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IL FINTO ACROBATA
THE FAKE ACROBAT
Caio Pezzola
per
Arturo
e Lorenza,
ancora Arturo,
Francesca
e Federica
5
stata un’altra poesia. Si è operato a cuore aperto, preso il cuore
di Caio in inglese e portato sul corpo italiano. Non trapianto, lo
stesso cuore con un’altra lingua, la propria lingua.
Il carattere sentimentale di Caio è uscito in pieno, coi suoi valori
così intrisi di tradizione e così proiettati nel labirinto di un futuro
che gli appartiene, di sogno e di dubbio, di canto per i propri cari
e timore di perderli, di una prorompente curiosità per i sensi della
terra in ogni sua forma.
Caio Pezzola certe volte è più vecchio e certe volte più giovane.
Quando pensa al passato prende un bel po’ di anni e se scruta
l’orizzonte allora si fa ragazzo, di più, bambino.
Scrive bene, è armonico, controlla il verso e la realtà e se procede
fuori dalla regola, allora sceglie una rima per soddisfare la follia
di una gioia esplosa all’improvviso.
La sua poesia è buona, non buonista, parla con i morti,
viaggia in stanze e città vuote, comprende l’attesa, vola in
alto e piomba senza paracadute verso il sedile di un calcinculo
che non lascerà mai.
Infine, il dialetto. Ci siamo impietriti e divertiti a perdere venti
poesie in un zac, per l’errore di battitura sul mio computer
scassato e in un giorno e mezzo le abbiamo riprese, una per una,
come le pecore che scappano dalla stalla. Ma non erano più le
stesse. Siamo stati derubati di “venti-pecore poesie” e abbiamo
rubato ad altri, chissà a chi, altre “venti pecore-poesie”.
Giampaolo Bono ci ha sistemato gli accenti ed è testimone della
sparizione delle prime venti poesie avvenuta nella sua casa
gentile.
Ora siamo qui e questa esperienza di mezzo anno ci ha regalato
un’amicizia di cui sentiamo la bellezza appena incrociamo la
nostra voce e scherziamo con sguardi, ricordi e illusioni orceane.
Amici lettori, abbiate pietà.
Tonino Zana
4
PREFAZIONE
Tutto comincia con quella telefonata nel tardo autunno scorso,
in un pomeriggio corto. “Sono Caio Pezzola, vorrei chiederti un
aiuto, un consiglio…Ho scritto delle poesie che già vivono a colori
sul Web”.
Un’altra trappola, mi sono detto. Ascolto due poeti alla
settimana ed io stesso sono convinto di essere Dante. Conosco la
malattia. Caio precisa che sono poesie in inglese ed io mi sento
libero: “Bravo, complimenti. Però di inglese io non so niente,
conosco l’inglese di Celentano, ecco….”.
Lui mi insegue come sa fare, appoggia le parole, prende una
pausa, quindi accelera, poi rallenta. Fa così Caio, e in mezzo
ci mette una battuta. Ora Caio affonda: “No, ti chiedevo un
consiglio per tradurle in dialetto. Mia mamma mi ha detto che
sono matto. Semmai prima in italiano…”.
Concordo con Franca: “Ha ragione tua mamma, prima in
italiano e se proprio proprio, alla fine, ti suicidi col dialetto.
Comunque vediamoci…”.
Due tre volte la settimana, due ore per volta, a casa mia,
abbiamo lottato parola dopo parola, confrontando storie,
sentimenti, vicende, abbiamo riso, sorriso, ci siamo commossi.
Ogni tanto sequestravamo un amico, lo sottoponevamo all’ascolto
e quello, povero Cristo, ha sempre detto sotto la tortura del
proprio pudore, che si trattava di opera geniale. Per forza.
Dal primo incontro abbiamo estratto le nostre parole, anzi la
nostra anima in sillabe, vocali e consonanti. Caio si è sottoposto
alla prova della verità: se fosse riuscito ad essere sempre sincero
con se stesso sarebbe arrivato alla fine, cioè nudo alla meta,
poichè pensare, scrivere, pubblicare e presentare un libro di poesie
è assumersi l’irresponsabilità di parlare ad alta voce, di aprirsi
e privarsi di freni inibitori. Anche da qui deriva una parte di
titolo, l’acrobazia.
L’inizio degli inizi si ispira ad una fotografia presa in prestito dal
Web. Dall’inglese all’italiano non è stata una traduzione e non è
7
DIVING JOURNEY
I am a life biter and,
when I breathe, air goldbricks fill my body
till the very last edge,
matching so perfectly within a shining puzzle.
No difference at all between
carrying my feet ahead,
both on the warm land or placid water,
straight up towards the ceiling
or pretending to be an acrobat
with a fake glance to the thinnest cord.
Without any gravity touch,
no more falling, neither fear so far.
Only sea sand sprinkle brushes from my hand.
But I think I’ll disappear for a while.
Making sure somebody will keep an eye.
Swimming below the surface
brings the human souls closer and softer,
and I enjoy collecting them with my narrow fish net.
And when I am back
I kindly allow the time passing by
to paint my skin in multicolored layers,
feeling so glad that even my own shadow
doesn’t find a comfortable spot to linger
while I shape figures with my fingers.
6
La poesia manifesta una conversazione dell’autore con se stesso.
Si impone l’idea di un coraggio ad affrontare ogni circostanza
del viaggio, la traccia omerica della vita come avventura e la
negazione di ogni ambiguità: ”E all’ombra negherò ogni passo”.
9
SOTA LA PÈL
Me so me e ule ‘n aria quand che gha n’o òjia.
Me so me, ma a töcc gha öle be.
Me so me e camine tra i nigoi
ma prima compre l’anima
de l’acrobata, müsüre la corda,
la pröe, la sènte, so pront. L’è fada.
Dopo cumince a pensà de ulà vià,
de ‘ndà de luntà per faf sènter la me mancansa.
Se me gho ojia de vualter
alura a vualter va egnarà ojia dè me.
Staròm tacacc sö le stèse ojie,
fermaróm i pas del tèmp.
Me so me e ligarò le ombre.
Chèle sé, prime fiöle de la mort,
prime trapule che porta a sta vià.
88
SOTTOPELLE
Io sono colui che divora la vita
e respira l’oro a colmare ogni piega
del mio giovane corpo.
Muovo i miei passi senza differenza
sulla terra tiepida o sull’acqua placida,
compro l’anima dell’acrobata e più
sottile tendo la corda.
Ho tradotto e vinto della gravità ogni trama,
Nessuna paura si sente, né della caduta la lama.
Solo righe di sabbia sulla mano.
Forse per un po’ sparirò nella pelle del mare
e curerò che ascoltiate il rumore del mio mancare.
Qui più docili le vostre anime incontro e nella rete
le catturo a branchi a saziar la mia sete.
Al mio ritorno permetterò al tempo
di starmi addosso.
E all’ombra negherò ogni passo.
11
THE STARRED TRAIN
That fresh varnished star
was the first thing I noticed
in the grey-packed fog.
What a surprise such a early pick up,
in the very middle of my life walk,
with no ring bell or ticket to ride,
but I guess a decent story to tell aside.
Track n. 4, just a light and pleasant queue
of quiet people I never knew.
Whispering their names to the door man,
he moves up and down his head
without even hearing them.
They won’t tell me where the train takes
but far the sign says.
And in three steps I am up the iron stairs
holding to lazy passengers looking nowhere.
Everybody is hanging on to each other’s glance,
half a smile is enough to become good friends.
Looks like it’s time to leave,
the steam swallows my beloved on the bench
while I am still sending kisses by hand.
Back soon anyway,
start counting the days.
10
I versi si radunano nell’attesa del treno. Arriva nell’ora che
sorprende. Si sale nello scompartimento. Si parte, si saluta, ci
si promette il ritorno. Il viaggio è cominciato da tempo, ora si
contano i giorni e si riassumono le vicende. Serve la memoria
onesta di quanto è accaduto.
13
‘L TRENO
Tuut, tuut tuut, tuuuuut.
‘L rüa, precìs come ‘l nàser e ‘l mörèr,
‘n urelòi svìser. Binario numero 4: la zènt la rüza mia,
urdinada sensa che gha saes bisògn dei urdin del cuntrulur.
Giü a la olta i salta sö ‘l treno che gha ‘na stèla rossa
sö la front come ‘na cometa dè pace
mia come ‘l sègn de ‘na rivolusiù.
L’è come gha saes scundit söl treno ‘n pupì
che porta töcc a la capana.
Ma prima gh’è ‘n viàs long,
mèi sentàs zo, salüdà come si deve,
mandà ‘n bazì.
Forse argü i fa ‘l sègn dè la crus
prima de finì ‘n mès al vapur de nebia.
Ghif dè iga pasiensa e sperà, anche se la speransa,
tante olte, l’è sul la mader dei speransì.
Turne prèst, cumincì a cöntà i dé che manca.
Sti sereni, sti onèscc.
121212
QUALE TRENO
Con la stella gloriosa sulla fronte
il treno sfonda la nebbia e ne svuota la forma.
Senza ora e suono di campana
inatteso mi sorprende
nel mezzo di una vita già accesa.
Binario N. 4, solo una fila gentile
si anima dinanzi al controllore
e ognuno sussurra il proprio nome.
Annuisce e pare non sentirli.
Nessuno dice dell’ultima stazione
ma un segnale porta lontano.
Tre scale, tre passi di ferro
e già sto fra corpi pigri e sguardi persi.
Sembra sia tempo di partire,
il vapore ad ingoiare i volti dei miei amati
che a braccia ritte salutano dalla banchina
ed io a soffiare baci dalla mano.
Torno presto, che piano dei giorni cominci la conta.
15
WET WATER
A massive mirror is cutting the city in two,
widening perspective to never-ending edges
for the ones who live in the good half,
shading the view with a dull coating for the others.
Neither half sees beyond the glass plate,
take a wild guess who smile and who moan each day.
But it’s been raining for ages from the same sky
and there is a warm sea flow underneath
the stone pavement of the moist town.
No one pays attention to the waves rattle
but silver fishes are sliding unnoticed
between people’s hurried feet.
And how many abandoned luggage
are standing in towers along the sidewalk,
multiple sizes and colors but no stories inside,
filled with air, no secrets to hide.
A white dot among thousands of squared umbrellas,
a middle-aged man, his face towards the clouds
and mouth wide open swallowing the rain stream,
just like the sweetest medicine
healing his entire body skin.
14
L’autore impone una parete di cristallo a dividere una delle sue
città. Sotto passa un fiume, la gente cammina tra i pesci, un’aria
di abbandono si insinua tra ombrelli salvifici. Un uomo di mezza
età spalanca la bocca e ingoia “catene di pioggia”, medicina per
rinascere.
17
MÜR DE AQUA
Che cità ela chesta ché,
taiada a metà da ‘n mür de cristal
con ‘na part dè zènt dè ché e ‘na part de là,
coi pès che salta föra de sota tèra
e le umbrèle de la zènt
le sta ferme come le boche de le persune,
le sa bagna, le fa sito, le ‘èt niènt
dè chèl che nas là ’n font.
Umbrèle depertöt, sèmper acqua
muntagne de valìs lasade öde
e abundanade piene de aria e sensa storia.
Da ’ndo ’egnaral chèl siòr là,
mès strabangol con la boca dièrta vèrs ‘l ciel?
’L ve da la cuntrada benedida
’ndo sa pensa e sa crèt che mangià l’aqua
che ve zo da là ‘n aria
’l sàes come ciapà la midisina
per guarì la ’ita.
1616
MURO DI PIOGGIA
In una delle mie città
la parete alta di cristallo
divide i passi della gente,
per metà allarga gli orizzonti
e per l’altra li restringe.
La vista oltre è negata.
Coglie l’immaginazione
l’istante dell’altro,
chi soffre e chi gode.
Piove da millenni dallo stesso cielo
e sotto le piazze del passeggio
scorre il fiume caldo.
Pesci d’argento scivolano
fra i ciotoli a schivare piedi frettolosi
e si ignora il rantolio dell’onda.
Torri di valigie abbandonate,
solo di aria piene
negate anche di una sola storia.
Nella selva di ombrelli
un punto bianco, uomo di mezza età
con il volto rivolto alle nuvole
spalanca la bocca e ingoia catene di pioggia.
Come la più dolce medicina
a guarire il grande corpo della vita.
19
MELTING LOVE
Enter again the sweet forest,
enter with naked feet and sink them
into purple soaked leaves.
Here is the feast we’ve been promised,
here is the warm nest that wraps around us
like a nourishment bag.
Leave out the poor scent,
it’s time to flaunt the queen’s dress.
Let your hands blend with my flesh
and pull out the pearls your love grew inside me,
nicely matured for the joyful harvest.
Just spread them in circles shaping our dance floor edge,
a jeweled frame blessed by the shy shadows.
Embracing the enchanted dark,
you are the one I would choose,
barely caressing the magic around you.
And the show can begin,
I have built a bridge across the ancient trees
and placed signs all around.
Your beloved souls will find the way to come,
animals and birds will assist
to the never-dying kiss.
18
L’autore sceglie i sentieri del bosco per condurre la sua compagna
a cogliere il più grande e impegnativo spettacolo della vita,
l’amore. Descrive ogni passaggio e la porta fino al ponte da
cui transiteranno tutte le persone a cui insieme sono legati da
profondi affetti.
21
LA PRIMA DE L’AMUR
Igha mia pora, me ta öle be,
stam vizì, igha mia pora,
apena pö aianti,
pasàt chèsto paciüc bu
sa dèrv ‘n teré gròs e tènèr
come i bras dè me mama
quand la ma strinzia sö
e me sintìe che ‘n dé sarès rüàcc
i bazì e le carésse de na fomna nöa
‘istida dè regina.
Me ta öle be de‘n bé partìt dai mé
e adès nöf e rinforsàt.
Strenzèm sö, strenzèm sö
fino a sufegàm.
Nel ciar del dé
e nel fosc de chèsta nòt
me vède la tò belèsa pö
bèla dè ogni stèla.
Gho fat ‘n pont, sura gha pasarà
chi t’à sèmper vülìt be.
Adès, dianti al ciel, a le piante
e al vènt dè la stagiù
postom ji àer, per sèmper,
‘n sègn per me dè remisiù a te
e per te dè remisiù a me.
2020
LA PRIMA DELL’AMORE
Non aver paura,
tra la fitta coltre degli aceri,
entra a piedi nudi
e affonda nelle foglie cadute
bagnate di porpora.
Più avanti è la radura
della festa promessa,
nido tepido
come ventre di madre.
Lascia il profumo
delle ore comuni,
è il tempo della veste regale.
Penetra le tue mani
nella mia carne, trova le perle
coltivate dal tuo amore
e spargile a dar forma al cerchio
della nostra danza.
Abbracciando l’incanto del buio
tu sei la sola che sceglierei.
