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GIUGURTA
INCENDIA
L’AFRICA E
CORROMPE A
ROMA
Bellum Iughurtinum, 13-14
Gaio Sallustio Crispo
L’OPERA
Narra le alterne vicende della guerra contro
Giugurta, re di Numidia, condotta tra il 111 e il
105 a.C
Due personaggi principali: Giugurta e Gaio
Mario
Narrando un fatto storico, affronta la
decadenza morale e sociale e la seguente
caduta della res publica
Monografia storica di 114 capitoli
Presenti digressioni (excursus) di argomento
geografico, bellico e storico
STRUTTURA
 Proemio (1-4)
 Introduzione (5)
 Antefatti alla vicenda (6-16)
 1° excursus (17-19)
 Inizio della guerra (20-40)
 2° excursus (41-42)
 Svolgimento della guerra (43-47)
 3° excursus (78-79)
 Conclusione della guerra (80-114)
VICENDE NARRATE
Il re della Numidia e padre di Adèrbale e Ièmpsale, Micipsa, ha
addottato anche il nipote, Giugurta.
Giugurta, morto Micipsa nel 118 a.C., fa uccidere Ièmpsale, e sconfigge
anche Adèrbale, legittimo erede, che chiede aiuto a Roma.
Giugurta fa corrompere alcuni esponenti politici importanti
dell'aristocrazia romana e il senato manda in Numidia alcuni legati per
dividere il regno fra i pretendenti.
Giugurta allora attacca Adèrbale a Cirta e si impadronisce della città,
dove uccide il fratello. I Romani intervengono militarmente, ma la guerra
continua a causa della corruzione di alcuni nobili comandanti romani.
Il senato invia in Africa Cecilio Metello, un aristocratico onesto, e Gaio
Mario, homo novus che aspira al consolato e che poi subentra al
collega nel comando supremo della campagna militare.
La guerra prosegue: Mario torna a Roma e viene eletto console nel 107
a.C.. Rientra in Africa e sconfigge Giugurta a Cirta. Giugurta viene
catturato da Silla e consegnato a Mario, che nel 104 a.C. è rieletto
console.
BELLUM IUGHURTINUM 13
Ièmpsale è stato ucciso da Giugurta e il popolo dei Nùmidi
si divide in due parti: la maggioranza è a favore di
Aderbale, i più bellicosi seguono Giugurta.
Pertanto, Giugurta arruola il maggior numero di persone
per formare il suo esercito, con e senza l'uso della forza.
Aderbale, pur avendo inviato alcuni suoi ambasciatori a
Roma per avvertirli dell'assassinio del fratello, fiducioso, si
appresta a combattere. Sconfitto nello scontro con il
nemico, Aderbale scappa da una provincia a Roma.
Giugurta decide di corrompere i senatori romani facendo
loro doni, guadagnandosi la simpatia di molti di loro.
Giugurta e Aderbale ricevono udienza a Roma. Aderbale
comincia a parlare...
(1) Ceterum fama tanti
facinoris per omnem
Africam brevi diuulgatur.
Adherbalem omnisque, qui
sub imperio Micipsae
fuerant, metus invadit. In
duas partis discedunt
Numidae: plures
Adherbalem secuntur, sed
illum alterum bello meliores.
(1) La fama di un così
atroce delitto si diffonde
rapidamente per tutta
l’Africa. Aderbale e quanti
erano stati sudditi di Micipsa
sono atterriti. I Numidi si
dividono in due parti: il
maggior numero segue
Aderbale, ma i più bellicosi
quell'altro.
(2) Igitur Iugurtha quam
maximas potest copias
armat, urbis partim vi alias
voluntate imperio suo
adiungit, omni Numidiae
imperate parat.
(2) Giugurta arruola
pertanto il maggior numero
possibile di uomini: annette
città, alcune con la forza,
altre di loro volontà, si
prepara a sottomettere
l'intera Numidia.
(3) Adherbal tametsi
Romam legatos miserat, qui
senatum docerent de
caede fratris et fortunis suis,
tamen fretus multitudine
militum parabat armis
contendere.
