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 Associazione Culturale              Diocesi      Figlie di N.S. della Misericordia                                                                                                A.M.M.I.
“R. Aiolfi” no profit - Savona      Savona - Noli                Savona                                                                                                      Associazione Mogli Medici Italiani
                                                                                                                                                                              Sezione Provinciale Savona




              Collezione d’Arte sacra contemporanea
                         “Santa Rossello”
                        nell’occasione del
200° anniversario della nascita di Santa Maria Giuseppa Rossello




                               Antonio Brilla: “Madre Rossello consegna le chiavi dell’Istituto a San Giuseppe”, scultura marmorea,
                                         Casa Madre, già Palazzo Balbi – Brignole, sede dell’Istituto dal 1840, Savona


                                          Savona: via Chiassuolo Rossello n. 11
con il patrocinio

                                                                                                                                                                        con la partecipazione

                                                                                                                                                                        UNIONE ITALIANA
                                                                                                                                                                       CIECHI E IPOVEDENTI
                                                                                                                                                                                  ONLUS
  Regione                                                                                                           Città    Associazione Nazionale Medici Cattolici   SEZIONE PROV.LE DI SAVONA
                                                                                                                                           (AMCI)
  Liguria                                                                                                        di Savona      Sezione “G.B. Parodi” - Savona
Sono lieto di presentare questo nuovo impegno culturale della Dott.ssa Silvia Bottaro.
                                   Si tratta del nuovo giornale/catalogo che vede la luce per l’inaugurazione della “Collezione
                                   d’arte sacra contemporanea Santa Rossello”.
                                   Si tratta della sistemazione definitiva delle 34 opere che gli Artisti italiani e liguri, soprattutto
                                   i ceramisti (al fine di ricordare che Santa Maria Giuseppa Rossello è stata proclamata “pa-
                                   trona” dei ceramisti liguri) hanno donato all’Istituto Figlie di N.S. di Misericordia di Savona
                                   nell’occasione del 200° anniversario della nascita della Santa.
                                   Come è noto, la Dott.ssa S. Bottaro ha ideato personalmente e con rara maestria tale rassegna
                                   già dal 2006 con un primo nucleo di opere (erano in allora sedici artisti aderenti all’iniziativa)
                                   per far conoscere meglio il “fare” e la modernità di Santa Maria Giuseppa Rossello, mostra
                                   che è stata, poi, presentata a Roma presso la Basilica di Santa Maria del Popolo, a Finale Li-
                                   gure, a Millesimo, a Genova (con la Regione Liguria) con l’aggiunta della sezione ceramica.
                                   Ora, come Associazione Aiolfi, la Dott.ssa Bottaro ha stipulato una convenzione con le Suore
                                   Rossello per tenere aperta su appuntamento la sede che l’Istituto ha messo a disposizione in
                                   Via Chiassuolo Rossello, n. 11 a Savona, sede storica dove lo scultore Antonio Brilla aveva
                                   il suo studio e dove la Santa Rossello si è recata più volte per parlare con tale Artista che ha
                                   creato diverse opere scultoree per la Santa, oggi conservate nelle loro sedi.
                                   Il Vescovo di Savona – Noli, S.E. Mons. Vittorio Lupi, benedirà solennemente tale nuova
                                   sede espositiva il giorno 24 giugno 2011, alle ore 11: ci auguriamo tutti una numerosa parte-
                                   cipazione all’evento tanto atteso.
                                   E’ ben nota la sensibilità artistica e la totalità di impegno con la quale la Dott.ssa Botttaro
                                   affronta le problematiche artistiche care a Savona e non solo: l’auspicio che tutti noi formu-
                                   liamo è che questa “Collezione Santa Rossello” (la prima di arte sacra contemporanea nella
                                   nostra Provincia) possa essere conosciuta presso i vari luoghi dove le Suore della Santa hanno
                                   delle Missioni attive. Sarà anche questa conoscenza attraverso l’arte un mezzo per accendere
                                   nei cuori l’entusiasmo per la via della Santità che Santa Maria Giuseppa Rossello ha percorso
                                   con tanto ardore.

                                   + Domenico Calcagno
                                   Arcivescovo-Vescovo emerito di Savona-Noli
                                   Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA).




 Beata Maria Giuseppa Rossello,
                              in
“Beata Maria Giuseppa Rossello”
      di P. Andrea Oddone S. J.,
                editrice Ancora,
                  Genova, 1938
E’ sempre importante fare memoria dei Santi: nella loro testimonianza, infatti “Dio rende feconda la
                              Chiesa con la forza creatrice del suo Spirito e dona a noi, suoi figli, un segno sicuro del suo amore”. Inoltre
                              “ il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci sostengono nel cammino della vita perché si compia
                              in noi il mistero della salvezza” (dal secondo prefazio dei Santi).
                              Il modo più diretto per “fare memoria” consiste nel ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato
                              la loro vita attraverso la loro biografia, leggendone gli scritti, visitando gli ambienti in cui hanno
                              vissuto…..
                              Per la nostra Chiesa di Savona è bello e importante fare memoria di Santa Maria Giuseppa Rossello:
                              una donna mite e forte, docile e coraggiosa, capace di leggere con lucido intuito “i segni del suo
                              tempo” e di mettere tutte le sue energie al servizio di Dio, condensando la sua intera esistenza ricca di
                              opere, di fede e di amore in un programma di poche parole: “il cuore a Dio, le mani al lavoro”.
                              Abbiamo i suoi scritti e tante testimonianze raccolte con cura; le sue Figlie conservano con amore
                              esemplare ambienti e oggetti legati alla sua vicenda terrena. Tutto questo è prezioso per “fare memo-
                              ria” della Santa; nella concretezza delle vicende da lei vissute e dei luoghi da lei abitati si avverte in
                              modo tutto particolare la forza della sua testimonianza che ci aiuta ad “affrontare il buon combatti-
                              mento della fede” desiderosi di “condividere, al di là della morte, la stessa corona di gloria” (dal primo
                              Prefazio dei Santi).
                              In questa prospettiva è importante anche quanto si è andato realizzando in questi ultimi anni per
                              iniziativa della Associazione Culturale “R. Aiolfi”. Numerosi artisti sono stati invitati ad esprimere
                              nelle loro opere qualcosa che richiami la vita della Rossello, perché nella creta o sulla tela può rima-
                              nere qualche richiamo alla sua santità. Queste opere, che sono già state esposte in diverse città, ora
                              sono affidate alla custodia delle Figlie di N.S. di Misericordia. Sarà molto più che un piccolo museo
                              di arte contemporanea; sarà, infatti, un prezioso scrigno che ci parla del mistero di Dio e ci ricorda
                              che tale mistero accolto, amato e servito dalla Santa Rossello può trovare posto anche nella nostra vita
                              e testimoniato nelle nostre azioni.
                              Santa Maria Giuseppa Rossello interceda per noi e ci aiuti ad alzare sempre il nostro sguardo a Dio
                              e ad agire con amore generoso per il bene dei nostri fratelli; a questo, infatti, deve condurre il “far
                              memoria” della nostra Santa.

                              S. E. Mons. Vittorio Lupi
                              Vescovo di Savona-Noli




        La Madre Rossello
tra due fanciulle africane
   liberate dalla schiavitù
“Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria
                                      al Padre vostro che è nei cieli.” (Mt 5,16)
          “Nel mondo dobbiamo essere luce: con le nostre parole e con il nostro buon esempio animare
                              le persone a conoscere e ad amare Dio”. (S. G. Rossello)

Mi è sembrato bello poter iniziare questo messaggio augurale con le parole di Gesù e con quelle che sembrano essere l’eco
di risposta della Santa Rossello, parole che lette con la dovuta attenzione, hanno oggi il sapore della profezia che solo i santi
possono e sanno compiere.
Sono vivamente grata a quanto realizzato dell’Associazione Culturale “ R. Aiolfi”dal 2006 fino ad oggi e a quanto ancora essa
ha potuto realizzare per la prossima Mostra di arte Moderna dedicata a Santa Maria Giuseppa Rossello, organizzata a Genova
dal 5 al 15 giugno 2009.
Negli anni passati le varie sedi espositive avvenute dalla Cappella Sistina di Savona al Museo d’arte contemporanea di Albis-
sola Marina, dalla Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma all’Oratorio dei Disciplinanti a Finale Ligure, hanno ricevuto
un grande successo di pubblico e di critica e questo ha indubbiamente permesso di rendere ancora più nota la figura di Santa
Maria Giuseppa Rossello e l’opera da Lei prodotta nel tempo in questa terra ligure, ma anche nei quattro continenti dove la
Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, ha potuto nel tempo “diventare seme fecondo di Misericor-
dia” per il mondo intero.
Ora questa nuova esposizione arricchita nelle opere anche di 13 prestigiosi ceramisti liguri e nel catalogo espositivo, si presenta
come un’ulteriore risorsa offerta non solo all’Istituto fondato dalla madre Rossello, ma anche alla città di Savona per cogliere
in pienezza l’eredità di santità trasmesso dalla Santa alle generazioni passate e presenti e di cui, tutti, dovremo far tesoro.
Possa il Signore rendere feconda di bene questa nuova iniziativa culturale-religiosa e arricchire di doni quanti, con il loro en-
tusiasmo e la loro creatività, hanno contribuito a tale splendida realizzazione artistica.
Facendo mie le parole che il Papa Pio XII ha pronunciato in Udienza, il 14 giugno 1949, a Roma, nella Basilica Vaticana, a
tutti coloro che attraverso queste opere si avvicineranno di più a Santa Maria Giuseppa Rossello, rivolgo lo stesso invito che
Egli rivolse alle Figlie della Misericordia:

                                                “Quale Madre è la Rossello!
                                                         Quale santa!
                                         Dinanzi a lei che potremo noi dirvi ancora?
                                           Che potremmo raccomandarvi se non:
                                       GUARDATELA, PREGATELA, IMITATELA !”


                                                                                           Suor M. Beatriz Giuseppa Lassalle
                                                                                                     Madre Generale
                                                                                            Figlie di N.S. della Misericordia




                       Urna della salma incorrotta della Santa, conservata nella Chiesa della Casa gentilizia, Savona
“Cuore a Dio, mani al lavoro”
Non intendo fare l’elogio della        teologia cristiana è la vita dei san-    una accoglienza dell’altro. Dopo         e mani – distinguendo: cuore a
Madre Maria Giuseppa Rossello:         ti, perché loro sono l’argomen-          il primo passo della vista c’è il        Dio, mani al lavoro. Con “cuore
non ne ha bisogno lei e la cono-       to storico capace di dimostrare          passo della cordialità, della com-       a Dio” si intende indicare l’atteg-
sciamo bene tutti noi. Voglio in-      che non è una teoria astratta, né        passione, della emozione che mi          giamento di assimilare la potenza
vece riflettere insieme con voi sul-    ideologia, non è una semplice            lega all’altro, per cui quella per-      divina, per aderire totalmente al
le meraviglie compiute da Dio in       ipotesi o solo belle parole. Sono        sona che ha bisogno mi interessa,        Signore giacché è lui l’unica fon-
una persona disponibile alla gra-      invece fatti concreti, storici, reali    “mi sta a cuore”.                        te dell’amore. Noi, da soli, non
zia. Non facciamo quindi sempli-       e –guardando alle nostre spalle –        Ma dal cuore la misericordia deve        siamo capaci di amore autentico.
cemente una commemorazione             consideriamo una storia piena di         passare alle mani. La terza ope-         Cuore a Dio vuole dire dipenden-
di ciò che è stato, ma vogliamo        uomini e di donne che hanno vis-         razione fondamentale è quella            za gioiosa e filiale dalla fonte della
vivere intensamente quello che         suto questa figliolanza, sono stati       operativa e le mani sono il sim-         misericordia, vuol dire riconosce-
può essere.                            veramente simili al Padre: in quel-      bolo evidente della nostra azione,       re che solo lui può rendermi capa-
Vorrei anzitutto qualificare l’espe-    le persone si è incontrata davvero       dell’attività. L’occhio ha visto, il     ce di amore autentico.
rienza della santa Madre come          la misericordia di Dio. Nel nostro       cuore ha partecipato, le mani in-        Allora, prima di prendere a cuore
un dono dello Spirito Santo, il        caso concreto noi possiamo dire          tervengono. È necessario che le          il fratello, il cristiano autentico e
dono della pietà, cioè una religio-    che, nella persona di santa Maria        mani arrivino al lavoro, perché al-      maturo prende a cuore il Signore
sità buona che rimane nel tempo        Giuseppa Rossello, chi l’ha incon-       trimenti con l’occhio teorizziamo        e gli dà il cuore, nel senso che
come un carisma, cioè un effetto       trata ha riconosciuto una figlia del      la povertà, facciamo una statistica      riserva per lui l’affetto grande,
concreto della grazia divina che       Padre, una che assomiglia proprio        delle situazioni, guardiamo chi ha       quella docilità alla potenza divina
mostra dove sta l’atteggiamento        alla misericordia di Dio: creatura       bisogno e ne studiamo magari le          che possa cambiare l’intera perso-
religioso autentico.                   plasmata dallo Spirito, docile alla      cause. È possibile che con il cuore      na. Solo se il mio cuore cambia, le
Il concetto di pietà, come dono        grazia, trasparenza dell’opera divi-     ci commuoviamo soltanto; faccia-         mie mani diventano poi operati-
dello Spirito Santo, Maria             na. Lei, concretamente, ha vissuto       mo magari qualche preghiera per          ve e le mie mani possono fare del
Giuseppa Rossello lo ha conden-        la spiritualità della misericordia,      i bisognosi e diciamo “poverini”,        bene.
sato nella sua formula elementare      ha vissuto la beatitudine con cui        ma poi le mani si possono mette-         Ognuno di noi, proprio sulla
e ricchissima: “Cuore a Dio, mani      il Signore ha iniziato la predica-       re in tasca e restano ferme. Così la     scorta dei santi, ha la consapevo-
al lavoro”.                            zione evangelica: “Beati i miseri-       misericordia fallisce e non arriva.      lezza di aver ricevuto la possibilità
Il suo carisma non è il suo, è del-    cordiosi perché saranno trattati         Il processo era iniziato bene, ma si     di essere misericordia. Questa è la
lo Spirito Santo e la misericordia     con misericordia”.                       è bloccato per strada! Una auten-        pietà autentica, questa è la buona
non è sua proprietà, è una realtà      La misericordia di Dio entra             tica spiritualità cristiana è invece     religiosità: è l’apertura a Dio che
grande come Dio, immensa e             nella nostra esperienza in modo          attiva, operativa, concreta e pra-       opera tutto.
smisurata. Lei si è fatta sempli-      molto concreto e, per riprendere         tica. È necessario che l’opera di        Troppe volte, nella storia, si è
cemente docile alla potenza della      l’immagine della Madre Rossello          misericordia, attraverso le mani,        pensato che Dio sia concorrente
misericordia di Dio e ha vissuto       – “Cuore e mani” – vorrei sinte-         diventi efficace per chi ha bisogno       dell’uomo e se qualcuno dà tutto
il dono spirituale della pietà in      tizzare in che cosa consiste la mi-      e colmi quella mancanza con una          il cuore a Dio ci rimette in uma-
modo pieno. Lo ha infatti carat-       sericordia, aggiungendo anche un         ricchezza di grazia.                     nità. L’esperienza storica, proprio
terizzato e vissuto nella profon-      altro organo: gli occhi. Direi che       Se ora provate ad applicare queste       dei santi, ci insegna esattamente il
dità dal concetto di misericordia,     la misericordia è una questione di       tre fasi all’opera di salvezza com-      contrario. Più una persona si av-
una di quelle parole fondamentali      occhi, di cuore e di mani. È una         piuta dal Signore vi accorgete che       vicina a Dio e si dona a lui, più
che innervano tutta la trattazione     questione fisica, pratica, riguarda       la ricostruzione funziona bene, nel      diventa umana, veramente uma-
biblica dell’Antico e del Nuovo        il nostro corpo.                         senso che anzitutto il Signore ha        na, e chi la incontra può speri-
Testamento.                            La misericordia comincia dagli           visto il nostro bisogno di amore,        mentare quella umanità concreta,
Il primo passaggio importante è        occhi, perché il primo atto mise-        frustrato dalla impotenza causata        pratica, fatta di occhi, di cuore,
proprio questo: non riconoscere        ricordioso è guardare l’altro, guar-     dal peccato. L’ha vista e l’ha presa     di mani: una umanità autentica e
semplicemente che Dio è miseri-        darlo non come un nemico, un             a cuore al punto da com–patire,          buona che è il risultato della mise-
cordia, ma anche che Dio ha fatto      concorrente, uno da criticare o da       da partecipare in modo solidale          ricordia compiuta dal Signore.
misericordia, nel senso che ha cre-    giudicare, ma riconoscere nell’al-       alla nostra passione, partecipando       Questa è l’eredità del Signore
ato in noi la possibilità di essere    tro il fratello potenziale, mio si-      con la sua passione. Quel cuo-           Gesù e anche l’eredita dei santi.
misericordia. È importante questo      mile e mio prossimo. Gli occhi           re che ha tanto amato il mondo           Sia vostra eredità la misericordia,
passaggio: non è tanto questione       che sanno riconoscere nell’altro         non si è fermato a una teoria, ma        ripeteva la santa Madre Rossello.
di attività, bensì una questione       un fratello sono occhi di miseri-        si è fatto carne, solidale con noi       L’opera di Dio è possibile solo se
che riguarda la persona nel suo        cordia e di lì parte l’esperienza re-    in tutto e per tutto, dall’inizio alla   tutto il cuore è rivolto a lui, af-
essere profondo.                       ligiosa: il riconoscimento dell’al-      fine, realizzando concretamente –         finché le mani siano totalmente a
Il Signore ha fatto misericordia       tro nel bisogno.                         direi con le mani – il progetto di       favore dei fratelli. Possiamo fare
alle varie persone nel momento         L’occhio vede, ma può non inte-          misericordia. Le mani di Cristo,         l’elogio della santa Rossello dicen-
in cui le ha rese capaci di essere     ressarsi e talvolta l’occhio e l’in-     cioè la sua vita concreta, sono la       do che è stata comunicatrice della
come lui e all’origine di tutto c’è    telligenza percepiscono che c’è un       prova concreta della teorica mise-       Parola di Dio, portatrice di amo-
l’adozione filiale. Dio ci ha resi      bisogno, però… “Io che cosa pos-         ricordia di Dio. La sua esperienza       re, maestra di misericordia, co-
conformi all’immagine del Figlio       so farci?”. Alzo le spalle, allargo le   di condivisione totale ce ne con-        struttrice di pace, comunicatrice
suo, comunicando a ciascuno di         braccia e dico: “Non mi interessa,       vince: in quell’uomo, in quella          di calore e di umanità: beata lei!
noi quella potenza divina che è        non è compito mio, non tocca a           sua vita fino alla morte, noi rico-       Ma beati noi, perché possiamo es-
l’amore ed è proprio in questo         me”. Questo perché non mi sta a          nosciamo il cuore di Dio.                serlo anche noi. Il modo migliore
mistero della comunicazione di se      cuore, perché non mi prendo a            Ecco allora che la formula sin-          per festeggiare i santi è imitarli,
stesso che si realizza l’opera dello   cuore quella situazione. La mise-        tetica di santa Maria Giuseppa           imparando da loro, perché anche
Spirito Santo che viene testimo-       ricordia è una questione di cuore,       Rossello riporta al centro dell’at-      noi possiamo fare ugualmente.
niato nella vita dei santi.            è un autentico problema di cuore,        tenzione la misericordia con-
Un capitolo fondamentale della         di relazione affettuosa che porta a      creta con i due termini – cuore                             Claudio Doglio
Maria Giuseppa Rossello: la dolcezza delle mani
Farsi prossimo: oggi è un impera-         no non è. Esso si incarna in una         mento sono diversi. Per le prime         di fondi per la “Casa della Divina
tivo etico tanto predicato a parole,      schiera di donne, di nobili come di      nozioni varie. Per le altre nozioni      Provvidenza”, si vede consegnare
quanto disatteso nella realtà.            umili condizioni. Esse si sentono        essenziali: leggere, scrivere, fare di   dal Papa stesso una scatoletta di
Egoismo, autoreferenzialità, paura        impegnate a promuovere la dignità        conto. La vera novità è la scuola per    agata rilegata in oro, come “picco-
del “diverso”, spesso camuffati da        della persona con opere concrete         fanciulle povere, l’istruzione essen-    lo contributo” alla lotteria. Vinta e
legittime difese contro un ignoto         ispirate ai precetti evangelici, che     do allora riservata ai ricchi. Più di    rimessa in ballottaggio più volte,
che avanza senza manifestare una          si rivelano sorprendentemente più        tanti commenti, sono eloquenti           essa consente di raccogliere una
chiara identità, portano a vedere         avanzati di qualunque coevo pro-         le esclamazioni di alcune giovani,       cospicua somma, che si aggiun-
nella società e negli altri quel “vero    gramma politico.                         riportate dagli storici: ”Ci accetta-    ge a quella raccolta mettendo in
inferno”, che già Sartre nel seco-        Talvolta lo Stato consente e “pro-       no, ci pettinano, c’è dove lavarsi,      lotteria oggetti donati da altre fa-
lo scorso predicava, seminando il         tegge” (così il Regno di Sardegna        ci sorridono…C’è la scuola, una          miglie dell’aristocrazia genovese
germe dell’individualismo che ha          nella prima metà del sec XIX), al-       scuola vera, e stanno lì a spiegarti:    (i Cataldi ed i Cambiaso) e tori-
avvelenato i rapporti interpersona-       tre volte si mette di traverso (così     se non capisci non ti dicono “stu-       nese (da Casa Reale alle Contesse
li. Ieri non era così. Non lo era no-     il Regno d’Italia, via via che il        pida”, ma lo sai cosa fanno? Ti fan-     Riccardi, sorelle del Vescovo suc-
nostante una maggior durezza di           potere passa dalla Destra liberale       no una carezza e poi ricominciano        cessore di De Mari), oltre che delle
vita e minori risorse economiche.         alla Sinistra liberale). In questo       la spiegazione”. Da quelle prime         famiglie savonesi.
E non lo era grazie soprattutto alla      scenario va inserita la figura di         opere in poi le difficoltà oggettive      Negli ultimi anni il tributo di ope-
Chiesa. Prendiamo ad esempio              Benedetta Rossello.                      non mancano; per giunta si som-          rosità, dalla Rossello compiuto
il secolo XIX come si presenta in         Ella nasce ad Albisola in quel           mano alle diffidenze diffuse ed alle      verso Dio, si completa con il tri-
Liguria, non differentemente da           1811, che vede il Pontefice roma-         critiche di chiara ispirazione mas-      buto della sofferenza fisica, vissuto
altre regioni italiane: grandi spere-     no Pio VII, prigioniero a Savona.        sonica, secondo le quali “le suore       come riparazione ai peccati propri
quazioni di censo, ignoranza diffu-       Muore nel 1880 quando ormai lo           meno sanno e meno insegnano”. Il         (che, al seguito di Teresa d’Avila,
sa tra le classi meno abbienti, una       Stato italiano è unitario da quasi       lavoro è dunque duro, deve mirare        sono più ingigantiti dalla tensione
condizione femminile di forte di-         20 anni e la “questione romana”,         alla eccellenza, ha bisogno di nuo-      mistica dei suoi ultimi anni di vita,
sparità culturale e sociale rispetto      aperta pochi anni prima con la de-       ve vocazioni. La temperie politica       che reali) ed altrui.
alla condizione maschile.                 bellatio dello Stato pontificio, re-      non è sempre favorevole.                 Nel tramonto del suo umile giar-
Quel poco o tanto di servizio ai          gistra continue tensioni tra Santa       Le tensioni tra istituzioni civili       dino, rigoglioso di foglie e fiori, in
bisogni sociali è offerto dalla so-       Sede e Re italiano.                      ed istituzioni religiose intristisco-    mezzo ai dolci aromi liguri della
cietà religiosa. Una vera e propria       La Rossello fonda nel 1837 la            no Madre Rossello. Ve ne è l’eco         primavera, ai raggi del sole pronto
fioritura in seno ad essa di nuovi         Congregazione delle Figlie di            nell’epistolario, soprattutto nelle      a nascondersi nel mare, la fonda-
Istituti o Congregazioni, special-        Nostra Signora della Misericordia,       lettere scritte negli anni del giu-      trice, nell’ultimo anno della sua
mente femminili, caratterizza la          nome a lei carissimo, onorando           risdizionalismo dello Stato libe-        vita ricorda a tutte le sue Figlie con
prima metà del secolo.                    la bontà e tenerezza della Vergine       rale persecutore della libertà della     il consueto stile semplice e diretto:
In Italia settentrionale, di poco pre-    Maria ed insieme il celebre              Chiesa e delle sue strutture edu-        ”Meglio patire con Gesù, con il
cedenti la fondazione da parte di         Santuario di Savona. Donna gene-         cative ed assistenziali: “Sono anni      suo Vicario in terra, con la Chiesa
Madre Rossello delle “Figlie di Nostra    rosa e vigorosa – dicono di lei gli      di tenebre - scrive Madre Rossello       perseguitata e oppressa che gode-
Signora della Misericordia”, sono         storici – e piena di iniziative, nelle   qualche anno prima di mori-              re con il mondo…Malate o sane,
altre fondazioni: delle “Figlie della     quali la contemplazione sa passare       re alle sue nuove suore presenti         siamo tutte per la stessa strada.
Carità” di Maddalena di Canossa;          “attraverso la dolcezza delle mani”.     in America Latina – Preghiamo            Tutte camminiamo nel gran viag-
delle “Figlie del Sacro Cuore” di         Sono, infatti, l’amore “operativo”       di cuore il Signore, che rimedi”.        gio dell’eternità. Tenetevelo bene
Paola Verzieri; delle “Ancelle della      ed uno speciale senso di concretez-      Ma la fondatrice non si scoraggia        in mente: il viaggio più o meno
Carità” di Maria Crocifissa di Rosa;       za (come spesso hanno le persone         mai. Anzi la sua attività aposto-        lungo, più o meno faticoso, arrive-
delle “Suore di Carità” o di “Maria       di umili origini) a caratterizzarla      lica è senza limiti: dall’aiuto alle     rà alla fine; non bisogna farne gran
Bambina” di Bartolomea Capitanio;         sin dall’inizio, quando risponde         fanciulle pericolanti, alla presenza     caso, dargli troppa importanza; è
del ramo delle “Dorotee” di Paola         all’appello del Vescovo di Savona e      negli Ospedali, alle scuole, agli        un viaggio che passa”.
Frassinetti.                              Noli, Agostino De Mari, di nobile        asili, alla fondazione di un picco-      Proclamata beata da Pio XI nel
Nella seconda metà del secolo la          famiglia come di nobili sentimenti.      lo Seminario che all’inizio suscita      1938, viene canonizzata santa da
bufera delle leggi laiciste, quando       Colpito dalle smorfie e dai gestacci      qualche diffidenza ecclesiastica,         Pio XII nel 1949. E’ protettrice
non giunge a vere e proprie sop-          a lui rivolti da ragazze esposte ai      sino a prendere parte alla libera-       dei ceramisti, una delle arti più
pressioni, mette a dura prova la          pericoli della strada e dell’accatto-    zione delle giovanissime schiave         note della sua amatissima Albisola.
libertà delle comunità lasciate in        naggio, egli aveva espresso il desi-     negre d’Africa, provenienti dai          E’ esempio per chiunque voglia vi-
vita dedite all’insegnamento ed           derio di una istituzione che si oc-      mercati del Cairo e di Alessandria       vere al servizio degli altri con “mi-
alla assistenza Eppure educazione,        cupasse di esse. Benedetta risponde      d’Egitto, e all’impresa più grande,      sericordia e ardimento”: uno stile
assistenza, beneficenza (un sostan-        con tre sue amiche, mettendo a di-       la diffusione in America latina,         di azione da recuperare da parte di
tivo quest’ultimo oggi troppo sbri-       sposizione la propria vocazione al       di là dunque dell’Oceano, o alla         chi voglia “farsi prossimo” tanto
gativamente archiviato, come fosse        motto “Cuore a Dio, mani al lavo-        “Casa delle pentite”. Ad aiutarla        più in una società, come l’attuale,
sinonimo di concessione altezzosa,        ro”. Prenderà poi il nome di Maria       non sono solo le sue Suore ed i          che, nonostante i progressi econo-
mentre il “bene facere” è al cuore        Giuseppa, in onore alla Vergine ed       più umili della società in cui vive,     mici e sociali, alle vecchie ha ag-
della solidarietà disinteressata) si      al suo sposo terreno.                    ma anche personaggi significati-          giunto nuove povertà.
realizzano nel nostro Paese allora        Nella casetta di “Commenda”              vi della nobiltà. Emblematico è
(come almeno in parte anche ora)          le quattro iniziatrici, otto giorni      l’episodio del marchese Salvago,           Ombretta Fumagalli Carulli
sulle ginocchia della Chiesa.             dopo la vestizione, aprono le pri-       che, nel corso di una udienza, il             Accademico Pontificio
E’ la forza del messaggio di fra-         me quattro opere: scuola ed edu-         21 Aprile 1861, consegna a Pio                 per le Scienze Sociali
tellanza, che dal Discorso della          candato per fanciulle, come si di-       IX una supplica di Madre Rossello          Ordinario di Diritto canonico
Montagna in poi attraversa i seco-        ceva allora “di civile condizione”;      per una benedizione particolare e,                ed ecclesiastico
li, caratterizzando la civiltà cristia-   scuola ed educandato per fanciulle       avendogli parlato di una lotteria           della Università Cattolica
na anche agli occhi di chi cristia-       povere. I programmi di insegna-          da lei organizzata per la raccolta          del Sacro Cuore di Milano
Sono passati duecento anni dalla nascita di Santa Maria Giuseppa Rossello e questa mostra permanente vuole essere un omaggio alla sua ca-
rismatica figura.
Per motivi anagrafici, ovviamente, non ho conosciuto la Santa di persona, ma ho conosciuto il suo carisma attraverso le sue “figlie”, in quanto
ho studiato all’Istituto S.M.G. Rossello di Savona per ben otto anni.
Ogni suora che ho conosciuto aveva in sé un po’ della Santa; c’era chi ricalcava il suo carattere forte e determinato, chi la sua intelligenza e
spirito d’iniziativa, chi la sua dolcezza e amore per i bisognosi.
Sono stati anni spensierati, non certo privi di difficoltà, che però hanno formato il mio carattere e certamente anche quello delle mie compagne
di scuola.
Ancora oggi porto dentro di me quegli insegnamenti di carità, misericordia e disciplina che mi hanno trasmesso, oltre alla solida preparazione
culturale, grazie alla quale la mia mente ha imparato ad aprirsi sempre al nuovo, al bello, al vero.
Avrò sempre un caro ricordo di quelle educatrici che hanno segnato una tappa importante della mia vita e della mia formazione umana.
Questo piccolo saluto, vuole essere un segno di ringraziamento verso tutte le suore che ho conosciuto, sia come insegnanti, sia quelle che pur
avendo altri compiti, mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato, spronandomi a superare le mie insicurezze; tutte le ricordo sempre con grande
affetto e gratitudine.
Questo nostro legame, trasformato negli anni in un rapporto di sincera amicizia, continua ancora oggi, come se la Santa Rossello fosse sempre
un punto di riferimento nella mia vita.

