Slide del corso "Procedura tecnico-giuridica in fase di controllo e campionamento - Evoluzione della regolamentazione e delle norme tecniche applicative" tenuto dal Dr. Tiziano Vendrame presso APPA Bolzano a fine 2013.
Oltre a ripercorrere l'origine di alcuni aspetti del campionamento dei rifiuti (in particolare la sigillatura e le garanzie difensive) che nascono dalle norme sul controllo degli alimenti, si presentano alcune considerazioni sulle innovazioni apportate dalla Norma UNI 10802:2013 rispetto alle versioni precedenti.
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Il campionamento dei rifiuti e la Norma UNI 10802:2013 - prime considerazioni
1. Procedura tecnico-giuridica
in fase di controllo e
campionamento
Evoluzione della regolamentazione
e delle norme tecniche applicative
Dr. Tiziano Vendrame
Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso
3. Controlli Documentali
Verifica della documentazione
dell’impianto senza effettuazione di
misure, campionamenti o analisi
(es. verifica registri di carico e
scarico, quaderni di manutenzione,
ecc.)
4. Controlli Tecnici
Verifica dei requisiti strutturali dello
stabilimento riguardo agli standard
di qualità ambientale
(es. Conformità alle Autorizzazioni)
Controllo di tutto ciò che può essere
visto come ”hardware” dello
stabilimento
5. Controlli Gestionali
Controllo della corretta gestione
dell’impianto
(es. verifica del Sistema di Gestione
della Sicurezza, verifica della
corretta gestione degli autocontrolli,
etc.);
6. Controlli Analitici
Monitoraggio diretto dell’impatto
dell’impianto sull’ambiente,
tramite campionamento e successiva
analisi
Solitamente i più impegnativi per
esecuzione e progettazione
7. Campionamento: origine delle
norme tecniche
In origine ambito sanitario
(alimenti):
- R.D. del 27.7.1934 (TULLSS)
- L. n° 283 del 30.4.1962
- D.P.R. n° 327 del 26.3.1980
8. Norme sanitarie “moderne”
- L. n° 283 del 30.4.1962 (modifica al R.D.
del 1934):
Disciplina igienica della produzione e
vendita delle sostanze alimentari e delle
bevande
- D.P.R. n° 327 del 26.3.1980:
Regolamento di esecuzione della
L. 283/62
9. Legge 283/1962
L'Art. 1 definisce:
- Competenze per ispezioni e prelievi
- Procedure per le contestazioni (ante L.
689/81 ante...)
- Istituto della “revisione analisi”
Modalità di prelievo?
DPR 327/80
11. Legge 283/1962 & garanzie
difensive
Sentenze Corte Costituzionale:
Censure all'Art. 1 per mancanza di:
- contraddittorio in sede di revisione
(n° 149/1969)
- comunicazione esiti analisi pro revisione
(n° 179/1971)
- comunicazione inizio analisi campioni
deperibili (n° 434/1990)
12. NB: L. 283/62 & Sentenze
Corte Costituzionale:
ANTE depenalizzazione
(tutto penale)
quindi riferimenti al CPP
(vigente all'epoca)
13. DPR 327/1980 e prelievi
Titolo I “Vigilanza igienico – sanitaria”
Art. 6 - Modalità e norme di prelevamento dei
campioni da sottoporre ad analisi chimica.
Art. 7 - Contrassegni di identificazione dei
singoli campioni.
Art. 8 - Prelevamenti di campioni dalle grandi
partite.
14. DPR 327/1980 e prelievi - 2
Art. 15 - Verbale di prelevamento.
Art. 16 - Destinazione del campione.
Art. 17 - Autorizzazione di analisi presso
laboratori diversi (Ministero)
Art. 18 - Comunicazione dei reperti analitici.
