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Cores

PRODUZIONE E COMMERCIO RESINE PER PAVIMENTAZIONI
CONSOLIDAMENTO E RESTAURO COIBENTAZIONI INDUSTRIA E ARTE

PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
E APPLICAZIONI SPECIALI

MADE IN ITALY
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PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
E APPLICAZIONI SPECIALI
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Capannoni industriali

Arredi commerciali

Pavimenti antibatterici

Stand fieristici
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Magazzini e laboratori

Pavimenti speciali

Magazzini e laboratori
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Cores

PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI
E APPLICAZIONI SPECIALI

PRODUZIONE E COMMERCIO RESINE PER PAVIMENTAZIONI
CONSOLIDAMENTO E RESTAURO COIBENTAZIONI INDUSTRIA E ARTE

L’Azienda Cores Srl è specializzata nella produzione e
formulazione di resine epossidiche in genere per
applicazioni artistiche, nautiche, industriali, opere
conservative e di consolidamento strutturale. L’utilizzo di
tecnologie e materiali di base sempre all’avanguardia e
l’impiego di mezzi di produzione specializzati,
garantiscono l’efficienza e la qualità dei prodotti che Cores
realizza, tra i quali spiccano quelli impiegati su beni
architettonici di grande pregio in molte località del nord
Italia. L’attività dell’azienda, iniziata nel 1995, si è
consolidata ed espansa anche grazie al costante lavoro di
squadra di uno staff, dai titolari ai diversi collaboratori,
che ha contribuito a fare dell’impresa un esempio di
efficienza, qualità e trasparenza. Sono questi, infatti, gli
obiettivi primari pensati e vissuti da ogni componente
dell’azienda con passione, dedizione, attenzione ad
ottenere il miglior risultato possibile. Le tecniche, i
materiali, le metodologie operative indicate garantiscono
impieghi di altissima qualità e rispetto dei tempi di
esecuzione, facendo di Cores un punto di riferimento nel
settore delle applicazioni in resine. Cores mette a

INDICE:
disposizione un servizio completo di alto valore tecnico
per ogni situazione che è chiamata a studiare; tutte le fasi,
dai rilievi e dalle indagini iniziali, fino al compimento
dell’opera con collaboratori esterni, sono eseguite
scrupolosamente da personale formatosi in azienda. La
continua voglia di emergere e l’essere sempre al passo con
le innovazioni del settore sono gli stimoli che hanno
spinto Cores a dedicare parte della sua attività alla ricerca.
Nel proprio laboratorio sono stati infatti creati adesivi
epossidici ad alta resistenza per il mercato edilizio e del
restauro divenendo un operatore di settore specializzato
ad alta tecnologia, proponendo soluzioni innovative alla
problematiche, apportando il necessario know-how per i
cicli applicativi industriali. Cores è spinta dall’esigenza di
creare prodotti ad hoc nell’ambiente dei compositi,
nautica, del consolidamento strutturale e nel restauro
conservativo. Forte dell’esperienza applicativa nelle più
particolari situazioni, possiede un laboratorio dinamico,
in grado di produrre in breve tempo formulazioni
epossidiche per qualsiasi tipo di condizioni ambientali e
tipologia di supporto.

Enologia

Supermercati

Aree industriali

Magazzini e celle frigorifere

La preparazione del supporto per i sistemi resinosi
1.1
La pulizia del supporto;
1.2
La tecnologia applicativa su fondi di cemento

2.

Le nostre pavimentazioni industriali
2.1
Rivestimenti Antipolvere;
2.2 Rivestimenti Pellicolari;
2.3 Rivestimenti Autolivellanti;
2.4 Rivestimenti Rasati/Multistrato;
2.5 Rivestimenti Fibrorinforzati;
2.6 Rivestimenti in malta resinosa (Poliuretano-Cemento)

3.

Il settore alimentare

4.

Pavimenti speciali
4.1
Pavimenti antibatterici agli alogenuri d’argento e tormaline ionizzanti di tipo “B”;
4.2 Pavimenti antistatici a carbone conduttivo

5.

Aspetti particolari
5.1
Pareti con piastrelle;
5.2 Barriera al vapore

Caseifici

Sala lavorazione alimenti

1.

Terrazzo di emergenza ospedaliero in poliuretano-cemento (PU-CEMCOR)
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1. La preparazione del supporto per i sistemi resinosi

1.1 La pulizia del supporto
La pulizia può essere effettuata nei seguenti modi:
• trattamento chimico: cicli di trattamento mediante
detergenti e prodotti acidi o basici;
• carteggiatura: trattamento di pulizia con carte, tele o
dischi;
• decapaggio: trattamento di pulizia superficiale
effettuabile con fiamma o vapore (poco utilizzato);
• idrolavaggio: trattamento di pulizia effettuato con getto
d’acqua a pressione non minore di 2.5 MPa (25 Bar);
• molatura (o levigatura): trattamento di pulizia
mediante macchina dotata di utensili abrasivi rotanti.

Le azioni fisico-meccaniche sul pavimento in esercizio
sollecitano il sistema all’interfaccia di adesione tra il prodotto
resinoso ed il supporto. La preparazione di quest’ultimo dovrà
essere orientata ad ottenere il massimo delle caratteristiche
prestazionali con particolare riferimento alle resistenze
meccaniche, alla sua pulizia, alla rugosità, alla eventuale
presenza di umidità. Tratteremo quattro argomenti
particolarmente importanti che determinano, nella maggior
parte dei casi, il successo o l’insuccesso del risultato finale:
• l’umidità del supporto;
• la resistenza meccanica del supporto;
• il profilo di rugosità;
• il consolidamento dl supporto

Particolare della pallinatura

Nella tabella I viene ripreso un prospetto tratto dalla norma
UNI 10966, riguardante i limiti di accettazione e le
caratteristiche del supporto, il contenuto di umidità, la
coesione e la resistenza meccanica. Le tecniche di
preparazione sono determinanti per conferire al supporto
adeguate caratteristiche di compattezza e monoliticità in modo
da consentire una sufficiente adesione del rivestimento
resinoso.

Inoltre durante le operazioni di pulizia deve essere verificata
l’assenza di sostanze che possono annullare o diminuire
l’aderenza del rivestimento, ad esempio:
• boiacca di cemento;
• polveri e materiali non aderenti;
• macchie d’olio o grasso;
• cere ( ad esempio gli agenti di stagionatura);

•
•

strati poco aderenti;
presenza non soltanto superficiale, ma anche in
profondità, di prodotti chimici che provocano a lungo o
breve termine la degradazione del supporto e del suo
rivestimento resinoso.

In relazione alle caratteristiche del supporto e al tipo dello
spessore di sistema resinoso da applicare, il trattamento del
supporto dovrà creare delle incisioni più o meno profonde allo
scopo di ottenere un profilo di rugosità. Tali preparazioni
possono essere eseguite mediante irruvidimento o scarifica.
L’irruvidimento può essere eseguito con:
• pallinatura: irruvidimento superficiale mediante
macchina con avanzamento e velocità regolabili, che
proietta elementi metallici sulla superficie;
• sabbiatura: irruvidimento superficiale mediante
proiezione di inerti silicei o metallici (poco utilizzata nei
pavimenti).

Nella tabella: le caratteristiche del supporto
Intervento di pallinatura c/o Zhermack Spa

Piastrelle
CARATTERISTICHE

LIMITI DI ACCETTAZIONE

MODALITÀ DI VERIFICA

Contenuto di umidità

4%
(salvo diversa indicazione del produttore)

UNI 110329
“Posa di rivestimenti di pavimentazione Misurazione del contenuto di umidità negli strati di
supporto cementizio o simili”.

Coesione

21,5 MPa
(salvo diversa indicazione del produttore)

UNI 8298-1
“Rivestimenti resinosi per pavimentazioni
Parte 1: Determinazione dell’adesione del
rivestimento al supporto”.

Resistenza
a compressione

25 MPa

UNI EN12504-2
“Determinazione indice sclerometrico”

Il metodo di preparazione ottimale è il trattamento di
pallinatura, ed è importante creare rugosità soprattutto nel
caso di superfici smaltate e compatte. In alcuni casi può essere
utilizzata in alternativa una molatrice. Particolare attenzione
dovrà essere posta alla aderenza delle piastrelle al supporto,
eliminando quelle non perfettamente solidali al sottofondo. I
giunti vanno preventivamente sigillati con sistemi puntuali o
successive mani di rasatura per evitare la “riproduzione” degli
stessi nel sistema resinoso applicato.

