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METODOLOGIA DELLINSEGNAMENTO
Il 5 settembre scorso si è tenuto
a Firenze un seminario
sull’allenamento giovanile.
Il sottotitolo dell’iniziativa
rappresentava una sfida molto
interessante: come conciliare
la prestazione, la partecipazione
e lo sviluppo personale.
Il seminario, realizzato dalla collaborazione delle Scuole dello Sport Nazionale e di quella Regionale della Toscana,
ha visto la partecipazione, come principale relatore, di Jean Côté. Il Direttore di School of Kinesiology and Health Studies
at Queen’s University in Kingston (Canada) ha presentato lo stato di avanzamento degli studi sulla Leadership
Trasformazionale (TFL) nello sport. Questo articolo vuole riassumere i temi trattati nel seminario e descrivere
uno strumento pratico di intervento nella formazione degli allenatori del settore giovanile. Jaen Côté e Jennifer Turnnridge
hanno infatti messo a punto un workshop sulla TFL che è stato presentato a Firenze agli allenatori di diverse discipline
sportive che hanno partecipato al seminario e che sono stati direttamente coinvolti in questa esperienza.
Nella prima parte, l’articolo presenta il quadro teorico e l’impianto scientifico della leadership trasformazionale
nello sport. Nella seconda parte invece, descrive le linee generali del workshop pratico, illustrando le fasi e gli strumenti
utilizzati nell’esercitazione con gli allenatori. La finalità di questa iniziativa è verificare la possibilità di introdurre queste
tematiche e questi strumenti nella formazione dei tecnici coinvolti nei settori giovanili delle diverse discipline sportive.
LA LEADERSHIP
TRASFORMAZIONALE
NELLO SPORT
Il quadro teorico e una proposta pratica
Claudio Mantovani
Scuola dello Sport
5
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
Negli ultimi 40 anni è stata condotta e pubblicata una gran quantità di studi sull’allenamento ad alta quota.
Se da un lato si è cercato con essi di far luce sulla relazione dose-risposta di diversi metodi di allenamento ad alta
quota, dall’altro si sono voluti approfondire i processi di adattamento generali e specifici di alcuni sport in condizioni
di carenza d’ossigeno (ipossia) e l’effetto di alcuni fattori influenzanti. Tali studi sono stati condotti soprattutto
negli anni ’90 e 2000. Basandosi su di essi, negli ultimi dieci anni sono state svolte ulteriori ricerche finalizzate
ad approfondire le discussioni pratiche e scientifiche sulle conoscenze in tema di allenamento ad alta quota.
Questo contributo presenta alcuni risultati e conoscenze sull’attuale stato della questione. Per quanto riguarda
l’effetto dei diversi metodi di allenamento ad alta quota, ci si soffermerà in modo particolare sullo sviluppo di tale forma
di allenamento nello sport del nuoto. Questo articolo mira a fornire una panoramica aggiornata sull’utilizzo teorico
e pratico dell’allenamento ad alta quota nel contesto tedesco e ad incoraggiare un’ulteriore elaborazione scientifica
di questa tipologia di allenamento.
RECENTI SVILUPPI
NELL’ALLENAMENTO AD ALTA QUOTA
Conoscenze generali e specifiche del nuoto in una visione narrativa
Alexander Törpel, Lutz Schega
SCIENZA DELLO SPORT
13
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
FOTO ARCHIVIO FIN / DEEPBLUMEDIA.EU
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
A causa del profilo richiesto,
lo sci alpino professionale
esige dai suoi praticanti
una grande quantità di capacità
e abilità sportive e motorie.
Poiché questo sport dipende
dalle condizioni metereologiche
e da quelle proprie del territorio,
gli sciatori si trovano
regolarmente a dover
affronntare situazioni sempre
nuove. A ciò aggiungiamo anche
le modifiche relative ai materiali,
che possono verificarsi di quando in quando e che possono avere un impatto diretto sulla tecnica sciistica.
Può accadere che alle modifiche dei materiali seguano anche modifiche al regolamento, cosa che comporta modifiche
anche in termini di percorso di gara. L’insieme di tali cambiamenti si ripercuote in modo importante anche sui requisiti
della gara e quindi sul profilo dei requisiti richiesti agli sciatori. Benché esista già un modello di struttura delle prestazioni
nello sci alpino, per l’allenamento di alta competizione dei giovani, è fondamentale osservare in che misura questo
modello sia adatto come base per un allenamento a lungo termine degli atleti U14 (età di 12-13 anni).
Nello studio sono presi in esame i bambini della classe U14 all’inizio della loro formazione sportiva, che dovrebbero aver
completato quella di base entro l’undicesimo anno di età. In seconda istanza si dovrà analizzare se esistono ulteriori
considerazioni relative a un modello di struttura di prestazioni per i giovani atleti dello sci alpino.
Considerando l’ontogenesi motoria, sulla base dei risultati della ricerca di un modello, si rappresentano possibili
conseguenze sull’allenamento sportivo nei ragazzi U14. Il piano di allenamento Alpin dell’Associazione sciistica tedesca
contiene già informazioni circa la formazione di atleti di questa età, obiettivi e contenuti di allenamento,
nonché programmazione e condizionamento dell’allenamento sciistico.
MODELLO DI SPORT
DI ALTA COMPETIZIONE
NELLO SCI ALPINO
Rappresentazione del modello
e effetti sull’allenamento U14
Dirk Heering
25
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
sviluppati concetti e considerazioni in
merito all’allenamento dei più giovani. Già
nel novembre del 2006, l’Institut für
Angewandte Trainingswissenschaft (Lipsia)
ha pubblicato le linee guida per i debut-
tanti dell’allenamento sportivo (IAT, 2006).
Queste ultime presentano delle considera-
zioni in merito allo sport che dovrebbero
aiutare gli allenatori e i responsabili dell’al-
lenamento junior e integrare l’allenamen-
to con processi a lungo termine dal punto
di vista metodico e contenutistico. Inoltre,
Voigt, Hohmann e Singh hanno sviluppato
nel 2013 i concetti di un allenamento dei
giovani di successo (KerN) (Voigt,
Hohmann, Singh, 2013), che presentano le
linee guida principali della metodologia
dell’allenamento della costruzione della
prestazione sportiva.
