L'incontro con Luciano Vanni a Rieti racconta la esperienza di Civitates. Evento promosso da Paolo Fosso nell'ambito delle iniziative a supporto della candidatura a Sindaco di Rieti
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
Civitates rieti
1. CIVITATES
U N ' I D E A D I F U T U R O G I U S T O , S O S T E N I B I L E E C O E R E N T E
Laura Brooklyn
R E A L E S T A T E A G E N T
ripartire dalla cultura e dalla creatività
per fare accensione civica e per stimolare un'economia dei comportamenti
necessaria per uno sviluppo sostenibile, giusto e coerente del nostro Paese
CIVITATESUN'IDEA DI FUTURO
2. CIVITATES
U N ' I D E A D I F U T U R O G I U S T O , S O S T E N I B I L E E C O E R E N T E
Laura Brooklyn
R E A L E S T A T E A G E N T
In questa Italia che fatica a ritrovare la sua identità,
dove la parola “futuro” è scomparsa dall’agenda delle nostre priorità,
quale sviluppo economico è immaginabile per l'Italia
e nello specifico per una città di provincia come Rieti?
QUALE SVILUPPO ECONOMICO?
3. CIVITATES
U N ' I D E A D I F U T U R O G I U S T O , S O S T E N I B I L E E C O E R E N T E
Laura Brooklyn
R E A L E S T A T E A G E N T
Di certo, sappiamo quali economie hanno fallito:
quella della grande industria produttiva, quella a debito pubblico
[si pensi alla Cassa del Mezzogiorno], quella delle partecipazioni statali
[il 33% delle società partecipate da Comuni e Province registra delle
perdite] e quella del commercio al dettaglio [nel 2016 il settore ha
registrato, rispetto al 2010, una diminuzione delle vendite di circa 7,7
miliardi, oltre 300 euro di spesa in meno per famiglia].
Anche le PMI soffrono per mancanza di liquidità, per la scarsa capacità di
penetrazione del mercato internazionale e per la riduzione del credito a
breve termine; e il turismo non è la panacea di tutti i mali [anzi!]
LA CERTEZZA DELLE ECONOMIE A DEBITO
4. Il turismo è l'industria del viaggio: e come tutte le industrie è
inquinante. Considerare il territorio un prodotto da vendere
significa correre il rischio di cambiare radicalmente le
abitudini di vita delle comunità locali, trasformando in
maniera definitiva il paesaggio urbano e antropologico.
Basta camminare per le più importanti città d’arte e
verificare che lo spazio comune, e i luoghi di vita dei
cittadini, si stanno contraendo a favore dell’utilizzo da
parte dei turisti. Tutto è per loro, o meglio, come loro.
Ciò è accaduto perché si è considerato il turismo come “il
nostro petrolio”: e ahimé ci stiamo modificando attorno a un
ideale di sviluppo turistico distruttivo, e in molte città il
turista non incontra più gli abitanti del paese reale, ma solo
svariati venditori di icone e simboli del territorio, che viene
in tal modo banalizzato e ridotto a mercanzia.
L'OSSESSIONE, E L'INCUBO, DEL TURISMO
5. Uno studio del McKinsey Global Institute ci dice che il 49% dei
mestieri richiesti in questi anni potrebbero scomparire in un futuro
relativamente recente [si stimano venti anni].
Oggi si parla di Industria 4.0, che prende il nome da un piano
industriale tedesco del 2011: essa si concentra sull’adozione di
alcune tecnologie definite abilitanti al fine di ottenere sistemi
avanzati (e quindi interconnessi) di produzione, su sistemi di visione
con realtà aumentata e sulla comunicazione tra elementi della
produzione con l'implementazione di tecnologie cloud come lo
stoccaggio online delle informazioni.
Di certo, la nostra vita sarà sempre più permeata da tecnologia,
dall'informatica e dalla robotica.
