Legnano (MI) - 15 Luglio 2015
Esportare negli Emirati Arabi Uniti
Relatrice: Dott.ssa Cristina Piangatello
Quadro politico-economico finalizzato alle reali opportunità di business
1. In collaborazione con
Relatrice: Dott.ssa Cristina Piangatello
Seminario
Esportare negli Emirati Arabi Uniti
Legnano, 15 luglio 2015
2. 2
Introduzione al mercato EAU
Quadro politico
Quadro economico
Import-export
Opportunità di business
Focus settoriali
Sistema fieristico
Accesso al mercato e normativa doganale
Documentazione per esportare
Imballaggi ed etichettatura
Info pratiche e Siti utili
Panoramica argomenti
3. 3
Gli Emirati Arabi Uniti sono composti dai seguenti sette Emirati (in ordine di estensione
territoriale): Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ras al-Khaima, Fujaira, Umm al-Qaywayn, Ajman.
Superficie totale: 83.600 kmq
Lingua: Arabo (ufficiale) - Inglese (commerciale).
Negli Emirati è possibile sentir parlare urdu, hindi, bengali, pashto, malayalam, tamil, telugu,
tagalog e cinese, oltre alle altre lingue europee.
Religione: Il 76% della popolazione totale è musulmana (85% sunniti, 15% sciiti), l'8% è cristiana,
mentre il 16% professa altre religioni, principalmente induismo e buddismo.
Le religioni al di fuori dell'Islam sono seguite principalmente dagli stranieri residenti negli EAU o
espatriati, sono tollerate ma non possono fare proselitismo.
Unità Monetaria: Dirham (Dh -AED) , diviso in 100 fils.
Cambio: fisso con dollaro; 1 USD=3.67 dh(1 Euro= 5.09 dh)
Informazioni Generali
5. 5
Popolazione: su una popolazione totale circa 9 milioni di abitanti, gli arabi autoctoni
rappresentano meno del 15% del totale.
Gli espatriati sono circa 7,3 milioni e provengono per circa il 50% dal subcontinente indiano; la
comunità indiana conta più di 1,75 milioni di residenti, seguita da quella pakistana con circa 1,25
milioni e dai circa 500 mila bengalesi del Bangladesh. Oltre un milione di residenti è costituito da
rappresentanti di altre comunità asiatiche in particolare Thailandia, Filippine e Afghanistan,
mentre circa 500 mila residenti provengono da Europa, America, Australia e Sudafrica. Numerosa
anche la presenza di iraniani, palestinesi, egiziani.
Circa l'88% della popolazione degli Emirati Arabi Uniti risiede in agglomerati urbani. Il restante 12%
della popolazione vive in piccoli villaggi sparsi in tutto il Paese o presso i campi petroliferi nel
deserto.
Densità: 99 ab/kmq
Tasso di crescita: 2,71%
Età media: 31 anni
L'aspettativa di vita media è di 77 anni, superiore a qualsiasi altro paese arabo.
Informazioni Generali
7. 7
Forma istituzionale: Federazione di sette Emirati
La Federazione è stata istituita il 2 dicembre 1971 (dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran
Bretagna) ed ha raggiunto la composizione attuale nel 1972.
Forma di governo: monarchia elettiva assoluta federale
Sede di governo: Abu Dhabi
Presidente: Sceicco Khalifa bin Zayed al‐Nahyan (sceicco di Abu Dhabi)
Primo ministro: Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktoum (sceicco di Dubai)
Ciascuno dei sette Emirati, oltre a formare coi propri rappresentanti il governo federale possiede
il proprio governo locale.
Capitale: Abu Dhabi. Dubai è il centro commerciale e finanziario.
Confini: Arabia Saudita a ovest e a sud, Oman a est
Membro di: CCG, Lega Araba, ONU, WTO e OPEC
Informazioni Generali
8. 8
Gli Emirati Arabi Uniti sono una realtà moderna, avanzata e dinamica.
Ottenuta l’indipendenza nel 1971, il Paese in 40 anni ha saputo trasformarsi in una delle
economie più sviluppate del Medio Oriente, grazie a:
ingenti riserve di petrolio e gas naturale
sfruttamento per fini commerciali e turistici della propria posizione geografica, strategicamente
posizionato fra Asia, Europa ed Africa
A contribuire alla crescita degli Emirati ha contribuito anche la stabilità politica interna: la famiglia
regnante, al potere dalla nascita dello Stato, gode infatti dell’approvazione della popolazione
locale grazie alla generosa distribuzione dei proventi petroliferi e a politiche sociali
particolarmente attente al benessere dei cittadini di nazionalità emiratina (assistenza dalla ‘’culla
alla tomba’’).
Alla luce di quanto accaduto nei Paesi interessati dalla cosiddetta “primavera araba”, negli EAU
sono state adottate sapienti azioni preventive: da una parte si è reso ancora più capillare il
monitoraggio del territorio, dall’altra sono stati varati interventi di sostegno per le regioni e i
settori meno sviluppati, con finanziamenti straordinari destinati soprattutto agli Emirati del Nord.
Quadro politico
9. 9
Per rispondere poi direttamente alla crescente sensibilità verso i diritti politici e le libertà
democratiche, si sta procedendo all’allargamento della base elettiva del Federal National Council
(Parlamento con funzioni consultive) e all’ampliamento dei suoi compiti e delle sue funzioni.
Per quanto riguarda il contesto esterno, sicuramente la situazione in Siria e in Iraq destabilizza
tutto il Medio Oriente e quindi anche gli Emirati Arabi; tuttavia il principale fattore di rischio per gli
Emirati è rappresentato dalla vicinanza geografica dell’Iran: un eventuale aumento delle tensioni
tra quel Paese e la comunità internazionale rischia infatti di avere pesanti ripercussioni sugli EAU,
come accadrebbe ad esempio nel caso di una chiusura dello stretto di Hormuz e di una
conseguente interruzione dei traffici marittimi.
La situazione è destinata a cambiare a breve per il recente accordo raggiunto con l’IRAN sul
nucleare dalla comunità internazionale
In via cautelativa, gli Emirati hanno già realizzato un oleodotto che collega il Golfo Persico e
l’Oceano Indiano e che consente di trasportare direttamente il greggio via terra, verso i terminali
di esportazione oltre lo stretto di Hormuz.
Quadro politico
10. 10
Gli EAU rappresentano una fra le maggiori e dinamiche realtà della regione.
E’ il secondo produttore al mondo di petrolio (dopo Arabia Saudita) e il terzo per gas naturale (dopo
Qatar e Arabia Saudita); occupa inoltre il quinto posto al mondo per riserve di petrolio (9,4% del totale
mondiale), che ai ritmi di estrazione attuali assicureranno altri 100 anni di sfruttamento ( e di diffuso
benessere).
La crescita economica degli EAU è stata particolarmente intensa nel periodo compreso fra il 2005 e il
2008, per poi rallentare a partire dalla fine del 2008, in coincidenza con la fase di recessione che ha
investito i mercati internazionali, le difficoltà del comparto immobiliare di Dubai e la crisi debitoria della
holding pubblica Dubai World.
Dopo la flessione degli anni 2008/2009 e la ripresa a partire dal 2010, ora il quadro si presenta stabile.
I principali indicatori economici sono positivi grazie anche alla politica di diversificazione economica di
ciascun emirato che ha intrapreso percorsi alternativi in svariati settori, al fine di diminuire la dipendenza
dal settore energetico, da cui comunque deriva la maggior parte degli introiti fiscali.
Il processo di diversificazione ha privilegiato i settori finanziario, immobiliare, servizi turistici e di hub
per il commercio verso e dall’Asia.
Stante la turbolenza politica nell’area medio orientale, l’economia degli Emirati ha tratto vantaggio
della relativa stabilità politica del Paese rispetto all’instabilità dei Paesi vicini e del buon livello di
servizi offerti sia ai capitali finanziari in cerca di lidi più sicuri, sia in campo residenziale che turistico.
Quadro economico - contesto
11. 11
PIL : oltre 467 MLD Euro
PIL procapite : 50.100,00 Euro
Crescita reale del PIL : 4,7%
Composizione PIL: Industria (58,9%) servizi (40%), agricoltura (0,6%)
Avanzo pubblico: 5,9% del PIL
Debito pubblico: 30,7%
Inflazione : 2,8%
Disoccupazione: elevata tra gli autoctoni, soprattutto giovani, ma negli EAU c’è ottimo welfare.
Per il 2015 >> Crescita stimata del 3,8% per i consumi, del 6 % per gli investimenti e del
5,4% per gli investimenti in costruzione
Indicatori macroeconomici 2014
13. 13
Situazione economica dei due principali emirati
Abu Dhabi- Dubai
Abu Dhabi: l’Emirato con più alto peso economico (oltre il 50% del PIL complessivo), estrae il 95% degli
idrocarburi della Federazione e possiede uno dei più grandi Fondi Sovrani al Mondo, ADIA.
Dubai: il secondo Emirato per superficie e d’importanza economica, con un peso pari a poco più del 30% del
PIL totale, è l’Emirato economicamente più diversificato e integrato a livello internazionale. Priva di risorse
energetiche, l’economia di Dubai primeggia nei servizi di trasporto, commercio, immobiliari e finanziari.
Punti di forza Punti di debolezza
Abu
Dhabi
• maggiore Emirato produttore di petrolio
• I proventi petroliferi continuano ad essere il fulcro delle entrate
governative
• è in testa al processo di coinvolgimento del settore privato nello
sviluppo delle infrastrutture e dei servizi chiave, specie acqua ed
energia
• Emirato più lento nel
perseguire gli obiettivi di
diversificazione
economica
• Emirato più resistente
all’apertura agli
investimenti esteri
Dubai • centro per il commercio e servizi nell’area del Golfo
• posizione di preminenza nell’Asia meridionale nel suo complesso
• ha concentrato i suoi sforzi sulla diversificazione dell'economia in
settori industriali non petroliferi (ex. servizi)
• obiettivo di diventare uno snodo commerciale regionale ed
internazionale
• Ha dimostrato poco
entusiasmo per la
privatizzazione delle
imprese
15. 15
Partendo da queste basi, il Paese continua a scommettere sul futuro con progetti ambiziosi.
A novembre 2013 Dubai si è aggiudicata la realizzazione dell’Expo Universale 2020.
Una parte importante degli investimenti nel settore delle costruzioni è rappresentato proprio dalla
realizzazione del sito che ospiterà l’Expo.
Nel documento consegnato in occasione della presentazione della candidatura di Dubai, è stato
stimato in 5.2 mld di Euro il costo per la costruzione della sede espositiva e delle infrastrutture
che saranno direttamente destinate a servirla (incluse strade e metropolitana).
L’Expo verrà realizzato in un’area equidistante da Dubai ed Abu Dhabi: un complesso di 4.4 kmq a
Dubai World Central (DWC), che includerà 700mila mq di padiglioni e spazi espositivi e 500mila mq
di strutture permanenti.
