Credo che sarà la Bellezza a salvarci, come diceva Dostoevskij. Perciò ho fatto un sogno ad occhi aperti, anche se qualcosa gironzolava nella mia mente da tempo, ma in maniera un po' confusa. Ho sognato che la mia città veniva magicamente attraversata da un'onda di bellezza espressiva, con gallerie d'arte aperte al pubblico, insieme a teatri, musei, pinacoteca. Ho sognato lettori di poesie dentro negozi, attori che recitavano frammenti di prosa negli angoli suggestivi del colle Guasco, nei vicoli che trasudano ancora di storia locale, dove continuano a rincorrersi emozioni e voci, udibili dall'orecchio attento di chi vi ha lasciato il cuore. Ho sognato il barista che accompagna la consumazione con una poesia di Pessoa, racchiusa in un piccolo biglietto arrotolato con cura. Ho sognato appassionate dichiarazione d'amore recitate su squarci panoramici di mare, di tramonti, di tetti, di luci. Ho sognato libertà di abbracci e di baci tra innamorati, gruppi di persone che meditano davanti ad una tela del Lotto, flash mob di artisti che improvvisano performance ai piedi del faro vecchio. Ho sognato piazze piene di gente che balla sulle note di una musica interiore, musici che suonano in vecchi portoni, sotto archi appena illuminati. Tutta la città che scende in strada a celebrare la Bellezza, l'espressione artistica, l'emozione, il battito del cuore, lo stupore, la meraviglia. Mi piacerebbe fosse, dopo tante notti bianche, rosa ecc..., un GIORNO ARCOBALENO. E la sera tutti a teatro per un concerto finale. Tutti all'anfiteatro per l'ultimo spettacolo.