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rapporto di ricerca. febbraio 2014
1
2
Le domande da cui muove il Rapporto
La scuola italiana ha molti problemi a cui porre
rimedio (divari territoriali degli apprendimenti/
elevati tassi di abbandono/corpo docente
anziano, formato e reclutato in modo inadeguato,
senza incentivi di carriera/pratiche didattiche
arretrate/edilizia scolastica, ecc.).
La valutazione della scuola è davvero
necessaria o sarebbe meglio occuparsi
d’altro?
Da molti anni in Italia si parla di costruire un Sistema
nazionale di valutazione, che in altri paesi funziona
da tempo. Ma non si riesce a farlo.
Perché in Italia la valutazione incontra
resistenze così forti soprattutto da parte
degli insegnanti?
3
La valutazione è davvero necessaria?
* Non sempre. In prospettiva, la partita davvero
cruciale in Italia riguarda il reclutamento e la
qualità dei docenti (es. Finlandia: ottima scuola
senza sistema di valutazione).
* Quando i docenti sono reclutati e formati in
modo selettivo e rigoroso possono bastare
qualità professionale, deontologia e il controllo
dei colleghi a fare funzionare bene le scuole.
* Ma in Italia le cose vanno in altro modo: la nostra
scuola ha poche luci e molte ombre (e i docenti
non sono reclutati così). Senza valutazione, oggi
è impossibile fare diagnosi precise dei punti di
forza e di debolezza del sistema scolastico e
delle singole scuole.
* Senza valutazione, in Italia si corre il rischio di un
ulteriore crollo della fiducia nella scuola
pubblica, con le famiglie più avvertite che
l’abbandonano.
4
Perché la maggioranza degli insegnanti
è ostile alla valutazione?
* Perché si sentono «sotto tiro» e sono convinti che
la valutazione possa danneggiarli, portando a
sanzioni, a tagli del personale e delle risorse.
* Perché scopi, metodologie e strumenti della
valutazione non sono loro chiari né sono stati loro
spiegati efficacemente dal Miur. Non
comprendendola, la temono e sospettano arbitrii.
* Perché non hanno ricevuto alcuna formazione
alla valutazione.
* Perché il giusto principio costituzionale della libertà
d’insegnamento è male interpretato («Nessuno mi
può giudicare»).
5
Tre convinzioni della FGA
Non esiste in astratto il «giusto» modello della
valutazione: ciascun modello dipende da un’idea di
scuola. Si valuta che cosa si ritiene importante (ad es.
gli apprendimenti). La misurazione serve in quanto
strumento di valutazione.
Per essere davvero efficace un sistema di
valutazione deve essere compreso e condiviso
dalla maggioranza degli insegnanti.
Senza valutazione «esterna» non c’è vera
valutazione. L’autovalutazione è utile, ma senza
comparazione diventa autoreferenziale e
autoassolutoria.
1
2
3
6
* Alla luce delle domande iniziali e delle tre
convinzioni espresse, il Rapporto della FGA
ricostruisce il percorso della valutazione della
scuola.
* Guarda all’Italia, ma con riferimento alle
esperienze e al dibattito internazionali. Poiché
siamo in ritardo, almeno impariamo dagli altri.
* Sul piano concettuale e operativo, le questioni
principali e comuni a tutti i paesi (inclusa l’Italia)
sono:
* Perché c’è una domanda di valutazione?
* Chi si può valutare?
* Con quali finalità?
* Con quali strumenti?
La prospettiva del Rapporto
7
La domanda di valutazione:
le quattro spinte
In Italia l’interesse dell’opinione pubblica per la
valutazione della scuola nasce circa 10 anni fa (dopo
Ocse Pisa 2003).
Sono 4 i fattori che l’hanno sollecitato (come
all’estero, dove però nasce prima):
1. Sindrome di Ocse Pisa: gli esiti deludenti dei
nostri studenti nei confronti internazionali.
2. Autonomia scolastica: maggiore autonomia
delle singole scuole comporta maggior controllo
da parte delle autorità di governo .
3. Filosofia del New Public Management: il lavoro di
tutte le amministrazioni pubbliche deve essere
valutato con criteri di efficienza (legge Brunetta).
4. Riflessi della cultura di Internet: le famiglie
chiedono più dati, più informazioni e più
trasparenza sulla qualità della scuola.
per
approfondire
Cap. 1
pp. 6-13
8
Chi si può valutare? Quattro livelli
1. Studenti: valutazione formativa e sommativa.
2. Insegnanti: valutazione della loro formazione
iniziale e dei risultati ottenuti con i loro studenti.
3. Scuole (e dirigenti): valutazione della qualità
degli istituti, attraverso il confronto nel tempo o
con le altre scuole.
4. Sistema scolastico: valutazione dei risultati a
livello Paese e delle politiche scolastiche.
Confronti territoriali e con le altre nazioni.
Le esigenze di valutazione di ciascun
livello non sono necessariamente
coerenti con quelle degli altri livelli.
E uno strumento adatto per un
livello non necessariamente
funziona per gli altri.
9
• «verticale» - delle scuole autonome alle autorità di
governo
• «orizzontale» - delle scuole alle famiglie
I modelli di rendicontazione possono essere «forti» (se
portano a premi/sanzioni, come nei paesi anglosassoni) o
«deboli» (se conducono a formazione e sviluppo
professionale, come in molti paesi europei).
• la valutazione permette di individuare le criticità
delle scuole e del sistema scolastico e pone le
premesse per il miglioramento organizzativo e
didattico.
intrinseci (reputazione/autonomia) o economici (stipendio,
carriera)
• per «innescare» i processi di miglioramento,
raramente spontanei
• per selezionare i docenti (l’assenza di prospettive di
carriera attira persone meno ambiziose) e a motivarli.
Valutazione: con quali finalità?
rendicontazione
diagnosi e miglioramento delle pratiche
incentivi
per
approfondire
Cap. 2
pp. 25-50
10
Il fine ultimo della valutazione della scuola è
naturalmente il miglioramento degli studenti
* apprendimenti e competenze
* chance di successo negli studi successivi
e nel lavoro
* formazione civile e democratica
Il fine ultimo della valutazione
11
Valutazione: con quali strumenti?
