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Patologia vegetale in
   ambito bonsai
     A cura dell’agronomo
     dr. Marco Beconcini
   per www.bonsai-italia.org
Patologia vegetale
Organismi responsabili delle alterazioni
 Funghi
 Insetti, acari, nematodi
 Fanerogame parassite
 Batteri
 Virus
 Fitoplasmi

Fattori legati alle condizioni dell’ambiente
 Inquinamento
 Fisiopatie
 Clima
Funghi
Hanno una struttura molto varia da
specie a specie e sono composti da cellule
filamentose chiamate IFE, che insieme
formano il MICELIO
La riproduzione può essere:
Sessuata:
un incontro di spore che avviene grazie al
vento, agli insetti, all'acqua, ecc.
Asessuata:
con un distaccamento o divisione di parti
del fungo in grado di formare un nuovo
individuo.
La membrana cellulare dei funghi è
composta da chitina a differenza di quella
delle piante che è composta da cellulosa.
Classificazione funghi
A seconda delle loro esigenze nutritive i funghi si dividono in:


SAPROFITI: tutti quei funghi che degradano sostanze non
viventi di origine animale o vegetale in composti meno
complessi per potersene nutrire.




PARASSITI: Si definiscono parassiti quei funghi che si
nutrono di organismi viventi,e sono sicuramente i più
pericolosi per le piante.




SIMBIONTI: si tratta di funghi che instaurano un
rapporto mutualistico di scambio con la pianta.
Sottrazione di una sostanza e rilascio di altre utili (es:
micorriza)
Insetti
Questo tipo di animali svolge la propria vita, nella maggior parte dei casi in
strettissima relazione con le piante.
Gli insetti svolgono numerose delle loro attività con gli organismi vegetali, alcuni
hanno funzioni fondamentali per la vita delle piante come ad esempio il trasporto
del polline, altri invece nutrendosi dei tessuti vegetali comportano un progressivo
indebolimento dell'ospite che in molti casi può portare al deperimento
irreversibile.
Acari
Sono gli unici fitofagi dell'ordine degli
Aracnidi. Si distinguono dagli insetti in
quanto possiedono otto zampe rispetto
agli insetti che ne hanno sei.
Le famiglie più importanti degli acari
fitofagi sono quelle dei Tetranichidi,
Tarsonemidi, Tenuipalpidi, Eriofidi ed
Ascaridi.
L’apparato boccale degli acari, è molto
particolare ed è costituito da organi
chiamati pedipalpi e cheliceri grazie ai
quali possono:
perforare
lacerare
trasportare
Grazie a questa caratteristica, l'acaro
sottrae linfa e inietta enzimi nei tessuti.
Nematodi
Questa classe contiene sia specie conducenti vita libera che parassiti.

I soggetti più pericolosi sono dotati di un apparato boccale provvisto di stiletti,
che permette la perforazione delle pareti cellulari delle radici delle piante
succhiando in seguito i succhi vegetali. sulle piante possono provocare
deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie, formazione di galle sulle
radici. Nelle colture agrarie risulta molto importante contenere questi animali in
quantohanno un un grosso impatto sulle colture in particolare attacchi da
nematodi Tilenchidi, Heteroderidi, Pratilenchidi, Afelenchoididi e Longidoridi.
Fanerogame parassite
Piante parassite obbligate in cui manca la funzione clorifilliana.
Questi vegetali utilizzano un organo detto Austorio per perforare i tessuti
dell'ospite da cui successivamente preleva acqua e sali minerali




