Strength & Conditioning, n°30
ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Rivista
CATEGORIE: Rivista Strength & Conditioning
PAGINE: 100
.
Editoriale
Antonio Urso
Realanalyzer HD (Analizzatore HD in tempo reale). Un software per monitorare il bilanciere in tempo reale durante i movimenti della pesistica
Ingo Sandau, Holger Jentsch, Michael Bunk
Il Progetto PNPA
Antonio Urso
Modificazioni nei valori standard di outflow venoso delle vene giugulari interne (IJVs) in atleti praticanti sport di forza e potenza, in particolare Weightlifting e/o Powerlifting
Marco Radicello, Aldo Messina, Davide Piraino
Valutazione dei parametri fisiologici in contesti di fitness in acqua. Uno studio pilota
Luca Lolletti, Luciano Gemello, Massimiliano Gollin
Accrescimento staturale nei giovani praticanti la Pesistica Olimpica
Marco Cutillo
Coordinazione motoria e apprendimento delle tecniche
Vito Leonardi
L’allenamento con sovraccarichi per lo sviluppo della forza dei militari. Esperienze statunitensi
Joshua Hockett
La postura. Alcuni aspetti significativi
Antonio Urso
Il ruolo dell'esercizio fisico strutturato nella riabilitazione psichiatrica
Santo Rullo, Valerio Di Tommaso, Stefania Cerino, Francesca Cirulli
La pedana Nintendo Wii: supporto domiciliare nella riabilitazione dei disturbi dell’equilibrio
Andrea Burini
Prevenzione degli infortuni nelle atlete
Roberto Benis, Massimiliano Mazzilli
Riflessioni
Pasquale Bellotti
Quando spettano le agevolazioni fiscali per le attività sportive dilettantistiche?
Guido Martinelli
2. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 5
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.5-12
INTRODUZIONE
Negli sport di élite, l’analisi biomeccanica della competizione e degli esercizi di allenamento for-
nisce informazioni fondamentali sulle richieste tecniche e fisiche, grazie alle quali il processo di
allenamento può essere migliorato e potenziare così la prestazione durante la gara (5).
La prestazione competitiva viene misurata da una produzione del movimento sportivo (dello
stesso atleta o dell’attrezzatura sportiva). Per il sollevamento pesi, essa viene misurata in chi-
logrammi. Un atleta vince la gara nella rispettiva categoria se solleva il bilanciere con il maggior
peso. Per sollevare carichi pesanti, l’atleta deve imprime-
re un’accelerazione al bilanciere, saltare per posizionar-
si sotto di esso e, infine, mantenere il bilanciere con le
braccia tese sopra la testa. L’atleta rimane in contatto
con il bilanciere per l’intero movimento, finché non lascia
cadere il bilanciere dopo il voto dell’arbitro. Durante il
movimento di sollevamento, il pesista e il bilanciere agi-
scono come un unico sistema: il sistema bilanciere-pe-
sista (4,15
). A causa di questa peculiare caratteristica,
gran parte del movimento dell’atleta viene riflesso
nel movimento del bilanciere.
Questa circostanza può essere sfruttata per
l’analisi biomeccanica della pesistica:
è molto più facile e più rapido analizzare
il movimento del bilanciere anziché il
movimento del corpo dell’atleta.
È per questo motivo che la
maggior parte degli studi
sul sollevamento pesi si con-
centrano sul movimento del
bilanciere.
Naturalmente, non tutti gli aspet-
ti del movimento del pesista posso-
no essere valutati direttamente tra-
mite il movimento del bilanciere.
Ingo Sandau1
, Holger Jentsch2
, Michael Bunk2
Istituto per la scienza applicata all’allenamento di Lipsia, Germania, 1 Gruppo di ricerca sul sollevamento pesi,
2Gruppo di ricerca sull’informatica applicata allo sport, Lipsia, Germania
INGO SANDAUINGO SANDAU
ha un dottorato
di ricerca (Ph.
D.) in Scienza
dello sport ed è
capo del gruppo
di ricerca sul
sollevamento pesi
all’Istituto per la
scienza applicata
all’allenamento
di Lipsia, in
Germania.
I suoi attuali
progetti di ricerca
nel campo della
pesistica trattano
dei modelli di
periodizzazione,
delle analisi
del momento
articolare e dello
sviluppo atletico a
lungo termine.
HOLGER JENTSCHHOLGER JENTSCH
è esperto di sport
e informatica
ed è capo del
gruppo di ricerca
sull’informatica
nello sport
all’Istituto per la
scienza applicata
all’allenamento
di Lipsia, in
Germania.
