1. Denis Kulandaisamy
MARIA, LA DONNA DEL TEMPO1
La riflessione sul tempo non è facile. Le parole di Sant’Agostino
esprimono la vera difficoltà di spiegare il mistero del tempo: «Che cosa è il
tempo? Se nessuno me lo domanda, lo so. Se voglio spiegarlo a chi me lo
domanda, non lo so più»2. Malgrado questa difficoltà di comunicare il
significato del tempo, sappiamo bene che il tempo salvifico per noi
credenti, è un dono offertoci da Dio. Maria è strettamente legata col «tempo
salvifico» nella storia dell’umanità. La Bibbia mette in chiara luce che:
Maria fu proiettata da Dio fin dall’eternità; la stessa donna fu profetizzata
in Is 7,14, partorì il figlio di Dio quando venne la pienezza del tempo (Gal
4,4); Maria dimostra una chiara volontà di valorizzazione del tempo (Lc
1,39); si fa presente quando Gesù parla della sua «ora» (Gv 2,4) e partecipa
nell’«ora» della sua passione e morte (Gv 19, 25-27). In questo articolo
vedremo come la Bibbia ci presenta la Vergine come una componente del
«tempo salvifico» e anche come Maria gestisce il tempo con responsabilità
e lo vive in piena concordia con la volontà di Dio.
La donna proiettata nell’eternità di Dio
Maria è misteriosamente «presente» nella fase antico testamentaria
della salvezza, è parte integrante del misterioso disegno di Dio. Il discorso
teologico di Genesi 3,15 mette in rilievo il ruolo di Maria, la nuova Eva.
1
Questo articolo è stato pubblicato in: Santa Maria “Regina Martyrum”, XIV (2011),
No 2, pp. 3-6.
2
S. AGOSTINO, Le Confessioni, XI, 14.
2. Così anche la profezia di Isaiah 7,14 «La Vergine concepirà e partorirà un
figlio» non si esurisce nell’evento rappresentato dalla nascità di Ezechia; fa
riferimento anche alla nascita di Cristo. Interpretando Is 7,14 nel senso
mariologico, la Vergine si riferisce alla Madre di Gesù. Scrive il noto
esegeta A. Serra: «Come la nascita di Ezechia ebbe carattere di prodigio, in
quanto fu preannunciata dal profeta quale «segno», così la nascita di Cristo
fu sommamente prodigiosa, in quanto fu concepito da una vergine, per sola
virtù dello Spirito. La madre dell’Emmanuele storico, Ezechia, è figura
della Vergine, madre dell’Emmanuele escatologico».3 Tra questa profezia
Isaiana e la nascita del Messia, intercorrono otto secoli. Quindi, è evidente
che Maria, la Madre del Messia, fu parte integrante del disegno di Dio
dall’eternità. Anche gli altri testi biblici come Rm 8, 29-30 e Ef 1, 3-14
vengono interpretati da vari esegeti per affermare il ruolo che Maria gioca
nel progetto eterno di Dio Padre.4
La donna della «pienezza del tempo»
Il brano paolino (Gal 4,4-5) è senza dubbio il testo più importante in
ordine al tema di questo articolo: «quando venne la pienezza del tempo,
Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare
coloro che erano sotto la legge, perchè ricevessimo l’adozione a figli».
L’espressione «pienezza del tempo» indica che «il periodo segnato dalla
promessa fatta ad Abramo, nonchè dalla legge mediata da Mosè, ha ormai
raggiunto il suo culmine, nel senso che Cristo adempie la promessa e
3
A. SERRA, La Vergine, madre del Salvatore, in M. Masini (ed.), Il lezionario mariano,
Commento esegetico e pastorale al lezionario liturgico, Queriniana, Brescia 1975, 241.
4
Cfr. A. VALENTINI, Maria secondo le Scritture, EDB, Bologna 2007, 359-378.
3. supera l’antica legge».5 Il Concilio Vaticano II insegna che con Maria, si
compiono i tempi e si instaura la nuova economia: «Cum Ipsa [Maria]
tandem praecelsa Filia Sion, post diuturnam exspectationem promissionis,
complentur tempora et nova instauratur Oeconomia, quando Filius Dei
humanam naturam ex ea assumpsit, ut mysteriis carnis suae hominem a
peccato liberaret».6 Commentando Gal 4,4, il noto mariologo I. Calabuig
scrive: «Il tempo si è riempito di Cristo, perchè il Verbo ha riempito il
grembo della Vergine. In altri termini: con la sua adesione al piano
salvifico, Maria ha cooperato perchè il tempo raggiungesse la sua pienezza
qualitativa o misterica. A ragione, quindi, la Vergine nazaretana può essere
definita come la «Donna della pienezza del tempo»».7
La visitazione (Lc 1, 39-45)
All’inizio del racconto della visitazione, Luca scrive: «Maria si alzò
e si affrettò verso la regione montuosa, in una città di Giuda» (Lc 1,39).