Tra gli alberi antichi ho costruito un ponte,
e ho segnato il sentiero per i tuoi cari.
Il creato del bosco tutto intorno
amerà il nostro bacio senza fine.
Che lo spettacolo abbia inizio.
23
WAITING FOR MR. BASILEWSKY
Deep in the downtown night veins,
I was about to start flirting with the mannequins,
sending warm kisses through the heavy glass
of the store window.
All of them were staring at me,
having no other target at all
in the dark abandoned street.
Polite smiles and far ages gestures,
wondering if the plastic bodies agreed
with the make up color framing their blind eyes
in shiny textures.
What a weird sensation
and magic at the same time,
the emptiness of this noble city
is sucking out my thoughts in a bite.
But the glass answered with a welcomed reflection,
Mr. Basilewsky finally lifted his hat
greeting me from the back.
22
È sera, l’autore si trova in una città deserta. Aspetta un amico
e inganna l’attesa osservando una vetrina di manichini. Nasce
un’immaginaria relazione con queste sagome di plastica.
Fino a quando il vuoto intorno a lui viene riempito dall’arrivo
di mr. Basilewsky.
25
SPÈTE EL SIÒR BASILEWSKY
Che sera scüra, gh’è ‘n giro gne’ ‘n ca,
che tristesa truàs dèntèr ‘na cità furestera
a spetà chi mai no ‘e,
te dè per te dianti a ‘na vidrina dè manichini.
Se ghoi dè fa: o ma sa sènte zò ‘n tèra
e ma mète a pianzèr
o cumincie a ragiunà da mat
con chèste persune de plastica.
A ‘n bel momènt ma sümea che ‘n manichino ‘l ride,
che giü ‘l pianze e ‘l tèrs, là didrè, ‘l ma schisè l’öcc.
No, isé ‘ndom pròpe mia be,
cumince a spertegà.
Pègio amó, la cità adès la fa’ ‘l dè pö
e quasi la ma spaènta
nel fa parlà töt ‘l sò ‘öt.
Ma gràsie al ciel, a la fì, ‘l rüa
‘l ma cumpàr nel riflès dè la idrina,
‘l lea ‘l capèl e ‘l ma salüda.
E me ‘l salüde cuntènt: buonasera siòr Basilewsky.
2424
ASPETTANDO MR. BASILEWSKY
Giù, dentro alle vene della notte nera,
la città è afona nel suo profondo mezzo.
Vivono i manichini oltre i cristalli
e i miei baci fondono piccoli varchi
a inumidire le tempie spente.
Entro nei fasci dei loro sguardi
solo a me rivolti e sorrido all’orfanità
di una via deserta.
Dalle vetrine gesti e smorfie d’altri tempi.
E io a domandarmi se queste essenze di plastica
gradiscono o si ingannano del trucco greve
a incorniciare i loro occhi ciechi.
Magico e bizzarro il vuoto di
questa nobile città:
già prosciuga l’ultima trincea dei miei pensieri.
Ma dal vetro la risposta dell’atteso riflesso,
finalmente solleva il cappello e alle mie spalle saluta.
Buonasera, Mr. Basilewsky.
27
THE ROUND EDGE
We all went through the flames.
Shaping the annoying feelings in tiny statues
in a perpetual and steady row.
Tearing off the oily wall paper
to make a crunchy ball
and finally listening
to the whispering naked wall.
We all went through the dust.
Adjusting our hair with a stroke,
blowing ahead to set the path free from death,
while the soul’s sponge is getting heavily grey
and shyly imploring the body to stay.
We all went through the woods.
Being arms and legs of the crowded nature doom,
being guests.
Eyes seeking beyond,
while feet are kissing the roots.
We all went through the sun.
Pouring bitterness drops into a golden vessel
till the evaporation makes its course
in a peaceful silence.
Buckets of air fill the lungs
and life cells are celebrating
within a prosperous flaw.
We all get to the light.
26
La poesia ragiona intorno ai duelli della persona con la vita, le
fiamme, i veleni, l’ipocrisia dell’unto, la fine nella polvere. Ma,
infine, vince il patto con lo spirito, il desiderio del bosco, vigilia
di un sopraggiungere della luce.
29
PRIMA DE ULÀ
Ogni persuna la te ‘na storia
dè resistensa a le fiame e ai veleni
dè mür purificacc
da l’ont e dè la ‘ergogna,
dè polver batide
pronte a sufegàt
e giü dopo l’altèr som pasacc de lé
con ‘l cör mia con l’anima
perché lé la resta e gha piàns ‘l cör de perder
chèl möcc de carne e de öciade
che gha schisa l’öcc, ogni dé, e fa la pace.
A la fì töcc i gha saltàt söl co del sul,
prima i gha consegnàt lacrime amare
nel cadì dei pàder.
Stì sücür, töcc, pròpe töcc
‘egnarom föra da ‘l scür,
rüaróm a truà la tera de la luce.
2828
PRIMA DEL VOLO
Tutti siamo passati oltre le fiamme.
Abbiamo forgiato i nostri veleni
in una fila perpetua di piccole statue.
Strappata dalle pareti la carta unta
finalmente riascoltiamo
del muro nudo i sussurri.
Tutti siamo passati oltre la polvere
scuotendo i capelli con colpi di spazzola,
liberato il sentiero dalla morte
con possenti colpi di fiato,
mentre l’anima implora
al corpo di restare.
Tutti siamo passati oltre il bosco,
braccia e gambe intrecciate e fuse
nella carne della natura.
Gli occhi cercano lontano,
ma i piedi cedono alle radici.
Tutti siamo passati oltre il sole.
Versato gocce amare nel vaso dorato dei Padri,
fino ad asciugarsi in un silenzio di pace.
Bocche d’aria rinfrescano
labirinti di nervi e pensieri confusi.
Tutti giungiamo alla luce.
31
MY NIGHT BOAT
And, to our bitter grief,
with a smile and in silence,
he died.
A gallant gentleman my dad.
A never ending source of light-full white
from his deep mediterranean eyes.
His silky hair had been waving
my last decades’ dreams
where I barely kept my boat straight,
descending his long nose
from the forehead plain.
This is the way I still deliver my caresses to him,
leaving foam wakes behind my row pass,
just all around his giant body,
like the smoother spider net,
embracing him in my forsaken sleep.
Night rattles in day, I am awake.
Standing still I never think of him
because he thinks for me.
Never talk about him,
because my voice is his.
30
L’uomo-poeta ci dona il dialogo permanente e notturno con il
padre. Lo ricorda in tratti di alta etica filiale, “un gentiluomo
mio padre” e lo porta con sé fino all’alba. Infine rivela il segreto
dell’alta protezione: lui pensa e parla per me.
33
LA BARCA DE LA ME ‘ITA
Coi öcc bu e silensiùs
l’è ‘ndàt a sta vià.
‘N galantòm, me pàder.
Sèmper con me, con nuàlter,
del dé e dè nòt.
Èco, dè nòt ma so sèmper ‘nsömiàt
de tucàt apena apena,
de biöscà ‘nturen a la tò carne,
caressà i chèèi dè seda,
vègner zo dre dè ‘l tò nas,
da la front e scuprì sèmper
che ta sé ‘n gigante.
Quand che rüa matina, ‘l prim ciarur
‘l ròba l’ombra de la stansa.
Scolte ‘l me disedàs,
precis a la tò nöa aparisiù.
Del dé me pense mia a lü,
perché lü ‘l pensa per me.
Parle mia de lü
Perché la me us l’è la sò.
3232
LA MIA BARCA NOTTURNA
Con un sorriso e in silenzio morì.
Un gentiluomo, mio padre.
Una risorsa sconfinata di luce piena
e bianca dai suoi occhi mediterranei.
Per molti anni
i miei sogni hanno navigato sulle
onde dei suoi capelli di seta
dove a stento conduco
diritta la mia barca,
e scivolo lungo il suo naso
dalla fronte piana movendo.
E questo è ancora il modo
con cui a lui consegno le mie carezze,
lasciando solchi di schiuma al passaggio dei remi.
Tutto intorno al suo corpo di gigante,
come tela di ragno ad abbracciarlo
nel mio sonno finalmente libero.
La notte rotola nell’alba,
ascolto il risveglio.
Di giorno non penso mai a lui,
perché lui pensa per me.
Non parlo mai di lui,
perché la mia voce è la sua.
35
NO ROOF SHELTER
Air never feels so comfortable
like inside an abandoned house.
Dust reveals its own devoted nature
laying unnoticed on dumb wreckage,
even on its shadows.
Seasons flow in a spiritual silence
while half bricks walls hold up each other
in a mutual wheeze,
delighted in their endless crumpling.
No one pays a visit handing over a posy,
the waiting lady is now a scented ghost.
Her dry lips only yearn for rain drops
from the sky with no roof above her head.
Ocher leaves shaping the undying carpet
underneath her feet.
Because a sumptuous abode is soulless
besides a tumbledown mansion.
34
La poesia scopre il mistero di una casa abbandonata, senza tetto.
Lì dentro si ascolta una ”conversazione muta” tra il tempo e lo
spazio. Vince la presenza di un fantasma: è una donna conservata
nei migliori profumi che governa un’attesa senza fine.
37
SENSA TÈT
’Na casa abandunada
l’è mìa come ’n cine a l’aperto
’ndo cumanda us e spetadur,
anche se l’aria la gha bala dènter
a la granda, la polver la crès ogni mezura
e le stagiù le fa sito
a scultà ’l final dè la stória.
Ciòca nüssü a la porta
nüssü porta ‘n fiur,
la siura, dènter, l’è ogni dé pö straolta.
La serca de dagha vià a la sét de truà argü,
la boca screpulada da l’ardur
con qualch gossa da ’n ciel
sensa sügo e sensa culur.
Le fòie le sa ’mmöcia ai sò pè.
Sa gira a la larga.
Le anime le cata föra ‘na casa ‘n ruina
pötòst de ’n palas gròs e pié dè morcc.
3636
SENZA RIPARO
Non c’è miglior posto
di una casa abbandonata
per l’aria che vi dimora.
La polvere rivela la sua natura devota
quando giace ignorata sui relitti muti,
e infine sulle loro ombre.
Scorrono le stagioni
avide di silenzio.
Muri dimezzati
si tengono l’uno nell’altro
deliziati dello sgretolarsi senza fine.
Nessuno oltrepassa la soglia
con un cesto di fiori,
e la signora in attesa
ora è un fantasma di profumo.
Nella casa senza riparo,
le sue labbra secche
bramano gocce di pioggia
da un cielo affondato.
Ai suoi piedi tappeti di foglie.
L’anima sceglie una casa in rovina,
non una dimora sontuosa.
39
THE GRAVE CAROUSEL
A perfect line of elegant people
is going through the cemetery gate.
It is their beloved ones’ day to celebrate.
Every single flower brings colored shadows
on the grey and white gravel
that gently shapes itself
under the guests’ heavy steps.
The massive marble walls
passively design the labyrinth of sleeping death
and the wet dew is polishing the oval picture frames
with a photoshop lifting effect.
But I can see more than that now,
more than anybody else.
I see the passed away as well.
What a tackle to the grieve
floating in tiny clouds right above the alive ladies
and the gents’ caps:
a polite party is going on in the same place,
on the very same gravel,
but without moving a single stone.
Parents’ and friends’ souls dressed
according to the epochs they belong to,
smiling to each other
while caressing or slapping the living silhouettes,
sneering at them in a perpetual carousel.
Sooner or later they will join the party,
leaving the grieve cloud on earth.
3838
Nel Giorno dei Morti la visionarietà del poeta coglie ombre
invisibili. Il camposanto si anima di morti rinati.
Scherzano con i vivi, danzano, si vestono come in vita.
E’ la loro festa.
“Nessun posto è negato sulla giostra perpetua”.
41
LA GIOSTRA DE LE OMBRE
Te ta sé giü de chèi poch
bù dè éder i morcc a ciapà a s-ciafe i vif
nel dé dè la festa,
ai prim de noèmber, al camposanto,
‘n més e mès prima de Nedal.
Lur i ve föra de la tèra
e nuàlter rüèm de la piàsa.
E ma par, adirütüra, che a la sera,
metà dè nuàlter i dorme al camposanto
e metà dè lur i turne sota i portèch.
Lè ‘n anticipo de la röda che gira,
mèi purtàs aianti col pènser e fas mia truà
‘n mès a la nebbia de noèmber, sul, dè per sò cönt.
Adès a metà del dé,
anse, ‘n po’ pö aianti, vèrs le dò e meza
là ‘n font, vizì a la capela dei arsiprecc,
girèm sö la giostra, ognü al sò pòst, chi pö aianti,
chi pö ‘ndrè, chi strimìt ‘n prinsipe
e chi pacific vèrs la fì.
Gh’è pòst per töcc, nüssü resta föra.
Sa paga gne’ ‘l biglièt.
40
LA GIOSTRA DELLE OMBRE
Il popolo di Novembre oggi migra al cimitero
e alla pietra si piega ordinato e leggero.
Si celebra la festa dei loro amati.
I passi dei vivi si fondono con le ombre
che i fiori cedono al selciato e le orme
vi lasciano il segno del loro passato.
La casa dei morti è labirinto di marmo,
affollato di volti che la rugiada risveglia
a diventare sguardi.
Uno fra tanti vede ciò che nessuno può,
vede le anime con forma e colore
che aleggiano prive di tracce
danzando nell’invisibile candore.
Gli spiriti gioiosi della festa
vagano vestiti dei loro giorni,
si lanciano sguardi di intesa mentre
carezzano e schiaffeggiano i vivi
senza alcuna offesa.
Nel tempo che viene nessun posto
è negato sulla giostra perpetua.
43
THE RED HAIR GIRL
She has plenty of time to enjoy life.
Doesn’t realize that she’ll never die.
No chances for the delivery boy
to find her at home,
he just throws over the daily lovers
bunches of flowers all around the backyard,
a blossoming blanket that she pulls back inside
once in a while.
Without even reading the mushy notes,
it’s hundreds years she knows.
Because if you just fall for a very moment
into her gaze you’ll find yourself dazed,
cannot weed out her heavenly grace
from any whatsoever mirror of your mind.
Cannot afford to keep this lie alive.
And when you finally forget her,
another fellow brings her back to life
through his fairy tale drowned into enchanted eyes.
And she never sleeps and doesn’t ask why,
the night’s stillness is feeding her
with a no-sound lullaby.
42
La poesia è dominata da una ragazza dai capelli rossi che vive una
dimensione di surreale e arrogante immortalità.
I giovani la inondano di fiori, lei macina secoli di noia.
Nessun innamorato si illuda. Lei si alimenta
“con una ninna nanna muta e senza suono”.