               Cuscuta sp.                              Vischio - Viscus album
Batteri
Sono microrganismi procarioti (senza membrana nucleare) unicellulari con
dimensioni di pochi micrometri. Le colonizzazioni di questi organismi vengono
chiamate batteriosi.
Come per quanto riguarda l'uomo, anche per le piante gli effetti delle batteriosi
possono produrre gravi squilibri con la differenza che in agricoltura l’impiego di
antibiotici per curare le infezioni batteriche è severamente vietato.
Virus
Non sono organismi, perché non hanno né
struttura cellulare né co-presenza di DNA
e RNA quindi sono chiamate           entità
biologiche con caratteristiche di parassita
obbligato. Modificano l'assetto della
cellula iniettando il proprio genoma
sono incapaci di penetrare in maniera
autonoma nella pianta (necessitano di
vettori per gli spostamenti e per
l’inoculazione). Tra i vettori più
importanti ci sono insetti, nematodi e
soprattutto il traffico di piante infette è
un fondamentale elemento di diffusione.       Virus della vite Glfv.
Questo tipo di malattie non potendo
essere curate direttamente necessitano di
un controllo dei vettori.
Fitoplasmi
Organismi procariotici privi di parete
nucleare (pleomorfi), appartenenti alla
classe dei Mollicutes.
Caratteristiche:
parassiti completamente obbligati
intracellulari ed infeudati al floema
riproduzione per scissione e gemmazione
Possono provocare epidemie molto
pericolose anche per le piante arboree.
Non esiste una cura attuabile per tali
microrganismi, si sono rivelati efficaci in
laboratorio trattamenti con tetracicline
ma in quanto antibiotici non posso essere
usati.
                                             Giallume dell’olmo
Altri fattori
Inquinamento
Le sostanze inquinanti dell'aria e quelle concentrate del
suolo possono provocare effetti piuttosto gravi come danni
alle strutture superficiali (cuticola), maggiore
predisposizione agli attacchi parassitari e soprattutto un
notevole disturbo del metabolismo e dei processi di crescita.



Fisiopatie
Ovvero carenze o eccessi di sostanze necessarie alla pianta
quali acqua, macroelementi, microelementi, sostanza
organica, ecc...




Clima
Gli estremi termici, il vento, l’esposizione prolungata ai
raggi solari e la grandine sono tutti fenomeni legati al clima
che possono indebolire o far perire le piante.
‘Triangolo della malattia’
Si tratta di un equilibrio di tre fattori fondamentali
Ambiente favorevole
Virulenza del patogeno
Ospite suscettibile
(pianta più o meno resistente al patogeno)
I tre fattori vengono rappresentati in questa figura che è detta:


                              Triangolo della malattia


                                            le

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                                    ospite suscettibile
‘Triangolo della malattia’

Pianta meno suscettibile          Patogeno meno virulento          Ambiente meno favorevole
            ole




                                              ole




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      ospite suscettibile               ospite suscettibile              ospite suscettibile




Se viene a mancare uno di questi presupposti la pianta non si ammala.
Le strategie di difesa
                            Difesa antiparassitaria




Induzione di resistenza           Profilassi                 Terapia
  genetica                                            chimica
  biologica                                           fisica
  chimica                                             biologica
  fisica




      Protezione                 Eradicazione            Legislazione
 chimica                      chimica                 quarantena
 fisica                        mezzi agronomici        certificazione
 biologica                    fisica
 manipolazione ambientale
La difesa antiparassitaria
Si attua per evitare o contenere un danno alle nostre piante.
I danni che possono subentrare su una pianta malata possono essere riassunti in:


colturali, danni ai prodotti (frutta, verdura, floricoltura, ecc...)
riguardanti la salute della pianta
estetici


Mentre in agricoltura il danno estetico è poco importante, nel bonsaismo è di
primaria importanza.
Inoltre, a differenza degli altri ambiti di difesa vegetale, dove il danno comporta
‘solamente’ una perdita economica, nel caso dei Bonsai c’è anche un danno
affettivo.
Metodologie di contrasto
Metodi preventivi
utilizzo di sostanze chimiche o naturali in grado di proteggere la pianta da un
attacco.



Metodi biologici
Lotta con organismi viventi in grado di controllare il patogeno.



Metodi chimici
Impiego di formulati chimici in grado di contenere o eliminare un patogeno.
Metodi preventivi - il rame
Un classico esempio di intervento preventivo è l’impiego del Rame per favorire la
resistenza all'attacco di eventuali patogeni fungini.
Il rame interferisce con la respirazione cellulare dei funghi impedendo la
formazione di un enzima vitale per essi.
E’ consigliata l’applicazione nei mesi invernali fino all'inizio di primavera,
solitamente con due o tre trattamenti. E’ anche indicato dopo eventi atmosferici
come la grandine per prevenire l’ingresso di funghi e batteri. Si può trovare in
diverse formulazioni tra cui:
Ossicloruro di Rame
Solfato di rame (con idrossido di Calcio)
Poltiglia bordolese
Idrossido di rame
Metodi preventivi - fosetil alluminio
Questa sostanza conosciuta soprattutto nell'ambito del bonsai come rimedio
“definitivo” contro i marciumi radicali, può essere un ottimo preventivo contro gli
attacchi fungini in genere.
Il fosetil alluminio è caratterizzato dalla notevole mobilità sia in senso ascendente
che discendente. Penetra molto rapidamente nei tessuti vegetali ed il suo
meccanismo d'azione risulta diverso da quello di altri principi attivi, diventa
infatti efficace dopo essere stato metabolizzato dalle piante               stimolando
successivamente la formazione delle naturali sostanze di difesa (fenoli e
fitoalessine).
Questa sostanza va impiegata quando la pianta è biologicamente attiva
(indicativamente da marzo a ottobre)
Metodi biologici - insetti antagonisti
Vengono dispersi in un determinato ambiente numerosi individui al fine di
controllare e contenere altri insetti fitofagi o aracnidi dannosi per la pianta.
Alcuni esempi:


Chrysopa: è un insetto dell'ordine dei neurotteri le cui
larve posso cibarsi fino a seicento afidi al giorno



Orius laevigatus: Tutti gli stadi di questo predatore si
nutrono attivamente di tripidi, anche se possono
utilizzare come fonte di cibo alternativo polline ed altri
fitofagi, tra cui acari, afidi ed altri piccoli insetti.



Triflodroni: sono degli acari che vivono a spese di altri
acari fitofagi. Sono in grado di abbassare e di controllare
lo sviluppo di una popolazione di Ragnetto rosso
Metodi biologici - batteri antagonisti
Nella lotta biologica oltre agli insetti si possono usare anche microrganismi in
grado, tramite particolari processi di entrare a contatto col patogeno ed
eliminarlo.
L'esempio più significativo è il batterio Bacillus thuringiensis.
Questo bacillo sporigeno dopo essere stato ingerito rilascia delle tossine che
danneggiano l'apparato digerente di moltissimi ditteri (zanzare) e di quasi tutte le
larve di lepidotteri.
Queste tossine, contenute in cristalli, si liberano in presenza di ambiente alcalino.
L’apparato digerente di questi patogeni è infatti alcalino.
Metodi chimici
La lotta chimica viene effettuata mediante l’uso di fitofarmaci che si dividono in:
anticrittogamici: contrastano le malattie e/o alterazioni da funghi e batteri
nematocidi, insetticidi e acaricidi: combattono insetti e altri animali dannosi
diserbanti ed erbicidi: eliminano le erbe infestanti
fitoregolatori: ormoni vegetali, inibitori ormonali ed assimilabili
radicanti e brachizzanti: contenitori della taglia