Il sito avrà un carattere improntato alla sostenibilità ambientale anche nella progettazione
dell’area espositiva, con strutture fotovoltaiche che genereranno il 50% dell’energia necessaria al
suo funzionamento.
L’Expo sarà strategicamente posizionato vicino al Porto di Jebel Ali e soprattutto vicino al nuovo
Al Maktoum International Airport, che sarà pienamente operativo prima del 2020.
Quadro economico - prospettive
17. 17
Esportazioni totali degli EAU nel 2014 >>142,8 MLD di Euro
-1,92% rispetto al 2013
Prodotti esportati>> Petrolio, gas, riesportazioni, pietre dure,
Export partners>> Japan 14.6%, India 11.4%, Iran 10.5%, South Korea 6.2%, Thailand 5.9%,
Singapore 5.7%, China 4.4%
Importazioni totali degli EAU nel 2014>> 157.9 MLD di Euro
+5,12% rispetto al 2013
Prodotti importati>> Macchinari e componenti, prodotti chimici, alimentari
Import partners>> China 14.7%, India 14%, US 10.8%, Germany 5.2%, UK 3,6%
Export opportunity index degli EAU>> 78/100
Import – Export – quadro generale
18. 18
Gli EAU rappresentano il 15° mercato di destinazione per l’Italia, ma il 1° mercato di sbocco per le
nostre imprese nell’intero mondo arabo; l’Italia si posiziona al settimo posto in assoluto tra i fornitori
del Paese e terzo tra i partners europei (dopo Germania e Regno Unito).
Quota di mercato per l’Italia: circa 3%
Dopo il periodo di recessione seguito alla crisi finanziaria di Dubai, che nel 2009- 2010 aveva visto
l’interscambio commerciale bilaterale limitarsi a valori non superiori ai 4,1 mld di euro, il successivo
biennio ha fatto registrare una notevole ripresa dei flussi commerciali.
A partire dal 2011 si è infatti assistito ad un netto miglioramento nell’interscambio commerciale, con il
raggiungimento dei 4,7 mld di euro di esportazioni, con un aumento del 28,3% rispetto al 2010.
La progressione nelle relazioni commerciali bilaterali si è confermata nel 2012, quando le nostre
esportazioni verso gli Emirati hanno raggiunto la cifra record di 5,5 miliardi di euro, con un incremento
rispetto al 2011 del 16,5%.
Anche nel 2013 l’interscambio commerciale ha continuato a registrare un trend positivo, seppur
contenuto, attestandosi su livelli di poco superiori rispetto al 2012.
Le voci merceologiche che nel 2013 hanno maggiormente contribuito all’incremento del nostro export
verso gli Emirati sono state: articoli di gioielleria e preziosi, meccanica, beni di consumo e
agroalimentare.
Opportunità di Business
Interscambio commerciale Italia-EAU (2011-2014)
19. 19
Negli stessi anni, anche le importazioni dagli EAU, soprattutto dei prodotti Oil&Gas, ha avuto un
considerevole aumento; tuttavia la bilancia commerciale rimane nettamente in favore dell’Italia,
con un saldo positivo di oltre 4 mld di euro nel 2013.
I dati relativi al 2014 invece indicano un sostanziale arresto del trend registrato negli ultimi anni,
pur mostrando alla fine una certa ripresa nei valori di export rispetto ai livelli registrati nella prima
parte dell’anno. I valori dell’export nel 2014 si sono attestati sui 5,3 MLD di Euro, con una flessione
del 3,6% rispetto al 2013.
In flessione, export di macchinari e di prodotti di gioielleria, componenti meccaniche
In crescita: prodotti alimentari e bevande, abbigliamento e pelletteria, prodotti
farmaceutici, prodotti in gomma e materie plastiche, prodotti chimici, mobili, autoveicoli.
Più netta la flessione delle nostre importazioni dagli EAU, che ha registrato un -51,8%, dimezzando
quindi il valore di oltre 1,3 miliardi di Euro registrato nel 2013.
Nonostante i dati non del tutto positivi del 2014, si ritiene che l’incremento potenziale, rispetto
agli attuali 5,3 MLD di Euro, dell’export italiano verso gli EAU entro il 2018 possa superare i 2 MLD
di Euro.
I dati del primo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014 risultano incoraggianti,
attestandosi su un + 16,8%.
Opportunità di Business
Interscambio commerciale Italia-EAU (2011-2014)
20. 20
Interscambio commerciale Italia-EAU – dati statistici
Interscambio commerciale Italia EAU per settori - anno 2014>>
Interscambio commerciale Italia EAU per prodotti - anno 2014>>
Interscambio commerciale Italia EAU per settori - I trim. 2015>>
Interscambio commerciale Italia EAU per prodotti - I trim. 2015>>
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Secondo le previsioni SACE, gli EAU, come del resto tutti i Paesi del Golfo, rappresenteranno l’area più dinamica
per l’export italiano nei prossimi quattro anni.
dal 2015 al 2018, le vendite italiane nei principali mercati della regione - Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e
Qatar – cresceranno a un tasso medio annuo del 9% circa.
La costante crescita demografica e i guadagni esentasse hanno determinato un forte aumento della domanda di
aree destinate ai servizi al dettaglio.
il settore delle vendite (retail) è, dopo il settore petrolifero, al secondo posto nell’economia non solo
emiratina ma di tutti gli stati del Golfo.
Gli Emirati Arabi ospitano alcuni dei centri commerciali più grandi al mondo e sono la principale destinazione
per lo shopping e le riesportazioni per il Medio Oriente, l’Europa e l’Asia
gli EAU sono stati eletti come miglio Paese per lo shopping di marca e di alta qualità.
La domanda sarà sempre più orientata verso un maggiore livello di sofisticazione, innovazione e
ricerca di qualità negli acquisti, creando opportunità per i beni di lusso, moda e wellness.
Opportunità di Business
Cosa vendere negli EAU
22. 22
Le principali opportunità per l’imprenditoria italiana riguardano quindi le produzioni orafe e di
gioielli, il settore dell’arredo, abbigliamento e accessori, cosmetici.
In crescita anche i tradizionali settori dei macchinari industriali e dei prodotti dell’industria
meccanica
Buone prospettive di espansione in numerosi segmenti quali quelli delle attrezzature
turistiche, l’energia, l’edilizia, la protezione ambientale, l’agroalimentare, i servizi e le
attrezzature sanitarie.
puntare quindi sui prodotti belli e ben fatti: beni finali di fascia medio alta dei
settori alimentare, arredamento, abbigliamento e tessile casa, calzature,
occhialeria, oreficeria, gioielli, ma anche prodotti cosmetici e medicali.
Opportunità di Business
per il Made in Italy
23. 23
Gli Emirati Arabi Uniti importano circa il 90% dei prodotti alimentari (autosufficienza solo per
il pesce)
Il mercato locale riconosce e apprezza la qualità dei prodotti alimentari italiani
Nel Paese la domanda di importazioni è in continua crescita: secondo le stime dell’Economist
Intelligence Unit, le importazioni degli EAU nel settore food saliranno a 5.5 mld di USD nel 2015,
per poi raggiungere gli 8.4 mld di USD entro il 2020, soprattutto in vista dell’EXPO.
L’import è destinato a crescere per una serie di fattori, fra cui l’aumento della popolazione
residente e la forte domanda di prodotti importati da parte degli stranieri che vivono nel Paese, la
significativa espansione del settore turistico e l’alto numero di nuovi hotel e resort aperti negli
Emirati Arabi negli ultimi anni.
Il mercato degli alimentari negli Emirati è controllato in gran parte da aziende d’importazione e
distribuzione con sede a Dubai: circa l’80% delle importazioni di alimentari entri nel Paese
attraverso il porto di Dubai.
Il governo nell’ultimo decennio ha favorito lo sviluppo di aziende di trasformazione
alimentare (circa 150 impianti attivi)
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande
24. 24
Il settore della ristorazione del Paese è un mercato molto redditizio: sono presenti oltre 11.000
esercizi di ristorazione, di cui oltre 4.000 a Dubai e 3000 ad Abu Dhabi. Questi ristoranti
servono cucina tradizionale ma anche cucina europea, americana, cinese, tailandese, indiana.
Il sistema di distribuzione e di vendita all’ingrosso degli alimentari negli Emirati Arabi Uniti è
avanzato, ben attrezzato e diretto
Importatori e produttori di alimenti vendono direttamente ai negozi al dettaglio: circa il 65%
delle vendite totali al dettaglio viene realizzata da supermercati e ipermercati
I più grossi punti vendita agiscono anche come importatori per certi prodotti che rivendono
direttamente ad altri punti vendita in tutta la Federazione.
Il valore annuale del mercato alimentare della distribuzione al dettaglio è stimato intorno ai
2.7 miliardi di dollari.
La cifra media spesa dalle famiglie per gli alimenti è pari a 3.600 USD annui.
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande
25. 25
L’export italiano di alimentari, pur risentendo della crisi del 2008-2009, ha comunque
registrato sempre un trend positivo negli ultimi 5 anni.
Il prodotto alimentare finito maggiormente importato negli Emirati Arabi Uniti è la pasta, mentre
nel settore ortofrutticolo è particolarmente alta la fornitura italiana di kiwi.
In termini di quote di importazione, la fornitura italiana di kiwi è molto alta, rappresentando quasi
il 42% del valore totale della specifica categoria del settore frutticolo. Altri prodotti che soddisfano
la domanda degli Emirati sono le pesche (32%) e le susine (6%).
La dipendenza dall’importazione di prodotti ortofrutticoli quali i pomodori, i cetrioli, le fragole e i
datteri è ridotta grazie all’aumento della produzione domestica, anche se il valore delle
importazioni rimane importante.
Per quanto riguarda i prodotti di derivazione animale, i prodotti italiani maggiormente importati
negli EAU sono formaggi e latticini.
Non ci sono limitazioni all’importazione di prodotti alimentari, eccetto determinate restrizioni per
la carne di maiale e per le sostanze alcoliche (che possono essere importate solo da distributori
autorizzati).
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande
26. 26
Anche la vendita di bevande analcoliche negli ultimi anni ha registrato una forte crescita in
termini di valore e di volume.
Il consumo pro capite di bevande analcoliche nella regione è pari a 31,8 litri (più basso rispetto ai
37.2 litri nei Paesi dell’area asiatica e pacifica), ma la popolazione della regione ha un’alta
percentuale di giovani, un fattore che dovrebbe guidare la crescita dei consumi.
Principali competitor: Pepsi e Coca-Cola, Red Bull (molto popolare per l’attività di marketing e di
promozione svolte nel Paese, es. gara di Formula Uno a Abu Dhabi).
Esistono tuttavia sul mercato anche altri attori importanti, a cominciare dalle società nazionali che
portano sul mercato acqua in bottiglia e succhi di frutta e verdura.