UNI 110157
“Estrazione mediante inserti post-inseriti”
UNI EN 12390-3
“Resistenza alla compressione dei provini”
Planarità

UN111146

Stato superficiale

Assenza di polvere, parti incoerenti e
sostanze incompatibili

“Rivestimenti resinosi per pavimentazioni
Parte 4: Determinazione della resistenza agli
agenti chimici”

Rugosità

± 1 mm
(nel caso di un rivestimento di malta)
± 0,5 mm
(nel caso di un rivestimento di
autolivellante e/o multistrato

“Rivestimenti resinosi per pavimentazioni
Parte 5: Determinazione del comportamento
all’acqua”

Temperatura
del supporto

2

Tolleranze di planarità: 5 mm/2 m
(salvo diversa diversa indicazione)

Limiti previsti in relazione
ai formulati impiegati

“Rivestimenti resinosi per pavimentazioni
Parte 6: Determinazione della resistenza
all’invecchiamento termico in aria”

Lavoro concluso su supporto di piastrelle

Molatura a diamante
di piastrelle in gress monocottura

3
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Supporti metallici
La preparazione può essere eseguita con attrezzature di vario
tipo allo scopo di ottenere un grado di pulizia adeguato ed un
idoneo “profilo di rugosità”. La preparazione non dovrebbe
mai essere inferiore al grado SA 2”2 secondo le SSPC/NACE
(vedere ISO 8501). Possono essere accettati gradi di
preparazione meno accurati solo se compatibili col ciclo
resinoso previsto e validati dal produttore.
A lato trattamento di coibentazione antichimica con
DERACOR470M laminato con un tessuto VTR C-GLASS.
Trattamento di coibentazione antichimica

Altri supporti
Legno, plastica, ecc. devono essere valutati in ogni specifica
situazione. Quando risulti impossibile ottenere l’adesione
necessaria può essere utile interporre tra il supporto e il
sistema resinoso degli strati di compensazione che possono
distribuire gli sforzi e le tensioni nel sistema pavimento finito.
Nella foto a lato alaggio di un motorsailor da 400 ton presso
la Marina di Porto Levante, di cui verrà ripristinata la
coibentazione mediante gelcoat specifici. (Foto proprietà di
Ing. Antico Rovigo)

1.2 Tecnologia applicativa su fondi in cemento
In base al tipo di fondo che si incontra, ed al tipo di pavimento
che si intende fare si sceglie volta per volta un eventuale
rinforzo, il tipo di autolivellante, un primer.
Su getto in cemento lievemente fuori livello ma in buone
condizioni strutturali si applicano generalmente minimo 3mm
di PCI Periplan, in grado di idrolizzare e cedere tutta l’umidità
in 2-4 giorni, permettendo così una immediata applicazione
del pavimento in resina. Su getto in cemento molto sconnesso,
si applica per colata PCI Periplan, potendo recuperare un
dislivello di 30 mm al massimo. Oltre questo dislivello è
preferibile riconsiderare un nuovo getto di calcestruzzo in
cemento che però andrà a ritardare l’applicazione
dell’autolivellante di almeno 30 gg, tempo in cui il cemento
matura e perde l’umidità residua dalla sua idrolisi, che deve
essere del 15-18% massimo. Su getto in cemento con lesioni si
annega dentro PCI Periplan una rete in tessuto di vetro tipo
CORETECH NET andando a recuperare la struttura del fondo.
Piccoli eventuali ammanchi di materiale cementizio, possono
essere immediatamente recuperati con l’uso di EpoxyStuk,
pasta epossidica rasabile o con Ancor 100-200-400 o con
Ancor 400 ECT. Grossi ammanchi o lacune vanno recuperati
confezionando un beton epossidico composto da sabbia di
quarzo 0.7-1.2 mm e resina epossidica pura strutturale tipo
EpoxyResin LPL nel rapporto 6 di sabbia, 1 di resina.

Ulteriori accorgimenti
per la preparazione
In presenza di fessurazioni delle superfici di posa del
rivestimento o di difetti di planarità che superino le tolleranze
specificate, deve essere eseguita una rasatura superficiale, con
materiali adeguati, compatibili con il supporto ed il
rivestimento resinoso successivo. Le fessurazioni devono
essere allargate, cioè “aperte”, con un utensile appropriato
rimuovendo accuratamente le parti friabili. La presenza sulla
superficie di cavillature richiede la sigillatura delle stesse con
idoneo impregnante. In caso di buchi, sfaldamenti e rotture
di notevole profondità è necessario procedere ad un rappezzo
della zona interessata. L’operazione inizia con la rimozione di
una zona del supporto estesa di almeno 10cm oltre il perimetro
della parte danneggiata, eseguendo l’asportazione fino alla
profondità minima consigliata dal fabbricante del rivestimento
e/o fino al raggiungimento del supporto sano. I giunti (di
espansione, costruzione, controllo, le fughe), devono essere
oggetto di particolare attenzione.

4

Fondo in cemento molto sconnesso

Al termine di ogni ripresa si applica a spruzzo o rullo un
primer composto da EpoxyResin LPL diluita se necessario al
10% con PMA solvente apposito. Questo servirà come
promotore d’aggrappo per il pavimento vero e proprio che si
stenderà all’estradosso. E’ importante che il PMA sia
completamente ceduto all’aria prima di applicare qualsiasi
altro prodotto. I tempi di cessione sono di 4 ore a 25 °C,
umidità relativa 40% per una diluizione del 10%. In foto
ripresa della complanarità e ripristino della resistenza a
compressione mediante l’applicazione dell’Autolivellante PCI
PERIPLAN (BASF)

Rivestimento imbarcazioni

Alcune norme di riferimento
UNI 8298-1 (2000): Rivestimenti resinosi per
pavimentazioni- parte 1, determinazione dell’adesione del
rivestimento al supporto. UNI 8381 (1982): Edilizia- strati del
supporto di pavimentazione- Istruzioni per la progettazione e
l’esecuzione. UNI 10329 (1994): Posa dei rivestimenti di
pavimentazione- misurazione del contenuto di umidità negli
strati di supporto cementizi o simili. UNI 10966 (2007):
Rivestimenti resinosi per pavimentazioni- istruzioni per la
progettazione e l’esecuzione. UNI 11146 (2005):
Pavimentazioni in calcestruzzo ad uso industriale- criteri per
la progettazione, la costruzione e il collaudo.

Applicazione PCI PERIPLAN
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2. Le nostre pavimentazioni industriali
Nella moderna gestione dell’azienda, il magazzino, esterno o
interno, rappresenta non più uno spazio fermo, ma bensì
un’area che si muove e si adatta alle esigenze aziendali. La
perfetta gestione del magazzino può rappresentare, come i
normali reparti produttivi, un costo in positivo o in negativo
ma che comunque in ogni caso ha bisogno di essere gestito,
tenuto in manutenzione ed adattato alle normative vigenti
(sicurezza dei lavoratori, dei prodotti ecc).
In questo contesto la pavimentazione rappresenta lo spazio
fondamentale per la corretta movimentazione delle merci. Lo
sfruttamento intensivo di questi spazi richiede, quindi,
caratteristiche particolari alla pavimentazione, sollecitata 24
ore al giorno e sulla quale i mezzi di sollevamento e
spostamento dei materiali sono sempre più efficaci e
performanti.

Conseguentemente la richiesta di superfici a planarità
controllata e prive di giunti di costruzione è ormai
fondamentale nella progettazione di grandi superfici destinate
alla movimentazione delle merci.
I rivestimenti resinosi trovano una loro naturale collocazione
nelle pavimentazioni e sono una soluzione tecnica-economica
vantaggiosa. I sistemi più comunemente usati sono:
• Rivestimenti Antipolvere
• Rivestimenti Pellicolari
• Rivestimenti Autolivellanti
• Rivestimenti Rasati/Multistrato
• Rivestimenti Fibrorinforzati
• Rivestimenti di malta resinosa
(Poliuretano-cemento)

Pavimento pellicolare eseguito c/o stab. TOVOTEC di Arquà Polesine con uno speciale effetto cangiante
6

2.1 Rivestimenti Antipolvere
Lo scopo finale di questa applicazione è quello di incrementare
la durezza superficiale e l’impermeabilità della pavimentazione,
tramite l’impregnazione con prodotti fluidi. L’impregnazione
è corticale e normalmente arriva alla profondità di circa 0.5
cm. I prodotti utilizzabili, anche se semplici per loro natura,
devono comunque essere formulati per garantire le
caratteristiche fondamentali, quali insensibilità all’umidità
residua presente nella pavimentazione, indurire anche a basse
temperature ed alta umidità relativa, ecc. La vastità delle aree
trattate molto spesso obbliga all’utilizzo di rivestimenti a basso
costo, ma non per questo poco efficaci. In questi casi i cicli
devono poter essere applicati con sistemi ad alta produttività
come ad esempio le applicazioni a spruzzo airless; i prodotti
utilizzabili sono di varia natura chimica; formulati epossidici,
poliuretanici e acrilici in fase solvente o in dispersione acquosa:
molti di questi sono bicomponenti ad elevate resistenze
meccaniche e buone resistenze chimiche. (EpoxyResin LPL,
Idroprime, PU-COR NG, J50, J50C).