Dal 1990, sviluppa
software e
database per la
pesistica e molti
altri sport.
ealanalyzerHD
(AnalizzatoreHDintemporeale)
Unsoftwarepermonitorare
ilbilanciereintemporeale
duranteimovimenti
dellapesistica
R
3. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 13
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.13-16
Antonio Urso
ANTONIO URSOANTONIO URSO
Presidente della
Federazione
Italiana Pesistica
e della European
Weightlifting
Federation.
Componente
dell’Esecutivo
della
IWF International
Weightlifting
Federation.
Laurea in Scienze
motorie;
laurea magistrale
in Attività motorie
preventive e
adattate;
master 1° livello
Scienze motorie
preventive
adattate e
recupero atletico;
maestro di
pesistica.
Ha allenato la
nazionale
maschile e
femminile di
pesistica.
È stato più volte
campione italiano.
lProgetto
PNPA
II
La PNPA®
, acronimo di Psico-Neuro-Program-
mazione dell’Allenamento, è lo studio dell'espe-
rienza soggettiva (dunque, individuale: dunque
unica e non ripetibile) di come ciascun individuo
(ogni singola persona) percepisce, vive, realizza
e trasforma in acquisizione di capacità, l’inte-
ro processo di allenamento, nonché le sue fasi.
Si presenta come un modello di organizzazione,
comunicazione, valutazione e riprogrammazione
continua, che permette di analizzare pressoché
ogni comportamento e ogni scelta autonoma,
ogni adattamento conseguito, scomponendoli
in sequenze di elementi osservabili, riproducibili,
modificabili ed entro certi limiti misurabili.
Ecco i contenuti di principio dell’acronimo PNPA.
• Psico: l’approccio all’allenamento non è solo di
tipo metodologico. Il metodo è da considerar-
si qualcosa che va adattato di giorno in gior-
no alle condizioni psichiche, caratteriali e di
struttura di personalità di ogni singolo atleta.
La persona e la sua personalità prima del me-
todo. E poi non un metodo, ma molti cangianti
metodi: appartiene al metodo la sua variabilità
intrinseca.
• Neuro: ogni adattamento motorio deve esse-
re considerato come il risultato di particolari e
complessi processi neurologici; la valutazione
di questi processi, che sono perciò processi di
allenamento, richiedono costante valutazione
e rimodulazione, al fine di gestire oculatamen-
te ed opportunamente la risposta individuale
allo stress rappresentato dal carico di lavoro.
• Programmazione: i comportamenti manife-
stati e le risposte organiche di ogni individuo
sono la conseguenza di una speciale "program-
mazione dell’allenamento" in cui i dati emersi
devono essere analizzabili e sono sempre fun-
zionali alla riorganizzazione continua del pro-
cesso di somministrazione di stimoli.
• Allenamento: processo finale dell’organizza-
zione programmatica, dove trovano spazio
ed acquistano rilevanza i corretti stimoli da
somministrare per creare nuovi e sostenibili
processi di stress e, nello stesso tempo, per
rimodulare gli stimoli stressogeni che hanno
già esaurito il loro possibile contenuto di ri-
sposta fisiologica e adattativa.
4. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 17
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.17-29
Questo lavoro si propone di studiare i
rapporti tra uno sport, il sollevamento
pesi, sui sistemi muscolare e circola-
torio. Presenta un’impostazione che va
oltre i risvolti scientifici e si propone di
sorpassare la disputa tra chi crede nel
“cogito ergo sum” e chi propone il “dubi-
to ergo sum”.
Dubitando che tutte le patologie dei si-
stemi neurosensoriali centrali siano con-
seguenza esclusiva di errato apporto del
sistema arterioso, ci siamo proposti di
studiare anche l’influenza di questo sport
sul sistema venoso: "dubito ergo sum".
In questo lavoro, in équipe con otoneu-
rologi e cardiologi interventisti e grazie
a sofisticate metodiche doppler, indagini
stabilometriche e uso di ROM test cer-
vicale, abbiamo voluto studiare l’influen-
za del sollevamento pesi in un gruppo di
sportivi.
L’attività sportiva spesso ci consente di
osservare i comportamenti del nostro
organismo in condizioni estreme.
Abbiamo così esaminato in alcuni pesisti
non il circolo arterioso, ma il loro outflow
venoso cerebrale, il sistema di scarico,
per sua conformazione più sensibile alle
pressioni muscolari.
