ll movimento per le Open Educational Resources affonda ufficialmente le proprie radici nel 2002, quando al forum UNESCO “Impatto dei Contenuti Didattici Aperti per l’Istruzione Superiore nei Paesi in Via di Sviluppo” è stato coniato il termine per indicare, sempre secondo lo stesso ente:
“[…] materiali per l’insegnamento, l’apprendimento e la ricerca su qualsiasi supporto – digitale o di altro tipo – che risiedono nel pubblico dominio o che sono stati rilasciati con una licenza aperta che consente l’accesso, l’uso, l’adattamento e la ridistribuzione gratuiti di altri soggetti senza restrizioni o limitazioni.
In un mondo nel quale il costo dell’istruzione è in crescita, e in cui allo stesso tempo agli individui, dalla materna alla pensione, è richiesto di formarsi costantemente, il valore sociale di tale approccio è sempre più rilevante, al punto che la stessa UNESCO ha poi nel 2017 riunito a Lubiana i rappresentanti di oltre 100 paesi in un ulteriore incontro “The 2nd World Open Educational Resources”, dove, tra le altre cose, è stato definito un “Ljubljana OER action plan” destinato ad educatori, formatori di insegnanti, bibliotecari, discenti, genitori, responsabili delle politiche educative a livello sia governativo che istituzionale, insegnanti e altro.
Wikipedia, a tutti gli effetti parte attiva essa stessa di tale movimento, ricorda inoltre:
La normativa italiana prevede l’uso di tali risorse, come specificato nell’allegato al D.M. 781/2013, prevedendo espressamente l’uso di “contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti.”
Dunque, è per l’appunto l’accento sul contributo alla costruzione del sapere da parte di chi apprende una delle caratteristiche che rendono le OER uno strumento adatto ad una didattica attiva e creativa, che vede tra gli attori in gioco, oltre che ovviamente scuola ed università, anche le biblioteche, dove queste si rivelano spazi (fisici in primis, ma anche virtuali e soprattutto sociali) dove la conoscenza può essere esperita, condivisa e costruita.
3. Obiettivi
Alla fine dell’intervento formativo si prevede che acquisiate:
● dimestichezza con le terminologie più comuni in uso (OER, MOOC, open
textbooks…)
● conoscenza di base sulle tipologie di OER esistenti e sulle loro potenzialità
didattiche, formative e sociali;
● conoscenza di base su come utilizzare OER in classe o in biblioteca;
● strumenti e competenze di base per sperimentare con i propri studenti/utenti
alcune Risorse Educative Aperte;
● (ci si augura) entusiasmo per le nuove possibilità offerte da questi approcci open.
→ ESSERE co-progettisti di progetti didattici con risorse e approcci OPEN
4. Modalità formativa
Discutiamo
● Individuazione di potenziali
scenari concreti per le
biblioteche
● Discussione e ‘consulenza’
con i partecipanti sui casi
concreti dei bibliotecari e
docenti presenti
Impariamo
● Definizioni di base
● Accenni ai fondamentali
della open education
● Perché open
● OER: da dove cominciare
Sperimentiamo
● Esploriamo, testiamo e
assaggiamo alcuni OER
repository e MOOC
● Ricontestualizziamo
l’esperienza nella nostra
realtà bibliotecaria o
scolastica
● Poniamo le basi di un piccolo
progetto di uso di OER
Il percorso si articolerà in tre diversi tipi di momenti distribuiti nella mezza giornata di corso
DENSISSIMA!
5. Impariamo
● Definizioni di base
● Accenni ai fondamentali
della open education
● Perché open
● OER: da dove cominciare
6.
7. Open Education - una definizione
“Con l’espressione Educazione Aperta intendiamo quell’insieme di progetti e approcci
educativi che mirano ad eliminare ogni barriera all’accesso e alla fruizione del
processo educativo, in cui la conoscenza, i contenuti, le metodologie didattiche, le
infrastrutture e gli strumenti sono condivisi in modo gratuito e trasparente.
L’educazione aperta si basa sulla possibilità di rendere disponibili Risorse Didattiche
Educative Aperte (in inglese OER, Open Educational Resources), materiali didattici,
tipicamente in formato digitale, resi disponibili con licenze che ne permettono il
riutilizzo, la modifica e la distribuzione.”