PROCEDURA APPLICATIVA:
1. Si carteggia la superficie esistente
o si lava a macchina con detergenti aggressivi
2. Si sciacqua e si lascia asciugare
3. Si applicano due mani di J50C a rullo

CARATTERISTICHE TECNICHE:
PRODOTTO
g/dmc

DENSITÀ
mm

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO

J50C

0.860

0.25

0.22

Applicazione di Cores J50 c/o Fiera di Massa Carrara
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2.2 Rivestimenti Pellicolari
Il fatto di operare quasi sempre su superfici nuove e piane,
favorisce l’applicazione di questo sistema, essendo praticamente
costituito da prodotti vernicianti. Anche per questo sistema è
possibile avere grandi produttività, essendo i singoli prodotti
applicabili con i comuni sistemi a spruzzo o airless. Gli spessori
che normalmente si realizzano sono attorno ai 150 micron e si
ottengono con tre passaggi di cui il primo può essere considerato
un’impregnazione semplice che funziona da promotore di
adesione. Anche se l’applicazione è semplice è sempre
importante prestare attenzione alle condizioni del sottofondo e
alle temperature in gioco (sottofondo e ambientale). Di fatto
sottofondi molto lisci e poco preparati sono causa di ampi
distacchi del rivestimento dal sottofondo stesso. La mancata
misurazione e conseguente rispetto del punto di rugiada causa
enormi problemi di aderenza tra i vari strati. Applicazioni a
basse temperature impediscono il prefetto indurimento dei
singoli strati e causano notevoli problemi di durezza superficiale
con conseguente scadimento delle prestazioni finali. Essendo in
pratica questo il primo sistema che chiude la superficie e ne
impedisce o diminuisce la traspirazione favorendo il rilascio di
umidità residua, molti problemi nascono dalla mancanza e/o
dalla non conoscenza di una barriera al vapore e/o se il massetto
è sufficientemente asciutto. Se non è già esistente è consigliabile
realizzare una barriera al vapore con sistemi specifici (WET
SHIELD/ IDRORAST). Nei magazzini ad alto traffico, non
bisogna dimenticarsi che in opera si realizzano spessori minimi
e la conseguente aspettativa di vita del rivestimento non potrà
essere superiore a qualche anno. Una costante e puntigliosa
manutenzione prolunga notevolmente la vita del rivestimento.

2.3 Rivestimenti Autolivellanti
I prodotti che si possono utilizzare si possono raggruppare come
segue:
A- Formulati epossidici (con o senza solventi, all’acqua)
bicomponenti con buona adesione tra i singoli strati, buona
resistenza all’abrasione e buona resistenze chimiche (ANCOR,
IDROCOR,.. ecc).
B- Formulati poliuretanici (in dispersione solvente o
acquosa) bicomponenti con buone resistenze meccaniche,
maggiore resistenza al graffio, non ingiallenti, ampia scelta di
colorazioni e di finiture (lucida o opaca), (URETAN NGW,
URETAN WP PU-COR NGW, PU-COR WP).

PROCEDURA APPLICATIVA:
1. Si leviga o si pallina la superficie
2. Si applica il primer LPL a rullo
3. Si spolvera fino a rifiuto la sabbia di quarzo 0.3/0.9
sul fresco di LPL
4. Si carteggia e si aspirano le polveri
(dopo catalisi completa)
5. Si applica a stecca dentata Ancor 400 HR per 2mm di
spessore (deve autolivellare e degasare da solo)

CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO:
PRODOTTO
g/dmc

e si aspirano le polveri
2. Si applica a rullo una mano di primer LPL
3. Si carteggia LPL, dopo catalisi completa
4. Si applica a rullo due mani incrociate di Uretan WP

Successione delle fasi applicative ANCOR400HR

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO

1.067

0.3

0.32

SABBIA
DI QUARZO

1. Si leviga la superficie del supporto

DENSITÀ
mm

EPOXYRESIN
LPL

PROCEDURA APPLICATIVA:

1.500

0.4

0.60

ANCOR
400 HR

1.650

2

3.30

CARATTERISTICHE TECNICHE:
PRODOTTO
g/dmc

DENSITÀ
mm

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO

EPOXYRESIN
LPL

1.067

0.25

0.27

URETAN WP

1.250

0.25

0.31

Applicazione su celle frigorifere c/o stabilimento stoccaggio ortaggi ROSSINI di Badia Polesine
8

La pavimentazione autolivellante a base di resine epossidiche
senza solvente, ad elevata resistenza meccanica e buona
resistenza chimica, con finitura antiskid o semilucida; si applica
all’industria chimica e farmaceutica, a locali sterili quali
laboratori ed ospedali e a magazzini meccanizzati. Si tratta di
un sistema composto da un primer, una frazione inerte a
granulometria precisa e una finitura epossidica. Il primer è
EpoxyResin LPL, la finitura epossidica è, solitamente l’Ancor
400 HR; si ottengono pacchetti di 3mm di spessore ca.

Applicazione di ANCOR400HR c/o stab. UNILEVER (IS)
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2.4 Rivestimenti Rasati/Multistrato
La pavimentazione rasata/multistrato carellabile, a finitura
semilucida antiskid, basso ingiallimento e antigraffio è
costituita da un sistema formato da un primer, una frazione
inerte a granulometria precisa e una finitura epossidica. Il
primer è EpoxyResin LPL, la frazione inerte è sabbia di quarzo
e la finitura epossidica è Ancor 400 HR. Si possono stratificare
più mani successive di primer LPL e sabbia di quarzo in modo
da ottenere spessori che arrivano a ca. 4mm, conferendo
ottima meccanica e durevolezza illimitata.

2.5 Rivestimenti Fibrorinforzati

PROCEDURA APPLICATIVA:
1. Si pallina o si leviga la superficie
aspirando le polveri
2. Si applica una mano di primer LPL a rullo
3. Sul fresco di LPL si spolvera a rifiuto sabbia di
quarzo e si lascia catalizzare
4. Si carteggia e si aspirano le polveri

Si tratta di un pavimento che prevede una forte resistenza a
carichi
compressivi
dinamici
costanti.
Questo
“Fibrorinforzato” offre inoltre grande resistenza all’usura
nonché alle ingerenze chimiche e agli shock termici. Concepito
inizialmente per le aree portuali e l’industria metalmeccanica
pesante trova ora impiego nelle più disparate situazioni ove
sia richiesto un insieme di diverse spiccate caratteristiche.

5. Si applica una mano a frattazzo americano liscio,
CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO:

rasando, Ancor 400 HR

CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO:

PRODOTTO
g/dmc

DENSITÀ
mm

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO
0.32

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO

EPOXYRESIN
LPL

1.067

0.3

0.32

SABBIA
DI QUARZO

1.500

0.4

0.60

SABBIA
DI QUARZO

1.500

0.4

0.60

ANCOR
400 HR

1.650

1

ANCOR
400 HR

1.650

1

1.64

TESSUTO

0.00

0.500

1.00

CORETECH NET

1.500

0.4

0.60

ANCOR
400 HR

1.650

1

1.65

URETAN WP

1.25

0.25

0.31

Applicazione ciclo rasato monostrato c/o stab. NUOVASTAME (CO)
10

1. Si applica a rullo il primer LPL
2. Si spolvera sul primer sabbia di quarzo 0.1-0.3 a rifiuto
3. Sul secco di LPL e sabbia si applica a rullino una mano
di Ancor 400 HR. Questo strato deve essere molto
abbondante per far si che il tessuto aderisca
completamente favorendo una buona laminazione.
4. Si lamina a rullo frangibolle il tessuto Coretech NET
aggiungendo Ancor 400 HR in caso di tessuto poco
impregnato
5. Si spolvera sabbia di quarzo a rifiuto sul fresco di
Ancor 400 HR e tessuto.
6. Sul secco del tessuto si rasa a frattazzo dentato Ancor
400 HR per altri 2 mm.
7. Dopo catalisi si carteggia con carta 180
8. Si applicala finitura Uretan WP a rullo a due mani
incrociate

1.65

SABBIA
DI QUARZO

Esempio di rasato epossidico monostrato

0.3

DENSITÀ
mm

EPOXYRESIN
LPL

1.067

PRODOTTO
g/dmc

PROCEDURA APPLICATIVA:

Successione delle fasi applicative

Coibentazione di una piscina in località Valleggio sul Mincio (prop. Chinelli)
11
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2.6 Rivestimenti in malta resinosa (poliuretano-cemento)
I sistemi in malta resinosa solitamente non si applicano a grandi
superfici nel settore logistico, ma diventano fondamentali in
alcune aree specifiche come ad esempio il ripristino o la
realizzazione di corsie trilaterali, realizzazione di “giunti a travetto”
o nelle zone adiacenti alle rampe di scarico. Il sistema in malta
resinosa è tra tutti i sistemi resinosi quello che sviluppa le migliori
resistenze meccaniche (a flessione, compressione, ad abrasione,
ecc) e che anche grazie al suo spessore, normalmente di circa 48mm finali, è in grado di garantire una elevata aspettativa di
durata. L’applicazione è solitamente manuale ed è tipica delle
lavorazioni con malte cementizie “a consistenza asciutta”, dove
sono quindi previsti stagge, regoli metallici, frattazzi manuali,
lisciature con elicotteri ecc. La malta deve lavorare in aderenza al
sottofondo e quindi necessita di una superficie ruvida, di un
promotore d’aggrappo e deve essere intasata per garantire una
porosità chiusa incrementando le resistenze meccaniche e
l’impermeabilità ai liquidi. Nel sistema resinoso la resina
poliuretanica funziona da legante, e così come per un buon
calcestruzzo è fondamentale la scelta del tipo e della qualità
dell’inerte, per il sistema resinoso lo sarà la scelta del tipo e della
qualità delle cariche. Normalmente viene utilizzato quarzo

sferoidale essiccato a forno ed in controllata curva granulometrica
(curva di Fuller). Il rapporto Legante/Inerte usualmente adottato
è di circa 1:6/8/10/12.
Per i rivestimenti in malta resinosa vorremmo segnalare una
particolarità: diversi applicatori, per la realizzazione della malta e
del promotore di adesione, utilizzano dei leganti puri comprati
direttamente dai fornitori di materie prime. Riteniamo che ciò sia
rischioso perché se non si conoscono esattamente i componenti
chimici del sistema e le loro peculiarità, è facile ottenere ad
esempio leganti molto duri ma con un comportamento vetroso,
sistemi con scarsa aderenza al fondo, sistemi non perfettamente
reticolati, ecc. Tutti questi dettagli, anche se non si notano a breve,
possono nel tempo ridurre le prestazioni della malta e causare
gravi contestazioni. Affidarsi ad una società formulatrice è sempre
consigliabile anche se sembra che di formulato non ci sia nulla.
Sicuramente conoscerà quello che vi viene fornito, le prestazioni
in opera e ne risponderà direttamente, cosa che i fornitori di
materie prime non possono fare.

3. Settore alimentare
Le pavimentazioni industriali realizzate con i cicli Cores
(fondi, primer, pavimentanti) sono omologati dalla FDA in
U.S.A. e dalla Campden Food and Drink Research Ass. inglese
per l’utilizzo in ambienti industriali alimentari in quanto non
contaminanti, sono antibatteriche e sanificabili secondo le
normali procedure in uso in ciascun ambiente. Test di
pulibilità e sanificabilità eseguiti da istituti italiani
(Dipartimento Universitario specializzato in analisi
microbiologiche), in seguito a contaminazione del
rivestimento con Escherichia Coli, Aspergillus Niger, Listeria
Innocua, Staphilococcus Aureus, hanno inoltre dimostrato
che, dopo l’esecuzione di una normale procedura di pulizia
idonea per ambienti alimentari, i rivestimenti non sono
soggetti ad alcuna crescita batteriologica. Legge 30/04/1992
n.283: prodotti idonei al contatto con alimenti quali ghiaccio,
ghiaccioli, bevande, latte e derivati, frutta candita, sottaceti,
conserve in salamoia, carni e uova anche congelate, torrone,
yogurt, mozzarella, oli, burro, margarina e altri grassi,

formaggi, conserve sott’olio, fritti, prosciutti, insaccati, pesce,
gelati, cioccolato, pasticceria, minestre essiccate, dadi, cereali,
farine, paste, pane, biscotti, panettoni, frutta, ortaggi, funghi,
prodotti in polvere, zucchero, caramelle, sale, caffè, cacao,
spezie, erbe aromatiche.
Riassumendo i vantaggi di una pavimentazione in resina sono:
• Elevata resistenza chimica ad acidi,
organici e minerali, alcali e solventi
• Elevata resistenza all’abrasione
• Ottima resistenza all’urto (non fessura)
• Pedonabile dopo solo 8 ore dall’applicazione
• Atossico, completamente inodore, non contamina
• Perfettamente sanificabile
• Applicabile su rivestimenti preesistenti
(resine, piastrelle, legno)
• Resistente agli shock termici (-40°/+120°)
• Imputrescibile

PROCEDURA APPLICATIVA:
1. Si pallina la superficie
2. si applica a rullo il primer PU-COR NG o IDROPRIME
3. Si applica a frattazzo liscio PU-CEMCOR
per lo spessore da progetto

CARATTERISTICHE TECNICHE:
PRODOTTO
g/dmc

Esempio di una realizzazione conclusa.
12

SPESSORE
kg/mq

CONSUMO

IDROPRIME

Applicazione a frattazzo liscio del ciclo

DENSITÀ
mm
1.050

1

1.05

PU-CEMCOR

1.670

4

6.68

Applicazione del ciclo autolivellante alimentare c/o Caseificio S. Antonio F.lli Gentile
13
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4. Pavimenti speciali

4.2 Pavimenti antistatici a carbone conduttivo

4.1 Pavimenti antibatterici agli alogenuri d’argento
e tormaline ionizzanti di tipo “B”
Pavimentazione epossidica additivata con speciali componenti
micro e nanoparticellari in grado di conferirle un potere
autoigienizzante.
L’argento e l’igienizzazione: gli ioni Ag+, a contatto con
un ampio spettro di microbi e batteri, ne impediscono la
crescita e la riproduzione. La loro presenza garantisce un
effetto autoigienizzante e blocca in modo permanente la
proliferazione di muffe in ambienti umidi. Gli ioni d’argento,
giacché incapaci di evaporare, mantengono inalterato nel
tempo le loro caratteristiche igienizzanti. Al contempo, però,
questi elementi non rappresentano un pericolo per la salute
dell’uomo e per l’ambiente.
Tormaline di tipo “B”: la loro caratteristica essenziale è la

capacità di emettere in ogni condizione di luce cariche
elettronegative sulla superficie delle sue particelle e nel mondo
che le circonda nonché l’emissione di FIR. L’elettronegatività
di superficie si manifesta con una forte ionizzazione
dell’ambiente circostante. La ionizzazione e i FIR rendono
l’aria più pulita e più pura sostituendo i comuni ionizzatori
elettrici che consumano energia. Un pavimento antibatterico
di questo tipo costituisce inoltre una valida barriera contro
l’adesione di tutte le particelle organiche e inorganiche ed in
particolare lo sporco. Le superfici trattate con prodotti
contenenti tormaline di tipo “B” evitano quindi la deposizione
dello sporco e, sotto l’azione dell’acqua, risultano autopulenti.

Si tratta di pavimenti per laboratori particolari e sale
operatorie dove l’elettricità statica potrebbe causare gravi
danni alle attrezzature o rischiare di ledere l’incolumità degli
operatori. L’additivazione a carbone conduttivo offre la
possibilità di scaricare a terra eventuali potenziali elettrici
residui, tramite l’ideazione di un circuito di massa che a volte
è formato da una vera e propria rete piatta in rame annegata
nella fase resinosa.

Laboratorio nanotecnologico

5. Aspetti particolari
5.1 Pareti con piastrelle e solai
Solitamente l’ambiente sanitario richiede il trattamento di
rivestimento anche in verticale sui paramenti murari con
piastrelle. Poiché spesso la rimozione di quest’ultime risulta
onerosa o impossibile, Cores ha messo a punto un gel
epossidico denominato ANCOR400ECTche permette forti
adesioni su piastrelle anche con ricottura di superficie,
lasciando una superficie complanare in tempi molto veloci. Su
questa sarà possibile applicare sistemi base acqua o solvent
free che potranno estendere la loro applicabilità anche sui solai
consentendo trattamenti completi anti muffa-alga-batteri,
nonché dare la giusta impermeabilità al soffitto.
Una delle fasi applicative

5.2 Barriera all’umidità di risalita
L’impossibilità di traspirazione delle murature a seguito
dell’applicazione di un ciclo epossidico, ed il conseguente
pericolo di distacco dello stesso, viene ovviato dalla
formazione di una barriera alla risalita dell’umidità mediante
l’iniezione di WET SHIELD. Questo aspetto verrà valutato di
volta in volta dai ns tecnici, in grado di “saggiare” la
percentuale di umidità delle murature nonché evidenziare
l’eccessiva migrazione di sali nitrati e solfati nelle loro
superfici.