Tali linee guida per lo sport possono forni-
re anche per l’allenamento junior U14
dello sci alpino approcci utili per i conte-
nuti di allenamento e per la progettazione
e organizzazione dell’allenamento stesso.
In sintesi, si può concludere che, nella sua
preparazione, il modello strutturale di
performance nello sci alpino, con le sue
caratteristiche di prestazione, deve tenere
in considerazione il normale sviluppo del-
l’età. Poiché in questa fase vengono defini-
ti ulteriori fattori decisivi per lo sport di alta
prestazione, è necessario considerare fat-
tori quali le prestazioni personali, la parte-
cipazione a sport diversi e lo sviluppo per-
sonali, così come anche l’l’allenabilità
durante diverse fasi dell’età.
Sulla base dei risultati di cui sopra, nel
prossimo paragrafo verrà descritto l’allena-
mento per gli U14 nello sci alpino.
2. L’ALLENAMENTO JUNIOR U14
Sulla base delle conoscenze elaborate nel
paragrafo precedente qui di seguito viene
presentato l’allenamento junior U14 nello
sci alpino.
mento. Le ricerche recenti relative all’alle-
namento junior mettono in rilievo tre
caratteristiche fondamentali: efficienza,
partecipazione dei giovani atleti a un’offer-
ta variegata di discipline sportive e svilup-
po personale dei giovani sportivi (le 3P:
Performance, Participation e Personal
development) (Cöte, Hancock, 2016).
Inoltre, gli studi hanno mostrato che una
specializzazione precoce non costituisce
un prerequisito fondamentale per fare
parte degli sportivi di alto livello in età
adulta (Côté, Hancock, 2016). Di conse-
guenza, si consiglia di investire nell’allena-
mento junior e di non precludere agli atle-
ti la possibilità di praticare anche altre
discipline sportive.
In particolare, l’allenamento della forza con i
requisiti specifici per lo sci alpino in termini
di forza massima, velocità e resistenza
dovrebbero svolgersi sulla base dell’età del-
l’atleta, così da evitare infortuni legati all’alle-
namento, che già nell’infanzia o adolescen-
za possono tradursi in danni a lungo termi-
ne (Granacher, Kriemler, Gollhofer, Zahner,
2009). Poiché gli studenti U14 (all’età di 12 e
13 anni) sono ancora considerati nell’età
infantile (Winter, Hartmann, 2007), sarà
necessario tenere presenti le nozioni legate
alle fasi dell’addestrabilità (Schnabel, Harre,
Krug, 2011) con tutte le considerazioni rela-
tive al processo di allenamento. Per quanto
riguarda i requisiti dello sci alpino, in età
U14, è possibile allenare bene l’elasticità, la
velocità, la mobilità e la coordinazione. In
questa fase, è possibile costruire i fonda-
menti più importanti della prestazione.
Inoltre, anche la resistenza aerobica può
essere migliorata in modo importante (cfr.
anche Winter, Hartmann, 2007). Tuttavia,
oltre all’età anagrafica, anche il livello di
maturità del bambino gioca un ruolo fon-
damentale nell’allenamento (Pichardo,
Oliver, Harrison, Maulder, Lloyd, 2018).
Oltre a tutte le particolarità dell’allenamen-
to nello sci alpino U14, in Germania si sonoPER INFORMAZIONI
E ORDINI
Tel: 06 32729172
E-mail: sdsedizioni@coni.it
Freddo, sicuro, concentrato…
Valerij Borzov ha sempre interpretato
lo sprint come un perfetto gesto
tecnico eseguito in ogni minimo
particolare. Fu un talento precoce,
un atleta esemplare che seppe
dar vita a sfide leggendarie.
Vincitore di due medaglie d’oro
ai Giochi Olimpici di Monaco
nel 1972, Presidente del Comitato
Olimpico Ucraino dal ’91 al ’98 e
membro CIO dal 1994. Un uomo
dalle molte qualità, dalle molte
carriere. Questo libro ne ripercorre
la storia raccontata in prima
persona: dai ricordi di infanzia
all’emozione di gareggiare
ai Giochi Olimpici, dalle prime
corse su piste sterrate alla carriera
dirigenziale. Ma questo libro è
anche un manuale di allenamento.
Una testimonianza fuori dal comune
per conoscere e carpire come si
allenano i veri campioni. Un testo
prezioso per scoprire le sue
personali tecniche e metodologie
di allenamento, una inestimabile
raccolta di dati durata anni. Borzov
non è stato solo un atleta, ma
il simbolo di un’epoca che lo ha
visto indiscusso ed indimenticabile
protagonista.
Valerij Borzov
IL GRANDE
SPRINTTRA SOGNO E REALTÀTRA SOGNO E REALTÀ
LIBRO•PAGINE256•€30,00
La performance nello sci di fondo sprint (<1,3 km) e di endurance (>15 km) è fortemente influenzata dalla capacità
aerobica degli atleti. Tuttavia, nella disciplina sprint, la capacità anaerobica contribuisce in modo significativo.
Lo scopo di questo studio è quello di indagare le differenze nelle sedute di allenamento annuali in atleti che praticano
sci di fondo sprint e di endurance. Cinque atleti di fondo italiani hanno partecipato a questo studio.
Tutti hanno gareggiato a livello internazionale e alle Olimpiadi. I programmi di allenamento dei cinque atleti sono stati
raccolti dalla stagione 2012/2013 fino alla stagione 2016/2017. Sono stati analizzati diversi parametri:
ore di allenamento, numero di gare sprint e di distanza, numero di unità di allenamento condotte a cinque diversi livelli
di intensità (L1, L2, L3, L4, L5) e numero di sessioni di forza. Nel periodo agonistico è stata riscontrata una differenza
significativa tra atleti sprinter e atleti di distanza nelle ore di allenamento mensile (p = 0,02). Altrettanto significative
quelle riscontrate tra i due tipi di gare nell'anno (dicembre, p = 0,03, febbraio, p = 0,02 e periodo 3, p = 0,00005).
