L’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Psicologo rappresenta una tappa importante della carriera di chi ha deciso di svolgere questa professione: è l’ultimo scoglio da superare per poter finalmente essere psicologi e il primo passo verso la propria realizzazione professionale.
In che cosa consiste?
L’EDS si articola nelle seguenti prove:
Prima Prova: stesura di un elaborato scritto inerente diverse aree della psicologia. Si richiede al candidato di saper elaborare aspetti teorici e applicativi avanzati della psicologia; progettazione di interventi complessi su casi individuali, in ambito sociale o di grandi organizzazioni, con riferimento alle problematiche della valutazione e dello sviluppo delle potenzialità personali.
Seconda prova: stesura di una progettazione di interventi complessi con riferimento alle problematiche della valutazione dello sviluppo delle potenzialità dei gruppi, della prevenzione del disagio psicologico, dell'assistenza e del sostegno psicologico, della riabilitazione e della promozione della salute psicologica;
Terza Prova: prova scritta applicativa, concernente la discussione di un caso relativo ad un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse.
Quarta Prova: prova orale sugli argomenti delle prove scritte e su questioni teorico-pratiche relative all'attività svolta durante il tirocinio professionale, nonché su aspetti di legislazione e deontologia professionale.
TERZA PROVA
Per chi ha una laurea specialistica/magistrale l’esame di stato prevede una terza prova scritta applicativa concernente la discussione di un caso relativo a un progetto di intervento su individui ovvero in strutture complesse. Questa prova richiede quindi di rispondere a domande di carattere clinico basandosi sulle informazioni anamnesiche e sintomatologiche proposte dalla traccia. Essa richiede al candidato di individuare i sintomi significativi e le possibilità di trattamento
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Un buon intervento organizzativo
• Al fine di realizzare un adeguato intervento in
una organizzazione è necessario che lo
psicologo conosca:
1. Come si interviene in azienda.
2. La problematica oggetto di richiesta o emersa
da una buona analisi della domanda.
3. Le linee di progettazione e realizzazione
dell’intervento: psicosociale o sociotecnico.
4. Quali sono gli strumenti più adatti per
intervenire.
5. Come si valuta l’intervento.
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Clima organizzativo
• Clima come fenomeno
esclusivamente percettivo e
soggettivo e quindi presente nella
mente degli individui.
• Differenze con la cultura
aziendale.
• Ricognizione dei diversi approcci:
Strutturale
Percettivo
Interattivo
Culturale
• Perché è fondamentale parlare di
clima organizzativo?
Per la relazione esistente tra
clima e benessere, tra clima e
soddisfazione lavorativa.
• Perché analizzare il clima?
Perché ciò permette di fotografare
lo stato di salute
dell’organizzazione per come è
percepita.
• Strumenti strutturati:
Organizational Climate
Questionnaire (OCQ)
Team Climate Inventory (TCI)
Work Enviromental Scale
(WES)
Questionario di soddisfazione
lavorativa.
Rahim Organizational Conflict
Inventory (ROCI)
Majer d’Amato Organizational
Questionnaire (M-DOQ).
• Altri…
Focus-Group
Colloqui individuali
...
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Reparti e operatori
All’interno del reparto di oncologia dell’ospedale Y da qualche anno c’è un
aumento delle problematiche relative soprattutto al gruppo degli infermieri.
Risulta incrementato il tasso di assenze per motivi di salute, un numero elevato
di tali professionisti chiede di essere trasferito in altri reparto, vi sono crescenti
attriti con le tre caposala, in particolare con due di esse, che sono state inserite
rispettivamente da due e un anno e sono altamente preparate e giudicate molto
competenti dalla direzione. Inoltre, è cresciuto il numero delle lamentele da
parte di alcuni pazienti, che riferiscono ai medici comportamenti sbrigativi e
distaccati da parte di alcuni infermieri. Tali reclami non sono ancora giunti a
essere troppo pericolosamente frequenti, ma sono in netto aumento negli ultimi
due anni. Il primario preoccupato per l’andamento e la minaccia al buon nome
del reparto, in accordo con la direzione, ha deciso di affidare a una agenzia
specializzata il compito di analizzare la situazione e di suggerire soluzioni
efficaci. Il candidato illustri:
•Le possibili modalità e gli strumenti che ritiene utili per analizzare la
situazione organizzativa, specificando quali aspetti ritiene di dover
analizzare.
•Una eventuale diagnosi organizzativa della situazione.
•Le principali linee di intervento che metterebbe in atto a fronte della
situazione rilevata.
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Ipotesi di svolgimento
1. Introduzione e analisi della domanda: trasferimento di due nuove caposala, aumento di
assenteismo, richieste di trasferimenti, malpractise nei confronti dei pazienti.
