1. 1Prevenzione incendi02/02/00
Conoscenze di base inerenti leConoscenze di base inerenti le
cause, le dinamiche e lecause, le dinamiche e le
conseguenze di un incendio dalconseguenze di un incendio dal
punto di vista chimico,punto di vista chimico,
fisico e tecnicofisico e tecnico
Corso per tecnici riconosciuti in materia di
protezione preventiva antincendio
Progetto Albatros Manuali per la formazione
4. 4Prevenzione incendi02/02/00
Gli agenti estinguentiGli agenti estinguenti
Azioni estinguenti
CLASSE DEL
FUOCO
TIPO DI FUOCO
A Solidi con formazione di brace
B Liquidi infiammabili
C Gas infiammabili
D Metalli e leghe leggere
5. 5Prevenzione incendi02/02/00
Classi dei fuochiClassi dei fuochi
• Carta
• Legna
• Trucioli
• Stoffa
• Rifiuti
• Bitumi grassi
• Paglia
• Stracci unti
• Carbonella
• Celluloide
• Materie
plastiche
• Tutto quanto
forma brace
• Benzina
• Alcool
• Olii pesanti
• Vernici
• Resine
• Fenoli
• Trementina
• Solidi che
possono
liquefarsi
• Liquidi
infiammabili
• Metano
• Cloro
• Gas
illuminante
• Acetilene
• Propano
• Idrogeno
• Cloruro di
metile
• Gas
infiammabili
• Magnesio
• Potassio
• Fosforo
• Sodio
• Electron (Al - Mg)
• Carburi
• Metalli
infiammabili
6. 6Prevenzione incendi02/02/00
Concetti base della combustioneConcetti base della combustione
Accensione ed energia di innesco
Temperature di autoaccensione
Sostanza T °C Sostanza T °C
Metano 537 Legno (igniz. pilotata) 160 - 180
Propano 450 Legno (igniz. spontanea) 190 - 260
Esano 225 Benzina 429
Toluolo 480 Ammoniaca 651
Eptano 204 Caffè 360
Alcool etilico 363 Zolfo (polvere) 190
Acetone 465 Zucchero (polvere) 370
Cloruro butilico 240 Polipropilene (polvere)420
7. 7Prevenzione incendi02/02/00
Concetti base della combustioneConcetti base della combustione
I prodotti di combustione
Sostanza Composti tossico nocivi
derivanti dalla combustione
• PVC CO, HCl (acido cloridrico), Benzene, Toluene
• Poliammidi CO, HCN (acido cianidrico)
• Poliesteri CO, HCN (acido cianidrico), HCl (per i
materiali clorurati)
• Resine fenoliche CO, fenolo e derivati
• Poliacrilici CO, metacrilato di metile
• Polistirene CO, toluene - stirene - benzene (idrocarburi
aromatici)
• Legno e derivati CO
• Lana CO, HCN (acido cianidrico)
8. 8Prevenzione incendi02/02/00
Classi dei fuochiClassi dei fuochi
Campo di infiammabilità
NO
C < LIE
SI
LIE < C < LSE
NO
C > LSE
Campo di esplosività
del metano al variare
di T e P
9. 9Prevenzione incendi02/02/00
t
T
3 0 0 - 4 0 0 ° C
A
B
I I I I I I
Effetti fisici dell’incendioEffetti fisici dell’incendio
Le fasi dell’incendio
Legenda
A: Innesco
B: Flash over
I: Fase di sviluppo
II: Fase di incendio generalizzato
III: Fase di estinzione
10. 10Prevenzione incendi02/02/00
Alcune definizioni
Pericolo di incendio:Pericolo di incendio: proprietà o qualità intrinseca di
determinati materiali o attrezzature, oppure di metodologie e
pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, che
presentano il potenziale di causare un incendio.
Rischio di incendio:Rischio di incendio: probabilità che venga raggiunto il livello
potenziale di accadimento di un incendio, nonché le
conseguenze dell’incendio sulle persone e sulle cose
presenti.
Valutazione dei rischi di incendio:Valutazione dei rischi di incendio: procedimento di valutazione
dei rischi in un luogo di lavoro, derivanti dalle circostanze
del verificarsi di un incendio o di una situazione di pericolo
di incendio.
