1. Lo stile di vita dell’arbitro
adolescente.
Ovvero l’arbitro:
una questione di stile.
Prof.ssa Antonietta Marchi
Dott. Francesco Borghi
Dott. Andrea Bollini
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2. Introduzione
Oggi giorno le partite di calcio
mostrano tattiche e metodi
evoluti di gioco: questo è
sempre più veloce, addirittura
frenetico, i tempi di gioco con
la palla viva si è ridotto e il
numero medio dei falli è
aumentato così come la
frequenza e l’intensità dei
contatti tra i giocatori.
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3. Introduzione
Dati questi che impongono agli
arbitri una preparazione
complessa che renda efficiente
ogni intervento. Le diverse
tattiche di gioco richiedono
all’arbitro una preparazione
sportiva (alti livelli psicofisici)
importante per esprimere
giudizi con lucidità e rapidità
per tutta la partita. Ciò è ancora
più vero con direttori di gara
nelle fasce giovanili, laddove
non è previsto il supporto di
collaboratori ufficiali.
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4. L’adolescente
Questo lasso di tempo così detto della
adolescenza e della prima giovinezza
giovinezza conosce un maggiore
potenziamento di tutta la struttura
corporea. La massa ponderale del
cuore si accresce di molto permettendo
maggiori afflusso e deflusso di sangue.
Il ritmo cardiaco risulta quindi ridotto in
frequenza in quanto , nel contempo
aumentano la capacità contrattile e la
pervietà dei vasi sanguigni. I polmoni
godono di una dinamica di scambio
gassoso particolarmente favorevole, i
muscoli migliorano dal punto di vista
morfologico e funzionale, aumentando
di tono e di forza.
Dal punto di vista psicologico questo
fase della vita è costellata di problemi di
carattere emozionale, in quanto
coincide con la pubertà e l’adolescenza.
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5. Le “finestre” utili per coltivare
l’attività di arbitro
Lo stile dell’educazione del carattere
Lo stile della coerenza e del rispetto
della norma
Lo stile dell’onestà, del controllo delle
emozioni e dello stress
Lo stile del rischio
Uno stile fatto di intelligenza.
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6. Lo stile dell’educazione del
carattere
Indipendenza dall’ambiente
Facile comunicativa con gli altri
Controllo del sentimento e stabilità
emotiva
Difficile suggestionabilità
Elevata autostima
Schema corporeo maturo e ben
differenziato
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7. Lo stile dell’educazione del
carattere
L’arbitro adolescente deve
essere condotto a diventare
meno intransigente, a saper
dosare passione e
attaccamento alla regola. Tutte
cose molto impegnative per un
età in cui l’intransigenza va a
braccetto con la passione.
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8. Lo stile della coerenza e del
rispetto della norma
L’arbitro adolescente
si prepara a diventare
un professionista e un
organizzatore di ruoli,
ma non deve mai
dimenticarsi di essere
prima di tutto un
essere
umano in cui agiscono
la coscienza interiore
e la norma.
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9. Lo stile della coerenza e del
rispetto della norma
L’educazione di un
adolescente in tal senso
deve sempre tenere conto
del rischio di cadere da
una parte in un
“soggettivismo” in cui ogni
cosa cambia aspetto
pericolosamente caso per
caso; dall’altra in un
eccessivo dogmatismo in
cui la “regola” diventa un
miope paio di occhiali
attraverso cui valutare il
mondo.
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10. Lo stile dell’onestà, del controllo
delle emozioni e dello stress
L’onestà è
l’incapacità di
“portare via” ciò
che appartiene agli
altri, di negare le
colpe e gli errori, di
mentire
La capacità di
accettare le proprie
responsabilità e
condividere il
proprio vissuto.
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11. Lo stile dell’onestà, del controllo
delle emozioni e dello stress
L’onestà è una ricerca personale al fine di valutare,
comportarsi, agire secondo un senso di giustizia che
deriva da diversi fattori.
Il senso personale e individuale di giustizia che ogni
uomo ha in sé, considerandosi come un essere in
rapporto con il mondo:qui sta l’origine dei principi
della deontologia arbitrale
Il senso di giustizia che l’arbitro si è costituito in
Sezione, il senso di giustizia che deriva dallo
scambio delle proprie idee con quelle degli altri pari.