                                                                               Sonia Pedalino
                                                 Responsabile Sezione Femminile Associazione “Renzo Aiolfi”, no profit, Savona


E’ con vivo interesse e con grande attenzione che la sezione savonese “Mons. Parodi” dell’Associazione Medici Cattolici Italiani partecipa alle
celebrazioni per il bicentenario della nascita della Santa Rossello, per la quale molto bene sempre si addicono le espressioni usate a suo tempo
da Pio XII: “guardatela, pregatela, imitatela”; una figura che molto si è spesa per far fronte ad esigenze di carattere sociosanitario, presenti sul
nostro territorio nel XIX Secolo e, quindi, assai vicina alle caratteristiche della nostra Associazione.
La sua opera, in qualche modo, è stata anticipatrice di molte battaglie femminili: ciò, assume ancor più valore, proprio oggi, periodo in cui
l’immagine della donna viene alterata e sovvertita, snaturandone le sue precipue caratteristiche.
Prima di Lei, altre personalità si sono adoperate per migliorare la condizione del cosiddetto “sesso debole”: sicuramente la nostra Santa le avrà
avute ben presenti; possiamo pensare, allo stesso modo, che il circuito virtuoso sia proseguito e la stessa Madre Teresa di Calcutta abbia avuto
davanti il suo esempio “!

                                                                              Giancarlo Torello
                                               Presidente Sezione di Savona “Mons. Parodi “ Associazione Medici Cattolici Italiani