Composizione di un fitofarmaco
principio attivo (PA): la sostanza che produce l’effetto tossico sul patogeno.
coadiuvanti: sostanze non dichiarate nell'etichetta che servono a migliorare
l’efficacia del principio attivo.
coformulanti: sostanze inerti come solventi o diluenti.
Fitofarmaci - classificazione
Un fitofarmaco può suddividersi anche in base alla modalità di entrata nella
pianta:
di copertura
agisce per contatto diretto con la pianta senza varcare la cuticola fogliare
citotropico
penetra nelle parti della pianta adiacenti al contatto
translaminare
entra nella cuticola fogliare e raggiunge la pagina inferiore della foglia
sistemico
viene assorbito dalla pianta e traslocato dalle radici verso la parte epigea
(sistemia acropeta) e/o viceversa (sistemia basipeta)
Insetticidi
Attualmente in commercio esistono cinque classi di insetticidi i cui meccanismi di
azione sono rivolti contro il sistema nervoso o agendo sulla struttura degli insetti:
Fosforganici
Agiscono sulla trasmissione degli impulsi nervosi, inibendo l'attività dell'enzima
acetilcolinesterasi.
Carbammati
L’enzima acetilcolinesterasi viene sostituito con un una molecola strutturalmente
simile che impedisce lo scambio neuronale, con susseguente morte del patogeno
Piretroidi
Esercitano azione prevalentemente per contatto, sono liposolubili e entrano nelle
cere degli insetti
Benzoiluree
I composti di questa classe interferiscono sulla formazione della chitina, bloccando lo
sviluppo delle larve nella fase di muta. Hanno poca efficacia sugli adulti e sono
chiamati regolatori di crescita
Neonicotinoidi
Sono i più recenti di introduzione, anch'essi danneggiano lo scambio neuronale e sono
molto persistenti nell'ambiente. Alcuni di questi prodotti si sono rivelati poco selettivi
nei confronti degli ‘insetti utili’ (es: moria delle api)
Fungicidi - anticrittogamici
Indicano quelle sostanze organiche ed inorganiche in grado di prevenire, curare o
eradicare le aggressioni da parte di agenti fungini.
Fungicidi organici
   Rame: fungicida di copertura e batteriostatico
   Zolfo: fungicida di copertura utile nel caso degli oidi (fam. erisifaceae)
Fungicidi inorganici (chimici)
Agiscono sulla membrana cellulare del fungo, sugli enzimi e sulla biosintesi degli
aminoacidi.
   Azoto-solforganici: inibizione enzimatica
   Azotorganici: inibizione della biosintesi degli amminoacidi e respirazione
   Aloidrocarburi: fumiganti e geodisinfestanti per serre
   Fosforganici: stimolo della produzione di fitoalessine
   Analoghi delle strobilurine: inibizione della respirazione
Sitografia
www.fitogest.com
Banca dati principi attivi, formulati commerciali e revisioni tossicologiche
www.bioplanet.it
Portale specializzato in lotta biologica
www.cespevi.it
Portale del centro sperimentale per il vivaismo di Pistoia
www.ispave.it
Centro di ricerca per la patologia vegetale
www.forestpests.org
Ottima banca dati per il riconoscimento visivo delle patologie
Consigliata la consultazione dei siti dei servizi fitosanitari regionali. Utili per
allerte, rapporti di monitoraggio forestale e decreti di lotta obbligatoria.
Conclusioni
Vi aspettiamo sul forum Bonsai Italia per discuterne assieme!
               www.bonsai-italia.org/forum


                     Testi e immagini
                     Marco Beconcini
                      Impaginazione
                      Marco Antonini
                       Licenza d’uso
                     Creative Commons

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Fitopatologia in ambito bonsai