Art. 19 - Istanza di revisione di analisi
15. DPR 327/1980 – Art. 6
Modalità e norme di prelevamento dei
campioni da sottoporre ad analisi chimica:
RAPPRESENTATIVITA' del campione –
definizione convenzionale di “campioni
rappresentativi” in All.A
(prodotti per lo più pronti alla vendita,
sostanzialmente OMOGENEI all’origine)
16. DPR 327/1980 – Art. 7/a
Contrassegni di identificazione dei singoli
campioni
rientrano nelle
GARANZIE per la difesa:
difesa
NB: 1 campione = 5 aliquote (All.A)
“cinque parti equivalenti, ciascuna delle quali
deve essere chiusa e sigillata,...”
17. DPR 327/1980 – Art. 7/b
Contrassegni di identificazione
& ulteriori GARANZIE:
“Il responsabile dell'esercizio od un suo
rappresentante,.... ha facoltà di apporvi un
proprio timbro o sigillo e di ciò si deve far
menzione nel verbale di prelevamento di cui
al successivo art. 15”
18. DPR 327/1980 – Art. 7/c
Contrassegni di identificazione
MODALITA' sigillatura
“preferibilmente con piombini
e con suggello recante impressa la dicitura
dell'ufficio che ha disposto il prelievo”
(quindi si possono usare anche altri sistemi)
19. DPR 327/1980 – Art. 7/d
Contrassegni di identificazione
TRACCIABILITA' dei campioni/aliquote
“Su ognuna delle parti costituenti il campione
deve figurare..”
- l'intestazione dell'ufficio che ha disposto il
prelievo,
- la data del prelievo,
- la natura della merce prelevata,
20. DPR 327/1980 – Art. 7/e
Segue TRACCIABILITA' dei campioni/aliquote
- il numero del verbale di prelevamento,
prelevamento
- la firma di chi esegue il prelievo
- la firma del responsabile/rappresentante
dell'esercizio o del detentore della merce
(se non firmano se ne deve fare menzione nel
verbale di prelievo)
21. DPR 327/1980 – Art. 7/f
Segue TRACCIABILITA' dei campioni/aliquote
Queste indicazioni
“possono essere riportate anche su di un
cartellino assicurato al campione”
Sono quindi ammessi sistemi alternativi ai
sistemi tradizionali (spago, piombo, cartellino)
22. DPR 327/1980 – Art. 7/g
Segue TRACCIABILITA' dei campioni/aliquote
Si possono utilizzare es:
- sigilli in plastica (sostituto dei piombini)
- sacchetti antieffrazione (sostituiscono sia il
sigillo che il cartellino, se la superficie è
idonea alla scrittura)
23. DPR 327/1980 – Art. 8
Prelevamenti di campioni dalle grandi partite
Probelmatica della RAPPRESENTATIVITA'
affine ai campionamenti ambientali, pur
ambientali
rimanendo nell’ambito di prodotti
relativamente omogenei
(introduce i “piani di prelevamento campioni”)
24. DPR 327/1980 – Art. 15/a
Verbale di prelevamento:
“il verbale...deve contenere”
contenere
a) numero d'ordine per ciascun prelievo
(quello per il “cartellino”
tracciabilità);
b) data, ora e luogo del prelievo;
c) generalità e qualifica della/e persone che
eseguono il prelievo;
25. DPR 327/1980 – Art. 15/b
d) nome/ragione sociale e ubicazione dello
stabilimento ... in cui è stato eseguito il
prelievo, .. generalità della persona che ha
assistito al prelievo..in qualità di titolare/
rappresentante /detentore della merce;
e) indicazione della natura della merce...
