L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al centro dell’attenzione uno dei cognomi più importanti di Cosa nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo, ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava. Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2014)
Da nord a sud la criminalità organizzata tiene sotto scacco il trasporto su gomma e la filiera agroalimentare. A rischio le imprese e gli organi di rappresentanza. Perché a dettare condizioni e regole sono sempre di più
le aziende mafiose, alterando irreparabilmente l’intero settore.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2013)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Scioglimento consiglio comunale isola delle femmine 69722 8249Pino Ciampolillo
CONDIZIONI ECONOMICHE DEL COMUNE E GESTIONE DEL PATRIMONIO
Dagli elementi raccolti nel corso dell’accesso si ricava che il Comune di Isola delle Femmine versa in una situazione economico-finanziaria piuttosto difficile, in parte dovuta alla progressiva riduzione dei trasferimenti provenienti dallo Stato e dalla Regione Siciliana, che ha determinato il ricorso ad anticipazioni di cassa dalla banca che gestisce il servizio di tesoreria comunale, ed in parte dalla inefficienza di tutto il sistema di riscossione dei tributi che ha determinato, tra l’altro, anche il consolidarsi di un crescente indebitamento nei confronti della societa’ che gestisce il servizio di raccolta e trasferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani per conto dell’ATO PA1 al quale il Comune appartiene.
Le criticita’ del funzionamento del servizio di riscossione dei tributi, inoltre, sono state ascritte - secondo ripetute e convinte dichiarazioni dei funzionari responsabili del Comune - all’esito negativo del rapporto gia’ instaurato con la societa’ TRIBUTI ITALIA s.p.a. - la cui condotta criminale ha avuto peraltro notazioni di rilievo nazionale
Tratto da Relazione allegata al decreto di Scioglimento del Consiglio Comunale di Isola delle Femmine Gazzetta Ufficiale 279 29 novembre 2012 da pag 55 a pagina 60
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2012/11/relazione-prefettizia-dellacommissione.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2013/11/la-corte-dei-conti-la-relazione-di.html
Diffusione territoriale ed evoluzionedel fenomeno usuraio.
Autori: Lino Busà, Bianca La Rocca
Anno: 2009/ 2010
Realizzazione a cura della redazione di Altreconomia (www.altreconomia.it)
Da nord a sud la criminalità organizzata tiene sotto scacco il trasporto su gomma e la filiera agroalimentare. A rischio le imprese e gli organi di rappresentanza. Perché a dettare condizioni e regole sono sempre di più
le aziende mafiose, alterando irreparabilmente l’intero settore.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2013)
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Scioglimento consiglio comunale isola delle femmine 69722 8249Pino Ciampolillo
CONDIZIONI ECONOMICHE DEL COMUNE E GESTIONE DEL PATRIMONIO
Dagli elementi raccolti nel corso dell’accesso si ricava che il Comune di Isola delle Femmine versa in una situazione economico-finanziaria piuttosto difficile, in parte dovuta alla progressiva riduzione dei trasferimenti provenienti dallo Stato e dalla Regione Siciliana, che ha determinato il ricorso ad anticipazioni di cassa dalla banca che gestisce il servizio di tesoreria comunale, ed in parte dalla inefficienza di tutto il sistema di riscossione dei tributi che ha determinato, tra l’altro, anche il consolidarsi di un crescente indebitamento nei confronti della societa’ che gestisce il servizio di raccolta e trasferimento in discarica dei rifiuti solidi urbani per conto dell’ATO PA1 al quale il Comune appartiene.
Le criticita’ del funzionamento del servizio di riscossione dei tributi, inoltre, sono state ascritte - secondo ripetute e convinte dichiarazioni dei funzionari responsabili del Comune - all’esito negativo del rapporto gia’ instaurato con la societa’ TRIBUTI ITALIA s.p.a. - la cui condotta criminale ha avuto peraltro notazioni di rilievo nazionale
Tratto da Relazione allegata al decreto di Scioglimento del Consiglio Comunale di Isola delle Femmine Gazzetta Ufficiale 279 29 novembre 2012 da pag 55 a pagina 60
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2012/11/relazione-prefettizia-dellacommissione.html
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2013/11/la-corte-dei-conti-la-relazione-di.html
Diffusione territoriale ed evoluzionedel fenomeno usuraio.