Le differenze relative al numero di sessioni di allenamento di forza al mese sono state rilevate in maggio (p = 0,002),
giugno (p = 0,01), periodo 1 (p = 0,006), settembre (p = 0,03), ottobre (p = 0,02) e dicembre (p = 0,03).
Dai risultati del presente studio si può concludere che la metodologia di allenamento degli sciatori italiani
di sprint e di distanza è simile. Tuttavia, l’atleta di endurance sostiene più sessioni di allenamento di media intensità
(L3), mentre lo sciatore sprint utilizza più forza e sessioni di allenamento ad intensità anaerobica (L5).
METODOLOGIA DI ALLENAMENTO
NELLO SCI DI FONDO
Confronto tra atleti “sprint” e “distance”
Stefano Borghi School of Sport Sciences, Università degli Studi di Milano; IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi,
Milano, Italia
Laura Gusmini School of Sport Sciences, Università degli Studi di Milano, Italia
Antonio La Torre Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia;
Federazione Italiana Atletica Leggera
Luca Filipas Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano,
Università degli Studi di Milano, Italia
35
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO
FOTO ARCHIVIO FISI / PENTAPHOTO
Parlare di calcio femminile è come parlare di un “nuovo inizio”…tutto merito dell’ultimo Mondiale che ha fatto migrare
l’attenzione dei calciofili intorno all’evento che ha portato il calcio in rosa ad un nuovo livello. Finalmente si è dato
importanza ad un evento che ha puntato i riflettori su di un settore dello sport percepito dalla maggior parte
dei supporter come poco interessante. Il calcio, così come anche il calcio femminile, si caratterizza come sport ad alta
intensità, intermittente e non continuo. I calciatori professionisti mostrano in senso generale un maggior rischio lesionale
e volendo confrontare gli infortuni tra calcio femminile e calcio maschile, emerge che le donne soffrono maggiormente
di lesioni articolari e legamentose, con maggiore incidenza di infortunio al LCA. Inoltre la popolazione femminile
ha una tendenza a incorrere in eventi lesivi a carico del LCA in età più precoce rispetto alla controparte maschile
ed in misura minore in infortuni di natura muscolare. Questo è solamente un esempio che deve farci riflettere,
supportando nel ragionamento i preparatori fisici che giornalmente lavorano sul campo per migliorare l’aspetto
della prevention injury. Consigliamo la lettura di questo articolo con il fine ultimo di poter suggerire agli esperti
del settore qualche buona regola, ricordandoci di personalizzare sempre l’intervento di lavoro.
SCIENZA DELLO SPORT
INFORTUNI NEL CALCIO FEMMINILE
Parte prima: localizzazione, tipologia, fattori di rischio
Massimiliano Mazzilli eCampus University, International Sports Sciences Association (ISSA)
Roberto Benis eCampus University
41
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
FOTO ARCHIVIO FIGC / GETTY IMAGES
Fattori intrinseci
Tra i fattori intrinseci troviamo l’età, anche se
in letteratura non sempre i risultati sono uni-
voci poiché gli autori trovano correlazioni
causa-effetto solo con gruppi muscolari
quali gastrocnemio e soleo, ma non con gli
hamstring. Altri autori trovano che l’incre-
mento degli infortuni correlato all’età sia
dovuto a concause quali la riduzione dell’e-
stensibilità dei muscoli flessori delle anche e
ai diminuiti valori di forza espressa (Murphy
et al., 2003; Hagglund et al., 2006;
Henderson et al., 2010).
Anche i fattori antropometrici sembrano
essere responsabili dell’incremento di infor-
tuni, soprattutto se in presenza di atlete con
elevato BMI; nonostante ciò non tutti gli
studi concordano su questo aspetto (Faude
et al., 2006; Orchard, 2001). Tra i fattori
intrinseci troviamo le differenze di genere
che predispongono le atlete ad un maggior
numero di infortuni rispetto alla contropar-
te maschile, soprattutto se si parla di lesioni
al LCA (Bjordal et al., 1997; Faude et al.,
2006; Hagglund et al., 2009). Ovviamente
anche le lesioni pregresse rappresentano
un importante fattore di rischio recidivante
che porta ad una reinjury o a nuove lesioni,
soprattutto per ciò che riguarda i traumi
muscolari indiretti (Dvorak et al., 2000;
Hawkins et al., 2001; Arnason et al., 2004).
Troviamo poi, tra i fattori intrinseci, la pre-
senza di programmi riabilitativi non ade-
guati, il così detto effetto fatica (necessario
et al., 2001). Al contrario di quanto detto, il
numero di infortuni tra i giocatori giovani
tende a crescere verso la fine della stagione
di gioco (Hawkins, Fuller, 1999), condizione
dettata dalla fatica accumulata per il gran
numero di partite giocate. Inoltre il 61%
delle lesioni del LCA nelle atlete si verifica
durante lo svolgimento della gara, con il
64% durante la prima mezz’ora di gioco e,
come già registrato per gli uomini, la mag-
gior parte degli eventi traumatici a carico del
LCA, si registra in situazioni di gioco da “non
contatto”, specie durante attività “decelerati-
ve” per cambi di direzione.
I dati rafforzano l’ipotesi che un giocatore in
buone condizioni d’allenamento mostra un
minor rischio di incorrere nelle lesioni di
gioco (Hagglund et al., 2003).
FATTORI DI RISCHIO
La conoscenza dei fattori di rischio di lesio-
ni nel calcio è un aspetto fondamentale in
ambito preventivo; i fattori di rischio sono
divisi in due categorie:
• intrinseci: fattori relativi alle caratteristi-
che peculiari del giocatore;
• estrinseci: fattori riferiti e di tipo ambien-
tale.
Dal momento che l’eziologia degli infortu-
ni nel calcio, e negli sport di squadra, è
multifattoriale, risulta evidente che anche
l’approccio debba esser multivariato.