(conservazione ed etichettatura)
f) le modalità seguite nel prelievo;
26. DPR 327/1980 – Art. 15/c
g) ...(eventuale sequestro della merce)
h) la dichiarazione che il titolare dell'impresa
o un suo rappresentante.. ha trattenuto una
copia del verbale e un campione
(aliquota);
i) la dichiarazione che il verbale è stato letto
alla presenza dell'interessato -...- e che è
stato sottoscritto anche dal medesimo, o che
lo stesso si è rifiutato di sottoscriverlo;
27. DPR 327/1980 – Art. 15/d
l) la firma del/dei verbalizzanti e quella del
titolare dell'impresa ...;
m) le eventuali dichiarazioni del titolare
dell'impresa...(fornitori e merce)
n) (idem aggiunte/manipolazioni della merce)
o) (note su eventuale sequestro);
p) le eventuali altre osservazioni o
dichiarazioni, anche se fatte dal titolare
dell'impresa /rappresentante /detentore;
28. DPR 327/1980 – Art. 15/e
q) l'eventuale peso lordo riportato sul
campione;
r) l'indicazione di eventuali aggiunte o
trattamenti subiti dalla merce all'atto del
prelievo.
29. DPR 327/1980 – Art. 16
Destinazione del campione
(ossia ripartizione delle aliquote)
aliquote
1 - Una aliquota alla controparte
2 - Una per l'analisi di prima istanza
3 - Una per analisi di revisione (se prevista)
4 - Una per eventuali perizie previste
dall'A.G. (vedi revisione)
5 – (caso particolare prodotti confezionati/vettori)
30. DPR 327/1980 – Art. 16/2
Aliquote per Istanza di Revisione e
Perizie dell'A.G. valgono per
Campioni (e analiti)
non deteriorabili!
Se deteriorabili:
GARANZIE DIFESA =
APERTURA CAMPIONE
31. DPR 327/1980 – Artt. 18/19
Comunicazione dei reperti analitici e istanza
di revisione analisi (campioni irregolari)
NB: ante L. 689/81 “tutto penale” quindi
garanzie di difesa Artt. 304, 304 -bis, ter,
quater e 390 del C.P.P. vigente all'epoca
NB: Revisione (alimenti) Ist. Sup. Sanità
37. Norme tecniche
- CNR-IRSA/85: "Metodi analitici per i
fanghi" Q.64. Vol. 3. Parametri chimicofisici. Appendice I: campionamento
- UNI 10802 (2002, 2004, 2013): “Rifiuti
liquidi, granulari, pastosi e fanghi campionamento manuale e preparazione
ed analisi degli eluati”
38. Prime metodiche
- CNR-IRSA (1985):
D.P.R. 915/82
Del. 27/07/84
sostituite da metodiche D.M.13/3/03* ma
prorogate (per discariche già autorizzate)
fino al 31/12/05 (L.168 del 17/8/05)
eccetto per rifiuti contenenti amianto
(scadenza 23/8/05)
39. Norme CNR-IRSA (1985):
- CAMPIONAMENTO:
norme CNR/IRSA previste dall’Art. 6.3
della Delibera del 27/07/84
- TEST DI CESSIONE (ac. Acetico o
CO2):
testi riportati per esteso nella stessa
Delibera (in All. Tab. 6.1)
40. Metodiche successive
UNI 10802 (campionamento*)
Dir. CE 1999/31
Dec. CE 19/12/02
D.Lgs. 13/1/03, n. 36
D.M. 13/03/03
D. 03/8/05 (copia parziale della
Dec. CE 19/12/02)
UNI 10802:2004
41. Leggi attuali e norme UNI
Rifiuti: D.M. 27/9/2010 (All.3)
“Definizione dei criteri di ammissibilità dei
rifiuti in discarica,….”
Sostituisce il D.M. 03.8.2005
Terre e rocce: D.M. 161/2012 (All.8)
42. D.M. 27.9.2010
All. 3: Campionamento e analisi dei rifiuti
Punto 2:
Il campionamento…deve essere
effettuato…secondo i criteri, le
procedure, i metodi e gli standard di
cui alla norma UNI 10802 …… e alle
norme UNI EN 14899 e UNI EN 15002.
43. Norme UNI e date
NB: prassi UNI
- nei riferimenti incrociati tra le norme
UNI, se non è indicato l’anno di
emissione si fa riferimento all’ultima
versione in vigore;
- diversamente si considera soltanto la
particolare versione citata
espressamente
44. Norme UNI e rifiuti:
D.M. 13/03/03
D. 03/8/05
D.M. 27/9/2010
in origine!