(3) Aderbale, pur avendo
inviato ambasciatori a
Roma per informare il
senato dell'assassinio del
fratello e della sua fortuna,
tuttavia, confidando nella
moltitudine dei suoi soldati,
si apprestava a dar
battaglia.
(4) Sed ubi res ad certamen
venit, victus ex proelio
profugit in prouinciam ac
deinde Romam contendit.
(4)Ma quando si venne allo
scontro, sconfitto, fuggì dal
campo nella nostra
provincia, da dove
raggiunse Roma.
(5) Tum Iugurtha patratis
consiliis, postquam omnis
Numidiae potiebatur, in otio
facinus suum cum animo
reputans timere populum
Romanum neque aduersus
iram eius usquam nisi in
auaritia nobilitatis et
pecunia sua spem habere.
(5) Giugurta, realizzato il suo
disegno di essere signore
incontrastato di tutta la
Numidia, ha modo di
ripensare con calma al suo
misfatto; comincia allora a
temere il popolo romano e
contro la sua vendetta non
vede altra speranza che
l'avidità dei nobili e il suo
denaro.
(6) Itaque paucis diebus
cum auro et argento multo
Romam legatos mittit, quis
praecipit, primum uti ueteres
amicos muneribus expleant,
deinde nouos aqquirant,
postremo quaecumque
possint largiendo parare ne
cunctentur.
(6)Perciò, pochi giorni dopo,
spedisce a Roma
ambasciatori carichi d'oro e
d'argento: ordina loro di
colmare di doni i suoi antichi
fautori, di procurarne di
nuovi e di non esitare a
comprare tutti gli aiuti
possibili.
(7) Sed ubi Romam legati
venere et ex praecepto
regis hospitibus aliisque,
quorum ea tempestate in
senatu auctoritas pollebat,
magna munera misere,
tanta commutatio incessit,
ut ex maxima invidia in
gratiam et fauorem
nobilitatis Iugurtha veniret.
(7) Giunti gli ambasciatori in
Roma e inviati magnifici
doni, secondo gli ordini del
re, agli ospiti di Giugurta e ai
senatori in quel periodo più
influenti, vi fu un tale
cambiamento che i nobili
passarono dalla più viva
indignazione alla simpatia e
al favore per Giugurta.
BELLUM IUGHURTINUM 14
Aderbale parla al senato romano chiedendo aiuto
per la sua condizione ed esortandolo a iniziare
un'inchiesta, puntando sul fatto che la Numidia è un
possedimento romano e che Giugurta non è un
uomo d'onore, ma una persona che ha ucciso i suoi
parenti per avarizia e ha corrotto anche alcuni
senatori. Il tono del discorso è forte, appassionato, a
tratti supplichevole e si concentra sulla figura
dell'avversario quale leader spietato, rapido ed
efficace.
LO STILE
 Modelli: Tucilide e Catone il Censore
 No stile piano e regolare
 Periodi spezzati e quasi disarmonici (asimmetrie,
troncamenti improvvisi, …)
 Uso della variatio per condensare il significato in poche
parole
 Andamento rapido e conciso → inconcinnitas
 Uso di paratassi e arcaismi
 Presenza di figure retoriche di suono
 Stile si adatta a visione drammatica e pessimistica dei
fatti storici
LA FIGURA DI GIUGURTA
 Protagonista negativo
 Dapprima descritto in modo indiretto mediante Micipsa
 Visto dai Numidi come un leader carismatico
 Ritratto non statico (in fieri)
 Degenera da forte personalità giovanile a malvagità
 Avidità e ambizione causate da cattivo esempio dei nobili
romani
 Si impossessa del potere mediante l’inganno, la corruzione
dei nobili e la violenza
 Cede solo di fronte al tradimento (re Bocco di Mauritania) e
all’inganno (Silla)
LA CORRUZIONE
Caratteristica della classe dirigente e dei nobili
romani dell’ultimo periodo repubblicano
Romae omnia venalia esse
Causa principale dei mali dello stato
Soluzioni:
• Fine mos partium et factionum e avvento
potere super partes nella mani di Cesare →