Alla luce della letteratura scientifica e delle
esperienze internazionali, sono tre i principali
strumenti della valutazione «esterna», con funzioni
distinte, ma integrate:
* ESAMI CENTRALIZZATI
(central exams)
* PROVE STANDARDIZZATE
(come le prove Invalsi e Ocse Pisa)
* VISITE ISPETTIVE ALLE SCUOLE
12
Esami centralizzati
* sono comuni per tutti gli studenti alla fine di un ciclo
o grado scolastico
* sono effettuati in molte discipline
* sono ancorati a curricoli e quadri di riferimento
nazionali
* danno un’indicazione precisa del reale livello di
apprendimento dello studente
* sono comparabili a livello nazionale
* servono essenzialmente a valutare gli studenti, con
conseguenze per il proseguimento degli studi
(promozione/bocciatura; orientamento), ma
possono essere usati anche per la valutazione di
sistema.
In Italia non abbiamo esami centralizzati.
L’esame di maturità non lo è, perché le
votazioni date dalle commissioni non sono
comparabili (ecco perché i test di ammissione
all’università). L’esame di III media è
comparabile solo nella misura in cui vi è una
prova Invalsi incorporata nell’esame, ma la sua
presenza crea altri problemi.
13
Prove standardizzate
* in diversi momenti del percorso scolastico
* in selezionati ambiti del sapere (oggi
prevalentemente lingua, matematica, scienze), ma
potenzialmente estendibili ad altre aree,
agganciate a quadri di riferimento (Indicazioni
nazionali)
* stessi quesiti per tutti
* stessa modalità di somministrazione
* stesso metro di correzione
* possono essere utilizzate per la valutazione a tutti i
quattro livelli (studenti, insegnanti, scuole e sistema
scolastico)
* le prove standardizzate non sono «quiz» e non
premiano la capacità mnemonica; se ben costruite
sono indicatori affidabili del livello di conoscenze e
di competenze raggiunto
14
Le prove standardizzate
in alcuni sistemi di valutazione
Paese Test e discipline valutate Gradi
Inghilterra
NATIONAL CURRICULUM ASSESSMENT
inglese, matematica, scienze
3, 4, 5, 6
Danimarca
NATIONAL TEST
danese, matematica, inglese, scienze
2 - 8
Svezia
NATIONAL TEST
svedese, matematica, inglese (gr.5)
3, 5
Norvegia
NATIONAL TEST
norvegese, inglese e matematica
5, 8
Austria
NATIONAL CURRICULUM ASSESSMENT
tedesco, scrittura, lettura, matematica, inglese (gr.8)
4, 8
Canada PCAP: matematica, lettura, scienze 13 anni
Corea
NATIONAL ASSESSMENT OF EDUCATIONAL ACHIEVEMENT
coreano, matematica, inglese, scienze sociali,
scienze
6, 9, 10
Olanda
CITO PUPIL MONITORING SYSTEM LVS
olandese, aritmetica, geografia, biologia, storia,
inglese, scienze, tecnologia
1 - 8
CITO TEST (fine primaria)
lingua, aritmetica, matematica, strategie studio
8
Australia
NAPLAN
lettura, grammatica, matematica
3, 5, 7, 9
Stati
Uniti
Livello
nazionale
NAEP
inglese: lettura e scrittura, matematica, scienze,
geografia, storia USA, arti, economia, ed.civica
4, 8, 12
Livello statale
NAEP
inglese: lettura e scrittura, matematica, scienze
4, 8, 12
(11 stati)
Livello statale
/ distretti
Esistono diversi test, ad esempio: CALIFORNIA
ACHIEVEMENT TESTS, IOWA TESTS OF BASIC SKILLS,
METROPOLITAN ACHIEVEMENT TESTS, inglese, matematica
scienze sociali (gr.7-8), scienze (gr.7-8), utilizzo
dell'informazione
5-14
grades
(dipende
dallo stato
/distretto)
15
Copertura
Livello di
valutazione
Scopo / Utilizzo dei
risultati
Paese
SISTEMA
SCUOLE
INSEGNANTI
STUDENTI
Monitoraggiodel
sistema
Rendicontazione
dellescuole
Valutazione
formativa
Informazione
all’utenza
Censuario * * * * * * * Inghilterra
Censuario * * * * Danimarca
Censuario * * * * * Svezia
Censuario * * * * * Norvegia
Censuario * * * * * Austria
Campionario * * Canada
Censuario * * * * * * Corea
Facoltativo * * * * *
Olanda
Facoltativo * * * * *
Censuario * * * * * * Australia
Campionario * *
Livello
nazionale
Stati
Uniti
Campionario * *
Livello
statale
Censuario * * * * * * * *
Livello
statale /
distretti
16
Esami centralizzati
o prove standardizzate?
* Le prove standardizzate sono preferibili, perché si
possono ripetere frequentemente in diversi
momenti del percorso scolastico e sono più
direttamente confrontabili.
* L’evidenza internazionale mostra comunque che
anche i central exams forniscono indicazioni utili
(ad es. Olanda per orientamento) e portano a un
miglioramento degli apprendimenti degli studenti
nei paesi che li adottano.
* La combinazione migliore è quella di central
exams con parti standardizzate.
17
Prove standardizzate
vs esami centralizzati
Prove
standardizzate
Esami centralizzati
SCUOLA PRIMARIA
Australia Si No
Inghilterra Si No
Francia Si No
Germania Si No
Corea Si No
Olanda Si No
Norvegia Si No
Stati Uniti Si Si
SCUOLA MEDIA
Australia Si Si
Inghilterra No No
Francia No Si
Germania Si Si
Corea Si No
Olanda No Si
Norvegia Si Si
Stati Uniti Si Si
SCUOLA SUPERIORE
Australia No Si
Inghilterra No Si
Francia No Si
Germania No Si
Corea Si No
Olanda (generale)
No
Si
Olanda (professionale) No
Norvegia (generale)
No
Si
Norvegia (professionale) Si
Stati Uniti Si Si
18
* Il Valore Aggiunto misura il progresso nel tempo
degli studenti sulla base di prove standardizzate,
tenendo conto del punto di partenza dello
studente e del contesto socioculturale(VA
contestualizzato). Il VA permette di valutare
l’effettivo contributo dato dalla scuola, al netto
degli altri fattori.
* Le prove standardizzate più evolute oggi
garantiscono una buona affidabilità per valutare
la qualità del lavoro delle scuole.