Integrare i sistemi del nostro organismo,
proporre nuovi modelli di eziopatogenesi
delle malattie, ha il fine di mettere al
centro un più raffinato e moderno "dubi-
to ergo cogito" e si propone di impostare
nuove metodiche di studio delle malattie
e, pertanto, di prevenzione e terapia.
L’origine della presente trattazione na-
sce da alcune riflessioni personali riguar-
danti un particolare fenomeno, black out
del weightlifter32
, che avviene durante la
pratica di due discipline sportive: il wei-
ghtlifting e il powerlifting.
M
Marco Radicello, Aldo Messina, Davide Piraino
MARCO RADICELLOMARCO RADICELLO
Dottore in Scienze
motorie e sportive
master 1° livello.
Management dei
servizi per lo sport;
master 1° livello
Biomeccanica
e Posturologia;
NSCA CPT; NSCA
CSCS; Maestro
Master Sport
Specialist 3° livello
FIPE; specialista in
Pesistica olimpica
di alto livello FIPE;
specialista in
Parapowerlifting
FIPE; responsabile
del Centro
Federale FIPE di
Perfezionamento di
Palermo; allenatore
di atleti di pesistica
olimpica di livello
internazionale.
odificazioni nei valori standard
di outflow venoso delle vene
giugulari interne (IJVs) in atleti
praticanti sport di forza e
potenza, in particolare
Weightlifting e/o Powerlifting ALDO MESSINAALDO MESSINA
Direttore UOD
Audiologia
Ospedale
Policlinico di
Palermo.
DAVIDE PIRAINODAVIDE PIRAINO
Cardiologo,
specialista in
Cardiologia
Interventistica
EAPCI membro
dell'European
Association of
Percutaneous
Cardiovascular
Interventions.
5. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 31
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.31-37
INTRODUZIONE
Gli adattamenti biochimici associati allo stress
dell’allenamento variano in funzione dei valori del
carico esterno: intensità, volume e recupero
(Beachle 2000), misurabili indipendentemente
dagli effetti provocati dallo stimolo. La sommini-
strazione del carico esterno è indispensabile ai
fini della programmazione dell’allenamento, per
cui è necessario quantificare e monitorare il ca-
rico interno, ovvero la risposta fisiologica perce-
pita in risposta agli elementi del carico esterno.
Alcuni autori (Impellizzeri et al., 2005) sosten-
gono che la misurazione del carico interno sia il
fattore più incisivo ai fini della performance.
Gunnar Borg (1962) introdusse il concetto di
“percezione dello sforzo” come parametro unico
per ottenere una stima quantificabile della per-
cezione soggettiva dell’intensità del lavoro svol-
to. Mise a punto la scala RPE (Rate of Perceived
Exertion): una scala di categoria con intervalli
di valutazione e ancore verbali, che utilizza un
range di valori numerici da 6 (corrispondente a
“nessuno sforzo”) a 20 (corrispondente a “mas-
simo sforzo”). Borg, a seguito di alcuni suoi studi
(1973, 1982) effettuati durante una seduta di
lavoro ad intensità graduale su cicloergometro,
dimostrò che l’aumento della percezione dello
sforzo corrispondeva ad un aumento lineare del-
la frequenza cardiaca, del lattato e del massimo
consumo di ossigeno.
Per quel che riguarda il range“6-20” è basato
sulla frequenza cardiaca (60-200 bpm) a cui è
stato eliminato un decimale per facilitare il con-
teggio numerico.
In seguito, con l’obiettivo di creare una scala da
0 a 10, Borg sviluppò la Category Ratio Sca-
le (CR-10), anch’essa fornita di speciali ancore
verbali in corrispondenza di ogni singolo valore
numerico. In questa scala i valori vanno da 0 a
10, dove 10 corrisponde al punto più estremo
di sforzo percepito e con la possibilità, in casi
eccezionali, di poter superare il limite. La scala
è molto vantaggiosa per valutare lo sforzo del
dolore e la dispnea (Borg 1985). Con lo scopo
di renderla ancora più precisa e sensibile nelle
risposte intermedie tra i valori dei numeri interi,
Elisabet Borg ideò la scala CR-100, composta
da 67 opzioni numeriche.
Di recente sono state oggetto di studio anche
le scale OMNI (abbreviazione di OMNIBUS), che
presentano caratteristiche sovrapponibili, in
termini di valori numerici, a quelle di Borg CR-10
ma con l’aggiunta di ancore visive, e cioè imma-
gini descrittive con lo scopo di rendere più chia-
ro e comprensibile il messaggio delle espressioni
verbali.