Deposito farmaceutico
14

Realizzazione di una barriera chimica
contro la risalita capillare di acqua e sali
15
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Grafica e stampa

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Cores Srl
Via dell’Artigianato 672 - 45020 Lusia (Rovigo)
Telefono: +39 0425 607236
Fax 0425 072046
Tel Ufficio Tecnico: +39 0425 607236
Tel Ufficio Spedizioni-Logistico: +39 0425 607236
e-mail: cores@collanti-cores.it
www.resine-epossidiche.it

PI e CF 01126880291

Cores ha conseguito l’attestazione di qualità ISO 9001:2008 e la marcatura CE 1504-2

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  • 2. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 2 PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E APPLICAZIONI SPECIALI
  • 3. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 4 Capannoni industriali Arredi commerciali Pavimenti antibatterici Stand fieristici
  • 4. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 6 Magazzini e laboratori Pavimenti speciali Magazzini e laboratori
  • 5. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 8 Cores PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E APPLICAZIONI SPECIALI PRODUZIONE E COMMERCIO RESINE PER PAVIMENTAZIONI CONSOLIDAMENTO E RESTAURO COIBENTAZIONI INDUSTRIA E ARTE L’Azienda Cores Srl è specializzata nella produzione e formulazione di resine epossidiche in genere per applicazioni artistiche, nautiche, industriali, opere conservative e di consolidamento strutturale. L’utilizzo di tecnologie e materiali di base sempre all’avanguardia e l’impiego di mezzi di produzione specializzati, garantiscono l’efficienza e la qualità dei prodotti che Cores realizza, tra i quali spiccano quelli impiegati su beni architettonici di grande pregio in molte località del nord Italia. L’attività dell’azienda, iniziata nel 1995, si è consolidata ed espansa anche grazie al costante lavoro di squadra di uno staff, dai titolari ai diversi collaboratori, che ha contribuito a fare dell’impresa un esempio di efficienza, qualità e trasparenza. Sono questi, infatti, gli obiettivi primari pensati e vissuti da ogni componente dell’azienda con passione, dedizione, attenzione ad ottenere il miglior risultato possibile. Le tecniche, i materiali, le metodologie operative indicate garantiscono impieghi di altissima qualità e rispetto dei tempi di esecuzione, facendo di Cores un punto di riferimento nel settore delle applicazioni in resine. Cores mette a INDICE: disposizione un servizio completo di alto valore tecnico per ogni situazione che è chiamata a studiare; tutte le fasi, dai rilievi e dalle indagini iniziali, fino al compimento dell’opera con collaboratori esterni, sono eseguite scrupolosamente da personale formatosi in azienda. La continua voglia di emergere e l’essere sempre al passo con le innovazioni del settore sono gli stimoli che hanno spinto Cores a dedicare parte della sua attività alla ricerca. Nel proprio laboratorio sono stati infatti creati adesivi epossidici ad alta resistenza per il mercato edilizio e del restauro divenendo un operatore di settore specializzato ad alta tecnologia, proponendo soluzioni innovative alla problematiche, apportando il necessario know-how per i cicli applicativi industriali. Cores è spinta dall’esigenza di creare prodotti ad hoc nell’ambiente dei compositi, nautica, del consolidamento strutturale e nel restauro conservativo. Forte dell’esperienza applicativa nelle più particolari situazioni, possiede un laboratorio dinamico, in grado di produrre in breve tempo formulazioni epossidiche per qualsiasi tipo di condizioni ambientali e tipologia di supporto. Enologia Supermercati Aree industriali Magazzini e celle frigorifere La preparazione del supporto per i sistemi resinosi 1.1 La pulizia del supporto; 1.2 La tecnologia applicativa su fondi di cemento 2. Le nostre pavimentazioni industriali 2.1 Rivestimenti Antipolvere; 2.2 Rivestimenti Pellicolari; 2.3 Rivestimenti Autolivellanti; 2.4 Rivestimenti Rasati/Multistrato; 2.5 Rivestimenti Fibrorinforzati; 2.6 Rivestimenti in malta resinosa (Poliuretano-Cemento) 3. Il settore alimentare 4. Pavimenti speciali 4.1 Pavimenti antibatterici agli alogenuri d’argento e tormaline ionizzanti di tipo “B”; 4.2 Pavimenti antistatici a carbone conduttivo 5. Aspetti particolari 5.1 Pareti con piastrelle; 5.2 Barriera al vapore Caseifici Sala lavorazione alimenti 1. Terrazzo di emergenza ospedaliero in poliuretano-cemento (PU-CEMCOR)
  • 6. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 2 1. La preparazione del supporto per i sistemi resinosi 1.1 La pulizia del supporto La pulizia può essere effettuata nei seguenti modi: • trattamento chimico: cicli di trattamento mediante detergenti e prodotti acidi o basici; • carteggiatura: trattamento di pulizia con carte, tele o dischi; • decapaggio: trattamento di pulizia superficiale effettuabile con fiamma o vapore (poco utilizzato); • idrolavaggio: trattamento di pulizia effettuato con getto d’acqua a pressione non minore di 2.5 MPa (25 Bar); • molatura (o levigatura): trattamento di pulizia mediante macchina dotata di utensili abrasivi rotanti. Le azioni fisico-meccaniche sul pavimento in esercizio sollecitano il sistema all’interfaccia di adesione tra il prodotto resinoso ed il supporto. La preparazione di quest’ultimo dovrà essere orientata ad ottenere il massimo delle caratteristiche prestazionali con particolare riferimento alle resistenze meccaniche, alla sua pulizia, alla rugosità, alla eventuale presenza di umidità. Tratteremo quattro argomenti particolarmente importanti che determinano, nella maggior parte dei casi, il successo o l’insuccesso del risultato finale: • l’umidità del supporto; • la resistenza meccanica del supporto; • il profilo di rugosità; • il consolidamento dl supporto Particolare della pallinatura Nella tabella I viene ripreso un prospetto tratto dalla norma UNI 10966, riguardante i limiti di accettazione e le caratteristiche del supporto, il contenuto di umidità, la coesione e la resistenza meccanica. Le tecniche di preparazione sono determinanti per conferire al supporto adeguate caratteristiche di compattezza e monoliticità in modo da consentire una sufficiente adesione del rivestimento resinoso. Inoltre durante le operazioni di pulizia deve essere verificata l’assenza di sostanze che possono annullare o diminuire l’aderenza del rivestimento, ad esempio: • boiacca di cemento; • polveri e materiali non aderenti; • macchie d’olio o grasso; • cere ( ad esempio gli agenti di stagionatura); • • strati poco aderenti; presenza non soltanto superficiale, ma anche in profondità, di prodotti chimici che provocano a lungo o breve termine la degradazione del supporto e del suo rivestimento resinoso. In relazione alle caratteristiche del supporto e al tipo dello spessore di sistema resinoso da applicare, il trattamento del supporto dovrà creare delle incisioni più o meno profonde allo scopo di ottenere un profilo di rugosità. Tali preparazioni possono essere eseguite mediante irruvidimento o scarifica. L’irruvidimento può essere eseguito con: • pallinatura: irruvidimento superficiale mediante macchina con avanzamento e velocità regolabili, che proietta elementi metallici sulla superficie; • sabbiatura: irruvidimento superficiale mediante proiezione di inerti silicei o metallici (poco utilizzata nei pavimenti). Nella tabella: le caratteristiche del supporto Intervento di pallinatura c/o Zhermack Spa Piastrelle CARATTERISTICHE LIMITI DI ACCETTAZIONE MODALITÀ DI VERIFICA Contenuto di umidità 4% (salvo diversa indicazione del produttore) UNI 110329 “Posa di rivestimenti di pavimentazione Misurazione del contenuto di umidità negli strati di supporto cementizio o simili”. Coesione 21,5 MPa (salvo diversa indicazione del produttore) UNI 8298-1 “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni Parte 1: Determinazione dell’adesione del rivestimento al supporto”. Resistenza a compressione 25 MPa UNI EN12504-2 “Determinazione indice sclerometrico” Il metodo di preparazione ottimale è il trattamento di pallinatura, ed è importante creare rugosità soprattutto nel caso di superfici smaltate e compatte. In alcuni casi può essere utilizzata in alternativa una molatrice. Particolare attenzione dovrà essere posta alla aderenza delle piastrelle al supporto, eliminando quelle non perfettamente solidali al sottofondo. I giunti vanno preventivamente sigillati con sistemi puntuali o successive mani di rasatura per evitare la “riproduzione” degli stessi nel sistema resinoso applicato. UNI 110157 “Estrazione mediante inserti post-inseriti” UNI EN 12390-3 “Resistenza alla compressione dei provini” Planarità UN111146 Stato superficiale Assenza di polvere, parti incoerenti e sostanze incompatibili “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni Parte 4: Determinazione della resistenza agli agenti chimici” Rugosità ± 1 mm (nel caso di un rivestimento di malta) ± 0,5 mm (nel caso di un rivestimento di autolivellante e/o multistrato “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni Parte 5: Determinazione del comportamento all’acqua” Temperatura del supporto 2 Tolleranze di planarità: 5 mm/2 m (salvo diversa diversa indicazione) Limiti previsti in relazione ai formulati impiegati “Rivestimenti resinosi per pavimentazioni Parte 6: Determinazione della resistenza all’invecchiamento termico in aria” Lavoro concluso su supporto di piastrelle Molatura a diamante di piastrelle in gress monocottura 3