OGGI
D.M. 27/9/2010
UNI 10802:2002
UNI 10802:2004
UNI 10802:2004
UNI 10802:2013
45. Leggi & Norme UNI
NOTARE
L’aggiornamento della norma UNI
“cogente per decreto” può alterare la
prassi di applicazione del Decreto
originario (il D.M. 27/9/2010)….
46. UNI campionamento & figli
Test di cessione D.M. 27/9/2010
UNI:10802:13
Rif. Granulari
Rif. Monolitici
UNI EN 12457-2
UNI CEN/TS 15863
47. UNI nel D.M. 27.9.10
CII-UNI 9246:1988 rifiuto urbano
(44)
UNI 10802:13 Campionamento
(100)
UNI EN 14899:2006 piano di campionamento
(72)
CEN TR 15310-1:2013 Campionamento
(75)
UNI EN 15002:2006 Preparazione.. campione
(98)
UNI EN 1484:99 DOC
(46)
UNI EN 14039:2005 oli minerali C10-C40
(46)
UNI EN 13656:2004 digestione dei rifiuti tal quali (72)
UNI EN 13657:2004 digestione dei rifiuti tal quali (72)
UNI EN 13137:2002 TOC nel rifiuto tal quale
(46)
UNI EN 14346:2007 sostanza secca
(46)
49. Un passo indietro:
verbali di prelievo RIFIUTI
In origine:
Delibera del Comitato
Interministeriale del 27/07/84
Struttura molto simile al DPR 327/80
50. Verbale di prelievo: Delibera
del 27/07/84
- Il Verbale deve contenere (Art. 6.4):
a) numero d'ordine del p.;
b) data, ora e luogo del p.;
c) generalità e qualifica di chi esegue il p.;
51. Verbale di prelievo/2
d) nominativo titolare / L. R. dell'impresa /
ente che gestisce lo stabilimento, l'impianto,
locale o mezzo tecnico in cui il p. viene
effettuato,
nonché la generalità del responsabile dello
stabilimento, impianto locale o mezzo tecnico
medesimo
52. Verbale di prelievo/3
e) generalità delle persone che assistono, per
conto dell'impresa / ente, al p.;
f) le modalità seguite nel p. dei campioni;
g) dichiarazioni di chi ha assistito al p. per
conto dell'impresa / ente (se non recano
pregiudizio alla speditezza del p.);
53. Verbale di prelievo/4
h) indicazioni che il verbale e' stato letto agli
interessati e che ne viene consegnata una
copia assieme ad un'aliquota dei campioni;
i) firme del personale che ha eseguito il
prelievo e dei soggetti indicati nella
precedente lettera g) (la “controparte”); se
questi si rifiutano di firmare, dovrà esserne
fatta menzione nel verbale
54. Verbale e Aliquote/1 (Art. 6.4)
Quattro aliquote per campioni non deperibili:
una per l’interessato
tre al laboratorio di analisi di cui:
- una è aperta per l’analisi
- una è conservata per eventuale revisione
- una è conservata per eventuale perizia
giudiziale (max 12 mesi*)
55. Verbale e Aliquote/2
Due aliquote per campioni “rapidamente
deteriorabili”:
- una per il laboratorio
- una per la controparte
AVVISO ALLA PARTE (verbalizzato):
giorno, ora, luogo apertura campione e inizio
analisi
non è prevista la revisione, ma solo l’avviso
alla parte dell’inizio analisi (difesa=presenza)
56. Verbale e Aliquote: revisione
revisione analisi:
- in origine: Art. 15 L. N° 689/81*
- oggi: Art. 223 N. di A. del C.P.P.