45
LA ROSSA DE CHÈÈI
La s-cèta rossa dè chèèi
la pensa de mörer mai
la arda n’facia nüssü,
se iè bröcc o se iè bèi,
la infilsa sö sentomila
‘nnamuracc con töcc i sò fardèi.
‘L gnaro che fa ‘l mèster
de pogià le röse
nel giardì dè la rossa dè chèèi
‘l’à mai vista e ‘l pensa che la gha saès
per via del fato che i fiur i sparìs dal giardì
e dopo ‘n bèl pó de tèmp,
‘l tapé verd ‘l resta nèt
come ‘n pom de nasà
‘l müs de ‘n bèl s-cèt.
Te bèla, da ‘ndo ègnela
töta chèsta baldansa,
chi crèdet de esser, som töcc
precis a stè mond.
Gha öl rispèt per chi völ be
gha öl pasiensa, nüssü dumanda riverensa
ma rispèt sé, se no finìs el bè
ve aianti ‘l mal e l’è pègio per töcc,
po a per te, sbèséta e sensa saùr.
Te, malmustusa, cata sö le röse,
spèta mia che le marsise.
Bröt sègn lasà mörer ‘n fiur.
Ma sümea de idila nel lèt,
ensiminida de la sò òjia de fa niènt:
la gira ‘l galù, la maja la nòt
e la sa prepara a bötá föra ‘n fiàt amar,
apena spunta ‘l prim ciàr.
Ta farét na bröta fine,
rossa dè chèèi,
anche se ta möraret mai.
44
LA RAGAZZA DAI CAPELLI ROSSI
Lei è il tempo di tutte le vite e ignora
questa sua deità, non sa che mai morirà.
Il ragazzo delle consegne non la troverà a casa,
si arrenderà ad abbandonare oltre la siepe
mazzi di fiori, oggi e domani,
di chi la vorrebbe amare,
da chi solo l’aria che lei respira può baciare.
La ragazza dai capelli rossi
di tanto in tanto concede lo sguardo al cortile
e si libera della coperta fiorita,
del suo peso acre e sottile.
Secoli di noia hanno cancellato
l’ultimo stupore e giacciono
senza la sua stima contrade di giovani
a corteggiarla in rima.
Guai a chi mantiene illusioni accese!
Nelle parole di un altro tornerà soltanto.
Lei non dorme mai e non si chiede perché,
l’immobilità della notte avida la nutre
con una ninna nanna muta e senza suono.
47
OVERFLY
They say you are a fruitful mind
if you often dream about falling into empty,
bottomless space.
Every single night I actually picture it
in the deep of my pillow blossom.
Getting used to losing any substance
you can barely touch
and hang in mid-air for a while,
a fearless vertical slide.
Time goes along at an unfamiliar rhythm
and blank eyes are fighting to lead
the wish between getting squashed to the ground
or enjoying a never-ending descent with no sound.
Just like flying without wings,
smiling with no teeth to show,
a wizard playing magic
with no audience applause.
46
Eroico, cioè “con mente vivida”, secondo l’autore,
è colui che sogna di lasciarsi andare nel vuoto e preferire,
durante la caduta, il godimento della discesa.
Lui sceglie di “volare senz’ali”, di unire la potenza del sogno
con l’altrettanta potenza della realtà.
Di sognare vivendo.
49
SPROFONDE
Ma so ’nsömiàt tate olte
de piombà zo nel vöt
e chi cüra la siensa del sèrvel
i m’à garantit che chèsto l’è ‘n bu sègn,
l’è mèi dè saltà ‘n fòss, de bater la feèr.
Töte le nòcc ma sa prepare apena che mète
la sguanza söl cusí.
Oéla, adès sto col co ’n sö e col co ’n zo
con le bale per aria
m’è pasàt töte le pore
so dientàt ’n leù, ’n leù che ula,
vede niènt ma so ’ndo ’ndo,
come che l’òrp che vèt
con la cunvinsiù de ’idiga.
L’òrp che vèt per sentiment.
Piombe zo vèrs la tèra e gode
Capise mia chèl che ma sücét.
Gode a la maniera de giü
che ula sensa le ale,
che ’l rit sensa dèncc
che ’l cumbina sö dei striamènc
sensa esser ’stria gne’ mago.
Gode.
E so che nüssü ma ciocarà le ma.
4848
SOGNO VERTICALE
Dicono abbia una mente vivida
chi spesso sogna di cadere nel vuoto.
Ogni notte preparo il volo
e consegno la testa
alla guancia del mio cuscino.
Subito confido nella gravità perduta,
per poco mi sospendo
nella torre d’aria,
scivolo verticale senza paura.
Il tempo con le spalle alle pareti
ribalta regole e segni.
Gli occhi senza vista
come profezia del cieco
annunciano la scelta:
schiantarsi a terra o godere della discesa
senza fine e suono.
Vi chiedo di credermi,
è volare senz’ali,
sorridere senza denti da mostrare,
la miglior magia di un mago
senza l’applauso del pubblico.
51
ONE MORE RIDE
It was a heavy push from the back
and the young boy found himself
fluttering meters ahead.
Kicking the air in a joyful wobble
makes him lighter,
keeps him afloat
much easier than a swim in the water,
to a sun burn much closer.
Trying to yell any bizarre sound
to shape the excitement far from the ground.
The red trousers and the white shirt
are melting together
drawing a perfect pink circle,
gracefully dancing and paying court
to the sleepy moon,
in the bracing sunday afternoon.
Pupils and parents enjoy their ride
and then smoothly slide to the amusement beside.
The young boy still up there,
grabbing the seat ropes
just like the rains of a glorious horse.
How much I yearned for such an endless merriment,
now it’s on my side.
Can I get one more ride?
50
Gioca sulla giostra, volteggia in alto, impugna l’aria, si sente
vicino al sole. Non teme la vertigine, anzi riconosce come
suoi il cielo e la luna. In alto, il fanciullo-poeta scopre forze
sconosciute. Ora tutti scelgono un’altra giostra. Lui no.
53
CALCINCULO, ‘N ALTER GIR
Gh’è apena ’n zöch
’ndo ta pödèt ciapà a pesade l’aria
e strepà i chèèi a chi ta sta dianti.
Lè ’l zöch del calcinculo.
Gh’è apena ’n zöch
che ta fa strisà ’l cürisì dè gioia
’l ta porta vizì al sul
’l gha fa ciapà la ciuca e ’l trasfurma
i culur dè la maìna e dè la camisèta.
’L dopo disnàt, ’l padrù del calcinculo
’l la fa girà isé ’n frèssa
de tucà chèl scart de lüna
cumparida prima dè la nòt.
Adès quasi töcc i cambia giostra,
i sa stöfacc o i gha pora?
Me no. Me strènze le cadene del sedil
e ma par de stà söl caal pö bèl.
Mai stàt isé bé.
Gho amó ’na palanca giösta
fo n’àlter gir.
5252
UN ALTRO GIRO
Fu una grande spinta
e il ragazzo si trovò a fluttuare
qualche metro avanti.
Scalciò l’aria,
ciondolò gioioso,
così leggero e più vicino al sole.
Lontano dal suolo
ora riconosce la sua gioia
con grida e grida di paura buona.
Il giro rutilante inebria il rosso dei pantaloni
e il bianco della maglietta.
Tutto si fonde in un cerchio rosa,
danza e corteggia la luna dormiente
nel meriggio di festa.
Ora piccoli e grandi
scivolano sulla giostra accanto.
Solo il ragazzo è ancora lassù,
stringe le catene come redini
di un cavallo glorioso.
Non so quanto ho desiderato
un momento così bello.
Un altro giro?
55
UNDER THE MOON
Let me grab that shy moon shadow
before I miss the breeze of it
over her velvet skin.
What a perfect nightfall
to speak up the purest love.
Then we found each other
walking without weight
along the darker side of the hill,
as in a lifelong journey.
Laid down on my back
I feel the earth measuring my body’s mould
with the smoothest pencil.
But the grey line is merely ignoring
that there are two of us.
It draws one single egg shaped outline,
declaring to heaven our endless bound.
54
La poesia riassume il romanzo di un amore sotto la luna.
La notte si allea con la purezza di un patto inesauribile.
I due corpi vengono protetti dalla geometria della terra che
disegna una linea di tutela intorno. “Si sente soltanto
il mistero divino del nostro unirsi senza fine”.
57
SOTA LA LÜNA
Come pöde robà l’ombra de la lüna
prima che la sparise
da la tò pèl dè ülüt.
L’è öna dè chèle nòcc che rüa
ogni dès agn, nèta e de’n tepur
truàt tant tèmp fa ne la cesa
de la prima cuminiù.
Ciapóm la culina a la larga, con calma
’l senter l’è long, la ’ita l’è longa.
Ogni tat posóm, bötacc zo
con la tèra a disegnà
la furma dei nòscc corp.
Ridièntèm amó chèl öf
’ndo sérem prima de nàser,
a sta ’nsèma e a posà sö la culina
ta va ’ndre ji agn, ta sa ritroèt pupina.
Te ta sét lé e ta ghét dènter dè te
’l mistero de la ’ita,
nàser, crèser, turnà ’ndrè
se apena décidem de ülis be
con la cosiènsa de saì, sèmper,
che som picinì, sènsa de lur:
l’amur e ’l Signur.
5656
SOTTO LA LUNA
Vorrei prendere la timida ombra
della luna prima che si dilegui dalla
tua carne di velluto.
Che notte perfetta
per gridare l’amore puro.
Camminiamo senza peso
sul lato scuro della collina.
Un viaggio lungo una vita.
Disteso con gli occhi al cielo
percepisco il disegno intorno al mio corpo.
Con la matita più sottile
la terra traccia il perimetro
e chiude le nostre forme
nella curva di un uovo.
Si sente soltanto
il mistero divino
del nostro unirsi senza fine.
59
SOULS PORT
I am trying to deliver one tiny promise
to every single glance I meet.
That is the beloved task for me,
walking with nimbleness
through the hundreds of heavy heads
hanging on the airport gates’ numbers.
It has never been so smooth
going along the imaginary rails
that drive me liquidly
towards the assigned destination.
Let me just seize the memory
of a charming face,
of a purple trolley and its noisy squeaking,
of a kiss release,
of a golden hair wave.
Wondering if my vivid thoughts
could leave tangible signs
on everyone’s shoulders,
just like precious paper cuttings
in a luxurious carnival party.
I am crying tears of joy
staring at the magnificent
drawing of humanity
squeezed in a glass nest.
58
L’autore si trova in un aeroporto, osserva i visi che incontra
e cerca di entrare in sintonia con le loro storie. Fissa in un
ricordo immagini emblematiche: “il volto affascinante, la valigia
porpora, il bacio consumato, l’onda dei capelli oro”. Infine il
pianto di gioia per un’umanità prigioniera in un nido di vetro.
61
ANIME DÈ VEDRE
L’è mia ’na bolgia, gh’è mia confusiù,
pötost ’n’idea de pora ià mèt töcc’n sogesiù
e giü per giü i ma passa dianti
’n chèsta campana dè ’edre
prima dè ciapà ‘l pòst a la porta d’imbarco.
Dio sa da ’ndo i ve, Dio sa ’ndo i va,
i porta ’n giro face edücade
e a me ma piasarès catà föra
le pö ’mbrocade,
chèle che ta dismentegarèt pö
e ta farà cumpagnia nei dé che piöv
nei dé che ’n aereo ’l ta pasarà bàs söl co.
Da chèsta specie de caserma dè vedre
dè sücür portaró vià ’l culùr ross ma ross de ‘na valìs
e ’l rumurì fastidiùs
chèl pia come ’n muschì.
Sö le spale dè ogni viazadùr
pòge ’n bel pènser,
giü per ogni bulì che m’è restàt
dal carneàl apena pasàt.
Pianze, adès pianze de piazer
a éder come stom töcc precìs
’n chèsto nì dè vedre.
6060
ANIME DI VETRO
Cerco di consegnare
piccole promesse
ad ogni sguardo avanzante.
Mi affido questo compito piacevole
tra le centinaia di teste ciondolanti
negli imbuti numerati dell’aeroporto.
Non è mai stato così facile
procedere lungo i binari immaginari
verso la porta d’imbarco.
Voglio impadronirmi del ricordo
di un volto affascinante,
di una valigia porpora e del
suo fastidioso cigolio,
di un bacio consumato,
di un’onda dai capelli oro.
Sulle spalle di ogni viaggiatore,
appoggio vividi pensieri,
quali coriandoli d’avanzo
dall’ultimo carnevale di festa.
Piango lacrime di gioia
mentre fisso il magnifico
disegno di un’umanità
prigioniera nel nido di vetro.
63
THE CHAIRS ROOM
Figuring out weired shapes
on the polished linoleum floor
while a bunch of sleepy people
is staring at the immaculate door.
No better time slot
to think about your life spot.
In the mind net, holes never been so wide
and even softer the wire.
Happiness and pain are mixing so loud
within the same fluid bound.
Underneath the chairs
swinging feet are delivering behave pills,
framing multicolor personalities
that go from heavy storm wind
to motionless countryside hills.
The baby boy laying on his mama’s knees
completely ignores the waiting fee,
the old man right in front of him
won’t care about what the verdict will be.
Next calling, door opens.
Faces up in a raw and eyes wide shut
to catch a piece of destiny of the people exiting.
62
Nella sala d’attesa un gruppo di persone aspetta di essere
chiamato. L’autore della poesia analizza i dettagli di un tempo
sospeso prima che si apra la porta. Sono momenti favorevoli alla
riflessione. Chi esce offre un frammento del suo verdetto.
65
‘L GIÜDISE
Ne la stansa ‘ndo sa spèta
töcc i sta al sò posto
i fa sito, i pensa, i sa rispeta
de pö che ’n altre bande
’n po per la pora del giüdise e ’n po
perché i sa troa spaesacc,
ne la stansa dè nüssü.
Spetà, l’è düra, passa ne la mènt
i momèncc dür e mòi dei ültim tèmp.
Gioie e dulùr i ciundùla aianti e ’ndre
precis dè le gambe cürte dè chi
iè ’n po’ agitacc e i sa möf isé.
Dò anime le pütüra du quadèr dè seré:
el popo che pósa söi zönöcc de sò mama
e ’l vècio con l’età alta per créder a poc o niènt
del giüdise che ’egnarà föra de chèla porta là.
Adès la sa dèrf,
i co i sa alsa e ji öcc i s’èmpisa.
’N tuchilì dè giüdise ’l ve ciapàt
da ognü che stà ne la stansa,
i varda la cera, ’l co alt o bas, se ’l rit o no.
Sa curiusa se ‘l stà be o se ‘l stà mal,
’l giüdise, prim dè sera,
l’è bu de pasà da la stansa al paès.
6464
IL VERDETTO
Nella stanza dell’attesa
immagino forme senza nome
spalmate sul pavimento freddo
di linoleum.
Si incanta sulla porta immacolata
una schiera di persone sedute e lente.