11. 11Prevenzione incendi02/02/00
Le principali cause di incendioLe principali cause di incendio
Quadro riassuntivo
Cause di incendio - Aspetti rilevanti
• ERRORE UMANO
• INCENDIO DOLOSO
• MANCANZA DI PROCEDURE
• ANALISI CAUSE POTENZIALI DI INCENDIO E RIMEDI CONSEGUENTI
• SEQUENZE INCIDENTALI (CONCATENAZIONE DI EVENTI)
13. 13Prevenzione incendi02/02/00
Prevenzione incendi:Prevenzione incendi:
definizione e scopidefinizione e scopi
Gli obiettivi di prevenzione incendi
Numero Obiettivo
0
Ridurre le occasioni di incendio (prevenire
l’incendio)
1
Garantire la capacità portante dei manufatti per
un periodo di tempo determinato
2
Limitare la propagazione del fuoco e dei fumi
all’interno delle opere
3
Limitare la propagazione del fuoco ad opere o
materiali vicini
4
Consentire agli occupanti di lasciare l’opera in-
denni o di essere soccorsi altrimenti
5
Considerare la sicurezza delle squadre di soc-
corso
14. 14Prevenzione incendi02/02/00
Le misure di prevenzione incendiLe misure di prevenzione incendi
Inquadramento classico (prevenzione - protezione)
MISURE DI SICUREZZA
Incolumità delle persone, riduzione delle
perdite di materiali
PREVENZIONE
Evitare l’insorgere dell’incendio.
PROTEZIONE CONTRO
L’INCENDIO
Limitare le conseguenze
dell’incendio.
• Corretta destinazione d’uso
dei locali. PROTEZIONE PASSIVA PROTEZIONE ATTIVA
• Limitazione del carichi di
incendio. • Corretta ubicazione • Realizzazione di impianti di
• Corretta realizzazione delle dell’attività. rivelazione automatica di
aree a rischio specifico. • Interposizione di idonee incendio.
• Esecuzione degli impianti distanze di sicurezza. • Realizzazione di impianti di
tecnologici a regola d’arte. • Realizzazione di elementi allarme.
• Manutenzione degli impianti strutturali resistenti al fuoco. • Realizzazione di impianti di
tecnologici. • Compartimentazione congrua controllo e scarico dei fumi.
• Rispetto dei divieti e delle con il carico d’incendio. • Realizzazione di impianti fissi
condizioni di esercizio. • Corretta organizzazione di spegnimento.
• Istruzione del personale sul planovolumetrica
dell’edificio.
• Realizzazione di impianti di
comportamento da tenere per
• Idonea areazione dei locali.
alimentazione elettrica di
prevenire l’incendio.
• Realizzazione di superfici di
emergenza.
• Realizzazione di idonei
minor resistenza.
• Realizzazione di impianti di
sistemi di ventilazione.
• Corretta realizzazione dei
illuminazione di sicurezza.
sistemi di vie d’uscita
• Addestramento del personale
• Adozione di materiali
all’impiego dei mezzi
classificati in base alla
antincendio.
reazione al fuoco.
• Istruzione della squadra di
vigilanza.
• Adozione di idonei sistemi
portatili di estinzione.
15. 15Prevenzione incendi02/02/00
La protezione attivaLa protezione attiva
Mezzi di primo spegnimento
Criteri di distribuzione estintori portatili
SUPERFICIE PROTETTA DA UN
ESTINTORE (m2
)TIPO DI
ESTINTORE Rischio
basso
Rischio
medio
Rischio
elevato
13 A - 89 B 100 - -
21 A - 113 B 150 100 -
34 A - 144 B 200 150 100
55 A - 233 B 250 200 200
16. 16Prevenzione incendi02/02/00
La protezione attivaLa protezione attiva
Mezzi per l’estinzione dell’incendio
(classificazione)
• estintori
• rete idrica antincendi: idranti
naspi
• impianti di rivelazione automatica d’incendio
• impianti di rivelazione automatica di fumo
• impianti di rivelazione automatica di gas
• impianti di spegnimento automatici
• dispositivi di segnalazione e d’allarme
• impianti localizzati di estinzione
• evacuatori di fumo e calore
17. 17Prevenzione incendi02/02/00
La protezione attivaLa protezione attiva
Squadre antincendio aziendali
Controlli per la sicurezza antincendio
PERIODICITA' CONTROLLO
GIORNALIERO vie di esodo, uscite di emergenza
SETTIMANALE
sistemi rilevazione fumi/gas (check-up da
centralina), motopompe ed elettropompe
antincendio
QUINDICINALE accessibilita' estintori, idranti, naspi
MENSILE
illuminazione di sicurezza, sistemi di allarme-
blocco, gruppo elettrogeno
SEMESTRALE
estintori, idranti, naspi, impianti antincendio fissi,
sistemi rilevazione fumi/gas (check-up
completo), linee gas, squadra antincendio
aziendale
ANNUALE
evacuazione, prova a fuoco, riunione di
sicurezza
18. 18Prevenzione incendi02/02/00
La protezione attivaLa protezione attiva
I piani di emergenza (1)
CONTENUTO DEI PIANI DI EMERGENZA
1) azioni che si devono mettere in atto in caso di incendio;
2) procedure per l'evacuazione del luogo che devono essere attuate dalle
persone presenti;
3) disposizioni per chiedere l'intervento dei vigili del fuoco e per fornire le
necessarie informazioni al loro arrivo;
4) specifiche misure per assistere le persone disabili.