LIBRO•PAGINE384•€33,00
Questo libro nasce dalla sistematizzazione
delle conoscenze e delle esperienze raccolte
dagli Autori nell’ambito dell’allenamento
specifico e della prevenzione degli infortuni
negli sport femminili. Attraverso il contributo
di ricercatori e accademici celebri in materia,
si pone l’obiettivo di approfondire un tema,
la cui conoscenza merita grande attenzione
da parte dello staff medico-sportivo. Inoltre,
il presente studio permetterà ai professionisti
del settore e agli appassionati di sport,
di sviluppare un nuovo punto di vista sulla
metodologia dell’allenamento che, partendo
dalle evidenze scientifiche nell’ambito
delle Sport sciences, unisce la teoria delle
references con la pratica e l’esperienza,
fungendo così da base valida per risolvere
i quesiti che si presentano nella pratica
quotidiana. Il libro è strutturato in maniera
tale da offrire al lettore una visione completa
sulle tipologie, dinamiche, valutazione e
risoluzione degli infortuni, considerando in
prima istanza le differenze di genere e il modello
prestativo fisiologico sport specifico e ponendo
al centro della ricerca e della sperimentazione
un argomento spesso tralasciato, ma che può
fare la differenza a lungo termine nella vita
sportiva – e non solo -– delle atlete.
Roberto Benis
Massimiliano Mazzilliì
PER INFORMAZIONI E ORDINI
tel. 075 5997310
www.calzetti-mariucci.it
info@calzetti-mariucci.it
con elementi di riabilitazione, valutazione
e metodologia dell’allenamento
LA
PREVENZIONE
NEGLI SPORT
FEMMINILI
DI SQUADRA FOTO ARCHIVIO FIGC / GETTY IMAGES
53
L’esigenza del territorio alpino in questo periodo
storico è di trovare nuove vie, aprirsi
alla sperimentazione e mettere in campo azioni
coordinate e diffuse, capaci di portare ad
un nuovo e rinnovato sviluppo.
Nella tesi “Nouveaux Voyages dans les Alpes”,
si ipotizza di ripartire dall’elemento che già
è stato propulsore dello sviluppo montano
in passato: lo sport, ideando un itinerario
escursionistico con lo scopo di promuovere
e valorizzare il territorio che attraversa.
Nella Valle di Susa è notevole il numero
di progetti ed eventi che ogni anno si occupano
di sostenere le bellezze e il patrimonio della Valle,
valorizzando il territorio intorno al Moncenisio con
le attività sportive: ad esempio la “Red Bull K3”,
la “Francigena Valdisusa Marathon”,
la “Stellina Race” e nel periodo invernale
la traversata del lago con i cani, la scalata
delle cascate di ghiaccio e molti altri.
Eventi sportivi temporanei, ma anche progetti
atti ad una vera promozione del territorio, come
la via Francigena, l’itinerario della Sindone tra
Chambery e Torino, il cammino di San Michele
e il più recente progetto della ciclovia “AIDA”,
promosso da FIAB e da “Valle di Susa Tesori
di Arte e Cultura Alpina”. A questi numerosi
progetti ed eventi locali si affianca il crescente
interesse per i cammini e per i passi alpini,
per lo sviluppo di un turismo dolce che faccia
nascere un nuova e rinnovata visione per
la scoperta “lenta” dei territori. Questo lavoro
di tesi pone le basi non solo per la creazione
di un itinerario escursionistico, ma anche per
la nascita di nuove imprenditorialità e nuovi
sbocchi lavorativi che possono svilupparsi lungo
l’itinerario. L’ideazione di un albergo diffuso
proposto in questo lavoro non è che un progetto
pilota, un esempio di come nuove
imprenditorialità, in questo caso legate
alla ricettività, possano nascere e evolversi
a seguito di interventi a sfondo sportivo,
diffusi sul territorio.
TURISMO SPORTIVO
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
Il Comitato Leonardo si pone come obietti-
vo primario la promozione dell’Italia come
Sistema Paese attraverso varie iniziative
finalizzate a metterne in rilievo le doti di
imprenditorialità, creatività artistica, raffina-
tezza e cultura che si riflettono nei suoi pro-
dotti e nel suo stile di vita.
Il supporto e la collaborazione di importanti aziende Associate al
Comitato Leonardo ha permesso di giungere oggi alla XXII edizio-
ne dei Premi. L’iniziativa negli anni ha infatti offerto un supporto
concreto a oltre 150 giovani neolaureati provenienti da istituti e
Università di tutta Italia.
Per il 2018 il CONI – in linea con i propositi programmatici
dell’Ente – ha scelto di aderire all’iniziativa per il terzo anno, con
un premio di Laurea che è assegnato alla migliore tesi sul tema
“Sport ed economia: il turismo sportivo opportunità di sviluppo
dei territori e di crescita del Paese. Dati, analisi e trend del turi-
smo sportivo in Italia e nel mondo”.
Ad aggiudicarsi il Premio CONI per l’anno 2018 è stato Edoardo
Schiari, con la tesi di Laurea Magistrale nel Corso in Architettura
Costruzione e Città dal titolo Nouveaux Voyages dans les Alpes:
attraverso il Moncenisio. Lo studente del Politecnico di Torino ha
appassionato la Giuria attraverso l’ideazione e la valorizzazione
di itinerari, progetti architettonici ed infrastrutturali.
NOVEAUX VOYAGES DANS LES ALPES
Attraverso il Moncenisio
Edoardo Schiari
SPORT GIOVANILE E SCOLASTICO
Paolo Seclì Scuola dello Sport
Parte quarta:
I Quaderni di Sport di Classe
PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE FISICA
NELLA SCUOLA PRIMARIA
La quarta parte dell’articolo sui Quaderni di Sport di Classe – Volume 2, propone i focus formativi e le indicazioni
sull’approccio metodologico-didattico consigliato per l’insegnamento dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria.
Le venti schede attività/gioco e schede laboratorio contenute nel Quaderno, indicano come coniugare la parte teorica a
quella pratica attraverso esemplificazioni di possibili attività e strategie per l’inclusione di tutti gli alunni.