Non c’è miglior tempo per asciugare
i pensieri della vita.
Nella rete della mente
maglie mai così larghe
e allentato il filo.
Gioia e dolore si mischiano
nel frastuono di un’opposizione.
Ciondolano i piedi sotto le sedie,
interpretano il carattere dei corpi,
vento di tempesta o inerme collina di campagna.
Il bambino riposa sulle ginocchia della madre,
ignora il pedaggio dell’attesa.
Di fronte il vecchio non si cura
del colore nero o bianco del verdetto.
Prossima chiamata, la porta si apre.
Si levano i volti e gli occhi si accendono.
Del destino di chi esce
catturano un frammento.
67
PAST IN A BUBBLE
It was like in an ordinary painting,
willing to capture
the magic soaked in a moment.
The frame, a quiet street
within the heart of a lake-side village,
sorting the pleasant thoughts
from the fussy ones,
warming up my bold head
caressed by an early march sun.
Then my eyes met his face,
not the other way around.
That’s why only from my view side
the past relighted our friendship’s sound.
Spying his moves for seconds,
counting the years passed by
and ask myself if I owe the right
to awake him from this bracket of time.
Easy, just a natural pat on his back
would be enough to bring him
on that good fella track.
Decided not to.
Empty words would flow
within a regards brush stroke,
better enjoy this intimate bubble
within my memory drawer,
overblown and narrow.
66
Si sono conosciuti tanto tempo fa, compagni di scuola, adesso sul
lungolago di primavera soltanto uno vede e riconosce l’altro.
I ricordi riemergono dal passato. Non vale la pena
dichiararsi amici di un tempo. Ognuno per la sua strada
perché “temo parole vuote”.
69
LA MEMORIA ’N BUTIGLIA
L’è lü, dè sücür, ’l me cumpagn de scöla.
L’è chèl siòr dè là de la strada,
dè la banda pö visina al lac.
L’è lü e adèss, sota la spera
del sul dè mars l’è amó pö lü,
’l ve föra nèt de l’ombra de la matina.
Me ’l vède, lü no.
Lü ’l varda de ‘n altra banda,
’l ma riconos mia.
Ma passa dianti la scöla, le s-cète, i profesùr
i voti, ’l rider, ji udur. So töt dè chèi dé là.
Mèi ciamàl o lasal ’ndà per la sò strada,
l’è mèi parlà dè chèi dé là o lasà pèrder,
decider gne’ de cumincià?
Mèi lasà pèrder,
saltarès föra le solite parole:
ta troe bé, ta set prècis de ailura,
la ’ita come ’ala e quancc fiöi ghèt.
Ognü a casa sò, mète töt ne ’na butiglia,
sare e dèrve ’l cassèt sgionf e strèt dè la memoria.
E così sia.
6868
IL PASSATO IN UNA BOLLA
Nel cuore del villaggio sul lago
distinguo pensieri amici e inutili
lambito da un sole acerbo di marzo.
Sto nella cornice di un dipinto ordinario,
ambisco al dominio di questi minuti normali.
Lo riconosco.
I miei occhi lo ritrovano, i suoi no.
Dalla sola mia parte
il passato riaccende il suono
della nostra amicizia.
Spio i suoi gesti.
In pochi secondi
respiro i nostri anni.
Che diritto ho di rubarlo
al suo tempo?
Basterebbe un tocco sulla spalla
torneremmo sulla strada dei passi buoni.
Decido di no.
Temo parole vuote.
Scelgo di godere il passato in una bolla.
Apro e chiudo il cassetto gonfio e stretto
della mia memoria.
71
SEEDING THE SEED
From this height
the river looks like a black ribbon
with curls and curves
leant on the bright sand of the desert,
absorbed by the horizon.
The eye ball is warmly rolling
along the mountains’ edging
and the crystal beauty of the emptiness
is quietly revealing
the ancient planet’s birth.
With a graceful gesture
I virtually squeeze the all of it
in a little ivory jar,
leaving some holes on the cap
to let the earth breathe
and endlessly release invisible scent streams.
I lay my ear on it and I get lost
in a swallowing echo.
Pure joy enchants me,
finally feeling the life seed.
70
La vista dall’alto cattura il paesaggio della vita, il fiume forma
anse, riprende la linea del suo corso, l’occhio del poeta assorbe
ogni visione. Ciò che importa è stringere in un pugno ogni
immagine e forma e conservarle in un barattolo di memoria.
73
LA SUMENSA
Vist da chèsta altèsa,
’l fiöm l’è ’na nistula dè cürve e risulì
sentacc zo sö la sabia del deserto.
L’öcc ’l birula sö le muntagne
e la grandesa dè töt
chèl che sümea niènt
tra ’na ròba e l’altra
’l parla del nàser dè la tèra.
Strènze nel pügn de ’na mà
töta la ’ita che vede sota
e dopo la mète dènter
’n scatulì dè avorio.
Du o tre büsilì sura
isé la tèra la respira
e la ma manda saùr liber sensa pagà.
Mète ’l scatulì a l’urecia,
sa fa isé quand sa scolta
’l mar da ’na cunchiglia.
Rimbalsa ’l prinsipe de la ’ita
’l münüt second
dè la sumensa che rüza sota tèra
e apena la pöl la cumpar
con la facia de ’n fil de erba.
7272
SEMINO IL SEME
Un nastro nero di curve e riccioli e anse,
adagiato sulla sabbia luccicante del deserto.
Così vedo il fiume da questa altezza
assorbito dall’orizzonte.
La sfera dell’occhio rotola tiepida
sul profilo delle montagne.
La bellezza del vuoto
rivela la nascita della terra
nella quiete assoluta.
Ancora da qui,
fingo di stringere in un pugno
tutta la vita di sotto e la travaso
in un barattolo d’avorio.
Basta qualche foro sul coperchio,
la terra respira e rilascia
profumi senza destino.
Accosto l’orecchio e mi ritrovo nell’eco.
Gioia pura mi incanta,
finalmente sento il crepitio del seme.
75
7th
BIRTHDAY GIFT
While you are sleeping
I set up everything for your immortality.
Just stay as you are for a bunch of minutes
and once your eyes will be open you will see things
that I can’t even imagine for my coming days.
I am painting the walls with glossy colors,
writing the marvelous words you taught me in big letters,
in a very perfect line, just the way you like.
Your funny monsters are hanging all around,
their widest smile is waiting
for a never growing child.
Just sleep…
My heartfelt feelings are melting in a jelly mould,
welcoming your body’s shape
to deliver it to the ancient Gods.
They drew the immaculate path
toward the never-ending joy,
daily fed by my holy wishes and tiny prayers.
Just tell me “love you, dad” once in a while
and I will multiply it by thousands.
What for you is only an easy gesture,
if addressed to me is thick like a giant tree
and I am holding tight to it.
From now on remember to leave me a candy
every seventh birthday of your endless journey
and I promise I will cry a diamond tear into your pot.
My son, warm blood of my deepest inside,
my pure conscience.
This is the gift I owe you.
Enjoy it.
74
Il padre allestisce il mosaico dell’immortalità per il compleanno
del figlio. Lui dorme nella stanza piena di pupazzi e di parole
scritte dal genitore sulle pareti. Infine prepara un’impronta
del figlio da consegnare al Signore perché lo conservi per sempre.
77
’L ME REGAL PER I TÒ AGN
Fiöl car, sang del me sang, dorma.
Te dorma e me prepare
la tò ’ita sensa fine.
Dorma amó ’n po’ ’ntàt
che pitüre la tò stansa coi culùr pö ciàr
e a lètère grande scrie le parole meravigliuse
che ta mét ’nsegnàt.
I tò peòcc iè ’n fila precìs dei suldacc
i speta de mitìs sö l’atenti, de sta ai tò urdin.
Dismèt mia dè dormer
fiöl car, sang del me sang,
’ntant che scalde i me sentimèncc
ne ’n stamp dè gelatina,
custodise la tò furma
e la mète nè le ma del Signùr.
Ogni dé, le me orasiù le tegnarà nèt
’l sentèr de la tò ’ita.
Te dim:”Ta öre be, papà”. Ogni tant
e me ’l multiplicherò mijér dè olte.
Da ’ncö ricordèt de lasàm zo
’na caramela ogni sèt agn che ta cumpisèt.
’N cambe me pianzarò
’na lacrima de diamant ne la tò scarsela.
Fiöl, cara e apena me,
sang cald del me dènter pö luntà,
cosiènsa de la cosiènsa.
Chèsto l’è ’l regal che gho dè fat.
Serca dè éser cuntent
al dè sura dè ogni cuntentèsa.
7676
REGALO DI COMPLEANNO
Mentre dormi
metto insieme ogni dettaglio
per la tua immortalità.
Rimani immobile ancora qualche minuto,
quando aprirai gli occhi vedrai cose
per me inimmaginabili nei giorni che verranno.
Dipingo le pareti della tua stanza con colori brillanti,
a lettere grandi scrivo le parole meravigliose
che mi hai insegnato
su una linea ordinata come piace a te.
I tuoi mostri amici appesi ovunque
attendono sorridenti il bambino
padrone per sempre dei loro sogni.
Continua a dormire.
Sciolgo i miei sentimenti più profondi.
In uno stampo di gelatina
custodisco l’impronta del tuo corpo
e la consegno nelle mani di Dio.
È il sentiero immacolato disegnato per te
verso la luce.
Lo nutro ogni giorno delle mie piccole preghiere.
Dimmi: “ti voglio bene papà”.
Ogni tanto.
Io lo moltiplicherò per migliaia di volte.
Ogni tuo gesto semplice,
rivolto a me, si trasforma in un albero gigante.
Lo abbraccio stretto.
Da oggi ricordati di lasciarmi
una caramella ogni settimo compleanno
del tuo viaggio senza fine.
In cambio io piangerò una lacrima
di diamante nella tua tasca.
Figlio mio, sangue caldo del mio dentro profondo.
Mia coscienza pura.
Questo è il dono che ti devo.
Sii felice.
79
THE READER’S BOX
There is no room for dust in the reader’s box.
Another skin is laying on the shelves top.
Hundreds of novels are sticking tight one to each other,
no need for a single breath once they have been read.
And there is no season dress within the paper walls,
air is still and warm,
charming flavours underneath the door.
The leather chair drowns in the wooden floor
while million of eyes arise from the pages’ blades,
waiting for the silver hair guest to sit and choose by chance.
His child face goes through the lines’ streams.
The finger like an arrow,
catching the beauty even in the shadow.
78
Una stanza piena di libri, protetta da un legno nobile, viene
scoperta dall’autore. Le pagine si aprono e respirano privilegiate
dalla scelta del padrone di casa. Ha capelli bianchi e volto
di fanciullo quando scopre righe di bellezza.
81
LA SCATULA DEL LÈTUR
Gha sta gne’ la pólver
ne la scatula del lètur.
Mijér dè liber i sümea che i cumande la stansa
e quasi ’n mès gha sta ’na pultruna bleu
la speta apena che lü ’l rüe e
’l sa sènte zò, con ’l dìt puntàt
come la scuria de ‘n domadur de leù.
Sa sènt apena l’udur dè le pagine
e qualch saùr che rüa dè altre stanse.
Ché ’l cumanda lü,
l’òm dai chèèi d’arzènt
da la facia dè gnaro, ’l conos
i posti e i titoi, i nòm e i cugnòm
e adès ’l stüdia dè ‘nterugà ’l liber
’ndo ’na olta l’è stat ’nterugàt.
Pödem, nualtèr òm e fomne
’nterugà i liber?
Pödom se stüdièm, da la matina a la sera
se no som sota tir de le dumande
che rüa da le pagine,
le ta arda bé e le dis te,
bel amico o bela amica,
quate leghe gha sta sota i mari, secondo Verne?
Rispond, se no sta a casa,
sta föra dè la stansa,
föra da la scatula del lètur.
Bociàt! Ripetere!
8080
LA SCATOLA DEL LETTORE
Non c’è spazio per la polvere
nella stanza del lettore.
Un’altra pelle copre il mogano
degli scaffali.
Dormono migliaia di romanzi
sedati dalla cura di uno sguardo
e derubati dell’ultimo respiro.
L’aria è ferma e consapevole,
nessun vestito di stagione
fra le pareti di carta.
Penetrano da sotto la porta
fragranze di stanze complici.
La poltrona blu affonda nel
mosaico del pavimento
e milioni di occhi spuntano
dalle lame delle pagine.
L’ospite dai capelli argento
sceglie un sentiero di parole.
Il volto di fanciullo passa
tra le scie di inchiostro.
Punta il dito come freccia,
cattura la bellezza al di là dell’ombra.
83
I THROW A LINE
In a quiet pool she extends her pale arms
alongside the lane rope,
with apparently no effort, no age to show.
The red cap arises once in a while
and faintly recalls memories
like a fog lamp drives the wonderers.
It took me there, when she untied the apron knot
for a more comfortable hug,
and suddenly we were hanging the fresh linen
to the barren wire.
When she led my hands crossing the laces
down on her knees,
or she pulled me up to the rope ladder,
holding so tight,
soaking up my sour fears in a bite.
Now she emerges from water,
Hope she’ll sense how much I loved her,
my mother.
82
Lei viene osservata dal figlio mentre nuota in una piscina
deserta. La cuffia rossa che emerge dal filo dell’acqua richiama
i ricordi dell’infanzia: il grembiule sciolto per un abbraccio, le
lenzuola distese insieme, i primi nodi ai lacci delle scarpe. La
memoria manifesta la più autentica forma di amore.
85
LA CORDA DÈNTER
Sö e zo, con la lena de ’na siura
sensa tèmp e sensa fadiga
la uga ne la piscina deserta.
Ardela là, con la sò scöfia róssa,
la va sota e la ve sura
e la ma ’ncanta fina al punto
de tiràm vià da chèsto tèmp
e dè purtàm a chèi dé là
quand la liberaa ’l grop del bigaröl
per brasàm sö de pö amó,
e dopo distindièm i lènsöi fresch
söl fil dè n’istat che l’è pö scutada isé tant.
E amó quand che ta ma ’nsegnaèt a desfà
i grop de le scarpe e a fa föra
le pore crüde dei popi.
Adès ta’ ègnèt föra de l’acqua e
pöde dit chèl che öre dit
sensa che il cic e ciac de la piscina
’l ma distürbe töcc du.
’L set o no quant to ülit e ta öle bè?
Cara la me mama, cara la me mama per sèmper.
8484
LA FUNE DENTRO
In una piscina deserta,
senza sforzo e senza età
lei distende le braccia bianche
lungo la corda della corsia.
Sempre riemerge la cuffia rossa,
a flebile intermittenza richiama
ricordi come una lampada nella nebbia
guida i viandanti.
Mi porta laggiù
quando scioglieva il nodo
del grembiule per un abbraccio libero,
e subito stendevamo
le lenzuola fresche
sul filo rovente dell’estate.