L’espressione « µετὰ σπουδῆς » (in fretta) la troviamo solo qui in tutto il
vangelo di Luca. Indica il desiderio di Maria di arrivare con sollecitudine.
«Anche se non parte immediatamente (il viaggio richiedeva preparativi e
una scorta), Maria non perde tempo. Da Nazaret si arrivava a Betlemme
comodamente in 4 giorni».8 Ortensio da Spinetoli scrive: «Il viaggio di
Maria risponde alle indicazioni angeliche (v. 36), ma anche alle proprie
5
GIOVANNI PAOLO II, Enciclica Redemptoris Mater 1, nota 2.
6
CONCILIO VATICANO II, Lumen Gentium 55.
7
I. M. CALABUIG, «Il tempo salvifico e la Vergine alla luce della liturgia», in E.
PERETTO (a cura di), Maria nel mistero di Cristo pienezza del tempo e compimento del
regno, Atti dell’XI Simposio Internazionale Mariologico, Marianum, Roma 1999, 302-
303.
8
G. NOLLI, Evangelo secondo Luca, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano
1983, 40.
4. esigenze. Il parto di Elisabetta è il «segno» che deve dar credito alla sua
esperienza. La «fretta» [...] sottolinea lo stato d’animo, l’ansia di chi ha
avuto un particolare icontro con Dio e attende di verificarne la prova».9
In questo racconto, l’evangelista ci rende partecipi dell’entusiasmo,
la volontà, il desiderio e lo zelo con cui Maria si mette in viaggio per
aiutare la sua cugina Elisabetta. Maria non vuol sprecare il tempo, per
questo va in fretta. Il suo andare in fretta sui monti di Ain Karim dimostra
una chiara volontà di valorizzazione del tempo e l’urgenza di leggerlo
nell’ottica dell’attivismo caritatevole.
La Vergine dell’«Ora» (Gv 2,4; 19,25-27)
Nel Vangelo di Giovanni, Maria è presente all’inizio (Gv 2,1-12) e
alla fine (Gv 19,25-27) dell’attività pubblica di Gesù. Secondo vari esegeti,
questi due brani fanno una inclusione e un parallelismo nella struttura del
quarto vangelo. È da notare che in questi due brani, l’evangelista non sa il
nome proprio di Maria, ma la chiama “Madre di Gesù” (cf. Gv 2,1. 3. 5. 12;
19, 25. 26) per mettere in rilievo il suo ruolo. Gesù la chiama “donna” in
questi due brani (cf. Gv 2,4; 19,26). Scrive I. Calabuig: «La morte di Gesù
appartiene al tempo e alla storia, anzi è il culmine del ‘tempo salvifico’, il
compimento dell’«Ora» (Gv 13,1). In quel momento decisivo della storia
della salvezza, la Madre di Gesù è presso la croce del Figlio, insieme con
altre donne e con il Discepolo amato».10 Con Maria presso la Croce si
compie la figura della vergine Eva in modo antitetico.
Così Maria segna ogni tempo e inoltre lo illumina con la sua
partecipazione attiva nei momenti cruciali della storia salvifica di tutta
9
O. DA SPINETOLI, Luca, Cittadella, Assisi 1982, 80-81.
10
I.M. CALABUIG, «Il tempo salvifico e la Vergine alla luce della liturgia», cit., 311.
5. l’umanità. La Vergine Maria, che fu presente nel progetto salvifico di Dio
sin dall’eternità, si fa presente anche nella nostra vita oggi. Quindi Maria,
la Madre di Gesù e la nostra Madre, è «la donna del tempo» par excellence.
Questo articolo è stato pubblicato in:
Santa Maria “Regina Martyrum”, XIV (2011), n. 2, pp. 3-6.
Denis Kulandaisamy,
denisosm@yahoo.com
Pontif. Facoltà Teologica Marianum,
Viale Trenta Aprile, 6
00153 Roma (RM), Italy