Lo sviluppo comunicativo nei disturbi dello spettro autistico: esperienze di variabilità nella costruzione dei profili interattivi di sviluppo
Castel Ivano –Trento 15-16 ottobre 2010
Semelhante a Lo sviluppo comunicativo nei disturbi dello spettro autistico: esperienze di variabilità nella costruzione dei profili interattivi di sviluppo
Semelhante a Lo sviluppo comunicativo nei disturbi dello spettro autistico: esperienze di variabilità nella costruzione dei profili interattivi di sviluppo (20)
Lo sviluppo comunicativo nei disturbi dello spettro autistico: esperienze di variabilità nella costruzione dei profili interattivi di sviluppo
1. Lo sviluppo comunicativo nei disturbi
dello spettro autistico: esperienze di
variabilità nella costruzione dei profili
interattivi di sviluppo
Castel Ivano –Trento
15-16 ottobre 2010
15-
2. I CONTESTI
Riabilitativo: Formativo:
Privato accreditato Seconda Università
degli Studi di Napoli
Terapie ambulatoriali
Corso di laurea in
Modello di intervento TNPEE
integrato Aree di intervento della
Equipe formazione: teorica,
multidisciplinare pratica e personale
3. Articolazione della relazione
1. Sequenza video di F. ed E. all’interno di
due diversi contesti:
- Nido
- Sala
Obiettivo:
Osservazione centrata sul tema della
corporeità il sistema di attitudine
dell’operatore
4. Articolazione della relazione
2. Presentazione di un caso: Christian
Note Anamnestiche
Osservazione/Valutazione
Terapia
Obiettivo:
Analisi dei parametri del sistema di
attitudine dell’operatore
5. Articolazione della relazione
3. Riflessioni sull’impianto formativo:
Presentazione di un’unità didattica
Un’ipotesi valutativa
Obiettivo:
Analisi dell’interconnessione tra
formazione teorica, corporea e pratica
6. Precocità d’intervento
Un programma di intervento precoce creato in
un contesto relazionale ricco di interazioni
dialogiche ed emotivamente marcate,
studiato per fornire adeguati input sociali ed
intersoggettivi al bambino può ridurre gli
effetti cumulativi a valle delle disfunzioni
dell’intersoggetività e favorire la
maturazione biologica del cervello sociale
(Wetherby, 2006, Greenspan,1998-2006,
Greenspan,1998-
Rogers, 1991).
Muratori et Al., “La diagnosi precoce di autismo: dalla ricerca degli indici precoci ai programmi di
screening”, in “Percorsi terapeutici e lavoro di rete”, Percorsi 2009.
7. Adeguati input sociale ed intersoggettivi…
…ovvero la costituzione di uno spazio intersoggettivo di
senso condiviso o di mutua intelligibilità, i cui livelli, nel
modello di Gallese, sono:
- Fenomenologico: caratterizzato dal senso di familiarità e
dal sentirsi parte di una stessa comunità sociale
(consonanza intenzionale)
- Funzionale: rappresentato da routine che permettono la
creazione di modelli Sè/altro, attraverso pattern di
coerenza, predicibilità e regolarità
- Sub-
Sub-personale: connette una serie di cambiamenti delle
stato corporeo permettendoci di comprendere le
emozioni provate dall’altro (neuroni specchio)
8. FOGLIO DI ANNOTAZIONE PER LE
CAPACITÀ DI COMPRENSIONE
Data di nascita: Diagnosi:
periodo osservazione: operatore:
PROPOSTE I COLONNA II COLONNA III COLONNA IV COLONNA
DOV’ E’ Indica l’oggetto Si dirige vicino Guarda l’oggetto Non attiva alcuna
(elementi all’oggetto ma non lo indica risposta
presenti nella richiesto
stanza)
La porta
La sedia
La palla
9. DOV’ E’ Indica l’immagine Tocca o prende Guarda l’immagine Non attiva alcuna
(immagini) l’immagine ma non la indica risposta
Il cane
Il telefono
La palla
DAMMI Dà l’oggetto Dà l’oggetto dopo Prende e/o guarda Non attiva alcuna
( tra due e richiesto che gli viene anche l’oggetto ma non lo risposta
successivame indicato dà
nte tra 3/5)
Pallina
Bambolina
Auto
Cucchiaio
Telefono
AZIONI Sceglie l’oggetto Effettua l’azione solo Sceglie l’oggetto ma Non attiva alcuna
CON adatto ed effettua dopo che abbiamo non effettua l’azione/ risposta
OGGETTO l’azione indicato l’oggetto Effettua l’azione solo
SU DI SE’ su imitazione
Bevi
Mangia
Pettinati
Telefona
10. AZIONI CON Sceglie l’oggetto Effettua l’azione Sceglie l’oggetto ma Non attiva alcuna
OGGETTI adatto ed effettua solo dopo che non effettua risposta
SULL’ALTRO l’azione abbiamo indicato l’azione/Effettua
(bambola ) l’oggetto l’azione solo su
imitazione
Dar la pappa
Far bere
Far dormire
Pettinare
AZIONI SU Indica l’immagine Guarda l’immagine Identifica Non attiva alcuna
IMMAGINI (dov’è..) ma non indica l’immagine su risposta
imitazione del gesto
Mangia
Si pettina
Dorme
Beve
11. RICHIESTA DI Effettua alla sola Effettua solo se Effettua se facilitato Non attiva alcuna
GESTI/AZIONI richiesta verbale associamo il gesto fisicamente risposta
Batti le manine
Manda un bacio
Fai ciao
COMANDI Interrompe anche Guarda ma non Reagisce con altre Non attiva alcuna
IMPARTITI IN solo interrompe l’attività manifestazioni risposta
SITUAZIONI momentaneamente (si allontana,
DINAMICHE E l’attività piange..)