Fonte: Open Education Italia - https://educazioneaperta.eu/larete/ - Luglio 2020.
8. Open Education - princìpi
1. L’obiettivo di un sistema educativo deve essere quello di abbattere tutte le
barriere non necessarie all’accesso, fruizione e completamento di attività
educative e formative, nel rispetto della legge e delle inclinazioni personali;
2. L’accesso alle risorse educative è una questione di giustizia sociale e il diritto
all’istruzione viene garantito della carta internazionali sui diritti umani e dalla
Costituzione della Repubblica Italiana nell’art. 34;
3. Il digitale offre innovative e potenziali opportunità per l’istruzione a tutti i livelli,
nell’ottica dell’apprendimento continuo (Lifelong Learning).
9. Sostenere l’Open Education significa far sì
che le potenzialità espresse nei punti sopra
siano quanto più possibile indirizzate a uno
sviluppo equo di tutti i livelli della società.
11. Open = Social Justice
?
“L'istruzione aperta stessa ha attraversato un periodo di
cambiamento; è diventata più mainstream, ha formato arterie e
sottocampi ed è stata anche sottoposta a "open washing" da
parte delle forze di mercato”
“È una riflessione necessaria, che ripercorre un decennio o più di
investimenti in OER riutilizzabili con licenza aperta e quindi
MOOC ampiamente accessibili, nessuno dei quali ha sperato di
democratizzare la conoscenza o cambiare i modelli di accesso
all'istruzione”
(Lambert, S. e Czerniewicz).
“Open Education and Social Justice”, disponibile sul sito del JIME, ossia il
Journal of Interactive Media Education dell’Open University:
https://jime.open.ac.uk/collections/special/open-education-and-social-jus
tice/
13. Come mai nasce la OE?
● I criteri di accesso all’istruzione online sono stati ridefiniti negli ultimi
decenni dall’avvento appunto del concetto di open education, specialmente
dal fenomeno dei MOOC, Massive Open Online Courses (Corsi Massivi
Online Aperti).
● Nel modello anglosassone, e specialmente in quello USA, il costo della
formazione è a volte altissimo, e legato al mondo del privato, dove invece
in molti paesi europei è parte di quello pubblico.
14. Primordi 1
● → le prime iniziative di questo tipo, come la Khan Academy (2006) sono
nate nel continente americano.
● È nel 2007 poi che in Canada Dave Cormier e Bryan Alexander
dell'Università di Manitoba, coniano il termine MOOC per descrivere il corso
“Connettivismo e conoscenza connettiva” dei colleghi George Siemens e
Stephen Downes.
● Tale corso online era aperto e accessibile da un vasto pubblico ed erano
iscritti 25 studenti del campus (paganti) e 2.300 studenti online non
paganti provenienti da tutto il mondo (Banzato, 2012).
16. Primordi 2
● I MOOC si sono poi diffusi a Stanford, nel 2011, quando il rinomato ateneo
statunitense erogò gratuitamente un corso post laurea sul tema intelligenza
artificiale, il quale raggiunse circa 160.000 iscrizioni da parte di studenti
provenienti da 190 paesi.
● In seguito presero piede al MIT di Boston per poi infine invadere il mondo
intero.
19. Non-Open
Ok, questo oggetto è mio, ma è anche
tuo.
Se lo usi tu, per quanto lo userai?
Chi mi garantisce che me lo restituirai?
Quando lo riavrò?
Lo condivido solo con te?
Tu lo condividerai con altri?
È mio.
Open
Complesso
1
Elementare
20. Non-Open
L’ho fatto io, perché lo dovresti usare tu?
Perché lo vuoi smontare?
Cosa ne vuoi fare?
Come recupero la mia creazione?
Chi trae vantaggio da quello che ho creato?
Etc…
E me lo tengo.
Open
ComplessoElementare
2
21. Creative Commons
● Per definire in maniera chiara e univoca le possibilità di riutilizzo di risorse
frutto della creatività e dell’ingegno umano, dai disegni dei bambini ai libri
didattici, è stato stabilito uno standard che fa capo all’associazione Creative
Commons.
