1. News 48/SA/2015
Lunedì, 7 Dicembre 2015
Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Pesticidi
Filo metallico in barrette di frutta e noci e allergene non dichiarato in cotolette di
pesce. Ritirati dal mercato europeo 71 prodotti
Nella settimana n°48 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta
europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 71 (19 quelle inviate dal Ministero
della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende sei casi:
allergene non dichiarato (uova) in cotolette di pesce congelate dai Paesi Bassi; la
Germania segnala frammenti di filo metallico (di 2 centimetri) in barrette di frutta
biologica e noci dai Paesi Bassi; mercurio in squalo palombo (Mustelus mustelus)
congelato dal Portogallo; presenza di Listeria monocytogenes in salmone
affumicato refrigerato da Polonia; aflatossine in granella di amaretti da Italia; :
allergene non dichiarato (uova) in filetti congelati impanati di merluzzo dell’Alaska
(Theragra chalcogramma) dai Paesi Bassi.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un
intervento urgente troviamo: presenza di tossina di Shiga, prodotta dal gruppo
Escherichia coli, in carne congelata disossata di manzo (Bos taurus) dal Brasile;
mercurio in pesce pagro refrigerato (Pagrus pagrus) dall’Algeria; eccesso di solfiti in
scampi congelati dal Regno Unito.
Allerta per allergene non dichiarato (uova) in filetti congelati impanati di merluzzo
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: residui di
pesticida (acetamiprid) in due lotti di melograno dalla Turchia; mercurio in pesce
spada fresco (Xiphias gladius) dalla Spagna; aflatossine in nocciole sgusciate dalla
2. Turchia; residui di pesticida (propargite) in pomodori secchi dalla Tunisia; aflatossine
in fichi secchi provenienti dalla Turchia; mercurio in pesce San Pietro (Zeus faber)
refrigerato dalla Tunisia; residui di pesticida non autorizzato (profenofos) in olive nere
in salamoia da Perù.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal
mercato, si segnala un’allerta per la presenza di solfiti non dichiarati in gamberi rossi
congelati; un’altra segnalazione riguarda la presenza di acido okadaico e tossine
(DSP – Diarrhetic Shellfish Poisoning) in capesante refrigerate (Chlamys spp); la
Slovenia segnala allergene (latte) non dichiarato in etichetta di biscotti.(Articolo di
Valeria Nardi)
Fonte:ilfattoalimentare.it
Merende sane nelle scuole. E’ possibile? Ci provano i nuovi distributori.
Da settembre questi distributori affiancano quelli tradizionali
I distributori di merendine, snack e bibite nelle scuole andrebbero ripensati
cercando di inserire prodotti di tipo “salutistico. Si tratta di una sfida che da anni
viene proposta senza grande successo perché poco redditizia e perché pone
diversi problemi alle aziende del settore “Vending”. Dal mese di settembre 2015 la
società Serim ha attivato un nuovo progetto con sistema di vendita postpagato per
l’acquisto di prodotti salutistici da distributori automatici (D.A.). Ai classici distributori
la Società ha deciso di affiancare in alcune scuole campione della provincia di
Milano e di Varese quelli delVendingzone. Per ora i distretti scolastici di tipo secondaria
superiore coinvolti sono solo 4, ma tra un anno si ipotizza di coinvolgere nel progetto
le scuole medie ed elementari di Bergamo.
Una delle novità risiede nel metodo di pagamento che, anche se laborioso,
potrebbe incentivare il ragazzo ad acquistare questi prodotti anziché i soliti snack
ricchi di grassi, calorie e zuccheri. Grazie a un accordo con un Istituto bancario
nazionale, gli studenti potranno comprare, esclusivamente da questa tipologia di
D.A., pagando per mezzo di una Card personalizzata (ad oggi con un tetto massimo
di spesa di 2 euro al giorno), collegata ad una carta di credito. Alla fine di ogni
mese la banca provvede ad inviare una rendicontazione alla famiglia (dati
estrapolati dal gestionale collegato al D.A.). Qual è il vantaggio? «Gli adolescenti e i
giovani – spiega Alice Minetto Responsabile Progetto Vendingzone di Serim – sono
meno propensi all’utilizzo della loro “paghetta” per acquistare merende sane.