Quando piegata sulle sue ginocchia
insegnava alle mie mani
a vincere la trama dei lacci.
O mi teneva stretto sulla scala di corda,
e in un respiro soltanto
prosciugava le mie paure acerbe.
Ora lei esce dall’acqua.
Credo sappia quanto è inalterabile
il mio amore.
Madre mia.
Tecnoedizioni srl
Collana Le nuvole
Tutti i diritti riservati
Progetto grafico
Graziella Novelli
Finito di stampare nel mese di marzo 2015
“È solo questione di scegliere l’immagine giusta
e aspettare l’ispirazione. Il primo passo sulla corda
ben tesa e sotto una rete a misura d’orizzonte”.
www.caiopezzola.com
€ 10,00
INTO ACROBATA
HE FAKE ACROBAT
Caio Pezzola
IL FINTO ACROBATA
THE FAKE ACROBAT
Caio Pezzola
“Caio certe volte è più vecchio e certe volte
più giovane.
(...)
Scrive bene, è armonico, controlla il verso e la realtà
e se procede fuori dalla regola, allora sceglie una
rima per soddisfare la follia di una gioia esplosa
all’improvviso.
La sua poesia è buona, non buonista, parla con i morti,
viaggia in stanze e città vuote, comprende l’attesa, vola
in alto e piomba senza paracadute verso il sedile di un
calcinculo che non lascerà mai.”
dalla prefazione di Tonino Zana

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  • 1. IL FINTO ACROBATA THE FAKE ACROBAT Caio Pezzola
  • 3. 5 stata un’altra poesia. Si è operato a cuore aperto, preso il cuore di Caio in inglese e portato sul corpo italiano. Non trapianto, lo stesso cuore con un’altra lingua, la propria lingua. Il carattere sentimentale di Caio è uscito in pieno, coi suoi valori così intrisi di tradizione e così proiettati nel labirinto di un futuro che gli appartiene, di sogno e di dubbio, di canto per i propri cari e timore di perderli, di una prorompente curiosità per i sensi della terra in ogni sua forma. Caio Pezzola certe volte è più vecchio e certe volte più giovane. Quando pensa al passato prende un bel po’ di anni e se scruta l’orizzonte allora si fa ragazzo, di più, bambino. Scrive bene, è armonico, controlla il verso e la realtà e se procede fuori dalla regola, allora sceglie una rima per soddisfare la follia di una gioia esplosa all’improvviso. La sua poesia è buona, non buonista, parla con i morti, viaggia in stanze e città vuote, comprende l’attesa, vola in alto e piomba senza paracadute verso il sedile di un calcinculo che non lascerà mai. Infine, il dialetto. Ci siamo impietriti e divertiti a perdere venti poesie in un zac, per l’errore di battitura sul mio computer scassato e in un giorno e mezzo le abbiamo riprese, una per una, come le pecore che scappano dalla stalla. Ma non erano più le stesse. Siamo stati derubati di “venti-pecore poesie” e abbiamo rubato ad altri, chissà a chi, altre “venti pecore-poesie”. Giampaolo Bono ci ha sistemato gli accenti ed è testimone della sparizione delle prime venti poesie avvenuta nella sua casa gentile. Ora siamo qui e questa esperienza di mezzo anno ci ha regalato un’amicizia di cui sentiamo la bellezza appena incrociamo la nostra voce e scherziamo con sguardi, ricordi e illusioni orceane. Amici lettori, abbiate pietà. Tonino Zana 4 PREFAZIONE Tutto comincia con quella telefonata nel tardo autunno scorso, in un pomeriggio corto. “Sono Caio Pezzola, vorrei chiederti un aiuto, un consiglio…Ho scritto delle poesie che già vivono a colori sul Web”. Un’altra trappola, mi sono detto. Ascolto due poeti alla settimana ed io stesso sono convinto di essere Dante. Conosco la malattia. Caio precisa che sono poesie in inglese ed io mi sento libero: “Bravo, complimenti. Però di inglese io non so niente, conosco l’inglese di Celentano, ecco….”. Lui mi insegue come sa fare, appoggia le parole, prende una pausa, quindi accelera, poi rallenta. Fa così Caio, e in mezzo ci mette una battuta. Ora Caio affonda: “No, ti chiedevo un consiglio per tradurle in dialetto. Mia mamma mi ha detto che sono matto. Semmai prima in italiano…”. Concordo con Franca: “Ha ragione tua mamma, prima in italiano e se proprio proprio, alla fine, ti suicidi col dialetto. Comunque vediamoci…”. Due tre volte la settimana, due ore per volta, a casa mia, abbiamo lottato parola dopo parola, confrontando storie, sentimenti, vicende, abbiamo riso, sorriso, ci siamo commossi. Ogni tanto sequestravamo un amico, lo sottoponevamo all’ascolto e quello, povero Cristo, ha sempre detto sotto la tortura del proprio pudore, che si trattava di opera geniale. Per forza. Dal primo incontro abbiamo estratto le nostre parole, anzi la nostra anima in sillabe, vocali e consonanti. Caio si è sottoposto alla prova della verità: se fosse riuscito ad essere sempre sincero con se stesso sarebbe arrivato alla fine, cioè nudo alla meta, poichè pensare, scrivere, pubblicare e presentare un libro di poesie è assumersi l’irresponsabilità di parlare ad alta voce, di aprirsi e privarsi di freni inibitori. Anche da qui deriva una parte di titolo, l’acrobazia. L’inizio degli inizi si ispira ad una fotografia presa in prestito dal Web. Dall’inglese all’italiano non è stata una traduzione e non è
  • 4. 7 DIVING JOURNEY I am a life biter and, when I breathe, air goldbricks fill my body till the very last edge, matching so perfectly within a shining puzzle. No difference at all between carrying my feet ahead, both on the warm land or placid water, straight up towards the ceiling or pretending to be an acrobat with a fake glance to the thinnest cord. Without any gravity touch, no more falling, neither fear so far. Only sea sand sprinkle brushes from my hand. But I think I’ll disappear for a while. Making sure somebody will keep an eye. Swimming below the surface brings the human souls closer and softer, and I enjoy collecting them with my narrow fish net. And when I am back I kindly allow the time passing by to paint my skin in multicolored layers, feeling so glad that even my own shadow doesn’t find a comfortable spot to linger while I shape figures with my fingers. 6 La poesia manifesta una conversazione dell’autore con se stesso. Si impone l’idea di un coraggio ad affrontare ogni circostanza del viaggio, la traccia omerica della vita come avventura e la negazione di ogni ambiguità: ”E all’ombra negherò ogni passo”.
  • 5. 9 SOTA LA PÈL Me so me e ule ‘n aria quand che gha n’o òjia. Me so me, ma a töcc gha öle be. Me so me e camine tra i nigoi ma prima compre l’anima de l’acrobata, müsüre la corda, la pröe, la sènte, so pront. L’è fada. Dopo cumince a pensà de ulà vià, de ‘ndà de luntà per faf sènter la me mancansa. Se me gho ojia de vualter alura a vualter va egnarà ojia dè me. Staròm tacacc sö le stèse ojie, fermaróm i pas del tèmp. Me so me e ligarò le ombre. Chèle sé, prime fiöle de la mort, prime trapule che porta a sta vià. 88 SOTTOPELLE Io sono colui che divora la vita e respira l’oro a colmare ogni piega del mio giovane corpo. Muovo i miei passi senza differenza sulla terra tiepida o sull’acqua placida, compro l’anima dell’acrobata e più sottile tendo la corda. Ho tradotto e vinto della gravità ogni trama, Nessuna paura si sente, né della caduta la lama. Solo righe di sabbia sulla mano. Forse per un po’ sparirò nella pelle del mare e curerò che ascoltiate il rumore del mio mancare. Qui più docili le vostre anime incontro e nella rete le catturo a branchi a saziar la mia sete. Al mio ritorno permetterò al tempo di starmi addosso. E all’ombra negherò ogni passo.
  • 6. 11 THE STARRED TRAIN That fresh varnished star was the first thing I noticed in the grey-packed fog. What a surprise such a early pick up, in the very middle of my life walk, with no ring bell or ticket to ride, but I guess a decent story to tell aside. Track n. 4, just a light and pleasant queue of quiet people I never knew. Whispering their names to the door man, he moves up and down his head without even hearing them. They won’t tell me where the train takes but far the sign says. And in three steps I am up the iron stairs holding to lazy passengers looking nowhere. Everybody is hanging on to each other’s glance, half a smile is enough to become good friends. Looks like it’s time to leave, the steam swallows my beloved on the bench while I am still sending kisses by hand. Back soon anyway, start counting the days. 10 I versi si radunano nell’attesa del treno. Arriva nell’ora che sorprende. Si sale nello scompartimento. Si parte, si saluta, ci si promette il ritorno. Il viaggio è cominciato da tempo, ora si contano i giorni e si riassumono le vicende. Serve la memoria onesta di quanto è accaduto.
  • 7. 13 ‘L TRENO Tuut, tuut tuut, tuuuuut. ‘L rüa, precìs come ‘l nàser e ‘l mörèr, ‘n urelòi svìser. Binario numero 4: la zènt la rüza mia, urdinada sensa che gha saes bisògn dei urdin del cuntrulur. Giü a la olta i salta sö ‘l treno che gha ‘na stèla rossa sö la front come ‘na cometa dè pace mia come ‘l sègn de ‘na rivolusiù. L’è come gha saes scundit söl treno ‘n pupì che porta töcc a la capana. Ma prima gh’è ‘n viàs long, mèi sentàs zo, salüdà come si deve, mandà ‘n bazì. Forse argü i fa ‘l sègn dè la crus prima de finì ‘n mès al vapur de nebia. Ghif dè iga pasiensa e sperà, anche se la speransa, tante olte, l’è sul la mader dei speransì. Turne prèst, cumincì a cöntà i dé che manca. Sti sereni, sti onèscc. 121212 QUALE TRENO Con la stella gloriosa sulla fronte il treno sfonda la nebbia e ne svuota la forma. Senza ora e suono di campana inatteso mi sorprende nel mezzo di una vita già accesa. Binario N. 4, solo una fila gentile si anima dinanzi al controllore e ognuno sussurra il proprio nome. Annuisce e pare non sentirli. Nessuno dice dell’ultima stazione ma un segnale porta lontano. Tre scale, tre passi di ferro e già sto fra corpi pigri e sguardi persi. Sembra sia tempo di partire, il vapore ad ingoiare i volti dei miei amati che a braccia ritte salutano dalla banchina ed io a soffiare baci dalla mano. Torno presto, che piano dei giorni cominci la conta.
  • 8. 15 WET WATER A massive mirror is cutting the city in two, widening perspective to never-ending edges for the ones who live in the good half, shading the view with a dull coating for the others. Neither half sees beyond the glass plate, take a wild guess who smile and who moan each day. But it’s been raining for ages from the same sky and there is a warm sea flow underneath the stone pavement of the moist town. No one pays attention to the waves rattle but silver fishes are sliding unnoticed between people’s hurried feet. And how many abandoned luggage are standing in towers along the sidewalk, multiple sizes and colors but no stories inside, filled with air, no secrets to hide. A white dot among thousands of squared umbrellas, a middle-aged man, his face towards the clouds and mouth wide open swallowing the rain stream, just like the sweetest medicine healing his entire body skin. 14 L’autore impone una parete di cristallo a dividere una delle sue città. Sotto passa un fiume, la gente cammina tra i pesci, un’aria di abbandono si insinua tra ombrelli salvifici. Un uomo di mezza età spalanca la bocca e ingoia “catene di pioggia”, medicina per rinascere.
  • 9. 17 MÜR DE AQUA Che cità ela chesta ché, taiada a metà da ‘n mür de cristal con ‘na part dè zènt dè ché e ‘na part de là, coi pès che salta föra de sota tèra e le umbrèle de la zènt le sta ferme come le boche de le persune, le sa bagna, le fa sito, le ‘èt niènt dè chèl che nas là ’n font. Umbrèle depertöt, sèmper acqua muntagne de valìs lasade öde e abundanade piene de aria e sensa storia. Da ’ndo ’egnaral chèl siòr là, mès strabangol con la boca dièrta vèrs ‘l ciel? ’L ve da la cuntrada benedida ’ndo sa pensa e sa crèt che mangià l’aqua che ve zo da là ‘n aria ’l sàes come ciapà la midisina per guarì la ’ita. 1616 MURO DI PIOGGIA In una delle mie città la parete alta di cristallo divide i passi della gente, per metà allarga gli orizzonti e per l’altra li restringe. La vista oltre è negata. Coglie l’immaginazione l’istante dell’altro, chi soffre e chi gode. Piove da millenni dallo stesso cielo e sotto le piazze del passeggio scorre il fiume caldo. Pesci d’argento scivolano fra i ciotoli a schivare piedi frettolosi e si ignora il rantolio dell’onda. Torri di valigie abbandonate, solo di aria piene negate anche di una sola storia. Nella selva di ombrelli un punto bianco, uomo di mezza età con il volto rivolto alle nuvole spalanca la bocca e ingoia catene di pioggia. Come la più dolce medicina a guarire il grande corpo della vita.
  • 10. 19 MELTING LOVE Enter again the sweet forest, enter with naked feet and sink them into purple soaked leaves. Here is the feast we’ve been promised, here is the warm nest that wraps around us like a nourishment bag. Leave out the poor scent, it’s time to flaunt the queen’s dress. Let your hands blend with my flesh and pull out the pearls your love grew inside me, nicely matured for the joyful harvest. Just spread them in circles shaping our dance floor edge, a jeweled frame blessed by the shy shadows. Embracing the enchanted dark, you are the one I would choose, barely caressing the magic around you. And the show can begin, I have built a bridge across the ancient trees and placed signs all around. Your beloved souls will find the way to come, animals and birds will assist to the never-dying kiss. 18 L’autore sceglie i sentieri del bosco per condurre la sua compagna a cogliere il più grande e impegnativo spettacolo della vita, l’amore. Descrive ogni passaggio e la porta fino al ponte da cui transiteranno tutte le persone a cui insieme sono legati da profondi affetti.