● Le licenze CC sono sei e sono definite dalla combinazione di quattro
attributi, sulla base dei quali stabiliscono gli specifici diritti riservati, dove
nella regola ‘classica’ del copyright sono invece tutti riservati.
→ (in Italia il diritto d'autore è regolato dalla legge 633/41 sulla Protezione del
diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio)
25. Open Knowledge
● Le OER appartengono al movimento dell’Open Knowledge che contiene
anche Open Source, Open Data e Open Access.
Movimenti strettamente connessi e sostenuti da un’etica comune.
Tutti usano un tipo di licenza aperta e tendono a usare la digitalizzazione.
26. Tre macro aree
...ma ciò che intendono condividere è diverso:
● Software open source: accesso aperto al codice sorgente.
● Dati aperti: accesso ai dati, ripubblicarli e analizzarli senza restrizioni da
copyright, brevetti...
● Accesso aperto: far sì che i contenuti, specialmente di carattere educativo,
possano circolare liberamente ed essere riutilizzati liberamente.
Opposizione quindi anche al copyright ed al diritto d’autore.
27. Open Source
● Software/strumento digitale gratuito + è possibile ottenere e modificare il
codice sorgente.
● Esistono molti tipi diversi di licenze che specificano le condizioni di utilizzo
di tale software.
● La Open Source Initiative (OSI) certifica che un certo prodotto digitale sia
davvero aperto (criteri di stampo etico e tecnico).
Nell’e-Learning esistono molti applicativi open source, su tutti il più volte citato
LMS Moodle e la piattaforma di videoconferenze Big Blue Button.
29. Open Data
● “Un contenuto o un dato si definisce aperto se chiunque è in grado di
utilizzarlo, ri-utilizzarlo e ridistribuirlo, soggetto, al massimo, alla richiesta di
attribuzione e condivisione allo stesso modo”.
Open Knowledge Foundation (https://okfn.org/ - 2004, Cambridge)
[La definizione di open data è molto dibattuta, anche perché i dati aperti sono alla base delle pratiche delicate
di open government e open journalism. In più, esistono problematiche legate alla privacy ed al valore
commerciale dei dati (definiti da molti “il petrolio degli anni zero”) che complicano ulteriormente il problema.]
31. Open Educational Resources
● “Con Risorse Didattiche Aperte o Risorse Educative Aperte (in inglese OER,
Open Educational Resources) si intendono “materiali didattici
prevalentemente in formato digitale resi disponibili con licenze che ne
permettono il riutilizzo, la modifica e la distribuzione.” (cit)
“Guidelines on the development of open educational resources policies”
dell’UNESCO
32. Open Educational Resources
● contenuti didattici: corsi completi, moduli, unità didattiche, collezioni e
pubblicazioni.
● strumenti: software per la creazione, la distribuzione, l'utilizzo e il
miglioramento di contenuti didattici aperti, inclusi ricerca e organizzazione
di contenuti, sistemi per la gestione dei contenuti e dell'apprendimento,
strumenti per lo sviluppo di contenuti e comunità di apprendimento online.
● risorse per l'operatività: licenze per la proprietà intellettuale per la
promozione dell'editoria aperta di materiali, principi di progettazione e
localizzazione dei contenuti.
Wikipedia
(che qui citiamo più volte, in quanto essa stessa parte del movimento)
33. Open Educational Resources - PA [?]
● “il Ministero ritiene sia necessario – attraverso l’istituzione di un tavolo tecnico
– uno sforzo comune di editori e fornitori di contenuti, scuole, università,
associazioni di docenti impegnate sul fronte dell’innovazione didattica, per lo
sviluppo di un framework software comune, aperto, interoperabile ed
espandibile, in linea con lo stato dell’arte e le migliori pratiche internazionali in
materia; si impegna a promuovere tale sforzo attraverso le opportune iniziative;
invita comunque fin d’ora tutti i soggetti impegnati nello sviluppo di piattaforme
di fruizione a considerare la necessità – anche ai fini della salvaguardia nel
tempo degli investimenti fatti – di lavorare utilizzando strumenti e standard
aperti e interoperabili, nella prospettiva dell’integrazione delle funzionalità di
volta in volta implementate all’interno di un framework comune.”