Autori: Lino Busà, Bianca La Rocca
Anno: 2009/ 2010
Realizzazione a cura della redazione di Altreconomia (www.altreconomia.it)
L'inchiesta giornalista, pubblicata sul mensile "S" n. 96 (2016), sulla vera identità del detenuto eritreo al carcere 'Pagliarelli' di Palermo, considerato il 'generale' del traffico di migranti Medhanie Yehdego Mered e sulla sua rete tra Sudan, Libia e Italia.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
L'inchiesta "Petrolchimici come l'Ilva", pubblicata sul trimestrale Il Reportage (n°16 Ottobre-Dicembre 2013) diretto da Riccardo De Gennario, ha vinto il premio "Gian Vincenzo Omodei Zorini" Città di Arona 2014. Parla delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano nei Siti d'Interesse Nazionale in Sicilia a ridosso dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo. Un viaggio tra mancate bonifiche, inquinamento, vicende tumorali e casi di malformazioni.
Autori: Saul Caia, Rosario Sardella
Foto: Dino Fracchia
Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 3, anno 2013)
Venticinque i comuni sciolti per infiltrazioni e collusioni con la criminalità organizzata nel 2012. Peggio di così solo il 1993, quando gli scioglimenti furono trentuno. Cinque le amministrazioni comunali decadute in Sicilia in seguito al provvedimento, con il “ritorno illustre” di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e del palermitano Misilmeri, già sciolto nel 1992 e nel 2003. Viaggio nell’isola dove la convivenza tra mafia e amministratori locali è ancora forte.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 2, anno 2013)
Vincitori del premio nazionale "Maurizio Rampino" categoria inedito con la video-inchiesta "Catania è impresa Nostra". Cerimonia realizzata a Trepuzzi (Lecce) alla presenza di Riccardo Iacona, premio alla carriera. (Gazzetta del Mezzogiorno, 5 maggio 2013)
Serradifalco, miniere e tumori la macabra conta dei mortiSaul Caia
Nell'articolo pubblicato il primo maggio sul quotidiano La Sicilia, scritto dal giornalista Mario Barresi, si torna a parlare di miniere e tumori e dell'inchiesta video realizzata per RaiNews.
In seguito all'inchiesta "Miniere di Stato", Confindustria Sicilia ha organizzato a Serradifalco (Caltanissetta) un convegno sulla dismissione delle miniere nell'isola, l'inquinamento ambientale e l'ecomafia. (Articolo pubblicato su La Sicilia, pagina Caltanissetta, domenica 14 aprile 2013).
La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
L'inchiesta giornalista, pubblicata sul mensile "S" n. 96 (2016), sulla vera identità del detenuto eritreo al carcere 'Pagliarelli' di Palermo, considerato il 'generale' del traffico di migranti Medhanie Yehdego Mered e sulla sua rete tra Sudan, Libia e Italia.
Funerali e matrimoni sono da sempre, per la malavita, un’occasione per costituire alleanze o per esternare il proprio potere. Bare di bronzo o placcate in oro, carrozze borboniche trainate da cavalli, sfarzose corone di fuori e bande musicali. Per l’ultimo saluto ai boss della criminalità organizzata non si bada a spese. E per i matrimoni, tanti scelgono per testimone un amico politico.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 5, anno 2015)
Cave in disuso, ville abbandonate sperdute nella campagna del nisseno e piene di documenti, interessi privati, connessioni pericolose, bonifiche mai effettuate e pochi controlli. Su tutto, quell’ingente business chiamato rifiuto, che arricchisce le mafie d’ogni parte d’Italia.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 6, anno 2014)
La morte del Padrino Vito Rizzuto segna la fine di un'era nell'organizzazione criminale canadese di stampo mafiosa. Quali sono i nuovi scenari e cosa succederà? All'interno le interviste al giornalista Adrian Humphreys del The National Post e allo scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 1, anno 2014)
L'inchiesta "Petrolchimici come l'Ilva", pubblicata sul trimestrale Il Reportage (n°16 Ottobre-Dicembre 2013) diretto da Riccardo De Gennario, ha vinto il premio "Gian Vincenzo Omodei Zorini" Città di Arona 2014. Parla delle condizioni di vita delle popolazioni che si trovano nei Siti d'Interesse Nazionale in Sicilia a ridosso dei poli petrolchimici di Siracusa, Gela e Milazzo. Un viaggio tra mancate bonifiche, inquinamento, vicende tumorali e casi di malformazioni.
