1. Patologia vegetale in
ambito bonsai
A cura dell’agronomo
dr. Marco Beconcini
per www.bonsai-italia.org
2. Patologia vegetale
Organismi responsabili delle alterazioni
Funghi
Insetti, acari, nematodi
Fanerogame parassite
Batteri
Virus
Fitoplasmi
Fattori legati alle condizioni dell’ambiente
Inquinamento
Fisiopatie
Clima
3. Funghi
Hanno una struttura molto varia da
specie a specie e sono composti da cellule
filamentose chiamate IFE, che insieme
formano il MICELIO
La riproduzione può essere:
Sessuata:
un incontro di spore che avviene grazie al
vento, agli insetti, all'acqua, ecc.
Asessuata:
con un distaccamento o divisione di parti
del fungo in grado di formare un nuovo
individuo.
La membrana cellulare dei funghi è
composta da chitina a differenza di quella
delle piante che è composta da cellulosa.
4. Classificazione funghi
A seconda delle loro esigenze nutritive i funghi si dividono in:
SAPROFITI: tutti quei funghi che degradano sostanze non
viventi di origine animale o vegetale in composti meno
complessi per potersene nutrire.
PARASSITI: Si definiscono parassiti quei funghi che si
nutrono di organismi viventi,e sono sicuramente i più
pericolosi per le piante.
SIMBIONTI: si tratta di funghi che instaurano un
rapporto mutualistico di scambio con la pianta.
Sottrazione di una sostanza e rilascio di altre utili (es:
micorriza)
5. Insetti
Questo tipo di animali svolge la propria vita, nella maggior parte dei casi in
strettissima relazione con le piante.
Gli insetti svolgono numerose delle loro attività con gli organismi vegetali, alcuni
hanno funzioni fondamentali per la vita delle piante come ad esempio il trasporto
del polline, altri invece nutrendosi dei tessuti vegetali comportano un progressivo
indebolimento dell'ospite che in molti casi può portare al deperimento
irreversibile.
6. Acari
Sono gli unici fitofagi dell'ordine degli
Aracnidi. Si distinguono dagli insetti in
quanto possiedono otto zampe rispetto
agli insetti che ne hanno sei.
Le famiglie più importanti degli acari
fitofagi sono quelle dei Tetranichidi,
Tarsonemidi, Tenuipalpidi, Eriofidi ed
Ascaridi.
L’apparato boccale degli acari, è molto
particolare ed è costituito da organi
chiamati pedipalpi e cheliceri grazie ai
quali possono:
perforare
lacerare
trasportare
Grazie a questa caratteristica, l'acaro
sottrae linfa e inietta enzimi nei tessuti.
7. Nematodi
Questa classe contiene sia specie conducenti vita libera che parassiti.
I soggetti più pericolosi sono dotati di un apparato boccale provvisto di stiletti,
che permette la perforazione delle pareti cellulari delle radici delle piante
succhiando in seguito i succhi vegetali. sulle piante possono provocare
deperimenti, ingiallimenti e appassimenti delle foglie, formazione di galle sulle
radici. Nelle colture agrarie risulta molto importante contenere questi animali in
quantohanno un un grosso impatto sulle colture in particolare attacchi da
nematodi Tilenchidi, Heteroderidi, Pratilenchidi, Afelenchoididi e Longidoridi.
8. Fanerogame parassite
Piante parassite obbligate in cui manca la funzione clorifilliana.
Questi vegetali utilizzano un organo detto Austorio per perforare i tessuti
dell'ospite da cui successivamente preleva acqua e sali minerali
Cuscuta sp. Vischio - Viscus album
9. Batteri
Sono microrganismi procarioti (senza membrana nucleare) unicellulari con
dimensioni di pochi micrometri. Le colonizzazioni di questi organismi vengono
chiamate batteriosi.
Come per quanto riguarda l'uomo, anche per le piante gli effetti delle batteriosi
possono produrre gravi squilibri con la differenza che in agricoltura l’impiego di
antibiotici per curare le infezioni batteriche è severamente vietato.
10. Virus
Non sono organismi, perché non hanno né
struttura cellulare né co-presenza di DNA
e RNA quindi sono chiamate entità
biologiche con caratteristiche di parassita
obbligato. Modificano l'assetto della
cellula iniettando il proprio genoma
sono incapaci di penetrare in maniera
autonoma nella pianta (necessitano di
vettori per gli spostamenti e per
l’inoculazione). Tra i vettori più
importanti ci sono insetti, nematodi e
soprattutto il traffico di piante infette è
un fondamentale elemento di diffusione. Virus della vite Glfv.
Questo tipo di malattie non potendo
essere curate direttamente necessitano di
un controllo dei vettori.
11. Fitoplasmi
Organismi procariotici privi di parete
nucleare (pleomorfi), appartenenti alla
classe dei Mollicutes.