  • 7. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 4 Supporti metallici La preparazione può essere eseguita con attrezzature di vario tipo allo scopo di ottenere un grado di pulizia adeguato ed un idoneo “profilo di rugosità”. La preparazione non dovrebbe mai essere inferiore al grado SA 2”2 secondo le SSPC/NACE (vedere ISO 8501). Possono essere accettati gradi di preparazione meno accurati solo se compatibili col ciclo resinoso previsto e validati dal produttore. A lato trattamento di coibentazione antichimica con DERACOR470M laminato con un tessuto VTR C-GLASS. Trattamento di coibentazione antichimica Altri supporti Legno, plastica, ecc. devono essere valutati in ogni specifica situazione. Quando risulti impossibile ottenere l’adesione necessaria può essere utile interporre tra il supporto e il sistema resinoso degli strati di compensazione che possono distribuire gli sforzi e le tensioni nel sistema pavimento finito. Nella foto a lato alaggio di un motorsailor da 400 ton presso la Marina di Porto Levante, di cui verrà ripristinata la coibentazione mediante gelcoat specifici. (Foto proprietà di Ing. Antico Rovigo) 1.2 Tecnologia applicativa su fondi in cemento In base al tipo di fondo che si incontra, ed al tipo di pavimento che si intende fare si sceglie volta per volta un eventuale rinforzo, il tipo di autolivellante, un primer. Su getto in cemento lievemente fuori livello ma in buone condizioni strutturali si applicano generalmente minimo 3mm di PCI Periplan, in grado di idrolizzare e cedere tutta l’umidità in 2-4 giorni, permettendo così una immediata applicazione del pavimento in resina. Su getto in cemento molto sconnesso, si applica per colata PCI Periplan, potendo recuperare un dislivello di 30 mm al massimo. Oltre questo dislivello è preferibile riconsiderare un nuovo getto di calcestruzzo in cemento che però andrà a ritardare l’applicazione dell’autolivellante di almeno 30 gg, tempo in cui il cemento matura e perde l’umidità residua dalla sua idrolisi, che deve essere del 15-18% massimo. Su getto in cemento con lesioni si annega dentro PCI Periplan una rete in tessuto di vetro tipo CORETECH NET andando a recuperare la struttura del fondo. Piccoli eventuali ammanchi di materiale cementizio, possono essere immediatamente recuperati con l’uso di EpoxyStuk, pasta epossidica rasabile o con Ancor 100-200-400 o con Ancor 400 ECT. Grossi ammanchi o lacune vanno recuperati confezionando un beton epossidico composto da sabbia di quarzo 0.7-1.2 mm e resina epossidica pura strutturale tipo EpoxyResin LPL nel rapporto 6 di sabbia, 1 di resina. Ulteriori accorgimenti per la preparazione In presenza di fessurazioni delle superfici di posa del rivestimento o di difetti di planarità che superino le tolleranze specificate, deve essere eseguita una rasatura superficiale, con materiali adeguati, compatibili con il supporto ed il rivestimento resinoso successivo. Le fessurazioni devono essere allargate, cioè “aperte”, con un utensile appropriato rimuovendo accuratamente le parti friabili. La presenza sulla superficie di cavillature richiede la sigillatura delle stesse con idoneo impregnante. In caso di buchi, sfaldamenti e rotture di notevole profondità è necessario procedere ad un rappezzo della zona interessata. L’operazione inizia con la rimozione di una zona del supporto estesa di almeno 10cm oltre il perimetro della parte danneggiata, eseguendo l’asportazione fino alla profondità minima consigliata dal fabbricante del rivestimento e/o fino al raggiungimento del supporto sano. I giunti (di espansione, costruzione, controllo, le fughe), devono essere oggetto di particolare attenzione. 4 Fondo in cemento molto sconnesso Al termine di ogni ripresa si applica a spruzzo o rullo un primer composto da EpoxyResin LPL diluita se necessario al 10% con PMA solvente apposito. Questo servirà come promotore d’aggrappo per il pavimento vero e proprio che si stenderà all’estradosso. E’ importante che il PMA sia completamente ceduto all’aria prima di applicare qualsiasi altro prodotto. I tempi di cessione sono di 4 ore a 25 °C, umidità relativa 40% per una diluizione del 10%. In foto ripresa della complanarità e ripristino della resistenza a compressione mediante l’applicazione dell’Autolivellante PCI PERIPLAN (BASF) Rivestimento imbarcazioni Alcune norme di riferimento UNI 8298-1 (2000): Rivestimenti resinosi per pavimentazioni- parte 1, determinazione dell’adesione del rivestimento al supporto. UNI 8381 (1982): Edilizia- strati del supporto di pavimentazione- Istruzioni per la progettazione e l’esecuzione. UNI 10329 (1994): Posa dei rivestimenti di pavimentazione- misurazione del contenuto di umidità negli strati di supporto cementizi o simili. UNI 10966 (2007): Rivestimenti resinosi per pavimentazioni- istruzioni per la progettazione e l’esecuzione. UNI 11146 (2005): Pavimentazioni in calcestruzzo ad uso industriale- criteri per la progettazione, la costruzione e il collaudo. Applicazione PCI PERIPLAN 5
  • 8. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 6 2. Le nostre pavimentazioni industriali Nella moderna gestione dell’azienda, il magazzino, esterno o interno, rappresenta non più uno spazio fermo, ma bensì un’area che si muove e si adatta alle esigenze aziendali. La perfetta gestione del magazzino può rappresentare, come i normali reparti produttivi, un costo in positivo o in negativo ma che comunque in ogni caso ha bisogno di essere gestito, tenuto in manutenzione ed adattato alle normative vigenti (sicurezza dei lavoratori, dei prodotti ecc). In questo contesto la pavimentazione rappresenta lo spazio fondamentale per la corretta movimentazione delle merci. Lo sfruttamento intensivo di questi spazi richiede, quindi, caratteristiche particolari alla pavimentazione, sollecitata 24 ore al giorno e sulla quale i mezzi di sollevamento e spostamento dei materiali sono sempre più efficaci e performanti. Conseguentemente la richiesta di superfici a planarità controllata e prive di giunti di costruzione è ormai fondamentale nella progettazione di grandi superfici destinate alla movimentazione delle merci. I rivestimenti resinosi trovano una loro naturale collocazione nelle pavimentazioni e sono una soluzione tecnica-economica vantaggiosa. I sistemi più comunemente usati sono: • Rivestimenti Antipolvere • Rivestimenti Pellicolari • Rivestimenti Autolivellanti • Rivestimenti Rasati/Multistrato • Rivestimenti Fibrorinforzati • Rivestimenti di malta resinosa (Poliuretano-cemento) Pavimento pellicolare eseguito c/o stab. TOVOTEC di Arquà Polesine con uno speciale effetto cangiante 6 2.1 Rivestimenti Antipolvere Lo scopo finale di questa applicazione è quello di incrementare la durezza superficiale e l’impermeabilità della pavimentazione, tramite l’impregnazione con prodotti fluidi. L’impregnazione è corticale e normalmente arriva alla profondità di circa 0.5 cm. I prodotti utilizzabili, anche se semplici per loro natura, devono comunque essere formulati per garantire le caratteristiche fondamentali, quali insensibilità all’umidità residua presente nella pavimentazione, indurire anche a basse temperature ed alta umidità relativa, ecc. La vastità delle aree trattate molto spesso obbliga all’utilizzo di rivestimenti a basso costo, ma non per questo poco efficaci. In questi casi i cicli devono poter essere applicati con sistemi ad alta produttività come ad esempio le applicazioni a spruzzo airless; i prodotti utilizzabili sono di varia natura chimica; formulati epossidici, poliuretanici e acrilici in fase solvente o in dispersione acquosa: molti di questi sono bicomponenti ad elevate resistenze meccaniche e buone resistenze chimiche. (EpoxyResin LPL, Idroprime, PU-COR NG, J50, J50C). PROCEDURA APPLICATIVA: 1. Si carteggia la superficie esistente o si lava a macchina con detergenti aggressivi 2. Si sciacqua e si lascia asciugare 3. Si applicano due mani di J50C a rullo CARATTERISTICHE TECNICHE: PRODOTTO g/dmc DENSITÀ mm SPESSORE kg/mq CONSUMO J50C 0.860 0.25 0.22 Applicazione di Cores J50 c/o Fiera di Massa Carrara 7
