturale, livellando in qualche modo “il campo” e
garantendo a chiunque gli stessi diritti;
memorizzazione di moltissimi dati pubblici (di cui le PA
sono responsabili) che devono essere protetti (privacy e
sicurezza) e accessibili per molti anni indipendentemente
dal software utilizzato per crearli. Con il sw libero si
garantisce persistenza, tracciabilità e fruibilità dei dati;
11. Flavia Marzano 11 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Come favorire il riuso? (2 di 3)
esperienza maturata da generazioni precedenti; attraverso
il codice sorgente, le nuove generazioni possono utilizzare
le conoscenze pregresse per risolvere nuovi problemi;
multi-culturalità e multi-organizzazione dovuta al fatto
che di solito l’OSS è sviluppato da programmatori sparsi per
il mondo, ognuno dotato di propria esperienza, che
analizzano il software sotto diversi punti di vista. Questo
processo di implementazione stimola l’innovazione e
permette spesso di raggiungere obiettivi superiori a quelli
raggiungibili in un “mondo chiuso”.
12. Flavia Marzano 12 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Come favorire il riuso? (3 di 3)
Anche gli aspetti economici sono da tenere in considerazione e in
particolare riduzione di costi e indipendenza dei fornitori (no lock-in).
Gli aspetti sociali, motivazioni principali che portano la politica a definire
una nuova normativa in tema di OSS:
crescita culturale e formativa dovuta al fatto di poter accedere ai codici
sorgenti e quindi studiarli. Già molte università e scuole superiori hanno
attivato corsi specifici dedicati all’ OSS;
incentivazione del lavoro di gruppo, in seguito alla diversa ubicazione
dei programmatori, facilitato dal massiccio sviluppo di Internet. In questo
modo gli sviluppatori OSS possono discutere, scambiarsi informazioni
sulla Rete, criticare il software, apportarvi modifiche, svilupparlo
secondo esigenze diverse, collaborando fra loro anche senza mai
vedersi di persona.
13. Flavia Marzano - pag. 13
Riuso: di che cosa?
“È necessario sostenere e facilitare il riuso dei software
custom di proprietà delle PA, e la disseminazione dei risultati
e delle best practices tra tutte le PA del paese.”
“È necessario definire politiche di disseminazione per i
progetti di ricerca e innovazione tecnologica finanziati con
fondi pubblici affinché vi sia maggiore riuso dei risultati. La
modalità open source può essere uno strumento utile da
sperimentare per diffondere prodotti software innovativi
risultanti da tali progetti. Inoltre, tale approccio può essere
sperimentato anche per ciò che concerne i software custom
prodotti nell’ambito dei progetti finanziati attraverso i bandi di
e-government.”
Da: “Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto e libero nella PA”
14. Flavia Marzano - pag. 14
Riuso: come?
Codice dell’amministrazione digitale (CAD)
ART. 69 (Riuso dei programmi informatici)
…
2. Al fine di favorire il riuso dei programmi informatici di proprietà
delle pubbliche amministrazioni, ai sensi del comma 1, nei
capitolati o nelle specifiche di progetto è previsto ove possibile,
che i programmi appositamente sviluppati per conto e a spese
dell'amministrazione siano facilmente portabili su altre
piattaforme.
3. Le pubbliche amministrazioni inseriscono, nei contratti per
l'acquisizione di programmi informatici, di cui al comma 1,
clausole che garantiscano il diritto di disporre dei programmi ai
fini del riuso da parte della medesima o di altre amministrazioni.
15. Flavia Marzano - pag. 15
Riuso: clausole
Codice dell’amministrazione digitale (CAD)
ART. 69 (Riuso dei programmi informatici)
4. Nei contratti di acquisizione di programmi informatici
sviluppati per conto e a spese delle amministrazioni, le stesse
possono includere clausole, concordate con il fornitore, che
tengano conto delle caratteristiche economiche ed organizzative
di quest'ultimo, volte a vincolarlo, per un determinato lasso di
tempo, a fornire, su richiesta di altre amministrazioni, servizi che
consentono il riuso delle applicazioni. Le clausole suddette
definiscono le condizioni da osservare per la prestazione dei
servizi indicati.
16. Flavia Marzano - pag. 16
Riuso: quali difficoltà?
“Per quanto riguarda il riuso del software custom, i principali fattori frenanti
sono, anche in questo caso, la disinformazione sulla consistenza e la
tipologia del software sviluppato per le PA e le concrete difficoltà di
personalizzazione del software custom a seconda delle esigenze della
particolare amministrazione.”
