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Bitcoin e criptovalute
di Mattia Cunti
Fino a qualche anno fa la parola più diffusa era spread, ed in pochi mesi chiunque si
riteneva esperto e parlava della differenza dei tassi di interesse tra Italia e Germania.
Nei bar, supermercati e negozi, si sentiva pronunciare tale termine da commessi, cassieri
e via dicendo. Ora la parola più diffusa è Bitcoin, forse pronunciata più del famoso spread.
Ogni giorno social network, notiziari televisivi e giornali parlano di Bitcoin e moltissime
persone sono interessate a comprare tale criptovaluta e sono disposte ad investire denaro
su diverse piattaforme.
Tuttavia, prima di prendere decisioni di investimento su qualsiasi strumento finanziario,
occorre conoscere bene il sottostante, ovvero l’attività finanziaria legata allo strumento
derivato, e non farsi influenzare dall’euforia del momento.
Analisi fondamentale del Bitcoin e delle criptovalute
I Bitcoin sono una moneta virtuale senza supporto fisico, quindi senza banconote, non
legalmente riconosciuta in nessuno stato al Mondo. I Bitcoin e le criptovalute hanno
iniziato a generare un interesse e a diventare popolari nel 2008, e attualmente esistono
più di mille criptovalute diverse.
Nell’ultimo periodo l’interesse per le criptovalute è cresciuto in modo esponenziale e il loro
valore aggregato ha raggiunto 150 miliardi di dollari americani durante l’autunno del 2017.
Alla fine degli anni ottanta, quasi trent’anni fa, il gruppo anarchico Cypherpunks iniziò a
fondare le basi delle criptovalute. Dal Manifesto Cypherpunk di Eric Huges si evince
l’importanza della protezione della privacy, dell’anonimità delle transazioni e della
separazione dalle valute governate dallo Stato (il sito Wikileaks di Julian Assange è un
esempio di attivismo cypherpunk). Sin da quel momento, le criptovalute erano sotto
sviluppo e si iniziarono a creare codici digitali in continua evoluzione, con lo scopo di
replicare le normali valute governate dalle banche centrali, che utilizziamo tutt’ora. Le
monete tradizionali governate dalle banche centrali sono tracciate dalle Clearing House e
dagli istituti finanziari, mentre le criptovalute, come il Bitcoin, non sono governate da
nessuna banca centrale.
Le transazioni delle criptovalute sono registrate in modo trasparente sulla Blockchain, una
sorta di libro mastro pubblico aperto al controllo di tutti ma protetto in modo da non poter
essere modificato.
Il predecessore del Bitcoin è il Bit Gold, creato nel 2004 da Nick Szabo fondendo le idee e
i protocolli creati da altri cypherpunk. Il primo Bitcoin fu rilasciato a gennaio del 2009, a
seguito del paper pubblicato nell’ottobre del 2008 dall’autore Satoshi Nakatomo.
Tuttavia è altamente improbabile che una qualsiasi criptovaluta diventi una valuta
convenzionale, in quanto sorgono due problemi principali che creano delle barriere:
• la necessità degli individui e delle aziende di pagare le tasse secondo la valuta
corrente del governo;
• la numerosità dell’offerta di criptovalute è potenzialmente illimitata.
Per cui l’improvviso aumento delle valutazioni delle criptovalute che si è verificato nel
corso dei mesi passati ha tutte le caratteristiche per essere considerato una bolla
speculativa.
Anche se le criptovalute e la sottostante tecnologia blockchain hanno dei vantaggi che
hanno permesso la loro crescita, è improbabile che vengano considerate delle valute
convenzionali.
Il più importante ruolo di una valuta è di fungere da mezzo di scambio, dove la maggior
parte degli intermediari riconosce il suo valore. A tal proposito, le valute comuni e
governate dalle banche centrali hanno degli enormi vantaggi.
I governi impongono delle tasse ed esse impattano in modo smisurato l’economia di ogni
nazione. Di conseguenza le tasse potranno essere pagate nel corso dell’anno tramite una
valuta riconosciuta dalla nazione; tipicamente i governi preferiscono che le tasse siano
pagate tramite la stessa valuta, per la quale il governo emette delle passività. In genere i
governi emettono le proprie passività nella propria valuta, essendo facilmente controllabile
dalle manovre di politica monetaria.
In virtù di tale considerazione, è altamente improbabile che una singola criptovaluta, come
il Bitcoin, venga utilizzata per la maggior parte delle transazioni economico-fiscali di uno
Stato.
La seconda funzione di una valuta è di agire come riserva di valore. È di primaria
importanza che le persone credano che quello che è possibile comprare oggi con una
determinata valuta, sia possibile acquistarlo anche il giorno seguente e in futuro.
È compito delle banche centrali fare in modo che una valuta sia considerata una vera e
propria riserva di valore. Basti pensare che nei periodi di crisi si è soliti acquistare dollari
americani e franchi svizzeri, in quanto la maggior parte della popolazione mondiale crede
che tali valute siano dei beni rifugio da detenere in tempi di crisi, ed a difesa del personale
potere d’acquisto. Per cui è compito delle banche centrali regolare l’offerta di moneta e
fare in modo che essa abbia la stessa quantità della domanda.
Qui sorge il problema dell’offerta di una singola criptovaluta, in quanto l’offerta di Bitcoin è
fissa e difficilmente può essere modificata in un periodo molto breve, come avviene per
esempio per il dollaro americano; mentre, l’offerta di criptovalute nel complesso può
crescere all’infinito, dato che ci sono pochissime barriere di ingresso e chiunque può
crearne una nuova. Come detto in precedenza, esistono più di mille criptovalute, e oltre al
Bitcoin stanno acquisendo forti interessi le seguenti nuove tecnologie:
• il Litecoin creato nell’ottobre del 2011 da Charles Lee, ex ingegnere di Google, è una
criptovaluta peer-to-peer ed un progetto di software open source;
• il Ripple è stato rilasciato nel 2012 ed è un sistema di regolamento, scambio di valute e
rete di pagamento;
• Vitalik Buterin, ricercatore e programmatore di criptovalute, propose a fine 2013
l’Ethereum, che venne lanciato nel 2015. L’Ethereum è una piattaforma software
aperta, basata sulla tecnologia blockchain che consente agli sviluppatori di
implementare e consegnare applicazioni decentralizzate che fanno funzionare contratti
smart;
• nel gennaio 2014 fu rilasciato XCoin, che successivamente cambio il nome in
Darkcoin, e alla fine nel 2015 venne rinominato Dash. Il Dash è una criptovaluta peer-
to-peer open source, che ha le medesime qualità del Bitcoin, ma con alcune
caratteristiche migliori, come l’istantaneità e la privatizzazione delle transazioni, la
decentralizzazione della gestione;
• sempre nel 2014 è stato rilasciato il Monero, una criptovaluta open source utilizzabile
da chiunque, la sua caratteristica principale è la volontà di focalizzarsi sulla privacy;
• nel marzo del 2015 venne rilasciato il NEM, una criptovaluta e piattaforma blockchain
peer-to-peer sviluppata da Makoto Takemiya. Il programmatore è attualmente coinvolto
in diversi progetti di blockchain.