2. Quali aspetti da indagare? Raccolta dei dati presenti (assenze, trasferimenti, lamentele) e
percezione lavorativa e personale dei professionisti del reparto.
Come? (cioè qual è il metodo?): Non ci dicono quanti operatori sono quindi dobbiamo ottenere questa
informazione, successivamente formuliamo una ipotesi coerente?
Interviste faccia a faccia (numerosità ristretta).
Colloqui e somministrazione di test ad hoc.
1. Dalla prima fase possiamo passare a analisi di soddisfazione lavorativa con l’apposito
questionario (QSO) – descrivi brevemente – e il livello di burn out con il Maslach Burnout
Inventory – descrivi brevemente -.
2. Ipotesi di diagnosi organizzativa:
Più legata al cambiamento organizzativo con l’ingresso di nuovo personale in ruoli apicali.
Rischi legati al tipo di professione e al contesto (tipologia di reparto).
1. Intervento:
Formazione pratica
Spazi di supporto
Intervento socio-tecnico
1. Dettagliare momenti di restituzione a tutti i livelli e di valutazione di efficacia,
risomministrando questionari utilizzati in fase inziale.
Tratta da Kaneklin, Gozzoli, Psicologo domani. Manuale di preparazione all’esame di Stato. Vol. 2.
Trento, Erikson.
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Caso neuropsicologia
• Desumere i sintomi dalla traccia, soprattutto la
comparsa dei sintomi.
• Fare ipotesi diagnostiche su sindromi
neuropsicologiche (sindrome disesecutiva,
afasia, aprassia ideomotoria) o quadri clinici
(MCI, Decadimento cognitivo, Amnesia Globale
Transitoria, …): cosa vi porta a dire che sia una
cosa piuttosto che l’altra?
• Come lo valutereste? Specificate i test e
spiegateli, perché li fate a cosa vi servono,
come sono costruiti e cosa vi restituiscono?
Il test non dá una risposta, ma é utile per
verificare una ipotesi!
Attenzione: se i sintomi appaiono chiari (esempio
TCE), non escludete a priori altre funzioni. Se
anche conosciamo la sede della lesione, non
soffermiamoci solo su quella, non possiamo
sapere gli effetti sul cervello.
Ricordatevi dei test comportamentali: ansia,
depressione, FBI a caregiver, ...
Formulate ipotesi non solo organiche, ma anche
funzionali (i.e.: smemoratezza benigna,
pseudodemenza, amnesia, ...)
Che intervento fareste? Riabilitazione cognitiva
o training specifici? Come, con che metodo?
Non dimenticatevi che siete psicologi? Il sostegno
é necessario, ha senso?
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Dalla traccia alla stesura del caso
1. Leggere attentamente una prima volta il caso.
2. Rileggerlo con più attenzione.
3. Sottolineate i sintomi presenti nel caso.
4. Raggruppare i sintomi e capire quali ipotesi diagnostiche
potete fare.
5. Il disturbo giustificato da più sintomi (mai meno di due) sarà
l’ipotesi diagnostica più accreditata.
1. N.B.: IPOTESI diagnostica, mai dare per certa una diagnosi.
Se fossero verificati tutti i sintomi… allora...
6. Evidenziare tutte le informazioni utili (ci parla di altri
comportamenti?)
7. Quali strumenti testistici?
8. Di quali approfondimenti necessitiamo?
9. Trattamenti
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Avvio
• Spiegare il motivo della richiesta di consulto.
Sì: Riepiloghiamo gli elementi salienti della traccia dai quali
parte il nostro ragionamento clinico.
No: Non facciamo un riassunto.
• Esplicitare il modello diagnostico utilizzato:
DSM 5
ICD 10
PDM
• Evidenziare che non disponendo di tutti gli elementi atti ad
una precisa etichettatura nosografica, il quadro del paziente
verrà approfondito mediante colloqui e strumenti testistici.
Alcuni suggeriscono di definire anche il modello teorico di
inquadramento dei sintomi (psicodinamico, cognitivo-
comportamentale, …), se ci serve per spiegare il caso
facciamolo, ma siamo coerenti nella scelta dello strumento.
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Da dove partiamo?
Si presenta alla consultazione psicologica un uomo di 37 anni
lamentando profonda infelicità e una continua spossatezza che lo
costringe a dormire per gran parte della giornata interferendo
sensibilmente con il suo rendimento professionale. Afferma anche di
trovare particolarmente difficile concentrarsi su una qualsiasi
occupazione.
Lavora on line da casa come programmatore web con discreto
successo. Quattro mesi fa, poco prima dell’esordio dei sintomi, gli è
stato offerto di esercitare tale attività presso una nota azienda,
opportunità che ha rifiutato a malincuore poiché spaventato dalla
prospettiva di dover lavorare in gruppo.