Lolletti Luca, Luciano Gemello, Gollin Massimiliano
LUCALUCA
LOLLETTILOLLETTI
Dottore magistrale
in "Scienze
e tecniche
dello sport e
dell'allenamento"
presso la Facoltà
di Scienze
motorie di Torino.
Già docente
universitario a
contratto presso la
Facoltà di Scienze
motorie di Torino
per la materia
Idrochinesiterapia
e per il seminario
“Preparazione
atletica in
ambiente
acquatico”.
LUCIANOLUCIANO
GEMELLOGEMELLO
Dottore di
ricerca, PhD in
Metodologie
molecolari e
morfo-funzionali
applicate
all’esercizio fisico,
Università di
Urbino. Fondatore
e direttore di
"Palestre Torino
dal 1964".
Già docente
universitario per
oltre 25 anni
presso la Facoltà
di Scienze motorie
di Torino per la
materia "Personal
training".
alutazionedeiparametri
fisiologiciincontesti
difitnessinacqua.
Unostudiopilota.
V
6. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 39
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.39-42
Tra i luoghi comuni che penalizzano la nobile pra-
tica della Pesistica Olimpica vi è quello riferito al
presunto arresto dell'accrescimento in altezza
dei suoi praticanti, in particolar modo se l'inizio
dell'attività avviene in età pre-puberale.
Trattasi, evidentemente, di luoghi comuni privi di
alcun fondamento scientifico che non considerano
il ruolo della selezione effettuata in fase di reclu-
tamento dai talent scout i quali, per attenersi al
modello prestativo specifico, devono privilegiare
particolari caratteristiche antropometriche pro-
prie, nella nostra disciplina, dei soggetti brevilinei.
Curioso, a tal proposito, sarebbe chiedersi se an-
che l'equitazione, in cui il fantino è per antono-
masia di bassa statura, e la ginnastica artistica
possano determinare il presunto arresto della
crescita cui si accennava in introduzione.
Studi e ricerche danno risposte scientifiche a ri-
guardo, dimostrando come l'accrescimento sta-
turale sia un fattore a stretto controllo genetico,
influenzato da fattori ormonali legati al corretto
funzionamento dell'asse ipofisi-ipotalamo; la pre-
senza, inoltre, della formula di Tanner (1970) per
il calcolo approssimativo della statura bersaglio,
semplicemente considerando le altezze dei geni-
tori, fornisce una ulteriore conferma sulla prede-
terminazione dell'altezza di un individuo.
In tale contesto si inserisce lo studio effettuato
presso la scuola media "Rita Levi Montalcini" di
Capurso (Bari), volto a verificare l'eventuale effet-
to della pratica della Pesistica Olimpica sul pro-
cesso di accrescimento staturale dei suoi giovani
praticanti.
La metodologia di lavoro seguita nel periodo di
durata dello studio ha visto la presa in esame di
un campione di 101 ragazzi di ambo i sessi, 66
maschi e 35 femmine, e di età compresa tra i
tredici ed i quattordici anni ai quali è stata re-
gistrata l'altezza, attraverso l'utilizzo di un alti-
metro da parete accuratamente fissato al muro,
in tre differenti momenti dell'anno scolastico: a)
inizio anno; b) dopo la pausa natalizia; c) a fine
anno scolastico.
Per l'acquisizione della misura, ai ragazzi sono
state fatte togliere le scarpe; a gambe tese, i
ccrescimento staturale
nei giovani praticanti
la Pesistica Olimpica
A
Marco Cutillo
MARCO CUTILLOMARCO CUTILLO
È Tecnico IV Livello
europeo CONI, è
Personal Trainer
Master e Sport
Specialist III livello
federale ed è
attualmente iscritto
1°Master di Alta
specializzazione di
Pesistica olimpica e
paraolimpica.
Dal 2016 è co-
fondatore e tecnico
della Pesistica
Capurso ASD e
coordinatore attività
giovanile regionale
Puglia. Nel 2019 è
convocato come
collaboratore
tecnico al Collegiale
di valutazione atleti
Youth c/o CSOE
Roma.
7. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 43
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.43-46
L’allenamento della forza è un mezzo diffuso ed
efficace, per migliorare la forma fisica e le pre-
stazioni dell’atleta tradizionale sia in campo che
altrove, nonché per sostenere la sua salute e la
sua resilienza agli infortuni a lungo termine.