Autori: Saul Caia, Rosario Sardella
Foto: Dino Fracchia
Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 3, anno 2013)
Venticinque i comuni sciolti per infiltrazioni e collusioni con la criminalità organizzata nel 2012. Peggio di così solo il 1993, quando gli scioglimenti furono trentuno. Cinque le amministrazioni comunali decadute in Sicilia in seguito al provvedimento, con il “ritorno illustre” di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e del palermitano Misilmeri, già sciolto nel 1992 e nel 2003. Viaggio nell’isola dove la convivenza tra mafia e amministratori locali è ancora forte.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 2, anno 2013)
Vincitori del premio nazionale "Maurizio Rampino" categoria inedito con la video-inchiesta "Catania è impresa Nostra". Cerimonia realizzata a Trepuzzi (Lecce) alla presenza di Riccardo Iacona, premio alla carriera. (Gazzetta del Mezzogiorno, 5 maggio 2013)
Serradifalco, miniere e tumori la macabra conta dei mortiSaul Caia
Nell'articolo pubblicato il primo maggio sul quotidiano La Sicilia, scritto dal giornalista Mario Barresi, si torna a parlare di miniere e tumori e dell'inchiesta video realizzata per RaiNews.
In seguito all'inchiesta "Miniere di Stato", Confindustria Sicilia ha organizzato a Serradifalco (Caltanissetta) un convegno sulla dismissione delle miniere nell'isola, l'inquinamento ambientale e l'ecomafia. (Articolo pubblicato su La Sicilia, pagina Caltanissetta, domenica 14 aprile 2013).
La guerra di mafia che negli anni '70 aveva sconvolto il Québec, torna a mietere nuove vittime. Una ricostruzione della storia mafiosa in Canada, dalla scalata del clan Rizzuto, alla vendetta dei Bonanno, fino alle nuove ombre della ’ndrangheta e della Siderno Group. In aggiunta, un'intervista al giornalista e scrittore Antonio Nicaso.
(Pubblicato sul mensile Narcomafie, numero 10, anno 2012)
1. L’impero degli
Ercolano
L’operazione Caronte della Dda di Catania ha riportato al
centro dell’attenzione uno dei cognomi importanti di Cosa
nostra catanese: Ercolano. Dal padre Pippo ai figli Enzo,
ritenuto il nuovo capo dell’organizzazione, e Aldo, uno
degli esecutori dell’omicidio dell’intellettuale Pippo Fava.
Una storia di vecchi e nuovi assetti mafiosi
di Saul Caia e Dario De Luca
4 | gennaio/febbraio 2015 | narcomafie
Mafia a Catania
2. «Chi è, il dottor Enzo, Enzo
Ercolano in persona […] da
Catania, il numero uno di Cata-
nia! Il numero uno siciliano!».
Un imprenditore bolognese,
senza sapere di essere intercet-
tato dagli uomini del Ros dei
Carabinieri, pronuncia non un
nome qualsiasi, ma quello del
figlio di Giuseppe Ercolano: un
cognome che “conta”, ai piedi
dell’Etna, non solo in ambito
imprenditoriale ma soprattutto
all’interno di Cosa nostra.
