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openinnovationset.04#
In collaborazione con
I migliori articoli per sviluppare l’innovazione nelle imprese
TOPSELECTION
La piattaforma europea delle idee
Case History: Cardif, CNL
FCA e il crowsourcing di U2B
Dallo scouting al crowdsourcing
COME TROVARE LE IDEE
E LE STARTUP
Scouting, Call For Ideas,
Crowdsourcing
In collaborazione con | 2 |
La competitività delle aziende dipende sempre di più dalla capacità di gestire e promuovere la trasformazione digitale e l’innovazione
imprenditoriale. Una capacità che è ancora più strategica e, direi, vitale per le aziende italiane che in molti casi devono colmare un
ritardo tecnologico, culturale e finanziario.
Il progetto #OpenInnovationSet è nato proprio con questo obiettivo: fornire stimoli e strumenti al sistema italiano delle imprese, grandi
e piccole, che in diversa maniera devono affrontare la sfida del cambiamento e possono farlo in modo efficiente ed efficace solo se
cominceranno ad adottare il modello dell’open innovation.
Il momento è adesso. E i segnali di attenzione sono ormai numerosi. Non sempre però riescono a tradursi in azioni coordinata e con-
tinuative.Per questo EconomyUp, testata nata per raccontare proprio per creare uno spazio di incontro tra il dinamico mondo delle
startup e il Made in Italy, ha promosso #OpenInnovationSet, un mese dedicato ai temi dell’open innovation, con quattro webinar e quat-
tro white paper come questo che state leggendo, che raccoglie una selezione degli articoli dedicati al tema. E lo ha fatto con altri due
punti nodali della rete neuronale che all’interno del gruppo Digital360 esprime competenze, progetti e narrazione sull’open innovation:
P4i, società di advisory specializzata nella digital transformation e nell’open innovation, e Startupbusiness, il sito di riferimento per la
community italiana delle startup.
#OpenInnovationSet è l’occasione per condividere competenze ed esperienze. Ma anche per una forte presa di coscienza: la trasfor-
mazione digitale e l’innovazione imprenditoriale non sono solo necessarie. Ma sono anche possibili.
di Giovanni Iozzia
direttore EconomyUp
ILPROGETTO openinnovationset.03#
| 3 | openinnovationset.04#
INDICE
Valutate le competenze interne, definita la strategia di intervento (investimenti diretti? incubazione?), nel percorso di open innovation restano da
individuare gli strumenti più efficaci per trovare idee, prodotti o progetti innovativi, talenti in grado di apportare un reale scatto competitivo. Un tema di
rilievo europeo, come raccontiamo nel testo di apertura di questa ultima (per il momento) TopSelection della serie #OpenInnovationSet.
Lo scouting di startup è un’attività che va strutturata, così come le call4ideas. Vi proponiamo le case history di una compagnia di assicurazioni (BNP
Paribas Cardif), di un’azienda meccanica del settore automotive (Cln) e di un leader di quel mercato (FCA), che ha sperimentato un altro canale di
generazione di idee: il crowdsourcing universitario. Siamo solo agli inizi di una nuova rivoluzione industriale.
Un approccio open per la ricerca
di idee e soluzioni innovative: dallo
scouting al crowdsourcing
Cardif, Open-F@b è il nostro
laboratorio per startup sul futuro
delle assicurazioni
Cln, perché un colosso dell’auto
diventa socio di una startup
FCA: «Abbiamo testato
il crowdsourcing con
University2Business»
P a g . 4
P a g . 8
P a g .1 2
Pag. 15
Pag. 19
Open Innovation in Europa, ecco la
piattaforma per lo sviluppo di idee
In collaborazione con | 4 |
Open Innovation in Europa, ecco la piattaforma
per lo sviluppo di idee
Voice è un’iniziativa della Comunità
europea per favorire lo sviluppo di
soluzioni e servizi nelle tecnologie
per l’informazione. Consente
a utenti e startup di incontrare
possibili collaboratori e partner,
co-creare idee e prototipi e
condividere contatti e informazioni
Il titolo del progetto è certamente ambizioso: Virtual
open incubation ecosystem che è stato sintetizzato
con l’acronimo Voice. Si tratta di una iniziativa soste-
nuta dalla Comunità europea che ha la finalità di fa-
vorire lo sviluppo di soluzioni e servizi quasi pronti per
il lancio sul mercato nel settore delle tecnologie per
l’informazione, considerato uno dei principali motori
per lo sviluppo economico in Europa.
In particolare, Voice è stato finanziato nell’ambito del-
la tematica CIP-ICT-PSP-2013-7 (Objective 5.1 Open
objective for innovation) del Programma CIP (Com-
petitiveness and innovation framework programme
2007-2013) e aiuterà a colmare il divario attualmente
esistente nel mondo dei sistemi a supporto dell’im-
prenditorialità attraverso lo sviluppo di una piattafor-
ma web aperta e basata sui principi della co-creazio-
ne dei contenuti, a supporto di una comunità virtuale
di imprenditori a livello internazionale.
Attraverso la piattaforma, ciascun utente e startup po-
trà: trovare e incontrare possibili collaboratori e part-
ner; co-creare idee e prototipi; utilizzare le conoscen-
ze di altri per valutare il valore del proprio progetto;
condividere e trovare contatti, informazioni tecniche e
di mercato, conoscenza su startup in determinati set-
tori, strumenti e contenuti online, materiale educativo
e informazioni per l’accesso al credito.
In altre parole, Voice permetterà ai singoli che mira-
di Emil Abirascid
| 5 | openinnovationset.04#
no a diventare imprenditori ad accedere a una cono-
scenza collettiva e quindi trasformare efficacemente i
loro interessi imprenditoriali in un progetto collabora-
tivo che si potrà trasformare in un prototipo e in una
nuova venture.
Punti di forza
Il progetto Voice opera attraverso la piattaforma
dedicata Innovvoice , che rende disponibile un’unica
combinazione di strumenti e servizi, che includono:
strumenti intelligenti che facilitano la redazione di
un’idea innovativa; osservatori avanzati per l’analisi
di capitali creativi, capacità d’innovazione e attività
imprenditoriale all’interno della comunità di Voice e in
altre comunità esistenti; utilizzo del crowd-wisdon (in-
telligenza collettiva) per ottenere riscontri e supporto
nella definizione e valutazione di idee ed attività
imprenditoriali.
In tal modo e grazie a questi strumento la piattafor-
ma permette di: raggiungere ‘wanna be entrepre-
neur’ attraverso un approccio online (quindi poten-
zialmente su scala mondiale) che hanno delle idee
ma non sanno ancora come valorizzarle e trasfor-
marle in impresa; supportare anche i decisori (policy
maker) attraverso dati e fatti legati, per esempio, al
livello di innovazione dei territori/ambiti da loro seguiti
(per esempio: numero di idee/imprese in una certa
zona o in una data tematica); supportare Pmi e im-
La piattaforma permette
di raggiungere ‘wanna be
entrepreneur’ che hanno idee
ma non sanno come valorizzarle
e trasformarle in impresa
In collaborazione con | 6 |
prenditori con servizi custom e ad hoc per lo svilup-
po delle loro soluzioni, sia dal punto di vista business
sia eventualmente tecnico.
Partner di progetto e ruolo di INNOVA
Il progetto è sviluppato da un consorzio di nove or-
ganizzazioni internazionali di cui sei centri di ricerca,
due Pmi e una grande azienda: Università di Aalborg
(Danimarca, coordinatore del progetto); Istituto di Ri-
cerca ed Educazione in Tecnologie dell’Informazione
(Grecia); Università di Southampton (Regno Unito);
Innova (Italia); Università degli studi La Sapienza
(Italia); Militos (Grecia); Intrasoft Internation (Lussem-
burgo); Mazovia Cluster ICT (Polonia); Politecnico di
Sydney (Australia).
In particolare la società Innova di Roma si occupa,
nell’ambito del progetto, principalmente della defini-
zione dei possibili casi d’uso, requisiti e specifiche
della piattaforma; è inoltre coinvolta nella creazione
dell’ecosistema composto da imprenditori, Pmi, in-
vestitori ecc. che utilizzeranno la piattaforma e nella
definizione dei piani di sfruttamento industriale dei ri-
sultati.