Decreto Ministeriale (718) del 2013
34. Open Educational Resources - PA [?]
● ...nel cui allegato si suggerisce
“l’adozione di contenuti acquisiti indipendentemente o reperibili in rete o
prodotti attraverso il lavoro individuale o collaborativo dei docenti,
eventualmente anche attraverso il coinvolgimento dei discenti."
Decreto Ministeriale (718) del 2013, sempre quello.
35.
36. Open Educational Practices
● L’uso di Open Educational Resources per l'insegnamento e l'apprendimento al
fine di innovare il processo di apprendimento (Ehlers 2010).
Es. studenti che partecipano a comunità online di produzione tra pari o, più
in generale, qualsiasi contesto in cui l'accesso alle opportunità educative
attraverso contenuti e servizi online liberamente disponibili è la norma.
(Beetham et at, 2012).
● Le OEP possono includere la creazione, l'uso e il riutilizzo di OER e il loro
adattamento al contesto, la condivisione aperta delle pratiche di insegnamento.
37. Open Access
● “Il termine esprime la libera disponibilità online di contenuti digitali in generale e
riguarda l'insieme della conoscenza e della creatività liberamente utilizzabile, in
quanto non coperta da restrizioni legate alla proprietà intellettuale”
Wikipedia
[più di ambito accademico]
38. Open Content
● Il termine "contenuto aperto" descrive qualsiasi artefatto che è di dominio
pubblico o concesso in licenza in un modo che fornisca a tutti il permesso
gratuito e perpetuo di impegnarsi in attività che sono descritte come le “Cinque
Libertà” o anche “5R”.
Le "Cinque libertà”: lo schema stesso, che riprendiamo dal documento dell’UNESCO, è basato sull’originale di David Wiley
(http://opencontent.org/definition/), e pubblicato con licenza Creative Commons Attribution.
39. Schema sempre dal suddetto libro UNESCO, ma adattato da Cox (2015). Disponibile sotto CC BY all'indirizzo
https://www.slideshare.net/ROER4D/openness-in-higher-education
40. Open Content
● RETAIN (conservare) – diritto di creare, possedere e controllare le copie della
risorsa (es. scaricare e duplicarne una copia);
● REUSE (riutilizzare) – diritto di riutilizzare il contenuto alla lettera o nella sua
forma inalterata (es. archiviare in un proprio store);
● REVISE (revisionare) – diritto di adattare, regolare, modificare o alterare il
contenuto stesso (come tradurlo in un'altra lingua);
● REMIX – diritto di combinare il contenuto originale o rivisto con altri contenuti e
creare qualcosa di nuovo;
● REDISTRIBUTE (ridistribuire) – diritto di creare e condividere copie del
contenuto originale, revisioni con altri (donare una copia del contenuto).
Traduciamo direttamente dal testo UNESCO, che a sua volta si ispira a uno scritto di David Wiley (2014), tra i più grandi attivisti del movimento.
41. Le 5 libertà e le OER
“Una OER può essere considerata libera e adattabile solo per quanto riguarda i diritti
di proprietà intellettuale specificati nella licenza.”
→ Ad esempio, in Italia esistono ben pochi repository o iniziative che si possano
definire a tutti gli effetti OER, nonostante le scuole e gli insegnanti, ma anche le
biblioteche ed altri enti come case editrici e archivi del nostro paese, siano
estremamente proattivi.
Dato che molti di questi casi non riportano esplicitamente indicazioni chiare sulle
licenze di utilizzo, non possono seguire i dettami delle 5R e non sono vere e proprie
OER.
42. Open Textbooks
● “La spesa media per i libri di testo nell’anno scolastico 2019-2020 si aggira sui
286 euro per la prima classe della scuola media, 111 per la seconda, 127 per la
terza (tetti di spesa che, come sappiamo, risultano talvolta superati di oltre il 10%
tollerato). Per le scuole superiori bisogna differenziare a seconda delle tipologie,
ma si va dai 320 euro per il primo anno di liceo classico ai 240 per l’Istituto
Professionale per l’Industria e l’Artigianato, con un’impennata per il terzo anno
(370 euro per i classici, 310 per gli scientifici, 310 per l’Istituto Tecnico Geometri)”
(Tuttoscuola, settembre 2019).
Anche in questo caso, una disposizione di legge (cfr. art. 15 della legge 133/2008) ha
previsto che accanto quello cartaceo sia proposto anche il testo online.