* Le prove standardizzate non sono, invece,
affidabili quando si voglia valutare il contributo dei
singoli insegnanti (a maggiore ragione se le si
associa direttamente a premi e sanzioni, come
negli USA).
* Creano inutili competizioni fra i docenti, mentre il
progresso di uno studente è sempre il frutto del
«lavoro di squadra» di tutti i suoi insegnanti.
A che cosa serve il Valore Aggiunto
Il lavoro del singolo insegnante non può
e non deve essere valutato attraverso
prove standardizzate.
per
approfondire
Cap. 5
pp. 140-147
19
Le visite ispettive
* Oggi le prove standardizzate (e i central exams)
riescono a misurare in modo sempre più affidabile
gli apprendimenti.
* Ma, oltre agli apprendimenti, vi sono altri fattori
importanti per valutare la qualità di una scuola
(ad es. la capacità di essere inclusiva o di creare
un clima di collaborazione).
* Per questo le prove standardizzate possono e
devono essere integrate da visite periodiche nelle
scuole di team di osservatori.
* Le visite utilizzano osservazioni dirette, con
protocolli strutturati e colloqui con docenti, DS,
genitori e studenti (tenendo anche conto delle
prove standardizzate e di altre informazioni).
* Il modello di visita dell’Ofsted nel Regno Unito è il
più evoluto e collaudato, con una griglia di
ispezione trasparente e condivisa. per
approfondire
Cap. 3
pp. 86-94
20
Il ruolo dell’autovalutazione
* Prove standardizzate e visite ispettive permettono di
mettere in luce punti di forza e di debolezza di
ciascuna scuola, diagnosticando l’esistenza di
criticità e problemi.
* Ma non riescono a dirci molto sulle specifiche cause
delle criticità di una scuola.
* Per entrare nella «black box» di una scuola e
avviare azioni di miglioramento, serve una
riflessione critica da parte dei docenti e DS della
scuola stessa, che in questa fase diventano
protagonisti del processo valutativo.
* Ma l’autovalutazione deve sempre fondarsi sulle
informazioni comparabili offerte dalla valutazione
«esterna».
21
La valutazione in Italia:
il «concorsone» di Berlinguer
* Nel 1999, d’accordo con i principali sindacati, il
ministro Berlinguer propose una maggiorazione di
stipendio di 6 milioni di lire da assegnare al 20%
degli insegnanti di ruolo, selezionati sulla base del
curricolo professionale (25%), di un test a risposta
multipla (25%), di una lezione simulata (50%).
* La protesta dei docenti (300mila in sciopero) si
concentrò sui test e sulla limitazione del premio al
20% degli insegnanti (creare un élite di insegnanti
era contrario alla visione «egualitarista» della
funzione docente).
* Alla fine, Berlinguer dovette ritirare il
provvedimento. per
approfondire
Cap. 6
pp. 162-165
22
La valutazione in Italia:
la sperimentazione VSQ
* Nel 2010 il ministro Gelmini avviò due
sperimentazioni con esplicita finalità premiale
(«premiare il merito»): una sui docenti, l’altra
sulle scuole (VSQ ).
* VSQ si è conclusa nel 2013: i risultati saranno resi
noti dal Miur nei prossimi mesi. La FGA ha
monitorato la sperimentazione.
* 77 scuole medie in 4 province (Pavia, Mantova,
Arezzo, Siracusa): sottoposte a due visite
ispettive, al termine del primo e del terzo anno,
con l’obiettivo di valutare la qualità del loro
lavoro in 7 ambiti: recupero, potenziamento,
orientamento, inclusione disabili e immigrati,
valutazione studenti, cultura della valutazione.
* Inoltre, per tutti gli studenti delle scuole è stato
calcolato il Valore Aggiunto contestualizzato
sulla base delle prove Invalsi.
* Dai risultati del VA e delle visite è stata
calcolata una graduatoria: il 25% migliore per
provincia è stato premiato con una somma
complessiva pari a 100mila euro (di cui 1/3 al
passaggio intermedio di I media).
per
approfondire
Cap. 7
pp. 119-223
23
La valutazione in Italia:
luci e ombre di VSQ
Risultati positivi
* Per la prima volta in Italia, sono stati impiegati e
raffinati due strumenti di valutazione esterna: VA e
visite ispettive
* la partecipazione a VSQ ha portato a migliori
risultati delle scuole partecipanti, a parità di altre
condizioni.
Criticità
* I docenti hanno espresso dubbi
* sulle prove Invalsi come strumento di
valutazione delle scuole (difficoltà a capire il
Valore Aggiunto)
* sul modello giudicato oscuro (poca chiarezza
del Miur)
* sulla correttezza del comportamento di altre
scuole (cheating).
* È stato contestato il legame valutazione-premialità.
In generale, è emersa l’importanza cruciale
della coerenza dell’impianto valutativo,
della comunicazione chiara e
dell’autorevolezza degli ispettori.
24
Nove anni di prove Invalsi
anni scolastici 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13
discipline
italiano
mate
scienze
italiano
mate
scienze
italiano
mate
italiano
mate
italiano
mate
italiano
mate
italiano
mate
Italiano
mate
gradi
II primaria
560.000 543.000 153.000 555.000 561.000 568.000 560.000
IV primaria
538.000 539.000
V primaria
155.000 565.000 575.000 558.000 558.000
I media
586.000 552.000 601.000 612.000 591.000
III media
(Es.di Stato) 560.000 560.000 585.000 587.000 587.000 593.000
I secondaria II
grado 222.000 239.000 596.000
II secondaria
II grado 527.000 533.000 560.000
III secondaria
II grado 183.000 189.000
TOTALE 2.089.000 2.062.000 560.000 868.000 2.301.000 2.851.000 2.858.000 2.862.000
in grassetto = prove obbligatorie
in corsivo = prove volontarie totale prove:
16.451.000
25
La valutazione in Italia:
il Regolamento (DPR 80/2013)
* Fornisce, almeno sul piano formale, nuove
coordinate per la costruzione di un sistema di
valutazione di tutte le scuole pubbliche.
* Con il sistema delle «tre gambe», (Invalsi + Indire +
corpo degli ispettori, con coordinamento funzionale
dell’Invalsi) si sforza di unire in un unico disegno
esigenze di sistema sino ad oggi rimaste tra loro
slegate.