Stato di Avanzamento
Il progetto Voice è stato avviato a settembre 2014. A
gennaio 2016 è stata completata una prima release
della piattaforma, che include le principali funzionali-
C’è un “pezzo” di Italia in Voice: la società Innova di Roma
si occupa della definizione dei possibili casi d’uso, requisiti e specifiche della piattaforma
| 7 | openinnovationset.04#
tà previste. A fine febbraio 2016 è iniziata l’attività di
sperimentazione della piattaforma. Tale attività preve-
de due fasi: durante la prima fase, che durerà quat-
tro mesi (quindi fino a fine giugno 2016), un numero
relativamente limitato di utenti verrà coinvolto con lo
scopo di validare le funzionalità della piattaforma ed
eventualmente rivederle e arricchirle mentre durante
la seconda fase, che durerà fino alla fine del proget-
to (quindi fino ad agosto 2017), ci si concentrerà sul
coinvolgimento di un numero elevato di attori (più di
duemila) allo scopo di creare un vero e proprio ecosi-
stema europeo per l’imprenditoria innovativa. Attual-
mente (fine marzo 2016), la piattaforma già coinvolge
130 utenti iscritti e 40 organizzazioni, di cui 30 Pmi
ed esistono già dei gruppi di interesse e contenuti,
legati soprattutto a nuove tematiche ICT (come per
esempio l’internet of things), e sono già state condivi-
se (pubblicamente) circa 20 idee.
Il progetto Voice e la relativa piattaforma fan-
no parte di una strategia molto ampia che l’Eu-
ropa sta attuando a supporto dell’innovazio-
ne che produce valore economico e industriale.
Scarica la guida innovvoice_info-booklet
In collaborazione con | 8 |
Un approccio open per la ricerca di idee e soluzioni
innovative:dallo scouting al crowdsourcing
Guarda il Video
Tra i possibili modelli di Open Innovation che un’a-
zienda può adottare, una prima via di “apertura” del
processo di innovazione - allo stesso tempo tra le
meno invasive - è l’attività di scouting, sia essa rela-
tiva a partner o a tecnologie.
L’obiettivo dell’attività di scouting è individuare, non
solo idee e progettualità, ma anche potenziali part-
ner da coinvolgere in attività di co-progettazione e
co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi,
costruendo un vero e proprio ecosistema da inte-
grare con la propria catena del valore. L’attività di
scouting permette di identificare i trend di innovazio-
ne in atto e prendere possesso delle competenze e
conoscenze necessarie che si trovano al di fuori del
contesto aziendale tradizionale. È un approccio che
l’azienda segue per identificare e accedere tanto
alle tecnologie quanto a chi possiede le competenze
adatte a “catturare” - a beneficio dell’azienda - il va-
lore intrinseco di tali innovazioni. Attraverso questa
attività l’azienda analizza l’universo di sviluppatori,
startup e PMI alla ricerca delle soluzioni più promet-
tenti e utili per l’industry di riferimento. Le innovazioni
identificate a seguito dell’attività di scouting possono
poi essere valorizzate attraverso i diversi strumenti
dell’“Open Innovation” come ad esempio acquisizio-
ni, partnership, contest, crowdsourcing e così via.
Per tutti questi motivi, l’attività di scouting assumerà
un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di in-
novazione delle aziende, non solo tecnologiche, ma
anche di quelle attive nei settori più tradizionali. Oltre
allo scouting mirato esistono altre attività di Open In-
novation che le aziende possono implementare con
l’obiettivo di identificare iniziative innovative. Una di
di Andrea Cavallaro*
e Andrea Gaschi*
Scouting, call4ideas, call4startup
e crowdsourcing sono tutte
alternative con lo stesso obiettivo:
introdurre nella realtà aziendale
idee e progetti innovativi che
nascono al di fuori. Ma per
generare valore è necessario
prevedere (ed adeguare)
competenze, risorse e metodologie
di lavoro
| 9 | openinnovationset.04#
queste è il modello delle Call4ideas/Call4Startup,
contest attraverso i quali le aziende vogliono indivi-
duare progetti innovativi provenienti da una più am-
pia comunità che comprende ad esempio startup,
PMI, università e centri di ricerca. L’individuazione
di buone idee è il risultato più facilmente visibile, ma
non ricoprono minore importanza altri fattori come,
ad esempio, la possibilità di individuare risorse e
competenze che possono essere inserite in azien-
da per sviluppare il proprio progetto internamente (in
questi casi l’azienda può mettere a disposizione al-
cuni asset a supporto del team di sviluppo), oppure
per essere poi allocate a contribuire a progetti siner-
gici o complementari rispetto a quanto proposto.
La diffusione di Internet ha permesso un più facile
contatto tra una molteplicità di attori, passando di fat-
to da un paradigma dove gli innovatori erano i pochi
con accesso a risorse e piattaforme a un altro che
offre la possibilità di raggiungere una scala e varietà
fino a prima impensabili, permettendo a persone di
qualsiasi provenienza, estrazione culturale, forma-
zione di collaborare su progetti e tecnologie innova-
tive, svolgendo di fatto attività di ricerca e sviluppo
al di fuori dell’azienda proponente. Questo model-
lo, chiamato crowdsourcing, permette di coinvolge-
re persone libere sia da vincoli e mindset specifici
dell’azienda sia da responsabilità specifiche attribu-
In collaborazione con | 10 |
ite a priori. Il coinvolgimento delle persone avviene
sotto forma di un invito aperto che può declinarsi in
due diverse tipologie di contest. Il modello classico
che si trova sulle piattaforme di crowdsourcing (una
delle più famose è Innocentive, fondata già nel 2001)
prevede che un’azienda proponga un briefing attra-
verso il quale è ben specificato il compito (task) che
si richiede venga svolto dai partecipanti (ricercato-
ri, esperti, innovatori, piccole aziende, ecc.), men-
tre per aziende alla ricerca di idee e innovazioni su
ambiti altamente innovativi, ma dai confini sfumati,
attività di call4ideas e call4startup si prestano con
maggiore efficacia. In generale, i concorsi funziona-
no bene quando non è evidente quale combinazione
di competenze o anche quale approccio tecnico por-
terà alla migliore soluzione per un problema.
*Andrea Cavallaro, Senior Advisor, Osser-
vatori Digital Innovation, e *Andrea Gaschi,
Associate Partner, P4I – Partners4Innovation,
sono consulenti specializzati in Strategy &
Open Innovation.
All’interno di P4I - Partners4Innovation sup-
portano imprese consolidate e Pubbliche Am-
ministrazioni nel comprendere le opportunità
che derivano dalle attività di Partner & Techno-
logy Scouting e di Call4Ideas/Crowdsourcing
Contest, a progettare e definire i processi e le
risorse necessarie per un efficace presidio ed
integrazione di tutte le attività per il successo
dell’iniziativa.
| 11 | openinnovationset.04#
Scouting, call4ideas, call4startup e crowdsourcing
sono tutte alternative con lo stesso obiettivo, quello
di introdurre idee e progetti innovativi che nascono
al di fuori della realtà aziendale, ma per generare
valore da tali innovazioni è necessario prevedere (ed
adeguare) competenze, risorse e metodologie di la-
voro con l’introduzione del nuovo paradigma Open.
Diversi sono i fattori critici di successo nell’imple-
mentazione di tali pratiche, tra cui sicuramente deve
verificarsi un allineamento tra la strategia aziendale
e gli obiettivi delle singole attività. Inoltre, è altrettan-
to rilevante che queste attività siano in linea con le
differenti esigenze delle funzioni aziendali, con l’o-
biettivo comune di creare valore per il cliente finale. Il
coinvolgimento delle diverse business unit dà acces-
so a esperti aziendali su aspetti rilevanti come po-
tenziale di mercato, integrazione tecnologica e allo
stesso tempo “smorza” il rischio di rigetto da parte
dei dipendenti.
In sintesi, da un punto di vista più operativo, l’azien-
da deve strutturarsi ed allocare risorse adeguate per
poter identificare startup, progetti ed idee per poi va-
lutarne modello di business, sinergie esistenti e po-
tenzialità future. Attraverso un processo strutturato
si selezionano le soluzioni considerate più promet-
tenti e, grazie anche al coinvolgimento delle diverse
funzioni aziendali, si articola un processo di collabo-
razione ed integrazione all’interno del proprio model-
lo di business e della propria catena del valore per
sfruttarne appieno tutte le potenzialità innovative.