Le diverse criptovalute hanno caratteristiche simili e qualche peculiarità, ciò che le rende
comuni è la possibilità di un’offerta limitata e il cosiddetto mining, ovvero il modo utilizzato
dal sistema Bitcoin e dalle criptovalute per “emettere” moneta. Il termine mining viene
tradotto con estrazione, ma più che di estrazione i cosiddetti miner mettono a disposizione
la potenza di calcolo dei loro computer, per eseguire una serie di algoritmi che verifichino
la validità delle transazioni in denaro virtuale. Se una nuova criptovaluta viene rilasciata ed
il suo mining è più facile, allora le transazioni avvengono più velocemente e la domanda di
tale criptovaluta naturalmente può solo che aumentare. La conseguenza evidente è la
diminuzione della domanda delle altre criptovalute, tuttavia, considerando che l’offerta è
fissa, il declino della quantità domandata ha come risultato il collasso del valore di tale
criptovaluta.
Tenendo in considerazioni tali caratteristiche, una nuova persona interessata nei Bitcoin,
che decide di investire un importo economico in una qualsiasi criptovaluta, deve
analizzare e stimare i costi del mining, confrontandolo con le altre criptovalute, e non
investire solo perché lo ha fatto anche l’amico o perché tutti ne parlano.
Alcune caratteristiche delle bolle speculative
Tipicamente una bolla finanziaria si crea quando il prezzo di un asset non è spiegato dai
fondamentali, quindi occorrono altre caratteristiche al di fuori del singolo prezzo.
Una qualsiasi bolla si genera solo se vi è qualcosa di nuovo nell’economia, in quanto i
cambiamenti creano incertezza nel futuro. In passato si sono verificate diverse bolle
finanziarie, e tipicamente la frase che viene detta e pensata da speculatori e semplici
persone non appena vi sono i presupposti di una bolla speculativa è “questa volta è
diverso”. Una cosa che sta accadendo esattamente ai Bitcoin, in quanto la crescita
esponenziale del valore di tale criptovaluta viene paragonato alle passate bolle dei
tulipani, di internet e via dicendo; infatti, un gran numero di articoli è stato pubblicato su
internet e in diversi giornali, dove tale argomento viene chiaramente sottolineato e si
evidenza il fatto che questa volta sarà diverso, poiché la tecnologia del blockchain è
innovativa.
Una seconda caratteristica delle bolle è il ritardo dei rendimenti nell’economia reale,
piuttosto che nei mercati finanziari. Se un qualsiasi asset promette un ritorno
nell’economia reale in un tempo piuttosto breve, qualsiasi fallimento nella consegna
pregiudicherà il valore e il prezzo di tale asset. Ciò avvenne chiaramente nella bolla
dot.com, quando molte persone erano sicure delle potenzialità di internet e dei cellulari,
ma non tennero in considerazione i classici parametri di valutazione delle aziende.
Tuttavia, ci vollero anni affinché internet potesse trasformare in modo radicale le nostre
vite; ora le persone quotidianamente usano email, fanno acquisti sui vari siti di ecommerce
ed utilizzano diverse app all’interno dei propri smartphone.
Nella fase finale di una bolla vi sono diverse tipologie di compratori. Ci sono persone che
credono profondamente nel potenziale profitto dell’economia reale, in un futuro non
prefissato e in un punto distante nel tempo, per cui sono degli investitori che cercano di
trarre vantaggio dalla nuova tecnologia in un’ottica di lungo periodo. A tal proposito, sono
indifferenti rispetto al loro prezzo di acquisto, in quanto sono sicuri che con gli anni il
valore del loro bene salirà e li porterà ad ottenere un lauto guadagno.
Tuttavia, ci sono anche quegli investitori che comprano in un determinato momento solo
per anticipare il futuro trend rialzista dei prezzi. Queste persone sono considerate degli
speculatori, in quanto non stanno puntando al futuro valore dell’asset, ma sperano solo di
vendere ad un prezzo maggiore e di uscire dalla bolla prima che essa scoppi.
Tali caratteristiche si possono applicare ai prezzi delle criptovalute per i seguenti motivi:
• esse sono relativamente recenti, dato che il Bitcoin è stato rilasciato nel 2008 e tutt’ora
si stanno creando nuove criptovalute; inoltre, esse sono carenti di fondamenti
economici;
• i benefici che si potranno avere nel mondo reale si verificheranno solo tra diversi anni.
La tecnologia blockchain impatterà diversi settori dell’economia e porterà enormi
vantaggi, tuttavia non è immediato il suo utilizzo ma occorrono diversi anni affinché
possa essere usufruibile e condivisibile. I settori che saranno impattati maggiormente
dal blockchain sono il settore finanziario, l’industria manifatturiera, i servizi pubblici e il
settore healthcare;
• il volume delle criptovalute in quest’ultimo periodo è estremamente alto rispetto al loro
utilizzo nel mondo reale, tale caratteristica suggerisce che molti acquirenti stanno
comprando Bitcoin solo per trarne un profitto a fini speculativi e non per un vero scopo
nell’economia reale.
Tuttavia, anche se occorre essere scettici rispetto al valore delle criptovalute ed è difficile
pensare che, per esempio il Bitcoin, possa diventare una valuta riconosciuta da molti
governi, la tecnologia sottostante, ovvero il blockchain, avrà un impatto significativo negli
anni futuri.
In virtù di tale ragionamento, un nuovo investitore dovrebbe pensare ad investire in
aziende che sfruttano e stanno implementando la tecnologia del blockchain, piuttosto che
comprare Bitcoin, dato che tale invenzione migliora l’efficienza, la sicurezza, la resilienza e
abbassa i costi fissi di molte industrie tradizionali. Per cui in ottica di diversificazione,
conviene analizzare e acquistare aziende che sfruttano tale nuova tecnologia, oppure
investire in un paniere, al fine di comprendere più aziende.
L’elevata operatività ed interesse nelle criptovalute genera alte
commissioni
Ormai tutti sono a conoscenza del lancio del futures sul Bitcoin, ma occorre porsi la
domanda del motivo per cui il CME si sia interessato e reso attivo per regolamentare il
primo futures con sottostante una criptovaluta.
Agli albori le persone che erano interessate a comprare i Bitcoin, potevano acquistarli
tramite servizi appositi, come per esempio il sito Bitstamp.
In seguito, diversi investitori iniziarono ad interessarsi in merito alla possibilità di
acquistare Bitcoin, sfruttando il movimento dei prezzi, senza però comprare veramente la
criptovaluta. In questo caso diversi broker iniziarono a fornire il servizio che permise agli
speculatori di investire in diverse criptovalute utilizzando i CFD, acronimo di Contract for
Difference. Il CFD è uno strumento derivato che permette di scambiare prodotti finanziari
senza possedere realmente l’asset sottostante. Per esempio, una persona che compra un
CFD sul Bitcoin non possiede realmente il Bitcoin, ma un contratto con il broker il quale
replica esattamente la quotazione del prodotto di riferimento.