44. A picture book about open education
byChrissiNerantziusingSketches
45. Open Picture Textbooks
● We received a small pot of money to create an open picture book about open
education thanks to GOGN. For more information regarding the project, please
access http://go-gn.net/gogn/meet-our-first-go-gn-fellows/
● If you would like to contribute in this way, please complete this survey. Add your
details if you wish so that you can be mentioned. Please note, none of the
responses are required. It is up to you, how much or how little you would like to
contribute.
(Gino, Helene, Verena, Penny, Paola, Evie, Ody and Chrissi - The #go_gn picture
book team).
Survey launched on the 14th of October 2020
46. 5. CHARACTER: When you think about open
education, which animal(s) come to mind and why?
47. 6. VULNERABILITIES: What makes this animal
character/hero vulnerable? Explain briefly.
7. STRENGTHS: What are the strengths of this
animal/character/hero? Explain briefly.
10. ANTAGONISTS: Who are the antagonists of open
education? If they where animals, what would they
be? What are their characteristics?
49. Definizioni
● I MOOC non sono semplicemente dei materiali on line e nemmeno dei materiali
organizzati tematicamente, ma dei veri e propri corsi organizzati in serie di
lezioni concatenate (Sancassani, 2019)
○ sono principalmente in formato video, ma corredati da testi, immagini,
schemi, riferimenti a risorse esterne.
○ contengono di norma test di verifica dell’apprendimento sia in itinere che a
conclusione dei corsi, dove appunto viene rilasciato un attestato il quale è
prova che gli obiettivi di apprendimento, dichiarati in modo chiaro ed
esplicito, sono stati conseguiti dall’utente.
Di conseguenza dovrebbero anche garantire un alto livello di qualità, a differenza di
molti altri tipi di risorse più o meno aperte disponibili in rete dove la verifica di tale
attributo è più difficoltosa.
50. Per tanti ma non per tutti
● Questi corsi rappresentano “una modalità flessibile di acquisizione di nuove
abilità e conoscenze, attraverso un'esperienza di apprendimento continuo.”
(Pantò, 2019)
→ per seguire e portare a termine un MOOC è in genere necessario un alto grado di
motivazione personale e la giusta attitudine, unite a:
● sufficienti competenze digitali;
● conoscenza delle lingue (la maggior parte sono in inglese);
● capacità di autogestione nello studio;
● forte determinazione a raggiungere gli obiettivi educativi.
51. Due modalità essenziali
● self-paced: corso sempre fruibile e sempre aperto: in tal caso è lo studente che
si autoregola nella fruizione in maniera autonoma decidendo quando collegarsi e
quanto tempo dedicarvi;
● paced: corso che si svolge in un determinato periodo dell’anno, tipicamente
nell’arco di un mese o due: con questo genere di offerta troviamo spesso
associati anche webinar ed attività di gruppo, in modo che sia possibile interagire
in modo diretto con docenti, tutor e altri studenti.
52. Mercimonio dell’open?
L’offerta dei MOOC è sempre più spesso sfruttata in modo sistematico e strutturato.
Ad “open” corrisponde una forma di gratuità a volte totale, altre invece parziale.
Il modello economico
● il pagamento di una “fee” solo per l’ottenimento del certificato finale che
accredita l’avvenuto completamento del corso.
● il pagamento è richiesto anche all’iscrizione, per poter fruire dei contenuti.
In molti casi si tratta di cifre modiche (es. attorno ai 25 o 30 €), in altri casi si
passa a costi decisamente più elevati.
53. Principali piattaforme internazionali
● Coursera (https://www.coursera.org/) – creata nel 2011 dall'Università di Stanford:
dal 2014 coinvolge ormai più di 200 tra università ed aziende in tutto il mondo. Le
lezioni sono gratuite e offrono attestati di frequenza, ma per avere i certificati di
norma bisogna pagare.
● Udacity (www.udacity.com) – creata nel 2011 da Sebastian Thrun, David Stavens
e Mike Sokolsky. Oggi si propone in modo deciso come strumento per favorire
l’employability e l’aggiornamento formativo in ambito aziendale, sottolineando in
modo roboante come i propri corsi siano caratterizzati da “Learn by doing,
Practitioner-level skills, Job-focused content, Real human help, Personalized
code reviews, Real-life projects”.