In collaborazione con | 12 |
L’incontro con le startup non può essere casuale,
episodico. Una grande azienda deve inserirlo in una
volontà generale di innovazione e in un percorso che
prevede altre tappe e ben altri approdi che non un
premio anche se importante o un evento seppure ben
riuscito. è la filosofia di Cardif, la compagnia assicu-
rativa del gruppo BNP Paribas che ha ideato Open-
F@b, iniziativa finalizzata a premiare e supportare le
idee e le startup più innovative in ambito assicurativo.
Il progetto, sviluppato in collaborazione con PoliHub
e Digital360, giunto al terzo anno, ha già selezionato
diverse nuove imprese operanti in settori che coinvol-
gono il futuro delle assicurazioni, dall’Internet delle
cose ai big data.
Il settore assicurativo è in grande fermento. Secondo
la società di analisi CB Insights, solo nel primo trime-
stre del 2016 si sono registrati investimenti per 650
milioni di dollari da parte dei fondi di venture capital
sull’insurtech, l’innovazione in ambito assicurativo.
Questa cifra è spalmata su un numero di investimenti
(47) che è raddoppiata rispetto allo stesso periodo del
2015. Ben 400 milioni di dollari sono confluiti in un uni-
co investimento, ricevuto da Oscar Health. Rispetto
al fintech, che in questo primo trimestre ha raggiun-
to globalmente i 6,7 miliardi di dollari di investimenti,
l’insurtech è ancora un fratello minore (quanto a cifre
investite), ma cresce velocemente: dal 2011 a oggi è
cresciuto, come numero di deal, di 6 volte.
Cardif, Open-F@b è il nostro laboratorio per
startup sul futuro delle assicurazioni
La compagnia assicurativa del
gruppo BNP Paribas da tre anni
seleziona idee e imprese innovative
da portare nel proprio business.
E, con EconomyUp, ha promosso
InsuranceUp, il primo portale italiano
dedicato all’insurtech, settore che nel
primo trimestre 2016 ha raccolto nel
mondo investimenti per 650 milioni di
dollari
| 13 | openinnovationset.04#
Nel 2013 Cardif Italia ha lanciato un prodotto assicu-
rativo innovativo, Habitat on box, che ha messo per
la prima volta un po’ di domotica al servizio della si-
curezza domestica. Quindi ha deciso che quell’epi-
sodio non doveva restare isolato. È stato così creato
un dipartimento di ricerca e sviluppo, che non è una
presenza abituale negli organigrammi del settore as-
sicurativo. «È stato deciso di continuare sulla linea
dell’innovazione», spiega Simone Macelloni, respon-
sabile Ricerca & Sviluppo di Cardif Italia. «Lavoria-
mo su una serie di progetti e concept da sviluppare
in termini di business». Soprattutto nella dimensione
digitale, che per la compagnia è diventata una prio-
rità. «Abbiamo sviluppato per primi un’attività di co-
creazione con potenziali clienti lavorando sui social»,
racconta Macelloni. «Sono stati individuati gli ambien-
ti dove si parlava di certi prodotti, quindi abbiamo fatto
due eventi a Roma e Milano per incontrare gli influen-
cer, per capire quali prodotti vorrebbero o come fareb-
bero loro quelli che ci sono già. Il dialogo continua in
una pagina privata di Facebook. È il nostro speciale
panel di ascolto».
Creato il canale con i clienti potenziali, Cardif è pas-
sata all’incontro con le startup. E non solo: le due call
finora lanciate sono state aperte anche a professioni-
sti, sviluppatori, studenti, aziende che hanno proposte
per favorire l’innovazione digitale nel mondo assicura-
Isabella Fumagalli, amministratore
delegato di BNP Paribas Cardif in Italia
In collaborazione con | 14 |
tivo. E nel segno della continuità ha promosso, in col-
laborazione con EconomyUp, InsuranceUp, la prima
piattaforma italiana dedicata all’insurtech.
«Open F@b è parte di un percorso più ampio che ci
vede impegnati ogni giorno a tradurre concretamente
il nostro dna di innovatori e pionieri adeguando la no-
stra offerta di prodotti e di servizi per rispondere alle
nuove esigenze dei clienti digitali e ai nuovi canali di
vendita», conferma Isabella Fumagalli, amministrato-
re delegato di BNP Paribas Cardif in Italia.
Cardif ha puntato su questo “laboratorio digitale” per-
ché «dalle startup - continua Macelloni - arriva uno
sguardo diverso. Per esempio, chi fa un dispositivo
indossabile piuttosto che chi da anni lavora sui social
media permette a una compagnia assicurativa di ca-
pire un modello distributivo che questa adesso non è
in grado di vedere. La volontà di aprirsi all’innovazio-
ne è chiara così come quella di essere contaminati
da mondi diversi. Del resto, investire in questo tipo di
attività paga».
Il lavoro fatto in Italia da Cardif è stato notato nel
quartiere generale a Parigi. Tanto che il gruppo sta
guardando all’Italia come una sorta di laboratorio
dell’innovazione che sviluppa concept e prodotti che
potrebbero andare su altri mercati o altri settori.
In collaborazione con | 15 |
L’open innovation si può fare seguendo varie strade:
una è quella percorsa dal Gruppo Cln, che ha acqui-
sito di recente il 20% della startup BeonD srl. Fondato
a Torino nel 1948 da Mario Magnetto, oggi Cln è tra i
principali player mondiali nel mercato della lavorazio-
ne, stampaggio e assemblaggio di componenti me-
tallici per il settore automotive. Attualmente punta con
decisione sulla mobilità del futuro e, con questo obiet-
tivo, ha deciso di formalizzare lo scorso 23 dicembre
l’acquisizione di una quota del 20% di BeonD, startup
e spin-off del Politecnico di Torino, che offre soluzioni
progettuali di veicoli elettrici e ibridi costruiti con ma-
teriali innovativi. In pratica il team di BeonD sta lavo-
rando alla prototipazione di un quadriciclo elettrico
Cln, perché un colosso dell’auto diventa
socio di una startup
L’azienda specializzata nella
lavorazione di componenti metallici
per l’automotive ha acquisito di
recente il 20% di BeonD, startup e
spin-off del Politecnico di Torino che
sta sviluppando un veicolo elettrico.
«È una strategia aziendale rivolta
alla mobilità del futuro» spiega il
gruppo torinese che fattura
1,5 miliardi di euro
Guarda il Video
concepito intorno alle batterie: nel veicolo è presente
un motore termico, ma ha il solo scopo di ricaricare le
batterie quando queste si scaricano e non è possibile
trovare un punto di ricarica. Un oggetto con varie pro-
spettive di commercializzazione: in futuro potrebbe es-
sere adottato da aziende per il car sharing, ma anche
per le consegne ultimo miglio o per la mobilità perso-
nale urbana, con i veicoli venduti ai privati o alle flotte
aziendali.
Alle radici di BeonD c’è il Team H2politO, nato anni fa
all’interno del Politecnico di Torino e impegnato nello
sviluppo di veicoli a basso consumo di carburante.
H2politO è composto da studenti di ingegneria del
di Luciana Maci
| 16 | openinnovationset.04#
Politecnico che spaziano tra molteplici discipline in-
gegneristiche: autoveicolo, meccanica, informatica,
elettronica, aerospaziale, energetica, matematica,
telematica, meccatronica, gestionale, cinema e dei
mezzi di comunicazione e design industriale. Il risulta-
to della passione e del lavoro della squadra sono tre
veicoli a basso consumo energetico: Idra, un prototipo
alimentato a idrogeno, Xam, un urban concept ibrido
parallelo a etanolo, e l’ultima nata, Xam 2.0, il primo
veicolo del team E-Rev abilitato per circolare su stra-
da. Il gruppo di lavoro ha sede presso il dipartimento
di Ingegneria Meccanica ed Aerospaziale (Dimeas)
del Politecnico di Torino e dal 2008 è diretto da Mas-
similiana Carello.
Il veicolo BeonD è stato sviluppato a fine 2012, con
fondi del Politecnico e degli sponsor, proprio all’interno
del team H2polito ed è “figlio” di Xam 2.0: in quel team
c’erano due laureandi, poi diventati ingegneri, Ales-
sandro Ferraris e Andrea Airale, che insieme alla Ca-
rello hanno costituito la startup a fine 2013. La Carello
ne è presidente, Airale è il Ceo, Ferraris il Cto. Poco
dopo nella società è entrato il docente Paolo Massai,
che fino ad allora ne era stato consigliere e mento-
re. Sempre nel 2013 BeonD è diventato ufficialmente
spin-off del Politecnico di Torino. “Ci siamo costituiti
in startup e spin-off – spiega Carello - per provare a
passare da un prototipo a un prodotto potenzialmente
commercializzabile. Per il momento è un progetto in
gestazione. Noi però non vogliamo essere costruttori
di auto, ma continuare a fare la parte innovativa, di
L’acquisizione della startup rientra nel piano
di sviluppo strategico di Cln nel settore dei
veicoli elettrici
In collaborazione con | 17 |
progettazione con contenuti innovativi”. BeonD è incu-
bata presso I3P, incubatore del Politecnico di Torino.