riordinamento stato e rinsaldamento strutture
sociali
• Ampiamento della base senatoria

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Gaio Sallustio Crispo - Giugurta incendia l'Africa e corrompe a Roma

  • 1. GIUGURTA INCENDIA L’AFRICA E CORROMPE A ROMA Bellum Iughurtinum, 13-14 Gaio Sallustio Crispo
  • 2. L’OPERA Narra le alterne vicende della guerra contro Giugurta, re di Numidia, condotta tra il 111 e il 105 a.C Due personaggi principali: Giugurta e Gaio Mario Narrando un fatto storico, affronta la decadenza morale e sociale e la seguente caduta della res publica Monografia storica di 114 capitoli Presenti digressioni (excursus) di argomento geografico, bellico e storico
  • 3. STRUTTURA  Proemio (1-4)  Introduzione (5)  Antefatti alla vicenda (6-16)  1° excursus (17-19)  Inizio della guerra (20-40)  2° excursus (41-42)  Svolgimento della guerra (43-47)  3° excursus (78-79)  Conclusione della guerra (80-114)
  • 4. VICENDE NARRATE Il re della Numidia e padre di Adèrbale e Ièmpsale, Micipsa, ha addottato anche il nipote, Giugurta. Giugurta, morto Micipsa nel 118 a.C., fa uccidere Ièmpsale, e sconfigge anche Adèrbale, legittimo erede, che chiede aiuto a Roma. Giugurta fa corrompere alcuni esponenti politici importanti dell'aristocrazia romana e il senato manda in Numidia alcuni legati per dividere il regno fra i pretendenti. Giugurta allora attacca Adèrbale a Cirta e si impadronisce della città, dove uccide il fratello. I Romani intervengono militarmente, ma la guerra continua a causa della corruzione di alcuni nobili comandanti romani. Il senato invia in Africa Cecilio Metello, un aristocratico onesto, e Gaio Mario, homo novus che aspira al consolato e che poi subentra al collega nel comando supremo della campagna militare. La guerra prosegue: Mario torna a Roma e viene eletto console nel 107 a.C.. Rientra in Africa e sconfigge Giugurta a Cirta. Giugurta viene catturato da Silla e consegnato a Mario, che nel 104 a.C. è rieletto console.
  • 5. BELLUM IUGHURTINUM 13 Ièmpsale è stato ucciso da Giugurta e il popolo dei Nùmidi si divide in due parti: la maggioranza è a favore di Aderbale, i più bellicosi seguono Giugurta. Pertanto, Giugurta arruola il maggior numero di persone per formare il suo esercito, con e senza l'uso della forza. Aderbale, pur avendo inviato alcuni suoi ambasciatori a Roma per avvertirli dell'assassinio del fratello, fiducioso, si appresta a combattere. Sconfitto nello scontro con il nemico, Aderbale scappa da una provincia a Roma. Giugurta decide di corrompere i senatori romani facendo loro doni, guadagnandosi la simpatia di molti di loro. Giugurta e Aderbale ricevono udienza a Roma. Aderbale comincia a parlare...
  • 6. (1) Ceterum fama tanti facinoris per omnem Africam brevi diuulgatur. Adherbalem omnisque, qui sub imperio Micipsae fuerant, metus invadit. In duas partis discedunt Numidae: plures Adherbalem secuntur, sed illum alterum bello meliores. (1) La fama di un così atroce delitto si diffonde rapidamente per tutta l’Africa. Aderbale e quanti erano stati sudditi di Micipsa sono atterriti. I Numidi si dividono in due parti: il maggior numero segue Aderbale, ma i più bellicosi quell'altro.
  • 7. (2) Igitur Iugurtha quam maximas potest copias armat, urbis partim vi alias voluntate imperio suo adiungit, omni Numidiae imperate parat. (2) Giugurta arruola pertanto il maggior numero possibile di uomini: annette città, alcune con la forza, altre di loro volontà, si prepara a sottomettere l'intera Numidia.