Conosciuto con il diminutivo
di Zio Pippo, Giuseppe Er-
colano è morto per un male
incurabile il 29 luglio 2012,
all’età di 76 anni; per decenni
ha occupato il ruolo di uomo
illustre della famiglia mafiosa
Santapaola-Ercolano, un dop-
pio cognome sancito da un
vincolo parentale nel segno di
un patto mafioso fatto di san-
gue e affari. Uno dei figli dello
zio è infatti l’ergastolano e
“uomo d’onore” Aldo, fratello
di Enzo, ormai da anni recluso
al 41bis per essere stato uno
degli esecutori dell’omicidio
del giornalista Giuseppe Fava,
ucciso il 5 gennaio 1984. Aldo
e Pippo sono anche le più fidate
spalle di Benedetto “Nitto”
Santapaola, il capo dei capi
della mafia in Sicilia orientale,
di cui lo zio ha sposato una
sorella, Grazia.
Enzo, conosciuto con il dimi-
nutivo di Enzuccio, ha eredita-
to dal padre Giuseppe non solo
la fiorente attività del trasporto
su gomma ma, secondo i magi-
strati della Procura di Catania
guidata da Giovanni Salvi, an-
che un peso importante dentro
Cosa nostra. Ercolano è stato
arrestato lo scorso novembre,
nell’ambito dell’operazione an-
timafia denominata “Caronte”,
insieme ad altre 22 persone.
L’indagine – coordinata dalla
Procura etnea e dal Ros dei
Carabinieri del comandante
Mario Parente – è il prosieguo
dell’inchiesta “Iblis” del 2010,
in cui ad essere coinvolti fu-
rono non solo boss di primo
piano ma anche imprenditori
e politici: su tutti, l’allora pre-
sidente della Sicilia, Raffaele
Lombardo, condannato nel
febbraio 2014 in primo grado
a 6 anni e 8 mesi per concorso
esterno in associazione mafiosa
e voto di scambio aggravato.
Il blitz scattato all’alba del
21 novembre 2014 prefigura
l’infiltrazione della famiglia ca-
tanese nei settori dei trasporti
e della distribuzione di carne
negli hard discount, oltre ai
collaudati rapporti con le fami-
glie mafiose di Agrigento e con
quella di Belmonte Mezzagno
(provincia di Palermo), guidata
dai Pastoia. Vincenzo Ercolano,
secondo quanto messo nero
su bianco nell’ordinanza di
custodia cautelare, “sarebbe il
principale esponente dell’orga-
nizzazione”, forte “di uno spes-
sore criminale elevatissimo”,
con un modus operandi “da
vero e proprio capo”. Non un
semplice imprenditore per gli
investigatori, ma “un soggetto
abituato a fare tutto ciò che
vuole in nome e per conto della
famiglia mafiosa Santapaola-
Ercolano”. Enzuccio non è
nuovo a inciampi giudiziari,
fino ad oggi risoltisi in suo
favore: nel 2009 era stato as-
solto dal Tribunale di Catania
dall’accusa di associazione
mafiosa percependo anche
un maxi rimborso per ingiu-
sta detenzione. Il suo nome,
insieme a quello del padre,
rientrò anche nell’operazione
“Sud Pontino” condotta dalla
Dia di Napoli e dalla Squadra
mobile di Caserta in merito
all’alleanza tra mafia siciliana
e camorra per la gestione del
mercato strategico di Fondi, in
provincia di Latina. Nonostan-
te gli Ercolano furono assolti
con formula dubitativa, secon-
do i magistrati etnei i siciliani
avevano consolidati “rapporti
economici con esponenti della
camorra nel casertano”.