* Vede le scuole come comunità capaci di
interrogarsi proficuamente sul senso del proprio
lavoro: ad esse è attribuita la responsabilità del
miglioramento.
PREGI
per
approfondire
Cap. 7
pp. 225-233
26
La valutazione in Italia:
il Regolamento (DPR 80/2013)
* Disallineamento degli incentivi: un incentivo
economico connesso alla valutazione è previsto
esclusivamente per il dirigente scolastico, giudicato
sulla base dei risultati ottenuti dalla scuola in seguito
al piano di miglioramento. Ma questi dipenderanno
necessariamente anche dall’adesione convinta dei
docenti, al momento per nulla scontata.
* Ripone una fiducia eccessiva sulle capacità di
autovalutazione (anche se riconosce il ruolo
necessario della valutazione esterna).
* Per funzionare, l’impianto presuppone che il sistema
scolastico, tanto al centro quanto alla periferia,
possieda una radicata cultura della valutazione .
Ma manca una strategia di formazione su larga
scala, così come la previsione di una sua copertura
finanziaria.
DIFETTI
per
approfondire
Cap. 7
pp. 225-233
27
La valutazione in Italia: lezioni apprese
1. La resistenza alla valutazione da parte della
scuola è ancora molto forte: scioperi,
boicottaggi, manipolazione delle prove
(cheating). Occorre che disegno e scopi della
valutazione siano chiari ai docenti, che devono
anche essere più coinvolti nella predisposizione
delle prove.
2. Usare gli strumenti di valutazione per assegnare
premi non funziona ed è controproducente,
perché spinge a comportamenti opportunistici
(teaching to the test) o manipolatori (cheating).
È giusto avere un sistema di incentivi per i
docenti (ad es. di carriera), ma indipendente
dalle prove standardizzate.
3. La funzione della valutazione di diagnosi e
supporto al miglioramento delle scuole va
rafforzata, affiancandola a quella di
rendicontazione.
4. L’improvvisazione non paga, fa perdere di
credibilità all’intero progetto: una volta decisa la
rotta e ottenuto un sufficiente consenso, occorre
perseveranza e coerenza di impianto.
28
La valutazione in Italia: la proposta
Che livello? Chi la fa?
Che cosa
produce?
Con quali dati?
Valutazione
di sistema
Invalsi
(reso
indipendente
dal MIUR,
perché la
valutazione di
sistema è
anche
valutazione
dell’azione del
ministero)
• rapporto
annuale sullo
stato
dell’istruzion
e in Italia
• analisi di
impatto
delle
politiche
scolastiche
 prove dalle rilevazioni
internazionali (PIRLS,
TIMSS, PISA)
 Statistiche educative
MIUR e ISTAT
 Selezione critica dei
risultati della ricerca
educativa (divari,
valutazione d’impatto
delle politiche
educative, ecc) fatte da
università e centri di
ricerca
Nessun
bisogno di
replicare
test
internazion
ali se non
per
aggiunger
e ambiti
Valutazione
delle scuole
Corpo degli
ispettori
(eventuale
creazione di
una Direzione
ad hoc al
Miur)
 un rapporto
per ogni
scuola con
giudizio
finale
 valida il
piano di
azione e
migliorame
nto della
scuola
 nel caso di
scuole
insufficienti
ne monitora
l’implement
azione
• Prove e indicatori Invalsi:
media triennale di valore
aggiunto contestualizzato
 Indicatori da dati MIUR
 Visite ispettive
(osservazione, colloqui,
analisi dei risultati della
valutazione interna)
 Timing visite: ogni 4-6
anni per tutte le scuole,
2-4 quelle
problematiche
Gli
strumenti
sono
discussi
con la
comunità
docente
prima
della loro
implement
azione
definitiva
ed
emendati
dove
necessari
29
Che livello? Chi la fa?
Che cosa
produce?
Con quali dati?
Valutazione
dei docenti
Nessuna
forma di
valutazione
esterna
Nella scuola:
(1) controllo tra pari alla
luce del risultato della
valutazione esterna
(2) più poteri al dirigente
scolastico, che può
proporre il docente per
una progressione di
carriera
Valutazione
degli
studenti
Insegnanti +
Invalsi
Certificazione
delle
competenze
degli studenti in
momenti definiti
(ad esempio, fine
obbligo) sulla
base delle
Indicazioni
nazionali per il
primo ciclo e di
quelle da fare
per le superiori
Abolizione dell’esame di
III media, che oggi è mal
collocato e non è un central
exam.
Certificazione delle
competenze al termine
dell’obbligo. Quando
l’obbligo salirà a 18 anni, la
certificazione sarà data
dalla maturità
L’esame di maturità resta
sotto forma di central
exams, con parti
standardizzate.
30
Valutazione in Italia: la proposta
* La valutazione delle scuole, non quella dei
docenti, è dunque centrale nella nostra idea di
SNV (insieme alla valutazione di sistema).
* Piani di miglioramento per le scuole che rivelano
criticità, verificati periodicamente dagli ispettori.
* Le informazioni ricavate dalla valutazione delle
scuole sono rese pubbliche per agevolare la
scelta delle famiglie.
* le progressioni retributive e di carriera dei docenti
avvengono attraverso altre forme di valutazione
(concorsi, giudizio dei DS).
31
Valutazione in Italia: la proposta
* Alle scuole che superano bene il vaglio della
valutazione è concesso un maggior grado di
autonomia amministrativa e gestionale: ad
esempio, nella gestione delle risorse umane
(chiamata diretta), dei fondi per la formazione e
tecnologie, nella programmazione didattica.
* rispetto alla sperimentazione VSQ, il premio per le
scuole è maggiore autonomia.
32
Siamo ancora in tempo?
* Dal «concorsone» di Berlinguer, in 15 anni il
mondo della scuola italiana non si è ancora
convinto della necessità di un sistema di
valutazione.
* Il Regolamento, con alcune sostanziali modifiche,
potrebbe essere l’ultima occasione. Occorrono,
però, maggiore chiarezza, condivisione e
perseveranza negli obiettivi.
* Ma anche accelerare il processo.