  • 11. 21 LA PRIMA DE L’AMUR Igha mia pora, me ta öle be, stam vizì, igha mia pora, apena pö aianti, pasàt chèsto paciüc bu sa dèrv ‘n teré gròs e tènèr come i bras dè me mama quand la ma strinzia sö e me sintìe che ‘n dé sarès rüàcc i bazì e le carésse de na fomna nöa ‘istida dè regina. Me ta öle be de‘n bé partìt dai mé e adès nöf e rinforsàt. Strenzèm sö, strenzèm sö fino a sufegàm. Nel ciar del dé e nel fosc de chèsta nòt me vède la tò belèsa pö bèla dè ogni stèla. Gho fat ‘n pont, sura gha pasarà chi t’à sèmper vülìt be. Adès, dianti al ciel, a le piante e al vènt dè la stagiù postom ji àer, per sèmper, ‘n sègn per me dè remisiù a te e per te dè remisiù a me. 2020 LA PRIMA DELL’AMORE Non aver paura, tra la fitta coltre degli aceri, entra a piedi nudi e affonda nelle foglie cadute bagnate di porpora. Più avanti è la radura della festa promessa, nido tepido come ventre di madre. Lascia il profumo delle ore comuni, è il tempo della veste regale. Penetra le tue mani nella mia carne, trova le perle coltivate dal tuo amore e spargile a dar forma al cerchio della nostra danza. Abbracciando l’incanto del buio tu sei la sola che sceglierei. Tra gli alberi antichi ho costruito un ponte, e ho segnato il sentiero per i tuoi cari. Il creato del bosco tutto intorno amerà il nostro bacio senza fine. Che lo spettacolo abbia inizio.
  • 12. 23 WAITING FOR MR. BASILEWSKY Deep in the downtown night veins, I was about to start flirting with the mannequins, sending warm kisses through the heavy glass of the store window. All of them were staring at me, having no other target at all in the dark abandoned street. Polite smiles and far ages gestures, wondering if the plastic bodies agreed with the make up color framing their blind eyes in shiny textures. What a weird sensation and magic at the same time, the emptiness of this noble city is sucking out my thoughts in a bite. But the glass answered with a welcomed reflection, Mr. Basilewsky finally lifted his hat greeting me from the back. 22 È sera, l’autore si trova in una città deserta. Aspetta un amico e inganna l’attesa osservando una vetrina di manichini. Nasce un’immaginaria relazione con queste sagome di plastica. Fino a quando il vuoto intorno a lui viene riempito dall’arrivo di mr. Basilewsky.
  • 13. 25 SPÈTE EL SIÒR BASILEWSKY Che sera scüra, gh’è ‘n giro gne’ ‘n ca, che tristesa truàs dèntèr ‘na cità furestera a spetà chi mai no ‘e, te dè per te dianti a ‘na vidrina dè manichini. Se ghoi dè fa: o ma sa sènte zò ‘n tèra e ma mète a pianzèr o cumincie a ragiunà da mat con chèste persune de plastica. A ‘n bel momènt ma sümea che ‘n manichino ‘l ride, che giü ‘l pianze e ‘l tèrs, là didrè, ‘l ma schisè l’öcc. No, isé ‘ndom pròpe mia be, cumince a spertegà. Pègio amó, la cità adès la fa’ ‘l dè pö e quasi la ma spaènta nel fa parlà töt ‘l sò ‘öt. Ma gràsie al ciel, a la fì, ‘l rüa ‘l ma cumpàr nel riflès dè la idrina, ‘l lea ‘l capèl e ‘l ma salüda. E me ‘l salüde cuntènt: buonasera siòr Basilewsky. 2424 ASPETTANDO MR. BASILEWSKY Giù, dentro alle vene della notte nera, la città è afona nel suo profondo mezzo. Vivono i manichini oltre i cristalli e i miei baci fondono piccoli varchi a inumidire le tempie spente. Entro nei fasci dei loro sguardi solo a me rivolti e sorrido all’orfanità di una via deserta. Dalle vetrine gesti e smorfie d’altri tempi. E io a domandarmi se queste essenze di plastica gradiscono o si ingannano del trucco greve a incorniciare i loro occhi ciechi. Magico e bizzarro il vuoto di questa nobile città: già prosciuga l’ultima trincea dei miei pensieri. Ma dal vetro la risposta dell’atteso riflesso, finalmente solleva il cappello e alle mie spalle saluta. Buonasera, Mr. Basilewsky.
  • 14. 27 THE ROUND EDGE We all went through the flames. Shaping the annoying feelings in tiny statues in a perpetual and steady row. Tearing off the oily wall paper to make a crunchy ball and finally listening to the whispering naked wall. We all went through the dust. Adjusting our hair with a stroke, blowing ahead to set the path free from death, while the soul’s sponge is getting heavily grey and shyly imploring the body to stay. We all went through the woods. Being arms and legs of the crowded nature doom, being guests. Eyes seeking beyond, while feet are kissing the roots. We all went through the sun. Pouring bitterness drops into a golden vessel till the evaporation makes its course in a peaceful silence. Buckets of air fill the lungs and life cells are celebrating within a prosperous flaw. We all get to the light. 26 La poesia ragiona intorno ai duelli della persona con la vita, le fiamme, i veleni, l’ipocrisia dell’unto, la fine nella polvere. Ma, infine, vince il patto con lo spirito, il desiderio del bosco, vigilia di un sopraggiungere della luce.
  • 15. 29 PRIMA DE ULÀ Ogni persuna la te ‘na storia dè resistensa a le fiame e ai veleni dè mür purificacc da l’ont e dè la ‘ergogna, dè polver batide pronte a sufegàt e giü dopo l’altèr som pasacc de lé con ‘l cör mia con l’anima perché lé la resta e gha piàns ‘l cör de perder chèl möcc de carne e de öciade che gha schisa l’öcc, ogni dé, e fa la pace. A la fì töcc i gha saltàt söl co del sul, prima i gha consegnàt lacrime amare nel cadì dei pàder. Stì sücür, töcc, pròpe töcc ‘egnarom föra da ‘l scür, rüaróm a truà la tera de la luce. 2828 PRIMA DEL VOLO Tutti siamo passati oltre le fiamme. Abbiamo forgiato i nostri veleni in una fila perpetua di piccole statue. Strappata dalle pareti la carta unta finalmente riascoltiamo del muro nudo i sussurri. Tutti siamo passati oltre la polvere scuotendo i capelli con colpi di spazzola, liberato il sentiero dalla morte con possenti colpi di fiato, mentre l’anima implora al corpo di restare. Tutti siamo passati oltre il bosco, braccia e gambe intrecciate e fuse nella carne della natura. Gli occhi cercano lontano, ma i piedi cedono alle radici. Tutti siamo passati oltre il sole. Versato gocce amare nel vaso dorato dei Padri, fino ad asciugarsi in un silenzio di pace. Bocche d’aria rinfrescano labirinti di nervi e pensieri confusi. Tutti giungiamo alla luce.
  • 16. 31 MY NIGHT BOAT And, to our bitter grief, with a smile and in silence, he died. A gallant gentleman my dad. A never ending source of light-full white from his deep mediterranean eyes. His silky hair had been waving my last decades’ dreams where I barely kept my boat straight, descending his long nose from the forehead plain. This is the way I still deliver my caresses to him, leaving foam wakes behind my row pass, just all around his giant body, like the smoother spider net, embracing him in my forsaken sleep. Night rattles in day, I am awake. Standing still I never think of him because he thinks for me. Never talk about him, because my voice is his. 30 L’uomo-poeta ci dona il dialogo permanente e notturno con il padre. Lo ricorda in tratti di alta etica filiale, “un gentiluomo mio padre” e lo porta con sé fino all’alba. Infine rivela il segreto dell’alta protezione: lui pensa e parla per me.
  • 17. 33 LA BARCA DE LA ME ‘ITA Coi öcc bu e silensiùs l’è ‘ndàt a sta vià. ‘N galantòm, me pàder. Sèmper con me, con nuàlter, del dé e dè nòt. Èco, dè nòt ma so sèmper ‘nsömiàt de tucàt apena apena, de biöscà ‘nturen a la tò carne, caressà i chèèi dè seda, vègner zo dre dè ‘l tò nas, da la front e scuprì sèmper che ta sé ‘n gigante. Quand che rüa matina, ‘l prim ciarur ‘l ròba l’ombra de la stansa. Scolte ‘l me disedàs, precis a la tò nöa aparisiù. Del dé me pense mia a lü, perché lü ‘l pensa per me. Parle mia de lü Perché la me us l’è la sò. 3232 LA MIA BARCA NOTTURNA Con un sorriso e in silenzio morì. Un gentiluomo, mio padre. Una risorsa sconfinata di luce piena e bianca dai suoi occhi mediterranei. Per molti anni i miei sogni hanno navigato sulle onde dei suoi capelli di seta dove a stento conduco diritta la mia barca, e scivolo lungo il suo naso dalla fronte piana movendo. E questo è ancora il modo con cui a lui consegno le mie carezze, lasciando solchi di schiuma al passaggio dei remi. Tutto intorno al suo corpo di gigante, come tela di ragno ad abbracciarlo nel mio sonno finalmente libero. La notte rotola nell’alba, ascolto il risveglio. Di giorno non penso mai a lui, perché lui pensa per me. Non parlo mai di lui, perché la mia voce è la sua.
  • 18. 35 NO ROOF SHELTER Air never feels so comfortable like inside an abandoned house. Dust reveals its own devoted nature laying unnoticed on dumb wreckage, even on its shadows. Seasons flow in a spiritual silence while half bricks walls hold up each other in a mutual wheeze, delighted in their endless crumpling. No one pays a visit handing over a posy, the waiting lady is now a scented ghost. Her dry lips only yearn for rain drops from the sky with no roof above her head. Ocher leaves shaping the undying carpet underneath her feet. Because a sumptuous abode is soulless besides a tumbledown mansion. 34 La poesia scopre il mistero di una casa abbandonata, senza tetto. Lì dentro si ascolta una ”conversazione muta” tra il tempo e lo spazio. Vince la presenza di un fantasma: è una donna conservata nei migliori profumi che governa un’attesa senza fine.
  • 19. 37 SENSA TÈT ’Na casa abandunada l’è mìa come ’n cine a l’aperto ’ndo cumanda us e spetadur, anche se l’aria la gha bala dènter a la granda, la polver la crès ogni mezura e le stagiù le fa sito a scultà ’l final dè la stória. Ciòca nüssü a la porta nüssü porta ‘n fiur, la siura, dènter, l’è ogni dé pö straolta. La serca de dagha vià a la sét de truà argü, la boca screpulada da l’ardur con qualch gossa da ’n ciel sensa sügo e sensa culur. Le fòie le sa ’mmöcia ai sò pè. Sa gira a la larga. Le anime le cata föra ‘na casa ‘n ruina pötòst de ’n palas gròs e pié dè morcc. 3636 SENZA RIPARO Non c’è miglior posto di una casa abbandonata per l’aria che vi dimora. La polvere rivela la sua natura devota quando giace ignorata sui relitti muti, e infine sulle loro ombre. Scorrono le stagioni avide di silenzio. Muri dimezzati si tengono l’uno nell’altro deliziati dello sgretolarsi senza fine. Nessuno oltrepassa la soglia con un cesto di fiori, e la signora in attesa ora è un fantasma di profumo. Nella casa senza riparo, le sue labbra secche bramano gocce di pioggia da un cielo affondato. Ai suoi piedi tappeti di foglie. L’anima sceglie una casa in rovina, non una dimora sontuosa.
  • 20. 39 THE GRAVE CAROUSEL A perfect line of elegant people is going through the cemetery gate. It is their beloved ones’ day to celebrate. Every single flower brings colored shadows on the grey and white gravel that gently shapes itself under the guests’ heavy steps. The massive marble walls passively design the labyrinth of sleeping death and the wet dew is polishing the oval picture frames with a photoshop lifting effect. But I can see more than that now, more than anybody else. I see the passed away as well. What a tackle to the grieve floating in tiny clouds right above the alive ladies and the gents’ caps: a polite party is going on in the same place, on the very same gravel, but without moving a single stone. Parents’ and friends’ souls dressed according to the epochs they belong to, smiling to each other while caressing or slapping the living silhouettes, sneering at them in a perpetual carousel. Sooner or later they will join the party, leaving the grieve cloud on earth. 3838 Nel Giorno dei Morti la visionarietà del poeta coglie ombre invisibili. Il camposanto si anima di morti rinati. Scherzano con i vivi, danzano, si vestono come in vita. E’ la loro festa. “Nessun posto è negato sulla giostra perpetua”.
  • 21. 41 LA GIOSTRA DE LE OMBRE Te ta sé giü de chèi poch bù dè éder i morcc a ciapà a s-ciafe i vif nel dé dè la festa, ai prim de noèmber, al camposanto, ‘n més e mès prima de Nedal. Lur i ve föra de la tèra e nuàlter rüèm de la piàsa. E ma par, adirütüra, che a la sera, metà dè nuàlter i dorme al camposanto e metà dè lur i turne sota i portèch. Lè ‘n anticipo de la röda che gira, mèi purtàs aianti col pènser e fas mia truà ‘n mès a la nebbia de noèmber, sul, dè per sò cönt. Adès a metà del dé, anse, ‘n po’ pö aianti, vèrs le dò e meza là ‘n font, vizì a la capela dei arsiprecc, girèm sö la giostra, ognü al sò pòst, chi pö aianti, chi pö ‘ndrè, chi strimìt ‘n prinsipe e chi pacific vèrs la fì. Gh’è pòst per töcc, nüssü resta föra. Sa paga gne’ ‘l biglièt. 40 LA GIOSTRA DELLE OMBRE Il popolo di Novembre oggi migra al cimitero e alla pietra si piega ordinato e leggero. Si celebra la festa dei loro amati. I passi dei vivi si fondono con le ombre che i fiori cedono al selciato e le orme vi lasciano il segno del loro passato. La casa dei morti è labirinto di marmo, affollato di volti che la rugiada risveglia a diventare sguardi. Uno fra tanti vede ciò che nessuno può, vede le anime con forma e colore che aleggiano prive di tracce danzando nell’invisibile candore. Gli spiriti gioiosi della festa vagano vestiti dei loro giorni, si lanciano sguardi di intesa mentre carezzano e schiaffeggiano i vivi senza alcuna offesa. Nel tempo che viene nessun posto è negato sulla giostra perpetua.
  • 22. 43 THE RED HAIR GIRL She has plenty of time to enjoy life. Doesn’t realize that she’ll never die. No chances for the delivery boy to find her at home, he just throws over the daily lovers bunches of flowers all around the backyard, a blossoming blanket that she pulls back inside once in a while. Without even reading the mushy notes, it’s hundreds years she knows. Because if you just fall for a very moment into her gaze you’ll find yourself dazed, cannot weed out her heavenly grace from any whatsoever mirror of your mind. Cannot afford to keep this lie alive. And when you finally forget her, another fellow brings her back to life through his fairy tale drowned into enchanted eyes. And she never sleeps and doesn’t ask why, the night’s stillness is feeding her with a no-sound lullaby. 42 La poesia è dominata da una ragazza dai capelli rossi che vive una dimensione di surreale e arrogante immortalità. I giovani la inondano di fiori, lei macina secoli di noia. Nessun innamorato si illuda. Lei si alimenta “con una ninna nanna muta e senza suono”.