- obbligo di avviso apertura campione
- diritto di assistere alle analisi
57. Revisione e CPP
Poteri dei consulenti tecnici: (N. di A. del
CPP, Art. 223
Art. 230 del CPP)
- partecipare alle operazioni;
- proporre specifiche indagini;
- formulare osservazioni e riserve “delle
quali deve darsi atto nella relazione”
l'attività dei consulenti “non può ritardare
l'esecuzione della perizia”
58. Con la controparte…
Sia per il prelievo che per l’analisi:
- non dare mai indicazioni
dubbie/imprecise: meglio riservarsi
(domanda scritta/risposta scritta);
- dare solo informazioni certe;
- non farsi “intimidire” dai consulenti.
59. Classificazione: DPR 915/82
Criterio tabellare (Del. 27/7/84)
Il rifiuto è “Tossico e Nocivo” se la
concentrazione/sommatoria supera:
100 ppm (As, Cd, Cr esa, Hg, Se, Te,
Amianto-fibre libere)
500 ppm (Be + “organici”)
5000 ppm (Pb, Cu solubile)
60. Classificazione:
Dec. 2000/532/CE
Criterio ispirato alla Classificazione
Sostanze Pericolose
Il rifiuto è “Pericoloso” (H3-H8, H10 e
H11, vedi Art. 2 della Decisione):
T+ ≥ 0,1% (1000 ppm)
T ≥ 3% (30 000 ppm)
Xn ≥ 25% (250 000 ppm)
Xi ≥ 1%
(10 000 ppm)
Canc:(cat.1-2 T ) ≥ 0,1%; (cat. 3 Xn) ≥ 1%
ecc. ecc.
61. Torniamo alla UNI 10802
Introdotta dal D.M.13/03/03,
quindi teoricamente
“assodata” nella prassi
62. Prima di iniziare…
qual’è lo scopo del campionamento ?
(classificazione, conoscitivo,
gestionale...)
tipo di campionamento
quali i parametri da determinare e con
che precisione ?
modalità di prelievo/precauzioni
63. Serie UNI 10802
Definisce:
- preparazione del piano di
campionamento
- operazioni di campionamento;
- documentazione del campionamento
- preparaz. del campione (campo e lab.)
- confezionam., conservaz. e trasporto
- prove di eluizione
64. UNI 10802: piano di
campionamento
Parte qualificante della Norma:
- “ragiona” sullo scopo
dell’analisi
- previene il “paradosso di
Mirco”
65. .. piano di campionamento/2
E’ quindi il primo passaggio per
predisporre un campionamento
“corretto”:
- Corretto tecnicamente
- Utile a dare risposte
66. .. piano di campionamento/3
Quindi definisce:
cosa/dove campionare
analita/laboratori/precisione
strategia/metodi campionamento
documentazione annessa ai campioni
Essenziale il collegamento con il
laboratorio!
67. UNI 10802 04/13: differenze
Versione 2004: include
- preparaz. piano campionamento
- determinaz. n° e massa incrementi
(teorica!!)
Versione 2013: rinvia
- piano campionamento: UNI 14899:2005
- valutaz. tecniche prel.: CEN/TR 15310-1
68. UNI 10802:13 & novità
“Nuova” enfasi su:
- "responsabile di progetto" (4.2)
- identificazione delle parti interessate (4.3)
- obiettivo del programma di prova (4.4)
69. UNI 14899 elementi chiave
Identificare:
Parti interessate
Obiettivi del programma di prelievo e analisi
“Livello” (tipologia) di prova
Costituenti da sottoporre a prova (analiti)
Informazioni di base sul materiale
Salute e sicurezza
Approccio di campionamento
Tecnica di campionamento
70. UNI 14899/2
Parti interessate
- aspetto enfatizzato nella 10802:13
(4.3)
- individuarle è onere del “Responsabile di
progetto”
(es: a chi dare l’avviso inizio analisi?)