                                                                                    Casa natale della Santa Rossello, Albissola Marina
La Famiglia Rossello, cenni sulla vita di Benedetta Rossello.
Benedetta Rossello nasce il 27
maggio 1811 in una delle case
più antiche di Albissola Mari-
na, a Pozzo Garitta, e la targa lì
affissa, con al di sotto un ton-
do ceramico con l’effige della
Madonna della Misericordia
di Savona, ricorda tale evento.
Dal padre vasaio, Bartolomeo,
apprende i rudimenti per mo-
dellare la creta, vede il forno
ove far cuocere i manufatti e
vive in un ambiente povero.
La giovane modella l’argilla
datale dal padre e nascono, in
tal modo, creazioni ingenue
che spesso hanno l’effige di
monachine.
Benedetta, quindi, viene al
mondo in una famiglia umi-
le ed onesta (Maria Dedona
è sua madre) dove il mestiere
svolto dal capo famiglia, mo-
dellatore di stoviglie e di figu-
rine, è un lavoro condiviso da
larga parte dei cittadini di Al-
bisola. Benedetta era la quarta      La sua predisposizione al “ser-     Santa Rossello ci fanno capire    quentazione quotidiana alla
della figliolanza: prima di lei       vizio” verso gli altri si affianca   la sua predisposizione al lavo-   Cappelletta della Madonna).
Giovanni Battista Baldassar-         già dalla fanciullezza alla ten-    ro, al sorriso verso gli umili,   Osserva il paesaggio, quello
re, nato nel 1805 e morto nel        denza alla contemplazione: so-      alla sua conoscenza verso le      ligustico del mare, degli ulivi
1807, poi Luigi Baldassarre          gna con splendente ingenuità        tradizioni della sua Terra (la    dove trova la concentrazione
nato nel 1807 e morto nel            un deserto nel quale inginoc-       devozione alla Madonna di         per la meditazione: assieme
1877, dopo Benedetta, Gio-           chiarsi e vivere di Dio.            N.S. di Misericordia di Savona    alle amiche, a volte attraverso
vanna nata nel 1813 (morta           Molti brani della vita della        è testimoniata dalla sua fre-     il colle delle Ninfe, raggiunge,
nel 1814), Costantino nato                                                                                 prima, la Certosa di Loreto e,
nel 1815 (morto nel 1832),                                                                                 più avanti, la Chiesa dei Cap-
Giuseppina nata nel 1817                                                                                   puccini di Savona. Benedetta
(deceduta nel 1834), Anna                                                                                  ama ed indaga, in un certo
Maria nata nel 1819 e morta                                                                                senso, la storia del suo terri-
nel 1846. La sua fanciullezza                                                                              torio. Conosce un luogo poco
si svolge tranquilla con gaiez-                                                                            abitato, su un crinale, dove
za e si dedica ai fratelli. Riesce                                                                         cinque secoli prima di lei altri
a raggruppare intorno a sé le                                                                              si sono fermati, erano i certo-
amichette delle altre famiglie,                                                                            sini che avendo avuto in dono
come nell’esempio del pelle-                                                                               il colle di “Loreto” da Stefano
grinaggio al Santuario savo-                                                                               Imbruno, per sciogliere un
nese dedicato alla Madonna                                                                                 voto ricevuto quale grazia dal-
di Misericordia che, essendo                                                                               la Madonna di Loreto, fonda-
troppo lontano, la indusse a                                                                               rono lì un convento. La devo-
pensare ad una “processione”                                                                               zione alla Madonna di Loreto
a dimensione di bambine da                                                                                 nel sec. XV aveva trovato nel
farsi ad Albissola Marina pres-                                                                            papa savonese Sisto IV un
so la cappella dedicata a Maria                                                                            In alto: Vetrata della Chiesa della
Santissima. L’intraprendenza                                                                               Casa Generalizia a Savona, raffi-
e la determinazione legate ad                                                                              gurante la Santa e San Francesco
                                                                                                           d’Assisi.
una forte fede e vocazione già                                                                             A lato: Targa commemorativa sulla
da fanciulla la portano ad un                                                                              facciata della Casa Natale ad Albis-
entusiasmo dirompente.                                                                                     sola Marina
sco d’Assisi. Le sue mani ruvi-      i protettori furono l’avvocato     stolato generoso e vigoroso a
                                      de di quindicenne, screpolate        Giuseppe Nervi ed il nobile        Savona ed in Africa.
                                      dal bucato e dall’aiuto portato      Giovanni Battista Pico. La         La sua vita terrena termina il 7
                                      agli altri, sono la premessa per     sede nella vecchia casa dell’Or-   dicembre 1880.
                                      il suo motto: Cuore a Dio,           dine di Malta non era bella,       Questi brevissimi ed incom-
                                      mani al lavoro!                      non era grande… ma aveva           pleti cenni sulla intensa vita
                                      Tra il 1832 ed il 1834 Be-           un passato quale crocevia di       della Santa Rossello ci intro-
                                      nedetta soffrirà cinque lutti        attività benefica ospedaliera ed    ducono a riflettere sulla mo-
                                      familiari, compresi i suoi ge-       elemosiniera ed era adatta alle    dernità dei suoi gesti, della
                                      nitori, una prova durissima          giovani di Albisola postole di     sua missione: le sue mani han-
                                      dell’esperienza del dolore che       una nuova vita per le giovani      no sempre plasmato, prima la
                                      la caratterizzerà per tutta la       girovaghe di Savona.: Maria        creta, poi l’animo umano con
                                      sua vita.                            Giuseppa Rossello ha scritto       generosità, modestia, umiltà e
                                      Sarà l’incontro con il Vescovo       che la “Commenda” era “assai       d allegria, un impegno di fede
                                      Agostino De Mari a condurla          scomoda e molto umida… per         e di speranza.
                                      il 10 agosto 1837 ad aprire,         noi una reggia, tanto eravamo      L’arte contemporanea ci può
                                      nella vecchia casa (la Com-          contente”. Il 21 ottobre 1837      aiutare a capire meglio la pro-
                                      menda dei Cavalieri di Mal-          ebbe luogo la “vestizione”, in-    fondità della sua vita e l’im-
                                      ta), l’Istituto delle Figlie di N.   sieme alla divisa il Vescovo De    portanza delle sue opere: far-
                                      S. della Misericordia, assieme       Mari dette loro un nome nuo-       si prossimo è un valore etico
                                      alle sue compagne Angela e           vo Benedetta, molto devota         quanto mai vero e necessario
Statua lignea di San Giuseppe dello
                                      Domenica Pescio (sue cugine)         di san Giuseppe, fu chiamata       ancora nel presente e la sensi-
scultore Antonio Brilla, Savona                                                                               bilità dei vari artisti che sono
(Foto Suor Chiara Bonzano)                                                                                    stati consultati promuove un
                                                                                                              approfondimento tangibile,
grande promotore. Tale Cer-                                                                                   intimo che regala all’osserva-
tosa era un centro insigne per                                                                                tore la possibilità di trovare
la devozione che durò molti                                                                                   brani della vita della Santa a
secoli, ma al tempo di Bene-                                                                                  lui vicinissimi.
detta era, ormai, un rudere in                                                                                L’arte, ancora una volta, di-
abbandono. Quelle volte, gli                                                                                  venta una chiave di lettura del
echi delle preghiere la porta-                                                                                tutto particolare, forte, inten-
rono a credere nel restauro di                                                                                sa, profonda.
tale luogo di culto per pregare
nuovamente. Espose questo                                                                                     Note bibliografiche
desiderio, condiviso con le                                                                                   Come breve indicazione bi-
altre giovani che la seguivano                                                                                bliografica si rimanda a:
sempre, a don Michele Gras-                                                                                   AA.VV., Albisola alla sua
si che, stupito dal sentimen-                                                                                 Santa, Parrocchia N.S. della
to serio di Benedetta, le disse                                                                               Concordia, Albissola Marina,
che “al momento giusto Dio”                                                                                   1981; F. Martinengo, Vita,
l’avrebbe chiamata a pregare                                                                                  opere e virtù di suor Maria Giu-
ed a lavorare.                                                                                                seppa Rossello, rist., III ed.,Ge-
Guardando l’immensità del                                                                                     Sampierdarena, 1974; L. Tra-
mare il suo sguardo si dilata al                                                                              verso, Vita e virtù della serva di
di là delle cose, di ogni limite.                                                                             Dio Maria Giuseppa Rossello,
Lavora, poi, come infermiera                                                                                  Genova, 1934; M. Torchiana,
a Savona con modestia e la-                                                                                   santa Maria Giuseppa Rossello,
boriosità presso la casa di In-                                                                               Roma, 1949; Costituzioni per
nocenzo e Angela Monleone.                                                                                    le Figlie di Nostra Signora della
Sono molti gli episodi che ci               Autore Ignoto, “Agostino Maria De Mari, vescovo di Savona”        Misericordia, rist., Ge – Sam-
presentano la sua formazione                           (coll. Cassa di Risparmio di Savona).                  pierdarena, 1971; G. Papàso-
del carattere, la sua sensibilità                                                                             gli, M. Giuseppa Rossello Mi-
verso gli altri, la formazione        e Paolina Barla. Il Vescovo De       Maria Giuseppa; Angela Pe-         sericordia e ardimento, Città
sempre più solida della sua           Mari capì la serietà e la reale      scio: Maria Agostina, sua so-      Nuova, Roma, 1999; Un cuore
vocazione.                            capacità operativa della giova-      rella divenne Maria Giovanna       che seppe amare, Figlie di N.S.
E’ sempre allegra ed intenda a        ne Benedetta, considerando           e Paola Barla, suor Maria Te-      della Misericordia, Savona,
“fare”.                               la sua venuta come un dono           resa.                              s.d.., Tipo-litografia Don Bo-
Nella adolescenza si fa terziaria     della Provvidenza. Il canonico       Con il suo nuovo abito ed il       sco, Ge – Sampierdarena.
francescana, infatti, Benedetta       Ghigliazza divenne l’assistente      nuovo nome di Suor Maria
predilige, tra i santi, France-       spirituale dell’Opera mentre         Giuseppa inizia il lungo apo-                       Silvia Bottaro
A SAVONA,
        UNA COLLEZIONE D’ARTE SACRA CONTEMPORANEA
             per ricordare Santa Maria Giuseppa Rossello,
                      patrona dei ceramisti liguri
E’ dunque giunto il momento tanto atteso: la collezione d’arte dedica-        gine esotica oggi molto noto e frequentato. La sua Santa Rossello è,
ta a Santa Maria Giuseppa Rossello, benefattrice albisolese con “natali       infatti, realizzata con tecnica raku, termine giapponese che designa una
ceramici” e patrona riconosciuta dei ceramisti liguri, trova stabile ospi-    particolare varietà di manufatti cotti seguendo un metodo piuttosto
talità nel cuore di Savona, dopo una serie di mostre itineranti che ne        insolito rispetto a quello tipico della ceramica tradizionale (insolito e
hanno raccontato altrove i felici contenuti. Sì, da questo 2011 dispo-        certo “scenografico”). L’opera è un pannello stretto, alto e molto stiliz-
niamo ufficialmente di uno spazio articolato dove si respira aria di sto-      zato, nel quale si individua la religiosa cui è accostata, in modalità di
ria antica; uno spazio che appartiene, come l’adiacente, grandioso com-       quasi fusione, la figura di una piccola. Mai termine ceramico fu forse
plesso tardo seicentesco/settecentesco, alla Congregazione delle Figlie       più adeguato dell’ideogramma in oggetto per illustrare l’attività di San-
di Nostra Signora di Misericordia (fondata dalla Santa nel 1837), e che       ta Rossello: “raku” significa, infatti, gioia, facilità, liberazione ed altro
fu anche lo studio dello scultore savonese Antonio Brilla, dopo la metà       ancora, in piena coerenza simbolica con l’operato e la disponibilità spi-
dell’Ottocento. C’è poi da notare che la data di inaugurazione non è          rituale di Maria Giuseppa.
casuale, in quanto il corrente anno ricorda i 200 anni dalla nascita di
Maria Giuseppa (al secolo Benedetta, 1811) e rappresenta pertanto un          Lucia Clemente, pugliese di Barletta ma ligure adottiva sin dagli anni
momento significativo di rievocazione e di celebrazione.                       Settanta, propone un lavoro all’insegna di una delicata pittura su por-
Nell’ultimo evento espositivo che l’ha vista protagonista (Genova, Sala       cellana: Stralcio di peonie (omaggio a Santa Rossello). Un piatto di
Espositiva della Biblioteca Berio, giugno 2009), la collezione già anno-      manifattura industriale per accogliere i tratti di un pennello “artigia-
verava 29 opere pittoriche e ceramiche; grazie poi al successivo contri-      nale” che restituisce l’impressione di grande perizia tecnico/pittorica;
buto di altri creativi, essa si è ulteriormente arricchita, sino a superare   ovvero una porcellana (prodotto ceramico la cui origine rimanda alla
abbondantemente la soglia di trenta.                                          lontana cultura cinese Tang) per un terzo fuoco, tecnica decorativa che
Chi scrive ha in questa sede il piacevole compito di presentare i lavori      ci parla invece di raffinata cultura araba. Un sentito omaggio ad una
specificamente ceramici, che denunciano invero una notevole varietà di         donna speciale che, in definitiva, fiori di altra natura distribuì nel corso
soluzioni sotto il profilo formale e tecnico. Considerato il numero degli      della sua laboriosa esistenza.
autori, ben 19, se intendessi entrare in dettagli troppo specifici rischie-
rei di perdermi. Mi limiterò dunque ad un rapido excursus, ovvero, per        Dolores De Giorgi, artista di origini venete che si cimenta con la pit-
evocare una metafora artistica, ad una tavolozza di leggere pennellate        tura e la scultura, vive a Savona, muovendosi verso Albissola Mari-
che forniranno, così mi auguro, un approfondimento minimo su ogni             na per produrre ceramica. I lavori da me osservati in questi recenti
singola situazione; il tutto, in ordine rigorosamente alfabetico.             anni denunciano, quanto a modalità espressive e di contenuto, una sua
                                                                              evidente inclinazione per la figura femminile. Dolores modella le sue
Maria Paola Amoretti, che apre il nostro racconto, vive ed opera ad           immagini a tutto tondo con stile realistico/simbolico/metaforico, ad
Imperia, ma per oltre vent’anni ha vissuto a Milano dove, oltre agli          esempio quando riduce il corpo ad un involucro di pelle che racchiude
studi che le hanno procurato una laurea in architettura, ha praticato         il vuoto (alludo agli interessanti quanto inquietanti lavori della serie
intensamente l’attività scultorea. Lei è, infatti, autrice di Fatica d’ama-   “Woman skin”). Il suo omaggio a Santa Rossello è una figurina essen-
re, opera tridimensionale in terracotta dipinta nella quale particolare       ziale, elegantemente scarna e di notevole forza espressiva, foggiata in
rilievo sembrano assumere le due grandi mani che dialogano, per così          semirefrattario rosso ingobbiato in bianco e parzialmente trattato con
dire, con uno scrittoio: la sinistra è intenta a vergare parole, mentre la    ossido di manganese. L’opera, che reca il significativo titolo di Oltre,
destra, con il palmo rivolto all’insù e direzionata verso l’osservatore,      esemplifica per l’appunto un passaggio, ossia la decisione, da parte di
pare invitare dolcemente all’ascolto.                                         Maria Giuseppa, di dedicarsi alla cura delle diseredate: quasi parados-
                                                                              salmente, nel momento in cui si cala appieno e per sempre nella realtà
Carmen Barbini è nata nel Veneto e da tempo vive a Savona, mentre             della miseria umana, ella ascende anche, con la forza della sua insupe-
opera ad Albissola Marina. La sua proposta è una scultura in semire-          rabile fede, ad una sfera di grande spiritualità.
frattario, foggiata a lastra con rivestimento di ingobbi colorati e smalto
madreperlato. L’insolito titolo, La riscossa delle morette, va al cuore       Francesco De Robertis, attivo a Monterosso, nelle splendide 5 Terre,
di una particolare problematica sociale affrontata da Santa Rossello.         ha pensato ad una Lettera alla Santa; a tale scopo, egli ha scritto
Dopo l’incontro del 1855 con don Olivieri, infatti, Maria Giuseppa            nell’argilla, proprio come accadde, nel lontano passato, a persone che
volle prodigarsi anche a favore di ragazze africane che in buona sostanza     fecero altrettanto non disponendo di materiali più appropriati. L’opera,
venivano commercializzate come schiave. Carmen presenta la figura              un pannello dalla forma tondeggiante, è frutto del lavoro di un cerami-
della Santa con una “moretta”, appunto, graziosamente vestita in abito        sta provetto che predilige terre, o miscele di terre, forti e resistenti, cuo-
rosso a grandi pois bianchi. La scultura veicola bene il modus operandi       centi ad alta temperatura, meglio conosciute come grès. In questo caso,
tipico dell’autrice, che è improntato alla massima accuratezza formale        però, al grès De Robertis ha associato la raffinata porcellana, utilizza-
in un disegno complessivo sempre armonioso.                                   ta per realizzare una bianca striscia orizzontale adagiata sul supporto:
                                                                              l’operazione di scrittura per incisione su questa candida “pagina” lascia
Per Renzo Barcaroli, ligure di Cervo con origini alessandrine, possia-        trasparire la scura tonalità del grès sottostante, così determinando un
mo parlare di opera astratta e concettuale. In tal senso, giungono utili      compiuto contrasto che suscita un piacevole effetto estetico.
e chiarificatrici le sue spiegazioni intorno al pannello presentato, che
gioca sul contrasto di due colori: l’azzurro (evocazione di spazi infiniti,    Fabrizia Fantini, genovese che vive ed opera a Santa Margherita, ri-
desiderio di libertà, di spiritualità), che compete ad una tavoletta di       corda Maria Giuseppa con La sorgente dello spirito, un vaso/scultura
base, e l’arancione (colore che può rappresentare ascesi spirituale ed        manufatto in argilla refrattaria poi trattata con ingobbi, ossidi e cristal-
amore divino) con cui è cromaticamente risolta la larga spugna - “fos-        lina a forte spessore. Il valore altamente simbolico della proposta è rive-
sile di gommapiuma” - per l’appunto adagiata sulla tavola. Urla nel           lato in primis dal titolo stesso ed è leggibile nell’opera grazie anche alle
silenzio vuole ricordare un materiale caro ai ceramisti (con la gomma-        indicazioni dell’autrice: intanto, notiamo una frattura orizzontale nella
piuma si possono imballare le ceramiche per il loro delicato trasporto),      parte più dilatata del vaso, frattura che vuole evidenziare il distacco tra
fornendogli per di più un valore aggiunto: si tratta anche di spugna          cielo e terra; inoltre, possiamo osservare le soluzioni cromatiche adotta-
simbolica che assorbe l’urlo, il singhiozzo, le lacrime dell’essere uma-      te, in verde e blu (colature o tâches che esse siano), le quali intendono
no…                                                                           suggerire, come ci viene spiegato, “l’idea dell’acqua sorgiva ristoratri-
                                                                              ce e salvifica del bene che in infiniti rivoli scende sulle problematiche
Sandra Cavalleri, di Andora, ci porta in un ambito ceramico di ori-           dell’umanità”.
Gian Genta vive a Savona e da tempo si occupa di ceramica, pur              smi di tipo arcaico, molto ricorrenti nello stile di questo artista. In
essendo anche pittore ed incisore. Egli manifesta un gusto palese           deciso contrasto cromatico spicca la parte centrale del pannello, tutta
e generalizzato per quella parte del corpo, la testa, che accoglie il       smaltata in rosso: qui risiede, infatti, il cuore, immagine privilegiata
cervello, l’organo più nobile, prezioso e probabilmente più scono-          per ricordare simbolicamente Santa Rossello.
sciuto. Plasma in argilla, dunque, soprattutto forme di questo tipo,
ma senza ricercare una verosimiglianza, bensì estremizzando, persino        Caterina Massa vive a Savona ed ha studio a Cisano sul Neva. In
deformando, a tratti, la fisicità stessa, i caratteri anatomici. Anche       questa circostanza celebrativa l’artista offre un bel pannello “raku”,
per questa sua Santa Rossello Genta ha scelto un’immagine plasti-           tecnica che lei adotta, con originale professionalità, sia per lavori di
ca forte, allungata, “esagerata”, ed è una testa vagamente pensierosa       tipo realistico che astratto. Questa sua Ultima cena, delicatamente
reclinata su un piccolo braccio. L’opera, foggiata in argilla semire-       resa negli abiti delle figure con scelte cromatiche che variano dal ce-
frattaria vicentina, è stata quindi trattata con pigmento nero, ossidi e    leste al beige al rosso porpora, esemplifica una scena tanto familiare
rivestimento in cristallina matt, ossia non brillante.                      alla cultura cristiana quanto simbolica se riportata alla situazione di
                                                                            riferimento, ossia la missione misericordiosa di Maria Giuseppa. Tro-
Anna Gioia Del Fauro, veronese di origine, risiede a Cogoleto. Lei          vo l’idea piuttosto interessante, tanto più che Caterina propone un
è un’artista fantasiosa e versatile, nota, fra l’altro, anche per le sue    sereno convivio (pur minacciato dal dramma incombente) del tutto
creazioni di gioielli e per un’intensa attività di promozione culturale     maschile che diventa, così mi pare, piuttosto evocativo di una situazio-
svolta nell’ambito del Lion’s Club. Ma giustamente le si riconosce          ne tutta femminile; ma nella “conversione misericordiosa” della Santa
una speciale inclinazione per la materia fittile, assecondata ormai          non ci sono presupposti di imminente ritorno al Padre, bensì di lungo,
da parecchi anni. A Maria Giuseppa Anna ha dedicato Vaso rosa,              quotidiano impegno con una umanissima collettività di diseredati!
un contenitore modulato e sinuoso realizzato con tecnica a lastra
in argilla semirefrattaria e rivestito con coperta ad effetto craquelé.     Gianni Piccazzo, albissolese con origini piemontesi, non ha fatto
L’oggetto può leggersi come metafora della Santa, che fu autentico          della ceramica un mestiere, ma di sicuro un’attività di piacere da
“umano contenitore” di indefessa dedizione nei confronti di tanti           vivere con grande impegno e serietà. I risultati si vedono, infatti.
esseri bisognosi.                                                           In Liguria sono conosciuti i suoi presepi, poetici, originali ed anche
                                                                            “colti”. Egli ha però più vene espressive, che indaga applicando via
Alfredo Gioventù, di Sestri Levante, è ceramista colto e raffinato,          via tecniche differenti, a seconda dei lavori; fra queste, c’è l’impiego
abile sperimentatore e formulatore di smalti e di impasti esclusivi. Il     di brillanti cristalline a forte spessore, utilizzate per realizzare Cuore a
prodotto principe da lui sfornato da anni a questa parte è un magni-        Dio, mani al lavoro, l’interessante pannello in semirefrattario pen-
fico grès grigio che vuole riprodurre, per colore ed aspetto, la consi-      sato per omaggiare Maria Giuseppa. L’opera, in coerenza con il citato
stenza dei ciottoli marini di Liguria (le immancabili venature quarzo-      motto (che fu della Santa, nonché eco del noto motto benedettino),
se delle pietre naturali vengono realizzate in laboratorio con l’ausilio    si divide idealmente in due parti: quella superiore, il “cuore a Dio”,
della porcellana). Con questo materiale Gioventù ha realizzato la sua       si apre come un fuoco ardente sovrastante una mano da cui pende un
Arcano la Santa, una scultura sintetica e stilizzata che, pur igno-         rosario; quella inferiore, “mani al lavoro”, propone un vaso, simbolo
rando i particolari anatomici (solo l’idea di un corpo e di una te-         per antonomasia dell’artigiano che lavora le argille.
sta hanno preso forma concreta, sotto forma di due grandi ciottoli),
ci offre un’immagine davvero accattivante. Da notare - ed è questa          Giorgio Robustelli, attivo a Cunardo (provincia di Varese), è un
una modalità abbastanza tipica di molta produzione del ceramista -          ceramista di grande esperienza che ha elaborato una proposta esem-
l’inserimento nel corpo argilloso di legni naturali “di recupero”. In       plificativa del ruolo storico della nostra protagonista. Il titolo suona
quest’opera contiamo undici rametti disposti a raggiera sul capo, i         semplicemente come Santa Maria Giuseppa Rossello, patrona dei
quali suggeriscono una chioma o, più verosimilmente, un’aureola.            ceramisti. Si tratta di una formella realizzata in terra refrattaria al
                                                                            centro della quale si apre una sorta di piccolo scenario ripartito oriz-
Rossana Gotelli ha studio a Quarto, nel levante genovese. Lei è un’ar-      zontalmente in due zone collegate da breve frattura verticale. Ancora
tista che ama la scultura e la ceramica, e la ceramica piega, per così      una volta si coglie un’allusione alla duplicità lavoro/spirito, terrigni-
dire, alla propria creatività concettuale. Non riconoscibile, di primo      tà/spiritualità, poiché nella zona bassa v’è una sorta di nicchia-forno
acchito, un legame con Santa Rossello, nella sua Dalla ricchezza            contenente stoviglie smaltate (ricordiamo che Giuseppa/Benedetta
interiore all’azione concreta: 103 opere, aldilà dell’indubbio fasci-       è di Albisola e che ella stessa modellò un poco l’argilla), mentre in
no, non solo estetico, che l’opera emana. Ma il titolo già aiuta, mi        quella superiore spiccano l’immagine della Santa affiancata da due
pare, ed una approfondita osservazione sulle scelte formali ancor di        piccole figure femminili, tutte e tre lasciate nel colore del cotto sullo
più. Si parte da una base in argilla semirefrattaria modellata a lastra     sfondo di un cielo chiaro che richiama la luce della spiritualità.
su stampo in gesso ed ingobbiata in azzurro; su di essa poggiano ben
103 quadratini, ingobbiati da un lato in azzurro e dall’altro in dieci      Germana Rossi vive a Savona ed opera ad Albissola Marina. Anche
differenti colori (unica cottura con alghe a 930°C). Siamo dunque di        lei manifesta un’aperta inclinazione per il femminile, indagato con
fronte ad una elaborazione certosina palesemente evocativa dell’ope-        “complice” sensibilità e non esente da implicite denunce di ordine
ratività di Maria Giuseppa, il cui lavorò si costruì giorno dopo gior-      sociale. La sua Santa Rossello si concretizza in un gradevolissimo
no, tassello dopo tassello, quadratino dopo quadratino, appunto…            pannello realizzato in semirefrattario, al centro del quale campeggia
                                                                            la figura di Maria Giuseppa in abito monacale; ai due lati della parte
Fabrizio Isola gestisce un proprio atelier a La Spezia. Egli rende          inferiore trovano invece posto rispettivamente alcune piccole stovi-
omaggio alla Santa con Acquamanile - Coppa di Nettuno, un og-               glie e tre figurine di bimbe. Completano la scena un paio di sinuosi
getto dal sapore cerimoniale foggiato a lastra e decorato con incisio-      decori a rilievo. Per il rivestimento/decorazione dell’opera, Germana
ni, rivestimento a smalto e ossido di rame. La tipica tonalità azzurro/     si è servita di ingobbi, cristallina e smalti, variamente stesi a seconda
verde che il rame produce se utilizzato a certe condizioni è quella         delle parti. Il risultato è una scena gioiosa e giocosa che teneramen-
che ritroviamo nella coppa, a conferma di un “debole” che l’autore          te omaggia la patrona dei ceramisti liguri, rammentandone la lunga
confessa di avere per il mare e per il paesaggio ligure. La forma, poi,     attività misericordiosa.
suggerisce molti significati: apertura, offerta, dedizione; il dar da bere
agli assetati e il fornire cibo, anche spirituale, agli affamati. Quale     Renza Sciutto, pittrice e scultrice, vive e lavora ad Alassio. Il suo
migliore allusione all’operato della Santa?                                 interesse per la ceramica va di pari passo con la necessità di utilizzarla
                                                                            per realizzare in concreto i suoi progetti scultorei. Di conseguenza,
Giacomo Lusso, pittore e ceramista, vive ad Albissola Marina, dove          ricorrente è la semplice terracotta, materia plastica malleabile e dut-
per l’appunto ha appreso le conoscenze del “fare ceramica in botte-         tile alla quale di frequente la Sciutto affianca, ed è questa una curiosa
ga”. La sua opera, Il cuore sacro, è nata concretamente negli spazi         quanto convincente soluzione, la cera. Questa insolita abbinata ritro-
che la Piral, nota ditta produttrice di pignatte da fuoco, mette a di-      viamo anche nell’opera elaborata per Santa Rossello, intitolata Pre-
sposizione degli artisti. Consequenzialmente, Lusso ha realizzato un        ghiera. Si tratta di una piccola scultura/tabernacolo, un’interessante
pannello in terra pirofila, poi ingobbiata e trattata anche con ossido       stele dal sapore arcaico che rimanda, con la propria “sacralità”, alla
di ferro, smalto rosso al selenio, smalto oro. Il lavoro ha superficie       realtà di una figura caritatevole che dimostrò in vita grande disponi-
mossa, con rilievi geometrici che determinano, in modo piuttosto            bilità verso i bisognosi.
libero, varie campiture, ed alcune forme parimenti aggettanti di sa-
pore naturalistico/astratto; tutta la superficie presenta inoltre grafi-                                                                   Alida Gianti
Barbini Carmen: Cuore di Madre,
                                                                   foggiata a lastra con terra semirefrattaria, decorata con engobbi
                                                                   e smalto madreperlato, cottura 980°, cm. 58x32x2




Amoretti Maria Paola: Fatica d’amare,
2008, terra cotta dipinta, cm. 27x38x50




     Barcaroli Renzo:
     Urla nel silenzio,
     ceramica, cm. 42x47




                                             Cavalleri Sandra:
                                                 Santa Rossello,
                                          2008, ceramica raku,
                                              cm. 229x26x1,5
Clemente Lucia:
    Stralcio di peonie (omaggio a santa Rossello),
    porcellana nelle tonalità di porpora,
    dipinto a mano e cotto a terzo fuoco (800°)




                                                                                       De Giorgi Dolores:
                                                                                       Oltre,
                                                                                       figura in terra
                                                                                       semirefrattaria
                                                                                       decorata
                                                                                       con manganese
                                                                                       e cristallina,
                                                                                       cm. 48 h.