  • 23. 45 LA ROSSA DE CHÈÈI La s-cèta rossa dè chèèi la pensa de mörer mai la arda n’facia nüssü, se iè bröcc o se iè bèi, la infilsa sö sentomila ‘nnamuracc con töcc i sò fardèi. ‘L gnaro che fa ‘l mèster de pogià le röse nel giardì dè la rossa dè chèèi ‘l’à mai vista e ‘l pensa che la gha saès per via del fato che i fiur i sparìs dal giardì e dopo ‘n bèl pó de tèmp, ‘l tapé verd ‘l resta nèt come ‘n pom de nasà ‘l müs de ‘n bèl s-cèt. Te bèla, da ‘ndo ègnela töta chèsta baldansa, chi crèdet de esser, som töcc precis a stè mond. Gha öl rispèt per chi völ be gha öl pasiensa, nüssü dumanda riverensa ma rispèt sé, se no finìs el bè ve aianti ‘l mal e l’è pègio per töcc, po a per te, sbèséta e sensa saùr. Te, malmustusa, cata sö le röse, spèta mia che le marsise. Bröt sègn lasà mörer ‘n fiur. Ma sümea de idila nel lèt, ensiminida de la sò òjia de fa niènt: la gira ‘l galù, la maja la nòt e la sa prepara a bötá föra ‘n fiàt amar, apena spunta ‘l prim ciàr. Ta farét na bröta fine, rossa dè chèèi, anche se ta möraret mai. 44 LA RAGAZZA DAI CAPELLI ROSSI Lei è il tempo di tutte le vite e ignora questa sua deità, non sa che mai morirà. Il ragazzo delle consegne non la troverà a casa, si arrenderà ad abbandonare oltre la siepe mazzi di fiori, oggi e domani, di chi la vorrebbe amare, da chi solo l’aria che lei respira può baciare. La ragazza dai capelli rossi di tanto in tanto concede lo sguardo al cortile e si libera della coperta fiorita, del suo peso acre e sottile. Secoli di noia hanno cancellato l’ultimo stupore e giacciono senza la sua stima contrade di giovani a corteggiarla in rima. Guai a chi mantiene illusioni accese! Nelle parole di un altro tornerà soltanto. Lei non dorme mai e non si chiede perché, l’immobilità della notte avida la nutre con una ninna nanna muta e senza suono.
  • 24. 47 OVERFLY They say you are a fruitful mind if you often dream about falling into empty, bottomless space. Every single night I actually picture it in the deep of my pillow blossom. Getting used to losing any substance you can barely touch and hang in mid-air for a while, a fearless vertical slide. Time goes along at an unfamiliar rhythm and blank eyes are fighting to lead the wish between getting squashed to the ground or enjoying a never-ending descent with no sound. Just like flying without wings, smiling with no teeth to show, a wizard playing magic with no audience applause. 46 Eroico, cioè “con mente vivida”, secondo l’autore, è colui che sogna di lasciarsi andare nel vuoto e preferire, durante la caduta, il godimento della discesa. Lui sceglie di “volare senz’ali”, di unire la potenza del sogno con l’altrettanta potenza della realtà. Di sognare vivendo.
  • 25. 49 SPROFONDE Ma so ’nsömiàt tate olte de piombà zo nel vöt e chi cüra la siensa del sèrvel i m’à garantit che chèsto l’è ‘n bu sègn, l’è mèi dè saltà ‘n fòss, de bater la feèr. Töte le nòcc ma sa prepare apena che mète la sguanza söl cusí. Oéla, adès sto col co ’n sö e col co ’n zo con le bale per aria m’è pasàt töte le pore so dientàt ’n leù, ’n leù che ula, vede niènt ma so ’ndo ’ndo, come che l’òrp che vèt con la cunvinsiù de ’idiga. L’òrp che vèt per sentiment. Piombe zo vèrs la tèra e gode Capise mia chèl che ma sücét. Gode a la maniera de giü che ula sensa le ale, che ’l rit sensa dèncc che ’l cumbina sö dei striamènc sensa esser ’stria gne’ mago. Gode. E so che nüssü ma ciocarà le ma. 4848 SOGNO VERTICALE Dicono abbia una mente vivida chi spesso sogna di cadere nel vuoto. Ogni notte preparo il volo e consegno la testa alla guancia del mio cuscino. Subito confido nella gravità perduta, per poco mi sospendo nella torre d’aria, scivolo verticale senza paura. Il tempo con le spalle alle pareti ribalta regole e segni. Gli occhi senza vista come profezia del cieco annunciano la scelta: schiantarsi a terra o godere della discesa senza fine e suono. Vi chiedo di credermi, è volare senz’ali, sorridere senza denti da mostrare, la miglior magia di un mago senza l’applauso del pubblico.
  • 26. 51 ONE MORE RIDE It was a heavy push from the back and the young boy found himself fluttering meters ahead. Kicking the air in a joyful wobble makes him lighter, keeps him afloat much easier than a swim in the water, to a sun burn much closer. Trying to yell any bizarre sound to shape the excitement far from the ground. The red trousers and the white shirt are melting together drawing a perfect pink circle, gracefully dancing and paying court to the sleepy moon, in the bracing sunday afternoon. Pupils and parents enjoy their ride and then smoothly slide to the amusement beside. The young boy still up there, grabbing the seat ropes just like the rains of a glorious horse. How much I yearned for such an endless merriment, now it’s on my side. Can I get one more ride? 50 Gioca sulla giostra, volteggia in alto, impugna l’aria, si sente vicino al sole. Non teme la vertigine, anzi riconosce come suoi il cielo e la luna. In alto, il fanciullo-poeta scopre forze sconosciute. Ora tutti scelgono un’altra giostra. Lui no.
  • 27. 53 CALCINCULO, ‘N ALTER GIR Gh’è apena ’n zöch ’ndo ta pödèt ciapà a pesade l’aria e strepà i chèèi a chi ta sta dianti. Lè ’l zöch del calcinculo. Gh’è apena ’n zöch che ta fa strisà ’l cürisì dè gioia ’l ta porta vizì al sul ’l gha fa ciapà la ciuca e ’l trasfurma i culur dè la maìna e dè la camisèta. ’L dopo disnàt, ’l padrù del calcinculo ’l la fa girà isé ’n frèssa de tucà chèl scart de lüna cumparida prima dè la nòt. Adès quasi töcc i cambia giostra, i sa stöfacc o i gha pora? Me no. Me strènze le cadene del sedil e ma par de stà söl caal pö bèl. Mai stàt isé bé. Gho amó ’na palanca giösta fo n’àlter gir. 5252 UN ALTRO GIRO Fu una grande spinta e il ragazzo si trovò a fluttuare qualche metro avanti. Scalciò l’aria, ciondolò gioioso, così leggero e più vicino al sole. Lontano dal suolo ora riconosce la sua gioia con grida e grida di paura buona. Il giro rutilante inebria il rosso dei pantaloni e il bianco della maglietta. Tutto si fonde in un cerchio rosa, danza e corteggia la luna dormiente nel meriggio di festa. Ora piccoli e grandi scivolano sulla giostra accanto. Solo il ragazzo è ancora lassù, stringe le catene come redini di un cavallo glorioso. Non so quanto ho desiderato un momento così bello. Un altro giro?
  • 28. 55 UNDER THE MOON Let me grab that shy moon shadow before I miss the breeze of it over her velvet skin. What a perfect nightfall to speak up the purest love. Then we found each other walking without weight along the darker side of the hill, as in a lifelong journey. Laid down on my back I feel the earth measuring my body’s mould with the smoothest pencil. But the grey line is merely ignoring that there are two of us. It draws one single egg shaped outline, declaring to heaven our endless bound. 54 La poesia riassume il romanzo di un amore sotto la luna. La notte si allea con la purezza di un patto inesauribile. I due corpi vengono protetti dalla geometria della terra che disegna una linea di tutela intorno. “Si sente soltanto il mistero divino del nostro unirsi senza fine”.
  • 29. 57 SOTA LA LÜNA Come pöde robà l’ombra de la lüna prima che la sparise da la tò pèl dè ülüt. L’è öna dè chèle nòcc che rüa ogni dès agn, nèta e de’n tepur truàt tant tèmp fa ne la cesa de la prima cuminiù. Ciapóm la culina a la larga, con calma ’l senter l’è long, la ’ita l’è longa. Ogni tat posóm, bötacc zo con la tèra a disegnà la furma dei nòscc corp. Ridièntèm amó chèl öf ’ndo sérem prima de nàser, a sta ’nsèma e a posà sö la culina ta va ’ndre ji agn, ta sa ritroèt pupina. Te ta sét lé e ta ghét dènter dè te ’l mistero de la ’ita, nàser, crèser, turnà ’ndrè se apena décidem de ülis be con la cosiènsa de saì, sèmper, che som picinì, sènsa de lur: l’amur e ’l Signur. 5656 SOTTO LA LUNA Vorrei prendere la timida ombra della luna prima che si dilegui dalla tua carne di velluto. Che notte perfetta per gridare l’amore puro. Camminiamo senza peso sul lato scuro della collina. Un viaggio lungo una vita. Disteso con gli occhi al cielo percepisco il disegno intorno al mio corpo. Con la matita più sottile la terra traccia il perimetro e chiude le nostre forme nella curva di un uovo. Si sente soltanto il mistero divino del nostro unirsi senza fine.
  • 30. 59 SOULS PORT I am trying to deliver one tiny promise to every single glance I meet. That is the beloved task for me, walking with nimbleness through the hundreds of heavy heads hanging on the airport gates’ numbers. It has never been so smooth going along the imaginary rails that drive me liquidly towards the assigned destination. Let me just seize the memory of a charming face, of a purple trolley and its noisy squeaking, of a kiss release, of a golden hair wave. Wondering if my vivid thoughts could leave tangible signs on everyone’s shoulders, just like precious paper cuttings in a luxurious carnival party. I am crying tears of joy staring at the magnificent drawing of humanity squeezed in a glass nest. 58 L’autore si trova in un aeroporto, osserva i visi che incontra e cerca di entrare in sintonia con le loro storie. Fissa in un ricordo immagini emblematiche: “il volto affascinante, la valigia porpora, il bacio consumato, l’onda dei capelli oro”. Infine il pianto di gioia per un’umanità prigioniera in un nido di vetro.
  • 31. 61 ANIME DÈ VEDRE L’è mia ’na bolgia, gh’è mia confusiù, pötost ’n’idea de pora ià mèt töcc’n sogesiù e giü per giü i ma passa dianti ’n chèsta campana dè ’edre prima dè ciapà ‘l pòst a la porta d’imbarco. Dio sa da ’ndo i ve, Dio sa ’ndo i va, i porta ’n giro face edücade e a me ma piasarès catà föra le pö ’mbrocade, chèle che ta dismentegarèt pö e ta farà cumpagnia nei dé che piöv nei dé che ’n aereo ’l ta pasarà bàs söl co. Da chèsta specie de caserma dè vedre dè sücür portaró vià ’l culùr ross ma ross de ‘na valìs e ’l rumurì fastidiùs chèl pia come ’n muschì. Sö le spale dè ogni viazadùr pòge ’n bel pènser, giü per ogni bulì che m’è restàt dal carneàl apena pasàt. Pianze, adès pianze de piazer a éder come stom töcc precìs ’n chèsto nì dè vedre. 6060 ANIME DI VETRO Cerco di consegnare piccole promesse ad ogni sguardo avanzante. Mi affido questo compito piacevole tra le centinaia di teste ciondolanti negli imbuti numerati dell’aeroporto. Non è mai stato così facile procedere lungo i binari immaginari verso la porta d’imbarco. Voglio impadronirmi del ricordo di un volto affascinante, di una valigia porpora e del suo fastidioso cigolio, di un bacio consumato, di un’onda dai capelli oro. Sulle spalle di ogni viaggiatore, appoggio vividi pensieri, quali coriandoli d’avanzo dall’ultimo carnevale di festa. Piango lacrime di gioia mentre fisso il magnifico disegno di un’umanità prigioniera nel nido di vetro.
  • 32. 63 THE CHAIRS ROOM Figuring out weired shapes on the polished linoleum floor while a bunch of sleepy people is staring at the immaculate door. No better time slot to think about your life spot. In the mind net, holes never been so wide and even softer the wire. Happiness and pain are mixing so loud within the same fluid bound. Underneath the chairs swinging feet are delivering behave pills, framing multicolor personalities that go from heavy storm wind to motionless countryside hills. The baby boy laying on his mama’s knees completely ignores the waiting fee, the old man right in front of him won’t care about what the verdict will be. Next calling, door opens. Faces up in a raw and eyes wide shut to catch a piece of destiny of the people exiting. 62 Nella sala d’attesa un gruppo di persone aspetta di essere chiamato. L’autore della poesia analizza i dettagli di un tempo sospeso prima che si apra la porta. Sono momenti favorevoli alla riflessione. Chi esce offre un frammento del suo verdetto.
  • 33. 65 ‘L GIÜDISE Ne la stansa ‘ndo sa spèta töcc i sta al sò posto i fa sito, i pensa, i sa rispeta de pö che ’n altre bande ’n po per la pora del giüdise e ’n po perché i sa troa spaesacc, ne la stansa dè nüssü. Spetà, l’è düra, passa ne la mènt i momèncc dür e mòi dei ültim tèmp. Gioie e dulùr i ciundùla aianti e ’ndre precis dè le gambe cürte dè chi iè ’n po’ agitacc e i sa möf isé. Dò anime le pütüra du quadèr dè seré: el popo che pósa söi zönöcc de sò mama e ’l vècio con l’età alta per créder a poc o niènt del giüdise che ’egnarà föra de chèla porta là. Adès la sa dèrf, i co i sa alsa e ji öcc i s’èmpisa. ’N tuchilì dè giüdise ’l ve ciapàt da ognü che stà ne la stansa, i varda la cera, ’l co alt o bas, se ’l rit o no. Sa curiusa se ‘l stà be o se ‘l stà mal, ’l giüdise, prim dè sera, l’è bu de pasà da la stansa al paès. 6464 IL VERDETTO Nella stanza dell’attesa immagino forme senza nome spalmate sul pavimento freddo di linoleum. Si incanta sulla porta immacolata una schiera di persone sedute e lente. Non c’è miglior tempo per asciugare i pensieri della vita. Nella rete della mente maglie mai così larghe e allentato il filo. Gioia e dolore si mischiano nel frastuono di un’opposizione. Ciondolano i piedi sotto le sedie, interpretano il carattere dei corpi, vento di tempesta o inerme collina di campagna. Il bambino riposa sulle ginocchia della madre, ignora il pedaggio dell’attesa. Di fronte il vecchio non si cura del colore nero o bianco del verdetto. Prossima chiamata, la porta si apre. Si levano i volti e gli occhi si accendono. Del destino di chi esce catturano un frammento.