  • 1. Patologia vegetale in ambito bonsai A cura dell’agronomo dr. Marco Beconcini per www.bonsai-italia.org
  • 2. Patologia vegetale Organismi responsabili delle alterazioni Funghi Insetti, acari, nematodi Fanerogame parassite Batteri Virus Fitoplasmi Fattori legati alle condizioni dell’ambiente Inquinamento Fisiopatie Clima
  • 3. Funghi Hanno una struttura molto varia da specie a specie e sono composti da cellule filamentose chiamate IFE, che insieme formano il MICELIO La riproduzione può essere: Sessuata: un incontro di spore che avviene grazie al vento, agli insetti, all'acqua, ecc. Asessuata: con un distaccamento o divisione di parti del fungo in grado di formare un nuovo individuo. La membrana cellulare dei funghi è composta da chitina a differenza di quella delle piante che è composta da cellulosa.
  • 4. Classificazione funghi A seconda delle loro esigenze nutritive i funghi si dividono in: SAPROFITI: tutti quei funghi che degradano sostanze non viventi di origine animale o vegetale in composti meno complessi per potersene nutrire. PARASSITI: Si definiscono parassiti quei funghi che si nutrono di organismi viventi,e sono sicuramente i più pericolosi per le piante. SIMBIONTI: si tratta di funghi che instaurano un rapporto mutualistico di scambio con la pianta. Sottrazione di una sostanza e rilascio di altre utili (es: micorriza)
  • 5. Insetti Questo tipo di animali svolge la propria vita, nella maggior parte dei casi in strettissima relazione con le piante. Gli insetti svolgono numerose delle loro attività con gli organismi vegetali, alcuni hanno funzioni fondamentali per la vita delle piante come ad esempio il trasporto del polline, altri invece nutrendosi dei tessuti vegetali comportano un progressivo indebolimento dell'ospite che in molti casi può portare al deperimento irreversibile.
  • 6. Acari Sono gli unici fitofagi dell'ordine degli Aracnidi. Si distinguono dagli insetti in quanto possiedono otto zampe rispetto agli insetti che ne hanno sei. Le famiglie più importanti degli acari fitofagi sono quelle dei Tetranichidi, Tarsonemidi, Tenuipalpidi, Eriofidi ed Ascaridi. L’apparato boccale degli acari, è molto particolare ed è costituito da organi chiamati pedipalpi e cheliceri grazie ai quali possono: perforare lacerare trasportare Grazie a questa caratteristica, l'acaro sottrae linfa e inietta enzimi nei tessuti.
  • 7. Nematodi Questa classe contiene sia specie conducenti vita libera che parassiti. I soggetti più pericolosi sono dotati di un apparato boccale provvisto di stiletti, che permette la perforazione delle pareti cellulari delle radici delle piante succhiando in seguito i succhi vegetali. sulle piante possono provocare deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie, formazione di galle sulle radici. Nelle colture agrarie risulta molto importante contenere questi animali in quantohanno un un grosso impatto sulle colture in particolare attacchi da nematodi Tilenchidi, Heteroderidi, Pratilenchidi, Afelenchoididi e Longidoridi.
  • 8. Fanerogame parassite Piante parassite obbligate in cui manca la funzione clorifilliana. Questi vegetali utilizzano un organo detto Austorio per perforare i tessuti dell'ospite da cui successivamente preleva acqua e sali minerali Cuscuta sp. Vischio - Viscus album
  • 9. Batteri Sono microrganismi procarioti (senza membrana nucleare) unicellulari con dimensioni di pochi micrometri. Le colonizzazioni di questi organismi vengono chiamate batteriosi. Come per quanto riguarda l'uomo, anche per le piante gli effetti delle batteriosi possono produrre gravi squilibri con la differenza che in agricoltura l’impiego di antibiotici per curare le infezioni batteriche è severamente vietato.
  • 10. Virus Non sono organismi, perché non hanno né struttura cellulare né co-presenza di DNA e RNA quindi sono chiamate entità biologiche con caratteristiche di parassita obbligato. Modificano l'assetto della cellula iniettando il proprio genoma sono incapaci di penetrare in maniera autonoma nella pianta (necessitano di vettori per gli spostamenti e per l’inoculazione). Tra i vettori più importanti ci sono insetti, nematodi e soprattutto il traffico di piante infette è un fondamentale elemento di diffusione. Virus della vite Glfv. Questo tipo di malattie non potendo essere curate direttamente necessitano di un controllo dei vettori.
  • 11. Fitoplasmi Organismi procariotici privi di parete nucleare (pleomorfi), appartenenti alla classe dei Mollicutes. Caratteristiche: parassiti completamente obbligati intracellulari ed infeudati al floema riproduzione per scissione e gemmazione Possono provocare epidemie molto pericolose anche per le piante arboree. Non esiste una cura attuabile per tali microrganismi, si sono rivelati efficaci in laboratorio trattamenti con tetracicline ma in quanto antibiotici non posso essere usati. Giallume dell’olmo