De Robertis Francesco:
Lettera alla Santa, grés e porcellana, diam. cm. 43




                                        Fantini Fabrizia: La sorgente dello spirito,
                                                  2008, refrattario, ingobbi, ossidi
                                          e cristallina grosso spessore, cm. 49x34
Genta Gian: Germogli,
semirefrattario vicentina bianca,
pigmento nero, ossidi, cristallina Matt
in 3 cotture a 980°, cm. 37 h.




                                           Gioia Del Fauro Anna: Vaso rosa,
                                           2006, in semirefrattario rosa,
                                           tecnica a lastre, dipinto a craquelè, cottura 900°,
                                           cm. 29x20x15




                                             Gotelli Rossana:
                                             Dalla ricchezza interiore all’azione concreta: 103 “opere”,
                                             terra semirefrattaria, engobbio, alghe,
                                             forma quadrata modellata a lastra su stampo in gesso
                                             engobbiata con terra azzurra con 103 quadratini
      Gioventù Alfredo: Arcano la Santa,     engobbiati su una faccia con terre di 10 colori differenti
      2009, grés e legno, cm. 43x16x8        e sull’altra con la terra azzurra,
                                             monocottura con alghe a 930°,
                                             cm. 35x35
Isola Fabrizio:
                                                                                      Acquamanile – Coppa di Nettuno,
                                                                                      formatura a lastra, incisa e
                                                                                      decorata con smalti e ossido di rame,
                                                                                      cotta a 980°,
                                                                                      diam. cm. 43, h. cm. 24




                    Lusso Giacomo:
                Il Cuore Sacro,2007,
                    terra rossa Piral,
            engobbi, ossido di ferro,
               smalto selenio rosso,
           smalto oro, cotture 980°,
                      cm. 63x 30x3




Massa Caterina: Ultima cena, tecnica raku, cm. 35x65




                                                                Piccazzo Gianni:
                                                    Cuore a Dio, mani al lavoro,
                                            pannello in terracotta semirefrattaria
                                                  con ossidi, smalti e cristalline,
                                                                    cottura 980°,
                                                                     cm. 100x70
Robustelli Giorgio:
Santa Maria Giuseppa Rossello, patrona dei ceramisti,
2005, formella in terra refrattaria, cm. 39x33




                                                               Rossi Germana: Santa Rossello, guardare gli altri,
                                                               terra semirefrattaria colorata con ingobbi e smalti,
                                                               cm. 60x25




                                                        Sciutto Renza: Preghiera,
                                                        terracotta e cera, cm. 43x18x9
I Pittori per la Santa
Dapprima sono stati sedici artisti, tra cui due ceramisti, a rispondere con              suo sguardo va oltre: lontano e alto. La tecnica raffinata del collages permette
slancio ed entusiasmo all’appello che la scrivente, a nome dell’Associazione             all’artista di creare una pagina particolarmente coinvolgente, dove la giovane
culturale “Renzo Aiolfi”, ha fatto ad alcune personalità dell’arte contempo-              Benedetta è raccolta a guardare avanti grazie ad una narrazione attenta e soave
ranea italiana. Con tali presenze la mostra è stata presentata in importanti             al contempo. L’abito della giovane è lindo e una grande mano aperta, nel gesto
sedi istituzionali ed espositive italiane (da Roma a Savona, da Albissola                della carità, è già ben evidente; è chiaro il riferimento alla volontà di Benedetta
Marina a Finale Ligure, da Millesimo a Genova), per, poi, arricchirsi della              di essere vicina ai poveri, agli ammalati. La nostra terra di Liguria è, poi, raffi-
sezione dedicata agli artisti che si esprimono essenzialmente con la cerami-             gurata con rara efficacia di colore, di profondità, di ampi orizzonti colti tra terra
ca (sezione di cui si è occupata in questo catalogo la Prof.ssa Alida Gianti).           e mare e… sovrasta la scena la grande chioma di un albero di ulivo che accom-
In modo quasi sintetico illustro, per ogni pittore che ha donato la propria              pagna e ascolta le preghiere ed i pensieri di Benedetta: un tronco sinuoso che
opera per la realizzazione di questa “Collezione d’arte sacra contempora-                regge rami ricchi di foglie e di frutti dalle quali fronde una mano anonima è tesa
nea”, il lavoro che sarà esposto, tracciando un breve profilo critico.                    a raccoglierli. Si staglia, poi, nell’azzurro luminoso l’apparizione della Vergine
                                                                                         misericordiosa, comparsa nel 1536 al contadino Botta, un’immagine celeste alla
Sergio Biancheri, detto “Ciacio”, ancora una volta ha caratterizzato la sua opera        quale la piccola Rossello è molto devota.
( come scrive Paola Mallone) “…votata al nudo ascolto del vero…”, infatti, la
sua Santa Maria Giuseppa Rossello è intensa, quanto veridica e genuina nella             Carlo Giusto che ha inteso rappresentare il giorno della nascita della bimba
sua apparente semplicità. Il suo disegno a tecnica mista su carta, senza fronzoli,       Benedetta (27 maggio 1811) quale nuova fonte di luce sia per la modesta casa
ci parla del rapporto intimo tra la Santa e un’altra figura femminile, la Madon-          dei Rossello nel cuore della vecchia Albisola, sia quale inedito albore per la “vita”
na: due donne in un rapporto profondo, determinante, coraggioso dove sono in             della comunità allargata al paesaggio che è rallegrato e ravvivato dalla presenza
relazione diretta la condizione umana e quella spirituale. Quelle braccia allargate      di una novella “rosa”: esattamente la piccola bambina. Giusto ha sempre avuto
alludono, anche, al gesto della “misericordia” verso i più deboli, le giovani di co-     una propensione naturalistica nella sua pittura tanto da giungere ora allo studio
lore, i malati. Biancheri, benché sia anche ceramista, ha voluto “donare” questo         della disgregazione della natura, rappresentato dal luogo comune, recuperando
intenso disegno che potrebbe inoltre essere propedeutico ad una scultura in ce-          nella peculiarità il significato tangibile e visibile del tutto. Si apre, in tal modo,
ramica, ma che pone in rilievo il sentimento che rende “alto” questo lavoro, così        una attenta riflessione sul paesaggio ligustico (dalle gialle ginestre al silente sfon-
semplice, franco e puro da cogliere la grandezza della Santa attraverso il tempo e       do del mare blu) aprendo una finestra dedicata al roseto di opere, di gesti, di
gli ostacoli che ha incontrato rendendo il suo messaggio moderno.                        accoglienza che l’apostolato e la volontà della Santa Rossello ha avuto in sé già
                                                                                         dalla nascita: uno squarcio esistenziale di una vita consumata nell’Ottocento ma
La Madre Rossello di Milly Coda è intesa quale “maestro” di un’orchestra di              che ha accenti alquanto moderni relativi, anche, alla considerazione del valore
giovani donne impegnate all’unisono a cantar, non solo le preghiere mariane,             etico e sociale dell’ambiente naturale dove si svolge la vita quotidiana di ognuno
ma un cantico alla vita intesa quel dono di sé per gli altri e come rispetto del         di noi. In tal modo l’artista ci coinvolge con la forza di attrazione visiva di quel
creato. Tale completa contemporaneità di rappresentazione è ben evidenziata              roseto: la metafora dell’esistenza di Santa Maria Giuseppa.
dal monocromo azzurro vigoroso, a volte più veemente nella sua assolutezza
cromatica, che rimanda alla tensione della Santa verso la libertà (il riferimento        Nel “Giardino mistico” di Bruno Gorgone trovano linfa perenne nell’humus
è alla sua opera nelle missioni), alla trasparenza delle parole e delle conseguenti      delle preghiere, dei segni, delle azioni della Rossello le stelle, le foglie stilizzate, le
azioni ma, pure, alla ricerca delle celestiali presenze del Cielo (la Madonna di         “mitocromie” originali di un mondo quotidiano che vuole migliorare, essere più
Misericordia alla quale era particolarmente devota). Quelle teste ricciolute,            raggiante ed aperto a tutti. I molti ostacoli che Benedetta Rossello ha superato
tanto da sembrar angeliche, che trovano un felice approdo tra le vesti del-              con la forza di un impegno supremo di fede e di speranza sono raffigurati in que-
le religiose, le tanti mani giunte in raccoglimento danno profondità intensa             sto “giardino” dove le luci calde, esplodenti e smaglianti fondano una geometria
all’opera dell’artista che giunge ad una prova di sanità della rappresentazione          nuova, creativa, libera così come quella voluta e perseguita dalla Madre per ac-
di rara efficacia e che ci anticipa il senso della santità della vita della giovane       cogliere le giovani abbandonate. La libertà che troviamo nella flora e nella fauna,
Benedetta, prima, e della più matura Suor Maria Giuseppa impegnata in un                 la bellezza dei colori naturali sono ripresi da Gorgone con la peculiarità che
vasto apostolato senza confini, infatti, l’opera giunge fino alla cornice invasa           ormai gli è riconosciuta a livello internazionale di cromie insolite, ardite, fuori
dalla vigorosa cromia turchina.                                                          degli schemi, affrancate appunto. Con tale raffigurazione del “giardino” inteso
                                                                                         quale simbolo della purezza verginale, da un lato, e dall’altro come aspirazione a
Maria Giulia Drago ci presenta la sua “Santa, per sempre” quale immagine ful-            giungere ad una armonizzazione degli elementi, ovvero luogo della crescita, della
gente che riflette la luce che è in sé e si spande con la beatitudine della sua figura     coltivazione dei fenomeni interiori della vita, la giovane Benedetta ha dato segno
circondata in un alone di riverbero azzurrato e celestiale per sottolineare come         di sé e di quello che per tutta la sua esistenza ha perseguito fino alla sera del 7
la contemplazione della Santa Rossello sappia passare, nondimeno, attraverso la          dicembre 1880 quando si ricongiunse a Dio e tutte le suore ripetevano: “Ti trovi
dolcezza delle mani. Le possibilità e le capacità cromatiche proprie della Drago         ancora acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto”.
ci permettono di avvertire l’emozione ed il sentimento che sottende e che ha
mosso la sua opera giungendo, come sempre, ad originali punti d’arrivo con im-           Giovanni Job continua il collegamento tra le possibilità di legare e saldare le le-
magini contemplative, in un certo senso. La natura partecipa incessantemente a           zioni classiche con le proposizioni moderniste, rivisitando concettualmente l’an-
dare corpo alla percezione di un immaginario che è insito alla naturalità stessa: i      tico, infatti, l’Artista annulla l’immagine iconografica significante ed eloquente
rami di olivo tessono lievi ed antiche trame di passione, di pace, di purificazione       lasciando alla coscienza, alla facoltà di recepire della matericità della pittura il
intorno alla figura sì soave della Santa ma coerentemente forte e determinata nel         rivelare la propria espressività. La volontà forte di “decontestualizzare” lo porta
suo apostolato. Rosati steli dell’albero della melagrana, ricchi dei frutti, fanno       a creare un abbraccio di “misericordia” tra un bambino biondo e con lo sguardo
riferimento alla fecondità del messaggio della Rossello traendo, dalla simbolo-          lontano e altrove, sorretto dall’energia degli arti superiori e dalle mani possenti
gia spiritualizzata cristiana, il richiamo alla ricchezza della benedizione divina       di una figura, quasi irriconoscibile nei tratti fisionomici. Un gesto antico, fa-
ed all’amore celeste. La Drago, poi, inserisce la melagrana “barocca” nella sua          miliare e caloroso che caratterizza l’incontro e l’aiuto che quotidianamente un
affinità al significato dell’abbondanza generosa dei doni legati all’amore mise-           padre e una madre danno alla loro figliolanza, oppure un’azione, un aspetto
ricordioso: una metafora felice e intrinsecamente legata ai gesti, alle parole, alla     che la solidarietà, la più ampia e sentita, può offrire e donare ad un fanciullo
vita della Santa.                                                                        sconosciuto ma bisognoso di calore umano, di comprensione, di benignità e
                                                                                         generosità, persino di perdono e di riguardo. Quei tratti neri, rotti da lampi
Di Adriana Ferrari Benedetto è il racconto visivo della giovane fanciulla Be-            sapienti di luce immacolata, assicurano nutrimento alla riflessione, alla nostra
nedetta che, percorrendo molto spesso le colline tra Albissola Marina e Savona,          attenzione circa l’inflessibile dichiarazione pronunciata con penetrante segno
viene rapita dalla bellezza della natura ligustica, la passeggiata tra gli ulivi è per   della metafora della “misericordia” che ci può portare a riflettere sulla vita e sui
lei un invito esplicito a meditare. I grandi ideali prendono la strada della con-        gesti della santa Rossello: un “segno” della contemporaneità allargata alle etnie,
templazione del mare; guardando l’orizzonte e la bellezza delle acque azzurre, il        ai disagi sociali penetrati dalla sguardo indagatore di Job.
Giorgio Laveri è rimasto colpito dalle varie fasi della vita della Santa, conside-          Arturo Santillo continua la ricerca dedicata all’allegoria, in questo caso diviene
rate quali fotogrammi che la sua volontà e, probabilmente, una “mano” celeste,              un inno corale alla comprensione dell’altro in un perenne esercizio di “ascesa”
una sorta di regista supremo, ha montato quali scansioni filmiche per addivenire             interiore e nel quotidiano. La drammaticità della pittura di Santillo fornisce pro-
ad un lungometraggio da continuare a proiettare ancora oggi. Una di quelle                  va di nuove sfumature dove il segno gioca con l’ombra della luce con più netta
pellicole senza tempo e ricche di significati che meritano l’attenzione anche delle          demarcazione. La sua singolare composizione ci presenta la metafora, in un certo
nuove generazioni. La giovane donna ha il velo creato con la celluloide delle pel-          senso, della moltiplicazione della parola e dei gesti della Santa Rossello che trova
licole, impresse con le immagini più dolenti e migliori del suo percorso terreno.           altre persone disposte a seguire il suo esempio di vita quale Figlia della Miseri-
La sua bellezza cattura l’osservatore e si staglia sul fondo latteo/azzurrognolo che        cordia. Le tonalità misteriosamente silenti, la monumentale “pietas”della Madre
rimanda, anche, ai primi abiti delle educande. L’artista crea una sorta di tridi-           addolorata a fianco dei piedi del Cristo crocefisso (che non è raffigurato), sono
mensionalità intensa che rende, per certi versi, monumentale la raffigurazione,              lo sfondo potente che accoglie la Madre Rossello che con gioia affronta i tanti
seppur nella sua levità di sentimento e nella raffinatezza del segno dei tratti di un        ostacoli per allargare le sue Case di accoglienza. La Maria Giuseppa di Santillo
volto illuminato da una sorta di luce interiore che crea degli squarci chiarificanti         pensa, lavora, scrive, cura i malati di colera, parte verso altre terre lontane, si
sull’incarnato. Il “diaframma” della macchina da ripresa di Laveri ha sottolineato          prodiga per la liberazione delle “schiave negre”, riuscendo con soavità a superare
come le azioni della Santa Rossello hanno contribuito ad un mutamento sociale,              le dure prove della vita come una stella sempre accesa, vivida che non conosce
in pieno Ottocento, così come la fotografia e l’arte del cinema possono ben evi-             tramonto in un cielo limpido, pulito e trasparente come i suoi gesti, le sue azioni
denziare quale impegno, anche, civile.                                                      che donano il battesimo della verità e della solidarietà. I gesti della Suora danno
                                                                                            “volto” e dignità a tante altre persone che moltiplicano il suo messaggio.
Renata Minuto non parla direttamente della Santa Rossello, ma identifica il
suo amore per la Vergine, per i poveri, il suo senso di misericordia e di giustizia         Nani Tedeschi è rimasto colpito dal ritratto della matura Suor Rossello: un viso
ricordando la sua fortissima devozione alla Madre SS. di Misericordia, apparsa              largo con lo sguardo profondo, intenso, un carattere deciso che nasconde una
nel 1536 al Santuario di Savona. La lettura di quella apparizione celeste, che ha           fortezza soave e un cuore immenso. Questa è la prova, ancora una volta, efficace
cambiato la vita e la prospettiva della devozione religiosa e della realtà sociale          della qualità dell’artista di acuto raffiguratore dei tratti di alcuni volti della sua
di Savona, è il terreno iconografico sul quale la Minuto ha dato grandi prove                “galleria”che racchiudono in sé la trama e l’avventura non solo personale, ma
di sé: basti ricordare il suo monumentale bassorilievo ceramico (collocato in               quella rivolta agli altri, alla storia. Suor Maria Giuseppa è effigiata ad occupare
una nicchia delle mura leonine in Vaticano), una vera “apparizione” artistica.              quasi completamente lo spazio del foglio per dimostrare la sua nobiltà di donna
In quest’ultima inedita opera, la nostra Artista, ci introduce davanti all’effi-             e di religiosa grazie al taglio sapiente grafico che lascia aperti spazi bianchi, vuoti,
ge della Madonna ripresa come fosse una originaria composizione su muro,                    e segni del disegno. Compare, inoltre, la figura di San Giuseppe, un uomo già
simulandone la presenza dentro una cappelletta dove la giovane Benedetta                    avanti con l’età, un artigiano come il padre di Benedetta, un Santo che aiuta la S.
Rossello si recava sempre a pregare. Forte immagine sublime di quella antica                Madre nelle difficoltà quotidiane come nel caso della mancanza d’acqua nel poz-
vicenda, restando vicina alla tradizione iconografica che rende ancora intenso               zo e, fatta scendere una medaglia con la sua effige, la risposta è stata una copiosa
quel sacro avvenimento, reso aulico dall’oro di fondo che ricorda le icone e                pioggia. San Giuseppe si regge sul bastone che sboccia in un rigoglioso insieme
dà volume, movimento all’episodio remoto. L’opera di Renata Minuto con                      di rose e di foglie: Tedeschi innesta un racconto di sguardi, di comunicazione tra
sapiente efficacia ci presenta, ancora, l’attualità dell’evento celeste che ha visto         l’antico e il moderno con una tavola dove le radici della tradizione sono la linfa
la Santa Rossello quale attenta ascoltatrice e testimone delle verità del tema              per vivificare gesti, temi, coraggiose scelte di ieri che hanno una valenza senza
della “misericordia” (“messaggio per lo spirito”) ma, pure, pratica nel quoti-              tempo e debbono essere terreno di riflessione per l’oggi, guardando al futuro.
diano della pietà. La Pittrice già altre volte ha ripreso con grande sensibilità la
figura della Madre Rossello (nella Chiesa parrocchiale omonima alla Villetta,                Giovanni Tinti non tralascia la sua traccia di personale interprete della realtà
Savona) e nel 1988 nel tradizionale “Vaso del Confuoco” a Lei dedicato, con-                contemporanea, partendo dalla sua formazione con accenti futuristi; infatti, la
servato nel Comune di Savona.                                                               sua “Ascensione” è una sorta di cuneo che lascia un segno indelebile in un cielo
                                                                                            terso, radioso e libero: le azioni della Santa Rossello hanno attraversato momenti
Marcello Mogni è forse l’autore che è partito dall’esame delle immagini icono-              delicati nel corso del secolo XIX ed i segni ideografici di Tinti sono una specie di
grafiche più note e riportate nei “santini”, ovvero nelle immagini devozionali,              alfabeto, di lingua propri di Benedetta Rossello che fin da piccola è stata capace
riguardanti Santa Rossello, quelle d’impianto ancora ottocentesco con l’effige               di parlare alle amiche. La forza del “segno” di Tinti lo vede chiaramente tradutto-
della donna in abito monacale che quasi completamente riempie lo spazio pit-                re di un intenso rapporto esistenziale con la quotidianità: rappresentazioni quasi
torico con la sua presenza. Colloca il suo ascetico, per certi aspetti ritratto, entro      rupestri, caratterizzate dai colori essenziali blu (oltremare, turchino, celeste) e
due porzioni di una struttura architettonica dalla quale esce con prepotenza di             rosso (porporino, vermiglio, scarlatto) che idealizzano una sorta di indicazione
segno, di luce, di vigore psicologico il volto della Santa illuminato da un bianco          verticale con forte scalata ai problemi sociali, guardando alla carità ed al rispetto
liliale di purezza d’intenti, di gesti, di sguardi diretti verso l’osservatore. L’azzurro   dell’uomo. Tale verticalizzazione della lettura dell’opera Tinti la deve, certamen-
delle vesti delle educande ritorna irresistibile per sottolinearne il percorso lungo        te, alla sua originaria formazione alla scuola futurista, così come, in un certo
dell’apostolato e per illuminare e rendere sensibile di luce interiore, aperta al cie-      senso, la geometrica stilizzazione dei simboli che a quattro a quattro alludono
lo, i tratti fisionomici di quel viso di donna matura che la vita ha segnato con le          ed esprimono la presenza delle tanti giovani vite salvate e educate dalla Madre
rughe di una esistenza completa dedicata agli altri, a Dio. Quel bianco eburneo             Rossello, effigiata con la forza e l’intensità di una linea verticale rossa sfolgorante
alleggerisce e sospende in un tempo al di fuori di noi questa figura che tende, con          che indica la retta via per altro perseguita, quale esempio, da se stessa.
tutta se stessa, alla gioia, alla gratitudine verso Nostro Signore.
                                                                                            Il sentimento dell’anima della Santa è il motivo ispiratore di Giuseppe Trielli
Maria Luigi Rigon è rimasto colpito dai “luoghi” della Santa: spazi e passi della           che vede trasvolare nel tempo quella purezza d’intenti fino a giungere, attraverso
sua vita terrena che hanno preparato meditatamente il suo percorso e scandito               la conoscenza, ad oggi dove un vorticoso intreccio di colori e di forme vegetali
il suo apostolato, nonché sottolineato le tante difficoltà trovate sul cammino,              che danno plasticità ad una moderna “maternità”, non a caso l’artista dedica tale
impedimenti che hanno rimarcato la forza della volontà di Suor Maria Giusep-                autentica opera alla madre. La Santa Rossello diviene l’allegoria contemporanea
pa. Quasi fotogrammi di una vita che, come in un film, passa ed attraversa il                della maternità dove il magmatico colore, le corolle accese delle rose e gli altri
paesaggio con la raffinatezza dei contorni che l’artista è riuscito a sottolineare: la       elementi naturalistici (così fondamentali per la giovane Benedetta per avviarla
casa natale con la facciata illuminata, ora, dalla targa commemorativa, l’antica            alla riflessione, alla meditazione) sono lo sfondo non transitorio del racconto di
scalinata di Pozzo Garitta dove Benedetta parlava con le amiche, l’ingresso della           una Madre delle fanciulle derelitte, abbandonate, ammalate e trascurate dalle
prima Casa di accoglienza, la sua linda camera dove si addormenterà per sempre.             condizioni sociali: una madre che ha i lineamenti familiari di una genitrice con-
Quattro significativi frammenti di una lunga esistenza ripresi con sublime senso             temporanea dove la mano, in primo piano, è grande, accogliente, sana, sconfina-
dell’astrazione in un accorto, consapevole e implicante gioco di particelle tratte          ta nel suo amore e regge in braccio una piccola figura quasi angelica e gioiosa. Il
dai brani salienti di un racconto intenso. Messi insieme ci donano la costruzione           colore è scandito da ritmi e timbri accesi: alternanze e cadenze musicali quasi da
di una immagine diversa, nuova per certi aspetti, dove possiamo ricomporre                  inno alla vita che si eleva in un racconto universale grazie ad una lieve, delicata
“il dire” ed “il fare” della Santa Rossello grazie, anche, ad una tavolozza, ad un          ma intensa poesia intima ai gesti, agli sguardi che fa partecipe chi guarda.
segno coinvolgente che ci ricongiunge al sentimento, all’emozione, al “cuore”
dell’esordio della santa.                                                                                                                                          Silvia Bottaro
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Catalogo rossello 2011