* In Norvegia (dove la qualità della scuola, come in
Italia, non è eccelsa) il primo tentativo di dare vita
a un sistema di valutazione fallì per le resistenze
della scuola: il governo avviò un dibattito
nazionale, ascoltò le critiche, rivide le
caratteristiche del sistema. Oggi la Norvegia ha un
sistema funzionante e accettato.
* È davvero utopia percorrere questa strada anche
in Italia?
33
Il rapporto di ricerca della Fondazione Giovanni
Agnelli «La valutazione della scuola. A che cosa serve
e perché è necessaria all’Italia» è pubblicato da
Editori Laterza e sarà in libreria dal 20 febbraio.
Ufficio stampa:
marco.gioannini@fga.it
335-7373883 34

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Fondazione Agnelli, La valutazione della scuola

  • 1. rapporto di ricerca. febbraio 2014 1
  • 2. 2
  • 3. Le domande da cui muove il Rapporto La scuola italiana ha molti problemi a cui porre rimedio (divari territoriali degli apprendimenti/ elevati tassi di abbandono/corpo docente anziano, formato e reclutato in modo inadeguato, senza incentivi di carriera/pratiche didattiche arretrate/edilizia scolastica, ecc.). La valutazione della scuola è davvero necessaria o sarebbe meglio occuparsi d’altro? Da molti anni in Italia si parla di costruire un Sistema nazionale di valutazione, che in altri paesi funziona da tempo. Ma non si riesce a farlo. Perché in Italia la valutazione incontra resistenze così forti soprattutto da parte degli insegnanti? 3
  • 4. La valutazione è davvero necessaria? * Non sempre. In prospettiva, la partita davvero cruciale in Italia riguarda il reclutamento e la qualità dei docenti (es. Finlandia: ottima scuola senza sistema di valutazione). * Quando i docenti sono reclutati e formati in modo selettivo e rigoroso possono bastare qualità professionale, deontologia e il controllo dei colleghi a fare funzionare bene le scuole. * Ma in Italia le cose vanno in altro modo: la nostra scuola ha poche luci e molte ombre (e i docenti non sono reclutati così). Senza valutazione, oggi è impossibile fare diagnosi precise dei punti di forza e di debolezza del sistema scolastico e delle singole scuole. * Senza valutazione, in Italia si corre il rischio di un ulteriore crollo della fiducia nella scuola pubblica, con le famiglie più avvertite che l’abbandonano. 4
  • 5. Perché la maggioranza degli insegnanti è ostile alla valutazione? * Perché si sentono «sotto tiro» e sono convinti che la valutazione possa danneggiarli, portando a sanzioni, a tagli del personale e delle risorse. * Perché scopi, metodologie e strumenti della valutazione non sono loro chiari né sono stati loro spiegati efficacemente dal Miur. Non comprendendola, la temono e sospettano arbitrii. * Perché non hanno ricevuto alcuna formazione alla valutazione. * Perché il giusto principio costituzionale della libertà d’insegnamento è male interpretato («Nessuno mi può giudicare»). 5
  • 6. Tre convinzioni della FGA Non esiste in astratto il «giusto» modello della valutazione: ciascun modello dipende da un’idea di scuola. Si valuta che cosa si ritiene importante (ad es. gli apprendimenti). La misurazione serve in quanto strumento di valutazione. Per essere davvero efficace un sistema di valutazione deve essere compreso e condiviso dalla maggioranza degli insegnanti. Senza valutazione «esterna» non c’è vera valutazione. L’autovalutazione è utile, ma senza comparazione diventa autoreferenziale e autoassolutoria. 1 2 3 6
  • 7. * Alla luce delle domande iniziali e delle tre convinzioni espresse, il Rapporto della FGA ricostruisce il percorso della valutazione della scuola. * Guarda all’Italia, ma con riferimento alle esperienze e al dibattito internazionali. Poiché siamo in ritardo, almeno impariamo dagli altri. * Sul piano concettuale e operativo, le questioni principali e comuni a tutti i paesi (inclusa l’Italia) sono: * Perché c’è una domanda di valutazione? * Chi si può valutare? * Con quali finalità? * Con quali strumenti? La prospettiva del Rapporto 7
  • 8. La domanda di valutazione: le quattro spinte In Italia l’interesse dell’opinione pubblica per la valutazione della scuola nasce circa 10 anni fa (dopo Ocse Pisa 2003). Sono 4 i fattori che l’hanno sollecitato (come all’estero, dove però nasce prima): 1. Sindrome di Ocse Pisa: gli esiti deludenti dei nostri studenti nei confronti internazionali. 2. Autonomia scolastica: maggiore autonomia delle singole scuole comporta maggior controllo da parte delle autorità di governo . 3. Filosofia del New Public Management: il lavoro di tutte le amministrazioni pubbliche deve essere valutato con criteri di efficienza (legge Brunetta). 4. Riflessi della cultura di Internet: le famiglie chiedono più dati, più informazioni e più trasparenza sulla qualità della scuola. per approfondire Cap. 1 pp. 6-13 8
  • 9. Chi si può valutare? Quattro livelli 1. Studenti: valutazione formativa e sommativa. 2. Insegnanti: valutazione della loro formazione iniziale e dei risultati ottenuti con i loro studenti. 3. Scuole (e dirigenti): valutazione della qualità degli istituti, attraverso il confronto nel tempo o con le altre scuole. 4. Sistema scolastico: valutazione dei risultati a livello Paese e delle politiche scolastiche. Confronti territoriali e con le altre nazioni. Le esigenze di valutazione di ciascun livello non sono necessariamente coerenti con quelle degli altri livelli. E uno strumento adatto per un livello non necessariamente funziona per gli altri. 9
  • 10. • «verticale» - delle scuole autonome alle autorità di governo • «orizzontale» - delle scuole alle famiglie I modelli di rendicontazione possono essere «forti» (se portano a premi/sanzioni, come nei paesi anglosassoni) o «deboli» (se conducono a formazione e sviluppo professionale, come in molti paesi europei). • la valutazione permette di individuare le criticità delle scuole e del sistema scolastico e pone le premesse per il miglioramento organizzativo e didattico. intrinseci (reputazione/autonomia) o economici (stipendio, carriera) • per «innescare» i processi di miglioramento, raramente spontanei • per selezionare i docenti (l’assenza di prospettive di carriera attira persone meno ambiziose) e a motivarli. Valutazione: con quali finalità? rendicontazione diagnosi e miglioramento delle pratiche incentivi per approfondire Cap. 2 pp. 25-50 10