La conformità che l’azione arbitrale ha con il senso
civile del dovere, dell’onore e della coscienza.
La disciplina che attraverso l’insegnamento delle
regole tramite il vissuto personale, in cui ogni azione
è messa all’interno di un gioco di altre azioni e per
questo va motivata e deve essere coerente.
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12. Lo stile dell’onestà, del controllo
delle emozioni e dello stress
L’adolescente, allontanandosi dalla visione
egocentrica e accentratrice dell’infanzia,
impara a proprie spese che il mondo in cui
agisce è popolato da “altri”.
…ed entrare in rapporto con
l’alterità vuol dire affrontare
il tradimento, la solitudine e,
in rapporto alle regole, l’errore.
L’arbitro è colui che “gestisce l’errore”.
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13. Stress - stressor
A volte al soggetto basterà
aver litigato con la ragazza o
aver avuto un problema in
famiglia.
L’ adolescente ha sempre
grande bisogno di supporti
esterni, dalle figure di
riferimento, al preparatore,
dal genitore e agli amici,
importantissime sempre ma in
particolare in questo periodo
della vita in cui il senso di
appartenenza a un gruppo e il
senso di accettazione hanno
così grande valore da
influenzare i comportamenti
della vita futura da adulto.
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14. Stress - stressor
Per l’attività arbitrale si può facilmente accertare,
anche intuitivamente, che la fatica è causata
soprattutto da fattori di ordine psicologico,
sociopsicologico e socioeconomico; questi fattori
favoriscono l’instaurarsi di condizionamenti che
causano l’abbassamento della prestazione.
L’influenza dei fattori estranei alla sfera fisica è
più condizionante di quanto non si possa
immaginare. Basta qualche settimana di sonno
irregolare per instaurare la cronicizzazione dello
stato generale di fatica.
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15. Lo stile dell’onestà, del controllo
delle emozioni e dello stress
“… molto più importanti sono le
soddisfazioni che ottengono gli
arbitri dei campionati cosiddetti
minori, specie quelli giovanili,
soddisfazioni che derivano dalla
consapevolezza, qualche rara
volta sottolineata dall’esterno, che
la propria fatica aiuta altre
persone, spesso giovani e
giovanissime a divertirsi facendo
sport… forse non è facile
spiegarlo, ma sono convinto che si
tratti di un compiacimento
impalpabile, stupendo, intimo… ”
Da “Le mie regole del gioco”
P. Luigi Collina
pag 152,ed. Mondadori - 2003
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16. Lo stile del rischio
Il primo rischio è la preparazione,
che deve essere rigorosa.
Un giorno di allenamento saltato
significa meno lucidità in gara.
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17. Lo stile del rischio
Proprio l’assunzione del rischio educa
il giovane arbitro alla
ricerca costante e
accurata del miglior
rendimento nel gesto
particolare e nella globalità.
Nella gestione corporea che serve a “seguire
il gioco” attraverso scatti e resistenza, a
comunicare attraverso
una postura e un
atteggiamento chiari e
corretti.
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18. Lo stile del rischio
L’assunzione di comportamenti a rischio,
costante così tipica dell’adolescente,
diventa in questo modo un’apertura verso
l’assunzione di un rischio che
non è vano
esibizionismo oppure
pegno pagato per
entrare nel gruppo
di pari, ma è
assunzione di
responsabilità.
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19. Uno stile fatto di intelligenza.
L’intelligenza della
situazione, qualora
sia manifestata sul
piano sociale,
migliora il
funzionamento di
ogni apparato
organizzativo.
Questa caratteristica, indispensabile per
risolvere determinate situazioni che si
verificano sul campo da gioco, è ciò che il
giovane arbitro deve perseguire.
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20. Conclusioni
“…Preparazione è la parola
chiave per interpretare il mio
modo di intendere il “mestiere
dell’arbitro” (il virgolettato è
dello stesso Collina). Per
arbitrare una partita di calcio
nel miglior modo possibile
occorre essere consapevoli di
quello che si è chiamati a fare e
trovarsi nelle condizioni ottimali
per farlo, il che significa
impegno, lavoro, attenzione.
Significa non lasciare nulla al
caso.”
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