Atleti di tutti i livelli, dalla divisione giovani a quella
master, hanno tratto benefici dalla partecipazione
a programmi di allenamento della forza struttura-
ti in un modo o nell’altro. In anni recenti, questi
benefici sono stati riconosciuti anche per gli ope-
ratori di primo intervento come forze di polizia,
vigili del fuoco, coloro che rispondono alle emer-
genze e militari. In questo articolo descriverò
in particolare come nella mia esperienza con la
Marina degli Stati Uniti, prima, e con l’Aviazione
degli Stati Uniti, adesso, abbia utilizzato l’allena-
mento della forza per migliorare i risultati delle
prestazioni del singolo operatore e di conseguen-
za dell’intera unità; il che porta al successo la
missione e garantisce una migliore sostenibilità
per l’operatore durante e dopo il servizio attivo.
I militari devono sostenere dei test di valutazio-
ne della forma fisica ogni anno o ogni due anni
nell’ambito dei rispettivi settori delle forze arma-
te per garantire la loro preparazione alle missioni,
ma anche per mantenere il grado e ricevere pro-
mozioni. Il superamento o meno del test o pun-
teggi più alti o più bassi possono determinare il
successo o la fine della carriera di un operatore.
Ma la cosa più importante è che ciascun operato-
re sia sempre idoneo ai compiti che deve eseguire
nell’ambito del proprio settore (esercito, marina,
marines, aviazione, guardia costiera). Questo si
applica a tutti i membri delle forze armate in tut-
to il mondo, tanto agli uomini quanto alle donne.
La maggior parte delle forze militari dei vari Paesi
ha stabilito norme e punteggi minimi per i test di
valutazione sul campo che devono essere soddi-
sfatti o superati perché una persona rimanga un
membro attivo che può essere dislocato quando e
dove è necessario. Inoltre, è fondamentale che gli
operatori si mantengano in buona salute e in ot-
JOSHUA HOCKETTJOSHUA HOCKETT
ms, nsca-cpt*d,
cscs*d, tsac-f*d,
cissn
Direttore di
Tactical Strenght
and Conditioning
per il 57th
Rescue
Squadron del 31
Fighter Wing con
base ad Aviano,
in Italia. Ha questo
ruolo dal gennaio
2019. Per più
di cinque anni
Direttore dell'Af
loat Fitness di due
navi della Marina
statunitense con 2
dispiegamenti nella
5° flotta. Ha lavorato
con il dipartimento
di atletica della
University of
Wisconsin-Madison
e per due anni ha
posseduto una sua
piccola impresa
come Personal
Trainer in Madison,
WI. È stato anche
per più di due
anni Coordinatore
della forza e del
condizionamento
Fisico per MizzouRec
alla University of
Missouri in Columbia.
Ha ottenuto
un Bachelor of
Science degree
in chinesiologia
alla University of
Wisconsin e un
Master of Science
degree in scienze
dell'esercizio Fisico
alla University
of Wisconsin.
Ha conseguito
attestati della
National Strength
and Conditioning
Association
(NSCA) quali il
Certified Strength
and Conditioning
Specialist®
con
menzione speciale
(CSCS,*D®
), l’NSCA-
Certified Personal
Trainer® con
menzione speciale
(NSCA-CPT,*D®
) e
il Tactical Strength
and Conditioning
Facilitator®
con
menzione speciale
(TSAC-F,*D®
).
Joshua Hockett
’allenamento con sovraccarichi
per lo sviluppo della forza dei
militari. Esperienze statunitensi
L
8. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 47
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.47-53
Vito Leonardi
VITO LEONARDIVITO LEONARDI
Dottore in “scienze
motorie” già
docente presso
l’ISEF di Napoli e
presso l’Università
“Parthenope”
di Napoli, ha
collaborato
con l’Università
“S. Antipolis” di
Nizza. Arbitro
internazionale
della FGI, ha
rivestito numerosi
incarichi presso
la stessa e
collaborato
alla stesura
dei programmi
tecnici. Direttore
della “SRdS” della
Campania dal
2002 al 2008, è
docente nazionale
e Presidente
del Comitato
Regionale della
Campania
della FIPCF.
Ha pubblicato
quattro libri e
numerosi lavori su
riviste tecniche
federali ed è
stato relatore
in numerosi
congressi.
oordinazionemotoria
eapprendimento
delletecniche
C PRIMA PARTE
Un enorme braccio meccanico pluriarticolato
assemblava in una linea di produzione la scocca
di una autovettura. Si sollevava, ruotava su sé
stesso e fissava con assoluta precisione punti di
saldatura ad intervalli regolari mentre altri prov-
vedevano al montaggio di diverse componenti in
perfetta sintonia tra loro.