  • 12. Altri fattori Inquinamento Le sostanze inquinanti dell'aria e quelle concentrate del suolo possono provocare effetti piuttosto gravi come danni alle strutture superficiali (cuticola), maggiore predisposizione agli attacchi parassitari e soprattutto un notevole disturbo del metabolismo e dei processi di crescita. Fisiopatie Ovvero carenze o eccessi di sostanze necessarie alla pianta quali acqua, macroelementi, microelementi, sostanza organica, ecc... Clima Gli estremi termici, il vento, l’esposizione prolungata ai raggi solari e la grandine sono tutti fenomeni legati al clima che possono indebolire o far perire le piante.
  • 13. ‘Triangolo della malattia’ Si tratta di un equilibrio di tre fattori fondamentali Ambiente favorevole Virulenza del patogeno Ospite suscettibile (pianta più o meno resistente al patogeno) I tre fattori vengono rappresentati in questa figura che è detta: Triangolo della malattia le pa vo tog re o en av o ef vir nt ule bie nt am o ospite suscettibile
  • 14. ‘Triangolo della malattia’ Pianta meno suscettibile Patogeno meno virulento Ambiente meno favorevole ole ole ole pa pa pa to to to ev ev ev ge ge ge or or or n n n av av av ov ov ov ef ef ef tia iru iru iru nt nt nt malat len len len bie bie bie to to am to am am malattia malattia ospite suscettibile ospite suscettibile ospite suscettibile Se viene a mancare uno di questi presupposti la pianta non si ammala.
  • 15. Le strategie di difesa Difesa antiparassitaria Induzione di resistenza Profilassi Terapia genetica chimica biologica fisica chimica biologica fisica Protezione Eradicazione Legislazione chimica chimica quarantena fisica mezzi agronomici certificazione biologica fisica manipolazione ambientale
  • 16. La difesa antiparassitaria Si attua per evitare o contenere un danno alle nostre piante. I danni che possono subentrare su una pianta malata possono essere riassunti in: colturali, danni ai prodotti (frutta, verdura, floricoltura, ecc...) riguardanti la salute della pianta estetici Mentre in agricoltura il danno estetico è poco importante, nel bonsaismo è di primaria importanza. Inoltre, a differenza degli altri ambiti di difesa vegetale, dove il danno comporta ‘solamente’ una perdita economica, nel caso dei Bonsai c’è anche un danno affettivo.
  • 17. Metodologie di contrasto Metodi preventivi utilizzo di sostanze chimiche o naturali in grado di proteggere la pianta da un attacco. Metodi biologici Lotta con organismi viventi in grado di controllare il patogeno. Metodi chimici Impiego di formulati chimici in grado di contenere o eliminare un patogeno.
  • 18. Metodi preventivi - il rame Un classico esempio di intervento preventivo è l’impiego del Rame per favorire la resistenza all'attacco di eventuali patogeni fungini. Il rame interferisce con la respirazione cellulare dei funghi impedendo la formazione di un enzima vitale per essi. E’ consigliata l’applicazione nei mesi invernali fino all'inizio di primavera, solitamente con due o tre trattamenti. E’ anche indicato dopo eventi atmosferici come la grandine per prevenire l’ingresso di funghi e batteri. Si può trovare in diverse formulazioni tra cui: Ossicloruro di Rame Solfato di rame (con idrossido di Calcio) Poltiglia bordolese Idrossido di rame
  • 19. Metodi preventivi - fosetil alluminio Questa sostanza conosciuta soprattutto nell'ambito del bonsai come rimedio “definitivo” contro i marciumi radicali, può essere un ottimo preventivo contro gli attacchi fungini in genere. Il fosetil alluminio è caratterizzato dalla notevole mobilità sia in senso ascendente che discendente. Penetra molto rapidamente nei tessuti vegetali ed il suo meccanismo d'azione risulta diverso da quello di altri principi attivi, diventa infatti efficace dopo essere stato metabolizzato dalle piante stimolando successivamente la formazione delle naturali sostanze di difesa (fenoli e fitoalessine). Questa sostanza va impiegata quando la pianta è biologicamente attiva (indicativamente da marzo a ottobre)
  • 20. Metodi biologici - insetti antagonisti Vengono dispersi in un determinato ambiente numerosi individui al fine di controllare e contenere altri insetti fitofagi o aracnidi dannosi per la pianta. Alcuni esempi: Chrysopa: è un insetto dell'ordine dei neurotteri le cui larve posso cibarsi fino a seicento afidi al giorno Orius laevigatus: Tutti gli stadi di questo predatore si nutrono attivamente di tripidi, anche se possono utilizzare come fonte di cibo alternativo polline ed altri fitofagi, tra cui acari, afidi ed altri piccoli insetti. Triflodroni: sono degli acari che vivono a spese di altri acari fitofagi. Sono in grado di abbassare e di controllare lo sviluppo di una popolazione di Ragnetto rosso