Afferma di essersi sempre sentito estremamente impacciato e
inadeguato nelle relazioni interpersonali. Anche attualmente non ha
amici stretti.
Descrive la madre (maestra d’asilo) come una donna profondamente
giudicante e affettivamente distante, e il padre (carpentiere) come un
uomo fondamentalmente assente. Vive da solo dall’età di 19 anni.
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Approfondimenti - Adulti
• È utile fare una buona analisi della domanda.
Il paziente ha una motivazione intrinseca?
Se ci è stato inviato (motivazione estrinseca):
• Da chi?
• Perché?
• Ha motivazione intrinseca al percorso?
Prendiamo sempre in considerazione sia le cause organiche sia
quelle funzionali.
• Lo dobbiamo inviare a fare una valutazione neurologica?
Il disagio portato è situazionale o compromette il funzionamento
globale della persona?
I sintomi si sono esacerbati dopo un evento specifico? Da
quanto durano?
Il paziente si è già rivolto ad altri professionisti? Quali con che
risultati? Ci dà informazioni anche sulla sua compliance.
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Approfondimenti - Sviluppo
• È utile fare una buona analisi della domanda.
• Nel caso di bambini, la domanda è spesso fatta da genitori
e/o insegnanti. È fondamentale approfondire il loro grado di
cooperazione, le loro motivazioni e quali aspettative hanno.
• Ci sono stati precedenti contatti terapeutici con
altri psicologi o altri professionisti?
• Se non indicato, è necessario segnalare
l’interesse ad approfondire durante la fase di
anamnesi:
Tappe di sviluppo del bambino.
Rete sociale e inserimenti scolastici.
Che tipo di famiglia è quella del bambino? Da chi è
composta?
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Il caso di M.
Una coppia di genitori si rivolge allo psicologo preoccupata per il figlio M. che
ha 4 anni. La coppia riferisce che M. è molto attratto dagli elettrodomestici in
genere e dalle lampade in particolare, da cui è letteralmente assorbito. M.
accende e spegne più volte le luci osservando attentamente le lampade e, in
estate, è attratto, in modo esclusivo e per tempi anormalmente prolungati, dai
ventilatori. M. ha un fratellino minore per il quale non mostra alcun interesse:
non gioca mai insieme a lui, tentando, invece, di coinvolgerlo nei suoi interessi
per gli elettrodomestici.
A scuola le maestre riferiscono che M. è un bambino le cui capacità di sviluppo
cognitivo, di autoaccudimento e di linguaggio sono in linea con la sua età. Le
maestre hanno, tuttavia, rilevato alcune caratteristiche di M. che le hanno
preoccupate: nel gruppo dei pari M. non riesce a inserirsi. Egli sta appartato
quando sono organizzati giochi simbolici, e non è attratto da giochi motori
quando i compagni o le maestre tentano di coinvolgerlo in essi.
Quando M. è convinto a partecipare, si mostra impacciato e goffo Nelle
relazioni con i compagni le maestre hanno osservato espressioni del viso, dello
sguardo e in generale comportamenti non verbali che non erano usati per
creare comunicazione di interazione con i compagni.
Il candidato formuli:
•l'ipotesi diagnostica;
•la diagnosi differenziale;
•gli strumenti che egli userebbe per confermare l’ipotesi
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Linee di svolgimento
1. Spiegare bene come si svolgerà l’analisi della domanda sia sulla coppia di
genitori (aspettative, preoccupazioni, …) sia sul bambino.
2. I dati a disposizioni ci posso indicare un Disturbo dello Spettro Autistico
(DSM5, nel DSM IV TR avremmo indicato Sindrome di Asperger).
Riportiamo i critesi diagnostici e facciamo una diagnosi differenziale sulla gravità.
Cosa giustifica l’ipotesi diagnostica e non altro?
Diagnosi differenziale: altro livello dello spettro autistico? Sindrome di Rett?
Schizofrenia?
Quali altri dati raccoglieresti e come?
Analisi del linguaggio
Stereotipie comportamentali
Comportamenti emotivi disfunzionali
...
Modalità: colloquio, osservazione, gioco
WISC per individuare il QI, per esempio.
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e la psicoterapia?
• Coerente con il modello interpretativo scelto,
possiamo scrivere che potrebbe rivelarsi utile un invio
ad uno psicoterapeuta.
N.B.: Non ci stiamo abilitando alla psicoterapia, ma alla
professione di psicologo, quindi l’intervento proposto
in primis deve rientrare nelle competenze dello
psicologo!
• Se siamo a conoscenza di dati sull’efficacia di un
determinato trattamento possiamo essere più precisi.
• Nel caso di bambini: per semplicità di studio spesso i
trattamenti sono di origine cognitivo-comportamentale
mentre nel caso degli adolescenti di tipo sistemico o
psicodinamico.