  • 11. Il fine ultimo della valutazione della scuola è naturalmente il miglioramento degli studenti * apprendimenti e competenze * chance di successo negli studi successivi e nel lavoro * formazione civile e democratica Il fine ultimo della valutazione 11
  • 12. Valutazione: con quali strumenti? Alla luce della letteratura scientifica e delle esperienze internazionali, sono tre i principali strumenti della valutazione «esterna», con funzioni distinte, ma integrate: * ESAMI CENTRALIZZATI (central exams) * PROVE STANDARDIZZATE (come le prove Invalsi e Ocse Pisa) * VISITE ISPETTIVE ALLE SCUOLE 12
  • 13. Esami centralizzati * sono comuni per tutti gli studenti alla fine di un ciclo o grado scolastico * sono effettuati in molte discipline * sono ancorati a curricoli e quadri di riferimento nazionali * danno un’indicazione precisa del reale livello di apprendimento dello studente * sono comparabili a livello nazionale * servono essenzialmente a valutare gli studenti, con conseguenze per il proseguimento degli studi (promozione/bocciatura; orientamento), ma possono essere usati anche per la valutazione di sistema. In Italia non abbiamo esami centralizzati. L’esame di maturità non lo è, perché le votazioni date dalle commissioni non sono comparabili (ecco perché i test di ammissione all’università). L’esame di III media è comparabile solo nella misura in cui vi è una prova Invalsi incorporata nell’esame, ma la sua presenza crea altri problemi. 13
  • 14. Prove standardizzate * in diversi momenti del percorso scolastico * in selezionati ambiti del sapere (oggi prevalentemente lingua, matematica, scienze), ma potenzialmente estendibili ad altre aree, agganciate a quadri di riferimento (Indicazioni nazionali) * stessi quesiti per tutti * stessa modalità di somministrazione * stesso metro di correzione * possono essere utilizzate per la valutazione a tutti i quattro livelli (studenti, insegnanti, scuole e sistema scolastico) * le prove standardizzate non sono «quiz» e non premiano la capacità mnemonica; se ben costruite sono indicatori affidabili del livello di conoscenze e di competenze raggiunto 14
  • 15. Le prove standardizzate in alcuni sistemi di valutazione Paese Test e discipline valutate Gradi Inghilterra NATIONAL CURRICULUM ASSESSMENT inglese, matematica, scienze 3, 4, 5, 6 Danimarca NATIONAL TEST danese, matematica, inglese, scienze 2 - 8 Svezia NATIONAL TEST svedese, matematica, inglese (gr.5) 3, 5 Norvegia NATIONAL TEST norvegese, inglese e matematica 5, 8 Austria NATIONAL CURRICULUM ASSESSMENT tedesco, scrittura, lettura, matematica, inglese (gr.8) 4, 8 Canada PCAP: matematica, lettura, scienze 13 anni Corea NATIONAL ASSESSMENT OF EDUCATIONAL ACHIEVEMENT coreano, matematica, inglese, scienze sociali, scienze 6, 9, 10 Olanda CITO PUPIL MONITORING SYSTEM LVS olandese, aritmetica, geografia, biologia, storia, inglese, scienze, tecnologia 1 - 8 CITO TEST (fine primaria) lingua, aritmetica, matematica, strategie studio 8 Australia NAPLAN lettura, grammatica, matematica 3, 5, 7, 9 Stati Uniti Livello nazionale NAEP inglese: lettura e scrittura, matematica, scienze, geografia, storia USA, arti, economia, ed.civica 4, 8, 12 Livello statale NAEP inglese: lettura e scrittura, matematica, scienze 4, 8, 12 (11 stati) Livello statale / distretti Esistono diversi test, ad esempio: CALIFORNIA ACHIEVEMENT TESTS, IOWA TESTS OF BASIC SKILLS, METROPOLITAN ACHIEVEMENT TESTS, inglese, matematica scienze sociali (gr.7-8), scienze (gr.7-8), utilizzo dell'informazione 5-14 grades (dipende dallo stato /distretto) 15
  • 16. Copertura Livello di valutazione Scopo / Utilizzo dei risultati Paese SISTEMA SCUOLE INSEGNANTI STUDENTI Monitoraggiodel sistema Rendicontazione dellescuole Valutazione formativa Informazione all’utenza Censuario * * * * * * * Inghilterra Censuario * * * * Danimarca Censuario * * * * * Svezia Censuario * * * * * Norvegia Censuario * * * * * Austria Campionario * * Canada Censuario * * * * * * Corea Facoltativo * * * * * Olanda Facoltativo * * * * * Censuario * * * * * * Australia Campionario * * Livello nazionale Stati Uniti Campionario * * Livello statale Censuario * * * * * * * * Livello statale / distretti 16
  • 17. Esami centralizzati o prove standardizzate? * Le prove standardizzate sono preferibili, perché si possono ripetere frequentemente in diversi momenti del percorso scolastico e sono più direttamente confrontabili. * L’evidenza internazionale mostra comunque che anche i central exams forniscono indicazioni utili (ad es. Olanda per orientamento) e portano a un miglioramento degli apprendimenti degli studenti nei paesi che li adottano. * La combinazione migliore è quella di central exams con parti standardizzate. 17
  • 18. Prove standardizzate vs esami centralizzati Prove standardizzate Esami centralizzati SCUOLA PRIMARIA Australia Si No Inghilterra Si No Francia Si No Germania Si No Corea Si No Olanda Si No Norvegia Si No Stati Uniti Si Si SCUOLA MEDIA Australia Si Si Inghilterra No No Francia No Si Germania Si Si Corea Si No Olanda No Si Norvegia Si Si Stati Uniti Si Si SCUOLA SUPERIORE Australia No Si Inghilterra No Si Francia No Si Germania No Si Corea Si No Olanda (generale) No Si Olanda (professionale) No Norvegia (generale) No Si Norvegia (professionale) Si Stati Uniti Si Si 18