È quanto osservavo ammirato, durante una tra-
smissione televisiva una sera di qualche tempo fa.
Ah, pensavo, se i movimenti umani potessero
avere tanta costante precisione!
Naturalmente mi rendevo conto che non è pos-
sibile considerare il corpo umano semplicemente
come un sistema di leve e di comandi in vista di
un’azione ad alto rendimento. Una visione pura-
mente meccanicistica ricondurrebbe ad un su-
perato dualismo cartesiano corpo-mente.
La motricità umana non è soltanto finalizzata
ad un risultato strategico, ma essa è anche il
tramite attraverso il quale viene elaborata l'uni-
tà di espressione, momento degli scambi e delle
corrispondenze simboliche tra codici linguistici
diversi come la gestualità che ne genera un sot-
tolivello fisiognomico.
È però possibile ricorrere alle leggi della fisica
per analizzare gli aspetti esteriori dei movimenti
umani poiché questi sono ad esse sottomesse,
in quanto leggi non possono essere violate.
Ma la biomeccanica può indicare cosa è avvenuto
e fornire criteri di ottimizzazione, sempre che
sussistano i presupposti motori funzionali, ma
non la storia di come sono avvenuti, il che riman-
da a numerosi fenomeni interattivi sul control-
lo e l'organizzazione motoria dell’azione e quindi
fornire soltanto un certo modello. Sì, un modello,
perché non esistono al mondo due atleti che cor-
rono, saltano allo stesso identico modo per an-
goli articolari, direzione della spinta, parametri
che variano ogni volta anche sensibilmente nello
stesso individuo tra una esecuzione e l'altra.
Questo modello è però importante: “Senza un
modello della tecnica ottimale di un esercizio
sportivo, è possibile comprenderlo solo in parte”
(P. Tschiene, SdS 84).
Grazie ai simulatori di più recente concezione, in
proposito, si sono andate a sviluppare procedure
matematiche cibernetiche ricavate dalla osser-
vazione attraverso speciali algoritmi introdotti
in un computer che trasmettono i dati più im-
9. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 55
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.55-60
Antonio Urso
apostura.
Alcuniaspettisignificativi
LL
CONCETTO DI POSTURA
È difficile dare una definizione esaustiva di po-
stura, lo è a causa dei processi multifattoriali
che regolano la statica e la dinamica del corpo
umano: per tale ragione esistono differenti de-
finizioni tante quante le scuole di pensiero e di
approccio a questo argomento. Molte definizioni
sono strettamente correlate alla prospettiva con
cui questo fenomeno è stato studiato: da quel-
la biomeccanica o da quella del sistema nervoso
o psicologico. Tra le varie definizioni la più inte-
ressante, o quantomeno quella che racchiude più
elementi identificativi, è quella data dal Dr Fabio
Scoppa (2005): (1)“…Per postura possiamo in-
tendere la posizione del corpo nello spazio e la
relazione spaziale tra i segmenti scheletrici, il
cui fine è il mantenimento dell’equilibrio (funzione
antigravitaria), sia in condizioni statiche che di-
namiche, cui concorrono fattori neurofisiologici,
biomeccanici, psico-emotivi e relazionali, legati
anche all’evoluzione della specie”.
Gagey, 2000 (2) con autorevolezza ha afferma-
to: “…la postura è strettamente legata alla vita
emotiva fino ad essere l’espressione stessa per
il mondo esterno, non solo attraverso la mimica
facciale e gestuale, ma anche attraverso la di-
sposizione corporea nel suo insieme”.
Scoppa 1998 (3) ha affermato inoltre che lo svi-
luppo della personalità procede di pari passo con
lo sviluppo della struttura corporea, cosicché la
postura abitualmente assunta rispecchia fedel-
mente i tratti caratteriali preminenti della per-
sona.
Anche in caso di scoliosi idiopatica, è possibile
stabilire questo tipo di relazione, in quanto nel
periodo evolutivo alcuni meccanismi psicofisiopa-
tologici possono essere in grado di perturbare
l’equilibrio rachideo e innescare il processo di-
smorfico.
(1) Fabio Scoppa - POSTUROLOGIA: il modello neurofisiologico,
il modello biomeccanico, il modello psicosomatico pubblicato
su https://www.chinesis.org/joomla/images/Libri%20pubbl/
Posturologia_modelli_neuro-bio-psico.pdf
(2) Gagey PM, Weber B. Posturologia, regolazione e
perturbazioni della stazione eretta. Marrapese Editore, Roma
2000.
