1. Metal Packaging & Marketing
Trend di vendita e nuovo
marketing per i prodotti alimentari
in scatole di Banda Stagnata
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2. Cos’è la Banda Stagnata?
Cos’è la banda stagnata? Spiegato in modo molto
semplice la banda stagnata è un sottile foglio di acciaio
rivestito, su entrambe le facce, da un ancora più sottile
strato di stagno.
Il sistema di stagnatura è a ciclo continuo; un lungo
nastro di acciaio da ricoprire viene fatto passare
attraverso una serie di vasche contenenti un anodo di
stagno.
L’aspetto dell’acciaio stagnato è grigio opaco; con la
brillantatura gli viene conferito però l’aspetto brillante. Il
nastro viene fatto passare attraverso una serie di rulli
che portano il rivestimento di stagno alla fusione e poi
raffreddato.
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3. Un po’ di storia
La “scatoletta” si diffonde tra gli eserciti sia durante la prima che la Seconda
Guerra Mondiale. Dopo l’ultima guerra l’Italia viene letteralmente invasa
dalle scatolette portate dai soldati americani: i grandi pacchi del Piano
Marshall contengono infatti scatolette di carne, biscotti e minestre pronte.
Gli alimenti in scatola, in principio associati a un regime di emergenza, nel
dopoguerra entrano a far parte della vita degli italiani.
Negli anni ’50 si diffonde l’uso dei pelati in scatola e dell’olio d’oliva, che in
Italia sono prodotti per l’esportazione fin dall’inizio del secolo.
Nel 1960 in Italia si cominciano a consumare prodotti surgelati.
Questo nuovo concorrente nell’industria della conservazione alimentare è
forse di spinta per cercare nuove forme di impiego della scatoletta.
Negli anni ’60 sul mercato compaiono così nuovi prodotti in scatola: il tonno
sott’olio, le bibite, la birra e le bombolette spray.
A partire dalla fine degli anni ’70 anche il cibo per animali inizia a seguire la
via della scatola di latta.
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4. Perché la Banda Stagnata?
Il principale pregio degli imballaggi in Banda Stagnata è la chiusura ermetica: l’ERMETICITA’
garantisce l’isolamento del prodotto da agenti esterni e quindi la conservazione del prodotto per
anni.
Fino a quando non viene aperta, LA SCATOLETTA E’ COME UNA CASSAFORTE DELLA
NATURA, che mantiene intatte tutte le caratteristiche e le proprietà nutrizionali dell’alimento
inscatolato e non ha bisogno di essere conservata in frigo.
La forma, che ne consente l’IMPILAMENTO (disposizione dei contenitori messi uno sopra l’altro)
e ciò facilita il magazzinaggio e il trasporto.
in secondo luogo la scatoletta è resistente, il che riduce le perdite durante il trasporto.
inoltre il prodotto conservato all’interno della scatoletta E’ PROTETTO DALLA LUCE che è
causa di deterioramento del cibo.
La scatoletta E‘ VERSATILE nella forma e si presta quindi ad usi molto diversi; la possibilità di
stampare l’etichetta direttamente sul metallo ne fa un oggetto comunicativo.
Infine, dopo l’utilizzo, LA SCATOLA E’ COMPLETAMENTE RICICLABILE.
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5. Un materiale a “più vite”
La seconda vita della “scatoletta”:
Quello dello smaltimento dei rifiuti è uno dei problemi più grandi che il nostro pianeta sembra
dover affrontare nei prossimi decenni. I rifiuti oggi vengono smaltiti in discarica o inceneriti, ma il
limitato numero di stazioni preposte all’incenerimento, unito all’impossibilità (per mancanza ormai
di spazio) da parte delle discariche di ricevere quotidianamente tonnellate e tonnellate di
spazzatura, comportano spesso un ammassamento di rifiuti; questo accumulo rappresenta una
seria e preoccupante minaccia di inquinamento permanente.
Una parte consistente dei rifiuti prodotti nelle nostre città è costituita dagli imballaggi (circa 11
milioni di tonnellate annue, di cui 600 mila tonnellate fatti in acciaio).
Il riciclaggio degli imballaggi in banda stagnata è facilitato dal fatto che l’acciaio ha proprietà
magnetiche e quindi può essere separato dagli altri rifiuti utilizzando un magnete.
La separazione da rifiuti diversi può essere quindi effettuata localmente, con una raccolta
differenziata (come già si fa per il vetro, per la carta e per la plastica) oppure nelle stazioni di
raccolta e selezione dei rifiuti, mediante un magnete.
La maggioranza degli imballaggi in acciaio, oltre il 95%, viene recuperata attraverso la raccolta
differenziata.
Dopo la raccolta gli imballaggi, prima di essere avviati in acciaieria o in fonderia per essere
utilizzati come materia prima per la produzione di nuovo acciaio, devono essere puliti e
compressi.
Queste operazioni vengono effettuate da ditte specializzate nella lavorazione dei rottami
attraverso due possibili procedimenti.
Il primo: gli imballaggi in banda stagnata attraverso un processo chimico sono separati dallo
stagno ottenendo così due elementi, lo stagno ed il rottame di acciaio.
Il secondo: gli imballaggi vengono utilizzati tali e quali e in questo caso sono solo spezzettati e
puliti. Solo il 5% attualmente viene recuperato dopo l’incenerimento.
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6. Un mercato in espansione
Come ha reso noto ANFIMA (l’Associazione che raggruppa i fabbricanti di
imballaggi metallici italiani), il 2007 è stato caratterizzato da risultati
soddisfacenti per quanto riguarda il consumo di banda stagnata in Italia.
Entrando più nello specifico, a fronte di una produzione nazionale di acciaio
per imballaggio attestatasi sulle 300.000 t, il consumo di banda stagnata è
stato di 900.000 t. il comparto degli imballaggi metallici leggeri ha chiuso
l’esercizio con 1,5 miliardi di euro di ricavi.
Ulteriore nota di merito la percentuale di imballaggi in acciaio riciclata,
ammontata al 66%, ossia a 594.000 t
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7. La produzione in Europa di alimenti in
scatola in Banda Stagnata
Le produzioni di alimenti preparati in scatola (2007) in Europa (million/tons)
Pasta secca di albicocche 5 003
Varie preparazioni di alimenti 4 337
Altre frutte da marmellata 3 117
Cetrioli preparati con l'aceto 2 907
Vari prodotti a base di pomodoro 2 720
Olive (non preparate o conservate con l'aceto) 1 523
Verdure (non preparate o conservate con l'aceto) 1 413
Verdure omogeneizzate (non preparate o conservate con l'aceto) 1 120
Altri frutti di verdure 1 095
Olive preparate o conservate con l'aceto 793
Cipolle preparate o conservate con l'aceto 786
Patate 434
Ketchup e altre salse di pomodoro 263
Concentrati di proteine 154
Albicocche conservate 112
Minestre 89
Varie salse 78
Pets food 1050
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8. ./. segue
Le precedenti statistiche indicate e riguardanti la
produzione sono quelle del tonnellaggio globale
dell’industria degli alimenti preparati in scatola che, è
molto sottostimato.
Le esportazioni dall’Italia di alimenti preparati in scatola
nel 2007, ad esempio, è di 72.000 tonnellate, dato che è
il doppio della media della produzione annuale negli
ultimi anni, secondo un rapporto dell’ICE. Tuttavia, le
statistiche ufficiali indicano che la produzione tende ad
essere stabile negli anni 2001/2007 presi appunto in
esame.
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9. Il marketing per le scatole in Banda
Stagnata?
A partire dagli anni ’50 la “scatoletta” entra a far parte della vita di ogni giorno degli
italiani ma essenzialmente in tutta Europa si sviluppa il mercato dei prodotti in
scatola, complice anche il proliferare dei Supermercati e della Grande Distribuzione
Organizzata.
La scatoletta vuota diventa da subito materiale con il quale i bambini italiani
costruiscono giocattoli poveri.
Nel mondo dei fumetti diventano celebri le scatolette ripiene di spinaci di Braccio di
Ferro, l’irascibile marinaio inventato dal disegnatore americano Elzie Crisler Segar.
Negli anni ’60 le scatolette di zuppa pronta marca Campbell ritratte nei quadri del
pittore pop Andy Warhol lasciano perplessa la critica americana, ma poi diventeranno
famose e quotatissime dai collezionisti d’arte moderna.
Inevitabilmente nasce poi l’esigenza di meglio reclamizzare questo o quel prodotto e
sempre più si è iniziato ad utilizzare le tecniche di marketing per lanciare o
propagandare le vendite.