Non occorre fare una lista dei broker che permette questo servizio, in quanto tali
intermediari si pubblicizzano in modo facile in ogni pop-up mentre si naviga in internet,
compaiono nelle pubblicità di Facebook e ormai sono sempre in mostra. Fino a qualche
anno fa tali broker erano soliti sponsorizzare il trading nel mercato del forex con pubblicità,
dove inesistenti investitori parlavano di lauti profitti, raggiungibili in tempi brevissimi
sfruttando la leva finanziaria.
Questi intermediari sono soliti fornire bonus di benvenuto che incentivano i piccoli
risparmiatori a versare un deposito di qualsiasi genere, anche solo 10€. Tuttavia, la
maggior parte delle persone solitamente non analizza il broker corretto, ma si limita a
depositare un importo solo in base al miglior bonus di benvenuto. Se qualcuno decide di
investire utilizzando uno specifico broker, deve analizzare come minimo i seguenti punti:
• valutare il proprio livello di esperienza;
• verificare che il broker sia regolamentato, ovvero avere la garanzia che l’intermediario
opera secondo gli standard qualitativi e di sicurezza previsti dalla legge, che è
autorizzato a svolgere questa professione e che è in grado garantire ai propri clienti il
rispetto di tutti quei parametri che le autorità impongono;
• l’esistenza di un servizio di assistenza nella propria lingua madre, per cui per chi non
conosce l’inglese, assicurarsi che il broker fornisca assistenza in lingua italiana;
• puntualità e tempestività nei depositi e nei prelievi, infatti, molti intermediari non hanno
problemi in fase di sottoscrizione, ma dal momento che si genera un profitto, sono restii
e molto lenti in fase di prelievo, quando il cliente decide di trasferire il guadagno a
favore del proprio conto correte;
• analizzare i costi e le commissioni.
Molti broker, che non hanno le caratteristiche appena descritte, hanno iniziato a prestare
un servizio di acquisto e vendita di diversi strumenti finanziari che come sottostante ha
una criptovaluta. A tal proposito il CME si è interessato per regolarizzare il primo futures
sul Bitcoin nella piazza borsistica di Chicago. In tutto il mondo le persone generano
commissioni di importo notevole operando con le criptovalute e tali commissioni sono
pagate e diversi broker; per cui è quasi scontato che una grossa azienda si interessi e
cerchi di prendere una fetta più grande della torta rispetto agli altri partecipanti.
Non tutti sanno che il CME Group Inc., acronimo di Chicago Mercantile Exchange &
Chicago Board of Trade, è un azienda operante nel mercato finanziario statunitense che
permette lo scambio di futures. Nel 2013 la rivista The Economist ha descritto tale azienda
come la più grande piattaforma di scambi finanziari.
Al cuore del CME Group ci sono quattro grandi borse per la negoziazione di contratti a
termine (CME, CBOT, NYMEX e COMEX) e l’azienda offre una combinazione unica dei
maggiori benchmark mondiali e una gamma crescente di prodotti regionali e mondiali, che
riguardano tutte le asset class.
L’attenzione dei media per il lancio del futures sul Bitcoin è stata significativa, e tale
derivato verrà lanciato lunedì 18 dicembre dal CME. L’impatto che si genererà non è
scontato per tale azienda, in quanto il lancio di nuovi prodotti influenza le stime e le analisi
di analisti finanziari di tutto il mondo.
Il volume dei futures scambiati sul Bitcoin, permetterà successivamente anche il lancio di
nuovi prodotti regolamentati e quotati, come per esempio potrebbe avvenire per gli ETF
sul Bitcoin.
Queste caratteristiche e considerazioni hanno aumentato in modo positivo le stime del
fatturato che avrà il CME Group Inc. per l’anno seguente, facendo inoltre accrescere le
previsioni dell’ EPS, acronimo di Earning per Share, che a sua volta potrebbe far
aumentare i futuri dividendi che pagherà l’azione CME.
In virtù di queste analisi sulle commissioni generate dalle criptovalute, per i broker e le
aziende che traggono profitti, è importante e fondamentale che tutto il mondo parli e si
interessi nella compravendita dei loro prodotti, altrimenti non trarrebbero profitti elevati.
Ovviamente è più facile parlare bene e pubblicizzare un prodotto che ha un trend rialzista,
piuttosto che un bene in fase di declino.
Un fatto da non dimenticare, è che i futures sul Bitcoin permetteranno agli investitori di
scommettere sul ribasso dei prezzi. Chissà se gli investitori retail continueranno ad
acquistare Bitcoin, qualora le grandi banche di investimento decidano di prendere
posizioni ribassiste.
Analisi tecnica del Bitcoin
Aldilà di tutte le considerazioni economiche e tecnologiche generate dal Bitcoin, occorre
analizzare anche l’andamento del prezzo di tale criptovaluta, tenendo presente che la loro
offerta è fissa e ad oggi ha un numero limitato pari a 21 milioni.
Il prezzo del Bitcoin è molto volatile ed è quotato sette giorni su sette senza interruzione, e
in questo momento (domenica 17 dicembre ore 17:00 italiane) il prezzo BTC/USD ha
superato quota 19.000.
Il grafico seguente mostra l’andamento delle quotazioni del Bitcoin (BTC) in dollari
americani (USD) in scala aritmetica con timeframe giornaliero e grafico di tipo candlestick.
Dal grafico si può notare che la crescita ha un andamento esponenziale, nella figura sono
presenti inoltre degli indicatori tecnici che smussano l’andamento del prezzo:
• la linea rossa più spessa rappresenta la media mobile esponenziale a 10 periodi;
• la linea nera spessa rappresenta la media aritmetica a 50 periodi;
• le linee blu rappresentano le bande di Bollinger tracciate con i parametri di 20 periodi
per la media e 2 deviazioni standard per la volatilità.
Grafico giornaliero autunno 2017, scala aritmetica Fonte: Investing.com
La prima cosa che si nota facilmente è la grande ampiezza delle bande di Bollinger, esse
mostrano chiaramente che la volatilità del BTC/USD è ampliata notevolmente nelle ultime
settimane. Si può osservare che la quotazione si è sempre mantenuta al di sopra della
media mobile esponenziale, tale fatto evidenzia l’andamento esponenziale del prezzo
dell’ultimo periodo.
A inizio settembre 2017 le quotazioni si aggiravano intorno a 5.000 BTC/USD, per passare
nel giro di pochi giorni a quota 3.150 in data 15/09/17. Il giorno seguente, ovvero il 16
settembre, si formò una figura di inversione rialzista, chiamata Harami Bullish, e le
quotazioni iniziarono un nuovo trend rialzista di breve periodo che si concluse nei primi
giorni di novembre quando il BTC/USD raggiunse quota 7.500.
In seguito, vi furono quattro giornate negative che portano nuovamente il prezzo intorno a
6.000 BTC/USD, e il 14/11/17 si formò un’ulteriore formazione rialzista, chiamata
Engulfing Bullish, ed incominciò il trend ascendente, tutt’ora in essere, che ha portato le
quotazioni ai livelli di 19.000 BTC/USD.