  • 9. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:31 Pagina 8 2.2 Rivestimenti Pellicolari Il fatto di operare quasi sempre su superfici nuove e piane, favorisce l’applicazione di questo sistema, essendo praticamente costituito da prodotti vernicianti. Anche per questo sistema è possibile avere grandi produttività, essendo i singoli prodotti applicabili con i comuni sistemi a spruzzo o airless. Gli spessori che normalmente si realizzano sono attorno ai 150 micron e si ottengono con tre passaggi di cui il primo può essere considerato un’impregnazione semplice che funziona da promotore di adesione. Anche se l’applicazione è semplice è sempre importante prestare attenzione alle condizioni del sottofondo e alle temperature in gioco (sottofondo e ambientale). Di fatto sottofondi molto lisci e poco preparati sono causa di ampi distacchi del rivestimento dal sottofondo stesso. La mancata misurazione e conseguente rispetto del punto di rugiada causa enormi problemi di aderenza tra i vari strati. Applicazioni a basse temperature impediscono il prefetto indurimento dei singoli strati e causano notevoli problemi di durezza superficiale con conseguente scadimento delle prestazioni finali. Essendo in pratica questo il primo sistema che chiude la superficie e ne impedisce o diminuisce la traspirazione favorendo il rilascio di umidità residua, molti problemi nascono dalla mancanza e/o dalla non conoscenza di una barriera al vapore e/o se il massetto è sufficientemente asciutto. Se non è già esistente è consigliabile realizzare una barriera al vapore con sistemi specifici (WET SHIELD/ IDRORAST). Nei magazzini ad alto traffico, non bisogna dimenticarsi che in opera si realizzano spessori minimi e la conseguente aspettativa di vita del rivestimento non potrà essere superiore a qualche anno. Una costante e puntigliosa manutenzione prolunga notevolmente la vita del rivestimento. 2.3 Rivestimenti Autolivellanti I prodotti che si possono utilizzare si possono raggruppare come segue: A- Formulati epossidici (con o senza solventi, all’acqua) bicomponenti con buona adesione tra i singoli strati, buona resistenza all’abrasione e buona resistenze chimiche (ANCOR, IDROCOR,.. ecc). B- Formulati poliuretanici (in dispersione solvente o acquosa) bicomponenti con buone resistenze meccaniche, maggiore resistenza al graffio, non ingiallenti, ampia scelta di colorazioni e di finiture (lucida o opaca), (URETAN NGW, URETAN WP PU-COR NGW, PU-COR WP). PROCEDURA APPLICATIVA: 1. Si leviga o si pallina la superficie 2. Si applica il primer LPL a rullo 3. Si spolvera fino a rifiuto la sabbia di quarzo 0.3/0.9 sul fresco di LPL 4. Si carteggia e si aspirano le polveri (dopo catalisi completa) 5. Si applica a stecca dentata Ancor 400 HR per 2mm di spessore (deve autolivellare e degasare da solo) CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO: PRODOTTO g/dmc e si aspirano le polveri 2. Si applica a rullo una mano di primer LPL 3. Si carteggia LPL, dopo catalisi completa 4. Si applica a rullo due mani incrociate di Uretan WP Successione delle fasi applicative ANCOR400HR SPESSORE kg/mq CONSUMO 1.067 0.3 0.32 SABBIA DI QUARZO 1. Si leviga la superficie del supporto DENSITÀ mm EPOXYRESIN LPL PROCEDURA APPLICATIVA: 1.500 0.4 0.60 ANCOR 400 HR 1.650 2 3.30 CARATTERISTICHE TECNICHE: PRODOTTO g/dmc DENSITÀ mm SPESSORE kg/mq CONSUMO EPOXYRESIN LPL 1.067 0.25 0.27 URETAN WP 1.250 0.25 0.31 Applicazione su celle frigorifere c/o stabilimento stoccaggio ortaggi ROSSINI di Badia Polesine 8 La pavimentazione autolivellante a base di resine epossidiche senza solvente, ad elevata resistenza meccanica e buona resistenza chimica, con finitura antiskid o semilucida; si applica all’industria chimica e farmaceutica, a locali sterili quali laboratori ed ospedali e a magazzini meccanizzati. Si tratta di un sistema composto da un primer, una frazione inerte a granulometria precisa e una finitura epossidica. Il primer è EpoxyResin LPL, la finitura epossidica è, solitamente l’Ancor 400 HR; si ottengono pacchetti di 3mm di spessore ca. Applicazione di ANCOR400HR c/o stab. UNILEVER (IS) 9
  • 10. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:32 Pagina 10 2.4 Rivestimenti Rasati/Multistrato La pavimentazione rasata/multistrato carellabile, a finitura semilucida antiskid, basso ingiallimento e antigraffio è costituita da un sistema formato da un primer, una frazione inerte a granulometria precisa e una finitura epossidica. Il primer è EpoxyResin LPL, la frazione inerte è sabbia di quarzo e la finitura epossidica è Ancor 400 HR. Si possono stratificare più mani successive di primer LPL e sabbia di quarzo in modo da ottenere spessori che arrivano a ca. 4mm, conferendo ottima meccanica e durevolezza illimitata. 2.5 Rivestimenti Fibrorinforzati PROCEDURA APPLICATIVA: 1. Si pallina o si leviga la superficie aspirando le polveri 2. Si applica una mano di primer LPL a rullo 3. Sul fresco di LPL si spolvera a rifiuto sabbia di quarzo e si lascia catalizzare 4. Si carteggia e si aspirano le polveri Si tratta di un pavimento che prevede una forte resistenza a carichi compressivi dinamici costanti. Questo “Fibrorinforzato” offre inoltre grande resistenza all’usura nonché alle ingerenze chimiche e agli shock termici. Concepito inizialmente per le aree portuali e l’industria metalmeccanica pesante trova ora impiego nelle più disparate situazioni ove sia richiesto un insieme di diverse spiccate caratteristiche. 5. Si applica una mano a frattazzo americano liscio, CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO: rasando, Ancor 400 HR CARATTERISTICHE TECNICHE PER UN SOLO STRATO: PRODOTTO g/dmc DENSITÀ mm SPESSORE kg/mq CONSUMO 0.32 SPESSORE kg/mq CONSUMO EPOXYRESIN LPL 1.067 0.3 0.32 SABBIA DI QUARZO 1.500 0.4 0.60 SABBIA DI QUARZO 1.500 0.4 0.60 ANCOR 400 HR 1.650 1 ANCOR 400 HR 1.650 1 1.64 TESSUTO 0.00 0.500 1.00 CORETECH NET 1.500 0.4 0.60 ANCOR 400 HR 1.650 1 1.65 URETAN WP 1.25 0.25 0.31 Applicazione ciclo rasato monostrato c/o stab. NUOVASTAME (CO) 10 1. Si applica a rullo il primer LPL 2. Si spolvera sul primer sabbia di quarzo 0.1-0.3 a rifiuto 3. Sul secco di LPL e sabbia si applica a rullino una mano di Ancor 400 HR. Questo strato deve essere molto abbondante per far si che il tessuto aderisca completamente favorendo una buona laminazione. 4. Si lamina a rullo frangibolle il tessuto Coretech NET aggiungendo Ancor 400 HR in caso di tessuto poco impregnato 5. Si spolvera sabbia di quarzo a rifiuto sul fresco di Ancor 400 HR e tessuto. 6. Sul secco del tessuto si rasa a frattazzo dentato Ancor 400 HR per altri 2 mm. 7. Dopo catalisi si carteggia con carta 180 8. Si applicala finitura Uretan WP a rullo a due mani incrociate 1.65 SABBIA DI QUARZO Esempio di rasato epossidico monostrato 0.3 DENSITÀ mm EPOXYRESIN LPL 1.067 PRODOTTO g/dmc PROCEDURA APPLICATIVA: Successione delle fasi applicative Coibentazione di una piscina in località Valleggio sul Mincio (prop. Chinelli) 11