(3) Scoppa F. Scoliosi idiopatica: dalla biomeccanica alla
psicofisiologia, in: Caradonna D (Ed.), Argomenti di posturologia.
Atti del II Congresso Mondiale di Posturologia – Fiuggi. GSC
Editrice, Bologna 1998; pp.125-52.
ANTONIO URSOANTONIO URSO
Presidente della
Federazione
Italiana Pesistica
e della European
Weightlifting
Federation.
Componente
dell’Esecutivo
della
IWF International
Weightlifting
Federation.
Laurea in Scienze
motorie;
laurea magistrale
in Attività motorie
preventive e
adattate;
master 1° livello
Scienze motorie
preventive
adattate e
recupero atletico;
maestro di
pesistica.
Ha allenato la
nazionale
maschile e
femminile di
pesistica.
È stato più volte
campione italiano.
10. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 61
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.61-63
La riabilitazione psichiatrica incentrata sull’attivi-
tà fisica non è finalizzata solamente alla presta-
zione agonistica o all’inclusione sociale, ma anche
alla promozione di attività fisiche strutturate che,
attraverso specifiche tecniche sportive, mirino
a contrastare i principali sintomi psicopatologici
nell'ambito di ogni singolo programma riabilitativo.
Le prove scientifiche che collegano l'attività fisica
con il miglioramento del benessere e della salute
mentale sono ben riconosciute e pubblicate (Har-
vey SB, 2018). Il Royal College of Psychiatrists
riconosce la prescrizione dell’attività fisica come
modalità di trattamento per una vasta gamma di
condizioni di salute mentale (RCPsych, 2019).
Diversi studi (Blumenthal et al., 2007) mostrano
come lo sport possa influenzare positivamente la
prognosi di alcuni disturbi mentali che rappresen-
tano le cause più frequenti di disabilità mentale,
tra cui la depressione maggiore, la schizofrenia e
il morbo di Alzheimer (Rossler et al., 2005).
Lo stile di vita sedentario determina un impor-
tante cambiamento dei fattori biologici che sup-
portano il buon equilibrio tra le funzioni menta-
li e corporee e l'umore. Nel nostro corpo esiste
un sofisticato sistema di molecole che si com-
portano come messaggeri extracellulari – per lo
più appartenenti ai sistemi nervoso, endocrino,
immunitario e muscolare. Il muscolo scheletrico
rappresenta anche una sorta di organo endocrino
che, attraverso la contrazione, stimola il rilascio
di messaggeri extracellulari (BDNF, dopamina, iri-
sina, termogenina, citochina) che influenzano il
metabolismo e modificano la loro produzione nei
tessuti e negli organi. Queste sostanze stimolano
lo sviluppo di nuove cellule nervose e aumentano
il numero di sinapsi, migliorando la memoria, l'ap-
prendimento e le capacità cognitive.
SANTO RULLOSANTO RULLO
psichiatra,
Direttore Casa di
Cura Villa Letizia,
Roma.
STEFANIA CERINOSTEFANIA CERINO
psichiatra, libero
professionista.
VALERIO DIVALERIO DI
TOMMASOTOMMASO
presidente di
ECOS (European
Culture and Sport
Organization)-
Creative Manager
and Social
Entrepreneur.
FRANCESCAFRANCESCA
CIRULLICIRULLI
neurobiologa,
Primo Ricercatore
Centro per le
Neuroscienze
Comportamentali
e la Salute
Mentale, Istituto
Superiore di
Sanità, Roma.
Santo Rullo, Valerio Di Tommaso, Stefania Cerino, Francesca Cirulli
l ruolo dell'esercizio
fisico strutturato
nella riabilitazione
psichiatrica
I
11. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 71
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.71-85
Roberto Benis, Massimiliano Mazzilli
ROBERTO BENISROBERTO BENIS
PhD in sport
sciences,
docente
universitario,
osteopata e
preparatore fisico
Olimpia Volley
Bergamo.
MASSIMILIANOMASSIMILIANO
MAZZILLIMAZZILLI
eCampus
University.
Laureato in
Scienze delle
attività motorie e
sportive presso la
scuola di Scienze
motorie, Università
degli Studi di
Milano.
Personal trainer
Strength and
conditioning.
Coach Volley
Offanengo.
Body composition.