CONTESTUALI
Vieni qua
Non toccare
Stai fermo
12. Giochi con oggetti
Sistema di attitudine dell’operatore
Atteggiamento tonico posturale adattato allo
scambio ed alla condivisione
Osservazione del bambino nell’esplorazione:
capacità di attesa, di non interferire e non
sostituirsi, pur partecipando sul piano
emotivo
Individuazione di facilitazioni atte a definire,
strutturare e organizzare l’attività
13. OPeN
Area affettivo-relazionale d 710-720
affettivo- 710-
Area comunicativo-linguistica
comunicativo-
Giochi di attivazione d 310-335
310-
sociale
Area motorio-prassica
motorio-
d 410 - 460
Giochi sensomotori Area neuropsicologica
d 110-129 d 160-162
110- 160-
d 210-220
210-
Giochi/attività
con oggetti
Area cognitiva e modalità di gioco
d 130-137-155-163 d 880
130-137-155-
Atipie comportamentali
d 240-250
240-
14. L’intervento OPeN prevede:
prevede:
Metodologie orientate allo sviluppo e al potenziamento
delle competenze interattivo-sociali e comunicativo
interattivo
linguistiche (integrazione di strategie di CAA)
Metodologie orientate allo sviluppo e al potenziamento
delle competenze simboliche e cognitive
Dispositivi di aiuto alla famiglia
alla famiglia
Sviluppo di programmi psico-pedagogici
psico-
individualizzati
Progetti individualizzati per lo sviluppo delle
autonomie personali e sociali
Proposte finalizzate a favorire il versante espressivo,
finalizzate il
le capacità prassiche e la condivisione di attività
all’interno di piccoli gruppi
gruppi
15. Articolazione della relazione
3. Riflessioni sull’impianto formativo:
Presentazione di un’unità didattica
Un’ipotesi valutativa
Obiettivo:
Analisi dell’interconnessione tra
formazione teorica, corporea e pratica
16. Riflessioni riferite all’esperienza clinica
…Le integrazioni, cioè gli snodi che ci interessano, stanno
tra il muoversi e l’esperienza del muoversi, tra la
produzione di fonemi e l’esperienza del linguaggio, fra il
bambino e l’ambiente.
Per noi, in terapia, è necessario percorrere con i bambini
queste non automatiche integrazioni; per farlo, ogni
volta, ritorniamo al corpo, al tono, alla postura, al gesto ,
lo facciamo con il tramite del nostro corpo, dei nostri
gesti e con il tono che ad essi si accompagna. E’ la
strada che abbiamo imparato a percorrere, riconoscendo
che ne esistono altre, per provare ad interferire con le
fissità dei gesti e con la loro inefficacia sul piano
comunicativo.
17. La formazione
Identifichiamo una forte componente personale
nella formazione .
Componente che richiede una particolare
attenzione al corpo ,ai canali percettivi e alla
dimensione non verbale della relazione
La formazione teorica diviene parte di questo
processo di integrazione
18. La formazione: unità didattica di base
La dimensione soggettiva nella
costruzione del concetto di spazio
La proposta: L’esperienza:
Interesse per le
Esplorazione differenze
dello spazio in soggettive
relative
assenza di all’esperienza di
percezione perdita del senso
della propria
visiva ubicazione fisica
nello spazio
19. Riferimenti teorici
1)La maggior parte dell’attività compiuta dal
nostro corpo avviene al di fuori della nostra
consapevolezza.
consapevolezza.
2)Il nostro mondo sensoriale , percettivo ,
motorio , affettivo , ecc., non è uguale a
ecc.
quello altrui .
3)Il mondo quale noi lo percepiamo in questo
momento non è il mondo stabile , esatto ,
unico , ma è semplicemente una delle tante
trasformazioni potenziali.
20. La formazione pratica
Osservazione Attenzione centrata sul
dell’azione “come” il bambino
fronteggia questa
spontanea di esperienza: gli
bambini nei andirivieni, il ruolo
primi due anni dello sguardo, ecc.
ecc.
di vita,
centrata sul
tema degli
spostamenti Schemi d’azione e
nello spazio. di interazione
21. Riformulazione teorica
Le tappe dello sviluppo
psiomotorio
Il processo di separazione
individuazione
Lo sviluppo atipico : analisi di
video (applicazione della scheda di
valutazione )
22. L’elaborazione e le
connessioni
La proposta: La ripetizione
dell’esperienza
Esplorazione consente
dello spazio in dimensione di
assenza di decentramento
percezione che permette
visiva riformulazioni
teorico/pratiche
23. L’efficacia dell’intervento e
l’autovalutazione
La proposta: la valutazione della
configurazione
Lavoro di gruppo interattiva, della
in presenza del dialettica
dell’intervento, dei
formatore : parametri e dei
analisi di facilitatori è una
sequenze video verifica sul proprio
percorso di
integrazione teorico-
teorico-
pratico.
25. Note sulle caratteristiche espressive
Modulazione tonica A NA
Note: scarsa modificabilità
Orientamento posturale A NA
Note: frequente uso di posture evitanti
Accettazione del contatto A NA
Note: sfuggente
Manifestazioni emotive A NA
Note: intense ma scarsa responsività
Manifestazioni temperamentali A NA
Note: facile irritabilità
Manifestazioni comportamentali A NA
Note: reazioni intense ai divieti
26. Facilitatori e strategie
Spazio: distanza
Tempo: rispetto delle “pause”
Oggetto: animali
Azione/imitazione: con l’oggetto
Voce/linguaggio: suoni evocativi di esperienze già vissute
Tono: variazioni toniche
Postura:
Altro: