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Affermare la giustizia vuol dire anche e soprattutto velocizzarla. Ridare alla
Mediazione il ruolo che può svolgere per migliorare l’amministrazione della
giustizia e contribuire ad incrementare l’attrattività dell’Italia per gli investitori.
Mai come in questi giorni si sente riparlare insistentemente da tutte le parti sul, anzi sui, deficit di
competitività del ns. Paese, specie in confronto con le best practices internazionali.
In quasi tutti i settori dell’agire sociale ed economico, ormai tutti i cittadini avvertono sempre più
le difficoltà di “modernizzare” l’Italia, anche e soprattutto per migliorarne la capacità di attrarre
investimenti ad opera di investitori che ormai si muovono su scala globale.
In quest’ottica, da tempo gli organismi internazionali ci ricordano fra l’altro come sia
assolutamente necessario rendere la giustizia più veloce.
A causa della lentezza nella giustizia civile la World Bank ci vede al 158° posto su 183 Paesi dove
“fare business”. Per risolvere una controversia commerciale in Italia sono in media necessari 1.210
giorni, più di tre anni, contro 331 giorni in Francia e 394 in Germania (*).
La durata dei “procedimenti ordinari di cognizione” in primo e secondo grado supera di due-tre
volte quella dell’UE. Tutto ciò a fronte di un “tasso di litigiosità” che ci vede secondi solo al Belgio,
con circa 5.000 procedimenti civili ogni 100.000 abitanti (*) .
Per cercare di far fronte alla situazione, naturalmente stratificatasi da anni e chiaramente con
modalità diverse nelle varie Regioni, come noto in vari Tribunali d’Italia sono state intraprese varie
iniziative.
Ad esempio, presso la Corte d'Appello di Torino è da molti anni in atto il programma Strasburgo,
un chiaro riferimento alla sede della Corte Europea per i diritti dell'Uomo che a partire dal 1987 ha
condannato ripetutamente l'Italia per l'irragionevole durata dei processi.
Per invertire la rotta è stato implementato un progetto specifico per la gestione dei procedimenti
civili e la riduzione delle pendenze, attuata essenzialmente rispettando pedissequamente la
cronologia di apertura dei fascicoli. Una svolta a costo zero che, nei primi cinque anni di
applicazione, ha consentito lo smaltimento a Torino del 26% delle vecchie cause(*).
Non a caso, la World Bank attribuisce al Tribunale di Torino la migliore performance italiana nei
tempi di risoluzione delle dispute commerciali: 855 giorni contro i 1210 della media nazionale (*).
Altro fronte su cui sono state prese iniziative concrete è quello legato alla “telematizzazione” del
sistema: in molti Tribunali è partito il “processo civile telematico (PCT)” e in tale ambito il
Tribunale di Milano viene da molti considerato un esempio di eccellenza, best practice, appunto.
L’esigenza è quella di armonizzare il quadro nazionale, anche perché dal 2014 è prevista
l'obbligatorietà del PCT.
Infine, dopo l’estate scatterà la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, che vedrà la cancellazione di
oltre 30 tribunali e altrettante procure, oltre a 220 sezioni distaccate e ai 667 giudici di pace (*).
Un intervento resosi anch’esso necessario e peraltro già procrastinato in passato.
A maggior ragione, quindi, la “telematizzazione” appare un percorso necessario in tutti i settori.
A parere di molti e anche mio, anche nella Media - Conciliazione, dove (ancora una volta) nel
mondo anglosassone la mediazione in modalità telematica è già applicata da tempo.
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Per la verità, anche nel ns. Paese sono state avviate delle esperienze, ma con risultati scarsi.
D’altra parte, dopo le difficoltà incontrate dalla Mediazione vis-a-vis, come ben sappiamo
attualmente ridotta su base volontaria, e considerando il “solito” gap con gli altri paesi europei in
materia di diffusione e utilizzo delle tecnologie informatiche “abilitanti” da parte dei cittadini, il
cammino appare ancora lungo.
A questo punto, non trovo conclusione migliore che citare testualmente un passo dell’intervento
di G.M. Pignataro su “Il sole 24 ore” di ieri, secondo il quale “l’efficienza della giustizia civile che
divora non pochi punti di PIL è un altro elemento canceroso cronicizzato che per essere debellato
richiede una determinazione finora mai materializzatasi.”
Con l’augurio che il Governo appena nato, dopo tante tribolazioni, abbia la possibilità e la volontà
di affrontare anche questa, di emergenza, tornando ad attribuire alla Mediazione Civile e
Commerciale un ruolo rilevante per migliorare l’amministrazione della giustizia e contribuire ad
incrementare l’attrattività dell’Italia per gli investitori nel mondo della finanza “globalizzata”.
28 aprile 2013
Dr Sergio Guida
(*) Fonti: quotidiano La Repubblica; Banca Mondiale - Doing Business ; quotidiano Il sole 24 ore.

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  • 2. 2 Per la verità, anche nel ns. Paese sono state avviate delle esperienze, ma con risultati scarsi. D’altra parte, dopo le difficoltà incontrate dalla Mediazione vis-a-vis, come ben sappiamo attualmente ridotta su base volontaria, e considerando il “solito” gap con gli altri paesi europei in materia di diffusione e utilizzo delle tecnologie informatiche “abilitanti” da parte dei cittadini, il cammino appare ancora lungo. A questo punto, non trovo conclusione migliore che citare testualmente un passo dell’intervento di G.M. Pignataro su “Il sole 24 ore” di ieri, secondo il quale “l’efficienza della giustizia civile che divora non pochi punti di PIL è un altro elemento canceroso cronicizzato che per essere debellato richiede una determinazione finora mai materializzatasi.” Con l’augurio che il Governo appena nato, dopo tante tribolazioni, abbia la possibilità e la volontà di affrontare anche questa, di emergenza, tornando ad attribuire alla Mediazione Civile e Commerciale un ruolo rilevante per migliorare l’amministrazione della giustizia e contribuire ad incrementare l’attrattività dell’Italia per gli investitori nel mondo della finanza “globalizzata”. 28 aprile 2013 Dr Sergio Guida (*) Fonti: quotidiano La Repubblica; Banca Mondiale - Doing Business ; quotidiano Il sole 24 ore.