BeonD fornisce dunque una piattaforma innovativa di
Ultra Light Electric Vehicle (Ulev) progettata per risol-
vere il problema della mobilità urbana. Si tratta di un
Extended Range Electric Vehicle (E-Rev), ovvero un
veicolo elettrico ottimizzato con l’aggiunta di un moto-
re a combustione interna che carica le batterie per ga-
rantire autonomia aggiuntiva, libertà di ricarica e nes-
sun problema in avviamento alle basse temperature.
Oltre a offrire il pacchetto completo di progettazione
e industrializzazione di veicoli elettrici ultraleggeri ur-
bani, BeonD propone servizi di ingegneria in settori
molto specifici ed ad elevata tecnologia in ambito au-
tomotive.
L’impegno e l’innovazione di BeonD sono stati pre-
miati durante la settima edizione del Premio Sviluppo
Sostenibile lo scorso novembre, con la consegna del
La presidente di BeonD,
Massimiliana Carello,
riceve il Premio Sviluppo Sostenibile
| 18 | openinnovationset.04#
primo premio nella categoria mobilità sostenibile.
La piccola startup torinese è stata in grado di attrarre
l’attenzione del Gruppo Cln, un colosso presente in
quattro continenti con oltre 53 tra siti produttivi e sedi
commerciali presso cui lavorano oltre 8.000 dipen-
denti. Nel 2014 Cln ha trattato 1.260.000 tonnellate
di acciaio per un fatturato consolidato di 1,5 miliardi di
euro. L’acquisizione di una quota di Beond, si legge in
un comunicato aziendale, rientra nel piano di sviluppo
strategico che coinvolge il settore dei veicoli elettrici.
La strategia aziendale, dettata dal piano di sviluppo,
è rivolta alla mobilità del futuro. In questo modo Cln è
convinto di poter restare al centro dei cambiamenti e
delle tendenze che toccheranno il mondo della mobi-
lità del prossimo futuro e allo stesso tempo di defini-
re in modo più sicuro le linee strategiche delle attività
core del Gruppo. Le idee innovative che verranno da
BeonD serviranno a individuare con maggior chiarez-
za quali sono le tendenze tecnologiche all’interno del
settore di business attuale e ad aprire nuove strade e
opportunità. “Per noi è stato importante aver trovato
un’azienda che crede nell’open innovation” commenta
Massimiliana Carello. “Credo che quando un grande
gruppo vuole provare a investire in una realtà piccola
come la nostra è perché vede che ci sono competen-
ze innovative che probabilmente non possiede al suo
interno”.
BeonD ha realizzato XAM 2.0,
veicolo elettrico a batterie
con capacità sufficiente per
percorrere fino a 70 km dopo un
“pieno” di energia da 6 ore
In collaborazione con | 19 |
FCA: «Così abbiamo testato il crowdsourcingcon
University2Business»
La casa automobilistica ha scelto
la piattaforma per lanciare un
contest per la creazione di un’app.
Stefano Boscolo, responsabile
ICT Innovation: «Volevamo
sperimentare questa modalità di
raccolta idee, perfetta per progetti
con delivery a breve»
Per l’ICT Innovation il rapporto con il mondo univer-
sitario è importante: è importante stabilire collega-
menti corretti e definire con chiarezza quali possa-
no essere i suoi contributi. Noi vediamo prospettive
interessanti, per questo, tra le altre cose, abbiamo
stretto una collaborazione con University2Busi-
ness”. A dirlo è Stefano Boscolo, responsabile di
ICT Innovation per FCA, parlando del contest lan-
ciato dall’azienda sulla piattaforma di University-
2Business, nata per far incontrare imprese e stu-
denti universitari. Lo strumento utilizzato da questa
startup milanese sono appunto le periodiche gare
attraverso le quali un’azienda assegna un progetto
agli studenti della community, per poi erogare un
compenso al vincitore o ai primi classificati. In que-
sto modo il giovane ha occasione di intraprende-
re i primi passi nel mondo del lavoro, guadagnare
qualcosa e arricchire il proprio curriculum di nuove
esperienze. A sua volta l’azienda ha la possibilità di
entrare in contatto con i talenti universitari e rica-
varne idee e creatività, fino all’eventualità di future
assunzioni.
Fiat Chrysler Automobiles ICT ha scelto Uni-
versity2Business per lanciare un contest e lo ha
fatto per due motivi, come spiega Boscolo: “Siamo
interessati a prendere in considerazione nuove
modalità di crowdsourcing nelle nostre attività re-
| 20 | openinnovationset.04#
lative all’innovation e abbiamo voluto sperimentare
qualcosa che possa essere riproposto, anche con
modalità diverse, in altre occasioni, ad esempio in
contesti di business”.
Nel caso di FCA, agli studenti di U2B è stato chiesto
di elaborare una proposta grafica e funzionale ba-
sata su logiche di gamification per la realizzazione
di una web-app per la valutazione di competenze
ICT ad uso interno. Hanno partecipato 14 studenti,
ne sono stati selezionati due che poi hanno proce-
duto alla realizzazione dell’applicazione.
“Dopo la prima fase di raccolta delle candidature
– spiega Boscolo - abbiamo compilato una short
list e scelto due candidati, che alla fine hanno de-
ciso di fare il lavoro insieme perché già si cono-
scevano. Noi li avevamo intervistati separatamente,
rilevando che uno aveva più competenze applicati-
ve, l’altro creative, perciò erano in qualche mondo
complementari. Inizialmente – prosegue Boscolo
– tendevano a pensare in grande e realizzare un
prodotto molto complesso, come peraltro può capi-
tare a giovani alle prese con la prima esperienza la-
vorativa. Noi abbiamo chiesto loro di semplificare al
massimo. Il nostro è stato una sorta di esperimento
pilota – ribadisce - il prodotto realizzato non è stra-
tegico, anche se naturalmente ci portiamo a casa il
In collaborazione con | 21 |
risultato: lo scopo finale era testare la metodologia”.
Ha funzionato? In parte certamente sì, se non altro
perché ha permesso a FCA di perfezionare la sua
tipologia di richieste nei confronti del crowdsourcing
sviluppato in un contesto accademico. “Abbiamo
capito – afferma Boscolo – che non dobbiamo ri-
chiedere lo sviluppo di applicazioni complesse: un
impegno che richiede una disponibilità notevole di
tempo. E si sa che per gli studenti questa disponi-
bilità è limitata, soprattutto in certi periodi dell’anno,
a causa di corsi ed esami universitari. Riteniamo
invece che il modo migliore per utilizzare questo
strumento sia richiedere interventi mirati e da con-
cludersi in un arco di tempo relativamente breve,
per esempio entro un mese, altrimenti diventa dif-
ficile coordinare gli sviluppi del progetto . Penso a
traduzioni o data entry, o analoghe iniziative”.
Chi è interessato a entrare nel grande marketpla-
ce di University2Business può collegarsi al sito
www.university2business.it dove le aziende
possono lanciare il proprio contest e gli studenti re-
gistrarsi e partecipare.
Nel caso di FCA agli studenti è
stato chiesto di elaborare una
proposta grafica e funzionale
basata sulla gamification per
lo sviluppo di una web-app ad
uso interno per la valutazione di
competenze ICT.
Due gli studenti selezionati che
hanno realizzato il progetto
EconomyUp,StartUpBusinesseP4Ifannopartedi:
EconomyUp, online dalla primavera del 2013, è stata la prima piattaforma di comunicazione nata per raccontare l’impren-
ditorialità e l’innovazione nelle nuove imprese (le startup), così come in quelle piccole e medie (il made in Italy) e nelle
multinazionali (corporate innovation).
Startupbusiness è, dal 2008, il punto di riferimento dell’ecosistema italiano dell’innovazione che si fa impresa, offrendo
informazione, contenuti, servizi, connettendo la community italiana delle startup e il mondo degli investitori e dell’industria.