Grafico giornaliero estate 2012, scala aritmetica Fonte: Investing.com
Questo andamento non è un fatto nuovo, in quanto si è già verificato diverse volte nel
corso degli anni. Nell’estate del 2012 la quotazione del Bitcoin contro il dollaro americano
mostrò un andamento esponenziale, in quanto a maggio del 2012 il valore del BTC/USD
era attorno a 5 e il 17/08/2012 raggiunse e superò quota 13 BTC/USD. Da questo picco le
quotazioni crollarono bruscamente, e in soli tre giorni scesero fino a 8 BTC/USD, una
perdita del 40% che venne recuperata nel giro di un mese circa.
Grafico giornaliero primavera 2013, scala aritmetica Fonte: Investing.com
Il caso analogo successivo si verificò durante la primavera del 2013, in questo periodo il
cambio BTC/USD passò dal valore di 20 BTC/USD dei primi gironi di febbraio 2013, a
quota 230 BTC/USD il 10/04/13. Dopo tale fatto accadde un crollo del 70%, dove in soli
sette giorni la quotazione tornò a 68 BTC/USD in data 17/04/13. Questo drawdown venne
recuperato in sette mesi, in quanto la quotazione tornò sopra i 200 BTC/USD nei primi
giorni di novembre 2013. Si può notare facilmente che il crollo venne recuperato grazie ad
un trend esponenziale che raggiunse l’apice sopra il valore di 1.100 BTC/USD, raggiunto
in data 05/12/13, una crescita maggiore rispetto a quella attuale. Infatti si passò da 20
BTC/USD ad oltre 1.100 BTC/USD in meno di un anno solare, una crescita in termini
percentuali molto più grande di quella che si sta verificando nel corso di quest’anno,
almeno fino ad oggi.
Grafico giornaliero anno 2014, scala aritmetica Fonte: Investing.com
Successivamente si verificò un ulteriore crollo nelle quotazioni. In 15 giorni, le quotazioni
raggiunsero un minimo relativo ad una quota di circa 550 BTC/USD in data 19/12/13,
segnando una perdita superiore al 50%. Questo tracollo è facilmente individuabile dal
canale ribassista, che portò il valore del Bitcoin al di sotto dei 200 dollari americani.
Se un investitore avesse preso una posizione rialzista sui massimi di dicembre del 2013,
esso si ritrovò con un valore inferiore all’80% circa. Per farla semplice 1.000$ investiti a
dicembre 2013 nel Bitcoin, andarono a valere circa 200$ nei primi giorni del 2015. Anche
in questo caso la perdita venne recuperata, ma ci vollero più di tre anni affinché le
quotazioni riportarono nuovamente il Bitcoin a valere più di mille dollari americani.
In virtù di tali analisi, è facilmente intuibile che la quotazione BTC/USD è altamente volatile
e i drawdown superiori al 20% sono molto frequenti, ma soprattutto essi avvengono in
breve tempo.
Dal 01/01/17 ad oggi si sono verificati cinque drawdown superiori a 20%. Come indicato in
precedenza, anche nel 2017 si è verificato una crescita esponenziale della quotazione
BTC/USD, e dal grafico su scala logaritmica giornaliera si possono notare facilmente i
cinque drawdown.
1) 04/01/17 valore di chiusura intorno a 1.140 BTC/USD
11/01/17 valore di chiusura intorno a 780 BTC/USD
In sette giorni si è verificata una perdita di poco superiore al 30%.
2) 03/03/17 valore di chiusura intorno a 1.290 BTC/USD
24/03/17 valore di chiusura intorno a 940 BTC/USD
In venti giorni una perdita di circa il 27%.
3) 11/06/17 valore di chiusura intorno a 2.930 BTC/USD
16/07/17 valore di chiusura intorno a 1.925 BTC/USD
In poco più di un mese la quotazione ha perso oltre il 30% del suo valore.
4) 01/09/17 valore di chiusura intorno a 4.900 BTC/USD
14/09/17 valore di chiusura intorno a 3.240 BTC/USD
Meno di due settimane, tredici giorni per la precisione, e il Bitcoin ha perso circa il 34%.
5) 08/11/17 valore di chiusura intorno a 7.440 BTC/USD
12/11/17 valore di chiusura intorno a 5.820 BTC/USD
In soli quattro giorni una perdita oltre al 20%.
Grafico giornaliero anno 2017, scala logaritmica Fonte: Investing.com
Va segnalato che tutti i drawdown sono stati recuperati nel corso dell’anno, alcuni in meno
di una settimana, ma altri hanno impiegato oltre un mese per tornare al valore del
massimo precedente.
Tutte queste caratteristiche vanno prese in considerazione da un investitore che cerca di
acquistare Bitcoin, in quanto uno speculatore può trarre un profitto enorme in poche
settimane, ma può anche vedersi ridurre il capitale investito di circa un terzo nello stesso
periodo.
Una nuova valuta digitale: Utility Settlement Coin (USC)
I Bitcoin e le criptovalute non sono passate inosservate ai grandi istituti finanziari, che
hanno deciso di iniziare un progetto per creare una nuova valuta digitale riconosciuta dalle
banche centrali e dagli intermediari finanziari.
Come detto in precedenza, è improbabile che i Bitcoin siano riconosciuti da un sistema
governativo e dal mondo intero, come valuta unica con la quale sia possibile effettuare
transazioni bancarie. Infatti, il suo uso originario era dovuto all’anonimità delle persone sui
cui conti transitavano le operazioni e all’illegalità, dato che era una moneta di scambio nel
dark web.
Poche persone sanno che è in fase di creazione una valuta digitale da parte di un
consorzio di aziende guidato dalla banca svizzera UBS. Tale progetto vede riuniti istituti
finanziari di tutto il mondo (come Deutsche Bank, Bank of New York Mellon, Banco
Santander, Credit Suisse, HSBC e Barclays), le maggiori banche centrali (come Bank of
Japan, Bank of Canada, US Federal Reserve), ma anche aziende tecnologiche esperte di
Blockchain, come Clearmatics Technologies, e a tali aziende si stanno continuamente
aggregando nuovi istituti finanziari.
La nuova valuta digitale ha già un nome preciso, ovvero USC, acronimo di Utility
Settlement Coin. Tale moneta non avrà bisogno di essere coniata, in quanto sarà
interamente digitale. L’USC è concepita per rappresentare un equivalente in contanti in
ciascuna divisa garantita dagli istituti centrali, convertibile in un deposito nella valuta
considerata grazie alla presenza di altrettanti asset in contanti presso la banca centrale.
Il consorzio di questa aziende sta lavorando attivamente ogni giorno, in modo che venga
adottata e lanciata il prima possibile.
Quando l’USC sarà attiva, cosa succederà a Bitcoin e criptovalute? Continueranno a
crescere, oppure ne seguirà un tracollo?
Lascio a voi lettori il compito di trarne una conclusione.