Si segnala che la diffusione di una maggiore consapevolezza rispetto ai rischi per la salute,
provocati di abitudini alimentari sbagliate, ed alcuni provvedimenti del governo (come il divieto di
vendita di bibite gassate nelle scuole, adottato in alcune parti del Paese, o la tassa proposta sulle
bevande analcoliche nei mercati del GCC o le campagne informative sui danni causati dall’alto
contenuto di zuccheri di molte bevande ) ha iniziato ad influenzare le vendite di alcune categorie
di bevande analcoliche: molti produttori di bibite hanno quindi sviluppato bevande a basso
contenuto calorico (o pari a zero), che oggi sono i marchi leader all’interno delle loro categorie.
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande
27. 27
Il vino viene tassato fortemente (dazio al 50 % oltre a eventuale tassa municipale al 30% di cui la
bottiglia può essere gravata nella vendita al dettaglio).
I canali di distribuzione per il vino sono decisamente concentrati e sono solo 5 le società
autorizzate ad importarlo.
Nel rispetto della religione islamica, infatti, il vino è sottoposto ad alcuni vincoli per cui l’acquisto
può aver luogo solo presso punti vendita autorizzati, dotati di una licenza specifica.
Il consumo può aver luogo in ristoranti ed alberghi, mentre in talune aree del Paese (come ad
esempio l’Emirato di Sharjah) ne è completamente vietato l’acquisto, il trasporto e il consumo.
Negli Emirati, il settore della Ristorazione (HORECA) è relativamente più ampio di quello al
Dettaglio, data l’importanza del business legato al turismo e ai viaggi d’affari.
Non esistendo stime precise delle percentuali relative, approssimativamente si può dire che il
Dettaglio rappresenta circa il 40% del mercato totale, mentre la Ristorazione il 60%.
In generale, i prezzi sono diventati un fattore fondamentale nella scelta di distribuire un prodotto
importato e, in questo senso, i produttori locali che offrono prodotti esenti da dazi e costi di
trasporto si trovano in una posizione privilegiata.
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti alimentari e bevande
28. 28
Il mercato è in pieno sviluppo e I prodotti italiani, in modo particolare per la loro qualità, sono
sempre la prima scelta per coloro in grado di acquistarli: il Made in Italy griffato costituisce
ancora uno status symbol per chi lo indossa e, per i locali, un segno di distinzione.
Non è tuttavia facile affermare un prodotto italiano solo per la sua qualità: data l’elevata presenza
di prodotti di provenienza asiatica a prezzi contenuti, gli importatori/grossisti mirano ai
quantitativi, finendo per non essere interessati a sostenere i costi per affermare prodotti di nicchia
I consumatori pretendono comunque la possibilità di scelta tra il maggior numero di modelli
possibile. Pertanto il design è la chiave per conquistare quote di mercato negli Emirati. Gli
acquirenti richiedono nuovi prodotti e nuove idee, in breve, continue novità.
L’abbigliamento griffato ha un ottimo riscontro a Dubai, vero e proprio “tempio” dello shopping,
rispetto agli altri Emirati. I prodotti delle più importanti firme vengono commercializzati dalle
principali società presenti nei principali shopping mall di Dubai: Saks Fifth Avenue, Splash,
Jashanmals, Bin Hendi, ecc.
Le firme italiane sono presenti in Dubai all’interno dei numerosi centri commerciali che si trovano
in città. Tra le firme principali ricordiamo : Prada, Gucci, Cavalli, Dolce & Gabbana, Trussardi, Ferre’,
Armani, Mariella Burani (aperto l’anno scorso presso lo shopping Mall Wafi City).
Opportunità di Business
Cosa vendere – abbigliamento/accessori
29. 29
La continua costruzione di nuove abitazioni ed uffici, la crescita nel livello medio del salario, la
disponibilità a titolo gratuito di abitazioni per i cittadini di nazionalità emiratina, hanno
determinato una crescita progressiva della domanda di mobili.
Le prospettive settoriali sono ancora più promettenti per congiuntura economica generale grazie
all’Expo 2020 aggiudicato da Dubai: milioni di turisti sono attesi nel paese e decine di migliaia di
nuove stanze d’albergo da inaugurare entro quell’anno.
La domanda di mobili può essere divisa in nuova domanda per l’arredamento di nuovi uffici,
alberghi o abitazioni e domanda di sostituzione di vecchi mobili (per edifici già esistenti e già
arredati), che proviene dal desiderio di cambiare e dai diversi gusti ed esigenze dei consumatori
sopravvenuti.
1. L’Italia è in prima fila per trarre beneficio da questo comparto: è il secondo Paese
esportatore di prodotti di arredo destinati al settore turistico negli Emirati Arabi Uniti, dopo
la Cina.
Circa un quinto della domanda riguarda la mobilia e il 7% apparecchi elettrici per l’illuminazione.
Queste due categorie hanno rappresentato rispettivamente il 58,6% e 22,8% delle esportazioni di
arredamento italiane nel Paese nel 2013.
Opportunità di Business
Cosa vendere – mobili/arredo
30. 30
Gli Emirati Arabi sono diventati il maggiore centro commerciale della regione del Golfo grazie
alla loro posizione strategica.
Dall’anno 2005, il mercato interno è cresciuto con importazioni che sono più che
raddoppiate in 4 anni.
Le importazioni dalla Cina sono aumentate più che le importazioni totali, passando dal 31%
al 47% del totale.
Le importazioni italiane sono cresciute di pari passo a quelle totali, continuando a
rappresentarne circa il 13%.
I mobili italiani continuano ad avere un grande apprezzamento tra i consumatori e gli
importatori locali: il prodotto italiano, infatti, gode di largo prestigio in tutto il Paese e gli
esportatori italiani possono e devono guardare al mercato degli Emirati sempre più come un
trampolino di lancio per la penetrazione commerciale in altri mercati del Golfo, del Medio
Oriente e del Sub Continente indiano.
Nonostante la crescita, tuttavia quello degli Emirati rimane un mercato relativamente
piccolo. Le esportazioni italiane di questi prodotti negli Emirati corrispondono al 20% delle
esportazioni italiane degli stessi prodotti in Gran Bretagna.
Germania, USA, Inghilterra ed Egitto sono altri concorrenti importanti.
Opportunità di Business
Cosa vendere – mobili/arredo
31. 31
Il mercato dei mobili e degli arredi degli Emirati, tanto per quanto riguarda il settore residenziale
che commerciale, alberghiero e degli uffici, è sempre stato presentato e venduto come un
mercato di lusso; tuttavia:
- queste aspettative di qualità sono spesso smentite dalla realtà, poiché di fatto solo un
numero limitato di progetti utilizza materiali e rifiniture degni di essere definiti “di lusso”
- nella mentalità araba, lussuoso è tutto ciò che sia firmato, dorato, sfarzoso, apparentemente
caro, ma non necessariamente di alta qualità e non necessariamente costoso
Nonostante la crisi e la concorrenza asiatica, il mercato dell’interior design e dell’arredamento
negli EAU presenta ancora molte opportunità per aziende italiane che vogliano offrire i propri
servizi.
La qualità, però, non rappresenta sempre la variabile di maggior peso nelle decisioni
d’acquisto e di assegnazione di lavori di interni.
Per questa ragione la concorrenza locale, che lavora con un livello di qualità decisamente
inferiore alla media italiana, ha comunque un vantaggio notevole in termini di prezzo, sia per la
presenza sul mercato, sia per il basso costo della manodopera utilizzata.
• Le imprese italiane che offrono servizi chiavi in mano possono ottenere progetti
interessanti solo se sono in grado di operare sul mercato direttamente o attraverso un
partner locale.
Opportunità di Business
Cosa vendere – mobili/arredo
32. 32
Catene di distribuzione e negozi
Negli Emirati vi sono piu di 2000 aziende specializzate in mobili e articoli di decorazione.
Studi di architettura e design
Gli studi di architettura e di interni, 946 in tutti gli Emirati, sono concentrati a Dubai.
Sono fondamentali per la selezione dei prodotti usati nei progetti.
In alcuni casi importano direttamente il prodotto o lo fanno a nome del cliente.
Contractor
I contrattisti di progetti residenziali, alberghieri e commerciali sono tra gli importatori più rilevanti
di mobili, illuminazione, tappeti e tende.
>> Gli emiratini preferiscono uno stile anticheggiante, con decorazioni ricche di oro e
di cristalli, ma si registra una domanda crescente per mobili di stile contemporaneo.
Opportunità di Business
Cosa vendere – mobili/arredo
33. 33
Gli EAU rappresentano il mercato dove le vendite di prodotti cosmetici hanno registrato i maggiori volumi, pari
a circa 331,3 milioni USD nel 2014 (più o meno il 24% in più rispetto al 2011).
Tra le categorie merceologiche più diffuse rientrano sia i cosmetici di alta qualità che di massa, soprattutto i
prodotti per il make-up, i prodotti per la cura della pelle, i prodotti per la cura dei capelli e delle unghie, i
profumi e i prodotti per le SPA.
In quest’ultimo ambito, gli EAU guidano il mercato con un aumento del 15% negli ultimi due anni e un’ulteriore
crescita stimata nel 2017 (+33,3% rispetto al 2012) a riprova del significativo potenziale esistente in questo
comparto.
Anche i prodotti per unghie e capelli - con un previsto aumento del 27% da qui al 2017 - e i profumi - con una
stimata spesa totale di circa 307 milioni USD nel 2017- rappresentano gli altri comparti con interessanti
prospettive di crescita per i prossimi anni.
Accanto ai segmenti di nicchia e quelli “giovani”, si segnala, inoltre, una crescente importanza per i prodotti
naturali ed organici.
La maggiore propensione agli acquisti di queste tipologie di prodotti è, peraltro, stimolata da una maggiore
articolazione dei canali di vendita, da quelli specifici per la cosmesi (con l’ausilio di expert sales assistant) ai
saloni di bellezza, nail bar, farmacie e studi di chirurghi plastici, oltre che i supermercati per i prodotti di base e
di massa.
Molte multinazionali presenti in loco puntano, inoltre, sulla pubblicità dell’intero marchio – in termini di
packaging, ingredienti e proprietà dermatologiche – e non solo sui singoli prodotti.
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti cosmetici
34. 34
Il mercato biomedicale emiratino è un mercato ricco e promettente: secondo i rapporti
internazionali più recenti, il solo mercato mediorientale vale oggi circa 74 miliardi di dollari, con un
tasso di crescita annua vicino al 16%.
La spesa sanitaria dei paesi GCC è destinata a raggiungere i 60 miliardi di dollari entro il 2025
e le vendite di prodotti farmaceutici, 1.3 trilioni di dollari entro il 2020.
