Un comunicato sulla prevista riduzione dei parlamentari dell'assemblea regionale siciliana. Il Senatore d'Alì si è dichiarato favorevole pur con alcune riserve.
Antonio d'alì intervento su riduzione parlamentari ars
1. Senato della Repubblica
Sen. Antonio d'Alì
Presidente della XIII Commissione
Territorio, Ambiente, Beni ambientali
Comunicato Stampa n 041
Riduzione dei parlamentari all’ARS. D’Alì interviene in Senato sul Disegno di
Legge costituzionale.
Roma, 17 aprile 2012 – Il sen. Antonio d'Alì è intervenuto in aula, questo pomeriggio,
sul Disegno di Legge Costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari della
Assemblea Regionale Siciliana da 90 a 70. Una legge che se dovesse essere
approvata entrerebbe in vigore immediatamente con il vigente sistema elettorale
siciliano e senza che si giunga preventivamente ad una sua rimodulazione. Pertanto la
riduzione interverebbe sul listino che passerrebbe da 9 a 7 deputati, e sul
proporzionale da 80 a 62 (il 70° rimarrebbe il primo dei candidati alla Presidenza della
Regione non eletto).
“Sono provvedimenti che certamente condividiamo – ha detto d’Alì nel suo intervento –
come condivideremo la diminuzione del numero dei parlamenti nazionali. Ma il rischio è
che rimangano, alla fine dei conti, interventi per tacitare l’opinione pubblica piuttosto
che decisioni che abbiano una reale efficacia nella diminuzione della spesa pubblica.
Ciò che dobbiamo davvero diminuire sono i centri di spesa: gli enti intermedi, i comuni,
i consorzi; ed è necessario rivedere anche l’assetto delle Regioni. Va anche bene
cominciare dall’ARS e dalla riduzione dei suoi parlamentari, è una proposta che, come
detto, sosterremo e che voteremo, ma rischia di rimanere una risposta più di
demagogia che di sostanza se 70 deputati dovessero continuare a produrre i guasti di
90 perché non saremo stati in grado di riformare tutto l’assetto delle Regioni a Statuto
Speciale o delle Province Autonome. Bisogna avere il coraggio di rimettere tutto in
discussione, se davvero vogliamo diminuire la spesa pubblica come ci chiede l’intero
Paese”.
L’Ufficio Stampa
Fabio Pace