Mattia Cunti è nato a Rimini nel 1992
Indirizzo email: mattia.05rn@gmail.com
Attualmente è Securities Specialist in UBS Europe SE, Italy
Branch
2016 Laurea magistrale con lode in Scienze Statistiche
Finanziarie e Attuariali
2015 Corso di Alta Formazione in Finanza Matematica
2014 Laurea triennale con lode in Scienze Statistiche Finanza
ed Assicurazioni

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Bitcoin e criptovalute

  • 1. Bitcoin e criptovalute di Mattia Cunti Fino a qualche anno fa la parola più diffusa era spread, ed in pochi mesi chiunque si riteneva esperto e parlava della differenza dei tassi di interesse tra Italia e Germania. Nei bar, supermercati e negozi, si sentiva pronunciare tale termine da commessi, cassieri e via dicendo. Ora la parola più diffusa è Bitcoin, forse pronunciata più del famoso spread. Ogni giorno social network, notiziari televisivi e giornali parlano di Bitcoin e moltissime persone sono interessate a comprare tale criptovaluta e sono disposte ad investire denaro su diverse piattaforme. Tuttavia, prima di prendere decisioni di investimento su qualsiasi strumento finanziario, occorre conoscere bene il sottostante, ovvero l’attività finanziaria legata allo strumento derivato, e non farsi influenzare dall’euforia del momento. Analisi fondamentale del Bitcoin e delle criptovalute I Bitcoin sono una moneta virtuale senza supporto fisico, quindi senza banconote, non legalmente riconosciuta in nessuno stato al Mondo. I Bitcoin e le criptovalute hanno iniziato a generare un interesse e a diventare popolari nel 2008, e attualmente esistono più di mille criptovalute diverse. Nell’ultimo periodo l’interesse per le criptovalute è cresciuto in modo esponenziale e il loro valore aggregato ha raggiunto 150 miliardi di dollari americani durante l’autunno del 2017. Alla fine degli anni ottanta, quasi trent’anni fa, il gruppo anarchico Cypherpunks iniziò a fondare le basi delle criptovalute. Dal Manifesto Cypherpunk di Eric Huges si evince l’importanza della protezione della privacy, dell’anonimità delle transazioni e della separazione dalle valute governate dallo Stato (il sito Wikileaks di Julian Assange è un esempio di attivismo cypherpunk). Sin da quel momento, le criptovalute erano sotto sviluppo e si iniziarono a creare codici digitali in continua evoluzione, con lo scopo di replicare le normali valute governate dalle banche centrali, che utilizziamo tutt’ora. Le monete tradizionali governate dalle banche centrali sono tracciate dalle Clearing House e dagli istituti finanziari, mentre le criptovalute, come il Bitcoin, non sono governate da nessuna banca centrale. Le transazioni delle criptovalute sono registrate in modo trasparente sulla Blockchain, una sorta di libro mastro pubblico aperto al controllo di tutti ma protetto in modo da non poter essere modificato. Il predecessore del Bitcoin è il Bit Gold, creato nel 2004 da Nick Szabo fondendo le idee e i protocolli creati da altri cypherpunk. Il primo Bitcoin fu rilasciato a gennaio del 2009, a seguito del paper pubblicato nell’ottobre del 2008 dall’autore Satoshi Nakatomo. Tuttavia è altamente improbabile che una qualsiasi criptovaluta diventi una valuta convenzionale, in quanto sorgono due problemi principali che creano delle barriere: • la necessità degli individui e delle aziende di pagare le tasse secondo la valuta corrente del governo; • la numerosità dell’offerta di criptovalute è potenzialmente illimitata. Per cui l’improvviso aumento delle valutazioni delle criptovalute che si è verificato nel corso dei mesi passati ha tutte le caratteristiche per essere considerato una bolla speculativa.
  • 2. Anche se le criptovalute e la sottostante tecnologia blockchain hanno dei vantaggi che hanno permesso la loro crescita, è improbabile che vengano considerate delle valute convenzionali. Il più importante ruolo di una valuta è di fungere da mezzo di scambio, dove la maggior parte degli intermediari riconosce il suo valore. A tal proposito, le valute comuni e governate dalle banche centrali hanno degli enormi vantaggi. I governi impongono delle tasse ed esse impattano in modo smisurato l’economia di ogni nazione. Di conseguenza le tasse potranno essere pagate nel corso dell’anno tramite una valuta riconosciuta dalla nazione; tipicamente i governi preferiscono che le tasse siano pagate tramite la stessa valuta, per la quale il governo emette delle passività. In genere i governi emettono le proprie passività nella propria valuta, essendo facilmente controllabile dalle manovre di politica monetaria. In virtù di tale considerazione, è altamente improbabile che una singola criptovaluta, come il Bitcoin, venga utilizzata per la maggior parte delle transazioni economico-fiscali di uno Stato. La seconda funzione di una valuta è di agire come riserva di valore. È di primaria importanza che le persone credano che quello che è possibile comprare oggi con una determinata valuta, sia possibile acquistarlo anche il giorno seguente e in futuro. È compito delle banche centrali fare in modo che una valuta sia considerata una vera e propria riserva di valore. Basti pensare che nei periodi di crisi si è soliti acquistare dollari americani e franchi svizzeri, in quanto la maggior parte della popolazione mondiale crede che tali valute siano dei beni rifugio da detenere in tempi di crisi, ed a difesa del personale potere d’acquisto. Per cui è compito delle banche centrali regolare l’offerta di moneta e fare in modo che essa abbia la stessa quantità della domanda. Qui sorge il problema dell’offerta di una singola criptovaluta, in quanto l’offerta di Bitcoin è fissa e difficilmente può essere modificata in un periodo molto breve, come avviene per esempio per il dollaro americano; mentre, l’offerta di criptovalute nel complesso può crescere all’infinito, dato che ci sono pochissime barriere di ingresso e chiunque può crearne una nuova. Come detto in precedenza, esistono più di mille criptovalute, e oltre al Bitcoin stanno acquisendo forti interessi le seguenti nuove tecnologie: • il Litecoin creato nell’ottobre del 2011 da Charles Lee, ex ingegnere di Google, è una criptovaluta peer-to-peer ed un progetto di software open source; • il Ripple è stato rilasciato nel 2012 ed è un sistema di regolamento, scambio di valute e rete di pagamento; • Vitalik Buterin, ricercatore e programmatore di criptovalute, propose a fine 2013 l’Ethereum, che venne lanciato nel 2015. L’Ethereum è una piattaforma software aperta, basata sulla tecnologia blockchain che consente agli sviluppatori di implementare e consegnare applicazioni decentralizzate che fanno funzionare contratti smart; • nel gennaio 2014 fu rilasciato XCoin, che successivamente cambio il nome in Darkcoin, e alla fine nel 2015 venne rinominato Dash. Il Dash è una criptovaluta peer- to-peer open source, che ha le medesime qualità del Bitcoin, ma con alcune caratteristiche migliori, come l’istantaneità e la privatizzazione delle transazioni, la decentralizzazione della gestione; • sempre nel 2014 è stato rilasciato il Monero, una criptovaluta open source utilizzabile da chiunque, la sua caratteristica principale è la volontà di focalizzarsi sulla privacy;
  • 3. • nel marzo del 2015 venne rilasciato il NEM, una criptovaluta e piattaforma blockchain peer-to-peer sviluppata da Makoto Takemiya. Il programmatore è attualmente coinvolto in diversi progetti di blockchain. Le diverse criptovalute hanno caratteristiche simili e qualche peculiarità, ciò che le rende comuni è la possibilità di un’offerta limitata e il cosiddetto mining, ovvero il modo utilizzato dal sistema Bitcoin e dalle criptovalute per “emettere” moneta. Il termine mining viene tradotto con estrazione, ma più che di estrazione i cosiddetti miner mettono a disposizione la potenza di calcolo dei loro computer, per eseguire una serie di algoritmi che verifichino la validità delle transazioni in denaro virtuale. Se una nuova criptovaluta viene rilasciata ed il suo mining è più facile, allora le transazioni avvengono più velocemente e la domanda di tale criptovaluta naturalmente può solo che aumentare. La conseguenza evidente è la diminuzione della domanda delle altre criptovalute, tuttavia, considerando che l’offerta è fissa, il declino della quantità domandata ha come risultato il collasso del valore di tale criptovaluta. Tenendo in considerazioni tali caratteristiche, una nuova persona interessata nei Bitcoin, che decide di investire un importo economico in una qualsiasi criptovaluta, deve analizzare e stimare i costi del mining, confrontandolo con le altre criptovalute, e non investire solo perché lo ha fatto anche l’amico o perché tutti ne parlano.
