La conduzione del nervo surale dorsale in pazienti con carenza di vitamina B1...
Osteoporosi cause conseguenze e trattamenti
1. OSTEOPOROSI FRATTURA FRAGILITA’ SCHELETRICA DEFICIT QUANTITATIVO DI MASSA OSSEA ALTERAZIONE DELLA ARCHITETTURA OSSEA L’osteoporosi è un disordine scheletrico caratterizzato da compromessa resistenza ossea che predispone l’individuo ad un aumentato rischio di frattura. La resistenza ossea riflette principalmente l’integrazione di densità ossea e qualità ossea.
7. 0 10 20 30 40 50 60 MASSA OSSEA (g/cm2) ETA’(anni) 1000- 500 - 0 - Picco di massa ossea DETERMINANTI DEL PICCO DI MASSA OSSEA GENETICA NUTRIZIONE CALCIO VIT D PROTEINE ATTIVITA’ FISICA ASSETTO ORMONALE ETA’ PUBERTA’ ORMONE CRESCITA AMENORREA
9. Ruolo del calcio Adeguato apporto di calcio: Essenziale per il raggiungimento di un adeguato picco di massa ossea Supplementazione calcica Riduce la perdita ossea, aumenta BMD e riduce l’incidenza di fratture nell’anziano Fabbisogno calcico giornaliero medio : 0 -6 mesi 400 mg/die 6 - 12 mesi 600 mg/die 1 - 10 anni 800-1200 mg/die 11 -24 anni 1200- 1500 mg/die uomini 25 - 65 anni 1000 mg/die donne 25 - 50 anni 1000 mg/die donne gravide 1500 mg/die postmenopausa 1200 - 1500 mg/die uomini > 65 anni 1500 mg/die
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13. SCHELETRICI FATTORI DI RISCHIO FRATTURATIVO EXTRASCHELETRICI Massa ossea Geometria schel. Micro-architettura Turnover Struttura collagene Genetica Precedenti fx Peso/cambio di peso Attivita’ fisica Cadute defict funzione: -neuromusc. -cognitiva -visiva Farmaci Dinamica caduta
14. Rischio di frattura 50 60 70 80 90 anni Bone quality Falls EFFETTO CUMULATIVO DI FATTORI DI RISCHIO INDIPENDENTI SCHELETRICI ED EXTRASCHELETRICI PER FRATTURA OSTEOPOROTICA Perdita di massa ossea Turnover Frattura Qualità collagene Assetto genetico Cadute
30. Principali farmaci utilizzati nel trattamento dell’osteoporosi - supplementazione calcica - derivati della vitamina D - calcitonina - terapia ormonale sostitutiva - SERMs - bisfosfonati - nuove terapie (PTH intermittente)
Notas do Editor
I dati provenienti dalla conferenza northern Sydney Hip Fracture mostrano che delle donne che risiedevano nella propria abitazione prima della frattura di femore il 22% necessita di un ricovero in una struttura assistenziale nei 12 mesi successivi alla frattura e solo il 24% erano in grado di camminare come prima della frattura. Altri studi dimostrano che il 20% dei pazienti decede entro i 12 mesi successivi alla frattura e i dati derivanti dalla tecnica dello studio sull‘impiego del tempo residuo che ottengono una stima sulla preferenza per lo stato di salute individuano il punto al quale i soggetti non mostrano alcuna preferenza tra una più lunga sopravvivenza ma una minore qualità di vita e una sopravvivenza ridotta ma in piena salute. Disegno: studio randomizzato sui protettori d‘anca esterni per donne anziane a rischio di frattura di femore. La popolazione di questa analisi è costituita da 194 donne di età a 75 anni e/o donne arruolabili per lo studio sui protettori d‘anca ma che hanno rifiutato di partecipare allo studio. Tutte le donne risiedevano presso la propria abitazione. I criteri di inclusione erano: età 74 anni o superiore, due o più cadute oppure una caduta che comportava il ricovero ospedaliero nell‘ultimo anno, almeno una delle due anche senza pregressi interventi chirurgici.
In linea teorica La scelta del sito dove misurare la densità minerale ossea dovrebbe dipendere dall’età del soggetto. E’ noto che la diminuzione della densità ossea della colonna vertebrale (osso trabecolare) precede di circa 10 anni quella di altri distretti scheletrici, quali ad esempio il femore. Il riconoscimento di una osteoporosi vertebrale consente di identificare una categoria di soggetti a maggior rischio di frattura di femore, e quindi di mettere in atto tempestivamente gli adeguati interventi preventivi. Inoltre, va ricordato come nei soggetti ultrasessantenni aumenti la possibilità della presenza di osteofitosi vertebrale, con il conseguente errore di sovrastima della densità minerale ossea. In considerazione di ciò, può essere indicata, come sede preferenziale la colonna vertebrale fino ai 60-65 anni, mentre successivamente viene suggerito di valutare il collo del femore o, ove indicato, entrambe le sedi. Riguardo alla scansione eseguita all’avambraccio, essa conserva la propria validità, in quanto è stato dimostrato come il rischio di frattura sia correlato alla massa ossea misurata anche in questa sede. E’ necessario che l’esame venga eseguito correttamente, in questo caso, in virtù della buona precisione, è possibile utilizzare la densitometria radiale anche nel monitoraggio del paziente. Per quanto riguarda l’esecuzione della scansione del corpo intero (total body), essa è indicata solo nel caso che non siano eseguibili o valutabili le scansioni vertebrale e femorale, oppure quando si voglia valutare la massa ossea in soggetti in accrescimento