Il focus di pedagogia generale allo Iusve di Mestre in cui è intervenuta Stefania Toaldo per parlarci del "dono" come strumento di comunicazione ma anche come pratica pedagogica attraverso cui le le comunità umane costruiscono relazioni, trasmettono valori e definiscono le società. A partire dalla sua tesi di laurea allo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia - Verona ) e dalla sua professionalità come esperta di comunicazione orientata alla raccolta fondi e al marketing ha presentato la metodologia e alcune buone pratiche che sono alla base dell’attività del donare. Qui tutte le informazioni: http://comunicazione.iusve.it/focus-dono
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Il dono come elemento di comunicazione per costruire comunità desiderabili
1. FOCUS DI APPROFONDIMENTO TEMATICO
Scienze e tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale
IL DONO COME ELEMENTO DI COMUNICAZIONE
PER COSTRUIRE COMUNITÀ DESIDERABILI
Docente: Prof. Matteo Adamoli Ospite: Dott.ssa Stefania Toaldo
Mestre 17 aprile 2018
UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA – ROMA
IUSVE ISTITUTO UNIVERSITARIO SALESIANO VENEZIA
Aggregato alla facoltà di Scienze dell’Educazione
VENEZIA – MESTRE
2. TESI DI BACCALAUREATO IN
Scienze e tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale
IL DONO COME ELEMENTO DI COMUNICAZIONE
PER COSTRUIRE COMUNITÀ DESIDERABILI
Relatore: Prof. Mariano Diotto Candidata: Stefania Toaldo STC5298
ANNO ACCADEMICO 2016-2017
UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA – ROMA
IUSVE ISTITUTO UNIVERSITARIO SALESIANO VENEZIA
Aggregato alla facoltà di Scienze dell’Educazione
VENEZIA – MESTRE
3. IL DONO COME ELEMENTO DI COMUNICAZIONE
PER COSTRUIRE COMUNITÀ DESIDERABILI
5. facciamo un passo indietro
La parola dono è di origine indoeuropea dove il significato della
parola dare è espresso nella radice dô quindi: «dô=dare»
Uno studio successivo sul verbo ittita dâ ha generato confusione in
quanto la radice originaria sembrava fosse dâ quindi
«dâ=prendere»
Questione linguistica molto interessante: quale dei due verbi
dovesse essere l’originale, come giustificare la derivazione di dare
da prendere e viceversa.
Rassegnarsi a uno dei due costrutti sarebbe
stato possibile?
6. semplificare le parole
Prendendo in considerazione il termine stesso
di «dono», è possibile notare che questo, pur
mantenendo in generale la radice «dô», si
differenzia in forme nominali che acquistano
significato variabile a seconda del contesto.
Queste sono: dôs, dósis, dôron, dôreá,
dôtínê, cinque parole tra loro distinte, ma tutte
uniformemente traducibili con «dono, regalo».
7. approfondiamo
dôs: è il modo più semplice di esprimere il dono, l'idea del dono, cioè,
nella sua forme più astratta: «donare è bene, sottrarre è male»
dósis: è il dono in potenza, è il dono promesso in anticipo come
ricompensa di un atto di audacia. Perché si possa concretizzare il dono
promesso (affinché si possa dare), deve essere esaudita la condizione
di partenza, si deve, cioè, ricevere qualcosa in cambio (si deve poter
prendere)
dôron: dono materiale, il dono stesso
dôreá: il fatto di portare, di destinare in dono, l'azione di donare, in
forma gratuita e senza obbligo di ricambiare
dôtínê: il dono che obbliga a un contro-dono
8. specifichiamo meglio
la dôtínê ha lo scopo di provocare un dono in
cambio, qualcosa che compensi un dono
precedente. Tale nozione consiste, dunque,
nell'attualizzazione dell'idea di reciprocità, di
rapporto, di scambio, nella circolazione di doni che
ricambiano e che chiedono d'essere ricambiati.
La parola dôtínê, più delle altre, ha chiaro nel suo
significato il concetto di scambio reciproco
esplicitato sotto forma di patti, alleanze, amicizie,
ospitalità.
9. Il dono esiste da sempre ed è
la fonte di scambio primaria
10. Malinowski e Mauss
Etnologo e antropologo l’uno,
antropologo e sociologo l’altro, hanno
sperimentato e successivamente
ordinato, catalogato e documentato, la
logica del dono nelle società arcaiche.