  • 4. Alcune caratteristiche delle bolle speculative Tipicamente una bolla finanziaria si crea quando il prezzo di un asset non è spiegato dai fondamentali, quindi occorrono altre caratteristiche al di fuori del singolo prezzo. Una qualsiasi bolla si genera solo se vi è qualcosa di nuovo nell’economia, in quanto i cambiamenti creano incertezza nel futuro. In passato si sono verificate diverse bolle finanziarie, e tipicamente la frase che viene detta e pensata da speculatori e semplici persone non appena vi sono i presupposti di una bolla speculativa è “questa volta è diverso”. Una cosa che sta accadendo esattamente ai Bitcoin, in quanto la crescita esponenziale del valore di tale criptovaluta viene paragonato alle passate bolle dei tulipani, di internet e via dicendo; infatti, un gran numero di articoli è stato pubblicato su internet e in diversi giornali, dove tale argomento viene chiaramente sottolineato e si evidenza il fatto che questa volta sarà diverso, poiché la tecnologia del blockchain è innovativa. Una seconda caratteristica delle bolle è il ritardo dei rendimenti nell’economia reale, piuttosto che nei mercati finanziari. Se un qualsiasi asset promette un ritorno nell’economia reale in un tempo piuttosto breve, qualsiasi fallimento nella consegna pregiudicherà il valore e il prezzo di tale asset. Ciò avvenne chiaramente nella bolla dot.com, quando molte persone erano sicure delle potenzialità di internet e dei cellulari, ma non tennero in considerazione i classici parametri di valutazione delle aziende. Tuttavia, ci vollero anni affinché internet potesse trasformare in modo radicale le nostre vite; ora le persone quotidianamente usano email, fanno acquisti sui vari siti di ecommerce ed utilizzano diverse app all’interno dei propri smartphone. Nella fase finale di una bolla vi sono diverse tipologie di compratori. Ci sono persone che credono profondamente nel potenziale profitto dell’economia reale, in un futuro non prefissato e in un punto distante nel tempo, per cui sono degli investitori che cercano di trarre vantaggio dalla nuova tecnologia in un’ottica di lungo periodo. A tal proposito, sono indifferenti rispetto al loro prezzo di acquisto, in quanto sono sicuri che con gli anni il valore del loro bene salirà e li porterà ad ottenere un lauto guadagno. Tuttavia, ci sono anche quegli investitori che comprano in un determinato momento solo per anticipare il futuro trend rialzista dei prezzi. Queste persone sono considerate degli speculatori, in quanto non stanno puntando al futuro valore dell’asset, ma sperano solo di vendere ad un prezzo maggiore e di uscire dalla bolla prima che essa scoppi. Tali caratteristiche si possono applicare ai prezzi delle criptovalute per i seguenti motivi: • esse sono relativamente recenti, dato che il Bitcoin è stato rilasciato nel 2008 e tutt’ora si stanno creando nuove criptovalute; inoltre, esse sono carenti di fondamenti economici; • i benefici che si potranno avere nel mondo reale si verificheranno solo tra diversi anni. La tecnologia blockchain impatterà diversi settori dell’economia e porterà enormi vantaggi, tuttavia non è immediato il suo utilizzo ma occorrono diversi anni affinché possa essere usufruibile e condivisibile. I settori che saranno impattati maggiormente dal blockchain sono il settore finanziario, l’industria manifatturiera, i servizi pubblici e il settore healthcare; • il volume delle criptovalute in quest’ultimo periodo è estremamente alto rispetto al loro utilizzo nel mondo reale, tale caratteristica suggerisce che molti acquirenti stanno comprando Bitcoin solo per trarne un profitto a fini speculativi e non per un vero scopo nell’economia reale.
  • 5. Tuttavia, anche se occorre essere scettici rispetto al valore delle criptovalute ed è difficile pensare che, per esempio il Bitcoin, possa diventare una valuta riconosciuta da molti governi, la tecnologia sottostante, ovvero il blockchain, avrà un impatto significativo negli anni futuri. In virtù di tale ragionamento, un nuovo investitore dovrebbe pensare ad investire in aziende che sfruttano e stanno implementando la tecnologia del blockchain, piuttosto che comprare Bitcoin, dato che tale invenzione migliora l’efficienza, la sicurezza, la resilienza e abbassa i costi fissi di molte industrie tradizionali. Per cui in ottica di diversificazione, conviene analizzare e acquistare aziende che sfruttano tale nuova tecnologia, oppure investire in un paniere, al fine di comprendere più aziende.