Un vero e proprio impero im-
prenditoriale, quello della fa-
miglia Ercolano, che coinvolge
a 360 gradi i suoi componenti:
dal padre Giuseppe, titolare
negli anni 80 della ditta Avi-
mec (poi confiscata e messa in
liquidazione nel 2000), fino ad
Enzo appunto, che ereditò la
Geotrans Srl insieme alla so-
rella. Con quest’ultima società
– dal marzo 2014 confiscata
con provvedimento ancora
non definitivo – Vincenzo
Ercolano si sarebbe imposto
sul mercato con il ruolo di
dominus, stringendo alleanze
e accordi commerciali, come
quello con Amadeo Matace-
na, ex parlamentare di Forza
Italia trapiantato in Calabria e
attualmente latitante a Dubai
dopo essere stato condannato
per concorso esterno in asso-
ciazione mafiosa dal Tribunale
di Reggio Calabria (è di questi
giorni la notizia che gli Emirati
Arabi potrebbero accordarsi
con l’Italia per l’estradizione
di Matacena, n.d.r.).
Business via mare. Il settore
dei trasporti, marittimi e su
gomma, è dunque la miniera
d’oro per gli Ercolano. L’in-
chiesta “Caronte” ha svelato
i retroscena degli affari tra la
famiglia e l’imprenditore etneo
Tra l’ottobre 2005
e il gennaio 2006,
la Athos Matacena,
la Amedeo
Matacena e la
Ladies Matacena
caricano e scaricano
tir e camion facendo
da spola tra le due
estremità di Sicilia e
Calabria, mentre
il Consorzio
autotrasportatori
italiani Service Srl
(Cai) di Giuseppe e
Salvatore Scuto si
occupa della
documentazione
e della gestione
delle pratiche per
accedere agli
incentivi
5 | gennaio/febbraio 2015 | narcomafie
3. Francesco Caruso, titolaredella
società Servizi Autostrade sul
MareSrl(SamSrl)specializzata
nel trasporto marittimo. Obiet-
tivo: usufruire degli eco bonus,
gli incentivi erogati agli auto-
trasportatori che privilegiano il
movimento via mare rispetto a
quello via terra. Caruso, infatti,
ne aveva già usufruito quan-
do faceva parte del consorzio
Setra, in cui risultava socio di
Filippo Giuseppe Spina, cugi-
no di Rosario e Filippo Riela,
uomini d’onore dell’omonima
famiglia mafiosa catanese poi
condannati per mafia.
Per il collegamento Messina-
Reggio Calabria,Carusosirivol-
ge direttamente all’ex forzista
AmedeoMatacena,cheinsieme
alfratelloElioavevafondatonel
1966 la Caronte Spa. L’affare è
siglato nel 2005, con la stipula
di un contratto che prevede
un corrispettivo di 120 mila
euro al mese, e l’impegno della
Amadeus Spa di Matacena a
fornire tre navi alla Sam Srl per
il trasporto marittimo dei tir.
Tra l’ottobre 2005 e il gennaio
2006, la Athos Matacena, la
Amedeo Matacena e la Ladies
Matacena caricano e scaricano
tir e camion facendo da spola
tra le due estremità di Sicilia e
Calabria; il Consorzio autotra-
sportatori italiani Service Srl
(Cai) di Giuseppe e Salvatore
Scuto (entrambi indagati nell’o-
perazione “Caronte”) si occupa
intanto della documentazione
e della gestione delle pratiche
per accedere agli incentivi.
Sembra andare tutto liscio, fino
a quando sorge un problema:
mancano le autorizzazioni nel-
la gestione, in comune con le
Ferrovie dello Stato, delle ban-
chine di approdo per l’attracco
delle navi a Villa San Giovanni,
in Calabria. Per risolvere la
questione, il presidente del Cda
dell’Amadeus Sergio Giordano
si muove prontamente, provan-
do a rassicurare tutti e prospet-
tando anche l’attivazione di
una nuova tratta che colleghi
la Sicilia direttamente a Reggio
Calabria. Passano alcuni mesi
ma (non è ancora chiaro il mo-
tivo), Giordano decide di fare
un passo indietro e dimettersi
dalla società, compromettendo
gli accordi. Nonostante l’au-
mento di capitale, la Sam Srl
fallisce alcuni mesi più tardi.