I prodotti in scatola, che hanno anche il pregio di essere facilmente impilabili, quindi
possono essere molto ben esposti al pubblico, entrano di prepotenza nel settore
pubblicitario.
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10. Migliorare le vendite con gli strumenti
del marketing
Il sogno di tutti gli operatori di marketing è quello di creare un prodotto talmente forte
da venire richiesto senza propaganda, come ad esempio la Coca Cola, la Nutella, i
prodotti DelMonte.
Oggi i consumatori sono più atenti e preparati, anche a causa della congiuntura
economica sfavorevole, e nella dinamica della scelta si sta verificando una perdita di
peso del valore della marca ed una grande attenzione al prezzo.
Il settore del marketing deve quindi capire quale è la “soglia di rispetto” alla quale il
consumatore è disposto a pagare per la marca.
Il nuovo punto focale è lo spostamento dell’attenzione verso il consumatore, il fine è
avere un profitto ma attraverso la soddisfazione del Cliente.
La promozione nei punti vendita è aumentata a causa degli enormi costi dei canali
editoriali e televisivi; nei punti vendita si cerca di ottimizzare il tempo per comunicare
il più possibile sull’azienda e i suoi prodotti.
In Inghilterra ad esempio se si vende un nuovo tipo di sugo, è d’uso spiegare come
cucinare la pasta.
Una nuova frontiera del marketing è allora diventata la promozione diretta sul punto
vendita ed il coinvolgimento dei consumatori anche per sviluppare il packaging.
Non esiste quasi più la differenza tra marketing e comunicazione o meglio, le due
aree aziendali devo andare sempre a più stretto contatto e la comunicazione su un
prodotto ha lo scopo essenziale di farlo vendere meglio.
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11. Una storia di successo sul punto
vendita
Il gruppo La Doria ha sperimentato una diversa campagna di marketing, che coinvolge numerosi punti vendita di
medie e grandi dimensioni, per incrementare l’acquisto dei prodotti a loro marchio.
Lo strumento che La Doria ha scelto di utilizzare consiste nell’esposizione preferenziale all’interno dei punti
vendita, nel “far uscire il prodotto dallo scaffale”, con il duplice obiettivo di rendere più visibile il marchio La Doria
tra le corsie dei supermercati e farlo conoscere meglio ai consumatori.
L’esposizione preferenziale si realizza collocando, all’interno dei punti vendita numerosi pall box contenenti i
diversi prodotti. Isole promozionali brandizzate e fasce pallet aiuteranno i consumatori ad individuare nel punto
vendita i prodotti La Doria e a scoprire le caratteristiche che lo distinguono nel mondo da altri.
Per spiegare le qualità dei prodotti, La Doria ha optato inoltre per il dialogo con il consumatore attraverso un tour
all’interno di alcune gallerie dei centri commerciali. Nell’area dedicata si è parlato soprattutto ai bambini di
prodotto, ma anche di rispetto per l’ambiente e di riciclabilità dei contenitori.
NOTA: Il gruppo La Doria è leader nella produzione e commercializzazione di derivati del pomodoro, di legumi e
pasta in scatola, di succhi e bevande di frutta e di altri prodotti complementari, con stabilimenti in Campania e a
Faenza RA (ex Confruit). Presente nelle più importanti catene della Grande Distribuzione e del Discount, La Doria
si caratterizza per essere un'Azienda che ha saputo sfruttare pienamente le crescenti prospettive di sviluppo
offerte dal segmento delle "Private Labels" (marchi delle catene distributive) e del "Discount". Il Gruppo è il primo
produttore italiano di legumi in scatola ed il secondo produttore di derivati del pomodoro e succhi di frutta. In
questo settore il gruppo opera, oltre che nella produzione delle private label, anche con le proprie marche: VIVI G
- VIVI G BIO - LA DORIA - CAPRISONNE (su licenza) - MELINDA JUICE (su licenza). Nel 2007 La Doria ha
realizzato un fatturato consolidato di circa 400 milioni di euro. Le vendite sono composte per il 27% dalla linea
"rossa", per il 33% dalla linea frutta e per il 19% dalla linea legumi, vegetali e pasta in scatola; le "altre vendite"
generano il 22% del fatturato.
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