Fanciulli in gioco. Quale attività acquatica per l'infanzia?
G.Bovi-F.Bovi
ANNO EDIZIONE: 2022
GENERE: Libro
CATEGORIE: Nuoto
ISBN: 9788860286819
PAGINE: 152
.
Prefazione di Hugo Lavalle
Introduzione
Capitolo 1 - Scuole nuoto, necessità di educare al cambiamento
Capitolo 2 - La relazione istruttore-allievo e tra allievi come mezzo di trasformazione delle intenzioni educative in lavoro e risultati educativi
Capitolo 3 - Fanciulli dell'infanzia: come potrebbe configurarsi un avviamento acquatico corretto, adeguato, apprezzabile e inattaccabile nel rispetto del fanciullo come persona?
Capitolo 4 - Ingredienti chiave per l'autoformazione infantile
Capitolo 5 - L'apprendimento attraverso l'esplorazione e la scoperta. Quello “esplorativo” è uno sguardo da costruire?
Capitolo 6 - La creatività del bambino sale in “cattedra”: cambiare prospettive sin da piccolissimi per favorire apprendimenti più adeguati
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1. Giuseppe Bovi - Fabio Bovi
FANCIULLI
IN GIOCO
Quale attività acquatica
per l’infanzia?
2. 5
Prefazione di Hugo Lavalle 6
Introduzione 10
Capitolo 1
Scuole nuoto, necessità di educare al cambiamento 16
Capitolo 2
La relazione istruttore-allievo e tra allievi
come mezzo di trasformazione delle intenzioni educative
in lavoro e risultati educativi 36
Capitolo 3
Fanciulli dellʼinfanzia: come potrebbe configurarsi
un avviamento acquatico corretto, adeguato, apprezzabile
e inattaccabile nel rispetto del fanciullo come persona? 64
Capitolo 4
Ingredienti chiave per lʼautoformazione infantile 82
Capitolo 5
Lʼapprendimento attraverso lʼesplorazione e la scoperta.
Quello “esplorativo” è uno sguardo da costruire? 94
Capitolo 6
La creatività del bambino sale in “cattedra”:
cambiare prospettive sin da piccolissimi
per favorire apprendimenti più adeguati 114
Conclusioni 134
Ringraziamenti 142
Gli Autori 146
Bibliografia 148
3. CAPITOLO 1
CAPITOLO 1
SCUOLE NUOTO,
SCUOLE NUOTO,
NECESSIT
NECESSITÀ
À
DI EDUCARE
DI EDUCARE
AL CAMBIAMENTO
AL CAMBIAMENTO
4. Credo sia giunto il momento di stabilire e
di convincersi che ogni persona che venga
a contatto con un bambino assume la no-
bile veste di maestro. È noto che ogni atto
concreto, qualsiasi situazione che riguardi
il rapporto tra allievo e insegnante, presup-
pone la presenza di una figura docente di
elevata professionalità educativa capace di
far assaporare ad ogni fanciullo la ricchez-
za dellʼempatia. Nel nostro ambito, dove i
bambini rappresentato una fascia cospicua
di frequentatori, è essenziale che gli istrut-
tori percepiscano il compito di relazionarsi
con essi come una meravigliosa, arricchente,
opportunità. È indispensabile che essi, prima
di svelare ai propri allievi i segreti dellʼac-
qua. rispettino quanto il fanciullo ha di più
inviolabile: la sua libertà, la sua ingenuità,
il suo formarsi secondo le immutabili leggi
biologiche.
Le necessità della vita fisica e psichica infan-
tile sono ancora in aperto contrasto con gli
obiettivi ben più ridotti delle nostre scuole
nuoto, che, se proposti in maniera incompa-
tibile con la natura dei nostri piccoli parteci-
panti, inducono a far lezione attraverso una
molteplicità di mezzi spesso artificiosi.
5. LA RELAZIONE
LA RELAZIONE
ISTRUTTORE-ALLIEVO
ISTRUTTORE-ALLIEVO
E TRA ALLIEVI
E TRA ALLIEVI
COME MEZZO
COME MEZZO
DI TRASFORMAZIONE
DI TRASFORMAZIONE
DELLE INTENZIONI
DELLE INTENZIONI
EDUCATIVE
EDUCATIVE
IN LAVORO E RISULTATI
IN LAVORO E RISULTATI
EDUCATIVI
EDUCATIVI
CAPITOLO 2
CAPITOLO 2
6. Ogni tanto, in via del tutto confidenziale,
mi capita di essere sottoposto alla seguente
domanda: “dai…dicci la verità… insegnare a
nuotare a Paolino non è una impresa, basta
avere una certa conoscenza dellʼacqua, qual-
che piccola competenza didattica e… il gio-
co è fatto!” “Magari fosse così semplice”…
sorrido! Per insegnare a nuotare a Paolino è
necessario, innanzitutto, conoscere e amare
i bambini ma, per far sì che ciò accada, è in-
dispensabile stabilire con essi una relazione:
la prima cosa che conta a scuola come nella
vita.” Pur sapendo che tale legame è il se-
greto dellʼinsegnamento e dellʼeducazione,
non è sempre facile instaurare con i piccoli
un rapporto di qualità. Proprio per questa
ragione, mi permetto di asserire con con-
vinzione che le competenze emotive sono
di gran lunga più importanti ed incisive di
quelle tecnico-didattiche.