  • 1. con la collaborazione di Associazione Culturale Diocesi Figlie di N.S. della Misericordia A.M.M.I. “R. Aiolfi” no profit - Savona Savona - Noli Savona Associazione Mogli Medici Italiani Sezione Provinciale Savona Collezione d’Arte sacra contemporanea “Santa Rossello” nell’occasione del 200° anniversario della nascita di Santa Maria Giuseppa Rossello Antonio Brilla: “Madre Rossello consegna le chiavi dell’Istituto a San Giuseppe”, scultura marmorea, Casa Madre, già Palazzo Balbi – Brignole, sede dell’Istituto dal 1840, Savona Savona: via Chiassuolo Rossello n. 11 con il patrocinio con la partecipazione UNIONE ITALIANA CIECHI E IPOVEDENTI ONLUS Regione Città Associazione Nazionale Medici Cattolici SEZIONE PROV.LE DI SAVONA (AMCI) Liguria di Savona Sezione “G.B. Parodi” - Savona
  • 2. Sono lieto di presentare questo nuovo impegno culturale della Dott.ssa Silvia Bottaro. Si tratta del nuovo giornale/catalogo che vede la luce per l’inaugurazione della “Collezione d’arte sacra contemporanea Santa Rossello”. Si tratta della sistemazione definitiva delle 34 opere che gli Artisti italiani e liguri, soprattutto i ceramisti (al fine di ricordare che Santa Maria Giuseppa Rossello è stata proclamata “pa- trona” dei ceramisti liguri) hanno donato all’Istituto Figlie di N.S. di Misericordia di Savona nell’occasione del 200° anniversario della nascita della Santa. Come è noto, la Dott.ssa S. Bottaro ha ideato personalmente e con rara maestria tale rassegna già dal 2006 con un primo nucleo di opere (erano in allora sedici artisti aderenti all’iniziativa) per far conoscere meglio il “fare” e la modernità di Santa Maria Giuseppa Rossello, mostra che è stata, poi, presentata a Roma presso la Basilica di Santa Maria del Popolo, a Finale Li- gure, a Millesimo, a Genova (con la Regione Liguria) con l’aggiunta della sezione ceramica. Ora, come Associazione Aiolfi, la Dott.ssa Bottaro ha stipulato una convenzione con le Suore Rossello per tenere aperta su appuntamento la sede che l’Istituto ha messo a disposizione in Via Chiassuolo Rossello, n. 11 a Savona, sede storica dove lo scultore Antonio Brilla aveva il suo studio e dove la Santa Rossello si è recata più volte per parlare con tale Artista che ha creato diverse opere scultoree per la Santa, oggi conservate nelle loro sedi. Il Vescovo di Savona – Noli, S.E. Mons. Vittorio Lupi, benedirà solennemente tale nuova sede espositiva il giorno 24 giugno 2011, alle ore 11: ci auguriamo tutti una numerosa parte- cipazione all’evento tanto atteso. E’ ben nota la sensibilità artistica e la totalità di impegno con la quale la Dott.ssa Botttaro affronta le problematiche artistiche care a Savona e non solo: l’auspicio che tutti noi formu- liamo è che questa “Collezione Santa Rossello” (la prima di arte sacra contemporanea nella nostra Provincia) possa essere conosciuta presso i vari luoghi dove le Suore della Santa hanno delle Missioni attive. Sarà anche questa conoscenza attraverso l’arte un mezzo per accendere nei cuori l’entusiasmo per la via della Santità che Santa Maria Giuseppa Rossello ha percorso con tanto ardore. + Domenico Calcagno Arcivescovo-Vescovo emerito di Savona-Noli Segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Beata Maria Giuseppa Rossello, in “Beata Maria Giuseppa Rossello” di P. Andrea Oddone S. J., editrice Ancora, Genova, 1938
  • 3. E’ sempre importante fare memoria dei Santi: nella loro testimonianza, infatti “Dio rende feconda la Chiesa con la forza creatrice del suo Spirito e dona a noi, suoi figli, un segno sicuro del suo amore”. Inoltre “ il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci sostengono nel cammino della vita perché si compia in noi il mistero della salvezza” (dal secondo prefazio dei Santi). Il modo più diretto per “fare memoria” consiste nel ripercorrere le vicende che hanno caratterizzato la loro vita attraverso la loro biografia, leggendone gli scritti, visitando gli ambienti in cui hanno vissuto….. Per la nostra Chiesa di Savona è bello e importante fare memoria di Santa Maria Giuseppa Rossello: una donna mite e forte, docile e coraggiosa, capace di leggere con lucido intuito “i segni del suo tempo” e di mettere tutte le sue energie al servizio di Dio, condensando la sua intera esistenza ricca di opere, di fede e di amore in un programma di poche parole: “il cuore a Dio, le mani al lavoro”. Abbiamo i suoi scritti e tante testimonianze raccolte con cura; le sue Figlie conservano con amore esemplare ambienti e oggetti legati alla sua vicenda terrena. Tutto questo è prezioso per “fare memo- ria” della Santa; nella concretezza delle vicende da lei vissute e dei luoghi da lei abitati si avverte in modo tutto particolare la forza della sua testimonianza che ci aiuta ad “affrontare il buon combatti- mento della fede” desiderosi di “condividere, al di là della morte, la stessa corona di gloria” (dal primo Prefazio dei Santi). In questa prospettiva è importante anche quanto si è andato realizzando in questi ultimi anni per iniziativa della Associazione Culturale “R. Aiolfi”. Numerosi artisti sono stati invitati ad esprimere nelle loro opere qualcosa che richiami la vita della Rossello, perché nella creta o sulla tela può rima- nere qualche richiamo alla sua santità. Queste opere, che sono già state esposte in diverse città, ora sono affidate alla custodia delle Figlie di N.S. di Misericordia. Sarà molto più che un piccolo museo di arte contemporanea; sarà, infatti, un prezioso scrigno che ci parla del mistero di Dio e ci ricorda che tale mistero accolto, amato e servito dalla Santa Rossello può trovare posto anche nella nostra vita e testimoniato nelle nostre azioni. Santa Maria Giuseppa Rossello interceda per noi e ci aiuti ad alzare sempre il nostro sguardo a Dio e ad agire con amore generoso per il bene dei nostri fratelli; a questo, infatti, deve condurre il “far memoria” della nostra Santa. S. E. Mons. Vittorio Lupi Vescovo di Savona-Noli La Madre Rossello tra due fanciulle africane liberate dalla schiavitù
  • 4. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.” (Mt 5,16) “Nel mondo dobbiamo essere luce: con le nostre parole e con il nostro buon esempio animare le persone a conoscere e ad amare Dio”. (S. G. Rossello) Mi è sembrato bello poter iniziare questo messaggio augurale con le parole di Gesù e con quelle che sembrano essere l’eco di risposta della Santa Rossello, parole che lette con la dovuta attenzione, hanno oggi il sapore della profezia che solo i santi possono e sanno compiere. Sono vivamente grata a quanto realizzato dell’Associazione Culturale “ R. Aiolfi”dal 2006 fino ad oggi e a quanto ancora essa ha potuto realizzare per la prossima Mostra di arte Moderna dedicata a Santa Maria Giuseppa Rossello, organizzata a Genova dal 5 al 15 giugno 2009. Negli anni passati le varie sedi espositive avvenute dalla Cappella Sistina di Savona al Museo d’arte contemporanea di Albis- sola Marina, dalla Basilica di Santa Maria del Popolo a Roma all’Oratorio dei Disciplinanti a Finale Ligure, hanno ricevuto un grande successo di pubblico e di critica e questo ha indubbiamente permesso di rendere ancora più nota la figura di Santa Maria Giuseppa Rossello e l’opera da Lei prodotta nel tempo in questa terra ligure, ma anche nei quattro continenti dove la Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia, ha potuto nel tempo “diventare seme fecondo di Misericor- dia” per il mondo intero. Ora questa nuova esposizione arricchita nelle opere anche di 13 prestigiosi ceramisti liguri e nel catalogo espositivo, si presenta come un’ulteriore risorsa offerta non solo all’Istituto fondato dalla madre Rossello, ma anche alla città di Savona per cogliere in pienezza l’eredità di santità trasmesso dalla Santa alle generazioni passate e presenti e di cui, tutti, dovremo far tesoro. Possa il Signore rendere feconda di bene questa nuova iniziativa culturale-religiosa e arricchire di doni quanti, con il loro en- tusiasmo e la loro creatività, hanno contribuito a tale splendida realizzazione artistica. Facendo mie le parole che il Papa Pio XII ha pronunciato in Udienza, il 14 giugno 1949, a Roma, nella Basilica Vaticana, a tutti coloro che attraverso queste opere si avvicineranno di più a Santa Maria Giuseppa Rossello, rivolgo lo stesso invito che Egli rivolse alle Figlie della Misericordia: “Quale Madre è la Rossello! Quale santa! Dinanzi a lei che potremo noi dirvi ancora? Che potremmo raccomandarvi se non: GUARDATELA, PREGATELA, IMITATELA !” Suor M. Beatriz Giuseppa Lassalle Madre Generale Figlie di N.S. della Misericordia Urna della salma incorrotta della Santa, conservata nella Chiesa della Casa gentilizia, Savona
  • 5. “Cuore a Dio, mani al lavoro” Non intendo fare l’elogio della teologia cristiana è la vita dei san- una accoglienza dell’altro. Dopo e mani – distinguendo: cuore a Madre Maria Giuseppa Rossello: ti, perché loro sono l’argomen- il primo passo della vista c’è il Dio, mani al lavoro. Con “cuore non ne ha bisogno lei e la cono- to storico capace di dimostrare passo della cordialità, della com- a Dio” si intende indicare l’atteg- sciamo bene tutti noi. Voglio in- che non è una teoria astratta, né passione, della emozione che mi giamento di assimilare la potenza vece riflettere insieme con voi sul- ideologia, non è una semplice lega all’altro, per cui quella per- divina, per aderire totalmente al le meraviglie compiute da Dio in ipotesi o solo belle parole. Sono sona che ha bisogno mi interessa, Signore giacché è lui l’unica fon- una persona disponibile alla gra- invece fatti concreti, storici, reali “mi sta a cuore”. te dell’amore. Noi, da soli, non zia. Non facciamo quindi sempli- e –guardando alle nostre spalle – Ma dal cuore la misericordia deve siamo capaci di amore autentico. cemente una commemorazione consideriamo una storia piena di passare alle mani. La terza ope- Cuore a Dio vuole dire dipenden- di ciò che è stato, ma vogliamo uomini e di donne che hanno vis- razione fondamentale è quella za gioiosa e filiale dalla fonte della vivere intensamente quello che suto questa figliolanza, sono stati operativa e le mani sono il sim- misericordia, vuol dire riconosce- può essere. veramente simili al Padre: in quel- bolo evidente della nostra azione, re che solo lui può rendermi capa- Vorrei anzitutto qualificare l’espe- le persone si è incontrata davvero dell’attività. L’occhio ha visto, il ce di amore autentico. rienza della santa Madre come la misericordia di Dio. Nel nostro cuore ha partecipato, le mani in- Allora, prima di prendere a cuore un dono dello Spirito Santo, il caso concreto noi possiamo dire tervengono. È necessario che le il fratello, il cristiano autentico e dono della pietà, cioè una religio- che, nella persona di santa Maria mani arrivino al lavoro, perché al- maturo prende a cuore il Signore sità buona che rimane nel tempo Giuseppa Rossello, chi l’ha incon- trimenti con l’occhio teorizziamo e gli dà il cuore, nel senso che come un carisma, cioè un effetto trata ha riconosciuto una figlia del la povertà, facciamo una statistica riserva per lui l’affetto grande, concreto della grazia divina che Padre, una che assomiglia proprio delle situazioni, guardiamo chi ha quella docilità alla potenza divina mostra dove sta l’atteggiamento alla misericordia di Dio: creatura bisogno e ne studiamo magari le che possa cambiare l’intera perso- religioso autentico. plasmata dallo Spirito, docile alla cause. È possibile che con il cuore na. Solo se il mio cuore cambia, le Il concetto di pietà, come dono grazia, trasparenza dell’opera divi- ci commuoviamo soltanto; faccia- mie mani diventano poi operati- dello Spirito Santo, Maria na. Lei, concretamente, ha vissuto mo magari qualche preghiera per ve e le mie mani possono fare del Giuseppa Rossello lo ha conden- la spiritualità della misericordia, i bisognosi e diciamo “poverini”, bene. sato nella sua formula elementare ha vissuto la beatitudine con cui ma poi le mani si possono mette- Ognuno di noi, proprio sulla e ricchissima: “Cuore a Dio, mani il Signore ha iniziato la predica- re in tasca e restano ferme. Così la scorta dei santi, ha la consapevo- al lavoro”. zione evangelica: “Beati i miseri- misericordia fallisce e non arriva. lezza di aver ricevuto la possibilità Il suo carisma non è il suo, è del- cordiosi perché saranno trattati Il processo era iniziato bene, ma si di essere misericordia. Questa è la lo Spirito Santo e la misericordia con misericordia”. è bloccato per strada! Una auten- pietà autentica, questa è la buona non è sua proprietà, è una realtà La misericordia di Dio entra tica spiritualità cristiana è invece religiosità: è l’apertura a Dio che grande come Dio, immensa e nella nostra esperienza in modo attiva, operativa, concreta e pra- opera tutto. smisurata. Lei si è fatta sempli- molto concreto e, per riprendere tica. È necessario che l’opera di Troppe volte, nella storia, si è cemente docile alla potenza della l’immagine della Madre Rossello misericordia, attraverso le mani, pensato che Dio sia concorrente misericordia di Dio e ha vissuto – “Cuore e mani” – vorrei sinte- diventi efficace per chi ha bisogno dell’uomo e se qualcuno dà tutto il dono spirituale della pietà in tizzare in che cosa consiste la mi- e colmi quella mancanza con una il cuore a Dio ci rimette in uma- modo pieno. Lo ha infatti carat- sericordia, aggiungendo anche un ricchezza di grazia. nità. L’esperienza storica, proprio terizzato e vissuto nella profon- altro organo: gli occhi. Direi che Se ora provate ad applicare queste dei santi, ci insegna esattamente il dità dal concetto di misericordia, la misericordia è una questione di tre fasi all’opera di salvezza com- contrario. Più una persona si av- una di quelle parole fondamentali occhi, di cuore e di mani. È una piuta dal Signore vi accorgete che vicina a Dio e si dona a lui, più che innervano tutta la trattazione questione fisica, pratica, riguarda la ricostruzione funziona bene, nel diventa umana, veramente uma- biblica dell’Antico e del Nuovo il nostro corpo. senso che anzitutto il Signore ha na, e chi la incontra può speri- Testamento. La misericordia comincia dagli visto il nostro bisogno di amore, mentare quella umanità concreta, Il primo passaggio importante è occhi, perché il primo atto mise- frustrato dalla impotenza causata pratica, fatta di occhi, di cuore, proprio questo: non riconoscere ricordioso è guardare l’altro, guar- dal peccato. L’ha vista e l’ha presa di mani: una umanità autentica e semplicemente che Dio è miseri- darlo non come un nemico, un a cuore al punto da com–patire, buona che è il risultato della mise- cordia, ma anche che Dio ha fatto concorrente, uno da criticare o da da partecipare in modo solidale ricordia compiuta dal Signore. misericordia, nel senso che ha cre- giudicare, ma riconoscere nell’al- alla nostra passione, partecipando Questa è l’eredità del Signore ato in noi la possibilità di essere tro il fratello potenziale, mio si- con la sua passione. Quel cuo- Gesù e anche l’eredita dei santi. misericordia. È importante questo mile e mio prossimo. Gli occhi re che ha tanto amato il mondo Sia vostra eredità la misericordia, passaggio: non è tanto questione che sanno riconoscere nell’altro non si è fermato a una teoria, ma ripeteva la santa Madre Rossello. di attività, bensì una questione un fratello sono occhi di miseri- si è fatto carne, solidale con noi L’opera di Dio è possibile solo se che riguarda la persona nel suo cordia e di lì parte l’esperienza re- in tutto e per tutto, dall’inizio alla tutto il cuore è rivolto a lui, af- essere profondo. ligiosa: il riconoscimento dell’al- fine, realizzando concretamente – finché le mani siano totalmente a Il Signore ha fatto misericordia tro nel bisogno. direi con le mani – il progetto di favore dei fratelli. Possiamo fare alle varie persone nel momento L’occhio vede, ma può non inte- misericordia. Le mani di Cristo, l’elogio della santa Rossello dicen- in cui le ha rese capaci di essere ressarsi e talvolta l’occhio e l’in- cioè la sua vita concreta, sono la do che è stata comunicatrice della come lui e all’origine di tutto c’è telligenza percepiscono che c’è un prova concreta della teorica mise- Parola di Dio, portatrice di amo- l’adozione filiale. Dio ci ha resi bisogno, però… “Io che cosa pos- ricordia di Dio. La sua esperienza re, maestra di misericordia, co- conformi all’immagine del Figlio so farci?”. Alzo le spalle, allargo le di condivisione totale ce ne con- struttrice di pace, comunicatrice suo, comunicando a ciascuno di braccia e dico: “Non mi interessa, vince: in quell’uomo, in quella di calore e di umanità: beata lei! noi quella potenza divina che è non è compito mio, non tocca a sua vita fino alla morte, noi rico- Ma beati noi, perché possiamo es- l’amore ed è proprio in questo me”. Questo perché non mi sta a nosciamo il cuore di Dio. serlo anche noi. Il modo migliore mistero della comunicazione di se cuore, perché non mi prendo a Ecco allora che la formula sin- per festeggiare i santi è imitarli, stesso che si realizza l’opera dello cuore quella situazione. La mise- tetica di santa Maria Giuseppa imparando da loro, perché anche Spirito Santo che viene testimo- ricordia è una questione di cuore, Rossello riporta al centro dell’at- noi possiamo fare ugualmente. niato nella vita dei santi. è un autentico problema di cuore, tenzione la misericordia con- Un capitolo fondamentale della di relazione affettuosa che porta a creta con i due termini – cuore Claudio Doglio