  • 19. * Il Valore Aggiunto misura il progresso nel tempo degli studenti sulla base di prove standardizzate, tenendo conto del punto di partenza dello studente e del contesto socioculturale(VA contestualizzato). Il VA permette di valutare l’effettivo contributo dato dalla scuola, al netto degli altri fattori. * Le prove standardizzate più evolute oggi garantiscono una buona affidabilità per valutare la qualità del lavoro delle scuole. * Le prove standardizzate non sono, invece, affidabili quando si voglia valutare il contributo dei singoli insegnanti (a maggiore ragione se le si associa direttamente a premi e sanzioni, come negli USA). * Creano inutili competizioni fra i docenti, mentre il progresso di uno studente è sempre il frutto del «lavoro di squadra» di tutti i suoi insegnanti. A che cosa serve il Valore Aggiunto Il lavoro del singolo insegnante non può e non deve essere valutato attraverso prove standardizzate. per approfondire Cap. 5 pp. 140-147 19
  • 20. Le visite ispettive * Oggi le prove standardizzate (e i central exams) riescono a misurare in modo sempre più affidabile gli apprendimenti. * Ma, oltre agli apprendimenti, vi sono altri fattori importanti per valutare la qualità di una scuola (ad es. la capacità di essere inclusiva o di creare un clima di collaborazione). * Per questo le prove standardizzate possono e devono essere integrate da visite periodiche nelle scuole di team di osservatori. * Le visite utilizzano osservazioni dirette, con protocolli strutturati e colloqui con docenti, DS, genitori e studenti (tenendo anche conto delle prove standardizzate e di altre informazioni). * Il modello di visita dell’Ofsted nel Regno Unito è il più evoluto e collaudato, con una griglia di ispezione trasparente e condivisa. per approfondire Cap. 3 pp. 86-94 20
  • 21. Il ruolo dell’autovalutazione * Prove standardizzate e visite ispettive permettono di mettere in luce punti di forza e di debolezza di ciascuna scuola, diagnosticando l’esistenza di criticità e problemi. * Ma non riescono a dirci molto sulle specifiche cause delle criticità di una scuola. * Per entrare nella «black box» di una scuola e avviare azioni di miglioramento, serve una riflessione critica da parte dei docenti e DS della scuola stessa, che in questa fase diventano protagonisti del processo valutativo. * Ma l’autovalutazione deve sempre fondarsi sulle informazioni comparabili offerte dalla valutazione «esterna». 21
  • 22. La valutazione in Italia: il «concorsone» di Berlinguer * Nel 1999, d’accordo con i principali sindacati, il ministro Berlinguer propose una maggiorazione di stipendio di 6 milioni di lire da assegnare al 20% degli insegnanti di ruolo, selezionati sulla base del curricolo professionale (25%), di un test a risposta multipla (25%), di una lezione simulata (50%). * La protesta dei docenti (300mila in sciopero) si concentrò sui test e sulla limitazione del premio al 20% degli insegnanti (creare un élite di insegnanti era contrario alla visione «egualitarista» della funzione docente). * Alla fine, Berlinguer dovette ritirare il provvedimento. per approfondire Cap. 6 pp. 162-165 22
  • 23. La valutazione in Italia: la sperimentazione VSQ * Nel 2010 il ministro Gelmini avviò due sperimentazioni con esplicita finalità premiale («premiare il merito»): una sui docenti, l’altra sulle scuole (VSQ ). * VSQ si è conclusa nel 2013: i risultati saranno resi noti dal Miur nei prossimi mesi. La FGA ha monitorato la sperimentazione. * 77 scuole medie in 4 province (Pavia, Mantova, Arezzo, Siracusa): sottoposte a due visite ispettive, al termine del primo e del terzo anno, con l’obiettivo di valutare la qualità del loro lavoro in 7 ambiti: recupero, potenziamento, orientamento, inclusione disabili e immigrati, valutazione studenti, cultura della valutazione. * Inoltre, per tutti gli studenti delle scuole è stato calcolato il Valore Aggiunto contestualizzato sulla base delle prove Invalsi. * Dai risultati del VA e delle visite è stata calcolata una graduatoria: il 25% migliore per provincia è stato premiato con una somma complessiva pari a 100mila euro (di cui 1/3 al passaggio intermedio di I media). per approfondire Cap. 7 pp. 119-223 23
  • 24. La valutazione in Italia: luci e ombre di VSQ Risultati positivi * Per la prima volta in Italia, sono stati impiegati e raffinati due strumenti di valutazione esterna: VA e visite ispettive * la partecipazione a VSQ ha portato a migliori risultati delle scuole partecipanti, a parità di altre condizioni. Criticità * I docenti hanno espresso dubbi * sulle prove Invalsi come strumento di valutazione delle scuole (difficoltà a capire il Valore Aggiunto) * sul modello giudicato oscuro (poca chiarezza del Miur) * sulla correttezza del comportamento di altre scuole (cheating). * È stato contestato il legame valutazione-premialità. In generale, è emersa l’importanza cruciale della coerenza dell’impianto valutativo, della comunicazione chiara e dell’autorevolezza degli ispettori. 24
  • 25. Nove anni di prove Invalsi anni scolastici 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 2008/09 2009/10 2010/11 2011/12 2012/13 discipline italiano mate scienze italiano mate scienze italiano mate italiano mate italiano mate italiano mate italiano mate Italiano mate gradi II primaria 560.000 543.000 153.000 555.000 561.000 568.000 560.000 IV primaria 538.000 539.000 V primaria 155.000 565.000 575.000 558.000 558.000 I media 586.000 552.000 601.000 612.000 591.000 III media (Es.di Stato) 560.000 560.000 585.000 587.000 587.000 593.000 I secondaria II grado 222.000 239.000 596.000 II secondaria II grado 527.000 533.000 560.000 III secondaria II grado 183.000 189.000 TOTALE 2.089.000 2.062.000 560.000 868.000 2.301.000 2.851.000 2.858.000 2.862.000 in grassetto = prove obbligatorie in corsivo = prove volontarie totale prove: 16.451.000 25
  • 26. La valutazione in Italia: il Regolamento (DPR 80/2013) * Fornisce, almeno sul piano formale, nuove coordinate per la costruzione di un sistema di valutazione di tutte le scuole pubbliche. * Con il sistema delle «tre gambe», (Invalsi + Indire + corpo degli ispettori, con coordinamento funzionale dell’Invalsi) si sforza di unire in un unico disegno esigenze di sistema sino ad oggi rimaste tra loro slegate. * Vede le scuole come comunità capaci di interrogarsi proficuamente sul senso del proprio lavoro: ad esse è attribuita la responsabilità del miglioramento. PREGI per approfondire Cap. 7 pp. 225-233 26