54. Principali piattaforme internazionali
● EMMA (https://iversity.org/): creata nel 2016 in seno ad un progetto europeo, è
una piattaforma forse meno impressionante di altre di questo elenco in termini di
quantità e varietà dell’offerta, ma forse l’unica ad essere al 100% aderente ai
principi di cui si parla in questo capitolo. Tuttavia, non fornisce certificati. È
coordinata dall’Università di Napoli Federico II.
● Simplilearn (https://www.simplilearn.com/): americana, ma creata nel 2010
dall’ingegnere indiano Krishna Kumar, è di stampo più esclusivamente tecnico di
altre, difatti fornisce corsi (e relative certificazioni) su sicurezza informatica, cloud
computing, gestione dei progetti, marketing digitale, data science…
55. Principali piattaforme internazionali
● edX (www.edx.org/) creata dal MIT e dall'Università di Harvard: ad oggi conta più
di 2800 corsi in svariate materie, circa 25 milioni di iscritti e un numero
impressionante di università che offrono corsi attraverso tale sito. Invito a visitare
la pagina che elenca le “schools and partners”
(https://www.edx.org/schools-partners) per farsi un’idea dell’immensa e valida
rete che tale istituzione ha saputo mettere in atto.
● Iversity (https://iversity.org/) – creata in Germania da Jonas Liepmann e Hannes
Klöpper nel 2013. A seconda della durata dell’impegno previsto per concluderli,
divide i tipi di corsi che offre in “Espresso”, “Pro” e “MOOC” veri e propri. Anche
questa, come altri della lista, ora ha una versione “For Business”.
56. Sperimen-
tiamo
● Esploriamo, testiamo e
assaggiamo alcuni OER
repository e MOOC
● Ricontestualizziamo
l’esperienza nella nostra
realtà bibliotecaria o
scolastica
● Poniamo le basi di un
piccolo progetto di uso di
OER
58. Come usare i MOOC a scuola…?
1. Per supportare lo studio in comune tra classi o studenti di scuole diverse,
secondo percorsi anche interdisciplinari;
2. Per supportare il recupero propriamente detto;
3. Come mezzo per mettere in pratica forme di scaffolding, ossia di aiuto da
parte di “figure formative” esterne durante il percorso scolastico;
4. Come risorse per i docenti stessi per auto-aggiornarsi e formarsi;
5. Come luoghi della rete per fruire di percorsi strutturati di e-Learning a cui
ispirarsi per metodologie, strutture e contenuti nel momento in cui sorge la
necessità di dover insegnare online.
(Sacchi, 2019)
59. Esempio...
“Lo stesso corso online può essere seguito da molte classi
contemporaneamente ma anche da molti singoli studenti che per un motivo o
per l’altro sono interessati a trovare, in modo spontaneo, un’offerta formativa
alternativa a quella che trovano nelle lezioni tradizionali. Tutti questi attori (i
docenti che usano i materiali per le loro lezioni, gli studenti delle classi che
seguono queste lezioni, i singoli studenti che spontaneamente si attivano) si
ritrovano infatti a condividere uno spazio virtuale fatto di lezioni on line, di forum,
di chat e di test. Si apre di fatto la possibilità di creare una sorta di ‘super aula’
[...].”
(ibidem)
60. Alternanza scuola/MOOC
I docenti in aula (o in videolezione sincrona) possono decidere di utilizzare
quanto trovano nei MOOC più “veri” in termini di licenza di utilizzo
(CC-NC-BY-SA) e completamente gratuiti in termini di presentazioni, testi,
immagini e prove di verifica per poi tornare, eventualmente, al proprio percorso
didattico convenzionale.
63. MERLOT - www.merlot.org
Esplorare
Uno dei più rilevanti meta-repository internazionali di risorse didattiche (catalogate,
selezionate e valutate da una comunità di esperti), l’americano MERLOT, creato
dall’Università della California.
64. OER Commons - www.oercommons.org
Creare
OER Commons nella sua sezione “Authoring” supporta chi vuole creare OER.
L’iniziativa offre tre programmi software:
● Open Author,
● Lesson Builder
● Module Builder
Per lanciarsi nella produzione di presentazioni multimediali, lezioni e moduli interattivi.