  • 6. Maria Giuseppa Rossello: la dolcezza delle mani Farsi prossimo: oggi è un impera- no non è. Esso si incarna in una mento sono diversi. Per le prime di fondi per la “Casa della Divina tivo etico tanto predicato a parole, schiera di donne, di nobili come di nozioni varie. Per le altre nozioni Provvidenza”, si vede consegnare quanto disatteso nella realtà. umili condizioni. Esse si sentono essenziali: leggere, scrivere, fare di dal Papa stesso una scatoletta di Egoismo, autoreferenzialità, paura impegnate a promuovere la dignità conto. La vera novità è la scuola per agata rilegata in oro, come “picco- del “diverso”, spesso camuffati da della persona con opere concrete fanciulle povere, l’istruzione essen- lo contributo” alla lotteria. Vinta e legittime difese contro un ignoto ispirate ai precetti evangelici, che do allora riservata ai ricchi. Più di rimessa in ballottaggio più volte, che avanza senza manifestare una si rivelano sorprendentemente più tanti commenti, sono eloquenti essa consente di raccogliere una chiara identità, portano a vedere avanzati di qualunque coevo pro- le esclamazioni di alcune giovani, cospicua somma, che si aggiun- nella società e negli altri quel “vero gramma politico. riportate dagli storici: ”Ci accetta- ge a quella raccolta mettendo in inferno”, che già Sartre nel seco- Talvolta lo Stato consente e “pro- no, ci pettinano, c’è dove lavarsi, lotteria oggetti donati da altre fa- lo scorso predicava, seminando il tegge” (così il Regno di Sardegna ci sorridono…C’è la scuola, una miglie dell’aristocrazia genovese germe dell’individualismo che ha nella prima metà del sec XIX), al- scuola vera, e stanno lì a spiegarti: (i Cataldi ed i Cambiaso) e tori- avvelenato i rapporti interpersona- tre volte si mette di traverso (così se non capisci non ti dicono “stu- nese (da Casa Reale alle Contesse li. Ieri non era così. Non lo era no- il Regno d’Italia, via via che il pida”, ma lo sai cosa fanno? Ti fan- Riccardi, sorelle del Vescovo suc- nostante una maggior durezza di potere passa dalla Destra liberale no una carezza e poi ricominciano cessore di De Mari), oltre che delle vita e minori risorse economiche. alla Sinistra liberale). In questo la spiegazione”. Da quelle prime famiglie savonesi. E non lo era grazie soprattutto alla scenario va inserita la figura di opere in poi le difficoltà oggettive Negli ultimi anni il tributo di ope- Chiesa. Prendiamo ad esempio Benedetta Rossello. non mancano; per giunta si som- rosità, dalla Rossello compiuto il secolo XIX come si presenta in Ella nasce ad Albisola in quel mano alle diffidenze diffuse ed alle verso Dio, si completa con il tri- Liguria, non differentemente da 1811, che vede il Pontefice roma- critiche di chiara ispirazione mas- buto della sofferenza fisica, vissuto altre regioni italiane: grandi spere- no Pio VII, prigioniero a Savona. sonica, secondo le quali “le suore come riparazione ai peccati propri quazioni di censo, ignoranza diffu- Muore nel 1880 quando ormai lo meno sanno e meno insegnano”. Il (che, al seguito di Teresa d’Avila, sa tra le classi meno abbienti, una Stato italiano è unitario da quasi lavoro è dunque duro, deve mirare sono più ingigantiti dalla tensione condizione femminile di forte di- 20 anni e la “questione romana”, alla eccellenza, ha bisogno di nuo- mistica dei suoi ultimi anni di vita, sparità culturale e sociale rispetto aperta pochi anni prima con la de- ve vocazioni. La temperie politica che reali) ed altrui. alla condizione maschile. bellatio dello Stato pontificio, re- non è sempre favorevole. Nel tramonto del suo umile giar- Quel poco o tanto di servizio ai gistra continue tensioni tra Santa Le tensioni tra istituzioni civili dino, rigoglioso di foglie e fiori, in bisogni sociali è offerto dalla so- Sede e Re italiano. ed istituzioni religiose intristisco- mezzo ai dolci aromi liguri della cietà religiosa. Una vera e propria La Rossello fonda nel 1837 la no Madre Rossello. Ve ne è l’eco primavera, ai raggi del sole pronto fioritura in seno ad essa di nuovi Congregazione delle Figlie di nell’epistolario, soprattutto nelle a nascondersi nel mare, la fonda- Istituti o Congregazioni, special- Nostra Signora della Misericordia, lettere scritte negli anni del giu- trice, nell’ultimo anno della sua mente femminili, caratterizza la nome a lei carissimo, onorando risdizionalismo dello Stato libe- vita ricorda a tutte le sue Figlie con prima metà del secolo. la bontà e tenerezza della Vergine rale persecutore della libertà della il consueto stile semplice e diretto: In Italia settentrionale, di poco pre- Maria ed insieme il celebre Chiesa e delle sue strutture edu- ”Meglio patire con Gesù, con il cedenti la fondazione da parte di Santuario di Savona. Donna gene- cative ed assistenziali: “Sono anni suo Vicario in terra, con la Chiesa Madre Rossello delle “Figlie di Nostra rosa e vigorosa – dicono di lei gli di tenebre - scrive Madre Rossello perseguitata e oppressa che gode- Signora della Misericordia”, sono storici – e piena di iniziative, nelle qualche anno prima di mori- re con il mondo…Malate o sane, altre fondazioni: delle “Figlie della quali la contemplazione sa passare re alle sue nuove suore presenti siamo tutte per la stessa strada. Carità” di Maddalena di Canossa; “attraverso la dolcezza delle mani”. in America Latina – Preghiamo Tutte camminiamo nel gran viag- delle “Figlie del Sacro Cuore” di Sono, infatti, l’amore “operativo” di cuore il Signore, che rimedi”. gio dell’eternità. Tenetevelo bene Paola Verzieri; delle “Ancelle della ed uno speciale senso di concretez- Ma la fondatrice non si scoraggia in mente: il viaggio più o meno Carità” di Maria Crocifissa di Rosa; za (come spesso hanno le persone mai. Anzi la sua attività aposto- lungo, più o meno faticoso, arrive- delle “Suore di Carità” o di “Maria di umili origini) a caratterizzarla lica è senza limiti: dall’aiuto alle rà alla fine; non bisogna farne gran Bambina” di Bartolomea Capitanio; sin dall’inizio, quando risponde fanciulle pericolanti, alla presenza caso, dargli troppa importanza; è del ramo delle “Dorotee” di Paola all’appello del Vescovo di Savona e negli Ospedali, alle scuole, agli un viaggio che passa”. Frassinetti. Noli, Agostino De Mari, di nobile asili, alla fondazione di un picco- Proclamata beata da Pio XI nel Nella seconda metà del secolo la famiglia come di nobili sentimenti. lo Seminario che all’inizio suscita 1938, viene canonizzata santa da bufera delle leggi laiciste, quando Colpito dalle smorfie e dai gestacci qualche diffidenza ecclesiastica, Pio XII nel 1949. E’ protettrice non giunge a vere e proprie sop- a lui rivolti da ragazze esposte ai sino a prendere parte alla libera- dei ceramisti, una delle arti più pressioni, mette a dura prova la pericoli della strada e dell’accatto- zione delle giovanissime schiave note della sua amatissima Albisola. libertà delle comunità lasciate in naggio, egli aveva espresso il desi- negre d’Africa, provenienti dai E’ esempio per chiunque voglia vi- vita dedite all’insegnamento ed derio di una istituzione che si oc- mercati del Cairo e di Alessandria vere al servizio degli altri con “mi- alla assistenza Eppure educazione, cupasse di esse. Benedetta risponde d’Egitto, e all’impresa più grande, sericordia e ardimento”: uno stile assistenza, beneficenza (un sostan- con tre sue amiche, mettendo a di- la diffusione in America latina, di azione da recuperare da parte di tivo quest’ultimo oggi troppo sbri- sposizione la propria vocazione al di là dunque dell’Oceano, o alla chi voglia “farsi prossimo” tanto gativamente archiviato, come fosse motto “Cuore a Dio, mani al lavo- “Casa delle pentite”. Ad aiutarla più in una società, come l’attuale, sinonimo di concessione altezzosa, ro”. Prenderà poi il nome di Maria non sono solo le sue Suore ed i che, nonostante i progressi econo- mentre il “bene facere” è al cuore Giuseppa, in onore alla Vergine ed più umili della società in cui vive, mici e sociali, alle vecchie ha ag- della solidarietà disinteressata) si al suo sposo terreno. ma anche personaggi significati- giunto nuove povertà. realizzano nel nostro Paese allora Nella casetta di “Commenda” vi della nobiltà. Emblematico è (come almeno in parte anche ora) le quattro iniziatrici, otto giorni l’episodio del marchese Salvago, Ombretta Fumagalli Carulli sulle ginocchia della Chiesa. dopo la vestizione, aprono le pri- che, nel corso di una udienza, il Accademico Pontificio E’ la forza del messaggio di fra- me quattro opere: scuola ed edu- 21 Aprile 1861, consegna a Pio per le Scienze Sociali tellanza, che dal Discorso della candato per fanciulle, come si di- IX una supplica di Madre Rossello Ordinario di Diritto canonico Montagna in poi attraversa i seco- ceva allora “di civile condizione”; per una benedizione particolare e, ed ecclesiastico li, caratterizzando la civiltà cristia- scuola ed educandato per fanciulle avendogli parlato di una lotteria della Università Cattolica na anche agli occhi di chi cristia- povere. I programmi di insegna- da lei organizzata per la raccolta del Sacro Cuore di Milano
  • 7. Sono passati duecento anni dalla nascita di Santa Maria Giuseppa Rossello e questa mostra permanente vuole essere un omaggio alla sua ca- rismatica figura. Per motivi anagrafici, ovviamente, non ho conosciuto la Santa di persona, ma ho conosciuto il suo carisma attraverso le sue “figlie”, in quanto ho studiato all’Istituto S.M.G. Rossello di Savona per ben otto anni. Ogni suora che ho conosciuto aveva in sé un po’ della Santa; c’era chi ricalcava il suo carattere forte e determinato, chi la sua intelligenza e spirito d’iniziativa, chi la sua dolcezza e amore per i bisognosi. Sono stati anni spensierati, non certo privi di difficoltà, che però hanno formato il mio carattere e certamente anche quello delle mie compagne di scuola. Ancora oggi porto dentro di me quegli insegnamenti di carità, misericordia e disciplina che mi hanno trasmesso, oltre alla solida preparazione culturale, grazie alla quale la mia mente ha imparato ad aprirsi sempre al nuovo, al bello, al vero. Avrò sempre un caro ricordo di quelle educatrici che hanno segnato una tappa importante della mia vita e della mia formazione umana. Questo piccolo saluto, vuole essere un segno di ringraziamento verso tutte le suore che ho conosciuto, sia come insegnanti, sia quelle che pur avendo altri compiti, mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato, spronandomi a superare le mie insicurezze; tutte le ricordo sempre con grande affetto e gratitudine. Questo nostro legame, trasformato negli anni in un rapporto di sincera amicizia, continua ancora oggi, come se la Santa Rossello fosse sempre un punto di riferimento nella mia vita. Sonia Pedalino Responsabile Sezione Femminile Associazione “Renzo Aiolfi”, no profit, Savona E’ con vivo interesse e con grande attenzione che la sezione savonese “Mons. Parodi” dell’Associazione Medici Cattolici Italiani partecipa alle celebrazioni per il bicentenario della nascita della Santa Rossello, per la quale molto bene sempre si addicono le espressioni usate a suo tempo da Pio XII: “guardatela, pregatela, imitatela”; una figura che molto si è spesa per far fronte ad esigenze di carattere sociosanitario, presenti sul nostro territorio nel XIX Secolo e, quindi, assai vicina alle caratteristiche della nostra Associazione. La sua opera, in qualche modo, è stata anticipatrice di molte battaglie femminili: ciò, assume ancor più valore, proprio oggi, periodo in cui l’immagine della donna viene alterata e sovvertita, snaturandone le sue precipue caratteristiche. Prima di Lei, altre personalità si sono adoperate per migliorare la condizione del cosiddetto “sesso debole”: sicuramente la nostra Santa le avrà avute ben presenti; possiamo pensare, allo stesso modo, che il circuito virtuoso sia proseguito e la stessa Madre Teresa di Calcutta abbia avuto davanti il suo esempio “! Giancarlo Torello Presidente Sezione di Savona “Mons. Parodi “ Associazione Medici Cattolici Italiani Casa natale della Santa Rossello, Albissola Marina
  • 8. La Famiglia Rossello, cenni sulla vita di Benedetta Rossello. Benedetta Rossello nasce il 27 maggio 1811 in una delle case più antiche di Albissola Mari- na, a Pozzo Garitta, e la targa lì affissa, con al di sotto un ton- do ceramico con l’effige della Madonna della Misericordia di Savona, ricorda tale evento. Dal padre vasaio, Bartolomeo, apprende i rudimenti per mo- dellare la creta, vede il forno ove far cuocere i manufatti e vive in un ambiente povero. La giovane modella l’argilla datale dal padre e nascono, in tal modo, creazioni ingenue che spesso hanno l’effige di monachine. Benedetta, quindi, viene al mondo in una famiglia umi- le ed onesta (Maria Dedona è sua madre) dove il mestiere svolto dal capo famiglia, mo- dellatore di stoviglie e di figu- rine, è un lavoro condiviso da larga parte dei cittadini di Al- bisola. Benedetta era la quarta La sua predisposizione al “ser- Santa Rossello ci fanno capire quentazione quotidiana alla della figliolanza: prima di lei vizio” verso gli altri si affianca la sua predisposizione al lavo- Cappelletta della Madonna). Giovanni Battista Baldassar- già dalla fanciullezza alla ten- ro, al sorriso verso gli umili, Osserva il paesaggio, quello re, nato nel 1805 e morto nel denza alla contemplazione: so- alla sua conoscenza verso le ligustico del mare, degli ulivi 1807, poi Luigi Baldassarre gna con splendente ingenuità tradizioni della sua Terra (la dove trova la concentrazione nato nel 1807 e morto nel un deserto nel quale inginoc- devozione alla Madonna di per la meditazione: assieme 1877, dopo Benedetta, Gio- chiarsi e vivere di Dio. N.S. di Misericordia di Savona alle amiche, a volte attraverso vanna nata nel 1813 (morta Molti brani della vita della è testimoniata dalla sua fre- il colle delle Ninfe, raggiunge, nel 1814), Costantino nato prima, la Certosa di Loreto e, nel 1815 (morto nel 1832), più avanti, la Chiesa dei Cap- Giuseppina nata nel 1817 puccini di Savona. Benedetta (deceduta nel 1834), Anna ama ed indaga, in un certo Maria nata nel 1819 e morta senso, la storia del suo terri- nel 1846. La sua fanciullezza torio. Conosce un luogo poco si svolge tranquilla con gaiez- abitato, su un crinale, dove za e si dedica ai fratelli. Riesce cinque secoli prima di lei altri a raggruppare intorno a sé le si sono fermati, erano i certo- amichette delle altre famiglie, sini che avendo avuto in dono come nell’esempio del pelle- il colle di “Loreto” da Stefano grinaggio al Santuario savo- Imbruno, per sciogliere un nese dedicato alla Madonna voto ricevuto quale grazia dal- di Misericordia che, essendo la Madonna di Loreto, fonda- troppo lontano, la indusse a rono lì un convento. La devo- pensare ad una “processione” zione alla Madonna di Loreto a dimensione di bambine da nel sec. XV aveva trovato nel farsi ad Albissola Marina pres- papa savonese Sisto IV un so la cappella dedicata a Maria In alto: Vetrata della Chiesa della Santissima. L’intraprendenza Casa Generalizia a Savona, raffi- e la determinazione legate ad gurante la Santa e San Francesco d’Assisi. una forte fede e vocazione già A lato: Targa commemorativa sulla da fanciulla la portano ad un facciata della Casa Natale ad Albis- entusiasmo dirompente. sola Marina
  • 9. sco d’Assisi. Le sue mani ruvi- i protettori furono l’avvocato stolato generoso e vigoroso a de di quindicenne, screpolate Giuseppe Nervi ed il nobile Savona ed in Africa. dal bucato e dall’aiuto portato Giovanni Battista Pico. La La sua vita terrena termina il 7 agli altri, sono la premessa per sede nella vecchia casa dell’Or- dicembre 1880. il suo motto: Cuore a Dio, dine di Malta non era bella, Questi brevissimi ed incom- mani al lavoro! non era grande… ma aveva pleti cenni sulla intensa vita Tra il 1832 ed il 1834 Be- un passato quale crocevia di della Santa Rossello ci intro- nedetta soffrirà cinque lutti attività benefica ospedaliera ed ducono a riflettere sulla mo- familiari, compresi i suoi ge- elemosiniera ed era adatta alle dernità dei suoi gesti, della nitori, una prova durissima giovani di Albisola postole di sua missione: le sue mani han- dell’esperienza del dolore che una nuova vita per le giovani no sempre plasmato, prima la la caratterizzerà per tutta la girovaghe di Savona.: Maria creta, poi l’animo umano con sua vita. Giuseppa Rossello ha scritto generosità, modestia, umiltà e Sarà l’incontro con il Vescovo che la “Commenda” era “assai d allegria, un impegno di fede Agostino De Mari a condurla scomoda e molto umida… per e di speranza. il 10 agosto 1837 ad aprire, noi una reggia, tanto eravamo L’arte contemporanea ci può nella vecchia casa (la Com- contente”. Il 21 ottobre 1837 aiutare a capire meglio la pro- menda dei Cavalieri di Mal- ebbe luogo la “vestizione”, in- fondità della sua vita e l’im- ta), l’Istituto delle Figlie di N. sieme alla divisa il Vescovo De portanza delle sue opere: far- S. della Misericordia, assieme Mari dette loro un nome nuo- si prossimo è un valore etico alle sue compagne Angela e vo Benedetta, molto devota quanto mai vero e necessario Statua lignea di San Giuseppe dello Domenica Pescio (sue cugine) di san Giuseppe, fu chiamata ancora nel presente e la sensi- scultore Antonio Brilla, Savona bilità dei vari artisti che sono (Foto Suor Chiara Bonzano) stati consultati promuove un approfondimento tangibile, grande promotore. Tale Cer- intimo che regala all’osserva- tosa era un centro insigne per tore la possibilità di trovare la devozione che durò molti brani della vita della Santa a secoli, ma al tempo di Bene- lui vicinissimi. detta era, ormai, un rudere in L’arte, ancora una volta, di- abbandono. Quelle volte, gli venta una chiave di lettura del echi delle preghiere la porta- tutto particolare, forte, inten- rono a credere nel restauro di sa, profonda. tale luogo di culto per pregare nuovamente. Espose questo Note bibliografiche desiderio, condiviso con le Come breve indicazione bi- altre giovani che la seguivano bliografica si rimanda a: sempre, a don Michele Gras- AA.VV., Albisola alla sua si che, stupito dal sentimen- Santa, Parrocchia N.S. della to serio di Benedetta, le disse Concordia, Albissola Marina, che “al momento giusto Dio” 1981; F. Martinengo, Vita, l’avrebbe chiamata a pregare opere e virtù di suor Maria Giu- ed a lavorare. seppa Rossello, rist., III ed.,Ge- Guardando l’immensità del Sampierdarena, 1974; L. Tra- mare il suo sguardo si dilata al verso, Vita e virtù della serva di di là delle cose, di ogni limite. Dio Maria Giuseppa Rossello, Lavora, poi, come infermiera Genova, 1934; M. Torchiana, a Savona con modestia e la- santa Maria Giuseppa Rossello, boriosità presso la casa di In- Roma, 1949; Costituzioni per nocenzo e Angela Monleone. le Figlie di Nostra Signora della Sono molti gli episodi che ci Autore Ignoto, “Agostino Maria De Mari, vescovo di Savona” Misericordia, rist., Ge – Sam- presentano la sua formazione (coll. Cassa di Risparmio di Savona). pierdarena, 1971; G. Papàso- del carattere, la sua sensibilità gli, M. Giuseppa Rossello Mi- verso gli altri, la formazione e Paolina Barla. Il Vescovo De Maria Giuseppa; Angela Pe- sericordia e ardimento, Città sempre più solida della sua Mari capì la serietà e la reale scio: Maria Agostina, sua so- Nuova, Roma, 1999; Un cuore vocazione. capacità operativa della giova- rella divenne Maria Giovanna che seppe amare, Figlie di N.S. E’ sempre allegra ed intenda a ne Benedetta, considerando e Paola Barla, suor Maria Te- della Misericordia, Savona, “fare”. la sua venuta come un dono resa. s.d.., Tipo-litografia Don Bo- Nella adolescenza si fa terziaria della Provvidenza. Il canonico Con il suo nuovo abito ed il sco, Ge – Sampierdarena. francescana, infatti, Benedetta Ghigliazza divenne l’assistente nuovo nome di Suor Maria predilige, tra i santi, France- spirituale dell’Opera mentre Giuseppa inizia il lungo apo- Silvia Bottaro