La questione salute è particolarmente sentita dal governo emiratino: lo stesso Ministero della
Salute si è reso direttamente protagonista di alcune iniziative e campagne di sensibilizzazione
mirate a diffondere maggiore consapevolezza presso la popolazione locale e ad incoraggiare
l’attività fisica e un’alimentazione più sana a fronte di una certa sedentarietà e di abitudini
alimentari letteralmente stravolte nel giro di pochi anni con l’apertura del paese all’esterno.
L'Autorità Sanitaria di Dubai (Dubai Health Authority) sta trattando con le organizzazioni del
settore privato per sviluppare un'iniziativa comune per promuovere il turismo medicale
nell‘Emirato, che si aspetta di vedere un aumento del numero di pazienti provenienti soprattutto
da Paesi del GCC, Medio Oriente e della regione del Nord Africa (MENA) e del Sud Asia.
La domanda interna è molto alta e non è soddisfatta internamente, bensì tramite l’uso di
materiali e attrezzature di importazione.
Opportunità di Business
Cosa vendere – prodotti medicali
35. 35
La richiesta è stata particolarmente forte negli Emirati Arabi, dove, in generale, la domanda di
gioielli risulta molto solida, stimolata dall’elevato potere di acquisto della popolazione di
nazionalità locale, e, in parte, ulteriormente condizionata dagli afflussi turistici e dai numerosi
espatriati provenienti da Asia, Africa e Paesi arabi, oltre quelli occidentali.
La domanda è concentrata in misura maggiore a Dubai, che rappresenta il principale mercato di
sbocco, anche grazie alla sua posizione strategica rispetto alle rotte mercantili e agli scambi via
terra, seppure anche Abu Dhabi e Sharjah stiano assumendo una crescente rilevanza.
Per l'Italia, in particolare, gli EAU rappresentano il principale destinatario delle esportazioni di
oreficeria, coprendo quasi il 21% del totale delle esportazioni italiane nel settore.
Per quanto concerne la struttura distributiva emiratina, il mercato della vendita all'ingrosso è ben
strutturato mentre quello al dettaglio risulta alquanto frammentato.
Per questo motivo può essere più fruttuoso rivolgersi ad un grossista, che conosce meglio le
tendenze del mercato e che può procedere con volumi di acquisto più consistenti.
le ultime tendenze hanno denotato una prevalenza dell’oro 21-22k, venduto attraverso gli
operatori locali ubicati nei mercati tradizionali. In questo caso, il prezzo dipende generalmente
viene dato dal peso dell'oro più che dalla lavorazione.
L'oro 18k è, invece, commercializzato prevalentemente presso i negozi di lusso e quelli situati
all’interno dei grandi alberghi, con i prezzi che variano in funzione del brand e del design
esclusivo.
Opportunità di Business
Cosa vendere – oreficeria/gioielleria
36. 36
I progetti relativi alla realizzazione dell’EXPO 2020 (Connecting Minds, Creating the Future) si
inseriscono in un’ampia programmazione di interventi nel settore infrastrutturale e dei trasporti,
alcuni già realizzati, altri in corso di realizzazione e altri in progettazione:
- Aeroporti (ingrandimento aeroporto di Abu Dhabi, nuovo aeroporto di Jebel Ali, ampliamento
terminal aeroporto di Dubai)
- Piano di sviluppo dei trasporti urbani a Dubai (costruzione metro leggero driverless,
costruzione linea tram, realizzazione di un sistema di trasporto marittimo urbano, costruzione
metropolitana ad Abu Dhabi, rete ferroviaria nazionale, in collaborazione con altri Paesi GCC,
primo sistema di trasporto pubblico verde al mondo
- Riorganizzazione assetto urbano di Dubai (Dubai Urban Development Framework)
- Riorganizzazione assetto urbano di Abu Dhabi (The Abu Dhabi Economic Vision 2030 –
progetto ispirato al concetto di Estidama, che cerca di coniugare un’architettura sostenibile
con le tradizioni regionali)
Opportunità di Business
Dove Investire – infrastrutture e trasporti
37. 37
I contratti e gli ordini più importanti sono quelli del governo, delle agenzie governative o delle
aziende pubbliche, assegnati tramite gare di appalto.
Le gare più importanti sono aperte a livello internazionale
Le aziende straniere devono avere un agente locale ed essere in grado di pagare la garanzia
di esecuzione >>Performance Bond (deposito cauzionale in contanti in caso di
inadempienza)
Per poter firmare contratti, le società straniere devono aprire una filiale locale o una
società locale.
In Arabia la maggior parte degli acquisti del governo sono fatti solo attraverso società locali.
Opportunità di Business
Dove Investire – Partecipazione alle gare pubbliche
38. 38
Abu Dhabi ospita la sede di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le energie rinnovabili e una
manifestazione annuale (Abu Dhabi Future Energy Week) con eventi incentrati su progresso
dell’energia rinnovabile e sullo sviluppo di soluzioni pratiche per mitigare il cambiamento climatico
Inoltre, la MASDAR, compagnia pubblica diretta emanazione del governo di Abu Dhabi, intende
realizzare entro il 2016 la prima città al mondo ad emissioni zero di CO2 (MASDAR City).
Altri progetti verdi:
• rete di autobus di Sir Bani Yas
• scuole eco-sostenibili
• raccolta sotterranea dei rifiuti
• costruzione di una rete per la cattura ed il deposito di emissioni di carbonio per quattro gruppi
di strutture industriali: Emirates Steel, Emirates Aluminium, un impianto per produzione di
idrogeno e centrali elettriche che producono il 70% delle emissioni totali
Vi è certo un trend di nuovi investimenti nei sistemi di riscaldamento solare e di risparmio di
energia in generale, ancora nella fase iniziale dello sviluppo del settore, che sarà completamente
maturo solo tra qualche anno.
Opportunità di Business
Dove Investire – Energie rinnovabili
39. 39
All’Expo 2020 sono attesi 25 mln di visitatori, il 71% dei quali – per la prima volta nella storia
dell’evento - proverrà da Paesi diversi da quello ospitante: questo significa che gli Emirati Arabi
Uniti dovranno essere pronti ad accogliere oltre 17 mln di turisti.
L’incremento di turisti previsto nel periodo 2011-2020 è pari all’8 %.
Dubai in particolare è la meta turistica n. 1 nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) per
spesa turistica pro-capite e si trova al n. 10 tra le destinazioni più gettonate del mondo.
Dubai è anche la città con più alberghi in costruzione al mondo , seguita da Abu Dhabi.
Attualmente, il settore occupa il 14% della forza lavoro, con previsione di aumento del 5,5%
all’anno fino al 2020.
Le ottime prospettive legate al turismo sono determinate da due circostanze:
- La turbolenza dell’area sta spostando masse di turisti da Egitto o altre mete nordafricane o
mediorientali verso Dubai
- L’aumento di turisti cinesi e russi, con elevata capacità di spesa
Opportunità di Business
Dove Investire – Turismo e Costruzioni
40. 40
I nuovi progetti alberghieri già in fase di realizzazione sono moltissimi
Attualmente a Dubai ci sono circa 580 hotel, per oltre 75.000 tra camere e mini appartamenti
in residence; in previsione ci sono ulteriori 20.000 camere. Tra i progetti si segnalano:
Palazzo Versace Hotel & Resort, nell’area di Festival City
le Damac Towers by Paramount nel quartiere Downtown
le numerose strutture ricettive di alto livello che interessano l’area di Palm Jumeirah:
Viceroy Dubai, Waldorf Astoria-the Crescent, completamento di Dubai Pearl (4 torri a 73
piani che comprendono residenze e hotel), Nakheel Mall, che ospiterà anche un centro
commerciale a 5 piani, un hotel a 5 stelle, ristoranti di lusso e un Butterfly Park
Molto si sta facendo anche ad Abu Dhabi, che negli ultimi anni sta cercando di promuoversi
come attrazione turistica alternativa a Dubai.
Nella capitale sono già aperti i cantieri per la realizzazioni di 15 nuovi alberghi, mentre almeno
altri 12 seguiranno a breve; in particolare si segnalano i quattro i progetti alberghieri ultimati o
pianificati a Saadiyat Island: St. Regis Resort, Shangri-La Hotel, Sadiyat Rotana Resort e Park
Hyatt Hotel and Villas.
Opportunità di Business
Dove Investire – Turismo e Costruzioni
41. 41
Il settore del Real Estate ha subito una battura d’arresto nel periodo della crisi finanziaria, che
ha portato sospendere o a cancellare centinaia di progetti immobiliari e a ritardarne la
realizzazione degli altri previsti (Palm Jebel Ali, Palm Deira, The World).
La bolla speculativa ha riguardato soprattutto Dubai, e ne ha causato il forte indebitamento,
ma non ha risparmiato alcun emirato.
I cantieri comunque vanno avanti, soprattutto ad Abu Dhabi. Fra i tanti interventi previsti, va
menzionato il grandioso progetto di sviluppo che riguarda l’intera area di Saadiyat Island, posta a
500 mt dalla costa di Abu Dhabi.
L’isola sarà il nuovo distretto culturale della capitale ed ospiterà un’estesa concentrazione di
istituzioni culturali di altissimo livello, fra cui i musei del Louvre e del Guggenheim, oltre al
Museo Marittimo, al National Zayed Museum e al Performing Arts Centre, dedicato alla musica,
alla danza, all’opera e al teatro.
A Saadiyat Island è anche prevista la realizzazione di abitazioni private per famiglie, ville di lusso,
aree commerciali con negozi, bar e ristoranti, Golf Club e il Montecarlo Beach Club.
Opportunità di Business
Dove Investire – Turismo e Costruzioni
42. 42
La ripresa del mercato si è fatta sentire anche a Dubai.
Il governo di Dubai ha recentemente annunciato la realizzazione di un nuovo insediamento urbano,
denominato Sheikh Mohammed bin Rashid City, frutto di una joint venture tra Dubai Holding e Emaar
Properties.
Il progetto comprende la costruzione del più grande centro commerciale del mondo, di un parco
tematico ispirato agli Universal Studios e di un parco più grande di Hyde Park a Londra
I temi del nuovo progetto saranno il turismo familiare, il commercio al dettaglio e gallerie d'arte
La nuova città includerà il progetto di giardini Mohammad bin Rashid.
Altri progetti in corso:
realizzazione di Dubailand
Aviation City ad Al Ain
ricostruzione di 12.500 unità abitative realizzate prima del 1990 ad Abu Dhabi
>> Ingenti, quindi, i fondi che saranno investiti nei prossimi anni nel comparto delle
infrastrutture e dei trasporti, nel settore ospitalità e immobiliare e nel campo della produzione
e distribuzione di energia, ambiti in cui si aprono grandi possibilità di business per le imprese
italiane.
Opportunità di Business
Dove Investire – Turismo e Costruzioni
43. 43
Gli Emirati Arabi sono una delle destinazioni più interessanti per chi intende avviare una propria attività.
Non sussistono difficoltà di fondo per operare negli Emirati, sia in caso di presenza stabile in loco, sia in
caso di collaborazioni temporanee.