65. Online Mentoring Programme - oe4bw.org
Aiutare
1. candidare come mentor per aiutare un progetto OER bottom up (es. "scuola
materna open e online”)
2. presentare un progetto che verrà aiutato da un mentor.
67. Un piccolo progetto ‘vostro’
● Poniamo le basi per un progetto reale di vostro interesse che sfrutti alcune
delle possibilità che la Open Education offre.
● Totale libertà.
● Possiamo usare 2 gruppi, oppure strutturarci in gruppi di colleghi veri, e
lavorare su iniziative concretizzabili.
● Vi chiediamo di rifletterci e poi compilare un “Open Education Canvas” da
consegnare in un secondo momento (prossima slide).
○ Canvas Gruppo A: tinyurl.com/OER-canvas-A
○ Canvas Gruppo B: tinyurl.com/OER-canvas-B
68. OPEN EDUCATION CANVAS
Titolo del progetto
Nome del gruppo
Competenza / Conoscenza / Materia / Argomento scelto Obiettivo
Strumenti / Piattaforme / Repository scelti Breve descrizione
Nome dei componenti
... …
... ...
... ...
...
70. Open in Italia
● Creative Commons Italia
● Scuola Valore
● Alexandria
● WeSchool
● EduOpen
● POK – Polimi Open Knowledge
● Federica
● F.A.R.E. (Free Architecture for Remote Education)
● Progetto Manuzio
● Scuola Libera
● Dataninja
71. Creative Commons Italia
https://creativecommons.it/chapterIT/
Il movimento CC è suddiviso in ‘capitoli’, e quello italiano è particolarmente attivo.
Tramite il sito, connesso con quello originale americano, è possibile essere
guidati nella pubblicazione di proprio materiale secondo le licenze CC
desiderate, trovare risorse esistenti e restare informati su novità ed eventi del
settore.
72.
73. Scuola Valore
http://www.scuolavalore.indire.it/
Promosso da INDIRE, Scuola Valore è incentrato sulla formazione ai docenti.
Consiste in un archivio online di percorsi di apprendimento, attività e materiali,
che consente di accedere a più di 800 risorse, divise secondo i diversi livelli del
sistema scolastico italiano e scaricabili senza la necessità di registrarsi. In termini
di licenze, la piattaforma consente agli insegnanti di utilizzare il contenuto per
scopi didattici e scientifici non commerciali, ma allo stesso tempo tutto il
contenuto della piattaforma è protetto da copyright, pertanto non consente il
remix delle risorse.
:-/
74.
75. Alexandria
http://www.alexandrianet.it/
La descrizione che ne danno gli stessi realizzatori è, in questo caso, altamente
esplicativa: “Alexandria è un ambiente dedicato al “self-publishing” degli
insegnanti per la scuola italiana, ovvero alla pubblicazione online di materiali e
risorse digitali autoprodotti dai docenti, preferibilmente in formati aperti, per
promuovere la collaborazione didattica, la conoscenza come bene comune e
l'uso delle risorse educative aperte (Open Educational Resources - OER) nella
scuola italiana” (dal sito stesso del progetto).
76.
77. WeSchool
https://www.weschool.com/
Unica tra le risorse qui presentate ad essere tra quelle suggerite a inizio
pandemia 2020 dal sito del MIUR, WeSchool si definisce una "scuola online"
creata da un gruppo di studenti che offre una grande quantità di video, testi ed
esercizi - prodotti e caricati da insegnanti ed esperti, nonché da studenti - su
molte materie, con una caratteristica di valutazione sociale tra pari. Tutti i
contenuti sono fieramente rilasciati con licenza Creative Commons, così come lo
erano quelli del portale originario da cui questa iniziativa, ora con alle spalle
grossi finanziamenti privati, tra cui quello di Telecom, era nata, ossia OilProject.
Lati oscuri: N.A.T.O. (?)
78.
79. EduOpen
https://learn.eduopen.org/
EduOpen è una piattaforma MOOC che dal 2013 riunisce 17 università di medie
dimensioni e offre più di 100 corsi, sia come esperienze di apprendimento
individuali sia organizzati in percorsi di apprendimento. Alla fine di ogni corso, i
partecipanti possono ottenere un certificato di partecipazione gratuito e un open
badge, eventualmente sostenendo un esame in presenza ed ottenendo così
crediti universitari (pagando per avere il certificato finale).