P4I - Partners4Innovation offre servizi di Advisory e Coaching a supporto della trasformazione digitale e dell’innovazione aperta
e imprenditoriale di imprese e PA. L’approccio di P4I, che si caratterizza per una forte attenzione all’empowerment dei decisori
interni all’organizzazione cliente, è reso unico dal ricorso a metodologie, benchmark e dati distintivi che permettono di superare
ilimitidellaconsulenzatradizionale,offrendocontenuti,serviziestrumentiaimpreseePA,anchedimedieepiccoledimensioni.
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COME TROVARE LE IDEE E LE STARTUP

  • 1. openinnovationset.04# In collaborazione con I migliori articoli per sviluppare l’innovazione nelle imprese TOPSELECTION La piattaforma europea delle idee Case History: Cardif, CNL FCA e il crowsourcing di U2B Dallo scouting al crowdsourcing COME TROVARE LE IDEE E LE STARTUP Scouting, Call For Ideas, Crowdsourcing
  • 2. In collaborazione con | 2 | La competitività delle aziende dipende sempre di più dalla capacità di gestire e promuovere la trasformazione digitale e l’innovazione imprenditoriale. Una capacità che è ancora più strategica e, direi, vitale per le aziende italiane che in molti casi devono colmare un ritardo tecnologico, culturale e finanziario. Il progetto #OpenInnovationSet è nato proprio con questo obiettivo: fornire stimoli e strumenti al sistema italiano delle imprese, grandi e piccole, che in diversa maniera devono affrontare la sfida del cambiamento e possono farlo in modo efficiente ed efficace solo se cominceranno ad adottare il modello dell’open innovation. Il momento è adesso. E i segnali di attenzione sono ormai numerosi. Non sempre però riescono a tradursi in azioni coordinata e con- tinuative.Per questo EconomyUp, testata nata per raccontare proprio per creare uno spazio di incontro tra il dinamico mondo delle startup e il Made in Italy, ha promosso #OpenInnovationSet, un mese dedicato ai temi dell’open innovation, con quattro webinar e quat- tro white paper come questo che state leggendo, che raccoglie una selezione degli articoli dedicati al tema. E lo ha fatto con altri due punti nodali della rete neuronale che all’interno del gruppo Digital360 esprime competenze, progetti e narrazione sull’open innovation: P4i, società di advisory specializzata nella digital transformation e nell’open innovation, e Startupbusiness, il sito di riferimento per la community italiana delle startup. #OpenInnovationSet è l’occasione per condividere competenze ed esperienze. Ma anche per una forte presa di coscienza: la trasfor- mazione digitale e l’innovazione imprenditoriale non sono solo necessarie. Ma sono anche possibili. di Giovanni Iozzia direttore EconomyUp ILPROGETTO openinnovationset.03#
  • 3. | 3 | openinnovationset.04# INDICE Valutate le competenze interne, definita la strategia di intervento (investimenti diretti? incubazione?), nel percorso di open innovation restano da individuare gli strumenti più efficaci per trovare idee, prodotti o progetti innovativi, talenti in grado di apportare un reale scatto competitivo. Un tema di rilievo europeo, come raccontiamo nel testo di apertura di questa ultima (per il momento) TopSelection della serie #OpenInnovationSet. Lo scouting di startup è un’attività che va strutturata, così come le call4ideas. Vi proponiamo le case history di una compagnia di assicurazioni (BNP Paribas Cardif), di un’azienda meccanica del settore automotive (Cln) e di un leader di quel mercato (FCA), che ha sperimentato un altro canale di generazione di idee: il crowdsourcing universitario. Siamo solo agli inizi di una nuova rivoluzione industriale. Un approccio open per la ricerca di idee e soluzioni innovative: dallo scouting al crowdsourcing Cardif, Open-F@b è il nostro laboratorio per startup sul futuro delle assicurazioni Cln, perché un colosso dell’auto diventa socio di una startup FCA: «Abbiamo testato il crowdsourcing con University2Business» P a g . 4 P a g . 8 P a g .1 2 Pag. 15 Pag. 19 Open Innovation in Europa, ecco la piattaforma per lo sviluppo di idee
  • 4. In collaborazione con | 4 | Open Innovation in Europa, ecco la piattaforma per lo sviluppo di idee Voice è un’iniziativa della Comunità europea per favorire lo sviluppo di soluzioni e servizi nelle tecnologie per l’informazione. Consente a utenti e startup di incontrare possibili collaboratori e partner, co-creare idee e prototipi e condividere contatti e informazioni Il titolo del progetto è certamente ambizioso: Virtual open incubation ecosystem che è stato sintetizzato con l’acronimo Voice. Si tratta di una iniziativa soste- nuta dalla Comunità europea che ha la finalità di fa- vorire lo sviluppo di soluzioni e servizi quasi pronti per il lancio sul mercato nel settore delle tecnologie per l’informazione, considerato uno dei principali motori per lo sviluppo economico in Europa. In particolare, Voice è stato finanziato nell’ambito del- la tematica CIP-ICT-PSP-2013-7 (Objective 5.1 Open objective for innovation) del Programma CIP (Com- petitiveness and innovation framework programme 2007-2013) e aiuterà a colmare il divario attualmente esistente nel mondo dei sistemi a supporto dell’im- prenditorialità attraverso lo sviluppo di una piattafor- ma web aperta e basata sui principi della co-creazio- ne dei contenuti, a supporto di una comunità virtuale di imprenditori a livello internazionale. Attraverso la piattaforma, ciascun utente e startup po- trà: trovare e incontrare possibili collaboratori e part- ner; co-creare idee e prototipi; utilizzare le conoscen- ze di altri per valutare il valore del proprio progetto; condividere e trovare contatti, informazioni tecniche e di mercato, conoscenza su startup in determinati set- tori, strumenti e contenuti online, materiale educativo e informazioni per l’accesso al credito. In altre parole, Voice permetterà ai singoli che mira- di Emil Abirascid
  • 5. | 5 | openinnovationset.04# no a diventare imprenditori ad accedere a una cono- scenza collettiva e quindi trasformare efficacemente i loro interessi imprenditoriali in un progetto collabora- tivo che si potrà trasformare in un prototipo e in una nuova venture. Punti di forza Il progetto Voice opera attraverso la piattaforma dedicata Innovvoice , che rende disponibile un’unica combinazione di strumenti e servizi, che includono: strumenti intelligenti che facilitano la redazione di un’idea innovativa; osservatori avanzati per l’analisi di capitali creativi, capacità d’innovazione e attività imprenditoriale all’interno della comunità di Voice e in altre comunità esistenti; utilizzo del crowd-wisdon (in- telligenza collettiva) per ottenere riscontri e supporto nella definizione e valutazione di idee ed attività imprenditoriali. In tal modo e grazie a questi strumento la piattafor- ma permette di: raggiungere ‘wanna be entrepre- neur’ attraverso un approccio online (quindi poten- zialmente su scala mondiale) che hanno delle idee ma non sanno ancora come valorizzarle e trasfor- marle in impresa; supportare anche i decisori (policy maker) attraverso dati e fatti legati, per esempio, al livello di innovazione dei territori/ambiti da loro seguiti (per esempio: numero di idee/imprese in una certa zona o in una data tematica); supportare Pmi e im- La piattaforma permette di raggiungere ‘wanna be entrepreneur’ che hanno idee ma non sanno come valorizzarle e trasformarle in impresa
  • 6. In collaborazione con | 6 | prenditori con servizi custom e ad hoc per lo svilup- po delle loro soluzioni, sia dal punto di vista business sia eventualmente tecnico. Partner di progetto e ruolo di INNOVA Il progetto è sviluppato da un consorzio di nove or- ganizzazioni internazionali di cui sei centri di ricerca, due Pmi e una grande azienda: Università di Aalborg (Danimarca, coordinatore del progetto); Istituto di Ri- cerca ed Educazione in Tecnologie dell’Informazione (Grecia); Università di Southampton (Regno Unito); Innova (Italia); Università degli studi La Sapienza (Italia); Militos (Grecia); Intrasoft Internation (Lussem- burgo); Mazovia Cluster ICT (Polonia); Politecnico di Sydney (Australia). In particolare la società Innova di Roma si occupa, nell’ambito del progetto, principalmente della defini- zione dei possibili casi d’uso, requisiti e specifiche della piattaforma; è inoltre coinvolta nella creazione dell’ecosistema composto da imprenditori, Pmi, in- vestitori ecc. che utilizzeranno la piattaforma e nella definizione dei piani di sfruttamento industriale dei ri- sultati. Stato di Avanzamento Il progetto Voice è stato avviato a settembre 2014. A gennaio 2016 è stata completata una prima release della piattaforma, che include le principali funzionali- C’è un “pezzo” di Italia in Voice: la società Innova di Roma si occupa della definizione dei possibili casi d’uso, requisiti e specifiche della piattaforma