Mauss. M, Saggio sul dono. Forma e motivo dello scambio nelle
società arcaiche , Einaudi, Milano, 2002
11. kula e il potlach due forme di scambio simbolico cerimoniale
di doni per evitare la guerra, fare crescere le relazioni, dare
continuità alla specie. Mantenere equilibrio sociale
14. homo reciprocus
L’uomo non è un essere economico, razionale
e calcolatore, alla ricerca di un riscontro
meramente economico; egli è invece “homo
reciprocus”, come definito da Mauss quando
afferma: «Sono state le nostre società
occidentali a fare, assai di recente, dell’uomo
un animale economico». Ma, per fortuna, non
siamo diventati tutti esseri di questo genere.
17. M.A.U.S.S.
(Movimento Anti-Utilitarista nelle Scienze Sociali)
«Il dono è ogni prestazione di beni o servizi
liberamente offerta, senza attendere una restituzione
determinata, al fine di creare, alimentare o ricreare il
legame sociale tra le persone»
21. Alain Caillè
(sociologo francese)
«La gente crede che il dono e la generosità siano
inutili fronzoli, sentimenti polverosi gettati in soffitta.
E invece il dono ha un ruolo oggi come lo aveva nel
passato delle società umane»
23. dare > ricevere > ricambiare
Lorenzo Costa - Elemosina di Santa Cecilia
24. Marco Aime
(antropologo e scrittore italiano)
«Ciò che spinge a donare è la volontà degli uomini
di creare rapporti sociali, perché l'uomo non si
accontenta di vivere nella società come gli altri
animali sociali, ma deve produrla per vivere»
25. Grasselli M., Idee e metodi per il bene comune, Relazione tra persona, dono e bene comune o relazionale.
dono > persone > bene comune o bene relazionale
27. marketing
«il marketing è un processo sociale (ovvero,
riguarda le persone) e manageriale (ovvero, aiuta a
prendere decisioni) per il quale individui e gruppo
di individui ottengono ciò che vogliono e di cui
hanno bisogno mediante la creazione e lo
scambio di valore; al quale aderiscono per moto
spontaneo e non per senso di vuoto»
Morici G., Fare marketing rimanendo brave persone. Etica e poetica del mestiere più
discusso del mondo, Feltrinelli, Milano, 2014
AMA (American Marketing Association)
28. fundraising
«Il termine fundraising significa, letteralmente tradotto,
raccolta fondi ma è giusto darne una definizione più esaustiva
che lo definisce come:
“il complesso di attività che l’organizzazione non profit mette in
atto per la creazione di rapporti d’interesse fra chi chiede risorse
economiche, materiali e umane in coerenza con lo scopo
statutario e chi è potenzialmente disponibile a donarle”.
Il fundraising non è, dunque, solo una semplice richiesta di
denaro, bensì un’attività strutturata che si basa su due principi
guida dell’economia moderna: il principio di reciprocità e il
principio dei matrimoni d’interesse».
35. Obiettivo ripensare lo
strumento “calendario”
nei contenuti
nel processo di realizzazione
e distribuzione
fase di maturità
dello strumento
analisi del bisogno e obiettivi
36. integrazione del processo educativo
con la funzione comunicativa
valorizzazione delle differenze e organizzazione come strumento
38. coinvolgimento delle imprese e della comunità
da “strumento di fundraising” a
esperienza di “bene comune” in quanto
pensato, costruito e fruito insieme
39. Emmanuel Lèvinas
(filosofo francese)
«La relazione intersoggettiva: non come reciproca
relazione, ma come rapporto asimmetrico; non a
partire da uno spazio comune, ma attraverso lo
scarto che separa l’io e l’Altro, come un dislivello
nella discontinuità»
40. redemption
• Aumento di interesse verso l’organizzazione, verso lo strumento
calendario e l’intero business
• Crescita delle donazioni attraverso il calendario di circa il 33,3%
rispetto al 2017, una decisa inversione di rotta
• Le imprese sono interessate a contribuire all’acquisto del
pulmino
• Si registra un aumento delle donazioni su altri progetti da
verificare durante l’anno 2018
• Un grande donatore donerà interamente un secondo pulmino
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