  • 10. A SAVONA, UNA COLLEZIONE D’ARTE SACRA CONTEMPORANEA per ricordare Santa Maria Giuseppa Rossello, patrona dei ceramisti liguri E’ dunque giunto il momento tanto atteso: la collezione d’arte dedica- gine esotica oggi molto noto e frequentato. La sua Santa Rossello è, ta a Santa Maria Giuseppa Rossello, benefattrice albisolese con “natali infatti, realizzata con tecnica raku, termine giapponese che designa una ceramici” e patrona riconosciuta dei ceramisti liguri, trova stabile ospi- particolare varietà di manufatti cotti seguendo un metodo piuttosto talità nel cuore di Savona, dopo una serie di mostre itineranti che ne insolito rispetto a quello tipico della ceramica tradizionale (insolito e hanno raccontato altrove i felici contenuti. Sì, da questo 2011 dispo- certo “scenografico”). L’opera è un pannello stretto, alto e molto stiliz- niamo ufficialmente di uno spazio articolato dove si respira aria di sto- zato, nel quale si individua la religiosa cui è accostata, in modalità di ria antica; uno spazio che appartiene, come l’adiacente, grandioso com- quasi fusione, la figura di una piccola. Mai termine ceramico fu forse plesso tardo seicentesco/settecentesco, alla Congregazione delle Figlie più adeguato dell’ideogramma in oggetto per illustrare l’attività di San- di Nostra Signora di Misericordia (fondata dalla Santa nel 1837), e che ta Rossello: “raku” significa, infatti, gioia, facilità, liberazione ed altro fu anche lo studio dello scultore savonese Antonio Brilla, dopo la metà ancora, in piena coerenza simbolica con l’operato e la disponibilità spi- dell’Ottocento. C’è poi da notare che la data di inaugurazione non è rituale di Maria Giuseppa. casuale, in quanto il corrente anno ricorda i 200 anni dalla nascita di Maria Giuseppa (al secolo Benedetta, 1811) e rappresenta pertanto un Lucia Clemente, pugliese di Barletta ma ligure adottiva sin dagli anni momento significativo di rievocazione e di celebrazione. Settanta, propone un lavoro all’insegna di una delicata pittura su por- Nell’ultimo evento espositivo che l’ha vista protagonista (Genova, Sala cellana: Stralcio di peonie (omaggio a Santa Rossello). Un piatto di Espositiva della Biblioteca Berio, giugno 2009), la collezione già anno- manifattura industriale per accogliere i tratti di un pennello “artigia- verava 29 opere pittoriche e ceramiche; grazie poi al successivo contri- nale” che restituisce l’impressione di grande perizia tecnico/pittorica; buto di altri creativi, essa si è ulteriormente arricchita, sino a superare ovvero una porcellana (prodotto ceramico la cui origine rimanda alla abbondantemente la soglia di trenta. lontana cultura cinese Tang) per un terzo fuoco, tecnica decorativa che Chi scrive ha in questa sede il piacevole compito di presentare i lavori ci parla invece di raffinata cultura araba. Un sentito omaggio ad una specificamente ceramici, che denunciano invero una notevole varietà di donna speciale che, in definitiva, fiori di altra natura distribuì nel corso soluzioni sotto il profilo formale e tecnico. Considerato il numero degli della sua laboriosa esistenza. autori, ben 19, se intendessi entrare in dettagli troppo specifici rischie- rei di perdermi. Mi limiterò dunque ad un rapido excursus, ovvero, per Dolores De Giorgi, artista di origini venete che si cimenta con la pit- evocare una metafora artistica, ad una tavolozza di leggere pennellate tura e la scultura, vive a Savona, muovendosi verso Albissola Mari- che forniranno, così mi auguro, un approfondimento minimo su ogni na per produrre ceramica. I lavori da me osservati in questi recenti singola situazione; il tutto, in ordine rigorosamente alfabetico. anni denunciano, quanto a modalità espressive e di contenuto, una sua evidente inclinazione per la figura femminile. Dolores modella le sue Maria Paola Amoretti, che apre il nostro racconto, vive ed opera ad immagini a tutto tondo con stile realistico/simbolico/metaforico, ad Imperia, ma per oltre vent’anni ha vissuto a Milano dove, oltre agli esempio quando riduce il corpo ad un involucro di pelle che racchiude studi che le hanno procurato una laurea in architettura, ha praticato il vuoto (alludo agli interessanti quanto inquietanti lavori della serie intensamente l’attività scultorea. Lei è, infatti, autrice di Fatica d’ama- “Woman skin”). Il suo omaggio a Santa Rossello è una figurina essen- re, opera tridimensionale in terracotta dipinta nella quale particolare ziale, elegantemente scarna e di notevole forza espressiva, foggiata in rilievo sembrano assumere le due grandi mani che dialogano, per così semirefrattario rosso ingobbiato in bianco e parzialmente trattato con dire, con uno scrittoio: la sinistra è intenta a vergare parole, mentre la ossido di manganese. L’opera, che reca il significativo titolo di Oltre, destra, con il palmo rivolto all’insù e direzionata verso l’osservatore, esemplifica per l’appunto un passaggio, ossia la decisione, da parte di pare invitare dolcemente all’ascolto. Maria Giuseppa, di dedicarsi alla cura delle diseredate: quasi parados- salmente, nel momento in cui si cala appieno e per sempre nella realtà Carmen Barbini è nata nel Veneto e da tempo vive a Savona, mentre della miseria umana, ella ascende anche, con la forza della sua insupe- opera ad Albissola Marina. La sua proposta è una scultura in semire- rabile fede, ad una sfera di grande spiritualità. frattario, foggiata a lastra con rivestimento di ingobbi colorati e smalto madreperlato. L’insolito titolo, La riscossa delle morette, va al cuore Francesco De Robertis, attivo a Monterosso, nelle splendide 5 Terre, di una particolare problematica sociale affrontata da Santa Rossello. ha pensato ad una Lettera alla Santa; a tale scopo, egli ha scritto Dopo l’incontro del 1855 con don Olivieri, infatti, Maria Giuseppa nell’argilla, proprio come accadde, nel lontano passato, a persone che volle prodigarsi anche a favore di ragazze africane che in buona sostanza fecero altrettanto non disponendo di materiali più appropriati. L’opera, venivano commercializzate come schiave. Carmen presenta la figura un pannello dalla forma tondeggiante, è frutto del lavoro di un cerami- della Santa con una “moretta”, appunto, graziosamente vestita in abito sta provetto che predilige terre, o miscele di terre, forti e resistenti, cuo- rosso a grandi pois bianchi. La scultura veicola bene il modus operandi centi ad alta temperatura, meglio conosciute come grès. In questo caso, tipico dell’autrice, che è improntato alla massima accuratezza formale però, al grès De Robertis ha associato la raffinata porcellana, utilizza- in un disegno complessivo sempre armonioso. ta per realizzare una bianca striscia orizzontale adagiata sul supporto: l’operazione di scrittura per incisione su questa candida “pagina” lascia Per Renzo Barcaroli, ligure di Cervo con origini alessandrine, possia- trasparire la scura tonalità del grès sottostante, così determinando un mo parlare di opera astratta e concettuale. In tal senso, giungono utili compiuto contrasto che suscita un piacevole effetto estetico. e chiarificatrici le sue spiegazioni intorno al pannello presentato, che gioca sul contrasto di due colori: l’azzurro (evocazione di spazi infiniti, Fabrizia Fantini, genovese che vive ed opera a Santa Margherita, ri- desiderio di libertà, di spiritualità), che compete ad una tavoletta di corda Maria Giuseppa con La sorgente dello spirito, un vaso/scultura base, e l’arancione (colore che può rappresentare ascesi spirituale ed manufatto in argilla refrattaria poi trattata con ingobbi, ossidi e cristal- amore divino) con cui è cromaticamente risolta la larga spugna - “fos- lina a forte spessore. Il valore altamente simbolico della proposta è rive- sile di gommapiuma” - per l’appunto adagiata sulla tavola. Urla nel lato in primis dal titolo stesso ed è leggibile nell’opera grazie anche alle silenzio vuole ricordare un materiale caro ai ceramisti (con la gomma- indicazioni dell’autrice: intanto, notiamo una frattura orizzontale nella piuma si possono imballare le ceramiche per il loro delicato trasporto), parte più dilatata del vaso, frattura che vuole evidenziare il distacco tra fornendogli per di più un valore aggiunto: si tratta anche di spugna cielo e terra; inoltre, possiamo osservare le soluzioni cromatiche adotta- simbolica che assorbe l’urlo, il singhiozzo, le lacrime dell’essere uma- te, in verde e blu (colature o tâches che esse siano), le quali intendono no… suggerire, come ci viene spiegato, “l’idea dell’acqua sorgiva ristoratri- ce e salvifica del bene che in infiniti rivoli scende sulle problematiche Sandra Cavalleri, di Andora, ci porta in un ambito ceramico di ori- dell’umanità”.
  • 11. Gian Genta vive a Savona e da tempo si occupa di ceramica, pur smi di tipo arcaico, molto ricorrenti nello stile di questo artista. In essendo anche pittore ed incisore. Egli manifesta un gusto palese deciso contrasto cromatico spicca la parte centrale del pannello, tutta e generalizzato per quella parte del corpo, la testa, che accoglie il smaltata in rosso: qui risiede, infatti, il cuore, immagine privilegiata cervello, l’organo più nobile, prezioso e probabilmente più scono- per ricordare simbolicamente Santa Rossello. sciuto. Plasma in argilla, dunque, soprattutto forme di questo tipo, ma senza ricercare una verosimiglianza, bensì estremizzando, persino Caterina Massa vive a Savona ed ha studio a Cisano sul Neva. In deformando, a tratti, la fisicità stessa, i caratteri anatomici. Anche questa circostanza celebrativa l’artista offre un bel pannello “raku”, per questa sua Santa Rossello Genta ha scelto un’immagine plasti- tecnica che lei adotta, con originale professionalità, sia per lavori di ca forte, allungata, “esagerata”, ed è una testa vagamente pensierosa tipo realistico che astratto. Questa sua Ultima cena, delicatamente reclinata su un piccolo braccio. L’opera, foggiata in argilla semire- resa negli abiti delle figure con scelte cromatiche che variano dal ce- frattaria vicentina, è stata quindi trattata con pigmento nero, ossidi e leste al beige al rosso porpora, esemplifica una scena tanto familiare rivestimento in cristallina matt, ossia non brillante. alla cultura cristiana quanto simbolica se riportata alla situazione di riferimento, ossia la missione misericordiosa di Maria Giuseppa. Tro- Anna Gioia Del Fauro, veronese di origine, risiede a Cogoleto. Lei vo l’idea piuttosto interessante, tanto più che Caterina propone un è un’artista fantasiosa e versatile, nota, fra l’altro, anche per le sue sereno convivio (pur minacciato dal dramma incombente) del tutto creazioni di gioielli e per un’intensa attività di promozione culturale maschile che diventa, così mi pare, piuttosto evocativo di una situazio- svolta nell’ambito del Lion’s Club. Ma giustamente le si riconosce ne tutta femminile; ma nella “conversione misericordiosa” della Santa una speciale inclinazione per la materia fittile, assecondata ormai non ci sono presupposti di imminente ritorno al Padre, bensì di lungo, da parecchi anni. A Maria Giuseppa Anna ha dedicato Vaso rosa, quotidiano impegno con una umanissima collettività di diseredati! un contenitore modulato e sinuoso realizzato con tecnica a lastra in argilla semirefrattaria e rivestito con coperta ad effetto craquelé. Gianni Piccazzo, albissolese con origini piemontesi, non ha fatto L’oggetto può leggersi come metafora della Santa, che fu autentico della ceramica un mestiere, ma di sicuro un’attività di piacere da “umano contenitore” di indefessa dedizione nei confronti di tanti vivere con grande impegno e serietà. I risultati si vedono, infatti. esseri bisognosi. In Liguria sono conosciuti i suoi presepi, poetici, originali ed anche “colti”. Egli ha però più vene espressive, che indaga applicando via Alfredo Gioventù, di Sestri Levante, è ceramista colto e raffinato, via tecniche differenti, a seconda dei lavori; fra queste, c’è l’impiego abile sperimentatore e formulatore di smalti e di impasti esclusivi. Il di brillanti cristalline a forte spessore, utilizzate per realizzare Cuore a prodotto principe da lui sfornato da anni a questa parte è un magni- Dio, mani al lavoro, l’interessante pannello in semirefrattario pen- fico grès grigio che vuole riprodurre, per colore ed aspetto, la consi- sato per omaggiare Maria Giuseppa. L’opera, in coerenza con il citato stenza dei ciottoli marini di Liguria (le immancabili venature quarzo- motto (che fu della Santa, nonché eco del noto motto benedettino), se delle pietre naturali vengono realizzate in laboratorio con l’ausilio si divide idealmente in due parti: quella superiore, il “cuore a Dio”, della porcellana). Con questo materiale Gioventù ha realizzato la sua si apre come un fuoco ardente sovrastante una mano da cui pende un Arcano la Santa, una scultura sintetica e stilizzata che, pur igno- rosario; quella inferiore, “mani al lavoro”, propone un vaso, simbolo rando i particolari anatomici (solo l’idea di un corpo e di una te- per antonomasia dell’artigiano che lavora le argille. sta hanno preso forma concreta, sotto forma di due grandi ciottoli), ci offre un’immagine davvero accattivante. Da notare - ed è questa Giorgio Robustelli, attivo a Cunardo (provincia di Varese), è un una modalità abbastanza tipica di molta produzione del ceramista - ceramista di grande esperienza che ha elaborato una proposta esem- l’inserimento nel corpo argilloso di legni naturali “di recupero”. In plificativa del ruolo storico della nostra protagonista. Il titolo suona quest’opera contiamo undici rametti disposti a raggiera sul capo, i semplicemente come Santa Maria Giuseppa Rossello, patrona dei quali suggeriscono una chioma o, più verosimilmente, un’aureola. ceramisti. Si tratta di una formella realizzata in terra refrattaria al centro della quale si apre una sorta di piccolo scenario ripartito oriz- Rossana Gotelli ha studio a Quarto, nel levante genovese. Lei è un’ar- zontalmente in due zone collegate da breve frattura verticale. Ancora tista che ama la scultura e la ceramica, e la ceramica piega, per così una volta si coglie un’allusione alla duplicità lavoro/spirito, terrigni- dire, alla propria creatività concettuale. Non riconoscibile, di primo tà/spiritualità, poiché nella zona bassa v’è una sorta di nicchia-forno acchito, un legame con Santa Rossello, nella sua Dalla ricchezza contenente stoviglie smaltate (ricordiamo che Giuseppa/Benedetta interiore all’azione concreta: 103 opere, aldilà dell’indubbio fasci- è di Albisola e che ella stessa modellò un poco l’argilla), mentre in no, non solo estetico, che l’opera emana. Ma il titolo già aiuta, mi quella superiore spiccano l’immagine della Santa affiancata da due pare, ed una approfondita osservazione sulle scelte formali ancor di piccole figure femminili, tutte e tre lasciate nel colore del cotto sullo più. Si parte da una base in argilla semirefrattaria modellata a lastra sfondo di un cielo chiaro che richiama la luce della spiritualità. su stampo in gesso ed ingobbiata in azzurro; su di essa poggiano ben 103 quadratini, ingobbiati da un lato in azzurro e dall’altro in dieci Germana Rossi vive a Savona ed opera ad Albissola Marina. Anche differenti colori (unica cottura con alghe a 930°C). Siamo dunque di lei manifesta un’aperta inclinazione per il femminile, indagato con fronte ad una elaborazione certosina palesemente evocativa dell’ope- “complice” sensibilità e non esente da implicite denunce di ordine ratività di Maria Giuseppa, il cui lavorò si costruì giorno dopo gior- sociale. La sua Santa Rossello si concretizza in un gradevolissimo no, tassello dopo tassello, quadratino dopo quadratino, appunto… pannello realizzato in semirefrattario, al centro del quale campeggia la figura di Maria Giuseppa in abito monacale; ai due lati della parte Fabrizio Isola gestisce un proprio atelier a La Spezia. Egli rende inferiore trovano invece posto rispettivamente alcune piccole stovi- omaggio alla Santa con Acquamanile - Coppa di Nettuno, un og- glie e tre figurine di bimbe. Completano la scena un paio di sinuosi getto dal sapore cerimoniale foggiato a lastra e decorato con incisio- decori a rilievo. Per il rivestimento/decorazione dell’opera, Germana ni, rivestimento a smalto e ossido di rame. La tipica tonalità azzurro/ si è servita di ingobbi, cristallina e smalti, variamente stesi a seconda verde che il rame produce se utilizzato a certe condizioni è quella delle parti. Il risultato è una scena gioiosa e giocosa che teneramen- che ritroviamo nella coppa, a conferma di un “debole” che l’autore te omaggia la patrona dei ceramisti liguri, rammentandone la lunga confessa di avere per il mare e per il paesaggio ligure. La forma, poi, attività misericordiosa. suggerisce molti significati: apertura, offerta, dedizione; il dar da bere agli assetati e il fornire cibo, anche spirituale, agli affamati. Quale Renza Sciutto, pittrice e scultrice, vive e lavora ad Alassio. Il suo migliore allusione all’operato della Santa? interesse per la ceramica va di pari passo con la necessità di utilizzarla per realizzare in concreto i suoi progetti scultorei. Di conseguenza, Giacomo Lusso, pittore e ceramista, vive ad Albissola Marina, dove ricorrente è la semplice terracotta, materia plastica malleabile e dut- per l’appunto ha appreso le conoscenze del “fare ceramica in botte- tile alla quale di frequente la Sciutto affianca, ed è questa una curiosa ga”. La sua opera, Il cuore sacro, è nata concretamente negli spazi quanto convincente soluzione, la cera. Questa insolita abbinata ritro- che la Piral, nota ditta produttrice di pignatte da fuoco, mette a di- viamo anche nell’opera elaborata per Santa Rossello, intitolata Pre- sposizione degli artisti. Consequenzialmente, Lusso ha realizzato un ghiera. Si tratta di una piccola scultura/tabernacolo, un’interessante pannello in terra pirofila, poi ingobbiata e trattata anche con ossido stele dal sapore arcaico che rimanda, con la propria “sacralità”, alla di ferro, smalto rosso al selenio, smalto oro. Il lavoro ha superficie realtà di una figura caritatevole che dimostrò in vita grande disponi- mossa, con rilievi geometrici che determinano, in modo piuttosto bilità verso i bisognosi. libero, varie campiture, ed alcune forme parimenti aggettanti di sa- pore naturalistico/astratto; tutta la superficie presenta inoltre grafi- Alida Gianti
  • 12. Barbini Carmen: Cuore di Madre, foggiata a lastra con terra semirefrattaria, decorata con engobbi e smalto madreperlato, cottura 980°, cm. 58x32x2 Amoretti Maria Paola: Fatica d’amare, 2008, terra cotta dipinta, cm. 27x38x50 Barcaroli Renzo: Urla nel silenzio, ceramica, cm. 42x47 Cavalleri Sandra: Santa Rossello, 2008, ceramica raku, cm. 229x26x1,5
  • 13. Clemente Lucia: Stralcio di peonie (omaggio a santa Rossello), porcellana nelle tonalità di porpora, dipinto a mano e cotto a terzo fuoco (800°) De Giorgi Dolores: Oltre, figura in terra semirefrattaria decorata con manganese e cristallina, cm. 48 h. De Robertis Francesco: Lettera alla Santa, grés e porcellana, diam. cm. 43 Fantini Fabrizia: La sorgente dello spirito, 2008, refrattario, ingobbi, ossidi e cristallina grosso spessore, cm. 49x34
  • 14. Genta Gian: Germogli, semirefrattario vicentina bianca, pigmento nero, ossidi, cristallina Matt in 3 cotture a 980°, cm. 37 h. Gioia Del Fauro Anna: Vaso rosa, 2006, in semirefrattario rosa, tecnica a lastre, dipinto a craquelè, cottura 900°, cm. 29x20x15 Gotelli Rossana: Dalla ricchezza interiore all’azione concreta: 103 “opere”, terra semirefrattaria, engobbio, alghe, forma quadrata modellata a lastra su stampo in gesso engobbiata con terra azzurra con 103 quadratini Gioventù Alfredo: Arcano la Santa, engobbiati su una faccia con terre di 10 colori differenti 2009, grés e legno, cm. 43x16x8 e sull’altra con la terra azzurra, monocottura con alghe a 930°, cm. 35x35
  • 15. Isola Fabrizio: Acquamanile – Coppa di Nettuno, formatura a lastra, incisa e decorata con smalti e ossido di rame, cotta a 980°, diam. cm. 43, h. cm. 24 Lusso Giacomo: Il Cuore Sacro,2007, terra rossa Piral, engobbi, ossido di ferro, smalto selenio rosso, smalto oro, cotture 980°, cm. 63x 30x3 Massa Caterina: Ultima cena, tecnica raku, cm. 35x65 Piccazzo Gianni: Cuore a Dio, mani al lavoro, pannello in terracotta semirefrattaria con ossidi, smalti e cristalline, cottura 980°, cm. 100x70
  • 16. Robustelli Giorgio: Santa Maria Giuseppa Rossello, patrona dei ceramisti, 2005, formella in terra refrattaria, cm. 39x33 Rossi Germana: Santa Rossello, guardare gli altri, terra semirefrattaria colorata con ingobbi e smalti, cm. 60x25 Sciutto Renza: Preghiera, terracotta e cera, cm. 43x18x9