Caratteristiche:
parassiti completamente obbligati
intracellulari ed infeudati al floema
riproduzione per scissione e gemmazione
Possono provocare epidemie molto
pericolose anche per le piante arboree.
Non esiste una cura attuabile per tali
microrganismi, si sono rivelati efficaci in
laboratorio trattamenti con tetracicline
ma in quanto antibiotici non posso essere
usati.
Giallume dell’olmo
12. Altri fattori
Inquinamento
Le sostanze inquinanti dell'aria e quelle concentrate del
suolo possono provocare effetti piuttosto gravi come danni
alle strutture superficiali (cuticola), maggiore
predisposizione agli attacchi parassitari e soprattutto un
notevole disturbo del metabolismo e dei processi di crescita.
Fisiopatie
Ovvero carenze o eccessi di sostanze necessarie alla pianta
quali acqua, macroelementi, microelementi, sostanza
organica, ecc...
Clima
Gli estremi termici, il vento, l’esposizione prolungata ai
raggi solari e la grandine sono tutti fenomeni legati al clima
che possono indebolire o far perire le piante.
13. ‘Triangolo della malattia’
Si tratta di un equilibrio di tre fattori fondamentali
Ambiente favorevole
Virulenza del patogeno
Ospite suscettibile
(pianta più o meno resistente al patogeno)
I tre fattori vengono rappresentati in questa figura che è detta:
Triangolo della malattia
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ospite suscettibile
14. ‘Triangolo della malattia’
Pianta meno suscettibile Patogeno meno virulento Ambiente meno favorevole
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ospite suscettibile ospite suscettibile ospite suscettibile
Se viene a mancare uno di questi presupposti la pianta non si ammala.
16. La difesa antiparassitaria
Si attua per evitare o contenere un danno alle nostre piante.
I danni che possono subentrare su una pianta malata possono essere riassunti in:
colturali, danni ai prodotti (frutta, verdura, floricoltura, ecc...)
riguardanti la salute della pianta
estetici
Mentre in agricoltura il danno estetico è poco importante, nel bonsaismo è di
primaria importanza.
Inoltre, a differenza degli altri ambiti di difesa vegetale, dove il danno comporta
‘solamente’ una perdita economica, nel caso dei Bonsai c’è anche un danno
affettivo.
17. Metodologie di contrasto
Metodi preventivi
utilizzo di sostanze chimiche o naturali in grado di proteggere la pianta da un
attacco.
Metodi biologici
Lotta con organismi viventi in grado di controllare il patogeno.
Metodi chimici
Impiego di formulati chimici in grado di contenere o eliminare un patogeno.
18. Metodi preventivi - il rame
Un classico esempio di intervento preventivo è l’impiego del Rame per favorire la
resistenza all'attacco di eventuali patogeni fungini.
Il rame interferisce con la respirazione cellulare dei funghi impedendo la
formazione di un enzima vitale per essi.
E’ consigliata l’applicazione nei mesi invernali fino all'inizio di primavera,
solitamente con due o tre trattamenti. E’ anche indicato dopo eventi atmosferici
come la grandine per prevenire l’ingresso di funghi e batteri. Si può trovare in
diverse formulazioni tra cui:
Ossicloruro di Rame
Solfato di rame (con idrossido di Calcio)
Poltiglia bordolese
Idrossido di rame
19. Metodi preventivi - fosetil alluminio
Questa sostanza conosciuta soprattutto nell'ambito del bonsai come rimedio
“definitivo” contro i marciumi radicali, può essere un ottimo preventivo contro gli
attacchi fungini in genere.
Il fosetil alluminio è caratterizzato dalla notevole mobilità sia in senso ascendente
che discendente. Penetra molto rapidamente nei tessuti vegetali ed il suo
meccanismo d'azione risulta diverso da quello di altri principi attivi, diventa
infatti efficace dopo essere stato metabolizzato dalle piante stimolando
successivamente la formazione delle naturali sostanze di difesa (fenoli e
fitoalessine).
Questa sostanza va impiegata quando la pianta è biologicamente attiva
(indicativamente da marzo a ottobre)
20. Metodi biologici - insetti antagonisti
Vengono dispersi in un determinato ambiente numerosi individui al fine di
controllare e contenere altri insetti fitofagi o aracnidi dannosi per la pianta.
Alcuni esempi:
Chrysopa: è un insetto dell'ordine dei neurotteri le cui
larve posso cibarsi fino a seicento afidi al giorno
Orius laevigatus: Tutti gli stadi di questo predatore si
nutrono attivamente di tripidi, anche se possono
utilizzare come fonte di cibo alternativo polline ed altri
fitofagi, tra cui acari, afidi ed altri piccoli insetti.