7. CAPITOLO 3
CAPITOLO 3
FANCIULLI
FANCIULLI
DELL’INFANZIA:
DELL’INFANZIA:
COME POTREBBE
COME POTREBBE
CONFIGURARSI
CONFIGURARSI
UN AVVIAMENTO
UN AVVIAMENTO
ACQUATICO
ACQUATICO
CORRETTO, ADEGUATO,
CORRETTO, ADEGUATO,
APPREZZABILE
APPREZZABILE
E INATTACCABILE NEL
E INATTACCABILE NEL
RISPETTO DEL FANCIULLO
RISPETTO DEL FANCIULLO
COME PERSONA?
COME PERSONA?
8. Il tema in oggetto cade a proposito nel
prendere in esame la seconda domanda che
abbiamo accennato di sfuggita nel capitolo
precedente. Ci riferiamo al secondo interro-
gativo che desta vivo interesse, curiosità di
sapere e dà adito a molte chiacchiere.
La frase in oggetto è la seguente: “è sem-
pre vero che imparare a nuotare prima è
meglio?”
Innanzitutto, dichiariamo che anche noi
siamo favorevoli a far sì che i fanciulli fa-
miliarizzino con lʼambiente acquatico pri-
ma possibile, alludendo, naturalmente, ad
un contatto che miri a costruire nel tempo
i presupposti essenziali di una vera e propria
operazione di educazione acquatica.
10. Non rientra certamente nel pensiero di tutti
ammettere che il bambino con le sue intel-
ligenze, i suoi slanci, i suoi autentici senti-
menti ha il potere di assumere le “vesti” di
un vero e proprio educatore. È una ipotesi
questʼultima che non è mai stata presa in se-
ria considerazione, anche se qua e là appa-
iono opportune citazioni in merito. La con-
vinzione che il fanciullo in diversi momenti
della sua esistenza possa trasformarsi in
“maestro” ci deriva dai molteplici atteggia-
menti di illimitato valore educativo e dalle
osservazioni, tutte di rilievo, nei confronti di
migliaia di allievi che abbiamo accompagna-
to nella loro crescita in oltre mezzo secolo di
impegno ed attivo interessamento. Giorno
dopo giorno, anno dopo anno, scoprivamo
che i loro messaggi, decisamente essenziali,
erano, e sono a tuttʼoggi in grado di modi-
ficare non poco il nostro modo di sentire,
di agire, di vivere. Avvertivamo che il nostro
stato dʼanimo diveniva sempre più incline a
scoprire il sottile filo di lana tra i loro pre-
sunti capricci e le loro reali necessità: una
disamina tuttʼaltro che facile.
12. Esplorare nel nostro ambito sembrerebbe un
qualcosa di indefinito che non appartiene
ad un bambino che si accinge ad un rappor-
to con lʼacqua, dove la routine gioca un ruo-
lo primario e dove lo spazio estremamente
delimitato non consente di dedicarsi ad una
ricerca in maniera attiva, piena, coscien-
te. Alla luce dei fatti è facile credere che la
relazione abituale con le “cose della piscina”
non permette uno sguardo nuovo più es-
senziale ed importante. Dal nostro punto di
vista tali supposizioni non hanno ragione di
esistere, in quanto un più originale modo
di procedere riguarda qualsiasi contesto di
apprendimento, il nostro compreso, peraltro
particolarmente interessante per la presen-
za di un elemento come lʼacqua. Per fanciulli
appartenenti allʼinfanzia, ogni incontro con
lʼacqua può rivelare molto di più di ciò che a
prima vista può apparire. Intendiamo sotto-
lineare che, chi tenta di esplorare rivolgen-
dosi a tutto ciò di cui non si sa nulla, pur in
preda a timori e trepidazioni, si concede al
rischio, allʼinatteso, le cui conseguenze a
lungo andare si trasformano anche in oc-
casioni favorevoli.
13. CAPITOLO 6
CAPITOLO 6
LA CREATIVIT
LA CREATIVITÀ
À
DEL BAMBINO SALE
DEL BAMBINO SALE
IN “CATTEDRA”:
IN “CATTEDRA”:
CAMBIARE
CAMBIARE
PROSPETTIVE
PROSPETTIVE
SIN DA PICCOLISSIMI
SIN DA PICCOLISSIMI
PER FAVORIRE
PER FAVORIRE
APPRENDIMENTI
APPRENDIMENTI
PI
PIÙ
Ù ADEGUATI
ADEGUATI
14. Modificare il pensiero che accompagna il
lavoro e la progettazione allʼinterno delle
nostre scuole nuoto va visto prima di tut-
to come il riconoscimento del diritto dei più
piccoli ad avere servizi di massima qualità,
oltre alla possibilità di crescere in ambienti
che permettano di manifestare, mettendole
in gioco, tutte le loro possibili potenzialità.
È facile dedurre che, per consentire al fan-
ciullo di interagire secondo le sue necessità
personali, uno degli aspetti principali che
determina gli obiettivi da raggiungere è do-
vuto alla riconosciuta sensibilità di numerosi
operatori.
Essi, adoperandosi attraverso un rinnovo co-
stante del proprio lavoro quotidiano, ricer-
cano con tenacia un cambiamento in linea
con una più accurata dimensione pedagogi-
ca in grado di favorire lo sviluppo educativo
e lʼottimizzazione dellʼapprendimento.
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