1. GESTIONE CLINICA DELLA SPASTICITA’ IN PAZIENTI CON ICTUS TRAMITE
ENERGIA VIBRATORIA DI BASSA AMPIEZZA: STUDI PRELIMINARI
F.Camerota, A.Cometa, V.Di Cesare, C.Massaro, F.Costabile, P.Scettri, G.M.Filippi*, R.Procaccianti, V.Santilli
Cattedra di Medicina Fisica e Riabilitazione, Università “La Sapienza”, Roma
*Cattedra di Fisiologia Umana, Università Cattolica ,Roma
Introduzione
Attualmente nella gestione clinica della spasticità post-ictus le strategie terapeutiche sono molteplici ma non sono disponibili modelli
basati sull’evidenza universalmente accettati e molto spesso l’approccio è di tipo logico e pragmatico(1). Negli ultimi anni 40 la vibrazione
meccanica è stata largamente utilizzata a fini di ricerca per comprendere il funzionamento del sistema propriocettivo e degli effetti sul
SNC(2). L’energia vibratoria si caratterizza per la possibilita’ di ottenere una potente esaltazione della sensibilita’ propriocettiva nel
territorio muscolare trattato, utilizzando stimoli adeguati ai propriocettori meccanici(3). Solo recentemente più autori hanno dimostrato che
variando la frequenza di stimolazione (tra 80 e 120 Hz), e per una durata di tempo di alcuni minuti, è possibile indurre effetti persistenti
sulla riduzione della spasticità per molte ore o alcuni giorni(4). Dunque, la modalita’ di esposizione all’energia meccanica puo’ costituire
uno stimolo adeguato a sviluppare un rinforzo prolungato nel tempo del circuito nervoso, esaltando precocemente e nel tempo la funzione
propriocettiva mediante paradigmi di condizionamento(5).
Materiali e metodi
Nove soggetti di età compresa tra i 45 ed i 85 anni, il cui evento ictale risaliva ad un periodo superiore ai 12 mesi ed affetti da spasticità
dell’arto superiore con scala Ashworth > o = 2. L’energia vibratoria è stata applicata a carico dei muscoli flessori del polso, delle dita, sul
bicipite brachiale, sul grande rotondo. Il gruppo è stato sottoposto a sequenze di microperturbazioni meccaniche isometriche ad andamento
sinusoidale caratterizzate da una frequenza costante di 100 Hz, un’oscillazione di forze di 0,5-1 N, uno spostamento picco-picco < a 20
µm, applicate per via percutanea sui gruppi muscolari precedentemente descritti. Il trattamento è stato eseguito con uno strumento
specifico (CRO-SYSTEM Patent Pending, fornito dalla NEMOCO srl). I muscoli sottoposti a stimolazione meccanica venivano mantenuti
in uno stato di contrazione isometrica volontaria, per 30 minuti di trattamento al giorno (suddivisi in tre serie da 10 minuti consecutivi,
intervallate da una pausa di circa 30 secondi). Le applicazioni sono state effettuate per 3 giorni consecutivi per ciascun paziente e ripetute
successivamente a distanza di 8 settimane. Tre soggetti sono stati valutati, prima del trattamento, subito dopo il termine dello stesso e a
distanza di 8 settimane, mediante la somministrazione della scala di Ashworth modificata, il Motricity Index, la scala FIM e la Wolff
Motor Assessment Scale (WHFT)(7). I rimanenti 6 soggetti hanno eseguito soltanto il primo ciclo con energia vibratoria e sono in corso di
valutazione.
Pz. 1 Pz. 2 Pz. 3 Risultati
In tutti i pazienti trattati si è osservato, già al termine del primo ciclo di
PRE- POST- PRE- POST- PRE- POST- trattamento, un considerevole decremento del tono muscolare, una riduzione della
tratt tratt* tratt tratt* tratt tratt*
rigidità in flessione del gomito, del polso e delle dita, un maggior controllo dei
Motricity
movimenti in estensione della mano plegica (con un evidente consolidamento dopo
73 77 85 92 76 84
Index 4 settimane e un mantenimento dei risultati ad 8 settimane). Tutto questo si traduce
in un evidente miglioramento della performance del soggetto nell’esecuzione di
Scala
121 126 118 124 120 122 semplici attività che risultavano prima del trattamento gravemente compromesse
FIM
(miglioramento della prensione e della destrezza manuale al test di WHFT). In un
WHFT 49 58 55 60 46 53 paziente è stata rilevata, inoltre, una consistente diminuzione del dolore a carico
del polso e delle dita (VAS da 10 a 6).
LP, aa 69 Ictus Novembre 2004, Pre-trattamento Post-trattamento
Conclusioni
I risultati di questo lavoro sperimentale, seppure disponiamo di dati preliminari, suggeriscono l’efficacia del trattamento con energia
vibratoria di bassa ampiezza nel recupero funzionale e motorio dell’arto superiore in pazienti affetti da ictus ischemico cronico. A
tale quadro funzionale si aggiunge una maggiore consapevolezza dell’arto colpito, una facilitazione nello svolgimento del compito
motorio, una maggiore fluidità del movimento a carico del polso e delle dita nonché una incrementata forza muscolare.
Bibliografia
1.Thompson A.J.; Clinical Management of spasticity. J Neurol. Neurosurg. Psychiatry 2005; 76:459-63
2. Hagbart KE, Eklund G: The effect of muscle vibration in spasticity, rigidity, and cerebellar disirder. J Neurol Neurosurg Psychiat 1968; 31: 207-13
3.Rosenkranz k; Differential effect of muscle vibration on intracortical inhibitory circuits in humans. J Physiol 2003; 551:649-660
4.Rollnik JD; Muscle vibration and prefrontal repetitive transcranial magnetic stimulation. Muscle Nerve 2001; 24(1): 112-5
5. Segal RL; Operant conditioning of spinal stretch reflexes in patients with spinal cord injuries. Exp Neurol 1994; 130(2):202-13
6. Kandel ER; Principles of Neurosciences Elsevier NY 1991; 1009-103114
7. Steven L.Wolf; Assessing Wolf Motor Function Test as outcome measure for research in patient after stroke. Stroke 2001; 32:1635