I Quaderni di Sport di Classe caratterizzano il percorso formativo dei tutor sportivi scolastici e degli insegnanti di classe,
divenendo elemento essenziale del Progetto nazionale Sport di Classe – promosso e realizzato dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) – destinato alla promozione
dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria.
63
SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123

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Pagine da SDS Scuola dello Sport 123

  • 1. METODOLOGIA DELLINSEGNAMENTO Il 5 settembre scorso si è tenuto a Firenze un seminario sull’allenamento giovanile. Il sottotitolo dell’iniziativa rappresentava una sfida molto interessante: come conciliare la prestazione, la partecipazione e lo sviluppo personale. Il seminario, realizzato dalla collaborazione delle Scuole dello Sport Nazionale e di quella Regionale della Toscana, ha visto la partecipazione, come principale relatore, di Jean Côté. Il Direttore di School of Kinesiology and Health Studies at Queen’s University in Kingston (Canada) ha presentato lo stato di avanzamento degli studi sulla Leadership Trasformazionale (TFL) nello sport. Questo articolo vuole riassumere i temi trattati nel seminario e descrivere uno strumento pratico di intervento nella formazione degli allenatori del settore giovanile. Jaen Côté e Jennifer Turnnridge hanno infatti messo a punto un workshop sulla TFL che è stato presentato a Firenze agli allenatori di diverse discipline sportive che hanno partecipato al seminario e che sono stati direttamente coinvolti in questa esperienza. Nella prima parte, l’articolo presenta il quadro teorico e l’impianto scientifico della leadership trasformazionale nello sport. Nella seconda parte invece, descrive le linee generali del workshop pratico, illustrando le fasi e gli strumenti utilizzati nell’esercitazione con gli allenatori. La finalità di questa iniziativa è verificare la possibilità di introdurre queste tematiche e questi strumenti nella formazione dei tecnici coinvolti nei settori giovanili delle diverse discipline sportive. LA LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE NELLO SPORT Il quadro teorico e una proposta pratica Claudio Mantovani Scuola dello Sport 5 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
  • 2. Negli ultimi 40 anni è stata condotta e pubblicata una gran quantità di studi sull’allenamento ad alta quota. Se da un lato si è cercato con essi di far luce sulla relazione dose-risposta di diversi metodi di allenamento ad alta quota, dall’altro si sono voluti approfondire i processi di adattamento generali e specifici di alcuni sport in condizioni di carenza d’ossigeno (ipossia) e l’effetto di alcuni fattori influenzanti. Tali studi sono stati condotti soprattutto negli anni ’90 e 2000. Basandosi su di essi, negli ultimi dieci anni sono state svolte ulteriori ricerche finalizzate ad approfondire le discussioni pratiche e scientifiche sulle conoscenze in tema di allenamento ad alta quota. Questo contributo presenta alcuni risultati e conoscenze sull’attuale stato della questione. Per quanto riguarda l’effetto dei diversi metodi di allenamento ad alta quota, ci si soffermerà in modo particolare sullo sviluppo di tale forma di allenamento nello sport del nuoto. Questo articolo mira a fornire una panoramica aggiornata sull’utilizzo teorico e pratico dell’allenamento ad alta quota nel contesto tedesco e ad incoraggiare un’ulteriore elaborazione scientifica di questa tipologia di allenamento. RECENTI SVILUPPI NELL’ALLENAMENTO AD ALTA QUOTA Conoscenze generali e specifiche del nuoto in una visione narrativa Alexander Törpel, Lutz Schega SCIENZA DELLO SPORT 13 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123 FOTO ARCHIVIO FIN / DEEPBLUMEDIA.EU
  • 3. METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO A causa del profilo richiesto, lo sci alpino professionale esige dai suoi praticanti una grande quantità di capacità e abilità sportive e motorie. Poiché questo sport dipende dalle condizioni metereologiche e da quelle proprie del territorio, gli sciatori si trovano regolarmente a dover affronntare situazioni sempre nuove. A ciò aggiungiamo anche le modifiche relative ai materiali, che possono verificarsi di quando in quando e che possono avere un impatto diretto sulla tecnica sciistica. Può accadere che alle modifiche dei materiali seguano anche modifiche al regolamento, cosa che comporta modifiche anche in termini di percorso di gara. L’insieme di tali cambiamenti si ripercuote in modo importante anche sui requisiti della gara e quindi sul profilo dei requisiti richiesti agli sciatori. Benché esista già un modello di struttura delle prestazioni nello sci alpino, per l’allenamento di alta competizione dei giovani, è fondamentale osservare in che misura questo modello sia adatto come base per un allenamento a lungo termine degli atleti U14 (età di 12-13 anni). Nello studio sono presi in esame i bambini della classe U14 all’inizio della loro formazione sportiva, che dovrebbero aver completato quella di base entro l’undicesimo anno di età. In seconda istanza si dovrà analizzare se esistono ulteriori considerazioni relative a un modello di struttura di prestazioni per i giovani atleti dello sci alpino. Considerando l’ontogenesi motoria, sulla base dei risultati della ricerca di un modello, si rappresentano possibili conseguenze sull’allenamento sportivo nei ragazzi U14. Il piano di allenamento Alpin dell’Associazione sciistica tedesca contiene già informazioni circa la formazione di atleti di questa età, obiettivi e contenuti di allenamento, nonché programmazione e condizionamento dell’allenamento sciistico. MODELLO DI SPORT DI ALTA COMPETIZIONE NELLO SCI ALPINO Rappresentazione del modello e effetti sull’allenamento U14 Dirk Heering 25 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123