  • 6. L’elevata operatività ed interesse nelle criptovalute genera alte commissioni Ormai tutti sono a conoscenza del lancio del futures sul Bitcoin, ma occorre porsi la domanda del motivo per cui il CME si sia interessato e reso attivo per regolamentare il primo futures con sottostante una criptovaluta. Agli albori le persone che erano interessate a comprare i Bitcoin, potevano acquistarli tramite servizi appositi, come per esempio il sito Bitstamp. In seguito, diversi investitori iniziarono ad interessarsi in merito alla possibilità di acquistare Bitcoin, sfruttando il movimento dei prezzi, senza però comprare veramente la criptovaluta. In questo caso diversi broker iniziarono a fornire il servizio che permise agli speculatori di investire in diverse criptovalute utilizzando i CFD, acronimo di Contract for Difference. Il CFD è uno strumento derivato che permette di scambiare prodotti finanziari senza possedere realmente l’asset sottostante. Per esempio, una persona che compra un CFD sul Bitcoin non possiede realmente il Bitcoin, ma un contratto con il broker il quale replica esattamente la quotazione del prodotto di riferimento. Non occorre fare una lista dei broker che permette questo servizio, in quanto tali intermediari si pubblicizzano in modo facile in ogni pop-up mentre si naviga in internet, compaiono nelle pubblicità di Facebook e ormai sono sempre in mostra. Fino a qualche anno fa tali broker erano soliti sponsorizzare il trading nel mercato del forex con pubblicità, dove inesistenti investitori parlavano di lauti profitti, raggiungibili in tempi brevissimi sfruttando la leva finanziaria. Questi intermediari sono soliti fornire bonus di benvenuto che incentivano i piccoli risparmiatori a versare un deposito di qualsiasi genere, anche solo 10€. Tuttavia, la maggior parte delle persone solitamente non analizza il broker corretto, ma si limita a depositare un importo solo in base al miglior bonus di benvenuto. Se qualcuno decide di investire utilizzando uno specifico broker, deve analizzare come minimo i seguenti punti: • valutare il proprio livello di esperienza; • verificare che il broker sia regolamentato, ovvero avere la garanzia che l’intermediario opera secondo gli standard qualitativi e di sicurezza previsti dalla legge, che è autorizzato a svolgere questa professione e che è in grado garantire ai propri clienti il rispetto di tutti quei parametri che le autorità impongono; • l’esistenza di un servizio di assistenza nella propria lingua madre, per cui per chi non conosce l’inglese, assicurarsi che il broker fornisca assistenza in lingua italiana; • puntualità e tempestività nei depositi e nei prelievi, infatti, molti intermediari non hanno problemi in fase di sottoscrizione, ma dal momento che si genera un profitto, sono restii e molto lenti in fase di prelievo, quando il cliente decide di trasferire il guadagno a favore del proprio conto correte; • analizzare i costi e le commissioni. Molti broker, che non hanno le caratteristiche appena descritte, hanno iniziato a prestare un servizio di acquisto e vendita di diversi strumenti finanziari che come sottostante ha una criptovaluta. A tal proposito il CME si è interessato per regolarizzare il primo futures sul Bitcoin nella piazza borsistica di Chicago. In tutto il mondo le persone generano commissioni di importo notevole operando con le criptovalute e tali commissioni sono pagate e diversi broker; per cui è quasi scontato che una grossa azienda si interessi e cerchi di prendere una fetta più grande della torta rispetto agli altri partecipanti.
  • 7. Non tutti sanno che il CME Group Inc., acronimo di Chicago Mercantile Exchange & Chicago Board of Trade, è un azienda operante nel mercato finanziario statunitense che permette lo scambio di futures. Nel 2013 la rivista The Economist ha descritto tale azienda come la più grande piattaforma di scambi finanziari. Al cuore del CME Group ci sono quattro grandi borse per la negoziazione di contratti a termine (CME, CBOT, NYMEX e COMEX) e l’azienda offre una combinazione unica dei maggiori benchmark mondiali e una gamma crescente di prodotti regionali e mondiali, che riguardano tutte le asset class. L’attenzione dei media per il lancio del futures sul Bitcoin è stata significativa, e tale derivato verrà lanciato lunedì 18 dicembre dal CME. L’impatto che si genererà non è scontato per tale azienda, in quanto il lancio di nuovi prodotti influenza le stime e le analisi di analisti finanziari di tutto il mondo. Il volume dei futures scambiati sul Bitcoin, permetterà successivamente anche il lancio di nuovi prodotti regolamentati e quotati, come per esempio potrebbe avvenire per gli ETF sul Bitcoin. Queste caratteristiche e considerazioni hanno aumentato in modo positivo le stime del fatturato che avrà il CME Group Inc. per l’anno seguente, facendo inoltre accrescere le previsioni dell’ EPS, acronimo di Earning per Share, che a sua volta potrebbe far aumentare i futuri dividendi che pagherà l’azione CME. In virtù di queste analisi sulle commissioni generate dalle criptovalute, per i broker e le aziende che traggono profitti, è importante e fondamentale che tutto il mondo parli e si interessi nella compravendita dei loro prodotti, altrimenti non trarrebbero profitti elevati. Ovviamente è più facile parlare bene e pubblicizzare un prodotto che ha un trend rialzista, piuttosto che un bene in fase di declino. Un fatto da non dimenticare, è che i futures sul Bitcoin permetteranno agli investitori di scommettere sul ribasso dei prezzi. Chissà se gli investitori retail continueranno ad acquistare Bitcoin, qualora le grandi banche di investimento decidano di prendere posizioni ribassiste.
  • 8. Analisi tecnica del Bitcoin Aldilà di tutte le considerazioni economiche e tecnologiche generate dal Bitcoin, occorre analizzare anche l’andamento del prezzo di tale criptovaluta, tenendo presente che la loro offerta è fissa e ad oggi ha un numero limitato pari a 21 milioni. Il prezzo del Bitcoin è molto volatile ed è quotato sette giorni su sette senza interruzione, e in questo momento (domenica 17 dicembre ore 17:00 italiane) il prezzo BTC/USD ha superato quota 19.000. Il grafico seguente mostra l’andamento delle quotazioni del Bitcoin (BTC) in dollari americani (USD) in scala aritmetica con timeframe giornaliero e grafico di tipo candlestick. Dal grafico si può notare che la crescita ha un andamento esponenziale, nella figura sono presenti inoltre degli indicatori tecnici che smussano l’andamento del prezzo: • la linea rossa più spessa rappresenta la media mobile esponenziale a 10 periodi; • la linea nera spessa rappresenta la media aritmetica a 50 periodi; • le linee blu rappresentano le bande di Bollinger tracciate con i parametri di 20 periodi per la media e 2 deviazioni standard per la volatilità. Grafico giornaliero autunno 2017, scala aritmetica Fonte: Investing.com La prima cosa che si nota facilmente è la grande ampiezza delle bande di Bollinger, esse mostrano chiaramente che la volatilità del BTC/USD è ampliata notevolmente nelle ultime settimane. Si può osservare che la quotazione si è sempre mantenuta al di sopra della media mobile esponenziale, tale fatto evidenzia l’andamento esponenziale del prezzo dell’ultimo periodo. A inizio settembre 2017 le quotazioni si aggiravano intorno a 5.000 BTC/USD, per passare nel giro di pochi giorni a quota 3.150 in data 15/09/17. Il giorno seguente, ovvero il 16 settembre, si formò una figura di inversione rialzista, chiamata Harami Bullish, e le quotazioni iniziarono un nuovo trend rialzista di breve periodo che si concluse nei primi giorni di novembre quando il BTC/USD raggiunse quota 7.500.
