R. Villano - Il senso della storia e il dovere della memoria
Io sono il dottore
1. IO SONO IL DOTTORE
Approssimazioni ad Hector Schmitz
TFA A051 UniTo - ISICAM Aosta
Classe IIIA bil.
prof. Nicolò Fracasso
2. E. Montale, Omaggio a Italo
Svevo, 1925
Questo scrittore […] esiste davvero in carne e ossa,
ed è anzi una delle figure d’artista più concrete e significative
del nostro tempo. Significativo, lo Svevo, in quanto
riflette al pari di pochissimi altri gli impulsi e gli
sbandamenti dell’anima contemporanea.
S’era visto raramente, da noi, uno scrittore
altrettanto sprovvisto d’istinti predicatori e didascalici.
Il mondo della creazione estetica è evidentemente
un mondo a sé, per Italo Svevo; e le leggi che lo
governano, leggi che muoiono portate fuori della
propria sfera. In altre parole, l’attualità di Svevo è quella
d’ogni d’artista schietto, e codesta sua contemporaneità
deve intendersi quale sua intima forza, e non già suo
programma
3. Una Vita, 1892
Un Inetto:
Alfonso Nitti
Annetta
Maller
Macario
Fuga Ritorno Suicidio
acchina narrativa in cui si vuole rappresentare la cif
una intera esistenza (Lavagetto)
4. Una Vita, quali modelli?
Romanzo di formazione: scalata sociale
(Le rouge et le noir)
Ma scalata solo sognata e fallita
Romanzo naturalista: banca e famiglia Lanucci
(Zola)
Ma è solo una cornice
rdiente tanto maturo e padrone dei suo
lasciare disorientati in assenza di coord
diatamente riconoscibili (Lavagetto)
Terza persona: ma rigida oggettivazione
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5. Senilità, 1898
Non una sola parola di lode o di biasimo
Emilio Brentani
Stefano
Balli
Amalia
(sua sorella)
Angiolina
…
6. Perde importanza la descrizione sociale, ma
cenni all’utopia socialista zoom:
“inquadratura ristretta”
Dimensione psicologica predomina sui fatti
esteriori: l’inetto e il superuomo
Narrazione in terza persona. Coscienza
maggiormente inattendibile: BUGIE
Atteggiamento critico del narratore nei
confronti del protagonista
7. La coscienza di Zeno, 1923
Un attimo di forte e
travolgente ispirazione
…dopo l’insuccesso di Senilità gettai la penna alle ortiche
La sceneggiatura è così abile da suggerire
la cautela… (Lavagetto)
Prefazione del dottor S.
Preambolo di Zeno
1 Fumo
2 Morte del padre
3 Matrimonio
4 Moglie e amante
5 Associazione commerciale
6 Psicoanalisi
8. La coscienza di Zeno, 1923
L’autobiografia di un altro
Padre
vizio del fumo
Giovanni Malfenti
antagonista 1
Ada
Alberta
Augusta
ZENO
Carla
da proteggere
in modo paerno
Guido Speier
antagonista 2
Episodio del funeralesociazione commerciale
sere un buon padre di famiglia
9. La coscienza di Zeno
autobiografia di un altro
Hector Schmitz
Italo Svevo
Dott. S.
Zeno Cosini
Diario
(tante verità e bugie…)
Alfonso Nitti
Emilio Brentani
obabilità di verità non è diversa dalla p
si incontra nella teoria dei quanti
10. Il dottore presta una fede troppo grande anche a quelle mie
benedette confessioni… Una confessione in iscritto è sempre
menzognera. Con ogni nostra parola toscana noi mentiamo!
se egli sapesse come raccontiamo con predilezione tutte le cose
per le quali abbiamo pronta la frase e come evitiamo quelle
che ci obbligherebbero di ricorrere al vocabolario…
Menzogna come
fatto linguistico
La voce di Zeno
e il suo borbottio
11. Svevo, Zeno e la psicanalisi
A - Sogni e atti mancati?
Trappole narrative: materiali ambigui di matrice
freudiana ma inseriti in una diversa psicoterapia
B - Organizzazione della materia
La procedura per analogie è di chiara matrice
freudiana
C - Principio di non casualità psichica
Codice ermeneutico implicito, che attiva e spiega
moltissimi avvenimenti
Psicanalisi parte del Discorso dell’autore
(Bachtin)
12. sembra infatti necessario riaffermare che la coppia Svevo-Pirandello
costituisce il baricentro della nostra narrativa, o se si
preferisce, la linea portante, l’unica ad aver raggiunto un buon
grado di equilibrio tra tradizione e innovazione, tra autonomia di
valori interni (tecnici, linguistici) ed eteronomia di partecipazione ai
più grossi problemi della cultura contemporanea [...] mentre
altrettanto non si può dire di altre indicazioni, pur fascinose e
accattivanti, che appunto negli ultimi tempi sono state avanzate e
candidate a costituire la linea di sviluppo più promettente per la
nostra narrativa: a cominciare dal caso Gadda, il cui tormento
linguistico è sembrato a molti più attuale che non la trasparenza, la
neutralità funzionale che tanto Svevo quanto Pirandello assegnano
alla lingua. Ma in realtà si tratta di un tormento «datato»,
di chi ancora persegue finalità mimetiche nei confronti
della verità ambientale, sensuosa, epidermica, pur
sentendosene a tratti superiore, e quindi deformando l’approccio
mimetico con varie chiavi tra il grottesco e l’espressionistico: una
linea in sostanza non nuova, ma di sviluppo ulteriore, di sfacelo
ultimo di quella ottocentesca tra regionalismo e scapigliatura.
R. Barilli, La linea Svevo-Pirandello