“Il problema è la difficoltà che molte amministrazioni hanno nell’accettare
applicativi sviluppati da altre PA e nella difficoltà che incontrano
nell’adattarlo alle proprie esigenze.”
“…la coerenza tra il software sviluppato e i requisiti dell’utenza, la
disponibilità di una amministrazione a rendere disponibile e riusare
software esistente e la presenza di adeguati strumenti di supporto al riuso
(per esempio, la documentazione di progetto)”
Da: “Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto e libero nella PA”
17. Flavia Marzano - pag. 17
Riuso: quali opportunità?1 di 2
“appare importante fornire elementi tali da spingere le pubbliche
amministrazioni a:
Verificare in anticipo se esistono soluzioni software già realizzate da altre
amministrazioni e valutare la possibilità e la convenienza di servirsi di tale
software adattandolo alle proprie esigenze, prima di ricorrere allo sviluppo
di software specifico e ad eventuali procedure di selezione del contraente
cui affidarne lo sviluppo.
Definire meglio le prescrizioni contrattuali relative alla piena titolarità
(anche non esclusiva) dei programmi sviluppati ad hoc per le stesse
(software custom), in particolare esplicitando chiaramente la titolarità, oltre
che dell’eseguibile, anche del relativo codice sorgente.”
Da: “Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto e libero nella PA”
18. Flavia Marzano - pag. 18
“Definire meglio e più dettagliatamente i requisiti tecnico/funzionali dei
programmi da realizzare e meglio svolgere la fase di collaudo. Tra tali
requisiti vanno incluse anche le caratteristiche minimali per potere poi
agevolmente condividere i programmi realizzati (quali la modularità del
software, una chiara identificazione al suo interno delle parti mature/stabili
e di quelle che vanno ottimizzate o che sono soggette a rilasci frequenti, la
disponibilità oltre che del codice sorgente anche di una documentazione
esauriente, contenente ad esempio una mappa che consenta di navigare
nel codice). ...
Dare informazione, entro una certa data dal collaudo, sui programmi di cui
è entrata in possesso al fine di consentirne il riuso. Ciò anche mediante la
pubblicazione delle informazioni sul proprio sito web o su strutture gestite
a livello nazionale e/o locale ...”
Da: “Indagine conoscitiva sul software a codice sorgente aperto e libero nella PA”
Riuso: quali opportunità? 2 di 2
19. Flavia Marzano 19 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Più software libero nella PA? (1 di 5)
Se la Pubblica Amministrazione, acquisendo
software, fosse sempre consapevole di dover
garantire a sé stessa e ai suoi cittadini:
Pluralismo e concorrenza
Sicurezza dei dati
Integrazione con il software in uso
(http://daily.wired.it/blog/codice_aperto)
20. Flavia Marzano 20 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Più software libero nella PA? (2 di 5)
Continuità (dei dati e non solo… la cosiddetta
business continuity)
Interoperabilità tra applicativi
Disponibilità del codice sorgente (almeno per
ispezioni e tracciabilità)
Proprietà delle strutture dei dati
Proprietà del software custom (come richiesto
dall’art. 69 del CAD)
(http://daily.wired.it/blog/codice_aperto)
21. Flavia Marzano 21 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Più software libero nella PA? (3 di 5)
Un migliore rapporto prezzo/prestazioni
Garanzia di standard aperti (almeno dei dati)
Assenza di lock-in
Trasparenza
Facilità d’uso
Garanzie del rispetto della privacy
(http://daily.wired.it/blog/codice_aperto)
22. Flavia Marzano 22 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Più software libero nella PA? (4 di 5)
Accessibilità (anche ai sensi della Legge
4/2004)
diversità (any browser ad es.)
Andrea Gelpi “L'investimento tende a restare
in Italia e a generare sia know how che
ulteriori investimenti, anziché arricchire
multinazionali quasi sempre fuori Europa.”
(http://daily.wired.it/blog/codice_aperto)
23. Flavia Marzano 23 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Più software libero nella PA? (5 di 5)
Luca Ferroni: “ci aggiungerei anche ...
scusate se è poco :) ”
Quando tutte queste cose sarannoQuando tutte queste cose saranno
garantite potrò anche rassegnarmi algarantite potrò anche rassegnarmi al
fatto che la Pubblica Amministrazionefatto che la Pubblica Amministrazione
compri licenze chiuse,compri licenze chiuse,
per ora sono qui…per ora sono qui…
(http://daily.wired.it/blog/codice_aperto)
24. Flavia Marzano 24 Cagliari, 23 Ottobre 2010
Grazie dell'attenzione!Grazie dell'attenzione!
flavia.marzano@gmail.com