Alessandro Delpriori parla dei cantieri vaticani e della maturità di Raffaello a Roma.
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1. A SCUOLA CON RAFFAELLO https://mooc.uniurb.it/raffaello/
Roma e la nascita del mito: i cantieri
vaticani e la maturità
Alessandro Delpriori
2. Paris de Grassis, scrupolosissimo
cerimoniere pontificio di papa Giulio II,
annota nel suo diario che il 26 novembre
del 1507 il pontefice voleva cambiare casa.
La residenza era stata posta negli
appartamenti del suo predecessore,
Alessandro VI Borgia, che aveva fatto
decorare le stanze da Pinturicchio e dalla
sua bottega ed erano immagini celebrative
della sua casata e del suo operato. Il ritratto
di Rodrigo Borgia, in effetti, era ripetuto
molte volte e Giulio II, al secolo Giuliano
della Rovere, diceva che quegli affreschi gli
riportavano la memoria «pessima e
scelerata» del suo precedessore
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8. «Messo su la figura nella facciata di San Petronio e tornato a
Roma, non volse ancora papa Iulio che io facessi la sepoltura e
missemi a dipigniere la volta di Sisto, e facemo e’ pacti tre mila
ducati; e ‘l disegnio primo di decta opera furono dodici Apostoli
nelle lunecte, e ‘l resto un certo partimento ripieno d’adornamenti
chome s’usa. Dipoi, cominciata decta opera, mi parve riuscissi cosa
povera, e dissi al Papa chome, facendovi gli Appostoli soli, mi
parea che riuscissi cosa povera. Mi domandò perché: io gli dissi:
‘Perché furon poveri anche loro’. Allora mi decte nuova
chommessione che io facessi ciò che io volevo, e che mi
chontenterebe, e che io dipingessi fino alle storie di socto».
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10. Il cantiere delle Stanze
inizia dalle volte, e in
particolare dal soffitto
della Stanza cosiddetta
dell’Incendio e da quella
della Segnatura
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12. Contemporaneamente a Perugino,
che dirigeva i lavori nella Sala
dell’Incendio e probabilmente in
quella della Segnatura, nella cosidetta
Stanza di Eliodoro erano al lavoro
Lorenzo Lotto (che ricevette un
pagamento il 9 marzo del 1909), Luca
Signorelli e Baldassarre Peruzzi.
13. Il primo documento che riguarda
Raffaello è del 13 gennaio del
1509, in cui il pittore riceve un
pagamento.
14. Raffaello abbandonò Firenze in
fretta e furia lasciando incompiute
alcune opere anche molto
importanti, come la Madonna del
Baldacchino, ora a Palazzo Pitti.
In una lettera del 21 aprile 1508 Raffaello scriveva allo zio
Simone Ciarla ad Urbino in cui si sollecitava l’intervento
di Francesco Maria della Rovere, nipote di Giulio II,
presso Pier Soderini per degli affreschi da compiere a
Firenze. È probabile, invece, che con l’aiuto di Bramante,
la lettera di Francesco Maria fu indirizzata a Giulio II.
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50. In una lettera inviata da Roma a Mantova il 12 luglio 1511,
Giovan Francesco Grossi annunciava a Isabella d’Este,
Duchessa di Mantova, che Giulio II «faceva in palazo
depenzer due camere a un Raffaello di Urbino».
Il 4 ottobre del 1509 a Raffaello era stato conferito l’ufficio di
«Scrittore di Brevi Apostolici» che per un pittore valeva più o
meno la nomina ad «artista di corte pontificia»
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66. Il 1 agosto del 1514 venne solennemente confermata, anche da Papa
Leone X, la nomina di Raffaello ad architetto di San Pietro, con un
breve papale nel quale si affermava che lo stesso Bramante, sentendo
ormai la fine, l’aveva designato come suo successore nella grande
impresa.
Lo stesso giorno l’artista riceve il saldo del pagamento per le prime
due stanze, mentre da oltre un mese erano stati intrapresi i lavori per
la decorazione della terza stanza, quella denominata dell’Incendio del
Borgo.
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79. Giulio II muore nella notte tra il 20 e il 21 febbraio del 1513, il 3 marzo iniziò il
conclave per l’elezione di un nuovo pontefice.
Dopo la guerra interna tra i Borgia e i Della Rovere, il lungo pontificato di Giulio II
aveva portato stabilità a Roma e non c’erano fazioni avversarie in lotta.
Giovanni de’ Medici, figlio secondogenito di Lorenzo il Magnifico, era stato nominato
cardinale da Innocenzo VIII ma non era sacerdote, né vescovo. La sua elezione fu
suggerita da Bernardo da Bibbiena, segretario della famiglia Medici a Firenze che
convinse molti cardinali della necessità di un pontificato breve e di passaggio (Giovanni
era di salute cagionevole) e perciò riuscì a far salire al soglio pontificio il figlio di
Lorenzo che assunse il nome di Leone X.
Fu uno dei più grandi papi mecenati della storia e il suo regno durò fino al 1521.
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81. Leone X intende completare lo schema iconografico della Cappella Sistina con una
serie di arazzi dedicati agli Atti degli Apostoli. Gli episodi che vedono come
protagonisti i diretti discepoli di Cristo sono un chiaro riferimento alla Chiesa e alla
sua missione divina, ancor più esplicito di quelli già contenuti negli affreschi
quattrocenteschi. Raffaello è incaricato di realizzare i cartoni che devono servire da
modelli.
Probabilmente la commissione risale ancora al 1514 ma il primo pagamento noto è
del 15 giugno 1515 ed è quindi probabile che il pittore fosse all’opera già da qualche
tempo.
L’impegno potrebbe essere stato compiuto entro la fine dell’anno seguente, se si
accetta l’ipotesi di vedere in un altro pagamento del 20 dicembre 1516 il saldo
conclusivo. I cartoni vengono via via mandati a Bruxelles, dove gli arazzi vengono
realizzati nella bottega di Pieter van Aelst; i primi sette vengono esposti nella
Cappella Sistina il 26 dicembre 1519.
91. I Cartoni sono stati reimpiegati altre volte e la tecnica di tessitura è
particolarmente invasiva per i modelli per cui alcuni sono andati perduti.
Rimangono alcune scene conservate nel Victoria and Albert Museum a
Londra
La Pesca Miracolosa
La consegna delle chiavi
La Punizione di Elima
Il Sacrificio di Listra
La Guarigione dello storpio
La Predica di Sal Paolo sull’Aeropago
La Morte di Anania
Mancano il Martirio di Santo Stefano, la Conversione di Saulo e San Paolo in carcere,
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133. A SCUOLA CON RAFFAELLODIDATTICA UNIVERSITARIA APERTA https://mooc.uniurb.it/raffaello/