Tuttavia è sempre bene tener presente che gli EAU, per quanto abbiano adottato modelli e stili di
vita vicini a quelli occidentali, rimangono un Paese di cultura araba e di religione islamica. È dunque
opportuno che i comportamenti siano sempre rispettosi dei valori locali: nella vita sociale così come
nei rapporti d’affari.
Gli Emirati Arabi sono tra i Paesi con il fisco più leggero per le imprese: negli UAE si paga infatti
mediamente il 14,9 sui profitti, mentre in Italia (al 131° posto) la quota sale al 68,3%.
A questo si aggiungono altri vantaggi oggettivi: il costo relativamente contenuto della manodopera (in
maggior parte immigrata), i bassi costi energetici e una politica di attrazione dei capitali stranieri portata
avanti dal Governo nel quadro di una costante crescita economica.
La struttura privilegiata dagli investitori stranieri per avviare un’attività imprenditoriale negli EAU
solitamente è quella della LLC (Limited Liability Company), equivalente dell’italiana S.r.l. Questa società
può essere costituita da un numero di soci che varia tra 2 e 50, la responsabilità è limitata al capitale
apportato in società e non è richiesto un capitale sociale minimo.
Il Diritto Societario prevede che una LLC possa intraprendere qualunque tipo di attività legale ad
esclusione di servizi assicurativi, di attività bancarie e d’investimenti di denaro di terzi.
Il vincolo più stretto per le LLC è quello della proprietà: in una società di questo tipo la quota straniera
massima è del 49% mentre il restante 51% deve essere detenuto da un il partner locale (tranne che nelle
free zone, si veda più avanti).
Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU
44. 44
Tuttavia:
- la distribuzione dei profitti può non essere proporzionale alle quote di capitale sociale, se un’apposita
clausola viene inserita nello statuto.
- si possono conferire ampi poteri all’amministratore nominato dal socio estero (che può essere anche
unico)
- si possono prevedere per le decisioni assembleari maggioranze qualificate in modo da non consentire al
socio locale di deliberare autonomamente.
In caso di silent partner (ovvero di soci locali non attivi in seno alla società) occorre concordare con esso la
corresponsione di contributi annui fissi (lump sum fees) eventualmente incrementabili in ragione dello
sviluppo del business.
>> Ogni società deve avere un ufficio approvato dall’autoritàcompetente, un conto bancario presso una
banca locale e deve nominare i revisori dei conti.
E’ in avanzata fase di preparazione una nuova legge che consentirà a soggetti stranieri di detenere l'intero
capitale sociale delle imprese registrate negli Emirati Arabi Uniti ed operanti in determinati settori
produttivi ritenuti strategici.
Il provvedimento ha lo scopo di aumentare gli investimenti stranieri, poiché le restrizioni alla piena
proprietà del capitale sociale sono sempre state considerate come una delle principali ragioni che
limitavano gli investimenti di soggetti non emiratini.
Importanza del ruolo dell’agente locale per la distribuzione e la commercializzazione dei
prodotti: incarico richiesto in esclusiva dal partner locale, ma che l’azienda dovrebbe
contrattare per un tempo determinato
Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU
45. 45
Gli EAU, fin dalla costituzione in Stato federale, hanno aperto l'economia agli investitori stranieri
e ai trader mondiali. Ogni Emirato ha creato una o più zone franche nel rispettivo territorio per
promuovere il commercio estero. Nel territorio emiratino sono presenti 36 zone franche.
La Free Zone offre agli investitori i seguenti vantaggi:
Proprietà straniera al 100%
Nessuna imposta sulle società per 15 anni; rinnovabile per ulteriori 15 anni
Libertà di rimpatriare il capitale e il reddito
Nessuna imposta sul reddito personale
Completa esenzione dai dazi doganali per le merci in transito (purché non siano introdotte nel
territorio nazionale)
Nessuna restrizione valutaria
Snellimento delle procedure per la costituzione delle società
«Sportello unico” per il rilascio di licenze, visti e di ogni altra certificazione la costituzione di
società nella Free Zone
Facilitazioni per le assunzioni
Comunicazione moderna ed efficiente
Infrastrutture all'avanguardia
Posizione privilegiata, in prossimità di porti marittimi, aeroporti e dogane con le relative
strutture logistiche
Disponibilità di uffici e magazzini in locazione
Accesso al mercato - Free trade zone
46. 46
In genere, la maggior parte delle zone franche emettono i seguenti tipi di licenze (fatta
eccezione per Dubai Internet City, Dubai Media City, Dubai HealthCare City e altre zone
franche che fanno parte del gruppo Dubai Holding):
1. Licenza commerciale
2. Licenza industriale
3. Licenza di servizi
4. Licenza industriale nazionale
COSTITUZIONE DI SOCIETÀ NELLE FREE ZONE
Sono previste sostanzialmente tre tipologie di società all’interno delle Free Zone:
Branch di società estera o emiratina, Free Zone Company e Free Zone Establishment.
Branch di società estera o emiratina: consiste in una filiale locale di una società estera o
emiratina. La Branch non costituisce un’entità autonoma, in quanto è semplicemente
un’emanazione della casa madre e può comportare qualche limitazione per la conduzione
di alcune attività come quelle di trading.
Free Zone Company: è una società a responsabilità limitata completamente separata,
formata da un minimo di 2 ad un massimo di 5 azionisti.
Free Zone Establishment: è una società posseduta interamente da un azionista sempre
con responsabilità limitata.
Accesso al mercato - Free trade zone
47. 47
Nata nel 1985, Jafza è diventata in meno di 30 anni una delle free economic zone più dinamiche di
Dubai: 27 anni fa Jebel Ali Free Zone accoglieva appena 19 aziende ed oggi ospita una business
community composta da oltre 7.300 società, fra cui 120 compagnie che rientrano nella lista Fortune
Global 500 (la lista compilata e pubblicata ogni anno dalla rivista Fortune, che classifica i primi 500
gruppi economici mondiali misurati sulla base del loro fatturato).
Situata nell’area di Jebel Ali, a 35 chilometri a sud-ovest di Dubai e vicina alla capitale Abu Dhabi,
Jafza è strategicamente collegata via mare (Porto di Jebel Ali), terra (efficiente sistema viario e
connessione alla metropolita attraverso la stazione di Jebel Ali) e aria (Dubai International Airport e
Al Maktoum Airport).
Le oltre 7300 imprese ospitate nella free zone sono attive in diversi settori: nella produzione, nel
commercio, nella logistica e in una vasta gamma di settori industriali e di servizi dedicati.
Il 30% delle nuove aziende entrate a far parte di Jafza nel 2013 proviene dall’Asia, il 29% dall’Europa
e dagli Stati Uniti e il restante dall’area GCC e dal Medio Oriente: il numero più ampio di investitori
stranieri proviene dall’India, seguita da Cina, Regno Unito e USA.
Per aiutare le imprese a superare tutti i possibili ostacoli burocratici, facilitare le procedure
(licenze, visti, etc) e rendere più veloci i processi produttivi, Jafza ha stabilito partnership con
entità governative e service providers.
Accesso al mercato – Zona Franca di Jebel Ali (JAFZA)
48. 48
Rischio politico: la situazione politica è stabile, grazie anche al totale controllo detenuto dalle
famiglie regnanti e al benessere economico diffuso nella popolazione.
>> ma occorre tener conto delle crescenti rivendicazioni salariali e contrattuali dei lavoratori
immigrati
Rischio economico: recessione globale e crisi finanziaria hanno avuto un impatto significativo
sull’economia.
>> ma gli EAU hanno sviluppato un ambiente economico stabile e creato opportunità di
investimento tanto da collocarli al 16° posto nella classifica dei paesi più competitivi pubblicata
dall' International Institute for Management Development (IMD).
Rischio finanziario ed operativo: settore bancario e sistema finanziario restano vulnerabili,
essendo quest’ultimo molto esposto al settore delle costruzioni e del real estate (circa il 25% dei
mutui).
>> ciò nonostante, gli investimenti esteri sono incoraggiati attraverso numerosi incentivi,
soprattutto nelle free trade zones. Inoltre, il governo continua ad investire in massicci progetti di
sviluppo.
Fare impresa negli EAU - Rischi operativi
49. 49
Presenza italiana negli EAU
La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è
rappresentata da oltre 300 società, tra unità con propria filiale e molte altre che operano
tramite agenti locali.
Il potenziale per le produzioni e i servizi italiani sul mercato potrà nel medio termine
beneficiare della presenza nel Paese di un elevato reddito pro-capite e di una ricchezza
petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni.
Il mantenimento di un’adeguata porzione di mercato richiede tuttavia azioni promozionali
mirate contro una concorrenza sempre più competitiva, che identifica negli Emirati un
mercato privilegiato, e un coordinamento delle imprese italiane (in particolare piccole e
medie) anche “a valle”, oltre che “a monte”, ad esempio attraverso la formazione di consorzi.
Ciò al fine di presentare offerte mirate per sfruttare al meglio le opportunità offerte dai grandi
progetti di sviluppo (in particolare nei settori infrastrutture e costruzioni) ma anche per il
mercato di sbocco dei nostri prodotti di eccellenza (alimentari, sistema arredo, sistema moda,
gioielleria) attraverso un approccio selettivo volto ad evidenziare l’unicità e la
differenziazione del prodotto italiano.
50. 50
I principali centri fieristici negli Emirati Arabi Uniti sono tre: Dubai, Sharjah e Abu Dhabi.
Il Dubai World Trade Centre è il centro fieristico più importante - per numero di visitatori ed espositori - di tutta
l'area del Golfo, con manifestazioni di portata internazionale, come Arab Health (settore medicale) o Big 5
(settore edilizia e costruzioni).
I comparti maggiormente rappresentati sono quelli dei beni di consumo, durevoli e non: in particolare
gioielleria, mobili e complementi di arredo, abbigliamento e comparto moda, sistema casa ed edilizia,
informatica.
L'Expo-Centre di Sharjah è il secondo per importanza nel Paese, avendo acquisito rilevanza in alcuni settori,
come la gioielleria e le macchine per la lavorazione del metallo.
Ultimo nato è il centro fieristico di Abu Dhabi, ADNEC, nel quale vengono organizzate - tra le altre - importanti
manifestazioni come l'ADIPEC, in campo petrolifero, e il World Future Energy Summit.
LINK
Fiere di Dubai >> http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%20of%202015%20-
%20Dubai.pdf
Fiere 2015 Abu Dhabi>> http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%202015%20-
%20Abu%20Dhabi.pdf
Fiere di Sharjah>>
http://www.ice.gov.it/paesi/asia/emirati/upload/159/Exhibitions%20%202015%20Sharjah.pdf
www.nfiere.com (ricerca per città e per settori)
Consultare anche i siti web degli enti fiera dei 3 emirati
Principali fiere di settore
51. 51
Gli Emirati Arabi Uniti si trovano al quinto posto assoluto nella classifica mondiale per quanto
concerne la facilità in termini di procedure e velocità di attuazione delle operazioni di import e
di export: per importare un container ci vogliono 7 giorni e circa 4 documenti (salvo merci
particolari).