  • 4. sviluppati concetti e considerazioni in merito all’allenamento dei più giovani. Già nel novembre del 2006, l’Institut für Angewandte Trainingswissenschaft (Lipsia) ha pubblicato le linee guida per i debut- tanti dell’allenamento sportivo (IAT, 2006). Queste ultime presentano delle considera- zioni in merito allo sport che dovrebbero aiutare gli allenatori e i responsabili dell’al- lenamento junior e integrare l’allenamen- to con processi a lungo termine dal punto di vista metodico e contenutistico. Inoltre, Voigt, Hohmann e Singh hanno sviluppato nel 2013 i concetti di un allenamento dei giovani di successo (KerN) (Voigt, Hohmann, Singh, 2013), che presentano le linee guida principali della metodologia dell’allenamento della costruzione della prestazione sportiva. Tali linee guida per lo sport possono forni- re anche per l’allenamento junior U14 dello sci alpino approcci utili per i conte- nuti di allenamento e per la progettazione e organizzazione dell’allenamento stesso. In sintesi, si può concludere che, nella sua preparazione, il modello strutturale di performance nello sci alpino, con le sue caratteristiche di prestazione, deve tenere in considerazione il normale sviluppo del- l’età. Poiché in questa fase vengono defini- ti ulteriori fattori decisivi per lo sport di alta prestazione, è necessario considerare fat- tori quali le prestazioni personali, la parte- cipazione a sport diversi e lo sviluppo per- sonali, così come anche l’l’allenabilità durante diverse fasi dell’età. Sulla base dei risultati di cui sopra, nel prossimo paragrafo verrà descritto l’allena- mento per gli U14 nello sci alpino. 2. L’ALLENAMENTO JUNIOR U14 Sulla base delle conoscenze elaborate nel paragrafo precedente qui di seguito viene presentato l’allenamento junior U14 nello sci alpino. mento. Le ricerche recenti relative all’alle- namento junior mettono in rilievo tre caratteristiche fondamentali: efficienza, partecipazione dei giovani atleti a un’offer- ta variegata di discipline sportive e svilup- po personale dei giovani sportivi (le 3P: Performance, Participation e Personal development) (Cöte, Hancock, 2016). Inoltre, gli studi hanno mostrato che una specializzazione precoce non costituisce un prerequisito fondamentale per fare parte degli sportivi di alto livello in età adulta (Côté, Hancock, 2016). Di conse- guenza, si consiglia di investire nell’allena- mento junior e di non precludere agli atle- ti la possibilità di praticare anche altre discipline sportive. In particolare, l’allenamento della forza con i requisiti specifici per lo sci alpino in termini di forza massima, velocità e resistenza dovrebbero svolgersi sulla base dell’età del- l’atleta, così da evitare infortuni legati all’alle- namento, che già nell’infanzia o adolescen- za possono tradursi in danni a lungo termi- ne (Granacher, Kriemler, Gollhofer, Zahner, 2009). Poiché gli studenti U14 (all’età di 12 e 13 anni) sono ancora considerati nell’età infantile (Winter, Hartmann, 2007), sarà necessario tenere presenti le nozioni legate alle fasi dell’addestrabilità (Schnabel, Harre, Krug, 2011) con tutte le considerazioni rela- tive al processo di allenamento. Per quanto riguarda i requisiti dello sci alpino, in età U14, è possibile allenare bene l’elasticità, la velocità, la mobilità e la coordinazione. In questa fase, è possibile costruire i fonda- menti più importanti della prestazione. Inoltre, anche la resistenza aerobica può essere migliorata in modo importante (cfr. anche Winter, Hartmann, 2007). Tuttavia, oltre all’età anagrafica, anche il livello di maturità del bambino gioca un ruolo fon- damentale nell’allenamento (Pichardo, Oliver, Harrison, Maulder, Lloyd, 2018). Oltre a tutte le particolarità dell’allenamen- to nello sci alpino U14, in Germania si sonoPER INFORMAZIONI E ORDINI Tel: 06 32729172 E-mail: sdsedizioni@coni.it Freddo, sicuro, concentrato… Valerij Borzov ha sempre interpretato lo sprint come un perfetto gesto tecnico eseguito in ogni minimo particolare. Fu un talento precoce, un atleta esemplare che seppe dar vita a sfide leggendarie. Vincitore di due medaglie d’oro ai Giochi Olimpici di Monaco nel 1972, Presidente del Comitato Olimpico Ucraino dal ’91 al ’98 e membro CIO dal 1994. Un uomo dalle molte qualità, dalle molte carriere. Questo libro ne ripercorre la storia raccontata in prima persona: dai ricordi di infanzia all’emozione di gareggiare ai Giochi Olimpici, dalle prime corse su piste sterrate alla carriera dirigenziale. Ma questo libro è anche un manuale di allenamento. Una testimonianza fuori dal comune per conoscere e carpire come si allenano i veri campioni. Un testo prezioso per scoprire le sue personali tecniche e metodologie di allenamento, una inestimabile raccolta di dati durata anni. Borzov non è stato solo un atleta, ma il simbolo di un’epoca che lo ha visto indiscusso ed indimenticabile protagonista. Valerij Borzov IL GRANDE SPRINTTRA SOGNO E REALTÀTRA SOGNO E REALTÀ LIBRO•PAGINE256•€30,00
  • 5. La performance nello sci di fondo sprint (<1,3 km) e di endurance (>15 km) è fortemente influenzata dalla capacità aerobica degli atleti. Tuttavia, nella disciplina sprint, la capacità anaerobica contribuisce in modo significativo. Lo scopo di questo studio è quello di indagare le differenze nelle sedute di allenamento annuali in atleti che praticano sci di fondo sprint e di endurance. Cinque atleti di fondo italiani hanno partecipato a questo studio. Tutti hanno gareggiato a livello internazionale e alle Olimpiadi. I programmi di allenamento dei cinque atleti sono stati raccolti dalla stagione 2012/2013 fino alla stagione 2016/2017. Sono stati analizzati diversi parametri: ore di allenamento, numero di gare sprint e di distanza, numero di unità di allenamento condotte a cinque diversi livelli di intensità (L1, L2, L3, L4, L5) e numero di sessioni di forza. Nel periodo agonistico è stata riscontrata una differenza significativa tra atleti sprinter e atleti di distanza nelle ore di allenamento