2. L’inizio della letteratura latina è
segnata proprio con una prima
rappresentazione teatrale: negli
anni di storia precedenti, i romani
praticarono forme di teatro semplici
e basate sull’improvvisazione. Sia il
luogo che il tipo di spettacolo erano
molto diversi rispetto al teatro
sviluppatosi in seguito.
In antichità le forme teatrali erano
‘’d’importazione’’, cioè prendevano come
modello le commedie greche.
In seguito si svilupparono forme teatrali
strettamente latine con attori
improvvisati
3. Nel 241 a.C., con Livio Andronico, le rappresentazioni teatrali divennero opere letterarie:
egli, infatti, scrisse tragedie e commedie greche.
La commedia latina, inizialmente, era di ambientazione greca e fu chiamata Palliata. Il
nome proviene da un costume greco, detto Pallium, un mantello di forma rettangolare. La
palliata non prevedeva pause e quindi l'azione era continua. Fu definita anche commedia
musicale, infatti, in molte commedie di Plauto, grande commediografo, le parti musicali e
cantate sono maggiori di quelle recitate.
La tragedia, invece, un altro tipo di rappresentazione sempre di ambientazione greca, era
di soggetto mitologico e rappresentava situazioni violente e aride.
Maschere tipiche
della commedia e
della tragedia
Rappresentazione
di uno spettacolo
teatrale
4. Publio Terenzio Afro, nato nel 185 a.C., è stato un
commediografo.
Tra le opere ricordiamo:
• Andria;
• Phormio;
• Eunuchus;
Il suo stile è vicino al linguaggio quotidiano, depurato da termini
volgari. Egli, inoltre, tendeva ad eliminare le parti cantate nelle
commedie.
Tito Maccio Plauto, nato tra il 255 e il 251 a.C., è stato attore e
compositore di commedie. Egli ha scritto più di 100 opere, tra cui
ricordiamo:
• Asinaria, opera ironica e crudele;
• Stichus, che parla del viaggio;
• Pseudolus, concentrata sulla caricatura dei personaggi;
Il suo stile presenta molte figure retoriche e si basa sul linguaggio
quotidiano.
Ritratto
romano di
Plauto.
Ritratto di
Terenzio.
5. Successivamente alla palliata, fu introdotta la commedia togata;
Quest’ultima è stata documentata a partire dal II secolo a.C.
Essa nasce come rappresentazione teatrale comica di argomento e
ambientazione romana a differenza della palliata, che invece
proponeva ambientazioni greche e personaggi dai nomi greci.
Nella togata l'abbigliamento tipico indossato dagli attori, tutti
rigorosamente di sesso maschile, era la toga, abito tipicamente
romano.
Gli autori latini preferirono il genere della palliata: la scarsità e
frammentarietà dei testi di togate tramandatici impedisce di avere un
quadro ben definito del genere letterario.
gli autori greci più amati e imitati dai commediografi romani furono
Menandro, Difilo e Filemone.
6. La musica, come elemento integrante dello
spettacolo teatrale, era una delle novità più
consistenti del teatro romano. Ad un flautista era
affidato il compito di accompagnare i dialoghi e i
canti. L'accompagnamento musicale, nelle parti
recitate, veniva eseguito con la tibia, uno strumento
musicale a fiato, in osso. La lunghezza e la
modalità di esecuzione producevano un suono più
grave o più acuto, adatto alle parti rispettivamente
più serie o più allegre di una rappresentazione.
7. GLI ATTORI
Gli attori indossavano delle grandi maschere, che potevano essere di legno o
di tela e che avevano un'apertura all'altezza della bocca fatta di metallo, in
modo che la voce si sentisse meglio. Le maschere avevano un ruolo
importante perché esprimevano lo stato d'animo del personaggio.
Inoltre gli attori portavano enormi parrucche fatte di pelo, dai colori vivaci.
Anche la pettinatura era molto importante, perché, dal taglio di capelli, si
poteva capire che ruolo avesse ogni personaggio.
Nella commedia, gli attori vestivano con lunghe tuniche e sotto queste
indossavano dei pantaloni con sandali.
Nella tragedia tratta dai greci, invece, gli attori indossavano l'abito greco
con le maniche e calzavano grossi stivali.
8. Le rappresentazioni teatrali erano gratuite e si svolgevano
di giorno: il sipario si abbassava scomparendo nella fossa al
bordo del palcoscenico ed iniziava la rappresentazione.
La situazione era molto diversa da quella attuale: infatti,
alla luce del sole, nel teatro all'aperto, tutto l'edificio era
visibile e quindi non si potevano creare effetti illusionistici.
Gli scenari variavano a seconda della rappresentazione: ci
potevano essere porticati e templi, vedute di città, grotte
con giardini, fontane, ecc.
Si usavano a volte anche alcune macchine teatrali, come, ad
esempio, un gancio legato ad una carrucola posto in alto
alla scena, per mezzo del quale apparivano gli esseri volanti
e gli dei; oppure si utilizzava una botola aperta
nell'orchestra, con un passaggio che conduceva all'esterno,
mediante il quale era possibile simulare apparizioni
dell'oltretomba.
Veduta di un
teatro.
10. Il teatro romano ha una forma semicircolare ed è costituito da tre parti: l'orchestra, dove si
trovano i sedili riservati ai senatori; la scena, dove recitano gli attori e la cavea, composta da
gradinate.
La cavea era, a sua volta, suddivisa in tre settori:
quello più vicino all'orchestra, riservato all'ordine equestre;
il mediano, per uomini e soldati;
il più alto e scomodo, per gli schiavi e le donne.
Alla sommità veniva posto il velarium, telo che serviva a proteggere gli spettatori dal sole.
Esso era gestito dai marinai, per via del suo funzionamento simile a una vela.
Video sul teatro romano:
https://youtu.be/j71gUknE3tU
11. TEATRO GRECO TEATRO ROMANO
La cavea è a ferro di cavallo ed è impostata
sul declivio di una collina;
La cavea è limitata ad un semicerchio ed è
costruita su archi e corridoi a volta;
Le parodoi (ingressi) sono scoperte; Le parodoi diventano passaggi a volta
all’estremità della cavea;
La scena è a pianta allungata, semplice e in
legno;
La scena diventa più larga e diventa il doppio
del diametro dell’orchestra;
12. Phaedra è un opera del drammaturgo Seneca;
La trama:
La scena è ambientata ad Atene. Fedra è innamorata
follemente di Ippolito, suo figliastro, ma ha paura a
rivelarlo.
Nonostante i tentativi della nutrice di dissuaderla da
questo amore, Fedra si dichiara ed Ippolito fugge dalla
reggia.
Fedra decide di vendicarsi: racconta a Teseo che
Ippolito ha cercato di abusare di lei ed egli invoca la
maledizione sul figlio, uccidendolo in maniera orribile.
Quando il cadavere di Ippolito viene riportato alla
reggia, Fedra confessa il suo delitto a Teseo e si uccide.
Al padre non resta che piangere la propria sorte, e
ricompone il corpo del figlio fatto a pezzi, ordinando ai
servi di gettare il corpo di Fedra in una fossa.
Recente rappresentazione teatrale di
Fedra
Fedra in un quadro di Alexandre Cabanel