Triflodroni: sono degli acari che vivono a spese di altri
acari fitofagi. Sono in grado di abbassare e di controllare
lo sviluppo di una popolazione di Ragnetto rosso
21. Metodi biologici - batteri antagonisti
Nella lotta biologica oltre agli insetti si possono usare anche microrganismi in
grado, tramite particolari processi di entrare a contatto col patogeno ed
eliminarlo.
L'esempio più significativo è il batterio Bacillus thuringiensis.
Questo bacillo sporigeno dopo essere stato ingerito rilascia delle tossine che
danneggiano l'apparato digerente di moltissimi ditteri (zanzare) e di quasi tutte le
larve di lepidotteri.
Queste tossine, contenute in cristalli, si liberano in presenza di ambiente alcalino.
L’apparato digerente di questi patogeni è infatti alcalino.
22. Metodi chimici
La lotta chimica viene effettuata mediante l’uso di fitofarmaci che si dividono in:
anticrittogamici: contrastano le malattie e/o alterazioni da funghi e batteri
nematocidi, insetticidi e acaricidi: combattono insetti e altri animali dannosi
diserbanti ed erbicidi: eliminano le erbe infestanti
fitoregolatori: ormoni vegetali, inibitori ormonali ed assimilabili
radicanti e brachizzanti: contenitori della taglia
Composizione di un fitofarmaco
principio attivo (PA): la sostanza che produce l’effetto tossico sul patogeno.
coadiuvanti: sostanze non dichiarate nell'etichetta che servono a migliorare
l’efficacia del principio attivo.
coformulanti: sostanze inerti come solventi o diluenti.
23. Fitofarmaci - classificazione
Un fitofarmaco può suddividersi anche in base alla modalità di entrata nella
pianta:
di copertura
agisce per contatto diretto con la pianta senza varcare la cuticola fogliare
citotropico
penetra nelle parti della pianta adiacenti al contatto
translaminare
entra nella cuticola fogliare e raggiunge la pagina inferiore della foglia
sistemico
viene assorbito dalla pianta e traslocato dalle radici verso la parte epigea
(sistemia acropeta) e/o viceversa (sistemia basipeta)
24. Insetticidi
Attualmente in commercio esistono cinque classi di insetticidi i cui meccanismi di
azione sono rivolti contro il sistema nervoso o agendo sulla struttura degli insetti:
Fosforganici
Agiscono sulla trasmissione degli impulsi nervosi, inibendo l'attività dell'enzima
acetilcolinesterasi.
Carbammati
L’enzima acetilcolinesterasi viene sostituito con un una molecola strutturalmente
simile che impedisce lo scambio neuronale, con susseguente morte del patogeno
Piretroidi
Esercitano azione prevalentemente per contatto, sono liposolubili e entrano nelle
cere degli insetti
Benzoiluree
I composti di questa classe interferiscono sulla formazione della chitina, bloccando lo
sviluppo delle larve nella fase di muta. Hanno poca efficacia sugli adulti e sono
chiamati regolatori di crescita
Neonicotinoidi
Sono i più recenti di introduzione, anch'essi danneggiano lo scambio neuronale e sono
molto persistenti nell'ambiente. Alcuni di questi prodotti si sono rivelati poco selettivi
nei confronti degli ‘insetti utili’ (es: moria delle api)
25. Fungicidi - anticrittogamici
Indicano quelle sostanze organiche ed inorganiche in grado di prevenire, curare o
eradicare le aggressioni da parte di agenti fungini.
Fungicidi organici
Rame: fungicida di copertura e batteriostatico
Zolfo: fungicida di copertura utile nel caso degli oidi (fam. erisifaceae)
Fungicidi inorganici (chimici)
Agiscono sulla membrana cellulare del fungo, sugli enzimi e sulla biosintesi degli
aminoacidi.
Azoto-solforganici: inibizione enzimatica
Azotorganici: inibizione della biosintesi degli amminoacidi e respirazione
Aloidrocarburi: fumiganti e geodisinfestanti per serre
Fosforganici: stimolo della produzione di fitoalessine
Analoghi delle strobilurine: inibizione della respirazione
26. Sitografia
www.fitogest.com
Banca dati principi attivi, formulati commerciali e revisioni tossicologiche
www.bioplanet.it
Portale specializzato in lotta biologica
www.cespevi.it
Portale del centro sperimentale per il vivaismo di Pistoia
www.ispave.it
Centro di ricerca per la patologia vegetale
www.forestpests.org
Ottima banca dati per il riconoscimento visivo delle patologie
Consigliata la consultazione dei siti dei servizi fitosanitari regionali. Utili per
allerte, rapporti di monitoraggio forestale e decreti di lotta obbligatoria.
27. Conclusioni
Vi aspettiamo sul forum Bonsai Italia per discuterne assieme!
www.bonsai-italia.org/forum
Testi e immagini
Marco Beconcini
Impaginazione
Marco Antonini
Licenza d’uso
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