Eppure, “l’affare delle navi”,
come viene chiamato in gergo
dagli stessi indagati, è decisa-
mente al centro degli interessi
dell’organizzazione, che decide
diripartirenellostessoannocon
una nuova società. All’azienda
SamSrldiFrancescoCarusosu-
bentraquindiilconsorzioLo.Tr.
As. di Campobello di Licata,
in provincia di Agrigento. Gli
inquirenti sostengono che die-
tro l’azienda ci sia l’ombra dei
fratelli Vincenzo e Alfio Aiello,
figure di spicco di Cosa nostra
etneainottimirapporticonquel-
la agrigentina, nonostante alla
presidenzaeallavicepresidenza
del Cda del consorzio risultano
essercirispettivamenteTomma-
so Lo Coco e Domenico Rizzo.
«Da ieri è ripartito il traghetto,
Matacena line, quello là che
abbiamo [...] spostato e poi si
è bloccato e ora è ripartito.
Ora aspettiamo che, ci sono
una corsa ogni due ore». A
parlare – sempre intercettato
dai Ros – è Vincenzo Ercolano
che, telefonando a un’azienda
a lui vicina, fa presente che il
servizio di logistica via mare
per la tratta Messina-Villa San
Giovannièricominciato.Inpiù,
l’organizzazione ha deciso di
fare le cose in grande e allar-
gare le offerte di mercato per
gli autotrasportatori; è lo stesso
Ercolano a spiegare ad un suo
interlocutore che il gruppo sta
studiando «un traghettamento
Messina-Reggio e Tremestieri-
Reggio»,perchéinquestomodo
si risparmia tempo e «non c’è
confusione». Ercolano chiama
le aziende a lui vicine, organiz-
za volantinaggi e pubblicizza
le nuove rotte, eppure le cose
lentamente si complicano. La
gestione degli Aiello non con-
vince, ci sono pochi clienti e
gli affari non decollano, quindi
tutto torna a bloccarsi nuo-
vamente. Francesco Caruso,
che era stato quasi costretto a
farsi da parte per volere della
cupola, in un’intercettazione
ambientaleconGiuseppeScuto
spiega la nuova fase di stallo:
«Mi pare ca, che navi semu a
moddu!! Che navi a misunu a
moddu». Le navi le hanno mes-
se a mollo, è un chiaro riferi-
mento all’impasse del rapporto
tra il gruppo e Matacena, e solo
con l’intervento de «i testi di
l’acqua», come Caruso chiama
i “padroni”, la situazione può
essere risolta. Alla fine però
tutto salta inesorabilmente e la
caccia all’eco bonus è riman-
data di qualche anno. Ercolano
ci riprova usando come cavallo
di troia la Boccardi Srl, società
acquistata e poi trasformata in
Geotrans Logistica Frost Srl,
che prova ad aderire al Consor-
zio Ruote sul Mare, controllata
dal gruppo Fita-Log. Quello che
però Ercolano non sa è che il
consorzio è già in liquidazione
e in seguito all’inchiesta “Sud
Pontino”, che lo coinvolge di-
rettamente,èaccantonataanche
la sua richiesta di accedere agli
incentivi.
In vista delle
elezioni europee
del 2009, Vincenzo
Caruso e Giuseppe
Scuto cercarono
di accreditarsi
con il loro “Partito
nazionale degli
autotrasportatori”
all’interno del
mondo politico
siciliano, che
all’epoca aveva in
Raffaele Lombardo
l’uomo di punta.