Negli Emirati Arabi Uniti non esistono particolari restrizioni alle importazioni o alle esportazioni,
sia che siano direttamente destinati agli Emirati sia nel caso in cui il Paese sia solo di transito.
Esistono tuttavia vincoli specifici che riguardano tutti quegli oggetti (o servizi) contrari all’Islam o
che possano essere lesivi della cultura, della morale e della società emiratina.
Proibita l’importazione di materiale che potrebbe essere considerato offensivo della morale
islamica; materiale audio/video e software pirata; merci di origine israeliana. Un elenco dei
prodotti proibiti è inoltre aggiornato periodicamente dalle autorità doganali emiratine >> vedi
elenco
Restrizioni sono previste per l’alcol, il tabacco, le armi da fuoco ed i prodotti suini, medicine e
prodotti farmaceutici, fertilizzanti e prodotti chimici, sementi (serve un permesso specifico)
Acceso al mercato - Normativa doganale
52. 52
Gli Emirati Arabi Uniti, dal 1°Gennaio 2003 fanno parte del Consiglio di Cooperazione del Golfo,
un’unione doganale di cui sono membri insieme ad Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain, Qatar ed
Oman.
Tale unione prevede in generale una tariffa doganale esterna unica, pari al 5% del valore CIF delle
merci, ad eccezione di:
- tabacco: 100%
- vino e bevande alcoliche: 50%
- free zones (zone di libero scambio): merce non soggetta a dazi doganali
Le importazioni dai Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo, sono esenti da dazio.
Gli EAU fanno parte della Greater Arab Free Trade Zone – GAFTA in vigore dal 1998 ed hanno
accordi commerciali bilaterali con la Siria, con la Giordania, con il Marocco, con il Libano, con l’Iraq,
con Singapore, con i Paesi EFTA.
Dal 1° Aprile 2011 gli Emirati Arabi Uniti hanno aderito alla Convenzione ATA (Admission
Temporaire/ Temporary Admission). Il Carnet ATA è limitato alle merci destinate a mostre, fiere,
meeting o ad eventi simili (solo per merci che transitano in alcuni Dubai e di Abu Dhabi).
Gli eventuali imballaggi in legno utilizzati per la spedizione delle merci devono essere sani,
trattati e timbrati in conformità alla norma fitosanitaria internazionale ISPM15.
Accesso al mercato - Normativa doganale
53. 53
1. fattura commerciale, deve essere redatta in inglese o in lingua araba e va allegata in originale.
Deve avere il seguente contenuto minimo:
- nome e indirizzo del venditore
- nome e indirizzo del destinatario
- nome e indirizzo dell’acquirente, se diverso dal destinatario
- numero, data e luogo emissione del documento
- Codice HS delle merci
- Paese di origine delle merci
- quantità e descrizione della merce, con indicazione della voce doganale
- marchi, numero e tipologia imballaggi
- prezzi unitari, importi totali di ogni tipologia di prodotto e il valore complessivo della merce
- modalità di spedizione, con indicazione della nave / aereo , porto o aeroporto di carico e di
scarico, data di partenza
- termini di resa (Incoterms)
- modalità di pagamento
- timbro e sottoscrizione dell'esportatore
Normativa doganale
Documenti per esportare
54. 54
Se la fattura commerciale è composta da più di una pagina, le pagine devono essere
ripiegate in un angolo e timbrate dall'esportatore al fine di dimostrare la loro coerenza .
Nella pratica commerciale, la fattura commerciale spesso contiene la seguente
dichiarazione sull'origine delle merci:
"We hereby declare that the mentioned merchandise is being exported for our own
account. The goods are of pure ... origin."
Tale dichiarazione deve essere firmata dall'esportatore.
Se del caso, è altresì ammissibile la seguente dichiarazione :
"The goods incorporate parts and components which originate in the following countries:
... ."
Se l'importatore richiede una dichiarazione aggiuntiva del costruttore nel fattura
commerciale, la dichiarazione di cui sopra deve essere integrata dalla seguente dicitura:
"The goods are manufactured by ... (name and address of the manufacturer)."
Documenti per esportare
55. 55
2. packing list, deve essere redatta in inglese o in lingua araba, in originale. Deve riportare il
numero e il dettaglio dei colli, la designazione delle merci, eventuali marchi. Per gli EAU è altresì
obbligatorio indicare nel packing list il codice HS.
3. documento di spedizione
4. certificato di origine, rilasciato dalla CCIAA competente, da allegare in originale.
Deve contenere le seguenti diciture:
"We hereby declare that the mentioned merchandise is being exported to the United Arab
Emirates for our own account. The goods are of pure ... origin."
"The goods are manufactured by ... (name and address of the manufacturer)".
5. certificato di analisi, rilasciato da laboratorio accreditato, completo del report dei test
microbiologici e chimico-fisici e indicazione del Paese di origine del prodotto.
Va allegato in originale, sottoscritto dal responsabile del laboratorio.
6. certificato veterinario per prodotti di origine animale, rilasciato dal competente servizio
veterinario regionale (o provinciale, su delega di quest’ultimo)
Documenti per esportare
56. 56
7. certificato fitosanitario per i prodotti vegetali, rilasciato dal competente servizio fitosanitario
regionale (o provinciale, su delega di quest’ultimo)
8. certificato sanitario, per pesci, crostacei e altri alimenti, rilasciato da ufficio sanitario
competente
9. certificato halal, rilasciato da enti autorizzati nel Paese di esportazione
10. free sale certificate, per medicinali e per prodotti alimentari, rilasciato dalla Cciaa
competente
11. certificato di contenuto di diossina, per carne di pollo e per latticini
12. certificato di conformità o dichiarazione di conformità (per i prodotti regolamentati)
N.B. si consiglia di verificare sempre con l’importatore i documenti da allegare alle merci da
esportare (non sempre le fonti ufficiali, benché aggiornate, tengono conto delle prassi
effettivamente applicate dalle dogane)
Documenti per esportare
57. 57
La fattura commerciale, il certificato di origine e altri certificati allegati alla merce esportata
negli EAU devono essere legalizzati.
Per disposizione delle autorità emiratine, la legalizzazione dei documenti export dovrà
essere effettuata presso gli Uffici Consolari dell'Ambasciata in Roma, in Via della Camilluccia
551 - Tel. 06/36306100 - Fax 06/36306155 - uaeroma@tin.it.
Per poter procedere con la legalizzazione presso l’ Ambasciata E.A.U. i documenti devono
precedentemente essere:
- vidimati dalla Camera di commercio Italiana territorialmente competente
- vidimati dalla Camera di Commercio Italo Araba, sita in Via Monte Parioli 48 - Roma
Via Goffredo Mameli 11 –Milano- sito web:
http://www.cameraitaloaraba.org/vidimazioni.php.
email: itaraba@tin.it – Tel. 06/3226751 – 02/71090907
La Camera di Commercio Italo-Araba ha istituito una nuova procedura di vidimazione dei
documenti di accompagnamento all'export. Questa procedura è subordinata all'iscrizione
dell'azienda italiana al Registro degli Esportatori istituito dalla Camera di Commercio Italo-
Araba. Per l`iscrizione, valida un anno, è necessario presentare un questionario in duplice
copia.
L'inosservanza dell’obbligo della legalizzazione comporterà l'invalidità dei documenti presso
gli uffici doganali degli Emirati Arabi Uniti (E.A.U), e presso le banche nel caso in cui
l’esportazione venga pagata con lettera di credito, con grave pregiudizio per gli operatori.
Legalizzazione dei documenti
58. 58
La Camera di commercio italo-araba percepisce per gli associati 25,00 euro e 35,00 Euro per i non
soci a pagina da vistare.
Il consolato degli Emirati Arabi Uniti ha fissato delle tariffe, il cui costo è determinato come segue:
- fattura (importi in Euro) Costo
DA 0,01 A 1.666,66 40 EURO
DA 1.666,67 A 5.000,00 80 EURO
DA 5.000,16 A 10.000,00 160 EURO
DA 10.000,16 A 15.000,00 240 EURO
DA 15.000,16 A 25.000,00 320 EURO
DA 25.000,16 A 41.666,66 400 EURO
DA 41.666,83 A 83.333,23 520 EURO
DA 83.333,50 A 166.666,66 600 EURO
oltre 166.666,83 800 EURO
- certificato di origine 40 EURO
- procura commerciale -contratti 400 EURO
- attestazione, procura, simili 40 EURO
- copie delle fatture legalizzate, certificati di origine,
dichiarazioni societarie 40 EURO
Il costo di legalizzazione consolare dei contratti, delle procure per registrazione dei marchi,
brevetti ed invenzioni, per la costituzione di società e dei certificati di iscrizione alla camera di
commercio è di Euro 600.
Costi (indicativi) per la legalizzazione di documenti
59. 59
La certificazione Halal asseconda le necessità del consumatore musulmano: il termine Halal infatti
si riferisce ad un prodotto “lecito”, secondo i criteri e i valori su cui si fonda la stessa Rivelazione
Coranica.
Occorre considerare che per un musulmano osservante la religione è essenzialmente la legge
divina, che comprende non soltanto principi morali universali, ma anche norme particolari su
come l’uomo deve amministrare la propria esistenza: mangiare, generare, dormire.
La certificazione Halal aiuta quindi il consumatore islamico a condurre la propria vita osservando le
proprie leggi religiose.
Applicabile ai più svariati settori - food, cosmesi, tessile e persino alla finanza - la sua adozione è
generalmente un presupposto necessario per esportare prodotti verso paesi islamici. Riguardo agli
Eau, la certificazione Halal è:
>> obbligatoria per la carne e per i prodotti contenenti carne
>> facoltativa per altri prodotti alimentari, per i cosmetici e altri prodotti che possono venire in
contatto con il corpo, e può essere richiesta espressamente dall’importatore
Esportare prodotti con certificazione Halal, anche quando non obbligatoriamente richiesto dalle
dogane emiratine, significa comunque godere un vantaggio commerciale rispetto ad altre aziende
cosmetiche.
Certificazione Halal
60. 60
La certificazione Halal comporta che tutta la filiera di produzione debba essere Halal:
- deve essere evitato anche il solo contatto con prodotti impuri
- in caso di contaminazione l’intero ciclo di produzione deve essere sanificato
- le procedure di igienizzazione e sanificazione della filiera devono essere rigorose e documentate (il riferimento
sono le normative HACCP)
- i prodotti igienizzanti e sanitizzanti, utilizzati sulle linee di produzione e confezionamento non devono avere
alcool tra i loro componenti.