L'INDUSTRIA 4.0
6. Siamo davanti a un tempo che cambia velocemente ma non dobbiamo
vederla con una prospettiva catastrofica: l'Industria 4.0 deve essere
considerata come un'orizzonte operativo, ma nel breve periodo - soprattutto
su territori che non hanno capacità di attrazione di grandi finanziamenti
privati - non è applicabile. Servono nuove idee: serve coraggio.
Sappiamo - ce lo dice il World Economic Forum - che stanno cambiando le
competenze e le abilità ricercate: nel 2020 il problem solving rimarrà la soft
skill più ricercata, e parallelamente, diventeranno più importanti il pensiero
critico e la creatività.
Le competenze umane saranno il nuovo capitale di sviluppo: e la manualità,
l'ingegno e la creatività saranno asset industriali.
La Commissione Europea, in uno studio del 2015 intitolato “Business
Innovation Observatory', ha messo in evidenza che il trend occupazionale
delle professioni basate sul “saper fare con le mani” è in crescita.
LA COMPETENZA UMANA
7. Spesso, chi si occupa di economia e sviluppo, si concentra esclusivamente su
prodotti e prezzi, su mercato e produzione; e chi si occupa di promozione
turistica ragiona per 'pacchetto turistico' e per 'prodotto turistico' mettendo
in fila il patrimonio artistico, agroalimentare, ricette e artigianato.
Ma chi viaggia e chi acquista prodotti, oggi, vuole qualcosa di più: si muove
verso 'territori di valore' per vivere esperienze e sentimenti, e investe le
sue risorse su quelle comunità locali hanno dimostrato rispetto per l'ambiente
o dove c'è un forte senso di civiltà, di bellezza tutelata e di tradizioni
mantenute; e quando acquista, ricerca prodotti giusti oltreché buoni e belli.
Dal mercato si è passati a comunità d'interesse; e da prodotti, a valori.
IL NUOVO VALORE
8. E allora, ecco una prima ipotesi di sviluppo per l'Italia:
pensare che il più grande investimento pubblico risieda
nell'educazione e nella cultura [e non più nello
spettacolo] e che il grande 'cantiere per l'Italia' sono le
comunità locali, il paesaggio e il patrimonio storico
artistico; e che la più grande promozione di un territorio
è il suo bene comune.
Il futuro dell'Italia tornerà a essere la sua civiltà che si è
formata in virtù di un carattere che ci contraddistingue,
da sempre, per operosità, fantasia, generosità,
eleganza, cordialità e vitalità; e ciò che all’estero è
definito come the italian style of life, ovvero “lo stile di
vita italiano”, è un capitale immateriale che costituisce
la prima sintesi delle nostre virtù, un bene prezioso che
dobbiamo tenerci stretto se vogliamo affrontare il futuro
al meglio; è il nostro 'bene comune'.
LO STILE DI VITA. IL BENE COMUNE
9. IL CONCETTO DI BENE COMUNE
Abbiamo una grande opportunità che si chiama responsabilità:
dobbiamo ricostituire, nelle comunità locali, un sentimento di 'io collettivo', e
occorre ragionare attorno al concetto di bene comune di una collettività che
non è rappresentato esclusivamente dal suo patrimonio storico artistico,
dal suo paesaggio e dalle sue tradizioni enogastronomiche e artigianali.
Il bene comune corrisponde al suo senso civico, che significa accoglienza,
educazione ambientale, coesione sociale e rispetto verso l’altro da sé; è
l'insieme di valori e di pratiche condivise dai vari membri di una comunità, una
sorta di “comportamento collettivo” da cui traggono beneficio tutti; un “logos”
civico che misura la responsabilità di una collettività attorno a temi riguardanti
la biodiversità e gli ecosistemi, la tutela delle identità rurali e delle tradizioni.