Recupero
funzionale e della
riatletizzazione
post infortunio.
revenzione
degliinfortuni
nelleatlete
PP
Lo scopo del presente lavoro è di fornire una sin-
tesi delle conoscenze ormai consolidate circa gli
infortuni, i fattori di rischio e le strategie di pre-
venzione specifiche per le atlete.
Gli infortuni più caratterizzanti dei soggetti fem-
minili nella pratica dello sport possono essere
previsti e potenzialmente evitati. Non si possono
eliminare tutti gli incidenti, ma la loro frequenza
e la gravità possono essere ridotte attraverso
diverse strategie di prevenzione.
Dato il coinvolgimento di un numero sempre mag-
giore di atlete in diversi sport a livelli d’élite, l’at-
tenzione per gli infortuni di questa specifica cate-
goria è in costante crescita.
Ridurre il rischio di infortunio significa aumentare
la partecipazione allo sport, potenziare la perfor-
mance e garantire una migliore qualità della vita
futura, attraverso la promozione ed il manteni-
mento di uno stile di vita attivo. Ci sono evidenze
che mostrano come il livello di fitness fisico sia
un valido strumento per predire le cause di mor-
talità, morbilità e disturbi specifici come cancro,
eventi cardiovascolari, diabete (Emery, Lebrun,
2015).
Gli infortuni, specialmente quelli al ginocchio e alla
caviglia, possono portare allo sviluppo di osteo-
artrite con l’avanzare l’età (Lohmander et al.,
2004; 2007).
È utile, per esaminare la prevenzione degli infor-
tuni in diverse popolazioni sportive,
un approccio in quattro punti così articolati:
1) conoscere la probabilità che un infortunio si
verifichi in determinate categorie di soggetti;
2) identificare e capire i fattori di rischio per le
diverse categorie;
3) individuare le strategie di prevenzione da svi-
luppare;
4) valutare, implementare le strategie di recu-
pero per massimizzarne gli effetti in un con-
testo sport-specifico (Van Mechelen et al.,
1992; Meeuwisse, 1994).
Il presente articolo è tratto dal volume di
recente pubblicazione: La prevenzione
negli sport femminili di squadra.
Con elementi di riabilitazione, valutazione
e metodologia dell'allenamento
edito da Calzetti & Mariucci Editori.
12. S&C
STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno VIII - Numero 30 / Ottobre-Dicembre 2019 89
S&C(Ita)n.29,Ottobre-Dicembre2019,pp.89-90
QUANDO SPETTANO LE
AGEVOLAZIONI FISCALI PER LE
ATTIVITÀ SPORTIVE
DILETTANTISTICHE?
Ha destato molto scalpore, al rientro dalle
ferie, la notizia di una sentenza della Cassa-
zione che aveva ritenuto dovuti i contributi
previdenziali sui compensi corrisposti agli
istruttori da parte di una associazione spor-
tiva dilettantistica che gestiva una palestra
e che era regolarmente iscritta al registro
Coni e affiliata ad un ente di promozione
sportiva riconosciuto.
In realtà lo stupore non appare giustifica-
to alla luce della fattispecie concreta giun-
ta all’esame della Suprema Corte e occor-
re, pertanto, provare a rivedere insieme i
presupposti per l’applicazione delle norme
agevolative legate allo sport dilettantistico.
Rivedere il sito internet e la scheda di iscri-
zione al registro Coni della palestra in ogget-
to lo avrebbe provato.
La fonte di innesto di una verifica fiscale, in-
fatti, nella maggior parte dei casi, deriva da
una analisi dei contenuti del sito internet e
del registro Coni della società o associazio-
ne. Occorre pertanto partire da questi due
aspetti per provare a individuare le “buone
pratiche” da applicare per poter rivendicare,
anche in giudizio, la propria natura di asso-
ciazione o società sportiva dilettantistica.
In via preliminare, si deve precisare che, per
giurisprudenza assolutamente costante, la
regolarizzazione “formale” dell’attività (ossia
essere dotati di uno statuto conforme alle
norme legislative e sportive, l’affiliazione ad
una Federazione, disciplina sportiva associa-
ta o ente di promozione sportiva e l’iscrizione
al registro Coni) è condizione necessaria ma
Guido Martinelli
GUIDO MARTINELLIGUIDO MARTINELLI
avvocato,
consulente della
FIPE, professore
aggregato di
legislazione
sportiva presso
l’Università degli
studi di Ferrara,
docente nazionale
della Scuola
Centrale dello
sport del CONI,
è autore di diverse
pubblicazioni in
materia di diritto
sportivo.
13. www.calzetti-mariucci.it
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