  • 11. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:32 Pagina 12 2.6 Rivestimenti in malta resinosa (poliuretano-cemento) I sistemi in malta resinosa solitamente non si applicano a grandi superfici nel settore logistico, ma diventano fondamentali in alcune aree specifiche come ad esempio il ripristino o la realizzazione di corsie trilaterali, realizzazione di “giunti a travetto” o nelle zone adiacenti alle rampe di scarico. Il sistema in malta resinosa è tra tutti i sistemi resinosi quello che sviluppa le migliori resistenze meccaniche (a flessione, compressione, ad abrasione, ecc) e che anche grazie al suo spessore, normalmente di circa 48mm finali, è in grado di garantire una elevata aspettativa di durata. L’applicazione è solitamente manuale ed è tipica delle lavorazioni con malte cementizie “a consistenza asciutta”, dove sono quindi previsti stagge, regoli metallici, frattazzi manuali, lisciature con elicotteri ecc. La malta deve lavorare in aderenza al sottofondo e quindi necessita di una superficie ruvida, di un promotore d’aggrappo e deve essere intasata per garantire una porosità chiusa incrementando le resistenze meccaniche e l’impermeabilità ai liquidi. Nel sistema resinoso la resina poliuretanica funziona da legante, e così come per un buon calcestruzzo è fondamentale la scelta del tipo e della qualità dell’inerte, per il sistema resinoso lo sarà la scelta del tipo e della qualità delle cariche. Normalmente viene utilizzato quarzo sferoidale essiccato a forno ed in controllata curva granulometrica (curva di Fuller). Il rapporto Legante/Inerte usualmente adottato è di circa 1:6/8/10/12. Per i rivestimenti in malta resinosa vorremmo segnalare una particolarità: diversi applicatori, per la realizzazione della malta e del promotore di adesione, utilizzano dei leganti puri comprati direttamente dai fornitori di materie prime. Riteniamo che ciò sia rischioso perché se non si conoscono esattamente i componenti chimici del sistema e le loro peculiarità, è facile ottenere ad esempio leganti molto duri ma con un comportamento vetroso, sistemi con scarsa aderenza al fondo, sistemi non perfettamente reticolati, ecc. Tutti questi dettagli, anche se non si notano a breve, possono nel tempo ridurre le prestazioni della malta e causare gravi contestazioni. Affidarsi ad una società formulatrice è sempre consigliabile anche se sembra che di formulato non ci sia nulla. Sicuramente conoscerà quello che vi viene fornito, le prestazioni in opera e ne risponderà direttamente, cosa che i fornitori di materie prime non possono fare. 3. Settore alimentare Le pavimentazioni industriali realizzate con i cicli Cores (fondi, primer, pavimentanti) sono omologati dalla FDA in U.S.A. e dalla Campden Food and Drink Research Ass. inglese per l’utilizzo in ambienti industriali alimentari in quanto non contaminanti, sono antibatteriche e sanificabili secondo le normali procedure in uso in ciascun ambiente. Test di pulibilità e sanificabilità eseguiti da istituti italiani (Dipartimento Universitario specializzato in analisi microbiologiche), in seguito a contaminazione del rivestimento con Escherichia Coli, Aspergillus Niger, Listeria Innocua, Staphilococcus Aureus, hanno inoltre dimostrato che, dopo l’esecuzione di una normale procedura di pulizia idonea per ambienti alimentari, i rivestimenti non sono soggetti ad alcuna crescita batteriologica. Legge 30/04/1992 n.283: prodotti idonei al contatto con alimenti quali ghiaccio, ghiaccioli, bevande, latte e derivati, frutta candita, sottaceti, conserve in salamoia, carni e uova anche congelate, torrone, yogurt, mozzarella, oli, burro, margarina e altri grassi, formaggi, conserve sott’olio, fritti, prosciutti, insaccati, pesce, gelati, cioccolato, pasticceria, minestre essiccate, dadi, cereali, farine, paste, pane, biscotti, panettoni, frutta, ortaggi, funghi, prodotti in polvere, zucchero, caramelle, sale, caffè, cacao, spezie, erbe aromatiche. Riassumendo i vantaggi di una pavimentazione in resina sono: • Elevata resistenza chimica ad acidi, organici e minerali, alcali e solventi • Elevata resistenza all’abrasione • Ottima resistenza all’urto (non fessura) • Pedonabile dopo solo 8 ore dall’applicazione • Atossico, completamente inodore, non contamina • Perfettamente sanificabile • Applicabile su rivestimenti preesistenti (resine, piastrelle, legno) • Resistente agli shock termici (-40°/+120°) • Imputrescibile PROCEDURA APPLICATIVA: 1. Si pallina la superficie 2. si applica a rullo il primer PU-COR NG o IDROPRIME 3. Si applica a frattazzo liscio PU-CEMCOR per lo spessore da progetto CARATTERISTICHE TECNICHE: PRODOTTO g/dmc Esempio di una realizzazione conclusa. 12 SPESSORE kg/mq CONSUMO IDROPRIME Applicazione a frattazzo liscio del ciclo DENSITÀ mm 1.050 1 1.05 PU-CEMCOR 1.670 4 6.68 Applicazione del ciclo autolivellante alimentare c/o Caseificio S. Antonio F.lli Gentile 13
  • 12. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:32 Pagina 14 4. Pavimenti speciali 4.2 Pavimenti antistatici a carbone conduttivo 4.1 Pavimenti antibatterici agli alogenuri d’argento e tormaline ionizzanti di tipo “B” Pavimentazione epossidica additivata con speciali componenti micro e nanoparticellari in grado di conferirle un potere autoigienizzante. L’argento e l’igienizzazione: gli ioni Ag+, a contatto con un ampio spettro di microbi e batteri, ne impediscono la crescita e la riproduzione. La loro presenza garantisce un effetto autoigienizzante e blocca in modo permanente la proliferazione di muffe in ambienti umidi. Gli ioni d’argento, giacché incapaci di evaporare, mantengono inalterato nel tempo le loro caratteristiche igienizzanti. Al contempo, però, questi elementi non rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo e per l’ambiente. Tormaline di tipo “B”: la loro caratteristica essenziale è la capacità di emettere in ogni condizione di luce cariche elettronegative sulla superficie delle sue particelle e nel mondo che le circonda nonché l’emissione di FIR. L’elettronegatività di superficie si manifesta con una forte ionizzazione dell’ambiente circostante. La ionizzazione e i FIR rendono l’aria più pulita e più pura sostituendo i comuni ionizzatori elettrici che consumano energia. Un pavimento antibatterico di questo tipo costituisce inoltre una valida barriera contro l’adesione di tutte le particelle organiche e inorganiche ed in particolare lo sporco. Le superfici trattate con prodotti contenenti tormaline di tipo “B” evitano quindi la deposizione dello sporco e, sotto l’azione dell’acqua, risultano autopulenti. Si tratta di pavimenti per laboratori particolari e sale operatorie dove l’elettricità statica potrebbe causare gravi danni alle attrezzature o rischiare di ledere l’incolumità degli operatori. L’additivazione a carbone conduttivo offre la possibilità di scaricare a terra eventuali potenziali elettrici residui, tramite l’ideazione di un circuito di massa che a volte è formato da una vera e propria rete piatta in rame annegata nella fase resinosa. Laboratorio nanotecnologico 5. Aspetti particolari 5.1 Pareti con piastrelle e solai Solitamente l’ambiente sanitario richiede il trattamento di rivestimento anche in verticale sui paramenti murari con piastrelle. Poiché spesso la rimozione di quest’ultime risulta onerosa o impossibile, Cores ha messo a punto un gel epossidico denominato ANCOR400ECTche permette forti adesioni su piastrelle anche con ricottura di superficie, lasciando una superficie complanare in tempi molto veloci. Su questa sarà possibile applicare sistemi base acqua o solvent free che potranno estendere la loro applicabilità anche sui solai consentendo trattamenti completi anti muffa-alga-batteri, nonché dare la giusta impermeabilità al soffitto. Una delle fasi applicative 5.2 Barriera all’umidità di risalita L’impossibilità di traspirazione delle murature a seguito dell’applicazione di un ciclo epossidico, ed il conseguente pericolo di distacco dello stesso, viene ovviato dalla formazione di una barriera alla risalita dell’umidità mediante l’iniezione di WET SHIELD. Questo aspetto verrà valutato di volta in volta dai ns tecnici, in grado di “saggiare” la percentuale di umidità delle murature nonché evidenziare l’eccessiva migrazione di sali nitrati e solfati nelle loro superfici. Deposito farmaceutico 14 Realizzazione di una barriera chimica contro la risalita capillare di acqua e sali 15
  • 13. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:32 Pagina 16 ...altre nostre realizzazioni Salone automobilistico Corsico (CS) Showroom Mobilificio B&C Interni (Udine) 16 Pavimenti antitrauma Trattamenti coibentanti iningiallenti 17
  • 14. CORES catalogo pavim_indutriali:A4 26-07-2012 15:32 Pagina 18 Stanze del sale con resine ad uso alimentare Protezione del legno con prodotti specifici 18 Istituto di fisica nucleare (IFNI - Gran Sasso) 19
  • 15. 26-07-2012 15:32 Pagina 20 Grafica e stampa CORES catalogo pavim_indutriali:A4 Cores Srl Via dell’Artigianato 672 - 45020 Lusia (Rovigo) Telefono: +39 0425 607236 Fax 0425 072046 Tel Ufficio Tecnico: +39 0425 607236 Tel Ufficio Spedizioni-Logistico: +39 0425 607236 e-mail: cores@collanti-cores.it www.resine-epossidiche.it PI e CF 01126880291 Cores ha conseguito l’attestazione di qualità ISO 9001:2008 e la marcatura CE 1504-2