10. Sei anni fa ho iniziato a scrivere un volume, CIVITATES, partendo da una
consapevolezza: che qualsiasi tipo di sviluppo economico di un
territorio [da contrapporre al termine 'crescita' che fa riferimento
esclusivamente a un 'aumento': sviluppo, come ci indica la genetica, riflette
su una maturazione organica e quindi d'insieme] può nascere
esclusivamente da uno sviluppo sociale dei suoi cittadini; e che lo sviluppo
sociale richiede un investimento primario in cultura.
Ho iniziato a elaborare un prototipo di ECONOMIA DEI COMPORTAMENTI:
che significa sensibilizzare una comunità locale ad adottare buone
pratiche culturali e sociali, e investire guarda caso - come indica il World
Economic Forum - nel pensiero critico e nella creatività dei giovani; in un
rapporto intergenerazionale tra giovani e anziani, affinché il passato, e le
tradizioni, diventino gli strumenti su cui fondare il passato.
L'ECONOMIA DEI COMPORTAMENTI
11. Avevo bisogno di sperimentare una teoria scritta - e che non volevo che
rimanesse esclusivamente su carta - e allora ho cercato di individuare un
luogo, uno strumento operativo e una mappa di azioni.
1. Luogo / avevo bisogno di una piccola comunità locale su cui operare
2. Strumento operativo / e ho fin da subito pensato che fosse un evento
basato sulle 'Residenze Creative' [e non sui concerti], ovvero sulla
relazione tra artisti e cittadini; un evento non 'spettacolare' ma
'pedagogico'; un evento perché, per sua natura, esso mette in relazione,
per un periodo di tempo limitato, e in una dimensione emotiva ed
emozionale irripetibile, cittadini, artisti, pubblico e stampa
3. Azioni / che significa stimolare i cittadini, in virtù dell'organizzazione
dell'evento, ad attivare buone pratiche [inclusione sociale, rigenerazione
urbana, economia circolare, reti civiche, sostenibilità ambientale, turismo
culturale, etc] destinate a cambiare per sempre le proprie abitudini.
IL DESIDERIO DELLA SPERIMENTAZIONE
12. L A C A R T A D E I V A L O R I » L E B U O N A P R A T I C H E I N D I V I D U A T E
P E R L ' A C C E N S I O N E C I V I C A ' C I V I T A T E S '
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18. L ' E S E M P I O J A Z Z I T F E S T » I L S I S T E M A D E L L E ' R E S I D E N Z E C R E A T I V E '
Ogni anno, in una diversa città d'Italia, si apre una call destinata
a selezionare circa 400 musicisti e/o creativi
per vivere l'esperienza di una 'Residenza Creativa’ di tre giorni.
Una straordinaria occasione per condividere talento, idee, esperienze e
informazioni; e per suonare, registrare, provare, scrivere e sperimentare nuova
musica a fianco di colleghi e addetti ai lavori di tutto il mondo.
1
foto: i giovani della Elon University, North Carolina
20. I L P R O G E T T O » I L P A E S E A C R E A T I V I T À D I F F U S A . I L F I L O R O S S O
In occasione del Jazzit Fest, la comunità locale è pienamente coinvolta:
i cittadini ospitano i protagonisti delle 'Residenze Creative' nelle proprie case,
erogano il servizio ristoro, promuovono itinerari di turismo culturale
e mettono in mostra tradizioni, ricette, saperi, folclore e competenze.
Un filo di raso rosso unisce le case e i luoghi che accolgono le 'Residenze
Creative': l'interno paese è trasformato in un laboratorio artistico diffuso.
22
il filo roso di Cumiana [Jazzit Fest#4] la comunità locale di Collescipoli [Jazzit Fest#3]
21. I D E N T I T À » E S S E R E ' O P E N S O U R C E ' , A S O R G E N T E A P E R T A
Il Jazzit Fest è prodotto con una logica 'open source', a sorgente aperta:
☆ tutti i musicisti possono candidarsi per vivere una 'Residenza Creativa';
☆ tutti possono partecipare da volontario e condividere risorse e servizi;
☆ tutti possono documentare, promuovere, finanziare e comunicare;
In occasione del Jazzit Fest non c'è distanza tra cittadini, volontari, musicisti,
finanziatori e pubblico; e chi partecipa, percepisce l'esperienza come un 'unicum'
che genera emozioni e senso di solidarietà e sussidiarietà.