  • 8. (3) Adherbal tametsi Romam legatos miserat, qui senatum docerent de caede fratris et fortunis suis, tamen fretus multitudine militum parabat armis contendere. (3) Aderbale, pur avendo inviato ambasciatori a Roma per informare il senato dell'assassinio del fratello e della sua fortuna, tuttavia, confidando nella moltitudine dei suoi soldati, si apprestava a dar battaglia.
  • 9. (4) Sed ubi res ad certamen venit, victus ex proelio profugit in prouinciam ac deinde Romam contendit. (4)Ma quando si venne allo scontro, sconfitto, fuggì dal campo nella nostra provincia, da dove raggiunse Roma.
  • 10. (5) Tum Iugurtha patratis consiliis, postquam omnis Numidiae potiebatur, in otio facinus suum cum animo reputans timere populum Romanum neque aduersus iram eius usquam nisi in auaritia nobilitatis et pecunia sua spem habere. (5) Giugurta, realizzato il suo disegno di essere signore incontrastato di tutta la Numidia, ha modo di ripensare con calma al suo misfatto; comincia allora a temere il popolo romano e contro la sua vendetta non vede altra speranza che l'avidità dei nobili e il suo denaro.
  • 11. (6) Itaque paucis diebus cum auro et argento multo Romam legatos mittit, quis praecipit, primum uti ueteres amicos muneribus expleant, deinde nouos aqquirant, postremo quaecumque possint largiendo parare ne cunctentur. (6)Perciò, pochi giorni dopo, spedisce a Roma ambasciatori carichi d'oro e d'argento: ordina loro di colmare di doni i suoi antichi fautori, di procurarne di nuovi e di non esitare a comprare tutti gli aiuti possibili.
  • 12. (7) Sed ubi Romam legati venere et ex praecepto regis hospitibus aliisque, quorum ea tempestate in senatu auctoritas pollebat, magna munera misere, tanta commutatio incessit, ut ex maxima invidia in gratiam et fauorem nobilitatis Iugurtha veniret. (7) Giunti gli ambasciatori in Roma e inviati magnifici doni, secondo gli ordini del re, agli ospiti di Giugurta e ai senatori in quel periodo più influenti, vi fu un tale cambiamento che i nobili passarono dalla più viva indignazione alla simpatia e al favore per Giugurta.
  • 13. BELLUM IUGHURTINUM 14 Aderbale parla al senato romano chiedendo aiuto per la sua condizione ed esortandolo a iniziare un'inchiesta, puntando sul fatto che la Numidia è un possedimento romano e che Giugurta non è un uomo d'onore, ma una persona che ha ucciso i suoi parenti per avarizia e ha corrotto anche alcuni senatori. Il tono del discorso è forte, appassionato, a tratti supplichevole e si concentra sulla figura dell'avversario quale leader spietato, rapido ed efficace.
  • 14. LO STILE  Modelli: Tucilide e Catone il Censore  No stile piano e regolare  Periodi spezzati e quasi disarmonici (asimmetrie, troncamenti improvvisi, …)  Uso della variatio per condensare il significato in poche parole  Andamento rapido e conciso → inconcinnitas  Uso di paratassi e arcaismi  Presenza di figure retoriche di suono  Stile si adatta a visione drammatica e pessimistica dei fatti storici
  • 15. LA FIGURA DI GIUGURTA  Protagonista negativo  Dapprima descritto in modo indiretto mediante Micipsa  Visto dai Numidi come un leader carismatico  Ritratto non statico (in fieri)  Degenera da forte personalità giovanile a malvagità  Avidità e ambizione causate da cattivo esempio dei nobili romani  Si impossessa del potere mediante l’inganno, la corruzione dei nobili e la violenza  Cede solo di fronte al tradimento (re Bocco di Mauritania) e all’inganno (Silla)
  • 16. LA CORRUZIONE Caratteristica della classe dirigente e dei nobili romani dell’ultimo periodo repubblicano Romae omnia venalia esse Causa principale dei mali dello stato Soluzioni: • Fine mos partium et factionum e avvento potere super partes nella mani di Cesare → riordinamento stato e rinsaldamento strutture sociali • Ampiamento della base senatoria