  • 7. | 7 | openinnovationset.04# tà previste. A fine febbraio 2016 è iniziata l’attività di sperimentazione della piattaforma. Tale attività preve- de due fasi: durante la prima fase, che durerà quat- tro mesi (quindi fino a fine giugno 2016), un numero relativamente limitato di utenti verrà coinvolto con lo scopo di validare le funzionalità della piattaforma ed eventualmente rivederle e arricchirle mentre durante la seconda fase, che durerà fino alla fine del proget- to (quindi fino ad agosto 2017), ci si concentrerà sul coinvolgimento di un numero elevato di attori (più di duemila) allo scopo di creare un vero e proprio ecosi- stema europeo per l’imprenditoria innovativa. Attual- mente (fine marzo 2016), la piattaforma già coinvolge 130 utenti iscritti e 40 organizzazioni, di cui 30 Pmi ed esistono già dei gruppi di interesse e contenuti, legati soprattutto a nuove tematiche ICT (come per esempio l’internet of things), e sono già state condivi- se (pubblicamente) circa 20 idee. Il progetto Voice e la relativa piattaforma fan- no parte di una strategia molto ampia che l’Eu- ropa sta attuando a supporto dell’innovazio- ne che produce valore economico e industriale. Scarica la guida innovvoice_info-booklet
  • 8. In collaborazione con | 8 | Un approccio open per la ricerca di idee e soluzioni innovative:dallo scouting al crowdsourcing Guarda il Video Tra i possibili modelli di Open Innovation che un’a- zienda può adottare, una prima via di “apertura” del processo di innovazione - allo stesso tempo tra le meno invasive - è l’attività di scouting, sia essa rela- tiva a partner o a tecnologie. L’obiettivo dell’attività di scouting è individuare, non solo idee e progettualità, ma anche potenziali part- ner da coinvolgere in attività di co-progettazione e co-sperimentazione di prodotti o servizi innovativi, costruendo un vero e proprio ecosistema da inte- grare con la propria catena del valore. L’attività di scouting permette di identificare i trend di innovazio- ne in atto e prendere possesso delle competenze e conoscenze necessarie che si trovano al di fuori del contesto aziendale tradizionale. È un approccio che l’azienda segue per identificare e accedere tanto alle tecnologie quanto a chi possiede le competenze adatte a “catturare” - a beneficio dell’azienda - il va- lore intrinseco di tali innovazioni. Attraverso questa attività l’azienda analizza l’universo di sviluppatori, startup e PMI alla ricerca delle soluzioni più promet- tenti e utili per l’industry di riferimento. Le innovazioni identificate a seguito dell’attività di scouting possono poi essere valorizzate attraverso i diversi strumenti dell’“Open Innovation” come ad esempio acquisizio- ni, partnership, contest, crowdsourcing e così via. Per tutti questi motivi, l’attività di scouting assumerà un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di in- novazione delle aziende, non solo tecnologiche, ma anche di quelle attive nei settori più tradizionali. Oltre allo scouting mirato esistono altre attività di Open In- novation che le aziende possono implementare con l’obiettivo di identificare iniziative innovative. Una di di Andrea Cavallaro* e Andrea Gaschi* Scouting, call4ideas, call4startup e crowdsourcing sono tutte alternative con lo stesso obiettivo: introdurre nella realtà aziendale idee e progetti innovativi che nascono al di fuori. Ma per generare valore è necessario prevedere (ed adeguare) competenze, risorse e metodologie di lavoro
  • 9. | 9 | openinnovationset.04# queste è il modello delle Call4ideas/Call4Startup, contest attraverso i quali le aziende vogliono indivi- duare progetti innovativi provenienti da una più am- pia comunità che comprende ad esempio startup, PMI, università e centri di ricerca. L’individuazione di buone idee è il risultato più facilmente visibile, ma non ricoprono minore importanza altri fattori come, ad esempio, la possibilità di individuare risorse e competenze che possono essere inserite in azien- da per sviluppare il proprio progetto internamente (in questi casi l’azienda può mettere a disposizione al- cuni asset a supporto del team di sviluppo), oppure per essere poi allocate a contribuire a progetti siner- gici o complementari rispetto a quanto proposto. La diffusione di Internet ha permesso un più facile contatto tra una molteplicità di attori, passando di fat- to da un paradigma dove gli innovatori erano i pochi con accesso a risorse e piattaforme a un altro che offre la possibilità di raggiungere una scala e varietà fino a prima impensabili, permettendo a persone di qualsiasi provenienza, estrazione culturale, forma- zione di collaborare su progetti e tecnologie innova- tive, svolgendo di fatto attività di ricerca e sviluppo al di fuori dell’azienda proponente. Questo model- lo, chiamato crowdsourcing, permette di coinvolge- re persone libere sia da vincoli e mindset specifici dell’azienda sia da responsabilità specifiche attribu-
  • 10. In collaborazione con | 10 | ite a priori. Il coinvolgimento delle persone avviene sotto forma di un invito aperto che può declinarsi in due diverse tipologie di contest. Il modello classico che si trova sulle piattaforme di crowdsourcing (una delle più famose è Innocentive, fondata già nel 2001) prevede che un’azienda proponga un briefing attra- verso il quale è ben specificato il compito (task) che si richiede venga svolto dai partecipanti (ricercato- ri, esperti, innovatori, piccole aziende, ecc.), men- tre per aziende alla ricerca di idee e innovazioni su ambiti altamente innovativi, ma dai confini sfumati, attività di call4ideas e call4startup si prestano con maggiore efficacia. In generale, i concorsi funziona- no bene quando non è evidente quale combinazione di competenze o anche quale approccio tecnico por- terà alla migliore soluzione per un problema. *Andrea Cavallaro, Senior Advisor, Osser- vatori Digital Innovation, e *Andrea Gaschi, Associate Partner, P4I – Partners4Innovation, sono consulenti specializzati in Strategy & Open Innovation. All’interno di P4I - Partners4Innovation sup- portano imprese consolidate e Pubbliche Am- ministrazioni nel comprendere le opportunità che derivano dalle attività di Partner & Techno- logy Scouting e di Call4Ideas/Crowdsourcing Contest, a progettare e definire i processi e le risorse necessarie per un efficace presidio ed integrazione di tutte le attività per il successo dell’iniziativa.
  • 11. | 11 | openinnovationset.04# Scouting, call4ideas, call4startup e crowdsourcing sono tutte alternative con lo stesso obiettivo, quello di introdurre idee e progetti innovativi che nascono al di fuori della realtà aziendale, ma per generare valore da tali innovazioni è necessario prevedere (ed adeguare) competenze, risorse e metodologie di la- voro con l’introduzione del nuovo paradigma Open. Diversi sono i fattori critici di successo nell’imple- mentazione di tali pratiche, tra cui sicuramente deve verificarsi un allineamento tra la strategia aziendale e gli obiettivi delle singole attività. Inoltre, è altrettan- to rilevante che queste attività siano in linea con le differenti esigenze delle funzioni aziendali, con l’o- biettivo comune di creare valore per il cliente finale. Il coinvolgimento delle diverse business unit dà acces- so a esperti aziendali su aspetti rilevanti come po- tenziale di mercato, integrazione tecnologica e allo stesso tempo “smorza” il rischio di rigetto da parte dei dipendenti. In sintesi, da un punto di vista più operativo, l’azien- da deve strutturarsi ed allocare risorse adeguate per poter identificare startup, progetti ed idee per poi va- lutarne modello di business, sinergie esistenti e po- tenzialità future. Attraverso un processo strutturato si selezionano le soluzioni considerate più promet- tenti e, grazie anche al coinvolgimento delle diverse funzioni aziendali, si articola un processo di collabo- razione ed integrazione all’interno del proprio model- lo di business e della propria catena del valore per sfruttarne appieno tutte le potenzialità innovative.