23
i musicisti i cittadini i volontari
22. C H I P A R T E C I P A » U N I N C O N T R O D I P I Ù C O M U N I T À
Il Jazzit Fest ha una sua'Carta dei Valori' [zero contributi pubblici, sharing
economy, sostenibilità ambientale, inclusione sociale, turismo culturale, etc].
La partecipazione è diffusa e coinvolge più comunità:
☆ i cittadini
☆ 400 musicisti e/o creativi
☆ oltre 200 società che condividono beni, servizi o risorse
☆ oltre 400 volontari
☆ oltre 700 donatori
☆ oltre 1.800 comunicatori #eccomi_jazzitfest e #benvenuti_jazzitfest
☆ oltre 20.000 partecipanti
☆ oltre 60.000 followers sulle pagine facebook ufficiali
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23. ✓ Rigenerazione significa
cambiamento e creazione di
nuove occasioni di lavoro e di
vita; risolvere problemi di
marginalità, abbandono o
degrado urbano
✓ Rigenerazione significa
restituire servizi o ambienti
alla collettività ✓ arrestare il
violento e costante consumo di
suolo ✓ promuovere interventi
di rinascita culturale e di
inclusione sociale
✓ Rigenerazione significa
riconvertire spazi e destinarli
a un nuovo uso sociale o
produttivo; rinnovamento,
riqualificazione e risvegl
C I T T A D I N A N Z A A T T I V A » S T I M O L A R E A Z I O N I D I R I G E N E R A Z I O N E U R B A N A
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24. ✓ Rigenerazione significa
cambiamento e creazione di
nuove occasioni di lavoro e di
vita; risolvere problemi di
marginalità, abbandono o
degrado urbano
25. » Il Jazzit Fest si finanzia con risorse private e collettive
generate in collaborazione con donatori, imprenditori,
partner, istituzioni e comunità locale.
» Il processo di fundraising si alimenta attraverso
la ‘Banca di Sviluppo Culturale’, una banca ideale che
abbiamo fondato per trasformare il nostro pubblico in
una comunità sensibile, responsabile, solidale,
consapevole e attiva.
» Condividiamo le donazioni e le sponsorizzazioni con la
comunità locale che ospita l'evento e cofinanziamento
l'Archivio della Memoria Civica, un progetto di valore
sociale che nasce per documentare i ricordi, le
esperienze, le storie e i saperi di una comunità locale.
I L F I N A N Z I A M E N T O C O L L E T T I V O
» L A B A N C A D I S V I L U P P O C U L T U R A L E2 6
26. Il programma del Jazzit Fest non è promosso attraverso
manifesti, locandine, depliant e spot pubblicitari ma
viene diffuso attraverso due hashtag:
#benvenuti_jazzitfest [comunità locale]
#eccomi_jazzitfest [lanciata da chi partecipa].
= Siamo convinti che la migliore comunicazione sia
quella di esporre i nostri valori e i nostri desideri;
e farli circolare sulla rete grazie alla condivisione di tutti
coloro che hanno in comune la nostra stessa sensibilità:
abbiamo ricevuto circa 2.000 immagini/fotografie
L A C O M U N I C A Z I O N E C O N D I V I S A
» E S S E R E ' B I - D I R E Z I O N A L I '
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27.
28. I L F U T U R O » E S S E R E I T I N E R A N T I , P E R L ' I T A L I A
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CIVITATES è un movimento che si occupa di accensione civica delle piccole
comunità locali e dei centri storici delle grandi città: stiamo estendo la nostra
azione a livello nazionale
La nostra azione si è attivata in quattro regioni:
» Umbria [Collescipoli, TR]
» Piemonte [Cumiana, TO]
» Veneto [Feltre, BL]
» Lazio [Blera, VT]