  • 34. 67 PAST IN A BUBBLE It was like in an ordinary painting, willing to capture the magic soaked in a moment. The frame, a quiet street within the heart of a lake-side village, sorting the pleasant thoughts from the fussy ones, warming up my bold head caressed by an early march sun. Then my eyes met his face, not the other way around. That’s why only from my view side the past relighted our friendship’s sound. Spying his moves for seconds, counting the years passed by and ask myself if I owe the right to awake him from this bracket of time. Easy, just a natural pat on his back would be enough to bring him on that good fella track. Decided not to. Empty words would flow within a regards brush stroke, better enjoy this intimate bubble within my memory drawer, overblown and narrow. 66 Si sono conosciuti tanto tempo fa, compagni di scuola, adesso sul lungolago di primavera soltanto uno vede e riconosce l’altro. I ricordi riemergono dal passato. Non vale la pena dichiararsi amici di un tempo. Ognuno per la sua strada perché “temo parole vuote”.
  • 35. 69 LA MEMORIA ’N BUTIGLIA L’è lü, dè sücür, ’l me cumpagn de scöla. L’è chèl siòr dè là de la strada, dè la banda pö visina al lac. L’è lü e adèss, sota la spera del sul dè mars l’è amó pö lü, ’l ve föra nèt de l’ombra de la matina. Me ’l vède, lü no. Lü ’l varda de ‘n altra banda, ’l ma riconos mia. Ma passa dianti la scöla, le s-cète, i profesùr i voti, ’l rider, ji udur. So töt dè chèi dé là. Mèi ciamàl o lasal ’ndà per la sò strada, l’è mèi parlà dè chèi dé là o lasà pèrder, decider gne’ de cumincià? Mèi lasà pèrder, saltarès föra le solite parole: ta troe bé, ta set prècis de ailura, la ’ita come ’ala e quancc fiöi ghèt. Ognü a casa sò, mète töt ne ’na butiglia, sare e dèrve ’l cassèt sgionf e strèt dè la memoria. E così sia. 6868 IL PASSATO IN UNA BOLLA Nel cuore del villaggio sul lago distinguo pensieri amici e inutili lambito da un sole acerbo di marzo. Sto nella cornice di un dipinto ordinario, ambisco al dominio di questi minuti normali. Lo riconosco. I miei occhi lo ritrovano, i suoi no. Dalla sola mia parte il passato riaccende il suono della nostra amicizia. Spio i suoi gesti. In pochi secondi respiro i nostri anni. Che diritto ho di rubarlo al suo tempo? Basterebbe un tocco sulla spalla torneremmo sulla strada dei passi buoni. Decido di no. Temo parole vuote. Scelgo di godere il passato in una bolla. Apro e chiudo il cassetto gonfio e stretto della mia memoria.
  • 36. 71 SEEDING THE SEED From this height the river looks like a black ribbon with curls and curves leant on the bright sand of the desert, absorbed by the horizon. The eye ball is warmly rolling along the mountains’ edging and the crystal beauty of the emptiness is quietly revealing the ancient planet’s birth. With a graceful gesture I virtually squeeze the all of it in a little ivory jar, leaving some holes on the cap to let the earth breathe and endlessly release invisible scent streams. I lay my ear on it and I get lost in a swallowing echo. Pure joy enchants me, finally feeling the life seed. 70 La vista dall’alto cattura il paesaggio della vita, il fiume forma anse, riprende la linea del suo corso, l’occhio del poeta assorbe ogni visione. Ciò che importa è stringere in un pugno ogni immagine e forma e conservarle in un barattolo di memoria.
  • 37. 73 LA SUMENSA Vist da chèsta altèsa, ’l fiöm l’è ’na nistula dè cürve e risulì sentacc zo sö la sabia del deserto. L’öcc ’l birula sö le muntagne e la grandesa dè töt chèl che sümea niènt tra ’na ròba e l’altra ’l parla del nàser dè la tèra. Strènze nel pügn de ’na mà töta la ’ita che vede sota e dopo la mète dènter ’n scatulì dè avorio. Du o tre büsilì sura isé la tèra la respira e la ma manda saùr liber sensa pagà. Mète ’l scatulì a l’urecia, sa fa isé quand sa scolta ’l mar da ’na cunchiglia. Rimbalsa ’l prinsipe de la ’ita ’l münüt second dè la sumensa che rüza sota tèra e apena la pöl la cumpar con la facia de ’n fil de erba. 7272 SEMINO IL SEME Un nastro nero di curve e riccioli e anse, adagiato sulla sabbia luccicante del deserto. Così vedo il fiume da questa altezza assorbito dall’orizzonte. La sfera dell’occhio rotola tiepida sul profilo delle montagne. La bellezza del vuoto rivela la nascita della terra nella quiete assoluta. Ancora da qui, fingo di stringere in un pugno tutta la vita di sotto e la travaso in un barattolo d’avorio. Basta qualche foro sul coperchio, la terra respira e rilascia profumi senza destino. Accosto l’orecchio e mi ritrovo nell’eco. Gioia pura mi incanta, finalmente sento il crepitio del seme.
  • 38. 75 7th BIRTHDAY GIFT While you are sleeping I set up everything for your immortality. Just stay as you are for a bunch of minutes and once your eyes will be open you will see things that I can’t even imagine for my coming days. I am painting the walls with glossy colors, writing the marvelous words you taught me in big letters, in a very perfect line, just the way you like. Your funny monsters are hanging all around, their widest smile is waiting for a never growing child. Just sleep… My heartfelt feelings are melting in a jelly mould, welcoming your body’s shape to deliver it to the ancient Gods. They drew the immaculate path toward the never-ending joy, daily fed by my holy wishes and tiny prayers. Just tell me “love you, dad” once in a while and I will multiply it by thousands. What for you is only an easy gesture, if addressed to me is thick like a giant tree and I am holding tight to it. From now on remember to leave me a candy every seventh birthday of your endless journey and I promise I will cry a diamond tear into your pot. My son, warm blood of my deepest inside, my pure conscience. This is the gift I owe you. Enjoy it. 74 Il padre allestisce il mosaico dell’immortalità per il compleanno del figlio. Lui dorme nella stanza piena di pupazzi e di parole scritte dal genitore sulle pareti. Infine prepara un’impronta del figlio da consegnare al Signore perché lo conservi per sempre.
  • 39. 77 ’L ME REGAL PER I TÒ AGN Fiöl car, sang del me sang, dorma. Te dorma e me prepare la tò ’ita sensa fine. Dorma amó ’n po’ ’ntàt che pitüre la tò stansa coi culùr pö ciàr e a lètère grande scrie le parole meravigliuse che ta mét ’nsegnàt. I tò peòcc iè ’n fila precìs dei suldacc i speta de mitìs sö l’atenti, de sta ai tò urdin. Dismèt mia dè dormer fiöl car, sang del me sang, ’ntant che scalde i me sentimèncc ne ’n stamp dè gelatina, custodise la tò furma e la mète nè le ma del Signùr. Ogni dé, le me orasiù le tegnarà nèt ’l sentèr de la tò ’ita. Te dim:”Ta öre be, papà”. Ogni tant e me ’l multiplicherò mijér dè olte. Da ’ncö ricordèt de lasàm zo ’na caramela ogni sèt agn che ta cumpisèt. ’N cambe me pianzarò ’na lacrima de diamant ne la tò scarsela. Fiöl, cara e apena me, sang cald del me dènter pö luntà, cosiènsa de la cosiènsa. Chèsto l’è ’l regal che gho dè fat. Serca dè éser cuntent al dè sura dè ogni cuntentèsa. 7676 REGALO DI COMPLEANNO Mentre dormi metto insieme ogni dettaglio per la tua immortalità. Rimani immobile ancora qualche minuto, quando aprirai gli occhi vedrai cose per me inimmaginabili nei giorni che verranno. Dipingo le pareti della tua stanza con colori brillanti, a lettere grandi scrivo le parole meravigliose che mi hai insegnato su una linea ordinata come piace a te. I tuoi mostri amici appesi ovunque attendono sorridenti il bambino padrone per sempre dei loro sogni. Continua a dormire. Sciolgo i miei sentimenti più profondi. In uno stampo di gelatina custodisco l’impronta del tuo corpo e la consegno nelle mani di Dio. È il sentiero immacolato disegnato per te verso la luce. Lo nutro ogni giorno delle mie piccole preghiere. Dimmi: “ti voglio bene papà”. Ogni tanto. Io lo moltiplicherò per migliaia di volte. Ogni tuo gesto semplice, rivolto a me, si trasforma in un albero gigante. Lo abbraccio stretto. Da oggi ricordati di lasciarmi una caramella ogni settimo compleanno del tuo viaggio senza fine. In cambio io piangerò una lacrima di diamante nella tua tasca. Figlio mio, sangue caldo del mio dentro profondo. Mia coscienza pura. Questo è il dono che ti devo. Sii felice.
  • 40. 79 THE READER’S BOX There is no room for dust in the reader’s box. Another skin is laying on the shelves top. Hundreds of novels are sticking tight one to each other, no need for a single breath once they have been read. And there is no season dress within the paper walls, air is still and warm, charming flavours underneath the door. The leather chair drowns in the wooden floor while million of eyes arise from the pages’ blades, waiting for the silver hair guest to sit and choose by chance. His child face goes through the lines’ streams. The finger like an arrow, catching the beauty even in the shadow. 78 Una stanza piena di libri, protetta da un legno nobile, viene scoperta dall’autore. Le pagine si aprono e respirano privilegiate dalla scelta del padrone di casa. Ha capelli bianchi e volto di fanciullo quando scopre righe di bellezza.
  • 41. 81 LA SCATULA DEL LÈTUR Gha sta gne’ la pólver ne la scatula del lètur. Mijér dè liber i sümea che i cumande la stansa e quasi ’n mès gha sta ’na pultruna bleu la speta apena che lü ’l rüe e ’l sa sènte zò, con ’l dìt puntàt come la scuria de ‘n domadur de leù. Sa sènt apena l’udur dè le pagine e qualch saùr che rüa dè altre stanse. Ché ’l cumanda lü, l’òm dai chèèi d’arzènt da la facia dè gnaro, ’l conos i posti e i titoi, i nòm e i cugnòm e adès ’l stüdia dè ‘nterugà ’l liber ’ndo ’na olta l’è stat ’nterugàt. Pödem, nualtèr òm e fomne ’nterugà i liber? Pödom se stüdièm, da la matina a la sera se no som sota tir de le dumande che rüa da le pagine, le ta arda bé e le dis te, bel amico o bela amica, quate leghe gha sta sota i mari, secondo Verne? Rispond, se no sta a casa, sta föra dè la stansa, föra da la scatula del lètur. Bociàt! Ripetere! 8080 LA SCATOLA DEL LETTORE Non c’è spazio per la polvere nella stanza del lettore. Un’altra pelle copre il mogano degli scaffali. Dormono migliaia di romanzi sedati dalla cura di uno sguardo e derubati dell’ultimo respiro. L’aria è ferma e consapevole, nessun vestito di stagione fra le pareti di carta. Penetrano da sotto la porta fragranze di stanze complici. La poltrona blu affonda nel mosaico del pavimento e milioni di occhi spuntano dalle lame delle pagine. L’ospite dai capelli argento sceglie un sentiero di parole. Il volto di fanciullo passa tra le scie di inchiostro. Punta il dito come freccia, cattura la bellezza al di là dell’ombra.
  • 42. 83 I THROW A LINE In a quiet pool she extends her pale arms alongside the lane rope, with apparently no effort, no age to show. The red cap arises once in a while and faintly recalls memories like a fog lamp drives the wonderers. It took me there, when she untied the apron knot for a more comfortable hug, and suddenly we were hanging the fresh linen to the barren wire. When she led my hands crossing the laces down on her knees, or she pulled me up to the rope ladder, holding so tight, soaking up my sour fears in a bite. Now she emerges from water, Hope she’ll sense how much I loved her, my mother. 82 Lei viene osservata dal figlio mentre nuota in una piscina deserta. La cuffia rossa che emerge dal filo dell’acqua richiama i ricordi dell’infanzia: il grembiule sciolto per un abbraccio, le lenzuola distese insieme, i primi nodi ai lacci delle scarpe. La memoria manifesta la più autentica forma di amore.
  • 43. 85 LA CORDA DÈNTER Sö e zo, con la lena de ’na siura sensa tèmp e sensa fadiga la uga ne la piscina deserta. Ardela là, con la sò scöfia róssa, la va sota e la ve sura e la ma ’ncanta fina al punto de tiràm vià da chèsto tèmp e dè purtàm a chèi dé là quand la liberaa ’l grop del bigaröl per brasàm sö de pö amó, e dopo distindièm i lènsöi fresch söl fil dè n’istat che l’è pö scutada isé tant. E amó quand che ta ma ’nsegnaèt a desfà i grop de le scarpe e a fa föra le pore crüde dei popi. Adès ta’ ègnèt föra de l’acqua e pöde dit chèl che öre dit sensa che il cic e ciac de la piscina ’l ma distürbe töcc du. ’L set o no quant to ülit e ta öle bè? Cara la me mama, cara la me mama per sèmper. 8484 LA FUNE DENTRO In una piscina deserta, senza sforzo e senza età lei distende le braccia bianche lungo la corda della corsia. Sempre riemerge la cuffia rossa, a flebile intermittenza richiama ricordi come una lampada nella nebbia guida i viandanti. Mi porta laggiù quando scioglieva il nodo del grembiule per un abbraccio libero, e subito stendevamo le lenzuola fresche sul filo rovente dell’estate. Quando piegata sulle sue ginocchia insegnava alle mie mani a vincere la trama dei lacci. O mi teneva stretto sulla scala di corda, e in un respiro soltanto prosciugava le mie paure acerbe. Ora lei esce dall’acqua. Credo sappia quanto è inalterabile il mio amore. Madre mia.
  • 44. Tecnoedizioni srl Collana Le nuvole Tutti i diritti riservati Progetto grafico Graziella Novelli Finito di stampare nel mese di marzo 2015
  • 45. “È solo questione di scegliere l’immagine giusta e aspettare l’ispirazione. Il primo passo sulla corda ben tesa e sotto una rete a misura d’orizzonte”. www.caiopezzola.com € 10,00 INTO ACROBATA HE FAKE ACROBAT Caio Pezzola IL FINTO ACROBATA THE FAKE ACROBAT Caio Pezzola “Caio certe volte è più vecchio e certe volte più giovane. (...) Scrive bene, è armonico, controlla il verso e la realtà e se procede fuori dalla regola, allora sceglie una rima per soddisfare la follia di una gioia esplosa all’improvviso. La sua poesia è buona, non buonista, parla con i morti, viaggia in stanze e città vuote, comprende l’attesa, vola in alto e piomba senza paracadute verso il sedile di un calcinculo che non lascerà mai.” dalla prefazione di Tonino Zana