1. ANTIFASCISMO DI IERI, ANTIFASCISMO DI OGGI.
Il fascismo nasce come reazione alle lotte operaie e popolari del primo dopoguerra. Esso si appoggia sugli
strati sociali intermedi impoveriti dalla crisi e si afferma agitando parole d’ordine demagogiche. Salito al
potere, il fascismo si rivela come la più spietata dittatura del grande capitale. Forma specifica del dominio
di classe, il fascismo si afferma distruggendo tutte le organizzazioni del movimento operaio e sopprimendo
tutte le libertà democratiche. L’ultimo suo atto sarà quello di trascinare il paese in una guerra d’aggressione
che manda a morire migliaia di italiani nel fango dei Balcani, nel deserto della Libia e nel gelo della steppa
sovietica. La lotta di liberazione del movimento partigiano contribuirà in modo decisivo ad abbattere il
regime delle camicie nere. Ma la Resistenza verrà presto tradita, perché i contenuti di liberazione sociale
che i partigiani affermavano saranno sviati e annullati. Le fabbriche che erano state salvate dagli operai,
verranno riconsegnate a quei padroni che avevano sostenuto Mussolini, mentre i gerarchi che avevano
portato il paese alla rovina saranno amnistiati.
Oggi i neofascisti tentano di cavalcare l’onda populista che da alcuni anni monta sulle macerie della crisi
economica. Combinano la tradizionale attività squadrista contro i migranti e gli attivisti di sinistra con un
rinnovato intervento sociale. Infatti, in Italia e in Europa l’estrema destra prova ad incunearsi nei settori
popolari colpiti dalle politiche di austerità, scagliandosi a parole contro il capitale finanziario e l’Europa dei
banchieri. Tenta di trarre vantaggio dalla precarietà che ha spezzato le identità collettive forti del
movimento operaio. Tenta di approfittare del discredito di una sinistra istituzionale che si è ripetutamente
compromessa con le politiche dominanti. L’esempio francese è illuminante: il governo socialista, tagliando
la spesa sociale e liberalizzando i licenziamenti, sta gonfiando le vele al Fronte nazionale di Marine Le Pen.
Nel quadro dell’attuale crisi economica queste formazioni populiste e fascistoidi rappresentano un nemico
mortale per la sinistra e il movimento operaio. Sempre più urgente è perciò la necessità di mettere in
campo una ferma e diffusa risposta antifascista contro l’infezione da loro propagata nella società. Ma la
lotta contro il fascismo è inseparabile dalla lotta di classe contro il capitalismo, perché solo contrastando le
politiche dominati che generano miseria, precarietà e disoccupazione di massa, si può fermare la crescita e
il radicamento dei movimenti reazionari.
MERCOLEDI’ 14 MAGGIO ALLE ORE 21
ASSEMBLEA PUBBLICA
Presso il Salone della CUB, Via Piave, 7 a MONZA
Ne parliamo con
MARCO FRACETI del direttivo provinciale dell’ANPI
Un Compagno del FOA BOCCACCIO.
A seguire proiezione del Film “IL RIBELLE” che documenta la vita e l’impegno antifascista di Guido Picelli,
che nel 1922 con gli Arditi del Popolo fermarono a Parma gli squadristi di Italo Balbo.
PARTITO COMUNISTA dei LAVORATORI
Sezione della Brianza www.pclavoratori.it
f.i.p. via Virginia Marini 1/b, 40127 Bologna ITALIA, 22/04/2014