mensile (p = 0,02). Altrettanto significative quelle riscontrate tra i due tipi di gare nell'anno (dicembre, p = 0,03, febbraio, p = 0,02 e periodo 3, p = 0,00005). Le differenze relative al numero di sessioni di allenamento di forza al mese sono state rilevate in maggio (p = 0,002), giugno (p = 0,01), periodo 1 (p = 0,006), settembre (p = 0,03), ottobre (p = 0,02) e dicembre (p = 0,03). Dai risultati del presente studio si può concludere che la metodologia di allenamento degli sciatori italiani di sprint e di distanza è simile. Tuttavia, l’atleta di endurance sostiene più sessioni di allenamento di media intensità (L3), mentre lo sciatore sprint utilizza più forza e sessioni di allenamento ad intensità anaerobica (L5). METODOLOGIA DI ALLENAMENTO NELLO SCI DI FONDO Confronto tra atleti “sprint” e “distance” Stefano Borghi School of Sport Sciences, Università degli Studi di Milano; IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano, Italia Laura Gusmini School of Sport Sciences, Università degli Studi di Milano, Italia Antonio La Torre Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Italia; Federazione Italiana Atletica Leggera Luca Filipas Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano, Italia 35 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123 METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO FOTO ARCHIVIO FISI / PENTAPHOTO
  • 6. Parlare di calcio femminile è come parlare di un “nuovo inizio”…tutto merito dell’ultimo Mondiale che ha fatto migrare l’attenzione dei calciofili intorno all’evento che ha portato il calcio in rosa ad un nuovo livello. Finalmente si è dato importanza ad un evento che ha puntato i riflettori su di un settore dello sport percepito dalla maggior parte dei supporter come poco interessante. Il calcio, così come anche il calcio femminile, si caratterizza come sport ad alta intensità, intermittente e non continuo. I calciatori professionisti mostrano in senso generale un maggior rischio lesionale e volendo confrontare gli infortuni tra calcio femminile e calcio maschile, emerge che le donne soffrono maggiormente di lesioni articolari e legamentose, con maggiore incidenza di infortunio al LCA. Inoltre la popolazione femminile ha una tendenza a incorrere in eventi lesivi a carico del LCA in età più precoce rispetto alla controparte maschile ed in misura minore in infortuni di natura muscolare. Questo è solamente un esempio che deve farci riflettere, supportando nel ragionamento i preparatori fisici che giornalmente lavorano sul campo per migliorare l’aspetto della prevention injury. Consigliamo la lettura di questo articolo con il fine ultimo di poter suggerire agli esperti del settore qualche buona regola, ricordandoci di personalizzare sempre l’intervento di lavoro. SCIENZA DELLO SPORT INFORTUNI NEL CALCIO FEMMINILE Parte prima: localizzazione, tipologia, fattori di rischio Massimiliano Mazzilli eCampus University, International Sports Sciences Association (ISSA) Roberto Benis eCampus University 41 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123 FOTO ARCHIVIO FIGC / GETTY IMAGES
  • 7. Fattori intrinseci Tra i fattori intrinseci troviamo l’età, anche se in letteratura non sempre i risultati sono uni- voci poiché gli autori trovano correlazioni causa-effetto solo con gruppi muscolari quali gastrocnemio e soleo, ma non con gli hamstring. Altri autori trovano che l’incre- mento degli infortuni correlato all’età sia dovuto a concause quali la riduzione dell’e- stensibilità dei muscoli flessori delle anche e ai diminuiti valori di forza espressa (Murphy et al., 2003; Hagglund et al., 2006; Henderson et al., 2010). Anche i fattori antropometrici sembrano essere responsabili dell’incremento di infor- tuni, soprattutto se in presenza di atlete con elevato BMI; nonostante ciò non tutti gli studi concordano su questo aspetto (Faude et al., 2006; Orchard, 2001). Tra i fattori intrinseci troviamo le differenze di genere che predispongono le atlete ad un maggior numero di infortuni rispetto alla contropar- te maschile, soprattutto se si parla di lesioni al LCA (Bjordal et al., 1997; Faude et al., 2006; Hagglund et al., 2009). Ovviamente anche le lesioni pregresse rappresentano un importante fattore di rischio recidivante che porta ad una reinjury o a nuove lesioni, soprattutto per ciò che riguarda i traumi muscolari indiretti (Dvorak et al., 2000; Hawkins et al., 2001; Arnason et al., 2004). Troviamo poi, tra i fattori intrinseci, la pre- senza di programmi riabilitativi non ade- guati, il così detto effetto fatica (necessario et al., 2001). Al contrario di quanto detto, il numero di infortuni tra i giocatori giovani tende a crescere verso la fine della stagione di gioco (Hawkins, Fuller, 1999), condizione dettata dalla fatica accumulata per il gran numero di partite giocate. Inoltre il 61% delle lesioni del LCA nelle atlete si verifica durante lo svolgimento della gara, con il 64% durante la prima mezz’ora di gioco e, come già registrato per gli uomini, la mag- gior parte degli eventi traumatici a carico del LCA, si registra in situazioni di gioco da “non contatto”, specie durante attività “decelerati- ve” per cambi di direzione. I dati rafforzano l’ipotesi che un giocatore in buone condizioni d’allenamento mostra un minor rischio di incorrere nelle lesioni di gioco (Hagglund et al., 2003). FATTORI DI RISCHIO La conoscenza dei fattori di rischio di lesio- ni nel calcio è un aspetto fondamentale in ambito preventivo; i fattori di rischio sono divisi in due categorie: • intrinseci: fattori relativi alle caratteristi- che peculiari del giocatore; • estrinseci: fattori riferiti e di tipo ambien- tale. Dal momento che l’eziologia degli infortu- ni nel calcio, e negli sport di squadra, è multifattoriale, risulta evidente che anche l’approccio debba esser multivariato. LIBRO•PAGINE384•€33,00 Questo libro nasce dalla sistematizzazione delle conoscenze e delle esperienze