  • 9. In seguito, vi furono quattro giornate negative che portano nuovamente il prezzo intorno a 6.000 BTC/USD, e il 14/11/17 si formò un’ulteriore formazione rialzista, chiamata Engulfing Bullish, ed incominciò il trend ascendente, tutt’ora in essere, che ha portato le quotazioni ai livelli di 19.000 BTC/USD. Grafico giornaliero estate 2012, scala aritmetica Fonte: Investing.com Questo andamento non è un fatto nuovo, in quanto si è già verificato diverse volte nel corso degli anni. Nell’estate del 2012 la quotazione del Bitcoin contro il dollaro americano mostrò un andamento esponenziale, in quanto a maggio del 2012 il valore del BTC/USD era attorno a 5 e il 17/08/2012 raggiunse e superò quota 13 BTC/USD. Da questo picco le quotazioni crollarono bruscamente, e in soli tre giorni scesero fino a 8 BTC/USD, una perdita del 40% che venne recuperata nel giro di un mese circa. Grafico giornaliero primavera 2013, scala aritmetica Fonte: Investing.com
  • 10. Il caso analogo successivo si verificò durante la primavera del 2013, in questo periodo il cambio BTC/USD passò dal valore di 20 BTC/USD dei primi gironi di febbraio 2013, a quota 230 BTC/USD il 10/04/13. Dopo tale fatto accadde un crollo del 70%, dove in soli sette giorni la quotazione tornò a 68 BTC/USD in data 17/04/13. Questo drawdown venne recuperato in sette mesi, in quanto la quotazione tornò sopra i 200 BTC/USD nei primi giorni di novembre 2013. Si può notare facilmente che il crollo venne recuperato grazie ad un trend esponenziale che raggiunse l’apice sopra il valore di 1.100 BTC/USD, raggiunto in data 05/12/13, una crescita maggiore rispetto a quella attuale. Infatti si passò da 20 BTC/USD ad oltre 1.100 BTC/USD in meno di un anno solare, una crescita in termini percentuali molto più grande di quella che si sta verificando nel corso di quest’anno, almeno fino ad oggi. Grafico giornaliero anno 2014, scala aritmetica Fonte: Investing.com Successivamente si verificò un ulteriore crollo nelle quotazioni. In 15 giorni, le quotazioni raggiunsero un minimo relativo ad una quota di circa 550 BTC/USD in data 19/12/13, segnando una perdita superiore al 50%. Questo tracollo è facilmente individuabile dal canale ribassista, che portò il valore del Bitcoin al di sotto dei 200 dollari americani. Se un investitore avesse preso una posizione rialzista sui massimi di dicembre del 2013, esso si ritrovò con un valore inferiore all’80% circa. Per farla semplice 1.000$ investiti a dicembre 2013 nel Bitcoin, andarono a valere circa 200$ nei primi giorni del 2015. Anche in questo caso la perdita venne recuperata, ma ci vollero più di tre anni affinché le quotazioni riportarono nuovamente il Bitcoin a valere più di mille dollari americani. In virtù di tali analisi, è facilmente intuibile che la quotazione BTC/USD è altamente volatile e i drawdown superiori al 20% sono molto frequenti, ma soprattutto essi avvengono in breve tempo. Dal 01/01/17 ad oggi si sono verificati cinque drawdown superiori a 20%. Come indicato in precedenza, anche nel 2017 si è verificato una crescita esponenziale della quotazione BTC/USD, e dal grafico su scala logaritmica giornaliera si possono notare facilmente i cinque drawdown.
  • 11. 1) 04/01/17 valore di chiusura intorno a 1.140 BTC/USD 11/01/17 valore di chiusura intorno a 780 BTC/USD In sette giorni si è verificata una perdita di poco superiore al 30%. 2) 03/03/17 valore di chiusura intorno a 1.290 BTC/USD 24/03/17 valore di chiusura intorno a 940 BTC/USD In venti giorni una perdita di circa il 27%. 3) 11/06/17 valore di chiusura intorno a 2.930 BTC/USD 16/07/17 valore di chiusura intorno a 1.925 BTC/USD In poco più di un mese la quotazione ha perso oltre il 30% del suo valore. 4) 01/09/17 valore di chiusura intorno a 4.900 BTC/USD 14/09/17 valore di chiusura intorno a 3.240 BTC/USD Meno di due settimane, tredici giorni per la precisione, e il Bitcoin ha perso circa il 34%. 5) 08/11/17 valore di chiusura intorno a 7.440 BTC/USD 12/11/17 valore di chiusura intorno a 5.820 BTC/USD In soli quattro giorni una perdita oltre al 20%. Grafico giornaliero anno 2017, scala logaritmica Fonte: Investing.com Va segnalato che tutti i drawdown sono stati recuperati nel corso dell’anno, alcuni in meno di una settimana, ma altri hanno impiegato oltre un mese per tornare al valore del massimo precedente. Tutte queste caratteristiche vanno prese in considerazione da un investitore che cerca di acquistare Bitcoin, in quanto uno speculatore può trarre un profitto enorme in poche settimane, ma può anche vedersi ridurre il capitale investito di circa un terzo nello stesso periodo.
  • 12. Una nuova valuta digitale: Utility Settlement Coin (USC) I Bitcoin e le criptovalute non sono passate inosservate ai grandi istituti finanziari, che hanno deciso di iniziare un progetto per creare una nuova valuta digitale riconosciuta dalle banche centrali e dagli intermediari finanziari. Come detto in precedenza, è improbabile che i Bitcoin siano riconosciuti da un sistema governativo e dal mondo intero, come valuta unica con la quale sia possibile effettuare transazioni bancarie. Infatti, il suo uso originario era dovuto all’anonimità delle persone sui cui conti transitavano le operazioni e all’illegalità, dato che era una moneta di scambio nel dark web. Poche persone sanno che è in fase di creazione una valuta digitale da parte di un consorzio di aziende guidato dalla banca svizzera UBS. Tale progetto vede riuniti istituti finanziari di tutto il mondo (come Deutsche Bank, Bank of New York Mellon, Banco Santander, Credit Suisse, HSBC e Barclays), le maggiori banche centrali (come Bank of Japan, Bank of Canada, US Federal Reserve), ma anche aziende tecnologiche esperte di Blockchain, come Clearmatics Technologies, e a tali aziende si stanno continuamente aggregando nuovi istituti finanziari. La nuova valuta digitale ha già un nome preciso, ovvero USC, acronimo di Utility Settlement Coin. Tale moneta non avrà bisogno di essere coniata, in quanto sarà interamente digitale. L’USC è concepita per rappresentare un equivalente in contanti in ciascuna divisa garantita dagli istituti centrali, convertibile in un deposito nella valuta considerata grazie alla presenza di altrettanti asset in contanti presso la banca centrale. Il consorzio di questa aziende sta lavorando attivamente ogni giorno, in modo che venga adottata e lanciata il prima possibile. Quando l’USC sarà attiva, cosa succederà a Bitcoin e criptovalute? Continueranno a crescere, oppure ne seguirà un tracollo? Lascio a voi lettori il compito di trarne una conclusione. Mattia Cunti è nato a Rimini nel 1992 Indirizzo email: mattia.05rn@gmail.com Attualmente è Securities Specialist in UBS Europe SE, Italy Branch 2016 Laurea magistrale con lode in Scienze Statistiche Finanziarie e Attuariali 2015 Corso di Alta Formazione in Finanza Matematica 2014 Laurea triennale con lode in Scienze Statistiche Finanza ed Assicurazioni