2. Più nonni che nipoti
La demografia, primo motore
Le previsioni demografiche parlano chiaro:
l’invecchiamento della popolazione è il fenomeno più
potente con il quale fare i conti
Nel periodo 2005-2060:
la componente di popolazione tra 0 e 19 anni sul totale
scenderà dal 19,1 al 17,1%
la componente tra 20 e 54 anni calerà dal 49,4 al 38%
la componente degli over 65 anni salirà dal 19,5 al 33%
2
Le ipotesi sottostanti le previsioni demografiche dello scenario nazionale Istat centrale base 2011 sono: un tasso di
fecondità leggermente crescente che passa dall’1,4 del 2010 all’1,6 del 2060, con una progressione lineare,una speranza di
vita al 2060 pari a 86,2 anni per gli uomini e 91,1 anni per le donne, con un incremento di 7,1 e 6,9 anni rispetto al 2010,un
flusso migratorio netto che passa dalle 280 mila unità annue del decennio 2011-2020, alle 200 mila unità attorno al 2050,
per poi scendere a 180 mila unità circa al 2065. Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e
socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 – Ragioneria generale dello Stato
3. Più nonni che nipoti
La demografia, primo motore
L’evoluzione degli indici di dipendenza e di quello di
vecchiaia modifica prepotentemente l’assetto socio-
economico del nostro Paese e la dinamica della spesa
per welfare e sanità
Nel periodo 2005-2060:
l’indice di dipendenza degli anziani è destinato a passare
dal 29,3 del 2005 al 60,7% del 2060
l’indice di dipendenza totale, a sua volta, salirà dal 62,7
del 2005 al 100,4% del 2060
l’indice di vecchiaia crescerà dal 148,8 del 2010 al 256,3
del 2060
3
L’indice di dipendenza degli anziani è il rapporto fra popolazione anziana e popolazione in età di lavoro
L’indice di dipendenza dei giovani è il rapporto fra popolazione giovane e popolazione in età di lavoro
L’indice di dipendenza totale è il rapporto tra giovani ed anziani insieme rispetto alla popolazione in età di lavoro
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
4. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
L’impatto dell’invecchiamento demografico sulla spesa
per welfare in senso lato è crescente negli anni, ma con
modulazioni diverse in relazione al tipo di spesa e agli
effetti degli interventi delle riforme, come quella
previdenziale, che sono state prodotte
4
5. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
La spesa per pensioni
Nel periodo 2010-2060, dopo un fase iniziale di crescita,
esclusivamente imputabile alla recessione economica
che è prevista proseguire anche nel 2013, la spesa per
pensioni in rapporto al PIL flette gradualmente fino a
raggiungere il 14,8% nel 2029
Negli anni successivi, si apre una nuova fase di crescita
che porta il rapporto al suo punto di massimo relativo,
pari a circa il 15,6%, nel triennio 2044-2046
Da qui in poi, il rapporto spesa/PIL scende rapidamente
attestandosi al 15,3% nel 2050 ed al 13,9% nel 2060, con
una decelerazione pressoché costante
5
Le ipotesi macroeconomiche – in aggiunta a quelle demografiche riportate - sottostanti le previsioni di impatto sulla spesa sono
quelle dello scenario nazionale Istat centrale base 2011 per il periodo 2010-2060:
-tasso di attività da 62,2 a 70,4%, tasso di disoccupazione da 8,4% a 5,5, tasso di occupazione da 56,9 a 66,0%; produttività come
variazione media del decennio predente da 0,1 a 1,5%; Pil reale, come variazione media del decennio precedente, da 0,8 a 1,4%.
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
6. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
La spesa per pensioni
6
Le previsioni della spesa pensionistica e socio-sanitaria sono state effettuate sulla base di due differenti scenari: uno definito
a livello nazionale, denominato “nazionale base”, e l’altro elaborato a livello europeo, denominato “EPC-WGA baseline”.
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
7. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
La spesa per sanità
Nel periodo 2005-2060 la previsione del rapporto fra
spesa sanitaria pubblica e PIL, dopo la flessione iniziale
dovuta alle politiche di contenimento scontate nelle
previsioni di breve periodo, presenta una crescita
piuttosto regolare a partire dal 2018
Il ritmo di crescita mostra una leggera flessione
nell’ultimo decennio del periodo di previsione, dovuta
all’uscita delle generazioni del baby boom
Complessivamente, il rapporto si incrementa di circa
1,1 punti percentuali passando dal 7,1% del 2012
all’8,2% del 2060
7
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
8. Spesa pubblica per sanità
Spesa in rapporto al Pil
Scenario nazionale base
8
L’approccio di “pure ageing scenario” rende le variazioni del rapporto spesa sanitaria/PIL dipendenti esclusivamente dalla
modificazione della struttura della popolazione. Il “reference scenario” considera anche altre variabili, come il
miglioramento della qualità della vita.