80.
81. POK – Polimi Open Knowledge
https://www.pok.polimi.it/
POK si concentra sui momenti di transizione dalla scuola all'università, dalla
laurea al master e dall'istruzione superiore all'occupazione, e offre parecchi corsi
anche indirizzati ai docenti su temi come Active Learning ed OER stesse.
Inaugurato a giugno 2014 dal Politecnico di Milano, è stato il primo portale MOOC
universitario italiano ad offrire corsi on line gratuiti e aperti non solo agli studenti,
ma anche a semplici appassionati.
Si riceve un attestato di partecipazione (non legato a crediti universitari o al test
d’ingresso al Politecnico). La piattaforma tecnologica di base è una
personalizzazione di Open-edX, la piattaforma open source rilasciata da edX -
iniziativa nata da una joint venture tra MIT e Harvard.
85. FARE (Free Architecture for Remote Edu.)
https://fare.polito.it/
Iniziativa del Politecnico di Torino, in continua evoluzione e che non ha ancora
del tutto sfruttato il proprio potenziale, F.A.R.E. è un portale che è nato
nell’ambito della Scuola in Ospedale.
All’interno del portale è possibile effettuare una ricerca del materiale didattico
adatto alle proprie esigenze. La piattaforma raccoglie sia corsi completi sia
lezioni singole. Si può caricare del proprio materiale, condividerlo e modificarlo
con altri utenti in rete, arricchendo quindi il portale caricando nuovi materiali,
clonandolo o contribuendo allo sviluppo anche in termini di coding, poiché anche
il codice sorgente è aperto.
86. FARE (Free Architecture for Remote Edu.)
Tutti gli strumenti, i contenuti scientifici e quelli didattici sono assolutamente liberi
e protetti con licenze CC, ma la qualità del materiale, come si può immaginare, è
decisamente variabile, problema che come detto si applica molto spesso alle
OER di qualsiasi tipo.
È possibile sfruttare FARE per organizzare una propria lezione remota,
richiedendo anticipatamente l’accesso come docente. In tal modo si può usare
un’istanza di Big Blue Button ed esporre il proprio materiale ad un'ampia platea
utilizzando lo strumento di lezione remota open source per eccellenza.
È in fase di sviluppo la creazione di una linea di strumenti tecnologici che
consentiranno ad altre istituzioni di clonare il portale F.A.R.E. e realizzarne uno
proprio.
87. Progetto Manuzio
https://www.liberliber.it/online/aiuta/progetti/manuzio/
All’interno del progetto Manuzio “capolavori della letteratura, manuali, tesi di
laurea, riviste e altri documenti in formato elettronico sono disponibili sempre, in
tutto il mondo, a costo zero e con accorgimenti tecnici tali da garantirne la
fruibilità anche a non vedenti e altri portatori di handicap.”
88. Scuola Libera
https://scuolalibera.continuity.space/
Si propone come una piattaforma didattica “completa e trasparente”, che riunisce
alcune eccellenze del software libero, con grande attenzione ai temi della privacy
e la profilazione degli utenti non fa parte del progetto. Offre strumenti per la
creazione di documenti e la loro condivisione, aule virtuali, un LMS (con Moodle)
e una piattaforma di videoconferenza (con BBB).
89.
90. Dataninja
https://www.dataninja.it/it/
Più incentrato sull’open data che le OER, è molto rilevante nel nostro contesto:
“DataNinja è un hub di competenze che collega professionisti e sperimentatori,
con un obiettivo principale: creare connessioni tra i dati e le persone.” Si tratta di
un’azienda, tra i cui obiettivi c’è quello di sviluppare tecnologie per raccogliere,
strutturare e arricchire i dati, estraendo informazioni e valorizzandole attraverso
applicazioni visuali, nuovi formati di storytelling per progetti di disseminazione,
percorsi di training e laboratori partecipati.
Da qualche tempo è stata lanciata anche l’iniziativa DataNinja School
(https://school.dataninja.it/), costituita di micro-corsi online per “imparare ad usare
i dati.”