Sapere di non dover pagare è sicuramente un forte incentivo per dirottare la scelta
dallo snack calorico e appetibile ad altri prodotti nutrizionalmente selezionati e
bilanciati».
3. Per riuscire a costruire questo progetto ci sono voluti due anni e mezzo per superare
ostacoli burocratici, scegliere prodotti con precise caratteristiche nutrizionali, in
collaborazione con le Asl di Milano e Bergamo, per studiare un modo accattivante
per incentivarne la buona riuscita: in questo caso il pagamento delegato ai genitori.
Quali sono i prodotti scelti per i nuovi distributori? «L’Asl ci ha fornito le indicazioni
generali per la scelta di prodotti a ridotto impatto energetico – continua la D.ssa
Roberta Bonomi Tecnologo Alimentare e Responsabile Qualità di Serim – in linea con
i parametri stabiliti da direttive della Regione Lombardia e da Linee Guida nazionali:
apporto calorico per porzione inferiore alle 150 kcal, meno del 5% di grassi (al
massimo 1,5 grammi di grassi saturi), ridotto contenuto di zuccheri semplici e di sale
con lo scopo di fornire una sana e corretta alimentazione agli studenti in tutti i
momenti della giornata attraverso l’utilizzo di distributori automatici». Come bibite
sono presenti solo acqua, succhi di frutta (100% frutta per le spremute di arancia e
mandarino), oppure frullati (smoothies). Nel distributore ci sono anche carote, yogurt
da bere senza lattosio, gallette di mais, cracker di riso, grissini, snack a ridotto
contenuto calorico, biscotti, barrette 100% frutta, frutta secca, bacche di goji e
cioccolato rigorosamente fondente.
Tra le difficoltà nel scegliere i prodotti, la prima riguarda i costi: alcuni snack salutari
sono poco concorrenziali rispetto a quelli di un distributore normale. Inoltre i prodotti
freschi e deperibili si prestano poco per questo tipo di vendite. La frutta è presente
soprattutto come succo di frutta, frullato o “chips” disidratata. In questi tre mesi si è
vista una maggior adesione da parte delle ragazze mentre i prodotti più apprezzati
sono frullati, merendine con il cioccolato, gallette, grissini e le chips di mela.
Sperando che il progetto possa avere successo, sarebbe opportuno sfruttare
l’occasione per portare avanti campagne di educazione alimentare nelle scuole,
rivolte a genitori e studenti. È in famiglia che inizia la corretta educazione
alimentare, che può poi proseguire a scuola con scelte consapevoli (magari senza
incentivi).
Fonte: ilfattoalimentare.it
E-commerce e agroalimentare: la misura del credito d’imposta
A chi si rivolge: il credito d’imposta sugli investimenti in infrastrutture informatiche per
il commercio elettronico, è stato pensato per le piccole e medie imprese che
desiderano aprire un e-commerce della propria attività.
4. Da consultare per fare domanda: la circolare diffusa di recente dal Mipaaf che
specifica le modalità per la presentazione delle domande, le tipologie degli
investimenti ammessi alle agevolazioni, l’intensità degli aiuti e la soglia massima di
spesa eleggibile, in coerenza con le regole dell’Unione europea sugli aiuti di Stato.
Come si articola la misura del credito: partendo dal massimale complessivo di
50.000 euro per impresa e del 40% di intensità di aiuto – in funzione dell’attività
prevalente svolta dall’impresa e dichiarata ai fini IVA e delle dimensioni dell’impresa
(PMI/GI) – la misura del credito d’imposta è così articolata:
•per le imprese di produzione agricola primaria: ai sensi del regolamento di
esenzione agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del “de minimis agricolo”
di cui al regolamento (UE) n. 1408/2013 (15.000 euro nell’arco di tre esercizi
finanziari), indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa (PMI/GI);
•per le imprese che producono prodotti agricoli di prima trasformazione
(compresi nell’Allegato 1 del TFUE): ai sensi del regolamento di esenzione
agricolo (n. 702/2014), per le PMI; nei limiti del “de minimis generale” di cui al
regolamento (UE) n. 1407/2013 (200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari),
indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa (PMI/GI);
•per le imprese della pesca e dell’acquacoltura, che producono prodotti di
cui all’articolo 5, lettere a) e b) dell’OCM, nei limiti del “de minimis” di cui al
regolamento (UE) n. 717/2014 (30.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari);
•per le PMI che producono prodotti agroalimentari, della pesca e
dell’acquacoltura non compresi nell’Allegato I del TFUE: nei limiti del “de
minimis generale” (200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari); ai sensi del
regolamento generale di esenzione di cui al regolamento (UE) n. 651/2014,
nella misura del 20% per le piccole imprese e del 10% per le medie imprese.