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
9. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
La spesa per LTC – 1
La spesa pubblica rivolta agli anziani e ai disabili non
autosufficienti, definita come spesa per LTC, include tre
componenti:
i) la componente sanitaria,
ii) la spesa per indennità di accompagnamento
iii) la spesa per “Altre prestazioni LTC”
L’aggregato, pari a circa 1,8 punti percentuali di PIL nel 2012,
comprende il totale delle prestazioni erogate ai soggetti non
autosufficienti, a prescindere dall’età del beneficiario
La componente sanitaria rappresenta il 47% del totale contro
quasi il 44% della spesa per indennità di accompagnamento,
le altre prestazioni assistenziali coprono, invece, circa il 9%
9
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
10. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto sulla spesa di welfare
La spesa per LTC - 2
La spesa pubblica per LTC in rapporto al PIL passa
dall’1,8% del 2012 al 3,2% del 2060
In particolare, aumenta il peso delle indennità di
accompagnamento e quello delle altre prestazioni LTC a
discapito della componente sanitaria
In relazione alla struttura per età, si registra una
crescita della quota di spesa destinata agli
ultraottantenni la quale passa dal 45% del 2010 a circa il
70% del 2060
10
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
11. Spesa pubblica per LTC
Spesa in rapporto al Pil
Scenario nazionale base
11
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
12. La longevità: opportunità o rischio?
L’impatto complessivo
sulla spesa di welfare
12
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
13. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria”
della disabilità e della Long Term Care - 1
La protezione monetaria della disabilità e della Long Term
Care comprende l’indennità di accompagnamento e le
pensioni/assegni di invalidità civile
Nel complesso, tali prestazioni esprimono il costo della
tutela, di tipo assistenziale, rivolta ai soggetti disabili e non
autosufficienti sotto forma di prestazioni monetarie
La spesa per pensioni di invalidità si attesta intorno allo 0,2-
0,3% per tutto il periodo di previsione raggiungendo il livello
massimo nel 2034
Al contrario, la spesa per indennità di accompagnamento,
rispetto al PIL, mostra una crescita costante passando dallo
0,8% nel 2012 all’1,5% nel 2060
13
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
14. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria”
della disabilità e della Long Term Care - 2
I due diversi andamenti derivano, principalmente, dalla
differente dinamica della struttura della popolazione
interessata: l’invecchiamento della popolazione implica, da
una parte, un aumento della popolazione anziana, e quindi
della platea dei percettori di indennità di accompagnamento
e, dall’altra, una sostanziale stabilizzazione della popolazione
con età inferiore al requisito anagrafico minimo richiesto per
l’accesso all’assegno sociale, dove si collocano i potenziali
percettori delle pensioni di invalidità civile
All’Inps, peraltro, fanno capo anche le prestazioni, di natura
previdenziale e non più assistenziale, rivolte ala tutela dei
lavoratori in caso di invalidità e inabilità: l’assegno di
invalidità e la pensione di inabilità
14
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n.
14/2013 – Ragioneria generale dello Stato
15. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria”
della disabilità e della Long Term Care - 3
Le dimensioni dell’attività dell’Inps per la
protezione “monetaria” della disabilità e della non
autosufficienza nel 2012:
numero di istanze per prestazioni previdenziali: 171.801
di cui: 105.318 per invalidità (accolte: 47.323)
66.483 per inabilità (accolte: 10.678)
numero di istanze per benefici assistenziali: 2.088.177
di cui: 1.081.142 per invalidità civile (412.194
prestazioni liquidate)