5) identificazione di un adeguato numero di persone incaricate di
sovrintendere e controllare l'attuazione delle procedure previste.
6) doveri del personale di servizio incaricato di svolgere specifiche mansioni
con riferimento alla sicurezza antincendio, quali per esempio: telefonisti,
custodi, capi reparto, addetti alla manutenzione, personale di sorveglianza;
7) doveri del personale cui sono affidate particolari responsabilità in caso di
incendio;
19. 19Prevenzione incendi02/02/00
La protezione attivaLa protezione attiva
I piani di emergenza (2)
CONTENUTO DEI PIANI DI EMERGENZA
8) provvedimenti necessari per assicurare che tutto il personale sia informato sulle
procedure da attuare;
9) specifiche misure da porre in atto nei confronti dei lavoratori esposti a rischi
particolari;
10) specifiche misure per le aree ad elevato rischio di incendio;
11) planimetria nella quale siano riportati:
- caratteristiche distributive del luogo, con particolare riferimento alla destinazione delle
varie aree, alle vie di esodo ed alla compartimentazioni antincendio;
- tipo, numero ed ubicazione delle attrezzature ed impianti di estinzione degli incendi;
- ubicazione degli allarmi e della centrale di controllo;
- ubicazione dell'interruttore generale dell'alimentazione elettrica, delle valvole di
intercettazione delle adduzioni idriche, del gas e di altri fluidi combustibili.
20. 20Prevenzione incendi02/02/00
La protezione passivaLa protezione passiva
Compartimentazione
FUNZIONE DI UNA PARETE TAGLIAFUOCO:
• Impedire la propagazione dell’incendio ad altro compartimento
• Impedire la propagazione del fumo ad altro compartimento
• Impedire la propagazione del calore ad altro compartimento
• Resistere ad azioni meccaniche ed urti durante l’incendio
• Impedire perdite e trafilamenti di fumo
21. 21Prevenzione incendi02/02/00
La protezione passivaLa protezione passiva
Evacuatori di fumo e calore (1)
DEFINIZIONE DI EVACUATORE DI FUMO E DI
CALORE
Apparecchiatura destinata ad assicurare, in caso di
incendio ed a partire da un dato istante,
l’evacuazione dei fumi e dei gas caldi con capacità
predeterminata e con funzionamento naturale
22. 22Prevenzione incendi02/02/00
La protezione passivaLa protezione passiva
Evacuatori di fumo e calore (2)
SCOPO DEGLI EVACUATORI DI FUMO E DI CALORE
•Agevolare lo sfollamento delle persone presenti
•Agevolare l’azione dei soccorritori
•Rendere più rapida ed efficace l’azione degli addetti alla lotta all’incendio
•Proteggere le strutture e le merci dall’azione del fumo e dei gas caldi,
riducendo o procastinando nel tempo il rischio di collasso delle strutture
portanti
•Ritardare o evitare l’incendio a pieno sviluppo (flash-over)
•Ridurre i danni provocati dai gas di combustione e da eventuali sostanze
tossiche o corrosive originate dall’incendio
23. 23Prevenzione incendi02/02/00
Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO BASSO
Si intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro o
parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso
di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono
scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in
cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello
stesso è da ritenersi limitata.
24. 24Prevenzione incendi02/02/00
Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO MEDIO
Si intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro o
parte di essi, in cui sono presenti sostanze infiammabili e/o
condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo
sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la
probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi
limitata.