  • 27. La valutazione in Italia: il Regolamento (DPR 80/2013) * Disallineamento degli incentivi: un incentivo economico connesso alla valutazione è previsto esclusivamente per il dirigente scolastico, giudicato sulla base dei risultati ottenuti dalla scuola in seguito al piano di miglioramento. Ma questi dipenderanno necessariamente anche dall’adesione convinta dei docenti, al momento per nulla scontata. * Ripone una fiducia eccessiva sulle capacità di autovalutazione (anche se riconosce il ruolo necessario della valutazione esterna). * Per funzionare, l’impianto presuppone che il sistema scolastico, tanto al centro quanto alla periferia, possieda una radicata cultura della valutazione . Ma manca una strategia di formazione su larga scala, così come la previsione di una sua copertura finanziaria. DIFETTI per approfondire Cap. 7 pp. 225-233 27
  • 28. La valutazione in Italia: lezioni apprese 1. La resistenza alla valutazione da parte della scuola è ancora molto forte: scioperi, boicottaggi, manipolazione delle prove (cheating). Occorre che disegno e scopi della valutazione siano chiari ai docenti, che devono anche essere più coinvolti nella predisposizione delle prove. 2. Usare gli strumenti di valutazione per assegnare premi non funziona ed è controproducente, perché spinge a comportamenti opportunistici (teaching to the test) o manipolatori (cheating). È giusto avere un sistema di incentivi per i docenti (ad es. di carriera), ma indipendente dalle prove standardizzate. 3. La funzione della valutazione di diagnosi e supporto al miglioramento delle scuole va rafforzata, affiancandola a quella di rendicontazione. 4. L’improvvisazione non paga, fa perdere di credibilità all’intero progetto: una volta decisa la rotta e ottenuto un sufficiente consenso, occorre perseveranza e coerenza di impianto. 28
  • 29. La valutazione in Italia: la proposta Che livello? Chi la fa? Che cosa produce? Con quali dati? Valutazione di sistema Invalsi (reso indipendente dal MIUR, perché la valutazione di sistema è anche valutazione dell’azione del ministero) • rapporto annuale sullo stato dell’istruzion e in Italia • analisi di impatto delle politiche scolastiche  prove dalle rilevazioni internazionali (PIRLS, TIMSS, PISA)  Statistiche educative MIUR e ISTAT  Selezione critica dei risultati della ricerca educativa (divari, valutazione d’impatto delle politiche educative, ecc) fatte da università e centri di ricerca Nessun bisogno di replicare test internazion ali se non per aggiunger e ambiti Valutazione delle scuole Corpo degli ispettori (eventuale creazione di una Direzione ad hoc al Miur)  un rapporto per ogni scuola con giudizio finale  valida il piano di azione e migliorame nto della scuola  nel caso di scuole insufficienti ne monitora l’implement azione • Prove e indicatori Invalsi: media triennale di valore aggiunto contestualizzato  Indicatori da dati MIUR  Visite ispettive (osservazione, colloqui, analisi dei risultati della valutazione interna)  Timing visite: ogni 4-6 anni per tutte le scuole, 2-4 quelle problematiche Gli strumenti sono discussi con la comunità docente prima della loro implement azione definitiva ed emendati dove necessari 29
  • 30. Che livello? Chi la fa? Che cosa produce? Con quali dati? Valutazione dei docenti Nessuna forma di valutazione esterna Nella scuola: (1) controllo tra pari alla luce del risultato della valutazione esterna (2) più poteri al dirigente scolastico, che può proporre il docente per una progressione di carriera Valutazione degli studenti Insegnanti + Invalsi Certificazione delle competenze degli studenti in momenti definiti (ad esempio, fine obbligo) sulla base delle Indicazioni nazionali per il primo ciclo e di quelle da fare per le superiori Abolizione dell’esame di III media, che oggi è mal collocato e non è un central exam. Certificazione delle competenze al termine dell’obbligo. Quando l’obbligo salirà a 18 anni, la certificazione sarà data dalla maturità L’esame di maturità resta sotto forma di central exams, con parti standardizzate. 30
  • 31. Valutazione in Italia: la proposta * La valutazione delle scuole, non quella dei docenti, è dunque centrale nella nostra idea di SNV (insieme alla valutazione di sistema). * Piani di miglioramento per le scuole che rivelano criticità, verificati periodicamente dagli ispettori. * Le informazioni ricavate dalla valutazione delle scuole sono rese pubbliche per agevolare la scelta delle famiglie. * le progressioni retributive e di carriera dei docenti avvengono attraverso altre forme di valutazione (concorsi, giudizio dei DS). 31
  • 32. Valutazione in Italia: la proposta * Alle scuole che superano bene il vaglio della valutazione è concesso un maggior grado di autonomia amministrativa e gestionale: ad esempio, nella gestione delle risorse umane (chiamata diretta), dei fondi per la formazione e tecnologie, nella programmazione didattica. * rispetto alla sperimentazione VSQ, il premio per le scuole è maggiore autonomia. 32
  • 33. Siamo ancora in tempo? * Dal «concorsone» di Berlinguer, in 15 anni il mondo della scuola italiana non si è ancora convinto della necessità di un sistema di valutazione. * Il Regolamento, con alcune sostanziali modifiche, potrebbe essere l’ultima occasione. Occorrono, però, maggiore chiarezza, condivisione e perseveranza negli obiettivi. * Ma anche accelerare il processo. * In Norvegia (dove la qualità della scuola, come in Italia, non è eccelsa) il primo tentativo di dare vita a un sistema di valutazione fallì per le resistenze della scuola: il governo avviò un dibattito nazionale, ascoltò le critiche, rivide le caratteristiche del sistema. Oggi la Norvegia ha un sistema funzionante e accettato. * È davvero utopia percorrere questa strada anche in Italia? 33
  • 34. Il rapporto di ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli «La valutazione della scuola. A che cosa serve e perché è necessaria all’Italia» è pubblicato da Editori Laterza e sarà in libreria dal 20 febbraio. Ufficio stampa: marco.gioannini@fga.it 335-7373883 34