71. UNI 1489/3
Obiettivi del programma di (prova)
prelievo e analisi es:
- classificazione (per i codici specchio)
specchio
- composizione media/individuazione di
specifiche frazioni
- test di cessione/recupero rifiuti
72. UNI 14899/4
“Livello” (tipologia) di prova
- caratterizzazione di base
- verifiche di conformità*
(*es. all’autorizz. impianto smaltimento)
73. UNI 14899/5
Costituenti da sottoporre a prova
(analiti)
- vanno specificati nel piano di
campionamento
- concordati con il laboratorio
(NB: metodiche/sensibilità/precisione)
74. UNI 14899/6
Informazioni di base sul materiale
- sito di prelievo/giacitura
- processo produttivo
- tipo di materiale
codice CER
75. UNI 14899/7
Salute e sicurezza
- accesso (DVR della ditta/gestore)
- DPI generici (es. guanti) o specifici
(maschere FP3, VOC, ecc)
76. UNI 14899/8
Approccio-Tecnica di campionam.
RINVIO a UNI CEN/TR 15310-1:2013
- probabilistico (casuale/sistematico)
- a giudizio (sotto-popolazioni)
- Dimensioni incrementi/campioni
- Campioni singoli/compositi
- Numero/frequ./posizione campioni
77. Indicazioni pratiche
Vedi 15310 per n° incrementi, massa
campione e statistica;
alcuni spunti:
- dimensioni attrezz. campionam.:
> 3 volte le dimensioni max. particelle
- massa singolo incremento:
> 50 volte massa max. particella
79. Conservazione campione
La conservabilità può essere
differenziata per i diversi analiti entro lo
stesso campione, es:
- metalli
- idrocarburi leggeri
- idrocarburi pesanti
- solventi
ecc.
80. Conservazione/2
..di ciò va tenuto conto ai fini di:
- trasporto (refrigerato o meno)
- conservazione in laboratorio
- possibilità o meno di revisione per la
singola aliquota
81. Conservazione/3
NB: tempi di conservazione delle aliquote
“non deperibili”
La del. C.I. 27/7/84 stabiliva max 12 mesi
per eventuale perizia giudiziale;
E’ opportuno riportarlo nelle comunicazioni
agli interessati (es. Procura)
82. Conservazione/4
“Catena del freddo”:
necessarie procedure codificate di verifica
(differenziate) per:
- accettazione (controllo il sistema di
trasporto, non la temp. del campione)
- invio campioni a terzi (il controllo
temperatura è più stringente)
83. Vecchia UNI 10802:2004
Tentava di riunire in un unico
testo (approccio molto teorico):
Calcolo n° di incrementi
Calcolo massa minima da campionare
per il campione primario
Varianza totale e precisione
85. N° incrementi/massa.. 2
metodo del variogramma:
- analisi separate di almeno 20 incrementi
metodo della varianza degli incrementi:
- analisi separate di 20 – 40 incrementi
Approccio SOLITAMENTE INAPPLICABILE!
86. Varianza campionamento/1
(appendice C)
Metodo del variogramma:
- necessita di campionare e analizzare
separatamente almeno 20 incrementi
dal lotto
- la varianza di campionamento si ricava
per estrapolazione “grafica” del
“variogramma”
88. Varianza/1: variogramma-2
Varianza del campionamento:
A è l’intercetta del variogramma (componente
casuale della varianza);
B è la pendenza del variogramma (tonnellate-1, per
un campionamento statico o minuti-1, per un
campionamento dinamico);
n è il numero di incrementi;
m è la massa totale del lotto (tonnellate) o tempo
totale di campionamento (minuti).
89. Varianza/1: variogramma-3
Stima n° incrementi:
A è l’intercetta del variogramma (componente casuale della varianza);
B è la pendenza del variogramma (tonnellate-1, per un camp. Statico)
m è la massa totale o intervallo di campionamento del lotto (tonnellate,
per un camp. statico …);
mv è la massa degli incrementi (tonnellate, utilizzata per la costruzione
del variogramma, vedere C.2);
Mi è la massa degli incrementi (tonnellate, da utilizzarsi nel
campionamento);
n è il numero di incrementi;
è la varianza di campionamento.