Fonte: PianetaPSR – numero 47 – novembre 2015
Arriva la ‘Tac’ per smascherare l’olio extravergine fasullo
Arriva la prima Tac salva olio per smascherare gli extravergine fasulli e aiutare i
produttori impegnati nella lotta alla contraffazione. La novità è stata presentata
dalla Coldiretti nel corso della Giornata nazionale dell’extravergine italiano, con il
macchinario realizzato dal gruppo di ricerca del laboratorio di Chimica Generale
ed Inorganica del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali,
Università del Salento, guidato dal Prof. Francesco Paolo Fanizzi, che si occupa di
caratterizzazione di oli extravergine di oliva (blend e monovarietali).
5. Lo strumento utilizza in pratica la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare
(Nmr), in combinazione con l'analisi statistica multivariata, per scoprire la reale
identita' dell'olio di oliva e smascherare le frodi. Il campione di olio viene diluito in
cloroformio deuterato e trasferito in un tubo per la risonanza magnetica nucleare,
dove viene analizzato nello spazio di una decine di minuti.
In pratica, la Tac “fotografa” tutto quello che c’è dentro l’olio, creando
un’immagine che viene quindi visualizzata su un monitor. Qui il campione viene
confrontato con quelli contenuti nel database di riferimento, dove sono presenti le
differenti varietà di oli italiani, per capire se ha le stesse caratteristiche oppur no.
Utilizzando sia la cultivar che la provenienza geografica come discriminante, è oggi
possibile compiere un'analisi più approfondita del prodotto in relazione alla propria
origine geografica, ottenendo buoni risultati sia per oli caratterizzati fenotipicamente
che per oli prodotti con l’utilizzo di micromolitore e corredati da un accurato esame
del genotipo.
“Un’innovazione tecnologica che sostiene la battaglia che stiamo portando avanti
per garantire la trasparenza dell’olio Made in Italy” ha commentato il presidente di
Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel ricordare che l’attività di controllo da parte delle
forze dell’ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro, grazie a oltre 6
mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi.
Fonte:ilpuntocoldiretti.it
6. Lo strumento utilizza in pratica la spettroscopia di risonanza magnetica nucleare
(Nmr), in combinazione con l'analisi statistica multivariata, per scoprire la reale
identita' dell'olio di oliva e smascherare le frodi. Il campione di olio viene diluito in
cloroformio deuterato e trasferito in un tubo per la risonanza magnetica nucleare,
dove viene analizzato nello spazio di una decine di minuti.
In pratica, la Tac “fotografa” tutto quello che c’è dentro l’olio, creando
un’immagine che viene quindi visualizzata su un monitor. Qui il campione viene
confrontato con quelli contenuti nel database di riferimento, dove sono presenti le
differenti varietà di oli italiani, per capire se ha le stesse caratteristiche oppur no.
Utilizzando sia la cultivar che la provenienza geografica come discriminante, è oggi
possibile compiere un'analisi più approfondita del prodotto in relazione alla propria
origine geografica, ottenendo buoni risultati sia per oli caratterizzati fenotipicamente
che per oli prodotti con l’utilizzo di micromolitore e corredati da un accurato esame
del genotipo.
“Un’innovazione tecnologica che sostiene la battaglia che stiamo portando avanti
per garantire la trasparenza dell’olio Made in Italy” ha commentato il presidente di
Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel ricordare che l’attività di controllo da parte delle
forze dell’ordine ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro, grazie a oltre 6
mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi.
Fonte:ilpuntocoldiretti.it