Grazie all’intesa
elettorale con il
partito dei tir, il
logo del movimento
autonomista di
Lombardo finì sui
camion degli
autotrasportatori:
un vero e proprio
accordo politico
6 | gennaio/febbraio 2015 | narcomafie
4. Il partito degli autotraspor-
tatori. Secondo gli inquirenti
etnei, per accaparrarsi i tanto
agognati finanziamenti per il
mondo dei tir, Cosa nostra ave-
va deciso anche di scendere in
maniera diretta in politica con
lacreazionedelPartitonaziona-
le degli autotrasportatori. Come
ideatori e promotori ritroviamo
due tra i nomi caldi finiti al
centrodell’inchiesta“Caronte”:
VincenzoCaruso,exconsigliere
comunale del comune etneo
di Misterbianco, e il suo socio
Giuseppe Scuto. Nell’estate del
2006,entrambirimaserovittime
diunattentatonellestradedella
provincia etnea, quando venne-
ro raggiunti da alcuni colpi di
pistola. A distanza di due anni,
in vista delle elezioni europee
del 2009, Caruso e Scuto cerca-
rono di accreditarsi con il loro
movimento al mondo politico
siciliano, che all’epoca aveva
in Raffaele Lombardo l’uomo di
punta. Una macchina di voti,
quella dell’autonomismo, che
aveva consentito a Lombardo
di essere il successore alla pre-
sidenza della Sicilia di Totò
Cuffaro, caduto in disgrazia
dopo essere stato condannato
per favoreggiamento aggravato
a Cosa nostra, passando dai
salotti di palazzo d’Orléans,
sede del parlamento isolano,
alle celle del carcere romano di
Rebibbia. Il logo del movimen-
to autonomista di Lombardo,
proprio alle europee del 2009,
finì sui camion degli autotra-
sportatori, grazie all’intesa
elettorale con il partito dei
tir. Un vero e proprio accordo
politico, sancito con tanto di
comunicato stampa. A fare
da intermediario per il buon
esito dell’accordo, secondo
gli investigatori, sarebbe stato
Giovanni Cristaudo, all’epoca
dei fatti deputato regionale
proprio del partito di Lom-
bardo. Il suo nome finirà suc-
cessivamente nel calderone
dell’inchiesta “Iblis”, sfociata
nella recente condanna in ap-
pello per concorso esterno in
associazione mafiosa. Dal can-
to suo Lombardo, dopo il blitz
“Caronte” (in cui non risulta
indagato), a distanza di anni
dall’accordo con Caruso e con
una condanna in primo grado
sulle spalle per aver favorito
la famiglia mafiosa dei Santa-
paola-Ercolano, ha replicato
tramite un comunicato stam-
pa: «Il Caruso mi parlò del
suo fantomatico partito, con
“decine di migliaia di iscritti”,
della cui inconsistenza,permia
consolidata esperienza, mi resi
subito conto».
7 | gennaio/febbraio 2015 | narcomafie
5. Lemanisullacittà
Gli affari di Vincenzo Ecolano e del-
le aziende a lui riconducibili non
si limitano ad operare solamente
nel settore dei trasporti alimentari
e ortofrutticoli, ma riescono a par-
tecipare, spesso in sub-appalto, a
grandi opere pubbliche e private
realizzate sia nella provincia di
Catania sia nel resto dell’isola.
A cominciare dal “Parco Commer-
ciale La Tenutella”, meglio noto
come Centro Sicilia, a ridosso
dell’uscita autostradale San Gior-
gio di Catania. Il progetto è della
società sarda Coalbo, che affida i
lavori a tre aziende consorziate tra
loro: Sant’Agostino Scarl, Home
Progetti Srl e la Industria e Costru-
zioni Spa. I materiali arrivano dalle
cave della Co.p.p. Srl, di proprietà
di Cosima Palma Ercolano e Di-
stefano Concetto, rispettivamente
sorella e cognata di Enzuccio Er-
colano. Come già emerso nel corso
dell’inchiesta giudiziaria “Iblis”,
anche il trasporto del materiale è
avvenuto con i mezzi della società
di famiglia, la Geotrans Srl.
Dagli accertamenti svolti dagli in-
quirenti, risultano diversi versa-
menti nei conti correnti, tra il 2010
e il 2011, delle società di Ercolano,
che ha ricevuto un compenso di
quasi due milioni di euro per i
lavori svolti.