90. Varianza campionamento/2
(appendice C)
Metodo della varianza degli
incrementi:
-
più semplice (intuitivo), meno rigoroso (?) del
variogramma;
necessita l’analisi di 20 – 40 incrementi;
la v. di campionam. è la differenza tra la v.
tot. e la v. di “preparazione e analisi”, diviso il
n° incrementi
91. Varianza/2: varianza incrementi
Stima n° incrementi:
n è il numero degli incrementi;
è la varianza di campionamento;
è la varianza totale degli incrementi;
è la varianza di preparazione e misura.
92. UNI 10802: documenti
campione
Almeno….
- modulo di descrizione del campione;
- modulo di catena di custodia;
- modulo di richiesta analisi;
- modulo per le analisi di campo.
93. UNI 10802: modulo di
descrizione del campione
Corrisponde sostanzialmente al classico
verbale di prelievo, se opportunamente
predisposto;
Deve essere adattato / semplificato in base
al piano di campionamento
94. Es.: proposta modulo/verbale/relazione di prelievo:
• data, ora e luogo del prelievo (e giacitura,se rilevante);
• generalità del personale che esegue il prelievo;
• scopo del prelievo (es. classificazione del rifiuto ai fini
di recupero, smaltimento, ecc.);
• descrizione del tipo di rifiuto prelevato e del processo
da cui questo origina;
• descrizione (se presso il luogo di produzione) delle
condizioni di processo…e ogni elemento ritenuto utile
per associare il rifiuto ad un preciso ciclo di
lavorazione;
• modalità seguite per il campionamento e criteri di
scelta di tali modalità (vedi piano campionamento);
95. Segue proposta…
• numero di aliquote sigillate e caratteristiche dei
contenitori utilizzati;
• modalità di trasporto/ conservazione fino al laboratorio
(refrigerazione, stabilizzazione..);
• modalità di sigillatura ed elementi di identificazione
(sigla) delle aliquote a cui si riferisce il
modulo/verbale/relazione di prelievo;
• riferibilità precisa alla documentazione relativa
alla specifica partita di rifiuto che viene
campionata: annotazione nel registro di
carico/scarico, formulario di identificazione o
altra documentazione, se prevista;
96. UNI 10802: altri moduli
- modulo catena di custodia:
definisce responsabilità di custodia
esempio:
- campioni inviati a laboratori esterni
- campioni custoditi da terzi (bonifiche)
97. UNI 10802: altri moduli
- modulo richiesta analisi:
quali analisi voglio?
Solitamente predeterminate ma non
sempre (specie per i rifiuti)
Coinvolge Laboratorio & Sistema
Qualità
98. UNI 10802: altri moduli
- m. analisi di campo (se previste):
è un referto di analisi, con i relativi
onori e oneri:
- qualificazione tecnica
- responsabilità professionale
salvo l’uso “conoscitivo” (non fiscale)
99. Quali analisi “voglio”?
Problema non banale, causa la
complessità della normativa, es:
– classificazione pericoloso/non
pericoloso (spesso non possibile/
non corretta a posteriori)
– rifiuti destinati a recupero (test e analisi
molto particolari, talvolta non normate*)
100. Caratterizzazione / Codici
CER
l’analisi chimica consente abbastanza
agevolmente una caratterizzazione del
rifiuto, riferita alla composizione ed a
limiti tabellari;
l’assegnazione di un codice CER
richiede invece una buona conoscenza
del processo da cui il rifiuto deriva, e
non è corretta in assenza di tali
informazioni;
101. Codici CER “a ritroso” (?)
non è quindi corretto, in generale,
assegnare un codice CER sulla base
della sola analisi chimica, che tuttavia
può verificare se un codice è
“verosimile”;
pertanto il codice CER va assegnato, di
norma, dal produttore o comunque alla
produzione, dopo aver verificato il
processo produttivo.
102. The words “figure”
and “fictitious” both derive
from the same Latin root:
“fingere”. Beware!
M.J.Moroney