Per un’impresa si aprono quindi due possibilità:
- creare un’apposita linea per i prodotti Halal con linee di produzione dedicate
- programmare la produzione Halal subito dopo la sanificazione degli impianti
Alcune società in Italia che rilasciano la certificazione Halal:
http://www.halalglobal.it/
http://www.halalitalia.org/
http://www.halalitaly.org/
http://www.tuv.it/
Valutare caso per caso a quale società affidarsi (tipologia di prodotto, Paese di destinazione, esperienza della
società nel Paese di esportazione, partnership con associazioni di categoria)
Certificazione Halal
61. 61
Molti prodotti importati negli EAU (apparecchiature elettriche, giocattoli, alimentari, cosmetici, oli
lubrificanti, prodotti chimici, etc.) sono assoggettati agli standard di conformità GCC (Consiglio di
Cooperazione del Golfo) o all’Emirates Conformity Assessment Scheme (ECAS).
Tale conformità dovrà essere appurata in sede di ispezione in dogana al momento dell’arrivo
delle merci, e a seguito di procedura di conformità condotta dalle autorità emiratine.
Tuttavia, per evitare che la procedura venga svolta negli EAU al momento dello sdoganamento delle
merci, è possibile allegare alle merci un certificato di conformità rilasciato da un ente anche
italiano accreditato presso le autorità emiratine (es. IMQ), che potrà ispezionare e certificare la
conformità di tali prodotti agli standard richiesti, ed apporre il relativo marchio (G-mark).
Per alcuni prodotti, è sufficiente allegare una dichiarazione di conformità del produttore.
L’elenco di prodotti regolamentati e degli standard applicabili viene continuamente aggiornato dalla
GSO (GCC Standardization Organization) >> http://www.gso.org.sa/gso-website/?lang=en
Prodotti regolamentati
62. 62
Prodotti da costruzione e gioielli sono regolamentati da norme tecniche richieste dai singoli
emirati.
L’acqua in bottiglia dal 2014 deve avere Il Marchio di Qualità Emirates (EQM).
Anche veicoli e gomme sono disciplinati da standard specifici e devono essere omologati negli
EAU.
L’omologazione è necessaria anche per terminali di apparecchiature radio e di
telecomunicazioni.
I diamanti devono rispettare alcuni criteri (Kimberley Process Certificate e Paese di
provenienza).
Se i prodotti esportati non sono regolamentati da standard specifici, per gli stessi viene
generalmente accettata una dichiarazione del produttore che ne attesti la conformità a
standard internazionali.
Prodotti regolamentati
63. 63
Gli imballaggi esterni devono recare obbligatoriamente il Paese di origine e devono riportare
le eventuali istruzioni per lo stoccaggio e la manipolazione in lingua araba.
In considerazione del fatto che spesso le merci sono stoccate all’aperto durante lo
sdoganamento, gli imballaggi devono essere a prova di pioggia, di escursioni termiche, di
furto e di danneggiamento.
Il Made in va altresì apposto obbligatoriamente sui prodotti, in maniera fissa e inamovibile.
Se il prodotto non lo consente, è ammesso indicare il Paese di origine sull’imballaggio
primario o sull’etichetta del prodotto.
Le informazioni sull’origine della merce devono essere coerenti con quelle indicate nei
documenti commerciali.
Un’etichettatura non conforme o con indicazione di origine diversa rispetto a quella risultante
dai documenti comporta ritardi nello sdoganamento o addirittura obbligo di riesportazione e
sanzioni pecuniarie.
Imballaggio ed etichettatura dei prodotti
64. 64
Sull’etichetta dei prodotti alimentari devono essere contenute le seguenti informazioni:
lista ingredienti *, in ordine decrescente di contenuto, in inglese e anche in arabo (è anche ammessa
la traduzione in arabo da apporre con uno sticker, ma ciò non vale per la data di scadenza)
Contenuto netto
Additivi eventualmente contenuti, indicati con il nome o con la sigla (divieto di utilizzo degli additivi
E104, E105, E107, E123, E131, E124, E142, E924, E952, E1510)
origine di tutti i grassi animali (devono essere di origine halal) **
date di produzione e scadenza (formato gg/mm/anno). Le date non possono essere scritte a mano,
devono essere stampate sulla scatola, possibilmente punzonate
Paese di origine
nome e indirizzo dell’importatore o del distributore
Lotto di produzione
raccomandazioni speciali per la conservazione
eventuali istruzioni per l’uso
*non devono indicare alcun contenuto di alcool
** sono halal tutti i cibi tranne carne di animali già morti al momento della macellazione, sangue, carne
di maiale, carne di animali macellati senza seguire il particolare rituale religioso.
Etichettatura dei prodotti alimentari
65. 65
L’etichetta dei prodotti alimentari deve essere approvata dalla Municipality dell’Emirato di
destinazione.
E’ consigliabile che il packing list includa le date di produzione e scadenza dei prodotti
L'importazione e la vendita di carne di maiale è consentita, ma strettamente regolamentata;
l’etichetta di tali prodotti deve avvertire chiaramente che il prodotto contiene carne di maiale,
non basta indicarlo tar gli ingredienti.
Un prodotto deve avere almeno la metà del suo ciclo di vita di durata residua al momento
dell’importazione; tuttavia, per alcuni prodotti le date di scadenza negli EAU sono stabilite per
legge (elenco di questi prodotti disponibile presso il Food Control Department della
Municipality in cui il prodotto viene importato)
Alcuni prodotti sono esenti dall’indicare date di scadenza (deve essere indicata solo la data di
produzione), es. sale, zucchero bianco, legumi secchi, spezie e altri condimenti, tè e riso
Obbligatoria anche l’etichetta nutrizionale, tranne per alcuni prodotti (poveri di calorie e altri
nutrienti, frutta e verdure fresche, acqua minerale, additivi, prodotti non venduti direttamente
al consumatore, prodotti il cui packaging è inferiore ai 10 cm.)
Se il prodotto è biologico, occorre apporre marchio bio degli Eau (il prodotto è soggetto a
registrazione) e l’etichetta deve indicare ulteriori informazioni
Etichettatura dei prodotti alimentari
66. 66
Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano, a livello mondiale, la seconda piazza di beni contraffatti,
tra i quali medicine, cosmetici, parti di ricambio di auto, CD, telefoni cellulari, abbigliamento e
accessori
Tuttavia, nel Paese esiste una cultura che prevede una forte tutela della proprietà intellettuale, legata alla
legge islamica.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno adottato una legge a tutela dei trademarks solo nel 1992, allorché venne
emanata la legge No. 37/92; nello stesso anno, é stata emanata anche la Legge No. 44/92, emendata dalla
Legge 31/2006, concernente Patents, Industrial Drawings and Designs.
Il processo di registrazione dei marchi è di circa 8 mesi, ma si ritiene un’operazione necessaria
proprio a causa della forte diffusione dei marchi e dei beni contraffatti nel Paese.
Nella registrazione di un trademark negli EAU la violazione anche non intenzionale di regole islamiche può
essere un ostacolo alla registrazione.
Si raccomanda quindi di consultare le fonti locali prima della registrazione di un trademark per verificare se
ragioni legali o di fatto possano vanificare tale registrazione.
Negli Emirati Arabi Uniti si richiede, all’atto della registrazione del trademark, la traduzione ufficiale delle
parole scritte in qualsiasi altra lingua che non sia l’arabo.
Ciò al fine di evitare imbarazzanti errori ove il significato di una parola sia diverso da un Paese ad un altro.
Contraffazione
67. 67
Passaporti, visti e regolamentazioni sanitarie
Per i cittadini provenienti dalla maggior parte dei Paesi europei (Italia compresa) il visto è ottenibile
direttamente alla frontiera di ingresso nel Paese.
La procedura per ottenere un permesso di soggiorno è diversa e più complessa, in quanto legata al possesso di
un contratto di lavoro attraverso uno sponsor locale.
Esiste tuttavia la possibilità di ottenere un visto turistico (Visit Visa) con cui non si può esercitare attività
lavorativa, nella speranza di trovare nel frattempo lavoro e sponsor.
Fino al 6 maggio 2015, il Visit Visa, apposto in aeroporto, permetteva ai cittadini italiani di soggiornare negli EAU
per 30 giorni ed era eventualmente rinnovabile di altri 30 giorni con il pagamento di una tassa di AED 600
presso le Autorità locali di immigrazione.
A partire dal 7 maggio 2015, invece, è entrato in vigore l’esenzione dal visto EAU per soggiorni brevi (sino
a 90 giorni ogni 180) a favore dei cittadini UE che intendano recarsi negli Emirati Arabi Uniti.
Si evidenzia che tale modifica potrebbe rendere più difficile la pratica, comunque sempre sconsigliata e di fatto
elusiva delle norme di immigrazione emiratine, di prolungare i soggiorni senza visto attraverso viaggi lampo in
Oman.
Prima dell' ingresso nel Paese non è necessario sottoporsi ad alcuna vaccinazione sanitaria.
Info pratiche
68. 68
Ora locale
+3h rispetto all'Italia (GMT+4); +2h quando in Italia vige l'ora legale (GMT + 3).
Festività ufficiali e orari
Molte delle festività locali si basano sul calendario islamico, che segue le fasi lunari.
Questo comporta la presenza di variazioni significative nel calendario delle festività da un anno all'altro.
Nel mese sacro del Ramadan, i fedeli di religione islamica osservano un digiuno totale (cibo e acqua) dall'alba al
tramonto. Anche i non musulmani sono tenuti ad astenersi dal consumare in pubblico cibo, bevande e tabacco.
Si suggerisce di verificare inizio e fine del Ramadan, mutevole ogni anno in base al calendario lunare. Gli
orari di uffici, negozi e ristoranti cambiano sensibilmente.
Si sconsiglia agli operatori stranieri una visita per affari nel Paese durante questo periodo, soprattutto se si
tratta del primo approccio con la realtà locale
Il fine settimana inizia il venerdì - giorno sacro per i musulmani - e si protrae per tutta la giornata del sabato.
Gli uffici pubblici sono aperti in genere dalle 7.30 alle 14.30 (nei mesi invernali) o dalle 7 alle 13 (nei mesi estivi);
ultimamente il settore pubblico sta cambiando, garantendo l'apertura di alcuni uffici anche nel pomeriggio.
La maggior parte degli uffici e delle società private sono aperti dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 19. Le banche sono
aperte anche di sabato.
I souk (i tradizionali mercati arabi) e i supermercati rimangono in genere aperti dalle 10 alle 23.
Info pratiche
69. 69
Info pratiche
.
La morale islamica e i comportamenti da adottare
E' opportuno ricordare che la legge locale considera reati e punisce i rapporti al di fuori dal matrimonio e la
convivenza more uxorio.
Si consiglia di mantenere in pubblico un comportamento composto, in particolare fra uomo e donna, e di evitare
effusioni e atteggiamenti che potrebbero urtare la suscettibilità' e la morale locale.
Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese molto tollerante, soprattutto se comparato ad altri Paesi dell'area
mediorientale: per le donne straniere non è quindi obbligatorio il velo, ma sono auspicabili un abbigliamento ed
un atteggiamento sobri che non offendano i sentimenti di un Paese islamico.
Il consumo di alcool è consentito, con alcune limitazioni, solo ai non musulmani e solo all' interno di strutture
dotate di apposita licenza, come ristoranti ed alberghi. Guidare dopo aver consumato anche una modesta
quantità di alcool è un reato (tolleranza zero), per il quale è prevista anche la carcerazione.
Sobrietà nei comportamenti, decenza nell'abbigliamento e attenzione al consumo di alcool sono
necessari soprattutto nelle aree e nelle città più tradizionaliste degli Emirati: a fronte di una realtà aperta
e tollerante come Dubai, infatti, esistono emirati (come Sharjah o la stessa capitale, Abu Dhabi) dove il
consumo di alcool è ulteriormente limitato o addirittura proibito (Sharjah) e dove è opportuna una
maggiore attenzione nei confronti della morale islamica e delle abitudini locali.
70. 70
Info pratiche
.
Farmaci e sostanze psicotrope
Negli Emirati il possesso, il consumo, l'importazione e la produzione di sostanze stupefacenti - anche se in
quantità minime - sono vietati e severamente puniti.
Le Autorità locali hanno inasprito i controlli sui farmaci: si consiglia quindi di munirsi di apposita ricetta medica
tradotta in lingua inglese.
Chi assume medicinali contenenti oppiacei deve possedere - anche nel caso di semplice transito nel Paese - un
certificato medico che ne giustifichi l'importazione nel Paese a scopo terapeutico, attestando che le quantità
sono proporzionate alla prescrizione medica.
La lista completa delle sostanze controllate può essere verificata direttamente all'Ambasciata degli Emirati Arabi
Uniti a Roma.
Pesi e misure
La maggioranza delle imprese ha familiarità sia con il sistema di misura anglosassone (generalmente più usato)
che con quello metrico. Solo occasionalmente vengono usate unità di misura locali, mai per il commercio
internazionale.
Energia elettrica
La tensione dell'elettricità erogata a Dubai è di 380/220 volt. La tariffa ad uso domestico è di 7,5 Fils (circa 2,5
centesimi di euro) per KWH per i locali e 20 fils (circa 6,5 centesimi di euro) per i non locali; l'allaccio viene
effettuato prontamente. Per gli usi industriali la tariffa è di 20 Fils per KWH.
71. 71
Informazioni generali sul Paese
Ambasciata italiana ad Abu Dabhi>> http://www.ambabudhabi.esteri.it/
Consolato in Italia degli EAU>> http://www.consdubai.esteri.it/Consolato_Dubai
Informazioni utili per viaggiare
Farnesina>> http://www.viaggiaresicuri.it/index.php?emirati_arabi_uniti
Schede Paese
Farnesina>> http://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=102;
ICE>> www.italtrade.com
Unioncamere>> http://www.mercatiaconfronto.it/
Opportunità di affari e info commerciali
Associazione industriali negli EAU>> www.ibcdubai.ae
Camera di commercio italiana negli EAU>> http://www.emiratiarabiuniti.org/
Camera di commercio italo-araba >> http://www.cameraitaloaraba.org/
Siti utili per approfondimenti
72. 72
Rischi e opportunità di business, dati economici
SACE>> http://www.sace.it/
Economist Intelligence Unit>> http://www.eiu.com/
Fondo monetario internazionale (FMI)>> http://www.imf.org/external/index.htm
OCSE>> http://www.oecd.org/
CIA World Factbook>> https://www.cia.gov/
UAE Interact >> http://www.uaeinteract.com/italian/
Doing Business>> http://www.doingbusiness.org/
Sito ICE: link utili
E ancora: EU, Banca Mondiale, Transparency International, Heritage Foundation, Unimondo,
ISPI, etc.
Siti utili per approfondimenti
73. Le città emiratine sono cosmopolite, ma la maggior parte della popolazione è composta da
musulmani.
Ė quindi consigliabile evitare di mostrare immagini di maiali (nei cataloghi, sui prodotti, ecc…) o
di donne in abiti discinti.
Durante i meeting è cortesia accettare le bevande che vengono offerte.
Ė proibito bere alcol in luoghi pubblici.
Ė importante rispettare la festività del Ramadan e tener presente che la settimana lavorativa va
dalla domenica al giovedì.
Ė preferibile mantenere i rapporti tramite periodici contatti personali, piuttosto che con le sole
telefonate o email.
Evitare manifestazioni d’affetto in pubblico.
Al cospetto di una donna locale, attendere che sia lei a porgere la mano
EAU Business Etiquette
74. Rischio mancato pagamento
Controparte
sovrana
MIN
X MAX
Controparte
bancaria
MIN X MAX
Controparte
corporate
MIN X MAX
Rischio politico normativo
Trasferimento MIN X MAX
Esproprio MIN X MAX
Violenza
politica
MIN X MAX
SACE colloca gli EAU nella categoria OCSE 3 su 71.
Non ci sono restrizioni per le Condizioni di Assicurabilità, con apertura a tutti i tipi di operazione.
Il rischio è classificato come M1 (ovvero di grado medio-basso).
75. Opportunità
Burocrazia MIN X MAX
Tasse e dazi e
dogane
MIN X MAX
Costo lavoro MIN X X MAX
Corruzione MIN X MAX
Instabilità
politica
MIN X MAX
Indicatori Business Climate
2015 2015 2014
DOING BUSINESS INDEX OF ECONOMIC
FREEDOM
CORRUPTION
PERCEPTIONS
22°
SU 189
25°
SU 144
25°
SU 175
77. 77
Una breve stima dei costi necessari per avviare un’impresa negli UAE (fonte: Farnesina).
– Redazione documenti legali per LLC in inglese/arabo e notarizzazione presso corte di Dubai: Fino a 15.000
AED
(ca 3.150 €)
– Licenza e registrazione (dipende da attività, nome, soci): 10.000 AED (circa 2.100 €)
– Market fee (tassa municipale sugli affitti): 5% dell’affitto annuale
– Immigration & Labour Establishment Cards: 10.000 AED
– Compenso allo sponsor locale annuale (mediamente): 50.000 AED (circa 10.500 €)
– Altri costi (certificato degli auditori): 2.500 AED (ca 525 €)
– Affitto uffici: in base alla zona (50-400 AED / piede quadro “sq. ft.”) (10-84 €)
– Affitto capannoni: in base alla zona (15-50 AED / sq ft) (3-10 €)
– Costi di visto di residenza e permesso di lavoro: 10.000 AED a persona
– Audit annuale: in base al voluto e d’affari
Accesso al mercato - Fare impresa negli EAU
Per popolazione, attualmente il primo emirato è Dubai, con più di 2 milioni di abitanti, seguito da Sharjah, con 1,2 milioni di abitanti e infine da Abu Dabhi, con 1,1 milione di abitanti. Difficile comunque avere un numero rpeciso di abitanti, data l’alta percentuale di immigrazione e di mobilità.
Per popolazione, attualmente il primo emirato è Dubai, con più di 2 milioni di abitanti, seguito da Sharjah, con 1,2 milioni di abitanti e infine da Abu Dabhi, con 1,1 milione di abitanti. Difficile comunque avere un numero rpeciso di abitanti, data l’alta percentuale di immigrazione e di mobilità.
Per popolazione, attualmente il primo emirato è Dubai, con più di 2 milioni di abitanti, seguito da Sharjah, con 1,2 milioni di abitanti e infine da Abu Dabhi, con 1,1 milione di abitanti.
Per popolazione, attualmente il primo emirato è Dubai, con più di 2 milioni di abitanti, seguito da Sharjah, con 1,2 milioni di abitanti e infine da Abu Dabhi, con 1,1 milione di abitanti.
Rapporti ambigui con Iran
Coltivare localmente a scopo alimentare costa in media fino a 3-4 volte in più rispetto all’importazione degli stessi prodotti, ma d’altro canto in questo modo il Paese è sensibilmente esposto alla fluttuazione globale dei prezzi negli stati esportatori;
Per ovviare a tale situazione, fin dal 1994 il governo ha fatto investimenti nel settore ed ora si contano in tutti gli Emirati oltre 150 impianti di trasformazione alimentare.
per gli stessi fattori che hanno visto un visto un aumento nei consumi e quindi di import dei prodotti agroalimentari: notevole aumento della popolazione negli Emirati Arabi Uniti, la crescita economica, l’aumento del reddito pro capite e i crescenti flussi turistici
Numerose, negli Emirati Arabi Uniti, sono le fiere dedicate al settore. Fra le fiere principali figurano: Gulfood Fair for food service and hospitality
Dubai SIAL Middle East Food International Trade Fair
Abu Dhabi Seafood Expo Seafood processing exhibition
Dubai WOP International trade fair for fresh products
Dubai Halal Expo Exhibition for halal products and services
Dubai Speciality Food Fair The gourmet products festival
Dubai Sweets & Snacks Middle Eas International trade fair for the confectionery industry
Dubai Drink technology Expo Beverage Industry Professionals
Considerato che gli Emirati sono considerati uno dei migliori luoghi per il business in termini di logistica, comunicazione e infrastruttura finanziaria, il Paese potrebbe diventare una buona scelta per quanto riguarda la creazione di uffici e magazzini delle principali firme nell’export dell’abbigliamento.
Bandi internazionali ma pubblicizzati solo sui siti web dalle municipalità dche li pubblicano (Abu Dhabi)
MASDAR CITY
Figura dello sponsor e dell’agente / ruolo diverso dell’agente commerciale
Tuttavia ci sono diverse barriere non tariffarie. Esiste inoltre una losta periodicamente aggiornata relativa alle merci proibite (es. sacchetti di plastica non biodegradabile, OGM)
Deve essere indicata la stessa origine su tutti i documenti commerciali
Barriere non tariffarie
Barriere non tariffarie
Per quanto riguarda le creme e altri prodotti cosmetici, il problema non è tanto legato ai derivati suini, quanto alla presenza di alcol etilico, sostanza naturalmente vietata dalla sharia o legge islamica, e quindi haram. L’alcool sotto forma di etanolo potrebbe essere contenuto anche in profumi, fragranze ed acque distillate, in tonici e altri prodotti struccanti, lozioni per capelli, viso, corpo.
Barriere non tariffarie
Barriere non tariffarie
Data di scadenza nel formato dd/mm/yyyy per i prodotti che hanno meno di tre mesi residui di durata, mm/yyyy per gli altri.
Dispositivi medici, prodotti del tabacco, pesticidi hanno etichettatura regolamentata
Per informazioni commerciali, opportunità d’affari, servizi, turismo, etc.
Per informazioni commerciali, opportunità d’affari, servizi, turismo, etc.