  • 17. I Pittori per la Santa Dapprima sono stati sedici artisti, tra cui due ceramisti, a rispondere con suo sguardo va oltre: lontano e alto. La tecnica raffinata del collages permette slancio ed entusiasmo all’appello che la scrivente, a nome dell’Associazione all’artista di creare una pagina particolarmente coinvolgente, dove la giovane culturale “Renzo Aiolfi”, ha fatto ad alcune personalità dell’arte contempo- Benedetta è raccolta a guardare avanti grazie ad una narrazione attenta e soave ranea italiana. Con tali presenze la mostra è stata presentata in importanti al contempo. L’abito della giovane è lindo e una grande mano aperta, nel gesto sedi istituzionali ed espositive italiane (da Roma a Savona, da Albissola della carità, è già ben evidente; è chiaro il riferimento alla volontà di Benedetta Marina a Finale Ligure, da Millesimo a Genova), per, poi, arricchirsi della di essere vicina ai poveri, agli ammalati. La nostra terra di Liguria è, poi, raffi- sezione dedicata agli artisti che si esprimono essenzialmente con la cerami- gurata con rara efficacia di colore, di profondità, di ampi orizzonti colti tra terra ca (sezione di cui si è occupata in questo catalogo la Prof.ssa Alida Gianti). e mare e… sovrasta la scena la grande chioma di un albero di ulivo che accom- In modo quasi sintetico illustro, per ogni pittore che ha donato la propria pagna e ascolta le preghiere ed i pensieri di Benedetta: un tronco sinuoso che opera per la realizzazione di questa “Collezione d’arte sacra contempora- regge rami ricchi di foglie e di frutti dalle quali fronde una mano anonima è tesa nea”, il lavoro che sarà esposto, tracciando un breve profilo critico. a raccoglierli. Si staglia, poi, nell’azzurro luminoso l’apparizione della Vergine misericordiosa, comparsa nel 1536 al contadino Botta, un’immagine celeste alla Sergio Biancheri, detto “Ciacio”, ancora una volta ha caratterizzato la sua opera quale la piccola Rossello è molto devota. ( come scrive Paola Mallone) “…votata al nudo ascolto del vero…”, infatti, la sua Santa Maria Giuseppa Rossello è intensa, quanto veridica e genuina nella Carlo Giusto che ha inteso rappresentare il giorno della nascita della bimba sua apparente semplicità. Il suo disegno a tecnica mista su carta, senza fronzoli, Benedetta (27 maggio 1811) quale nuova fonte di luce sia per la modesta casa ci parla del rapporto intimo tra la Santa e un’altra figura femminile, la Madon- dei Rossello nel cuore della vecchia Albisola, sia quale inedito albore per la “vita” na: due donne in un rapporto profondo, determinante, coraggioso dove sono in della comunità allargata al paesaggio che è rallegrato e ravvivato dalla presenza relazione diretta la condizione umana e quella spirituale. Quelle braccia allargate di una novella “rosa”: esattamente la piccola bambina. Giusto ha sempre avuto alludono, anche, al gesto della “misericordia” verso i più deboli, le giovani di co- una propensione naturalistica nella sua pittura tanto da giungere ora allo studio lore, i malati. Biancheri, benché sia anche ceramista, ha voluto “donare” questo della disgregazione della natura, rappresentato dal luogo comune, recuperando intenso disegno che potrebbe inoltre essere propedeutico ad una scultura in ce- nella peculiarità il significato tangibile e visibile del tutto. Si apre, in tal modo, ramica, ma che pone in rilievo il sentimento che rende “alto” questo lavoro, così una attenta riflessione sul paesaggio ligustico (dalle gialle ginestre al silente sfon- semplice, franco e puro da cogliere la grandezza della Santa attraverso il tempo e do del mare blu) aprendo una finestra dedicata al roseto di opere, di gesti, di gli ostacoli che ha incontrato rendendo il suo messaggio moderno. accoglienza che l’apostolato e la volontà della Santa Rossello ha avuto in sé già dalla nascita: uno squarcio esistenziale di una vita consumata nell’Ottocento ma La Madre Rossello di Milly Coda è intesa quale “maestro” di un’orchestra di che ha accenti alquanto moderni relativi, anche, alla considerazione del valore giovani donne impegnate all’unisono a cantar, non solo le preghiere mariane, etico e sociale dell’ambiente naturale dove si svolge la vita quotidiana di ognuno ma un cantico alla vita intesa quel dono di sé per gli altri e come rispetto del di noi. In tal modo l’artista ci coinvolge con la forza di attrazione visiva di quel creato. Tale completa contemporaneità di rappresentazione è ben evidenziata roseto: la metafora dell’esistenza di Santa Maria Giuseppa. dal monocromo azzurro vigoroso, a volte più veemente nella sua assolutezza cromatica, che rimanda alla tensione della Santa verso la libertà (il riferimento Nel “Giardino mistico” di Bruno Gorgone trovano linfa perenne nell’humus è alla sua opera nelle missioni), alla trasparenza delle parole e delle conseguenti delle preghiere, dei segni, delle azioni della Rossello le stelle, le foglie stilizzate, le azioni ma, pure, alla ricerca delle celestiali presenze del Cielo (la Madonna di “mitocromie” originali di un mondo quotidiano che vuole migliorare, essere più Misericordia alla quale era particolarmente devota). Quelle teste ricciolute, raggiante ed aperto a tutti. I molti ostacoli che Benedetta Rossello ha superato tanto da sembrar angeliche, che trovano un felice approdo tra le vesti del- con la forza di un impegno supremo di fede e di speranza sono raffigurati in que- le religiose, le tanti mani giunte in raccoglimento danno profondità intensa sto “giardino” dove le luci calde, esplodenti e smaglianti fondano una geometria all’opera dell’artista che giunge ad una prova di sanità della rappresentazione nuova, creativa, libera così come quella voluta e perseguita dalla Madre per ac- di rara efficacia e che ci anticipa il senso della santità della vita della giovane cogliere le giovani abbandonate. La libertà che troviamo nella flora e nella fauna, Benedetta, prima, e della più matura Suor Maria Giuseppa impegnata in un la bellezza dei colori naturali sono ripresi da Gorgone con la peculiarità che vasto apostolato senza confini, infatti, l’opera giunge fino alla cornice invasa ormai gli è riconosciuta a livello internazionale di cromie insolite, ardite, fuori dalla vigorosa cromia turchina. degli schemi, affrancate appunto. Con tale raffigurazione del “giardino” inteso quale simbolo della purezza verginale, da un lato, e dall’altro come aspirazione a Maria Giulia Drago ci presenta la sua “Santa, per sempre” quale immagine ful- giungere ad una armonizzazione degli elementi, ovvero luogo della crescita, della gente che riflette la luce che è in sé e si spande con la beatitudine della sua figura coltivazione dei fenomeni interiori della vita, la giovane Benedetta ha dato segno circondata in un alone di riverbero azzurrato e celestiale per sottolineare come di sé e di quello che per tutta la sua esistenza ha perseguito fino alla sera del 7 la contemplazione della Santa Rossello sappia passare, nondimeno, attraverso la dicembre 1880 quando si ricongiunse a Dio e tutte le suore ripetevano: “Ti trovi dolcezza delle mani. Le possibilità e le capacità cromatiche proprie della Drago ancora acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto”. ci permettono di avvertire l’emozione ed il sentimento che sottende e che ha mosso la sua opera giungendo, come sempre, ad originali punti d’arrivo con im- Giovanni Job continua il collegamento tra le possibilità di legare e saldare le le- magini contemplative, in un certo senso. La natura partecipa incessantemente a zioni classiche con le proposizioni moderniste, rivisitando concettualmente l’an- dare corpo alla percezione di un immaginario che è insito alla naturalità stessa: i tico, infatti, l’Artista annulla l’immagine iconografica significante ed eloquente rami di olivo tessono lievi ed antiche trame di passione, di pace, di purificazione lasciando alla coscienza, alla facoltà di recepire della matericità della pittura il intorno alla figura sì soave della Santa ma coerentemente forte e determinata nel rivelare la propria espressività. La volontà forte di “decontestualizzare” lo porta suo apostolato. Rosati steli dell’albero della melagrana, ricchi dei frutti, fanno a creare un abbraccio di “misericordia” tra un bambino biondo e con lo sguardo riferimento alla fecondità del messaggio della Rossello traendo, dalla simbolo- lontano e altrove, sorretto dall’energia degli arti superiori e dalle mani possenti gia spiritualizzata cristiana, il richiamo alla ricchezza della benedizione divina di una figura, quasi irriconoscibile nei tratti fisionomici. Un gesto antico, fa- ed all’amore celeste. La Drago, poi, inserisce la melagrana “barocca” nella sua miliare e caloroso che caratterizza l’incontro e l’aiuto che quotidianamente un affinità al significato dell’abbondanza generosa dei doni legati all’amore mise- padre e una madre danno alla loro figliolanza, oppure un’azione, un aspetto ricordioso: una metafora felice e intrinsecamente legata ai gesti, alle parole, alla che la solidarietà, la più ampia e sentita, può offrire e donare ad un fanciullo vita della Santa. sconosciuto ma bisognoso di calore umano, di comprensione, di benignità e generosità, persino di perdono e di riguardo. Quei tratti neri, rotti da lampi Di Adriana Ferrari Benedetto è il racconto visivo della giovane fanciulla Be- sapienti di luce immacolata, assicurano nutrimento alla riflessione, alla nostra nedetta che, percorrendo molto spesso le colline tra Albissola Marina e Savona, attenzione circa l’inflessibile dichiarazione pronunciata con penetrante segno viene rapita dalla bellezza della natura ligustica, la passeggiata tra gli ulivi è per della metafora della “misericordia” che ci può portare a riflettere sulla vita e sui lei un invito esplicito a meditare. I grandi ideali prendono la strada della con- gesti della santa Rossello: un “segno” della contemporaneità allargata alle etnie, templazione del mare; guardando l’orizzonte e la bellezza delle acque azzurre, il ai disagi sociali penetrati dalla sguardo indagatore di Job.
  • 18. Giorgio Laveri è rimasto colpito dalle varie fasi della vita della Santa, conside- Arturo Santillo continua la ricerca dedicata all’allegoria, in questo caso diviene rate quali fotogrammi che la sua volontà e, probabilmente, una “mano” celeste, un inno corale alla comprensione dell’altro in un perenne esercizio di “ascesa” una sorta di regista supremo, ha montato quali scansioni filmiche per addivenire interiore e nel quotidiano. La drammaticità della pittura di Santillo fornisce pro- ad un lungometraggio da continuare a proiettare ancora oggi. Una di quelle va di nuove sfumature dove il segno gioca con l’ombra della luce con più netta pellicole senza tempo e ricche di significati che meritano l’attenzione anche delle demarcazione. La sua singolare composizione ci presenta la metafora, in un certo nuove generazioni. La giovane donna ha il velo creato con la celluloide delle pel- senso, della moltiplicazione della parola e dei gesti della Santa Rossello che trova licole, impresse con le immagini più dolenti e migliori del suo percorso terreno. altre persone disposte a seguire il suo esempio di vita quale Figlia della Miseri- La sua bellezza cattura l’osservatore e si staglia sul fondo latteo/azzurrognolo che cordia. Le tonalità misteriosamente silenti, la monumentale “pietas”della Madre rimanda, anche, ai primi abiti delle educande. L’artista crea una sorta di tridi- addolorata a fianco dei piedi del Cristo crocefisso (che non è raffigurato), sono mensionalità intensa che rende, per certi versi, monumentale la raffigurazione, lo sfondo potente che accoglie la Madre Rossello che con gioia affronta i tanti seppur nella sua levità di sentimento e nella raffinatezza del segno dei tratti di un ostacoli per allargare le sue Case di accoglienza. La Maria Giuseppa di Santillo volto illuminato da una sorta di luce interiore che crea degli squarci chiarificanti pensa, lavora, scrive, cura i malati di colera, parte verso altre terre lontane, si sull’incarnato. Il “diaframma” della macchina da ripresa di Laveri ha sottolineato prodiga per la liberazione delle “schiave negre”, riuscendo con soavità a superare come le azioni della Santa Rossello hanno contribuito ad un mutamento sociale, le dure prove della vita come una stella sempre accesa, vivida che non conosce in pieno Ottocento, così come la fotografia e l’arte del cinema possono ben evi- tramonto in un cielo limpido, pulito e trasparente come i suoi gesti, le sue azioni denziare quale impegno, anche, civile. che donano il battesimo della verità e della solidarietà. I gesti della Suora danno “volto” e dignità a tante altre persone che moltiplicano il suo messaggio. Renata Minuto non parla direttamente della Santa Rossello, ma identifica il suo amore per la Vergine, per i poveri, il suo senso di misericordia e di giustizia Nani Tedeschi è rimasto colpito dal ritratto della matura Suor Rossello: un viso ricordando la sua fortissima devozione alla Madre SS. di Misericordia, apparsa largo con lo sguardo profondo, intenso, un carattere deciso che nasconde una nel 1536 al Santuario di Savona. La lettura di quella apparizione celeste, che ha fortezza soave e un cuore immenso. Questa è la prova, ancora una volta, efficace cambiato la vita e la prospettiva della devozione religiosa e della realtà sociale della qualità dell’artista di acuto raffiguratore dei tratti di alcuni volti della sua di Savona, è il terreno iconografico sul quale la Minuto ha dato grandi prove “galleria”che racchiudono in sé la trama e l’avventura non solo personale, ma di sé: basti ricordare il suo monumentale bassorilievo ceramico (collocato in quella rivolta agli altri, alla storia. Suor Maria Giuseppa è effigiata ad occupare una nicchia delle mura leonine in Vaticano), una vera “apparizione” artistica. quasi completamente lo spazio del foglio per dimostrare la sua nobiltà di donna In quest’ultima inedita opera, la nostra Artista, ci introduce davanti all’effi- e di religiosa grazie al taglio sapiente grafico che lascia aperti spazi bianchi, vuoti, ge della Madonna ripresa come fosse una originaria composizione su muro, e segni del disegno. Compare, inoltre, la figura di San Giuseppe, un uomo già simulandone la presenza dentro una cappelletta dove la giovane Benedetta avanti con l’età, un artigiano come il padre di Benedetta, un Santo che aiuta la S. Rossello si recava sempre a pregare. Forte immagine sublime di quella antica Madre nelle difficoltà quotidiane come nel caso della mancanza d’acqua nel poz- vicenda, restando vicina alla tradizione iconografica che rende ancora intenso zo e, fatta scendere una medaglia con la sua effige, la risposta è stata una copiosa quel sacro avvenimento, reso aulico dall’oro di fondo che ricorda le icone e pioggia. San Giuseppe si regge sul bastone che sboccia in un rigoglioso insieme dà volume, movimento all’episodio remoto. L’opera di Renata Minuto con di rose e di foglie: Tedeschi innesta un racconto di sguardi, di comunicazione tra sapiente efficacia ci presenta, ancora, l’attualità dell’evento celeste che ha visto l’antico e il moderno con una tavola dove le radici della tradizione sono la linfa la Santa Rossello quale attenta ascoltatrice e testimone delle verità del tema per vivificare gesti, temi, coraggiose scelte di ieri che hanno una valenza senza della “misericordia” (“messaggio per lo spirito”) ma, pure, pratica nel quoti- tempo e debbono essere terreno di riflessione per l’oggi, guardando al futuro. diano della pietà. La Pittrice già altre volte ha ripreso con grande sensibilità la figura della Madre Rossello (nella Chiesa parrocchiale omonima alla Villetta, Giovanni Tinti non tralascia la sua traccia di personale interprete della realtà Savona) e nel 1988 nel tradizionale “Vaso del Confuoco” a Lei dedicato, con- contemporanea, partendo dalla sua formazione con accenti futuristi; infatti, la servato nel Comune di Savona. sua “Ascensione” è una sorta di cuneo che lascia un segno indelebile in un cielo terso, radioso e libero: le azioni della Santa Rossello hanno attraversato momenti Marcello Mogni è forse l’autore che è partito dall’esame delle immagini icono- delicati nel corso del secolo XIX ed i segni ideografici di Tinti sono una specie di grafiche più note e riportate nei “santini”, ovvero nelle immagini devozionali, alfabeto, di lingua propri di Benedetta Rossello che fin da piccola è stata capace riguardanti Santa Rossello, quelle d’impianto ancora ottocentesco con l’effige di parlare alle amiche. La forza del “segno” di Tinti lo vede chiaramente tradutto- della donna in abito monacale che quasi completamente riempie lo spazio pit- re di un intenso rapporto esistenziale con la quotidianità: rappresentazioni quasi torico con la sua presenza. Colloca il suo ascetico, per certi aspetti ritratto, entro rupestri, caratterizzate dai colori essenziali blu (oltremare, turchino, celeste) e due porzioni di una struttura architettonica dalla quale esce con prepotenza di rosso (porporino, vermiglio, scarlatto) che idealizzano una sorta di indicazione segno, di luce, di vigore psicologico il volto della Santa illuminato da un bianco verticale con forte scalata ai problemi sociali, guardando alla carità ed al rispetto liliale di purezza d’intenti, di gesti, di sguardi diretti verso l’osservatore. L’azzurro dell’uomo. Tale verticalizzazione della lettura dell’opera Tinti la deve, certamen- delle vesti delle educande ritorna irresistibile per sottolinearne il percorso lungo te, alla sua originaria formazione alla scuola futurista, così come, in un certo dell’apostolato e per illuminare e rendere sensibile di luce interiore, aperta al cie- senso, la geometrica stilizzazione dei simboli che a quattro a quattro alludono lo, i tratti fisionomici di quel viso di donna matura che la vita ha segnato con le ed esprimono la presenza delle tanti giovani vite salvate e educate dalla Madre rughe di una esistenza completa dedicata agli altri, a Dio. Quel bianco eburneo Rossello, effigiata con la forza e l’intensità di una linea verticale rossa sfolgorante alleggerisce e sospende in un tempo al di fuori di noi questa figura che tende, con che indica la retta via per altro perseguita, quale esempio, da se stessa. tutta se stessa, alla gioia, alla gratitudine verso Nostro Signore. Il sentimento dell’anima della Santa è il motivo ispiratore di Giuseppe Trielli Maria Luigi Rigon è rimasto colpito dai “luoghi” della Santa: spazi e passi della che vede trasvolare nel tempo quella purezza d’intenti fino a giungere, attraverso sua vita terrena che hanno preparato meditatamente il suo percorso e scandito la conoscenza, ad oggi dove un vorticoso intreccio di colori e di forme vegetali il suo apostolato, nonché sottolineato le tante difficoltà trovate sul cammino, che danno plasticità ad una moderna “maternità”, non a caso l’artista dedica tale impedimenti che hanno rimarcato la forza della volontà di Suor Maria Giusep- autentica opera alla madre. La Santa Rossello diviene l’allegoria contemporanea pa. Quasi fotogrammi di una vita che, come in un film, passa ed attraversa il della maternità dove il magmatico colore, le corolle accese delle rose e gli altri paesaggio con la raffinatezza dei contorni che l’artista è riuscito a sottolineare: la elementi naturalistici (così fondamentali per la giovane Benedetta per avviarla casa natale con la facciata illuminata, ora, dalla targa commemorativa, l’antica alla riflessione, alla meditazione) sono lo sfondo non transitorio del racconto di scalinata di Pozzo Garitta dove Benedetta parlava con le amiche, l’ingresso della una Madre delle fanciulle derelitte, abbandonate, ammalate e trascurate dalle prima Casa di accoglienza, la sua linda camera dove si addormenterà per sempre. condizioni sociali: una madre che ha i lineamenti familiari di una genitrice con- Quattro significativi frammenti di una lunga esistenza ripresi con sublime senso temporanea dove la mano, in primo piano, è grande, accogliente, sana, sconfina- dell’astrazione in un accorto, consapevole e implicante gioco di particelle tratte ta nel suo amore e regge in braccio una piccola figura quasi angelica e gioiosa. Il dai brani salienti di un racconto intenso. Messi insieme ci donano la costruzione colore è scandito da ritmi e timbri accesi: alternanze e cadenze musicali quasi da di una immagine diversa, nuova per certi aspetti, dove possiamo ricomporre inno alla vita che si eleva in un racconto universale grazie ad una lieve, delicata “il dire” ed “il fare” della Santa Rossello grazie, anche, ad una tavolozza, ad un ma intensa poesia intima ai gesti, agli sguardi che fa partecipe chi guarda. segno coinvolgente che ci ricongiunge al sentimento, all’emozione, al “cuore” dell’esordio della santa. Silvia Bottaro