25. 25Prevenzione incendi02/02/00
Definizioni del rischio di incendio
RISCHIO ELEVATO
Si intendono a rischio di incendio elevato i luoghi di lavoro
o parte di essi, in cui, per presenza di sostanze altamente
infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio
sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella
fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione
delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione
come luogo a rischio di incendio basso o medio
27. 27Prevenzione incendi02/02/00
Gli obiettivi di sicurezza
FREQUENZA (PROBABILITÀ) - F
1 2 3
3 3 6 9
MAGNITUDO - “M” 2 2 4 6
1 1 2 3
Legenda:
9 Alto:
Area in cui individuare e programmare miglioramenti con interventi
di protezione e prevenzione per ridurre sia la probabilità che il dan-
no potenziale
6 Medio:
Area in cui individuare e programmare miglioramenti con interventi
di protezione e prevenzione per ridurre prevalentemente o il danno
potenziale o la probabilità
1 - 4 Basso: Area in cui verificare che i pericoli potenziali siano sotto controllo
28. 28Prevenzione incendi02/02/00
All. 1 - Stima del rischio
I criteri di confronto
Stima delle probabilità di accadimento
Valore Livello Definizioni - Criteri
3
Altamente pro-
babile
• Esiste una correlazione tra la mancanza rilevata
ed il verificarsi del incendio ipotizzato.
• Si sono già verificati danni per la stessa mancan-
za rilevata nella stessa Azienda o in Azienda si-
mile o in situazioni operative simili (analisi stori-
ca).
• Il verificarsi del danno conseguente alla mancan-
za rilevata non susciterebbe alcuno stupore in
Azienda.
2 Probabile
• La mancanza rilevata può provocare un incendio
anche se non in modo automatico o diretto.
• È noto qualche episodio in cui alla mancanza ha
fatto seguito il incendio.
• Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una
moderata sorpresa in Azienda.
1 Improbabile
• La mancanza rilevata può provocare un incendio
per la concomitanza di più eventi indipendente-
mente poco probabili.
• Non sono noti episodi già verificatisi.
• Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità in
Azienda.
29. 29Prevenzione incendi02/02/00
All. 2 - Stima del rischio
I criteri di confronto
Stima delle conseguenze
Valore Livello Definizioni - Criteri
3 Grave
• Incendio catastrofico senza possibilità di inter-
vento dei VVF.
• Danni irreparabili alla produzione e/o alle struttu-
re.
• Danni alle persone con effetti letali e/o invalidanti.
2 Medio
• Incendio che richiede l’intervento di squadre or-
ganizzate o, meglio, dei VVF.
• Danni ai macchinari con fermo produzione di al-
cuni giorni; danni strutturali ripristinabili.
• Danni alle persone con effetti reversibili.
1 Lieve
• Incendio di piccola entità, con possibilità di inter-
vento da parte di ogni addetto.
• Danni lievi ai macchinari di processo o alle strut-
ture.
• Danni alle persone con effetti rapidamente rever-
sibili.
30. 30Prevenzione incendi02/02/00
All. 3 - Identificazione dei rischi
Le check list
COMPARTIMENTO: Rischio
A
Presenza di sostanze
combustibili o infiamma-
bili
N° Rischio complessivo Verifica Basso Medio Alto
1
Esistono materie e prodotti infiammabili o esplo-
denti
2
Esistono macchinari che contengono sostanze in-
fiammabili o esplodenti.
3
Esiste un accumulo contemporaneo di sostanze
combustibili ed infiammabili
4
Esistono spazi chiusi (locali o recipienti) in cui pos-
sono essere presenti vapori infiammabili senza ido-
nei sistemi di aspirazione o ventilazione
5
Nei locali di lavorazione è presente una quantità di
prodotti infiammabili o esplosivi superiore a quella
minima compatibile con le esigenze di produzione
6
I depositi di sostanze infiammabili o esplodenti sono
adeguatamente segnalati
31. 31Prevenzione incendi02/02/00
Il rischio residuo
Rischio o rischi (inerenti ai locali o allaRischio o rischi (inerenti ai locali o alla
natura delle lavorazioni) che permangononatura delle lavorazioni) che permangono
una volta applicate tutte le procedure peruna volta applicate tutte le procedure per
l’identificazione, l’eliminazione, la riduzionel’identificazione, l’eliminazione, la riduzione
ed il controllo dei pericolied il controllo dei pericoli
Notas do Editor
Se si analizzano le procedure che si debbono seguire per l’identificazione del pericolo di incendio, in primo luogo si dovrà verificare se sono presenti i fattori che producono un incendio.