Il business del movimento terra è
da sempre considerato dalla ma-
gistratura a rischio infiltrazione
mafiosa, e anche i maggiori centri
commerciali di Catania e provincia
hanno subìto, come già dimostrato
ampiamente da inchieste giudizia-
rie, la presenza di Cosa nostra. Con
unipermercato,centocinquantane-
gozi e circa cinquemila posti auto,
“LePortediCatania”–apochipassi
dal quartiere periferico di Librino
e dall’aeroporto Fontanarossa – è
una delle più grandi gallerie com-
merciali della città. Anche questa
vicenda è stata oggetto d’indagine
della Procura e ampiamente dibat-
tuta nel processo Iblis. I terreni su
cui sorge la struttura avevano una
destinazione agricola, poi converti-
ta dall’amministrazione comunale
in commerciale, e sono di proprietà
diMarioCiancioSanfilippo,editore
di diversi quotidiani ed emittenti
televisive, che tramite la sua so-
cietà Icom Srl si è occupata anche
della progettazione. I lavori sono
stati realizzati dalla Sicep e dalle
imprese riconducibili a Vincenzo
Basilotta, condannato in primo
grado per mafia nell’inchiesta Dio-
nisio; anche in questo caso, viene
scelta la Geotrans per il trasporto
dei prefabbricati. Ercolano lavora
nuovamente con Basilotta anche
nel cantiere per il tratto autostra-
dale Caltanissetta-Agrigento, con
la Geotrans incaricata del trasporto
di alcuni materiali.
Stesso discorso per la costruzione
del mercato ortofrutticolo e ittico
di Catania, realizzato dalla Mercati
agro-alimentari Sicilia S.C.p.A.
(Maas), società consortile di pro-
prietà della Regione Sicilia. I lavori
sono appaltati alla Cooperativa di
Muratori e Cementisti (Cmc) di
Ravenna, che a sua volta li affida
alla Intercor e Judica Appalti di
Basilotta e alla Icob dell’imprendi-
tore ennese Mariano Incarbone, già
condannato in appello a 5 anni per
concorso esterno in associazione
mafiosa. A trasportare i materiali,
sempre i camion della Geotrans di
Enzuccio Ercolano.
Altro cantiere, altro affare. Per il
parco commerciale “Sicily Outlet”
di Agira in provincia di Enna, i
lavori sono realizzati dalla Sicep,
mentre Ercolano trasporta i prefab-
bricati; la storia si ripete a Palermo
per il parcheggio multipiano sorto
vicino al Tribunale. Un sodalizio
tra i due imprenditori che troviamo
anche in un’altra opera, attual-
mente posta sotto sequestro dalla
magistratura: il cinema multi sala
in zona San Gregorio. In questo
caso, la Sicep mette a disposizione
i propri prefabbricati ma utilizza i
camion di Ercolano per trasportarli.
Infine, c’è l’autostrada Catania-
Siracusa, di cui si era occupato il
giornalista Sigfrido Ranucci nella
puntata “Il Progetto” trasmessa dal-
la trasmissione televisiva «Report».
La società parmense Pizzarotti & C.
vince l’appalto di circa 750 milioni
dieuro,ingranparteprovenientida
fondi Fas, per realizzare 27 km di
superstrada, affidandosi alla Unical
Spa per il materiale. Quest’ultima a
sua volta usa le cave e i mezzi della
Co.p.p. degli Ercolano.
La Pizzarotti sigla il protocollo di
legalità con il quale si impegna a
sospendere eventuali forniture di
aziende legate alla mafia, e invia
alla Prefettura di Catania l’elenco
delle ditte che operano nel cantiere,
tra cui figura anche la ditta di Er-
colano. I lavori proseguono senza
intoppi, fino a quando l’Ufficio
territoriale del Governo chiede
la sospensione della Co.p.p. Srl.
L’azienda incriminata però decide
di fare ricorso, che porterà a nuovi
accertamenti. Dopo alcuni mesi, la
Prefettura etnea dichiara di essersi
sbagliata e garantisce che l’azienda
degli Ercolano è provvista della
certificazione antimafia.
di Saul Caia
e Dario De Luca
8 | gennaio/febbraio 2015 | narcomafie