  • 12. In collaborazione con | 12 | L’incontro con le startup non può essere casuale, episodico. Una grande azienda deve inserirlo in una volontà generale di innovazione e in un percorso che prevede altre tappe e ben altri approdi che non un premio anche se importante o un evento seppure ben riuscito. è la filosofia di Cardif, la compagnia assicu- rativa del gruppo BNP Paribas che ha ideato Open- F@b, iniziativa finalizzata a premiare e supportare le idee e le startup più innovative in ambito assicurativo. Il progetto, sviluppato in collaborazione con PoliHub e Digital360, giunto al terzo anno, ha già selezionato diverse nuove imprese operanti in settori che coinvol- gono il futuro delle assicurazioni, dall’Internet delle cose ai big data. Il settore assicurativo è in grande fermento. Secondo la società di analisi CB Insights, solo nel primo trime- stre del 2016 si sono registrati investimenti per 650 milioni di dollari da parte dei fondi di venture capital sull’insurtech, l’innovazione in ambito assicurativo. Questa cifra è spalmata su un numero di investimenti (47) che è raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2015. Ben 400 milioni di dollari sono confluiti in un uni- co investimento, ricevuto da Oscar Health. Rispetto al fintech, che in questo primo trimestre ha raggiun- to globalmente i 6,7 miliardi di dollari di investimenti, l’insurtech è ancora un fratello minore (quanto a cifre investite), ma cresce velocemente: dal 2011 a oggi è cresciuto, come numero di deal, di 6 volte. Cardif, Open-F@b è il nostro laboratorio per startup sul futuro delle assicurazioni La compagnia assicurativa del gruppo BNP Paribas da tre anni seleziona idee e imprese innovative da portare nel proprio business. E, con EconomyUp, ha promosso InsuranceUp, il primo portale italiano dedicato all’insurtech, settore che nel primo trimestre 2016 ha raccolto nel mondo investimenti per 650 milioni di dollari
  • 13. | 13 | openinnovationset.04# Nel 2013 Cardif Italia ha lanciato un prodotto assicu- rativo innovativo, Habitat on box, che ha messo per la prima volta un po’ di domotica al servizio della si- curezza domestica. Quindi ha deciso che quell’epi- sodio non doveva restare isolato. È stato così creato un dipartimento di ricerca e sviluppo, che non è una presenza abituale negli organigrammi del settore as- sicurativo. «È stato deciso di continuare sulla linea dell’innovazione», spiega Simone Macelloni, respon- sabile Ricerca & Sviluppo di Cardif Italia. «Lavoria- mo su una serie di progetti e concept da sviluppare in termini di business». Soprattutto nella dimensione digitale, che per la compagnia è diventata una prio- rità. «Abbiamo sviluppato per primi un’attività di co- creazione con potenziali clienti lavorando sui social», racconta Macelloni. «Sono stati individuati gli ambien- ti dove si parlava di certi prodotti, quindi abbiamo fatto due eventi a Roma e Milano per incontrare gli influen- cer, per capire quali prodotti vorrebbero o come fareb- bero loro quelli che ci sono già. Il dialogo continua in una pagina privata di Facebook. È il nostro speciale panel di ascolto». Creato il canale con i clienti potenziali, Cardif è pas- sata all’incontro con le startup. E non solo: le due call finora lanciate sono state aperte anche a professioni- sti, sviluppatori, studenti, aziende che hanno proposte per favorire l’innovazione digitale nel mondo assicura- Isabella Fumagalli, amministratore delegato di BNP Paribas Cardif in Italia
  • 14. In collaborazione con | 14 | tivo. E nel segno della continuità ha promosso, in col- laborazione con EconomyUp, InsuranceUp, la prima piattaforma italiana dedicata all’insurtech. «Open F@b è parte di un percorso più ampio che ci vede impegnati ogni giorno a tradurre concretamente il nostro dna di innovatori e pionieri adeguando la no- stra offerta di prodotti e di servizi per rispondere alle nuove esigenze dei clienti digitali e ai nuovi canali di vendita», conferma Isabella Fumagalli, amministrato- re delegato di BNP Paribas Cardif in Italia. Cardif ha puntato su questo “laboratorio digitale” per- ché «dalle startup - continua Macelloni - arriva uno sguardo diverso. Per esempio, chi fa un dispositivo indossabile piuttosto che chi da anni lavora sui social media permette a una compagnia assicurativa di ca- pire un modello distributivo che questa adesso non è in grado di vedere. La volontà di aprirsi all’innovazio- ne è chiara così come quella di essere contaminati da mondi diversi. Del resto, investire in questo tipo di attività paga». Il lavoro fatto in Italia da Cardif è stato notato nel quartiere generale a Parigi. Tanto che il gruppo sta guardando all’Italia come una sorta di laboratorio dell’innovazione che sviluppa concept e prodotti che potrebbero andare su altri mercati o altri settori.
  • 15. In collaborazione con | 15 | L’open innovation si può fare seguendo varie strade: una è quella percorsa dal Gruppo Cln, che ha acqui- sito di recente il 20% della startup BeonD srl. Fondato a Torino nel 1948 da Mario Magnetto, oggi Cln è tra i principali player mondiali nel mercato della lavorazio- ne, stampaggio e assemblaggio di componenti me- tallici per il settore automotive. Attualmente punta con decisione sulla mobilità del futuro e, con questo obiet- tivo, ha deciso di formalizzare lo scorso 23 dicembre l’acquisizione di una quota del 20% di BeonD, startup e spin-off del Politecnico di Torino, che offre soluzioni progettuali di veicoli elettrici e ibridi costruiti con ma- teriali innovativi. In pratica il team di BeonD sta lavo- rando alla prototipazione di un quadriciclo elettrico Cln, perché un colosso dell’auto diventa socio di una startup L’azienda specializzata nella lavorazione di componenti metallici per l’automotive ha acquisito di recente il 20% di BeonD, startup e spin-off del Politecnico di Torino che sta sviluppando un veicolo elettrico. «È una strategia aziendale rivolta alla mobilità del futuro» spiega il gruppo torinese che fattura 1,5 miliardi di euro Guarda il Video concepito intorno alle batterie: nel veicolo è presente un motore termico, ma ha il solo scopo di ricaricare le batterie quando queste si scaricano e non è possibile trovare un punto di ricarica. Un oggetto con varie pro- spettive di commercializzazione: in futuro potrebbe es- sere adottato da aziende per il car sharing, ma anche per le consegne ultimo miglio o per la mobilità perso- nale urbana, con i veicoli venduti ai privati o alle flotte aziendali. Alle radici di BeonD c’è il Team H2politO, nato anni fa all’interno del Politecnico di Torino e impegnato nello sviluppo di veicoli a basso consumo di carburante. H2politO è composto da studenti di ingegneria del di Luciana Maci
  • 16. | 16 | openinnovationset.04# Politecnico che spaziano tra molteplici discipline in- gegneristiche: autoveicolo, meccanica, informatica, elettronica, aerospaziale, energetica, matematica, telematica, meccatronica, gestionale, cinema e dei mezzi di comunicazione e design industriale. Il risulta- to della passione e del lavoro della squadra sono tre veicoli a basso consumo energetico: Idra, un prototipo alimentato a idrogeno, Xam, un urban concept ibrido parallelo a etanolo, e l’ultima nata, Xam 2.0, il primo veicolo del team E-Rev abilitato per circolare su stra- da. Il gruppo di lavoro ha sede presso il dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Aerospaziale (Dimeas) del Politecnico di Torino e dal 2008 è diretto da Mas- similiana Carello. Il veicolo BeonD è stato sviluppato a fine 2012, con fondi del Politecnico e degli sponsor, proprio all’interno del team H2polito ed è “figlio” di Xam 2.0: in quel team c’erano due laureandi, poi diventati ingegneri, Ales- sandro Ferraris e Andrea Airale, che insieme alla Ca- rello hanno costituito la startup a fine 2013. La Carello ne è presidente, Airale è il Ceo, Ferraris il Cto. Poco dopo nella società è entrato il docente Paolo Massai, che fino ad allora ne era stato consigliere e mento- re. Sempre nel 2013 BeonD è diventato ufficialmente spin-off del Politecnico di Torino. “Ci siamo costituiti in startup e spin-off – spiega Carello - per provare a passare da un prototipo a un prodotto potenzialmente commercializzabile. Per il momento è un progetto in gestazione. Noi però non vogliamo essere costruttori di auto, ma continuare a fare la parte innovativa, di L’acquisizione della startup rientra nel piano di sviluppo strategico di Cln nel settore dei veicoli elettrici