Tutti sappiamo che quelli necessari per l’attivazione delle fiamme sono tre:
il comburente (aria nella maggior parte dei casi, in situazioni particolari: ossigeno, ozono, cloro, fluoro, vapori di acqua ossigenata, ecc.);
il combustibile (idrogeno, idrocarburi o altra sostanza organica, ammoniaca, carbone, polvere metallica, ecc.);
l’innesco inteso come energia di attivazione.
La valutazione del rischio di incendio è il procedimento che analizza la probabilità che sia raggiunto il limite potenziale di danno nelle condizioni di normale impiego o esposizione di: sostanze o attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, che abbiano proprietà o qualità intrinseche di pericolo.
Rientrano in tale categoria di rischio quelli non classificabili nele altre due categorie e dove, in generale, sono presenti sostanze scarsamente infiammabili, dove le condizioni di esercizio offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non sussistono probabilità di propagazione delle fiamme.
A titolo esemplificativo rientrano in tale categoria:
a) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente all&apos;aperto.
b)
Esempi di luoghi a rischio elevato possono essere:
- aree dove i processi lavorativi comportano l&apos;utilizzo di sostanze altamente infiammabili, di fiamme libere, o la produzione di notevole calore in presenza di materiali combustibili,
- aree dove c&apos;è deposito o manipolazione di sostanze chimiche che possono produrre reazioni esotermiche o gas e vapori infiammabili
- aree dove vengono depositate o manipolate sostanze esplosive o altamente infiammabili; o dove c&apos;è una notevole quantità di materiali combustibili facilmente incendiabili;
Al fine di classificare un luogo di lavoro o una parte di esso come avente rischio di incendio elevato occorre inoltre tenere presente che:
a) molti luoghi di lavoro si classificano della stessa categoria di rischio in ogni parte. Ma una qualunque area a rischio elevato può elevare il livello di rischio dell&apos;intero luogo di lavoro, salvo che l&apos;area interessata sia separata dal resto del luogo attraverso elementi separanti resistenti al fuoco;
b) una categoria di rischio elevata può essere ridotta se il processo di lavoro è gestito accuratamente e le vie di esodo sono protette contro l&apos;incendio;
c) nei luoghi di lavoro grandi o complessi, è possibile ridurre il livello di rischio attraverso misure di protezione attiva di tipo automatico quali impianti automatici di spegnimento, impianti automatici di rivelazione incendi o impianti di estrazione fumi.
Vanno inoltre classificati come luoghi a rischio di incendio elevato quei locali ove, indipendentemente dalla presenza di sostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione delle fiamme, l&apos;affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o le limitazioni motorie delle persone presenti, rendono difficoltosa l&apos;evacuazione in caso di incendio.
Diventa perciò fondamentale capire cosa si intende per prevenzione dei rischi incendi e per analisi di rischio, poiché essa è alla base della realizzazione della sicurezza, nel senso più ampio del termine, attraverso la riduzione di “frequenza” dell’evento incendio e della “gravità” del danno apportato.
Infatti frequenza e danno (o magnitudo del danno) sono sono i due fattori principali che influenzano il rischio, così come espresso in figura.
Per ottenere un sufficiente grado di sicurezza occorre far riferimento a degli “obiettivi di sicurezza”, ai quali è possibile anche attribuire un valore puramente numerico sulla base delle definizioni fornite dai criteri di confronto introdotti negli Allegati 1 e 2.
La matrice rappresentata in figura mostra (sia a livello numerico sia a livello cromatico) i valori che il rischio assume a seconda della valutazione delle sue due componenti.
Naturalmente il metodo per la definizione dei valori di frequenza e magnitudo, che da origine a una matrice a tre, è solo uno dei possibili metodi: possono essere individuati anche più di tre valori, che possono originare matrici a quattro o anche a cinque che hanno il vantaggio di una maggiore “precisione” nell’individuazione del livello di rischio complessivo, ma di contro diventano più complicate a livello di definizione dei valori, poiché introducono differenze sempre meno marcate e difficili da distinguere.
Un primo aspetto che le check list possono prendere in considerazione può essere il rischio derivante dalla presenza di sostanza combustibili o infiammabili.
Il rischio residuo, come definito nella slide, è uno degli elementi fondamentali nella prevenzione degli incendi, in quanto una sua precisa classificazione permette di individuare le misure atte a renderlo accettabile in relazione alla situazione.