raccolte dagli Autori nell’ambito dell’allenamento specifico e della prevenzione degli infortuni negli sport femminili. Attraverso il contributo di ricercatori e accademici celebri in materia, si pone l’obiettivo di approfondire un tema, la cui conoscenza merita grande attenzione da parte dello staff medico-sportivo. Inoltre, il presente studio permetterà ai professionisti del settore e agli appassionati di sport, di sviluppare un nuovo punto di vista sulla metodologia dell’allenamento che, partendo dalle evidenze scientifiche nell’ambito delle Sport sciences, unisce la teoria delle references con la pratica e l’esperienza, fungendo così da base valida per risolvere i quesiti che si presentano nella pratica quotidiana. Il libro è strutturato in maniera tale da offrire al lettore una visione completa sulle tipologie, dinamiche, valutazione e risoluzione degli infortuni, considerando in prima istanza le differenze di genere e il modello prestativo fisiologico sport specifico e ponendo al centro della ricerca e della sperimentazione un argomento spesso tralasciato, ma che può fare la differenza a lungo termine nella vita sportiva – e non solo -– delle atlete. Roberto Benis Massimiliano Mazzilliì PER INFORMAZIONI E ORDINI tel. 075 5997310 www.calzetti-mariucci.it info@calzetti-mariucci.it con elementi di riabilitazione, valutazione e metodologia dell’allenamento LA PREVENZIONE NEGLI SPORT FEMMINILI DI SQUADRA FOTO ARCHIVIO FIGC / GETTY IMAGES
  • 8. 53 L’esigenza del territorio alpino in questo periodo storico è di trovare nuove vie, aprirsi alla sperimentazione e mettere in campo azioni coordinate e diffuse, capaci di portare ad un nuovo e rinnovato sviluppo. Nella tesi “Nouveaux Voyages dans les Alpes”, si ipotizza di ripartire dall’elemento che già è stato propulsore dello sviluppo montano in passato: lo sport, ideando un itinerario escursionistico con lo scopo di promuovere e valorizzare il territorio che attraversa. Nella Valle di Susa è notevole il numero di progetti ed eventi che ogni anno si occupano di sostenere le bellezze e il patrimonio della Valle, valorizzando il territorio intorno al Moncenisio con le attività sportive: ad esempio la “Red Bull K3”, la “Francigena Valdisusa Marathon”, la “Stellina Race” e nel periodo invernale la traversata del lago con i cani, la scalata delle cascate di ghiaccio e molti altri. Eventi sportivi temporanei, ma anche progetti atti ad una vera promozione del territorio, come la via Francigena, l’itinerario della Sindone tra Chambery e Torino, il cammino di San Michele e il più recente progetto della ciclovia “AIDA”, promosso da FIAB e da “Valle di Susa Tesori di Arte e Cultura Alpina”. A questi numerosi progetti ed eventi locali si affianca il crescente interesse per i cammini e per i passi alpini, per lo sviluppo di un turismo dolce che faccia nascere un nuova e rinnovata visione per la scoperta “lenta” dei territori. Questo lavoro di tesi pone le basi non solo per la creazione di un itinerario escursionistico, ma anche per la nascita di nuove imprenditorialità e nuovi sbocchi lavorativi che possono svilupparsi lungo l’itinerario. L’ideazione di un albergo diffuso proposto in questo lavoro non è che un progetto pilota, un esempio di come nuove imprenditorialità, in questo caso legate alla ricettività, possano nascere e evolversi a seguito di interventi a sfondo sportivo, diffusi sul territorio. TURISMO SPORTIVO SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123 Il Comitato Leonardo si pone come obietti- vo primario la promozione dell’Italia come Sistema Paese attraverso varie iniziative finalizzate a metterne in rilievo le doti di imprenditorialità, creatività artistica, raffina- tezza e cultura che si riflettono nei suoi pro- dotti e nel suo stile di vita. Il supporto e la collaborazione di importanti aziende Associate al Comitato Leonardo ha permesso di giungere oggi alla XXII edizio- ne dei Premi. L’iniziativa negli anni ha infatti offerto un supporto concreto a oltre 150 giovani neolaureati provenienti da istituti e Università di tutta Italia. Per il 2018 il CONI – in linea con i propositi programmatici dell’Ente – ha scelto di aderire all’iniziativa per il terzo anno, con un premio di Laurea che è assegnato alla migliore tesi sul tema “Sport ed economia: il turismo sportivo opportunità di sviluppo dei territori e di crescita del Paese. Dati, analisi e trend del turi- smo sportivo in Italia e nel mondo”. Ad aggiudicarsi il Premio CONI per l’anno 2018 è stato Edoardo Schiari, con la tesi di Laurea Magistrale nel Corso in Architettura Costruzione e Città dal titolo Nouveaux Voyages dans les Alpes: attraverso il Moncenisio. Lo studente del Politecnico di Torino ha appassionato la Giuria attraverso l’ideazione e la valorizzazione di itinerari, progetti architettonici ed infrastrutturali. NOVEAUX VOYAGES DANS LES ALPES Attraverso il Moncenisio Edoardo Schiari
  • 9. SPORT GIOVANILE E SCOLASTICO Paolo Seclì Scuola dello Sport Parte quarta: I Quaderni di Sport di Classe PROMOZIONE DELL’EDUCAZIONE FISICA NELLA SCUOLA PRIMARIA La quarta parte dell’articolo sui Quaderni di Sport di Classe – Volume 2, propone i focus formativi e le indicazioni sull’approccio metodologico-didattico consigliato per l’insegnamento dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria. Le venti schede attività/gioco e schede laboratorio contenute nel Quaderno, indicano come coniugare la parte teorica a quella pratica attraverso esemplificazioni di possibili attività e strategie per l’inclusione di tutti gli alunni. I Quaderni di Sport di Classe caratterizzano il percorso formativo dei tutor sportivi scolastici e degli insegnanti di classe, divenendo elemento essenziale del Progetto nazionale Sport di Classe – promosso e realizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) – destinato alla promozione dell’Educazione fisica e sportiva nella scuola primaria. 63 SDS-SCUOLADELLOSPORTXXXVIII/123