verifiche straordinarie (inv. civ.) sulla permanenza dei
requisiti medico legali: 250.000
15
Fonte: Inps
16. La longevità: opportunità o rischio?
Spesa per pensioni/indennità di accompagnamento
in % del PIL
16
Fonte: Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario – Rapporto n. 14/2013 –
Ragioneria generale dello Stato
17. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria” della malattia - 1
L’Inps eroga un’indennità giornaliera ai lavoratori
assicurati (dipendenti del settore privato e lavoratori
autonomi) che, a causa di malattia, si trovino
temporaneamente nell’impossibilità di svolgere le
proprie mansioni
Nel 2012 sono stati trasmessi, on line, all’Istituto:
11.387.281 certificati di malattia per i propri assicurati
5.402.411 per pubblici dipendenti
2.672.051 per lavoratori privati non assicurati Inps
Nel 2012 sono state espletate più di 1.200.000 visite di controllo
che nel 27% dei casi hanno dato esito di idoneità al lavoro
17
Fonte: Inps
18. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria” della malattia - 2
I dati estrapolabili dagli archivi informatici dell’Inps
potrebbero fornire al Sistema Sanitario Nazionale una
rappresentazione dinamica e fedele sullo stato di salute
“attuale” della popolazione, specie per ciò che riguarda
l’insorgenza, l’andamento e la distribuzione geografica
delle malattie epidemiche o diffusive, facilitando così la
programmazione e la tempestiva attuazione di
interventi mirati di prevenzione, anche primaria
18
19. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria” della malattia - 4
19
Fonte: Inps
17
34.4
29.8
24.8
21.3
18.9
16.7
15.5
14.3
13.1
12.5
12.4
15.6
25.7
22.9
20.6
17.7
14.8
13.4
12.5
11.6
11.4
8
4.2
Totale
65 e oltre
Da 60 a 64
Da 55 a 59
da 50 a 54
Da 45 a 49
Da 40 a 44
Da 35 a 39
Da 30 a 34
Da 25 a 29
Da 20 a 24
Fino a 19
Anni e acciacchi
Numero medio annuo delle giornate di malattia per ciascun lavoratore,
per classe di età (anno 2011)
Pubblica Amministrazione Settore privato
20. La longevità: opportunità o rischio?
La protezione “monetaria” della malattia - 5
20
Fonte: Inps
2.830.840
1.099.178
Domenica
Sabato
Venerdì
Giovedì
Mercoledì
Martedì
Lunedì
Pubblica amministrazione
Settore privato
Mai di domenica
Numero eventi di malattia per giorno di inizio (anno 2011, in milioni)
21. La longevità: opportunità o rischio?
Proposte e prospettive - 1
Revisione della governance del sistema di welfare correlato alla
salute e alla no autosufficienza, definendo una cornice nazionale
delle politiche socio-sanitarie, dei livelli di integrazione tra
soggetti istituzionali (Regioni, Asl, Comuni, Inps), delle forme di
collaborazione tra pubblico, privato sociale e privato, in una
prospettiva di promozione della sussidiarietà
Ridefinizione più efficace delle funzioni e dei processi di
collaborazione tra Inps (a cui dovrebbe essere attribuito l’intero
procedimento accertativo) e Regioni/Asl per le invalidità civili e
le indennità di accompagnamento in chiave di integrazione tra
apporti monetari e servizi assistenziali
Valorizzazione, nell’ambito dei servizi socio-sanitari-
assistenziali, della dimensione territoriale, in particolare delle
cure domiciliari e della figura del caregiver familiare
21
22. La longevità: opportunità o rischio?
Proposte e prospettive - 2
Ridefinizione in termini di efficacia, efficienza e
appropriatezza, dei servizi pubblici e privati socio-sanitari-
assistenziali, in un’equa ripartizione tra ospedale e territorio
Sviluppo del secondo pilastro, con fondi sanitari integrativi
che prevedano formule incentivanti per la destinazione di
quote di spesa riservate per la non autosufficienza
Introduzione di forme di compartecipazione alla spesa in
particolare nella home care, ovviamente secondo principi di
equità e di promozione delle migliori pratiche
22
Notas do Editor
Le ipotesi macroeconomiche – in aggiunta a quelle demografiche riportate - sottostanti le previsioni di impatto sulla spesa sono quelle dello scenario nazionale Istat centrale base 2011 per il periodo 2010-2060:
tasso di attività da 62,2 a 70,4%, tasso di disoccupazione da 8,4% a 5,5, tasso di occupazione da 56,9 a 66,0%; produttività come variazione media del decennio predente da 0,1 a 1,5%; Pil reale, come variazione media del decennio precedente, da 0,8 a 1,4%.
Le ipotesi macroeconomiche – in aggiunta a quelle demografiche riportate - sottostanti le previsioni di impatto sulla spesa sono quelle dello scenario nazionale Istat centrale base 2011 per il periodo 2010-2060:
tasso di attività da 62,2 a 70,4%, tasso di disoccupazione da 8,4% a 5,5, tasso di occupazione da 56,9 a 66,0%; produttività come variazione media del decennio predente da 0,1 a 1,5%; Pil reale, come variazione media del decennio precedente, da 0,8 a 1,4%.