  • 21. Metodi biologici - batteri antagonisti Nella lotta biologica oltre agli insetti si possono usare anche microrganismi in grado, tramite particolari processi di entrare a contatto col patogeno ed eliminarlo. L'esempio più significativo è il batterio Bacillus thuringiensis. Questo bacillo sporigeno dopo essere stato ingerito rilascia delle tossine che danneggiano l'apparato digerente di moltissimi ditteri (zanzare) e di quasi tutte le larve di lepidotteri. Queste tossine, contenute in cristalli, si liberano in presenza di ambiente alcalino. L’apparato digerente di questi patogeni è infatti alcalino.
  • 22. Metodi chimici La lotta chimica viene effettuata mediante l’uso di fitofarmaci che si dividono in: anticrittogamici: contrastano le malattie e/o alterazioni da funghi e batteri nematocidi, insetticidi e acaricidi: combattono insetti e altri animali dannosi diserbanti ed erbicidi: eliminano le erbe infestanti fitoregolatori: ormoni vegetali, inibitori ormonali ed assimilabili radicanti e brachizzanti: contenitori della taglia Composizione di un fitofarmaco principio attivo (PA): la sostanza che produce l’effetto tossico sul patogeno. coadiuvanti: sostanze non dichiarate nell'etichetta che servono a migliorare l’efficacia del principio attivo. coformulanti: sostanze inerti come solventi o diluenti.
  • 23. Fitofarmaci - classificazione Un fitofarmaco può suddividersi anche in base alla modalità di entrata nella pianta: di copertura agisce per contatto diretto con la pianta senza varcare la cuticola fogliare citotropico penetra nelle parti della pianta adiacenti al contatto translaminare entra nella cuticola fogliare e raggiunge la pagina inferiore della foglia sistemico viene assorbito dalla pianta e traslocato dalle radici verso la parte epigea (sistemia acropeta) e/o viceversa (sistemia basipeta)
  • 24. Insetticidi Attualmente in commercio esistono cinque classi di insetticidi i cui meccanismi di azione sono rivolti contro il sistema nervoso o agendo sulla struttura degli insetti: Fosforganici Agiscono sulla trasmissione degli impulsi nervosi, inibendo l'attività dell'enzima acetilcolinesterasi. Carbammati L’enzima acetilcolinesterasi viene sostituito con un una molecola strutturalmente simile che impedisce lo scambio neuronale, con susseguente morte del patogeno Piretroidi Esercitano azione prevalentemente per contatto, sono liposolubili e entrano nelle cere degli insetti Benzoiluree I composti di questa classe interferiscono sulla formazione della chitina, bloccando lo sviluppo delle larve nella fase di muta. Hanno poca efficacia sugli adulti e sono chiamati regolatori di crescita Neonicotinoidi Sono i più recenti di introduzione, anch'essi danneggiano lo scambio neuronale e sono molto persistenti nell'ambiente. Alcuni di questi prodotti si sono rivelati poco selettivi nei confronti degli ‘insetti utili’ (es: moria delle api)
  • 25. Fungicidi - anticrittogamici Indicano quelle sostanze organiche ed inorganiche in grado di prevenire, curare o eradicare le aggressioni da parte di agenti fungini. Fungicidi organici Rame: fungicida di copertura e batteriostatico Zolfo: fungicida di copertura utile nel caso degli oidi (fam. erisifaceae) Fungicidi inorganici (chimici) Agiscono sulla membrana cellulare del fungo, sugli enzimi e sulla biosintesi degli aminoacidi. Azoto-solforganici: inibizione enzimatica Azotorganici: inibizione della biosintesi degli amminoacidi e respirazione Aloidrocarburi: fumiganti e geodisinfestanti per serre Fosforganici: stimolo della produzione di fitoalessine Analoghi delle strobilurine: inibizione della respirazione
  • 26. Sitografia www.fitogest.com Banca dati principi attivi, formulati commerciali e revisioni tossicologiche www.bioplanet.it Portale specializzato in lotta biologica www.cespevi.it Portale del centro sperimentale per il vivaismo di Pistoia www.ispave.it Centro di ricerca per la patologia vegetale www.forestpests.org Ottima banca dati per il riconoscimento visivo delle patologie Consigliata la consultazione dei siti dei servizi fitosanitari regionali. Utili per allerte, rapporti di monitoraggio forestale e decreti di lotta obbligatoria.
  • 27. Conclusioni Vi aspettiamo sul forum Bonsai Italia per discuterne assieme! www.bonsai-italia.org/forum Testi e immagini Marco Beconcini Impaginazione Marco Antonini Licenza d’uso Creative Commons