  • 17. In collaborazione con | 17 | progettazione con contenuti innovativi”. BeonD è incu- bata presso I3P, incubatore del Politecnico di Torino. BeonD fornisce dunque una piattaforma innovativa di Ultra Light Electric Vehicle (Ulev) progettata per risol- vere il problema della mobilità urbana. Si tratta di un Extended Range Electric Vehicle (E-Rev), ovvero un veicolo elettrico ottimizzato con l’aggiunta di un moto- re a combustione interna che carica le batterie per ga- rantire autonomia aggiuntiva, libertà di ricarica e nes- sun problema in avviamento alle basse temperature. Oltre a offrire il pacchetto completo di progettazione e industrializzazione di veicoli elettrici ultraleggeri ur- bani, BeonD propone servizi di ingegneria in settori molto specifici ed ad elevata tecnologia in ambito au- tomotive. L’impegno e l’innovazione di BeonD sono stati pre- miati durante la settima edizione del Premio Sviluppo Sostenibile lo scorso novembre, con la consegna del La presidente di BeonD, Massimiliana Carello, riceve il Premio Sviluppo Sostenibile
  • 18. | 18 | openinnovationset.04# primo premio nella categoria mobilità sostenibile. La piccola startup torinese è stata in grado di attrarre l’attenzione del Gruppo Cln, un colosso presente in quattro continenti con oltre 53 tra siti produttivi e sedi commerciali presso cui lavorano oltre 8.000 dipen- denti. Nel 2014 Cln ha trattato 1.260.000 tonnellate di acciaio per un fatturato consolidato di 1,5 miliardi di euro. L’acquisizione di una quota di Beond, si legge in un comunicato aziendale, rientra nel piano di sviluppo strategico che coinvolge il settore dei veicoli elettrici. La strategia aziendale, dettata dal piano di sviluppo, è rivolta alla mobilità del futuro. In questo modo Cln è convinto di poter restare al centro dei cambiamenti e delle tendenze che toccheranno il mondo della mobi- lità del prossimo futuro e allo stesso tempo di defini- re in modo più sicuro le linee strategiche delle attività core del Gruppo. Le idee innovative che verranno da BeonD serviranno a individuare con maggior chiarez- za quali sono le tendenze tecnologiche all’interno del settore di business attuale e ad aprire nuove strade e opportunità. “Per noi è stato importante aver trovato un’azienda che crede nell’open innovation” commenta Massimiliana Carello. “Credo che quando un grande gruppo vuole provare a investire in una realtà piccola come la nostra è perché vede che ci sono competen- ze innovative che probabilmente non possiede al suo interno”. BeonD ha realizzato XAM 2.0, veicolo elettrico a batterie con capacità sufficiente per percorrere fino a 70 km dopo un “pieno” di energia da 6 ore
  • 19. In collaborazione con | 19 | FCA: «Così abbiamo testato il crowdsourcingcon University2Business» La casa automobilistica ha scelto la piattaforma per lanciare un contest per la creazione di un’app. Stefano Boscolo, responsabile ICT Innovation: «Volevamo sperimentare questa modalità di raccolta idee, perfetta per progetti con delivery a breve» Per l’ICT Innovation il rapporto con il mondo univer- sitario è importante: è importante stabilire collega- menti corretti e definire con chiarezza quali possa- no essere i suoi contributi. Noi vediamo prospettive interessanti, per questo, tra le altre cose, abbiamo stretto una collaborazione con University2Busi- ness”. A dirlo è Stefano Boscolo, responsabile di ICT Innovation per FCA, parlando del contest lan- ciato dall’azienda sulla piattaforma di University- 2Business, nata per far incontrare imprese e stu- denti universitari. Lo strumento utilizzato da questa startup milanese sono appunto le periodiche gare attraverso le quali un’azienda assegna un progetto agli studenti della community, per poi erogare un compenso al vincitore o ai primi classificati. In que- sto modo il giovane ha occasione di intraprende- re i primi passi nel mondo del lavoro, guadagnare qualcosa e arricchire il proprio curriculum di nuove esperienze. A sua volta l’azienda ha la possibilità di entrare in contatto con i talenti universitari e rica- varne idee e creatività, fino all’eventualità di future assunzioni. Fiat Chrysler Automobiles ICT ha scelto Uni- versity2Business per lanciare un contest e lo ha fatto per due motivi, come spiega Boscolo: “Siamo interessati a prendere in considerazione nuove modalità di crowdsourcing nelle nostre attività re-
  • 20. | 20 | openinnovationset.04# lative all’innovation e abbiamo voluto sperimentare qualcosa che possa essere riproposto, anche con modalità diverse, in altre occasioni, ad esempio in contesti di business”. Nel caso di FCA, agli studenti di U2B è stato chiesto di elaborare una proposta grafica e funzionale ba- sata su logiche di gamification per la realizzazione di una web-app per la valutazione di competenze ICT ad uso interno. Hanno partecipato 14 studenti, ne sono stati selezionati due che poi hanno proce- duto alla realizzazione dell’applicazione. “Dopo la prima fase di raccolta delle candidature – spiega Boscolo - abbiamo compilato una short list e scelto due candidati, che alla fine hanno de- ciso di fare il lavoro insieme perché già si cono- scevano. Noi li avevamo intervistati separatamente, rilevando che uno aveva più competenze applicati- ve, l’altro creative, perciò erano in qualche mondo complementari. Inizialmente – prosegue Boscolo – tendevano a pensare in grande e realizzare un prodotto molto complesso, come peraltro può capi- tare a giovani alle prese con la prima esperienza la- vorativa. Noi abbiamo chiesto loro di semplificare al massimo. Il nostro è stato una sorta di esperimento pilota – ribadisce - il prodotto realizzato non è stra- tegico, anche se naturalmente ci portiamo a casa il
  • 21. In collaborazione con | 21 | risultato: lo scopo finale era testare la metodologia”. Ha funzionato? In parte certamente sì, se non altro perché ha permesso a FCA di perfezionare la sua tipologia di richieste nei confronti del crowdsourcing sviluppato in un contesto accademico. “Abbiamo capito – afferma Boscolo – che non dobbiamo ri- chiedere lo sviluppo di applicazioni complesse: un impegno che richiede una disponibilità notevole di tempo. E si sa che per gli studenti questa disponi- bilità è limitata, soprattutto in certi periodi dell’anno, a causa di corsi ed esami universitari. Riteniamo invece che il modo migliore per utilizzare questo strumento sia richiedere interventi mirati e da con- cludersi in un arco di tempo relativamente breve, per esempio entro un mese, altrimenti diventa dif- ficile coordinare gli sviluppi del progetto . Penso a traduzioni o data entry, o analoghe iniziative”. Chi è interessato a entrare nel grande marketpla- ce di University2Business può collegarsi al sito www.university2business.it dove le aziende possono lanciare il proprio contest e gli studenti re- gistrarsi e partecipare. Nel caso di FCA agli studenti è stato chiesto di elaborare una proposta grafica e funzionale basata sulla gamification per lo sviluppo di una web-app ad uso interno per la valutazione di competenze ICT. Due gli studenti selezionati che hanno realizzato il progetto
  • 22. EconomyUp,StartUpBusinesseP4Ifannopartedi: EconomyUp, online dalla primavera del 2013, è stata la prima piattaforma di comunicazione nata per raccontare l’impren- ditorialità e l’innovazione nelle nuove imprese (le startup), così come in quelle piccole e medie (il made in Italy) e nelle multinazionali (corporate innovation). Startupbusiness è, dal 2008, il punto di riferimento dell’ecosistema italiano dell’innovazione che si fa impresa, offrendo informazione, contenuti, servizi, connettendo la community italiana delle startup e il mondo degli investitori e dell’industria. P4I - Partners4Innovation offre servizi di Advisory e Coaching a supporto della trasformazione digitale e dell’innovazione aperta e imprenditoriale di imprese e PA. L’approccio di P4I, che si caratterizza per una forte attenzione all’empowerment dei decisori interni all’organizzazione cliente, è reso unico dal ricorso a metodologie, benchmark e dati distintivi che permettono di superare ilimitidellaconsulenzatradizionale,offrendocontenuti,serviziestrumentiaimpreseePA,anchedimedieepiccoledimensioni. openinnovationset.04#
  • 23. openinnovationset.04# ICT&Strategy © TOPSELECTION I migliori articoli per sviluppare l’innovazione nelle imprese